25 April, 2024
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Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha parlato con i giornalisti dei drammatici eventi accaduti in Siria, della discussione tenutasi in plenaria questa mattina e del voto sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. 

Con più di 500 voti a favore è stata approvata una risoluzione che esprime chiaramente l’orientamento del Parlamento in vista delle prossime trattative.

Antonio Tajani ha fatto la seguente dichiarazione:

Sulla Siria:

«Permettetemi innanzitutto di esprimere la forte condanna da parte del Parlamento europeo dell’orribile attacco chimico in Siria. Quasi 100 persone sono morte, molti di loro sono bambini. Diverse centinaia sono feriti. Voglio esprimere le condoglianze del Parlamento europeo alle vittime, alle loro famiglie e a tutto il popolo siriano.

L’uso di armi chimiche è in sé una barbarità, ma il suo utilizzo contro bambini innocenti oltrepassa ogni limite. Questo non è solo un altro attacco contro il popolo siriano. È una ferita aperta per tutta l’umanità.

Oggi non possiamo limitarci alla retorica. È il momento di essere uniti e agire.

Stamattina, ho parlato con l’Alto Rappresentante Federica Mogherini per esprimere il forte sostegno del Parlamento per il suo lavoro e per la Conferenza sulla Siria che si sta svolgendo oggi a Bruxelles.

Invito i nostri Stati membri ad agire con determinazione – in collaborazione con la comunità internazionale – per porre fine a questo conflitto. Dobbiamo ottenere l’accesso immediato agli aiuti umanitari in Siria. Sosteniamo gli sforzi delle Nazioni Unite verso il raggiungimento della pace e della stabilità, anche al fine di avviare la ricostruzione e ridare una speranza.

L’uso di armi chimiche è un crimine contro l´umanità. I responsabili devono essere identificati e consegnati alla giustizia.»

Sulla Brexit:

«A seguito di un aperto dibattito, in cui sono stati espressi diversi punti di vista, una larga maggioranza di 516 voti ha approvato la risoluzione che definisce chiaramente la posizione iniziale del Parlamento europeo sulla Brexit. Il messaggio del Parlamento è chiaro: gli interessi dei nostri cittadini sono la nostra assoluta priorità.

Un’uscita ordinata, condotta in buona fede e in piena trasparenza, è sia nell’interesse dell’UE che del Regno Unito. È un requisito fondamentale e una condizione preesistente per qualsiasi potenziale partenariato tra UE e Gran Bretagna.

Come rappresentanti direttamente eletti da milioni di cittadini europei segnati dall’uscita del Regno Unito, abbiamo il dovere di difendere i loro diritti.

Questi studenti, lavoratori e famiglie, alcuni dei quali hanno trascorso tutta la loro vita in un altro paese dell’UE, meritano assoluta certezza sul loro futuro.

Una costante cooperazione con il Regno Unito in materia di difesa, polizia, intelligence e giustizia rappresenta un interesse comune. Il terrorismo non conosce confini e non viene influenzato dalla Brexit. La sicurezza dei nostri cittadini deve essere sempre la priorità.

Dobbiamo lavorare per preservare i risultati positivi dell’Accordo del Venerdì Santo.

Vorrei chiarire che, mentre il Consiglio definisce i parametri e la Commissione svolge i negoziati, il Parlamento deve essere colui che stabilisce un possibile accordo. 

Invito pertanto il Consiglio e la Commissione a prendere attentamente nota della nostra posizione; tutte e tre le istituzioni dovranno lavorare insieme.»

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La Conferenza dei Presidenti ha adottato una mozione di risoluzione, proposta dai leader di quattro gruppi politici e dalla commissione per gli affari costituzionali, nella quale sono esposte le condizioni per l’approvazione finale da parte del Parlamento europeo di qualsiasi accordo di uscita con il Regno Unito. Il progetto di risoluzione sarà discusso e votato dal Parlamento mercoledì prossimo in Plenaria.

Nella mozione si riserva grande importanza al trattamento equo dei cittadini dell’Unione e si sottolinea la necessità che non ci sia discriminazione tra i cittadini britannici che vivono nell’UE e i cittadini UE che vivono nel Regno Unito.

Il Regno Unito deve continuare a godere di tutti i suoi diritti e a rispettare tutti gli obblighi coperti dai Trattati UE finché non lascerà l’UE, inclusi gli impegni finanziari a lungo termine dell’attuale bilancio UE, e anche qualora quest’ultimi proseguissero oltre la data di uscita. 

