30 April, 2024
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Martedì 22 marzo, per la stagione della Grande Prosa del CeDAC, “Incendi” approda al Centrale di Carbonia.

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I disastri della guerra (civile) in una pièce avvincente che mescola fantasia e realtà, storia e mito: in tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC per la stagione de La Grande Prosa (nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna), “Incendi” dello scrittore e drammaturgo, attore e regista libanese naturalizzato canadese Wajdi Mouawad, nella mise en scène di Sardegna Teatro – con la regia di Guido De Monticelli.

Una moderna tragedia – ispirata al feroce conflitto interno che devastò il Libano tra il 1975 e il 1990 e alla vita dell’attivista e scrittrice  – in cui si fondono le cronache drammatiche di anni di devastazioni, omicidi, deportazioni, stragi, torture e sparizioni in Medio Oriente e l’antica mitologia greca, in particolare la figura di Edipo, vittima della vendetta di un dio, reo inconsapevole di infrazioni ai sacri vincoli familiari, e spinto dalla sua superbia verso una ricerca della verità da cui affioreranno le sue stesse involontarie colpe.

Lo spettacolo – rappresentato con successo al Piccolo Teatro di Milano – approderà martedì 22 marzo, alle 20.45, al Teatro Centrale di Carbonia, per un intenso e emozionante trittico che mette al centro l’uomo nella sua fragilità, e la tremenda “banalità del male”, quella subdola metamorfosi di esseri miti e gentili in carcerieri e aguzzini, secondo l’orrenda visione di un mondo diviso in carnefici e vittime.

Il volto mostruoso e inquietante di una umanità sottomessa alle regole – disumane – di una guerra fratricida, e indelebilmente segnata dal marchio di Caino, si riflette nel mito di Edipo, figlio esecrato, abbandonato bambino alla crudeltà delle fiere, e sopravvissuto per inverare la profezia di un dio: parricida, sposo della madre e padre dei suoi fratelli, risolutore di enigmi e salvatore della città, il re di Tebe per sconfiggere la peste immolerà se stesso e la propria stirpe, contaminata dalla violazione degli arcaici tabù. Il segreto custodito per anni da un pastore, e noto solo al veggente Tiresia, emerge in tutta la sua pericolosa evidenza: lo straniero dalle oscure origini si scopre figlio di re, ma assassino del padre, e nella sua ignoranza riposa il seme della sua colpevolezza: non si può sfuggire a un destino già scritto, e l’impulsività del sovrano, la sua arroganza, dall’alto di una sicurezza cieca, provocheranno la sua rovinosa caduta – con nuove disgrazie per la città, dalla lotta per il potere tra i fratelli Eteocle e Polinice, degenerata in scontro armato, alla ribellione di Antigone, custode dei morti e fedele alle leggi del sangue.

“Incendi” rievoca le vicende di Edipo, rimescolando le carte, per raccontare l’indicibile: la spirale dell’odio, i delitti efferati, le vendette, il caos generato da una guerra civile in cui gli schieramenti cambiano, le alleanze mutano, le famiglie si disperdono, le madri son separate dai figli, le mogli dai mariti, i fratelli dai fratelli, i legami si spezzano e le radici si fanno labili. Un dramma imprigionato nei labirinti della memoria si svela d’improvviso sotto forma di crudele eredità: una donna decide di rompere il muro di silenzio sul suo passato, per consegnare ai figli il compito di ricostruire la propria genealogia e costellazione familiare, di riappropriarsi delle loro origini interrogando il passato, ritrovando un padre e un fratello perduti e dimenticati.

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