18 May, 2024
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E’ stata siglata l’intesa per la Cassa integrazione guadagni straordinaria per riorganizzazione aziendale per l’Eurallumina. A fronte della richiesta dell’azienda di garantire la continuità aziendale e la salvaguardia dei livelli occupazionali mediante il ricorso agli ammortizzatori sociali per l’unità produttiva di Portovesme,  è stato sottoscritto oggi, presso l’assessorato del Lavoro, in modalità a distanza, il verbale d’accordo istituzionale per l’erogazione della CIGS per 210 lavoratori dell’Eurallumina, per un periodo di 52 settimane, a decorrere dal primo gennaio 2023 sino al 31 dicembre 2023, in continuità con lo strumento conservativo già in utilizzo. Hanno firmato l’accordo l’assessore regionale del lavoro, Ada Lai, la Società Eurallumina Spa, Confindustria Sardegna Meridionale, le Organizzazioni Sindacali regionali e territoriali, Filctem-CGIL, Femca-CISL, Uiltec-UIL Territoriali del Sulcis lglesiente, Conf.Safi e le RSU/RSA dello stabilimento Eurallumina di Portovesme.

«Un accordo importante per la tutela dei lavoratori e delle loro famigliesottolinea il presidente della Regione, Christian Solinas -, che permette di guardare con maggiore serenità al futuro e al rilancio dell’azienda. La continuità del ricorso agli ammortizzatori sociali consentirà alla Società di portare avanti il progetto di rilancio e riorganizzazione aziendale, volto all’ammodernamento degli impianti produttivi ed alla definizione dell’iter legislativo relativo al modello di approvvigionamento energetico da adottare.»

«La Regione conferma il suo impegnoha assicurato l’assessora al Lavoro Ada Laia salvaguardare l’occupazione e proseguire le interlocuzioni avviate nei tavoli istituzionali a livello nazionali e regionale.»

Durante l’incontro l’azienda ha ribadito la volontà di ripartire per portare avanti il progetto di rilancio produttivo, che negli ultimi tempi ha subito una serie di modifiche e rallentamenti dovuti a fattori esogeni, indipendenti dalla strategia aziendale, che hanno rallentato la produzione. Il progetto complessivo di ammodernamento degli impianti, infatti, è subordinato alla risoluzione di due macro-problematiche inerenti all’alto costo dell’energia termica ed elettrica, nonché alla scarsa qualità della bauxite necessaria alla produzione. La questione dell’approvvigionamento energetico è frenata dall’incertezza normativa, sia per quanto riguarda le fonti utilizzabili che le modalità di fornitura. Gli investimenti futuri da parte della Società, infatti, sono condizionati dal rilascio delle preliminari autorizzazioni amministrative.

Grazie ai cantieri “Lavoras” si sono conclusi i lavori di riqualificazione delle aree di pertinenza del complesso sportivo di via Balilla e di alcune strade della frazione di Cortoghiana.

«Il primo intervento – ha spiegato l’assessore delle Manutenzioni Piero Porcuha visto la sistemazione e il completamento della recinzione del campo di atletica Dettori e la sistemazione delle tribune del pattinodromo: un altro tassello che ha interessato una zona della città particolarmente fruita da chi pratica sport.»

I lavori, che hanno coinvolto attivamente in questo cantiere 13 persone, sono durati otto mesi «e sono stati consegnati secondo i tempi previsti», sottolinea Piero Porcu.

L’altro cantiere ha riguardato alcune zone della città dove si è provveduto alla pulizia e al diserbo della vegetazione a cui si è aggiunta un’operazione di potatura degli alberi. L’intervento che in questo caso ha visto l’impiego in cantiere di 20 persone si è inoltre focalizzato su alcune strade con la realizzazione delle fasce parafuoco.

«Tra gli obiettivi del cantiere Lavorasha ricordato l’assessore Piero Porcuvi è la riduzione e la prevenzione dal rischio incendi in un’ottica di sicurezza.»
Le aree di intervento hanno riguardato: via del Minatore, via della Stazione, via Dalmazia, via G. M. Lai e centro Intermodale. Nella frazione di Cortoghiana si è intervenuto nelle aree della pineta comunale, tra via Bresciano e via Gherardini, comprese le aree riguardanti le scuole, la palestra e l’ex villa del direttore.