Il Regno Unito dovrà inoltre continuare, finché non lascerà l’UE, ad accettare le quattro libertà dell’UE (libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali), la giurisdizione della Corte europea di Giustizia, i contributi generali al bilancio e l’adesione alla politica commerciale comune dell’UE. I deputati insistono poi sull’importanza di affrontare la questione del confine tra l’Irlanda (Eire) e l’Irlanda del Nord.

«Un’uscita ordinata è requisito assoluto e precondizione per qualsiasi partnership futura tra l’UE e il Regno Unito. Ciò non è negoziabile. Con il privilegio di appartenere all’Unione si assumono delle responsabilità e assumersi tali responsabilità significa garantire le quattro libertà. Le quattro libertà sono il collante di tutto e sono indivisibili», ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. 

Secondo i gruppi politici e la commissione per gli affari costituzionali, l’avvio da parte del Regno Unito di accordi commerciali con Paesi terzi prima dell’uscita dall’UE sarebbe contro le regole. Si aspettano inoltre una sincera collaborazione del Regno Unito nei negoziati delle politiche dell’UE finché non lascerà l’Unione. Infine, avvisano che gli accordi bilaterali tra il Regno Unito e uno o più Paesi UE, per esempio riguardanti le istituzioni finanziare con sede nel Regno Unito, costituirebbero delle violazioni ai Trattati UE.

«Per noi, è una priorità assoluta definire i diritti dei cittadini il più presto possibile. Deve essere la prima questione da affrontare nei negoziati. I cittadini non devono diventare merce di scambio», ha sottolineato Guy Verhofstadt, coordinatore sulla Brexit per il Parlamento europeo.

I deputati sono fermamente convinti che i vantaggi di essere un membro dell’UE non possano essere gli stessi di un Paese che lascia. Secondo la mozione redatta da Manfred Weber (PPE), Gianni Pittella (S&D), Guy Verhofstadt (ALDE), Philippe Lamberts e Ska Keller (Verdi) e dal presidente della commissione per gli affari costituzionali, Danuta Hübner, la relazione futura tra l’UE e il Regno Unito potrebbe essere un accordo di associazione. Tale accordo richiederebbe il rispetto costante, da parte del Regno Unito, degli standard europei in materia di ambiente, cambiamenti climatici, lotta all’evasione e elusione fiscale, concorrenza leale, commercio e politica sociale.

I deputati concordano sul fatto che i colloqui sulle eventuali disposizioni transitorie possano iniziare sulla base di piani per il futuro rapporto tra l’UE e il Regno Unito, tuttavia solo nel caso in cui siano stati compiuti buoni progressi per la procedura d’uscita. Un futuro accordo di relazione può essere concluso solamente quando il Regno Unito avrà effettivamente lasciato l’UE; un accordo transitorio non può durare più di tre anni.

 

 

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In occasione delle celebrazioni per il 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma una delegazione del Parlamento europeo guidata dal Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e composta dai Vice Presidenti e dai Presidenti dei gruppi politici è stata ricevuta oggi al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questo il discorso pronunciato dall’on. Tajani in presenza del Capo dello Stato. 

Signor Presidente,

La ringrazio per aver accettato di incontrare i rappresentati dei popoli europei alla vigilia delle celebrazioni per i sessant’anni della firma dei Trattati di Roma. 

I cittadini sono i veri protagonisti della grande avventura della democrazia europea. La forza e la legittimazione delle nostre azioni derivano dalla loro partecipazione.

Per questo mi preoccupa molto il senso di disaffezione che cresce in una parte rilevante dell’opinione pubblica. Se vogliamo rilanciare la nostra Unione è necessario, prima di tutto, riavvicinare le istituzioni ai nostri cittadini. 

E’ il principale impegno del mio mandato. Il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali devono essere in prima linea su questo fronte.

Con questo spirito, con i Presidenti dei gruppi politici del Parlamento europeo e i suoi Vice Presidenti, abbiamo voluto celebrare questo anniversario a Norcia. E’ un modo per testimoniare che l’Europa non dimentica, che è capace di essere vicina, di dare solidarietà concreta.

Tre giorni fa ognuno dei 751 parlamentari europei ha ceduto simbolicamente, per un giorno, il suo posto a un cittadino. Studenti, lavoratori, artigiani, ricercatori, liberi professionisti, imprenditori, artisti, hanno discusso insieme sul futuro della nostra unione.

