25 April, 2024
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In Sardegna sono 270 le imprese della pastificazione alimentare che danno lavoro a più di 1.300 persone.

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In Sardegna sono 270 le imprese della pastificazione alimentare che danno lavoro a più di 1.300 persone: un’azienda ogni 6.141 abitanti. Nell’isola si concentra il 6,5% di tutte le imprese italiane del settore.

Di queste realtà, ben 222 (l’82%) sono attività artigiane che producono culurgionis, panadas, malloreddus, frégula, semola per cuscus, ravioli, coccoi prena, lorighittas, filindeu ma anche numerosi altri tipi di pasta fresca e secca, tutte eccellenze del food made in Sardegna inserite nell’“Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del Ministero delle Politiche agricole e alimentari” oppure tutelate da marchi europei, come accaduto da poco per i culurgionis con l’IGP.

Produzioni sempre più apprezzate dai consumatori, non solo nella nostra regione, ma in tutta Italia e nel mondo, che premiano il “Made in Sardegna” alimentare, forte dei suoi prodotti annoverati all’interno del patrimonio culturale nazionale.

A livello territoriale 88 operano nella vecchia provincia di Cagliari, 86 nell’ex provincia di Sassari, 65 a Nuoro e 31 a Oristano.

Tra i comuni con più pastifici Cagliari e Nuoro con 13, Oristano con 12, Quartu con 9, Sassari 8, Olbia 6, Carloforte, Oschiri e Terralba con 5.

Il paese con il più alto indice popolazione/imprese è invece Morgongiori (OR) con 1 azienda ogni 243 abitanti. Segue Oschiri 1 attività ogni 664, Tertenia 1 ogni 972, Jerzu 1 ogni 1.053 e Carloforte 1 ogni 1.238. Questi indici dimostrano come le produzioni tipiche locali si siano polarizzate in alcuni comuni come, per esempio Morgongiori per le lorighittas, Oschiri per la panada, Tertenia e Jerzu per i culurgionis o Carloforte per la semola per il cuscus.

Aziende che, sempre più frequentemente, utilizzano prodotti a chilometro zero o certificati bio e che guardano con sempre maggiore attenzione alle esigenze dei consumatori italiani e, soprattutto, di quelli internazionali, notoriamente molto esigenti in fatto di ecosostenibilità delle produzioni.

«La produzione pastaia nell’isola è una piccola gemma incastonata in un comparto, quello dell’agroalimentare, che ha potenzialità enormi – afferma Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – questi dati da una parte confermano la vivacità di un settore in grado di resistere alla prolungata crisi economica, alla concorrenza sleale e a mercati di prossimità sempre più asfittici a causa della stagnazione dei consumi interni, dall’altra denunciano carenti visioni di strategia imprenditoriale, per numerose imprese, o non adeguate competenze degli addetti ma anche azioni di marketing insufficienti, packaging inadatti o sistemi di logistica antieconomiciIn ogni caso – conclude Stefano Mameli – se il settore regge, è soprattutto merito di tanti piccoli imprenditori che, nonostante le difficoltà, sono riusciti a coniugare tradizione ed innovazione, legame con le produzioni del territorio e apertura verso nuovi mercati.»

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