Emanuele Madeddu è stato confermato segretario generale Filctem della Sardegna Sud Occidentale. La sua rielezione è arrivata al termine del congresso, caratterizzato da due giorni di dibattiti e incontri con oltre venti interventi. L’analisi delle vertenze e le proposte per salvare il settore industriale della Sardegna Sud Occidentale sono stati gli elementi che hanno caratterizzato l’appuntamento congressuale che ha visto anche la conferma degli altri due componenti della segreteria generale, Silvia Marongiu e Stefano Saddi.
«Occorre lavorare su due livelli importantiha detto Emanuele Madeddu ragionare sulla emergenza Energia relativa ai costi elevati che coinvolgono la Portovesme srl e il grave deficit delle aziende che non hanno il Gas. E’ doveroso pensare anche alla prospettiva attraverso un nuovo piano strategico del Territorio, focalizzando l’attenzione all’industria ecosostenibile, alla ricerca, alle bonifiche e  a un utilizzo nuovo della infrastruttura mineraria come il Progetto Aria.»

Sono 562 i nuovi positivi al Covid-19 in Sardegna su 2.745 tamponi eseguiti, 59 diagnosticati da molecolare, 503 da antigenico.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 4 (+1).

I pazienti ricoverati in area medica sono 99 (+1).

Sono 6.534 le persone in isolamento domiciliare (-161).

Si registrano tre decessi: due donne di 87 e 93 anni, residenti in provincia di Sassari, e una donna di 93 anni, residente, nella Città Metropolitana di Cagliari.

 

Mercoledì 14 dicembre, il GeoArcheoSito “Sa Marchesa”, a Nuxis, ospita il convegno “Nuovi studi geologoici e minerari nel Distretto del Sulcis”, scoperte ed opportunità. I lavori verranno aperti, alle 17.00, dall’intervento di Stefano Naitza, docente di Geologia Economica, ricercatore DSCG dell’Università di Cagliari e del CNR-IGAG, sul tema “Le nuove materie prime critiche per l’Europa: opportunità di ricerca nei distretti della Sardegna. Le attuali problematiche al tema delle materie prime critiche, con riferimenti ai distretti sardi e, in particolare, al distretto metallifero del Sulcis, evidenziando la necessità di una maggiore conoscenza geologica dei territori.

Alle 17.30 Fabrizio Cocco, docente di Geologia Strutturale, ricercatore SDSCH dell’Università di Cagliari, tratterà il tema “Nuove ricerche geologiche sul basamento paleozoico della Sardegna Sud-Occidentale. Le attuali conoscenze geologiche sul Paleozoico della Sardegna Sud Occidentale e nuove interpretazioni sulla base delle ultime ricerche, focus sul distretto del Sulcis.

Alle 18.00, Matteo Deidda, dottorando DSCG dell’Università di Cagliari, interverrà su “Ricerche mineralogiche e giacimentologiche nel distretto del Sulcis. Presentazione delle più recenti ricerche sui giacimenti minerari del distretto del Sulcis visti nell’ottica delle nuove espolorazioni per le nuove materie prime critiche.

Concluderà i lavori, alle 18.30, Stefano Naitza, su “Il Distretto del Sulcis tra passato e futuro: nuove opportunità dagli studi geologici e minerari.

 

Ritorna il concorso “Vetrine, Balconi e Facciate in festa a Natale” organizzato dall’assessorato delle Attività Produttive del comune di Iglesias, in collaborazione con il Comitato Quartiere Castello.

Anche quest’anno, il concorso è diviso in due sezioni, una dedicata ai titolari delle attività produttive con una vetrina che si affaccia sulla strada, ed una pensata per proprietari delle abitazioni che decideranno di addobbare i balconi e le facciate delle loro abitazioni con decorazioni ispirate al Natale.

Per partecipare sarà sufficiente compilare il modulo di iscrizione disponibile nel sito internet istituzionale del Comune di Iglesias, specificando per quale sezione si intende concorrere, ed inviare il modulo con tre fotografie del proprio addobbo all’indirizzo mail: concorsonatalizio@comune.iglesias.ca.it, fino al 23 dicembre 2022.
Le vetrine, i balconi e le facciate dovranno rimanere addobbati fino al termine del concorso, il 6 gennaio 2023.

Le fotografie verranno pubblicate sulla pagina Facebook “Vetrine, Balconi e Facciate in festa a Natale – Iglesias” e gli utenti potranno votarle tramite un “like” fino alla data del prossimo 6 gennaio.
I voti ottenuti verranno sottoposti a verifica da parte degli organizzatori al fine di evitare irregolarità.
Con il voto su Facebook verranno individuati i primi 5 classificati che accederanno alla fase finale per essere sottoposti ex novo al giudizio insindacabile di una giuria tecnica.