Le istituzioni europee non possono restare rinchiuse in castelli col ponte levatoio alzato. Noi parlamentari, per primi, insieme a chiunque altro eserciti un ruolo di responsabilità, abbiamo l’obbligo di aprire le porte, uscire, ascoltare, discutere. Capire. Mettere i problemi, la dignità delle persone al centro.

Signor Presidente, ho molto apprezzato la lungimiranza dei suoi richiami alla necessità di un vero rilancio del progetto europeo. Lei ha ragione quando afferma che, fatti gli europei, bisogna fare l’Europa.

E’ vero, i nostri cittadini si sentono europei, ma vogliono un’Europa diversa, meno distante e autoreferenziale. Capace di rispondere alle loro preoccupazioni: la disoccupazione dei giovani, il terrorismo, l’immigrazione, la difesa dei diritti e della pace nel mondo.

Se non sapremo colmare il vuoto lasciato da questa Europa incompiuta, ancora a metà del guado, saranno altri a occuparlo.

Magari propendo soluzioni di ripiegamento nazionale, meno solidali, tornando all’orgoglio dell’ognuno per sé.

Sarebbe un grave errore, come ci insegna il nostro passato non così remoto. Queste false risposte politiche – isolazionismo e protezionismo – sono simili a quelle già sperimentate sia sul finire della prima globalizzazione, all’inizio del XX secolo, che nel periodo tra le due guerre.

Rinacquero i dazi, gli ostacoli alla libertà di movimento. Fu, anche allora, la risposta alla paura, all’angoscia di chi temeva di perdere il posto di lavoro a causa dei nuovi arrivati.

Purtroppo, sappiamo tutti come andò a finire.

Ma sarebbe un errore altrettanto grave non capire queste paure, il disorientamento provocato da una globalizzazione che ha lasciato indietro troppe persone.

In un mondo che cambia rapidamente, con le tecnologie, il commercio che fanno cadere confini e barriere, è semplicemente illusorio pensare di potersi rinchiudere in se stessi. Lasciare il resto del mondo fuori dalla porta.

Solo uniti possiamo davvero affrontare le sfide globali, rassicurare chi ha paura, dissolvere le angosce di chi non riesce a immaginare un futuro migliore per se e per i propri figli. 

A febbraio, il Parlamento europeo ha aperto questo grande dibattito sul nostro futuro. I tre Rapporti che abbiamo approvato indicano l’esigenza di mutamenti profondi, non di facciata.

Domani, 27 capi di Stato e di Governo, con i vertici delle istituzioni europei, firmeranno una Dichiarazione solenne che riflette la necessità di questi mutamenti.

Non è un’occasione retorica, ma un vero impegno politico davanti ai nostri cittadini per costruire un’Unione più forte, efficace, giusta e solidale.

L’Europa è una storia di successo quando sa incarnare un sogno di progresso, prosperità, libertà e pace.

Signor presidente, come Lei, sono convinto che gli europei non abbiano perso la voglia di sognare. Sta a noi, oggi, cambiare questa Europa, dandole gli strumenti per garantire un futuro migliore ai nostri giovani.

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I leader dei gruppi politici del Parlamento hanno reagito oggi al Consiglio europeo della settimana scorsa, delineando le loro priorità in vista della Dichiarazione di Roma del 25 marzo sul futuro dell’UE. La maggioranza dei deputati ha sottolineato la necessità che gli Stati membri diano la possibilità all’UE di affrontare i bisogni immediati dei cittadini.

 Aprendo il dibattito, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha detto: «Non possiamo limitarci a una cerimonia formale per ricordare quelli che sono stati i migliori 60 anni nella storia dell’Europa libera. L’anniversario della firma dei Trattati di Roma deve essere, prima di tutto, l’occasione per riavvicinare l’Europa ai cittadini. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno dell’unità europea. L’Ue va cambiata, non indebolita». 

Sul futuro dell’Europa, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha dichiarato che «se si vuole andare veloci si va da soli, mentre se si vuole andare lontano si va insieme». Ha quindi promesso di impegnarsi nei colloqui Brexit per l’unità politica tra i 27, assicurando nel contempo che Regno Unito e Unione europea rimangono “amici intimi”«Le porte saranno sempre aperte per i nostri amici britannici», ha aggiunto. Rifiuterà però «affermazioni, presentate come minacce, che nessun accordo rappresenterebbe un male per l’Unione europea: sarebbe un male per entrambi». Parlando in olandese, Tusk ha espresso solidarietà ai Paesi Bassi, un «luogo di libertà e democrazia».

