16 April, 2024
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L’importo a base di gara per affidare la gestione della Struttura residenziale psichiatrica di Fluminimaggiore è basso e le cooperative scrivono alla Regione e chiedono di rivedere la procedura per renderla economicamente compatibile. 
«In qualità di associazioni di rappresentanza della cooperazione ci troviamo obbligati a prendere posizione nel merito della procedura in oggetto e a segnalare le gravi criticità che contiene», scrivono Andrea Pianu di Legacoop, Giovanni Angelo Loi di Agci Solidarietà Sardegna ed Antonello Pili di Confcooperative.
Il nodo da sciogliere, riguarda l’importo a base di gara, pari a € 135.360,00 per un periodo di 6 mesi. Una cifra considerata «indiscutibilmente sottodimensionato rispetto ai costi che lo svolgimento reale del servizio comporta». 
«Il valore della gara individuato dalla stazione appaltante in € 135.360,00 risulta, pertanto, insufficiente anche solo a garantire la copertura del costo del lavoro da sostenere per le prestazioni minime del servizioscrivono i tre rappresentanti –; la differenza tra i due valori presenta un disavanzo di € 17.724,39. Sommando una stima approssimativa dei diversi costi di gestione della struttura (sicurezza, pasti, forniture, manutenzioni, etc.) il disavanzo del base d’asta arriverebbe complessivamente ad almeno € 50.000,00. Tutto ciò ci sembra molto grave e crediamo debba essere tempestivamente corretto.»
Da qui la richiesta di intervento: «Sulla base di queste considerazioni invitiamo la stazione appaltante e l’assessorato della Sanità a valutare un’attenta verifica degli atti di gara e ad una conseguente modifica degli stessi al fine di rendere economicamente sostenibile la partecipazione alla procedura. Ciò al fine di evitare che la stessa vada deserta, causando ulteriori disagi e ritardi nell’erogazione del servizio ai cittadini, o che l’aggiudicatario si trovi ad affrontare problematiche che possano compromettere la corretta esecuzione del servizio con tutte le relative conseguenze per la salute dei pazienti». 

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Qualità dei servizi e rispetto dei contratti di lavoro, ma anche trasparenza nei contratti e rispetto delle regole. Nasce a Cagliari, costituito da Legacoop, Agci, Confcooperative e organizzazioni sindacali che sottoscrivono il contratto della cooperazione sociale. A Cagliari, questa mattina nella sala conferenze della Camera del Lavoro (Cgil) il primo appuntamento che ha visto partecipare i rappresentanti delle diverse organizzazioni. Un esperimento che, come ha rimarcato nella relazione introduttiva Andrea Pianu di Legacoop “parte dal basso”. «Avviamo un percorso che vuole mettere assieme due aspetti, qualità erogate ai cittadini e valorizzione del lavoro di chi è chiamato a operare – premette Andrea Pianu – in un contesto in cui l’incertezza sulle risorse della pubblica amministrazione rischia di non garantire il giusto equilibrio».

Il protocollo che è stato siglato, argomenta Pianu «ha valore fondamentale perché punta a superare questa contrapposizione e punta a intervenire sull’interesse generale dei cittadini. La qualità dei servizi passa per l’affidamento attraverso l’appalto». L’osservatorio avrà una sua struttura che spazia su diversi campi che vanno dall’informazione sui servizi alla formazione degli addetti. Compresa anche una struttura che possa fornire la necessaria assistenza legale. Obiettivo dell’organismo «mantenere la legalità e diritti negli appalti e trasparenza. Oltre che il rispetto delle norme contrattuali del lavoro nella loro interezza e il mantenimento di un regime costante dei pagamenti da parte delle istituzioni e l’applicazione concreta della clausola sociale». Punto di partenza i numeri. Daniela Schirru, presidente Legaccop Cagliari parla di «strumento indispensabile per salvaguardare la qualità dei servizi sociali e la qualità del lavoro. Sino a oggi si è lavorato per organizzare una struttura che avrà un’applicazione concreta in grado».

