Trovare casa oggi: una missione quasi impossibile
Trovare casa, oggi, è diventato per molti un vero e proprio percorso a ostacoli. In tutta Italia i prezzi di affitti e mutui continuano a salire, mentre gli stipendi restano spesso fermi. A complicare le cose non è solo il costo iniziale di una casa, ma anche tutto ciò che comporta mantenerla: bollette, spese condominiali, tasse, piccoli e grandi lavori di manutenzione.
La situazione è difficile ovunque, ma in alcune zone, come la Sardegna, assume contorni ancora più critici, con forti squilibri tra salari reali, stagionalità del lavoro e costi di case spesso pensate più per il turismo che per chi ci vive tutto l’anno.
Il paradosso italiano: tante case, poche alla portata
L’Italia è uno dei Paesi europei con il maggior numero di abitazioni per abitante, ma questo non significa che sia facile trovarne una in cui vivere. Molte case sono vuote, seconde case o immobili non ristrutturati, mentre sul mercato arrivano soprattutto abitazioni costose, spesso in affitto breve o turistico.
Il risultato è un paradosso: chi cerca casa per viverci stabilmente si ritrova a competere con chi affitta per pochi mesi l’anno a turisti, con canoni giornalieri molto più redditizi per i proprietari. Così, soprattutto nelle città d’arte e nelle località di mare, i prezzi di affitti e compravendite crescono, allontanando i residenti dai centri e rendendo la vita quotidiana più complicata.

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Sardegna: tra turismo, affitti alti e stipendi bassi
In Sardegna questo fenomeno è particolarmente evidente. Molti appartamenti vengono dedicati alle locazioni turistiche, soprattutto nei mesi estivi, e chi vive e lavora sull’isola si ritrova con poche alternative: o accetta affitti alti per pochi metri quadrati, o è costretto a spostarsi lontano dal luogo di lavoro, affrontando altri costi e disagi.
I mutui non rappresentano necessariamente una via di fuga: tra tassi in aumento, anticipo iniziale e spese accessorie, l’acquisto di una casa è un impegno che molti giovani e famiglie non possono permettersi. Questo crea una sensazione diffusa di precarietà, come se “mettere radici” fosse un lusso per pochi.
Non basta comprarla o affittarla: mantenerla costa sempre di più
Una volta trovata una casa, però, i problemi non finiscono: iniziano. Le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria sono in costante crescita. Cambiare gli infissi, sistemare l’impianto elettrico, rifare il bagno, ma anche solo affrontare piccole riparazioni o migliorie: tutto ha un costo.
Sempre più persone cercano di risparmiare ricorrendo al fai-da-te, gestendo da sole piccoli interventi: riverniciare una porta, cambiare una mensola, rimettere a nuovo un mobile, staccare vecchie etichette e adesivi da mobili o vetri. In questo contesto l’attenzione a prodotti pratici e specifici aumenta: soluzioni come lo spray rimuovi etichette per eliminare facilmente residui di colla e nastro biadesivo da ogni superficie diventano parte del “kit minimo” di chi cerca di prendersi cura della casa in autonomia, risparmiando l’intervento di professionisti per le piccole cose. Sono dettagli, certo, ma sommandosi fanno la differenza: meno si spende in lavori esterni, più risorse restano per affrontare affitto, mutuo e bollette.
Casa, salute ed emergenza occupazionale: un circolo che si chiude
La difficoltà nel trovare, pagare e mantenere una casa si intreccia direttamente con due grandi emergenze del nostro tempo: quella sanitaria e quella occupazionale. L’instabilità lavorativa – contratti precari, stagionalità, stipendi bassi – rende complicato affrontare impegni a lungo termine come un mutuo o un affitto costoso. Questo alimenta stress, ansia, rinunce: molti giovani rimandano il momento di andare a vivere da soli, di formare una famiglia o di trasferirsi dove vorrebbero.
Allo stesso tempo, vivere in case sovraffollate, poco isolate, umide o non adeguate incide sul benessere psicofisico: una casa insicura, troppo piccola o troppo cara non è solo un problema economico, ma anche di salute. La fatica di arrivare a fine mese, unita alla paura di perdere il lavoro o di non riuscire a rinnovare il contratto d’affitto, finisce per pesare sulla qualità della vita.
E così, la casa – che dovrebbe essere il luogo della sicurezza, del riposo e della cura di sé – diventa spesso il simbolo di un sistema che fatica a garantire stabilità. Parlare di emergenza abitativa, oggi, significa quindi parlare anche di emergenza sanitaria e occupazionale: tre facce della stessa realtà, che non si possono più considerare separatamente se vogliamo immaginare un futuro in cui “avere un tetto sopra la testa” non sia un privilegio, ma un diritto reale.

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