Le donne della comunità di Carloforte si raccontano grazie al collettivo Giacinta, protagonista della terza edizione di Giudicesse, la residenza artistica al via sull’isola di San Pietro a partire da domenica 28 settembre.
Il progetto è promosso dal CSC Carbonia della Società Umanitaria, realizzato da U-BOOT Lab, con il patrocinio del comune di Carloforte e in collaborazione con Ottovolante Sulcis.
Giacinta è il collettivo selezionato dalla call di Giudicesse e riunisce tre artiste multidisciplinari impegnate a indagare l’interdipendenza tra ecologia, intimità e dimensione collettiva: Sara Basta, Miriam Goi e Maria Luisa Usai. La loro ricerca intreccia sperimentazione audiovisiva e processi analogici, strumenti capaci di attivare pratiche di autonarrazione e comunità.
Durante il periodo di residenza a Carloforte, in programma sino al 10 ottobre, il collettivo lavorerà insieme alle donne dell’isola, con l’obiettivo di costruire una narrazione corale che restituisca visibilità al quotidiano femminile e marino, aprendo possibilità nuove di appartenenza, rappresentazione e immaginazione comune.
L’obiettivo del progetto Giudicesse, sin dalla sua prima edizione, è duplice: da un lato – ispirandosi alla figura della donna in Sardegna nel periodo delle “regine giudicali”, riflettere sulle disequità di genere e sull’autodeterminazione di donne e ragazze; dall’altro esplorare nuovi approcci per la scoperta del territorio, attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità che lo abitano, per creare un’opera artistica esito di un processo di ricerca e azione attiva sul territorio.
«Le storie che vorremmo raccogliere a Carloforte – spiegano le artiste – non sono fatte di gesti eroici, ma della ripetizione quotidiana che attraversa il lavoro, la cura, lo spazio domestico e quello pubblico. La figura del Rais e i racconti sui tonnarotti hanno a lungo oscurato le pratiche femminili, eppure lì possiamo trovare tracce importanti della relazione tra comunità e ambiente. Durante Giudicesse cercheremo queste tracce insieme alle donne di Carloforte, interrogandoci su come vorrebbero essere rappresentate, su quale legame le unisca all’acqua e alle altre specie che abitano l’isola, su quali memorie resistono e quali si trasformano. Proporremo pratiche di narrazione e auto-narrazione che raccolgano oggetti, immagini, suoni e storie personali, intrecciando passato e presente. Useremo la cinepresa come strumento partecipativo: saranno le donne stesse a filmare e filmarsi, a diventare co-autrici di un racconto aperto anche alla comunità e alla natura. Le immagini nasceranno da procedimenti artigianali che intrecciano la materia viva del territorio – erbe, alghe, acqua di mare – con la memoria condivisa.»
La terza edizione di Giudicesse si concluderà con una restituzione pubblica del lavoro in residenza in programma venerdì 10 ottobre tra l’EXMA, l’antica Tonnara dismessa e gli spazi pubblici del paese.
