5 December, 2025
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Il presidente della Provincia ha chiesto alla Portovesme srl il rispetto del piano industriale o, in caso di dismissione, il piano aggiornato del ripristino dei luoghi

Il presidente della provincia del Sulcis Iglesiente, Mauro Usai, ha inviato una nuova comunicazione alla Portovesme srl e, per conoscenza, ai ministeri dell’Ambiente e dell’Industria, agli assessorati regionali dell’Ambiente e dell’Industria, al comune di Portoscuso, all’ARPAS e al dirigente dell’Area Ambiente della provincia del Sulcis Iglesiente, in relazione alle attività industriali di Portovesme e alla tutela del territorio e della comunità locale.

«Le osservazioni che seguono sono volte unicamente a garantire la chiarezza tecnica e procedurale delle informazioni trasmesse e a preservare il ruolo delle istituzioni competenti, nel rispetto delle reciproche funzionisi legge nella nota del presidente della provincia del Sulcis Iglesiente -. Si richiede di dettagliare le dichiarate “diverse iniziative atte a migliorare e ampliare la linea zinco”. Infatti, data l’intenzione dichiarata di chiudere tale linea, non si comprende per quale motivo siano state impiegate risorse in tal senso e se tali interventi siano stati esplicitati e rappresentati in apposita istanza al Ministero competente. Altresì si chiede di chiarire l’affermazione secondo cui “la Società ha provveduto a realizzare l’impianto SX e ad effettuare diverse migliorie all’impianto elettrolitico”. Tali impianti risultavano, infatti, già autorizzati nell’AIA – rilasciata, a suo tempo, proprio dalla Provincia – e le bonifiche e gli smaltimenti richiamati (Capannone Porto e Area vasche) erano già pianificati e comunicati alle Autorità competenti, oltre che completati da diversi anni. Si suppone che tali riferimenti riguardino gli adempimenti della Deliberazione RAS n. 7/3 del 22 febbraio 2005, con la quale vennero presentate le risultanze della Conferenza ex art. 27 del D.Lgs. 22/1997 – Approvazione del progetto dell’impianto di messa in riserva e di modifica dell’impianto Waelz per il trattamento ai fini del recupero di rifiuti speciali. A tal proposito è doveroso precisare che, nell’ambito della stessa delibera, coerentemente con l’aumento della quantità di fumi di acciaieria da recuperare, veniva richiesto un potenziamento dell’impianto di elettrolisi dello zinco, strettamente connesso alla produzione di metallo mercantile e non a un’attività di mero trattamento e smaltimento rifiuti, come quella attualmente effettuata. L’elettrolisi dello zinco risulta, infatti, completamente ferma. Si rileva che dichiarate di esercire l’impianto Waelz con lavaggio ed essiccamento degli ossidi, con i relativi servizi ausiliari – e questa è l’unica circostanza chiara e verificabile. Si ricorda tuttavia che tale sezione di impianto (Waelz + lavaggio ossidi) era in passato parte di un processo più ampio, finalizzato alla produzione di zinco metallo, mentre oggi sembra avere una diversa finalità, configurandosi come un’attività di trattamento rifiuti svolta per vostri clienti esterni. Tale attività non risulta coperta da specifica autorizzazione, trattandosi di un trattamento di rifiuti finalizzato alla cessione del prodotto all’esterno e non più alla produzione mercantile di zinco metallo, a beneficio della forza lavoro dello stabilimento.»

«Si prende atto che la Società dichiara di aver comunicato tali aspetti al Ministero dell’Ambiente, autorità riconosciuta come competente in materia di esercizio dell’AIA ha aggiunto Mauro Usai -. Tuttavia, appare trascurato il ruolo della Provincia, la cui funzione è altrettanto rilevante: il suo coinvolgimento in tali comunicazioni è strettamente connesso con le proprie competenze di programmazione e, soprattutto, di tutela del territorio. Si precisa inoltre che l’Autorità competente per l’AIA della discarica di Genna Luas è proprio quella scrivente, che ha il compito di esaminare eventuali variazioni delle quantità di rifiuti abbancati, prodotti dall’impianto di Portovesme, come già previsto nelle autorizzazioni precedenti. In merito alle condizioni di mercato che avrebbero portato la Società alla sospensione delle attività e alla messa in “stato di cura e manutenzione”, si rammenta che la Portovesme S.r.l., nelle sedi istituzionali preposte e convocate per la risoluzione delle problematiche del sito, ha dichiarato che “qualunque prezzo del costo energetico fosse stato applicato” la Glencore non avrebbe comunque ripreso la produzione dei metalli nello stabilimento di Portoscuso. Ne consegue che permane una sostanziale incertezza sul futuro che si intende dare allo stabilimento. Viene citata genericamente una “situazione di crisi” o “forte e drammatica incertezza”, contestualmente a un’attività di monitoraggio e a studi e analisi non definiti né presentati.»

«Nel frattempo, le istituzioni riscontrano forti criticità nell’esercizio delle funzioni delegate per legge per il controllo degli impianti gestiti dalla Glencore/Portovesme S.r.l. per la mancanza di un quadro gestionale chiaro, che consenta di rilevare le strategie poste in essere per la salute e la tutela dei lavoratori e dell’ambienteha sottolineato il presidente della provincia del Sulcis Iglesiente -. Si invita, inoltre, a non qualificare sui mezzi di stampa le posizioni della Provincia o del suo Presidente come “attacchi” alla Portovesme S.r.l., poiché le istituzioni agiscono esclusivamente sulla base di dati oggettivi e di dichiarazioni formalmente acquisite. »

«Proprio per tale motivo, alla luce di quanto già richiesto, si sollecita l’acquisizione di esaustiva relazione sulla programmazione di ripresa delle attività indicate nel piano industriale o, in caso di dismissione degli impianti, del piano aggiornato di ripristino dei luoghi previsto e richiesto – come a voi ben noto – anche in caso di dismissione parziale dell’impianto, comprensivo degli interventi necessari al ripristino e alla riqualificazione ambientale delle aree liberate e del piano di indagini atte a caratterizzare la qualità dei suoli e delle acque sotterranee delle aree dismesse e definire gli eventuali interventi di bonifica da effettuare a vs onere e carico – senza citare quelli già realizzati da tempo – ma prendendo in considerazione quelli da realizzarsi al posto degli impianti da voi messi ora fuori servizioha concluso Mauro Usai -. Vista la dichiarata applicazione di un piano di “cura e manutenzione” degli impianti, si invita infine a trasmetterne evidenza documentale, coerentemente con i principi di tutela ambientale e di salvaguardia della sicurezza. Per quanto riguarda la richiesta di incontro, si ritiene opportuno acquisire preventivamente tutte le informazioni tecniche e amministrative necessarie a garantire che la riunione possa risultare effettivamente utile e proficua. Nulla osta, pertanto, alla pianificazione di un incontro futuro, una volta completata la fase istruttoria.»

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