19 May, 2024
HomeCronacaL’Ussi Sardegna si schiera al fianco della categoria arbitrale con una condanna ferma e rigorosa ad aggressioni e violenze.

L’Ussi Sardegna si schiera al fianco della categoria arbitrale con una condanna ferma e rigorosa ad aggressioni e violenze.

Pallone

È aberrante, vergognoso e segno di una cultura che di sportivo e civile ha oramai poco, il disgustoso balletto di aggressioni che di domenica in domenica perseguita la categoria arbitrale. Una violenza che non conosce confini, categorie e sesso: la ragazza arbitro di 18 anni costretta a scappare per evitare il pestaggio, testimonia un livello talmente infimo da mettere tutti in guardia.

Anche se la sensazione è che il fondo del pozzo – ancorché degradante per l’intero sistema dello sport e del tempo libero – non sia stato raggiunto appieno, l’Unione dei cronisti sportivi sardi rilancia una campagna di sensibilizzazione e presa di coscienza che, se possibile, vada oltre gli iscritti e la categoria giornalistica.

È oramai impossibile per chiunque non mettere la faccia e le proprie responsabilità – di qualsiasi genere esse siano – di fronte a calci, pugni, manate, minacce che paiono l’inevitabile corollario di quanti corrono per far divertire ragazzini e no di tutte le età. Con minoranze di genitori che spesso sono i principali fomentatori di episodi e commenti squallidi. E dirigenti che non colgono al volo la pericolosità di una deriva violenta e insensata che inevitabilmente prima o poi metterà ko il giocattolo. Senza banali generalizzazioni, è giunto il momento di stringere le fila.

Un ceffone a un arbitro è il segnale del cattivo costume di una società malata. Se la certezza e il rigore delle sanzioni – mai come in questo caso, esemplari e pubbliche – è la base per un’educazione rigorosa, anche la censura deve essere ferma e senza intermediazioni. L’errore può capitare, il bis no.

L’Ussi, preso atto di un cortocircuito che si amplia senza confini, ritiene doveroso un obiettivo esame da parte delle componenti del calcio regionale. E propone un confronto aperto da realizzarsi a breve con il contributo del mondo arbitrale, degli atleti, delle famiglie, dei tecnici e dei dirigenti.

Il consiglio direttivo

Il presidente Mario Frongia

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