26 April, 2024
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In Sardegna oltre 350mila impianti in funzione contro il caldo estivo.

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Sono oltre 350mila gli impianti di condizionamento che in Sardegna sono ripartiti contro il caldo estivo per raffrescare gli oltre 512.310 edifici privati, oltre agli uffici pubblici e le attività commerciali.

Per non incorrere in guasti, abnormi consumi di energia elettrica o, ancora peggio, in gravi problemi di salute (come accade per riniti o legionella), Confartigianato Imprese Sardegna ricorda che è necessario effettuare la manutenzione periodica e che solo le ditte e gli artigiani qualificati ed aggiornati, possono escludere eventuali rischi.

I dati dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI, dicono che nell’isola ben il 47,5% delle case utilizza il sistema di condizionamento caldo/freddo (ovvero sistema di climatizzazione unico per estate e inverno), contro una media italiana del 29,4%). All’interno di questa percentuale, l’82,9% sono pompe di calore fisse o portatili, il 13,2% sono condizionatori utilizzati solo per raffreddamento e il 3,9% è costituito da impianti centralizzati).

L’Osservatorio ricorda anche come siano 1.140 le imprese sarde di impiantistica che si occupano di riscaldamento e aria condizionata.

«E’ importante, prima di avviare il “sistema” – ricordano gli impiantisti di Confartigianato in tutta la Sardegna – procedere alla verifica del loro corretto funzionamento, al controllo di eventuali perdite di gas refrigerante e alla pulizia e sanificazione dei filtri e di quanto potrebbe esser stato accumulato (polvere, allergeni o agenti patogeni) nel corso del periodo invernale e che, alla loro riaccensione, potrebbero venire immessi nell’ambiente in cui viviamo e quindi li potremmo respirare». «Verifiche – proseguono i tecnici – che è bene evitare di fare da soli, soprattutto nei casi di controllo sulle perdite che, come per le installazioni di nuovi condizionatori, devono essere eseguiti esclusivamente da persone e ditte in possesso dell’obbligatoria certificazione che attesta l’idoneità a maneggiare gas refrigeranti, ritenuti, in parte, responsabili di danni all’ambiente.»

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