La graduatoria sarà stilata utilizzando i soli voti della giuria, e verranno assegnati i premi realizzati dagli artigiani iglesienti.

«Dopo il successo ottenuto lo scorso anno spiega l’assessore dell’Arredo Urbano, Ubaldo Scanuritorna il concorso, per rendere ancora più magico il Natale in Città e per promuovere la creatività dei commercianti e delle persone che decidono di addobbare la propria abitazione.»

Il campionato di Eccellenza regionale domenica 11 dicembre ha archiviato il girone d’andata con il Sassari Calcio Latte Dolce campione d’inverno. Il primato della squadra di Mauro Giorico premia sicuramente la squadra più continua, premiata anche dai numeri: maggior numero di vittorie, 13, al pari del Budoni; minor numero di sconfitte, 1 (subita in casa con il Carbonia), contro le 4 di Budoni, Taloro Gavoi, Carbonia e Lanusei; miglior attacco, con 46 goal, contro i 38 del Budoni; seconda miglior difesa, con 17 goal, al pari del Carbonia, 1 in più rispetto al Budoni.

Alle spalle del Sassari Calcio Latte Dolce, c’è il Budoni, distanziato di 3 punti (impostosi nello scontro diretto nelle semifinali della Coppa Italia), le altre inseguitrici sono molto più distanti: l’Ossese, battuta 4 a 2 sul suo campo dal Sassari Calcio Latte Dolce, distanziata di 10 punti; il Taloro Gavoi, a 11 punti; Carbonia e San Teodoro Porto Rotondo, a 13 punti.

Il Carbonia è la squadra con la più lunga serie positiva, in corso, di ben 11 partite, nelle quali ha ottenuto 6 vittorie e 5 pareggi, per complessivi 23 punti. La squadra di Diego Mingioni ha concluso il girone d’andata in crescendo, nella classifica parziale delle ultime 11 partite è seconda a 1 punto dalla capolista Latte Dolce (la classifica è calcolata sulla partite di 11 partite di ciascuna squadra, non di 11 giornate, perché il girone a 19 squadre prevede che ad ogni giornata una squadra riposi). Dopo la sconfitta subita ad Ossi il 25 settembre, 0 a 1, il Carbonia ha cambiato marcia e, per quanto espresso in campo, il bilancio avrebbe potuto andare anche oltre i 23 punti. Ed al 5° posto raggiunto in campionato, Nicola Serra e compagni hanno aggiunto la conquista della qualificazione alla finale della Coppa Italia che li vedrà opposti alla vicecapolista Budoni dell’ex Giuseppe Meloni, il bomber che l’8 febbraio 2020 realizzò il goal con il quale il Carbonia conquistò la Coppa Italia nella finale con l’Atletico Uri.

Domenica 18 dicembre, giorno in cui la città festeggia l’84ª dalla sua inaugurazione, il Carbonia ospita il Lanusei. Inizia la seconda parte del campionato, nella quale la squadra biancoblù cercherà conferme, con un obiettivo che oggi appare alla sua portata: la qualificazione ai playoff promozione.

Giampaolo Cirronis

Nel loro gergo i broker chiamano “anatra zoppa” i titoli quotati in Borsa non appetibili per gli investitori ed i giornalisti americani indicano con questa immagine figurata il Presidente degli Stati Uniti costretto a “volare basso” quando perde la maggioranza in Parlamento alle elezioni di Midterm. Gli appassionati di “bird watching” sanno che quando un’anatra perde l’uso di una zampa non riesce a spiccare il volo dalle acque dello stagno. Come descrivono gli osservatori l’uccello, nel momento in cui si appresta a decollare, inizia a correre sull’acqua con i suoi piedi palmati e, una volta aumentata la portanza delle ali, con la spinta di quella corsa convulsa, riesce a staccarsi dall’acqua e librarsi in volo.

Se l’anatra fosse zoppa non potrebbe decollare, con il solo battito delle ali, riuscirebbe solo a bagnarsi di più, col risultato di appesantirsi ed affondare. L’anatra zoppa non può sopravvivere.

La ASL di Carbonia, con i suoi ospedali di Iglesias e Carbonia è un’anatra zoppa da almeno 20 anni.

E’ un’immagine triste.