Il presidente della commissione Jean-Claude Juncker ha messo in guardia contro il ridurre il dibattito sul futuro dell’Europa a uno scenario «a due velocità»: «Io non voglio una nuova ‘cortina di ferro’ in Europa». Juncker ha quindi ricordato gli attacchi turchi all’Olanda, dicendo che sono “totalmente inaccettabili” e che i responsabili di tali attacchi stanno allontanando la Turchia dall’UE. Ha anche osservato che la nuova politica commerciale degli Stati Uniti ha aumentato le aspettative dell’UE di diventare il nuovo leader mondiale del libero commercio multilaterale, ma ha sottolineato che tutti i negoziati di libero scambio devono includere le parti sociali e la società civile.

Se non riduciamo la disoccupazione e lasciamo soli i paesi UE che sono in prima linea con la crisi migratoria, se cederemo ai nazionalismi e lasceremo indietro i più deboli, «non avremo la fiducia dei cittadini verso l’Unione europea», ha detto il primo ministro italiano Paolo Gentiloni. Sul dibattito su un’Europa a due velocità, ha detto: «Dico no a due Europe, piccola e grande, est e ovest, ma sì a una dove ognuno può avere il proprio livello di ambizione e tutti possono scegliere se partecipare a forme di cooperazione rafforzata, ora o dopo, e tutti sono coinvolti nel progetto comune». 

«Oggi la parola magica è: la velocità. Ma l’Europa a più velocità è un metodo, non è strategia. Il problema dell’Europa non è la velocità, ma la direzione di marcia, l’approdo. Abbiamo bisogno di una nuova direzione», ha detto il leader del gruppo S&D Gianni Pittella (IT). Vogliamo «un’Europa con un forte pilastro sociale e una strategia di investimenti» per creare lavoro, da finanziare con una lotta più dura all’evasione fiscale, ha proposto il capogruppo.

«La nave sta affondando e noi dovremmo chiederci come mai», ha dichiarato Raffaele Fitto (ECR, IT), chiedendo un cambiamento delle politiche. A suo parere, l’UE è diventata troppo centralizzata e distante dai cittadini. L’ECR vuole una rinegoziazione dei trattati e rifiuta ogni ulteriore cessione di sovranità nazionale, ha concluso. 

«Esiste già un’Europa a due velocità» ha dichiarato Rosa D’Amato (EFDD, IT), aggiungendo che «esiste l’Europa delle banche, delle grandi multinazionali e delle lobby, e poi l’Europa dei cittadini che hanno perso il loro lavoro e non hanno diritti».

Matteo Salvini (ENF, IT) ha chiesto di porre fine ai finanziamenti UE verso la Turchia nonché alla procedura d’adesione all’Unione: «Non sarebbero mai dovuti iniziare». Ha inoltre incolpato i leader europei di «aver rovinato il sogno europeo”.

 

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Sanzioni di una gravità senza precedenti sono state annunciate oggi dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, contro il deputato polacco Janusz Korwin-Mikke per le sue inaccettabili osservazioni contro le donne, espresse il 1° marzo nel corso della discussione in plenaria sul “divario retributivo di genere”. 

Conformemente alla decisione, all’eurodeputato non sarà versata l’indennità giornaliera per un periodo di trenta giorni, sarà sospeso dalle attività parlamentari per dieci giorni (conservando il diritto di voto) e non potrà rappresentare il Parlamento europeo per un anno.

Intervenendo prima dell’inizio della votazione a Strasburgo, Antonio Tajani ha annunciato la decisione di sanzionare Janusz Korwin-Mikke (NI, PL) per le sue dichiarazioni contro la parità di genere. Il Presidente ha dichiarato: «Non tollererò un simile comportamento, specialmente quando si tratta di una persona che dovrebbe esercitare – con la dovuta dignità – le proprie funzioni in qualità di rappresentante dei popoli europei. Offendendo tutte le donne, l’eurodeputato esprime disprezzo per i nostri valori fondamentali».

Antonio Tajani si è quindi scusato con tutti coloro che sono stati offesi dall’intervento del deputato europeo. 

Le questioni relative alla durata del mandato di un deputato europeo, inclusa la decisione di annunciarne la fine in seguito a dimissioni, decesso o ritiro, sono regolate dalla legge del Paese dell’UE in cui il deputato è stato eletto deputato (Atto relativo all’elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo a suffragio universale diretto del 20 settembre 1976, articolo 13).