Citando i dati di Sardegna Ricerche a proposito degli appalti spiega che «circa il 55 per cento è di imprese sarde. Più cresce il valore degli appalti più si riduce la presenza delle imprese sarde che si aggiudicano gli appalti». Fatturato ed addetti ai lavori di tutto rispetto, come dice Giovanni Loi dell’Agci. «L’osservatorio ha una consistenza numerica importante in questo settore operano 600 coop sociali com 7000 soci e un fatturato complessivo di 280 milioni euro di fatturato. L’osservatorio non è la bacchetta magica ma uno strumento per lavorare al meglio e garantire un servizio adeguato». Per Guido Sarritzu della Uil «con l’osservatorio si potrà sicuramente migliorare il sistema». Antonello Pili di Federsolidarietà parla di «iniziativa importante perché è necessario un confronto costante, soprattutto alla luce dell’applicazione del nuovo codice degli appalti».

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Davide Marcello è il nuovo presidente della Confesercenti della provincia di Cagliari. Lo ha eletto l’assemblea elettiva riunitasi ieri a Cagliari per il rinnovo delle cariche statutarie. Nel corso dei lavori è stato fatto il punto sulla situazione dei comparti del commercio, del turismo e dei servizi in questo periodo economico così difficile, alla presenza dell’assessore regionale. Hanno partecipato alla discussione i rappresentanti dei diversi settori merceologici e delle diverse federazioni aderenti alla Confesercenti e il comune denominatore è stato la crisi che il nostro sistema economico sta attraversando.

Il presidente uscente Roberto Bolognese ha ricordato i passi che la Confesercenti provinciale di Cagliari ha fatto in questi ultimi otto anni, con la sua presenza in tutte le principali testate, con i suoi servizi, da quelli classici a quelli innovativi, con la sua crescita che, in quattro anni, è stata quasi del 70%, in controtendenza rispetto a tutte le associazioni di categoria. Roberto Bolognese ha ringraziato tutti coloro che in ogni modo hanno dato un aiuto allo sviluppo dell’associazione, permettendo di raggiungere risultati così importanti, arrivando a quasi 3.000 associati nella sola provincia di Cagliari.

L’assemblea ha poi proceduto allo svolgimento degli aspetti istituzionali ed ha votato all’unanimità dei presenti la fiducia a Davide Marcello, 51 anni, cagliaritano, titolare di una storica attività al dettaglio di abbigliamento, che guiderà la Confesercenti provinciale per i prossimi quattro anni. Davide Marcello ha poi presentato la lista della sua presidenza che, allo stesso modo, è stata votata all’unanimità. La nuova squadra è così composta: Francesco Angius, Paolo Angius, Gianluca Boi, Roberto Bolognese, Riccardo Cappai, Alessandro Cogoni, Mauro De Sanctis, Cinzia Frongia, Emanuele Frongia, Fabrizio Frongia, Roberto Iorio, Marco Medda, Alberto Melis, Gianluigi Molinari, Gianluca Mureddu, Nicola Murru, Maurizio Orgiana, Antonello Pili, Alberto Piludu, Cesare Pintus, Davide Pisano, Giuliano Pistis, Brunella Porceddu, Francesca Spissu, Giuseppe Vargiu e Milena Zara.

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Da anni la FAIB, (Federazione autonoma italiana benzinai) aderente alla Confesercenti, contesta quello che considera l’ingiusto prelievo che le Camere di Commercio esercitano a carico dei gestori dei distributori di carburante, attraverso l’applicazione del D.L. n. 359/01, nel determinare la tariffa del diritto annuale che ogni impresa iscritta nell’apposito registro è tenuta a versare per coprire il fabbisogno economico di tali enti.

La stortura, per questa categoria, nasce dal fatto che la tassa in questione viene determinata annualmente in misura del fatturato che queste aziende hanno sviluppato nell’esercizio finanziario dell’anno precedente, intendendo per fatturato «la somma dei ricavi delle vendite e delle prestazioni… come dichiarati ai fini dell’IRAP».

«La nostra situazione è paradossale – dichiara Antonello Pili, Presidente FAIB Cagliari – i nostri associati, infatti, secondo le regole ordinarie, sono tenuti a scrivere in bilancio l’importo complessivo delle vendite nonostante queste determinino un ricavo che per il 97% circa è rappresentato da tasse e imposte (accise, addizionali varie..) che non entrano nelle tasche degli operatori e che non determinano il reale margine economico su cui essi possono contare. Si verifica il caso assurdo dell’applicazione di una tassa su una tassa. Appare evidente, infatti, che un semplice aumento dell’accisa sui carburanti, che non comporta nessun vantaggio economico al gestore, modificando al rialzo il volume dei ricavi nei bilanci delle imprese, avrà come conseguenza certa un aumento del diritto camerale.»