E’ la stessa tristezza che prende il viaggiatore che, di notte, tornando in auto da Cagliari verso Iglesias e Carbonia vede la strada impoverirsi, progressivamente, di luci e di indicazioni man mano che si allontana dal capoluogo. Appena usciti dal circondario di Cagliari, che ha una esagerata rete stradale illuminata come un Luna Park da una straordinaria ricchezza di fari, da cartelli indicatori, da guard rail con catarifrangenti, e si entra nel nostro territorio, si assiste alla trasformazione progressiva delle strade: si rarefanno sia i cartelli indicatori che le luci stradali poi, anche quel poco che rimane di indicazione dei bordi stradali, una volta arrivati all’altezza di Villamassargia, scompare e si entra nel buio totale. Dopo Villamassargia la strada è talmente buia d’avere la sensazione di cadere in un abisso. Si riesce appena a riconoscere la carreggiata seguendo da vicino le macchine che procedono in fila indiana, nella speranza che la prima della colonna abbia individuato, facendo da scout, il sentiero giusto. Quella strada, privata dei sistemi di sicurezza luminosi, è la metafora dei rapporti di ricchezza tra il capoluogo e la provincia.

Dopo esserne uscito, tiri un sospiro di sollievo e puoi immaginare l’apprensione dell’anatra zoppa che non riesce a staccarsi dall’acqua, libera di volare in un cielo più sicuro.

Si ha la stessa sensazione di incertezza leggendo il Piano sanitario Regionale del 2017, e quello già approvato dalla Giunta per il triennio 2022-2024. Nella premessa c’è scritto che la popolazione della città di Cagliari è quasi 5 volte la popolazione della provincia del Sulcis Iglesiente. Alla nostra Asl, con i suoi circa 120mila abitanti e 3 Ospedali, il Piano destina 313 posti letto, pari a 2,4 posti letto per 1.000 abitanti. In altri tempi, quando i nostri Ospedali erano tutti operativi, avevamo 700 posti letto. Oggi il Piano destina agli Ospedali cagliaritani un numero di circa 2.600 posti letto, che equivalgono a 4,5 posti letto per 1.000 abitanti. La logica matematica, che è l’unico parametro capace di definire il principio di Universalità, di Uguaglianza e di Equità, declamati dalle leggi, non è propriamente rispettata.

Anche ammesso che Cagliari abbia bisogno di un numero di posti letto maggiore per l’Università, e per i Servizi sanitari di rango regionale, come la Cardiochirurgia, la Neurochirurgia, la Chirurgia Vascolare e Toracica, la chirurgia plastica, il centro grandi ustionati, il centro trapianti (che in tutto necessitano di circa 150 posti letto), non si capisce come si giustifichino i 1.000 posti letto in più che le sono stati assegnati rispetto ai numeri attesi. Certamente c’è da capire la esigenza delle case di Cura Private, e questo non si discute, ma c’è anche da capire l’esigenza di servizi sanitari che dovrebbero essere proporzionali alla popolazione del nostro territorio.

La ridondanza di ricchezza Ospedaliera del Cagliaritano, confrontata alla nostra povertà sanitaria, assomiglia molto all’esiguità della nostra scarna rete stradale. Non si tratta solo di povertà di posti letto; si tratta anche della proporzionale diminuzione di posti di lavoro in campo sanitario, ricollocati in altre sedi, con una perdita mensile di molti milioni di euro a danno della nostra rete commerciale.

Bisogna prenderne atto: la Sanità del Sulcis Iglesiente è già debole da molto tempo e corre il rischio di non sostenere lo sforzo per decollare. Le scelte da fare oggi sono vitali; esse devono riparare le falle strutturali rimaste aperte e ci servono più che mai il buon senso e l’unità.

Attualmente i nostri Distretti sanitari sono impegnati ad approvare il Nuovo Piano del Sistema Sanitario del Sulcis Iglesiente in cui il pezzo forte è rappresentato dagli Ospedali esistenti. La riorganizzazione della sanità territoriale è per ora un progetto, invece sugli Ospedali si devono prendere, oggi stesso, decisioni concrete. Non si può sbagliare. La pena di un eventuale errore sarà, come è stato scritto dai giornali, il fallimento. Il piatto da dividere è povero e vi è il pericolo che si scateni una competizione fra poveri.

Sono già nate incomprensioni e si leggono, sui quotidiani, surreali vicendevoli accuse di campanilismo.

E’ un’accusa infondata e fa perdere di vista le vere cause.

Tale atteggiamento è da archiviare subito.