Dopo l’intervento incriminato del deputato polacco, Tajani è stato immediatamente informato dell’incidente da diversi deputati. Dopo aver consultato la vicepresidente che stava presiedendo la seduta in quel momento e visionato la registrazione video dell’intervento, il Presidente ha deciso di aprire una procedura sulla base dell’articolo 11 del Regolamento del Parlamento.

Le sanzioni che possono essere comminate ai deputati europei che non rispettano le norme di comportamento sono elencate nell’articolo 166 del Regolamento del Parlamento.

L’indennità giornaliera – per coprire alloggio e altri costi quando si viaggia a Strasburgo o a Bruxelles – attualmente ammonta a 306 euro. 

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Oggi, mercoledì 8 marzo, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha ricevuto la presidente di Business Europe, Emma Marcegaglia, accompagnata dal Direttore Generale Markus Beyrer.

Nel corso del colloquio, sono stati affrontati temi legati alla creazione di nuovo lavoro, alla crescita, alla competitività e al futuro dell’Europa.

Tajani e Marcegaglia hanno convenuto sull’importanza di una politica industriale europea che mobiliti e coordini tutti gli strumenti a livello nazionale ed Ue – dal completamento del mercato unico, al governo dell’economia, alle riforme, fino alla politica commerciale -, per attirare più investimenti industriali.

Entrambi hanno sottolineato che l’Europa deve mantenere la barra dritta verso una società aperta e il libero scambio basato sul rispetto di regole e concorrenza leale. Il recente accordo con il Canada è un buon esempio di partenariato economico e commerciale che crea posti di lavoro e aiuta le PMI europee, mantenendo alti standard sociali, sanitari e di sicurezza.

Per Tajani e Marcegaglia il governo dei flussi migratori passa anche da una più moderna politica di sviluppo per l’Africa. Serve una robusta diplomazia economica europea per promuovere più investimenti, anche privati, e trasferimenti di saper fare in sicurezza, infrastrutture, energie pulite, imprenditorialità, formazione e capacità amministrativa. La proposta della Commissione del fondo europeo per lo sviluppo sostenibile in Africa, che il Parlamento vuole approvare prima dell’estate, è un buon passo in questa direzione.

Si è discusso anche della necessità di una industria e di un mercato europeo della difesa per sfruttare le economie di scala e promuovere interoperabilità e ricerca comune, evitando doppioni e sovraccapacità.

Secondo il presidente del Parlamento e la Presidente di Business Europe, oggi come non mai è necessaria l’unità europea. L’Europa ha bisogno di essere cambiata non di essere indebolita. Le celebrazioni per il 60° anniversario dei Trattati di Roma non devono limitarsi ad una cerimonia formale, ma rappresentare l’occasione per rafforzare la nostra capacità di dare risposte concrete ai cittadini europei.

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Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha accolto con favore l’approvazione da parte dell’assemblea plenaria di tre rapporti rispettivamente di Guy Verhofstadt, Mercedes Bresso, Elmar Brok, Reimer Böge e Pervenche Berès sul futuro dell’Unione europea.

Secondo il presidente Tajani «dobbiamo avvicinare l’Europa ai cittadini. La posizione del Parlamento sul futuro dell’Europa è chiara: l’Unione deve rispondere alle preoccupazioni dei cittadini e offrire risultati più concreti.

Il Parlamento europeo è il fulcro di questo impegno a rafforzare l’Europa per renderla più efficace. Noi siamo la voce delle persone e dobbiamo garantire che i cittadini siano al centro del progetto Europeo.

Dobbiamo fare tesoro dei successi degli ultimi sessant’anni, ma anche imparare dai nostri errori. Dobbiamo cambiare l’Europa, non indebolirla. Lo dobbiamo fare per noi e per le generazioni future, che meritano un’Europa più sicura, più prospera e sostenibile, capace di affermarsi come leader globale difendendo i nostri valori nel mondo».

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Mercoledì 1 febbraio, in occasione del dibattito annuale sullo “Stato dell’Unione Energetica”, il vice presidente della Commissione Maroš Sefčovič presenterà i progressi fatti e i prossimi passi da compiere per completare il processo di integrazione a livello europeo su efficienza energetica, sicurezza delle forniture, prezzi competitivi sia per l’industria che per i cittadini e impegni climatici.

