29 March, 2024
HomeSanitàOk della VI commissione sul “Piano d’azione Straordinario per il contrasto e l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna”.

Ok della VI commissione sul “Piano d’azione Straordinario per il contrasto e l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna”.

Questa mattina la Sesta Commissione del Consiglio regionale ha espresso all’unanimità parere favorevole sul “Piano d’azione Straordinario per il contrasto e l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna”. Si tratta di un Programma d’azione straordinario triennale (2015-2017) sul quale l’Amministrazione Regionale ha scommesso ampiamente. In gioco c’è quel che rimane della suinicoltura sarda e di tutto il sistema di trasformazione e lavorazione di carni suine e dei suoi prodotti derivati.

«L’obiettivo di contrastare finanche a eradicare la peste suina africana – dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Daniela Forma – è una scommessa che si inserisce a pieno titolo nella strategia di considerare il settore dell’Agroalimentare e la valorizzazione delle nostre produzioni locali di qualità come una delle  leve sulle quali far risollevare la nostra economia regionale, divenendo occasione di valorizzazione dell’intera filiera produttiva oltre che foriera di nuove opportunità occupazionali.»

«Complessivamente, considero questo Programma straordinario un buon programma. Traspare infatti, in maniera inequivocabile, la ferma volontà di superare la principale criticità che è stata propria dei precedenti “tentativi di eradicazione” della PSA: finalmente risulta chiaro chi detiene la linea di comando e “chi deve fare che cosa”. Il Programma straordinario prevede poi tutta una serie di misure finalizzate al nostro obiettivo che risultano, a mio avviso, ponderate, efficaci e risolutive.

Vi è però un’esigenza che è dell’oggi e non può attendere i risultati attesi in un tempo ragionevolmente individuato di tre anni. L’esigenza è quella di mettere in sicurezza quel che rimane della filiera suinicola sarda. L’esigenza è quella di creare un “cordone sanitario” a protezione di tutti quegli operatori della filiera suinicola che finora hanno avuto la “fortuna” di non vedere la propria attività bloccata o messa in ginocchio dalla peste suina africana.»

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