«L’attuale modalità di applicazione del sistema – conclude Pili – dal punto di vista della nostra Federazione, è eccessivamente penalizzante per la categoria ed è per questo che, in questi giorni, la FAIB Confesercenti, in collaborazione con le altre associazioni del settore, ha inviato una nota al sottosegretario allo Sviluppo economico, sen. Simona Vicari, nella quale si chiede una rapida modifica della normativa che determina, per i gestori dei distributori di carburante, ormai tra troppi anni, un’ iniqua applicazione della tariffa del diritto camerale.»

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

I rappresentanti del terzo settore hanno aperto questo pomeriggio le audizioni della Commissione Bilancio sulla manovra finanziaria.

Il portavoce del Forum del terzo settore, Giampiero Farru, ha manifestato in premessa la condivisione del documento contabile e delle priorità individuate dalla Giunta, soprattutto sul fronte del lavoro e dell’occupazione. Farru ha però chiesto che siano meglio specificate le risorse destinate al terzo settore. «Da una lettura veloce della legge finanziaria sembrerebbe che ci vengano destinati quasi 15 milioni di euro – ha detto Farru – in realtà quella cifra rappresenta la copertura finanziaria di una miriade di interventi, molti dei quali riferibili ad altri ambiti».

Il portavoce del Forum ha quindi chiesto alla Commissione l’attivazione della legge 10 del 2007 sul servizio civile sardo finora mai attuata. «Rappresenterebbe un’importante opportunità dal punto di vista educativo e formativo – ha detto Farru – bisogna capire che fine hanno fatto i soldi stanziati, e non spesi, nelle precedenti manovre finanziarie». Dal mondo del volontariato e della cooperazione sociale è poi arrivata la richiesta di istituzione dell’Osservatorio regionale sulle povertà, previsto dalla legge 23 del 2005. «La nascita di questo organismo – ha spiegato Farru – non comporta oneri finanziari ma rappresenterebbe un presidio forte per lo studio di un fenomeno in costante aumento in Sardegna».  I rappresentanti del Forum, infine, hanno auspicato un impegno più stringente sul fronte dell’educazione alla legalità e la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, circa 200, che potrebbero essere messi a disposizione di associazioni e cooperative.

Fabio Meloni, presidente regionale delle Acli, ha invece chiesto il ripristino dei contributi ai patronati e l’incremento del fondo per la promozione sociale. Secondo le Acli, la prossima manovra finanziaria dovrebbe inoltre prevedere un sostegno per le imprese gestite fuori dalla Sardegna da emigrati sardi. «Il fenomeno migratorio è in ripresa – ha detto Meloni – sostenere queste imprese, con l’aiuto dei circoli degli emigrati, darebbe più opportunità di lavoro a chi lascia la nostra isola».

Alfio Desogus, presidente della Fish Sardegna, ha chiesto più attenzione per i disabili. «Vogliamo creare una rete con le associazioni del terzo settore – ha detto Desogus – per questo è necessario spendere le risorse delle leggi 20/2002 e 7/2002 che consentirebbero alle associazioni dei disabili di siglare accordi con la cooperazione sociale e favorirebbero l’accesso dei portatori di handicap nel mondo del lavoro».

Antonello Pili di Federsoldidarietà-Confcooperative, che raccoglie 240 cooperative sociali con oltre 6.000 addetti, ha proposto l’incremento da 1,3 a 1,5 milioni di euro dei contributi per favorire l’occupazione delle categorie protette e il ripristino delle risorse, tagliate nel 2013, per lo sviluppo dei consorzi sociali.

Andrea Pusceddu, presidente regionale di Federconsumatori, ha chiesto chiarimenti sul mancato trasferimento alle associazioni dei fondi provenienti dalle sanzioni comminate dall’Antitrust per frodi ai danni dei consumatori. «Se questi soldi non verranno assegnati dalla Regione – ha detto Pusceddu – torneranno nelle casse dello Stato impedendoci di garantire servizi migliori e assistenza puntuale ai consumatori sardi».