Invece, dobbiamo riconoscere che la sanità non appartiene a nessuno dei distretti ma ai 125mila abitanti del Sulcis Iglesiente. Esattamente appartiene a 23 Comuni della provincia. 23 comuni sono una forza contrattuale importante, per peso elettorale, meritevole di molto rispetto. Si dovrebbe sommessamente riconoscere che anche questi 23 Comuni sono parimenti responsabili per mancato controllo di quanto avveniva sui tavoli dove si suddividevano i fondi del Piano sanitario Regionale, sia durante le precedenti Amministrazioni sia durante l’attuale.

Ciò premesso, la solidarietà impone che si approvino senza alcun dubbio tutte le richieste avanzate sia dal Distretto di Iglesias che dai Distretti di Carbonia e delle Isole. Richieste che appaiono fra loro compatibili e complementari.

Ora c’è da chiedersi: i nostri Ospedali riusciranno a far funzionare bene tutte le Unità Operative richieste? La risposta dipende dall’entità dei finanziamenti, dal numero dei posti letto messi a disposizione, dal personale che potrà essere assunto e anche dalle reali richieste avanzate dall’utenza. Se vi sarà un eccesso di richiesta sanitaria da parte della popolazione rispetto alla possibilità di offerta, si andrà incontro al fallimento, e i cittadini continueranno ad andare a Cagliari per ottenere le cure. In caso contrario, se vi sarà poca richiesta di certi servizi, le Unità Operative che resteranno sottoutilizzate e non garantiranno la produttività prevista dalla legge, verranno cassate dal piano di Ferruccio Fazio del 2010 e dalla legge del 2012 del Ministro Renato Balduzzi. Se non bastassero quelle leggi, le Unità operative inefficienti verranno chiuse in esecuzione del DM 70/ 2015 di Beatrice Lorenzin. Ne consegue che non ci conviene assolutamente fare programmi impossibili da rispettare. Se andassimo fuori dalle previsioni di produttività imposte dalle leggi rischieremmo di predisporci a diventare anatre zoppe per errore di valutazione. In previsione di questa evenienza il Piano Regionale già dispone che i posti letto delle Unità Operative soppresse debbano essere trasferiti nella ASL più vicina, che ne diverrà la titolare definitiva. Ci troveremmo nella condizione del vecchio adagio per cui “fra due litiganti il terzo gode”.

Esistono anche altri aspetti a cui prestare attenzione. Prendiamo il caso del Sirai che deve assolutamente essere adeguato all’aumento di richiesta dalla parte dell’utenza. Questo Ospedale è destinato alle Urgenze ed Emergenze per tutt’e tre i Distretti: quello del Sulcis, quello delle Isole, e quello dell’Iglesiente. Tutte le Unità operative dovranno obbligatoriamente essere sufficienti per soddisfare le richieste di trattamenti in urgenza tutti i giorni, 24 ore su 24, senza interruzioni durante l’anno né per le feste, né per le ferie, né per le epidemie.

L’organizzazione che stiamo dando a questo Ospedale è adeguata alle richieste di tutto il territorio?

I reparti d’urgenza hanno il numero di posti letto sufficiente ad accogliere tutti i richiedenti?

Sono stati predisposti i Servizi Specialistici che devono fisicamente affiancarsi alle Unità Operative?

Il Personale Medico ed Infermieristico è sufficiente per coprire i turni, in presenza, sia del mattino, che della sera, che della notte, compresi i festivi? è necessario che tutti i cittadini entrino in sintonia con questi problemi perché se non li risolviamo adesso avremo tutti da soffrirne, prima o poi.

Per entrare nell’emozione del dramma che accompagna tutte le emergenze, fatta di ansia, di solitudine e di speranze destinate spesso ad essere disattese, senza distinzione di censo, di genere, o d’età, racconto un episodio. Un paziente di rango politico rilevante ebbe un ittero ostruttivo gravissimo; di quel tipo che porta a morte in poco tempo. L’ittero, come è noto, è quel colore giallo della pelle che compare a causa della ostruzione della via biliare, il canalicolo che porta la bile dal fegato all’intestino. Se il canalicolo non viene disostruito il paziente muore. Per fortuna può essere disostruito con una procedura endoscopica inserendovi un tubino che si chiama stent. Il paziente si rivolse a Carbonia ma non trovò quel servizio in funzione, poi andò ad Iglesias ma non venne accolto. I nostri Servizi erano deficitari ed incapaci di prendersi cura di lui. Allora chiese l’intervento di un suo amico che in quel tempo era a capo di una struttura ospedaliero-universitaria di Cagliari. Attraverso quell’interessamento trovò un posto nell’Ospedale di San Gavino Monreale. Là venne trattato e, in pochi, giorni tornò a casa in buone condizioni. Quel che ho descritto successe ad un uomo conosciuto e importante. Se fosse capitato ad un cittadino comune del Basso Sulcis, o di Carloforte, o di Buggerru, senza conoscenze in alto loco, coma sarebbe finita? Non lo so. Certamente avrebbe avuto ancora più difficoltà ed una sorte molto diversa.

In passato il problema dell’ittero ostruttivo sarebbe stato risolto subito, e bene, in casa nostra.

Debbo dire che nella Chirurgia Generale di Carbonia esisteva una Endoscopia digestiva di livello avanzato che per 20 anni eseguì tali procedure, ad ogni ora del giorno e della notte, salvando molte vite.

Non si limitava solo a questo. Con grande frequenza quei bravi colleghi trattavano pazienti emorragici che perdevano sangue in quantità inimmaginabili da varici esofagee rotte o da ulcere o da cancri dello stomaco; riuscivano a fermare l’emorragia con le procedure endoscopiche e spesso li salvavano.

Oggi, questo servizio non esiste più. Tuttavia può essere ricostituito immediatamente e reso operativo all’interno della Chirurgia Generale d’Urgenza che si organizzerà al Sirai.

E’ immaginabile l’esistenza di un Ospedale d’Urgenza che non può disostruire una via biliare ostruita o non può fermare un’emorragia irrefrenabile del tubo digerente? Assolutamente no.

Un Ospedale così sarebbe un’anatra zoppa e finirebbe la sua corsa prima di iniziarla.

Perdere la vocazione ospedaliera delle città di Carbonia e Iglesias sarebbe grave: metterebbe ancora di più i nostri malati nelle condizioni umilianti ed impietose di chi soffre e viene rifiutato.

E’ necessario proteggere subito il territorio dal pericolo di perdere altra sanità.

Questi nostri ospedali potrebbero risalire ad alta quota se, senza indugio, si dovessero soddisfare tutte le richieste avanzate dai Sindaci dei 23 Comuni, ad una condizione imprescindibile: che si proceda immediatamente alla definizione di un atto che descriva con precisione numerica la dotazione degli Organici del Personale dei vari Servizi. Senza tale atto, che deliberi l’assunzione immediata di tutto il Personale che serve, la riforma degli Ospedali è solo “chiacchiera”. Ciò che sta succedendo alla Dialisi del Sirai, ne è un monito. Dopo la Dialisi, come birilli, cadrebbero anche tutti gli altri reparti.

E’ un momento cruciale e dobbiamo stare uniti.

E’ necessario che i Politici guardino al Sulcis Iglesiente come ad un’unica entità indivisibile e solidale.

In tal modo, forse, eviteremo che altri reparti ospedalieri vengano chiusi ed i loro posti letto (ed i proporzionali posti di lavoro che assicureremmo per il Personale) trasferiti in altre città, distanti poche decine di chilometri.

Si è svolta ieri pomeriggio, nella sala Alcoa della biblioteca di Portoscuso, con la partecipazione dell’Associazione Argonautilus, l’introduzione della scrittrice Eleonora Carta e la presentazione della dottoressa Antonella Serra. la prima presentazione del romanzo “Se la Grande Madre vuole. Arresolùtu”, di Marco Piras Keller, pubblicato dalla casa editrice Condaghes.

Il tour di presentazioni toccherà domani Cagliari, alla MEM Mediateca del Mediterraneo; giovedì 15 dicembre Narcao, alla Biblioteca comunale; sabato 17 dicembre Carbonia, al Circolo Soci Euralcoop, tutti luoghi nei quali è ambientato il romanzo.

Allegata l’intervista con l’autore, Marco Piras Keller.

 

Rivive, a Portoscuso, come da antica tradizione, la magia dei presepi, nella Tonnara Su Pranu, su iniziativa dell’associazione culturale “Sa Fabbrica”. Sono quattro i presepi inaugurati l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata: uno legato alla tradizione napoletana, uno al territorio del Sulcis Iglesiente, un terzo presepe povero è stato realizzato all’interno della chiesetta di Sant’Antonio, un quarto all’aperto, con le opere in legno dello scultore Gianni Salidu, messe a disposizione da Pinella Bullegas. Abbiamo intervistato Demetrio Sanna, presidente dell’associazione culturale “Sa Fabbrica”.

Giampaolo Cirronis