Per proteggere al meglio i bambini adottati e le loro famiglie, gli europarlamentari chiedono che la Commissione europea stili regole comuni per l’accettazione delle adozioni internazionali che siano valide in tutti gli Stati membri dell’Unione. Una risoluzione legislativa sarà posta al voto dopo il dibattito di giovedì.

Gli europarlamentari interrogheranno la Commissione su come intenda superare le difficoltà sulle certificazioni di pesticidi a basso rischio. La certificazione permetterà a questi prodotti di sostituire gradualmente quelli sospettati di essere nocivi per l’ambiente e per la salute umana. Una risoluzione sarà poi posta al voto (dibattito mercoledì e voto giovedì).

Gli europarlamentari voteranno sull’esenzione dai visti per i cittadini georgiani quando viaggiano nell’Unione Europea. Il Parlamento ha garantito in un voto passato a dicembre che, se necessario, i visti di viaggio da Paesi terzi all’Unione possono essere sospesi per ragioni di sicurezza interna. (Dibattito e voto giovedì).

Le commissioni Affari esteri e Ambiente voteranno, giovedì, delle proposte per proteggere meglio l’Artico contro il cambiamento climatico e prevenire tensioni internazionali che potrebbero emergere a causa delle nuove opportunità di accesso alle risorse naturali e della presenza militare russa nella regione.

Da lunedì a mercoledì, i deputati di tutta Europa e gli europarlamentari si ritroveranno in occasione della “Settimana parlamentare europea” 2017 per discutere di economia, budget e temi sociali. La governance economica, l’unione monetaria, i diritti sociali e dei lavoratori così come la riforma del budget dell’Unione e l’inchiesta sui Panama Papers sono tra i temi del dibattito. Il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, terrà il discorso di apertura.

Lunedì, il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, incontrerà l’Alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, e il presidente della Bulgaria, Rumen Radev. Mercoledì incontrerà il sotto-segretario italiano per gli Affari europei, Sandro Gozi, e il presidente del Parlamento georgiano, Irakli Kobakhidze.

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Prima visita ufficiale, del presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, in Italia.

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani si recherà in visita istituzionale a Roma domani, venerdì 27 gennaio 2017, per rincontrare le più alte cariche istituzionali italiane, prima visita ufficiale dopo la sua elezione a Presidente dell’assemblea parlamentare. 

Il programma della visita prevede i seguenti incontri:

  • il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Quirinale, 12.40 – 13.20
  • il presidente del Senato Pietro Grasso, a Palazzo Giustiniani, 13.30 – 14.00
  • la presidente della camera dei Deputati Laura Boldrini, a Montecitorio, 14.15 – 14.45
  • il ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano, alla Farnesina, 15.15 – 15.45.

Antonio Tajani è stato eletto presidente del Parlamento europeo il 17 gennaio 2017.  Il presidente Antonio Tajani rimarrà in carica sino alla fine della legislatura prevista per la primavera 2019. Antonio Tajani è il primo presidente del Parlamento europeo italiano da oltre 35 anni, dalla prima elezione a suffragio universale del Parlamento europeo dell’anno 1979. 

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«A nome del Parlamento voglio inviare un messaggio di solidarietà e farò di tutto affinché la Commissione europea possa accelerare i tempi per erogare il fondo di solidarietà con il nostro sostegno», ha detto il Presidente Tajani intervenendo oggi in Aula.  In apertura dei lavori della sessione plenaria odierna, a Strasburgo, il presidente Antonio Tajani ha aggiunto: «Devo comunicare all’Assemblea che a seguito delle numerosissime scosse di terremoto che hanno colpito l’Italia, una valanga ha sommerso un albergo. Ci sono trenta dispersi, anche bambini, la situazione meteorologica è bruttissima. Il soccorso alpino della Guardia di finanza ha raggiunto l’albergo dopo sei ore di marcia sugli sci perché tutte le strade erano bloccate e si sta cercando con i cani anti-valanga di vedere se i dispersi, come ci auguriamo tutti, siano sopravvissuti.

Due persone sono state salvate, ma certamente la situazione non è delle migliori. La popolazione è stremata. Da ieri a mezzanotte a stamattina ci sono state circa ottanta scosse di terremoto. Negli scorsi giorni sono state centinaia le scosse, i giornali di tutto il mondo ne parlano. I cittadini sono terrorizzati, la situazione meteorologica è pessima.

A nome del Parlamento voglio inviare un messaggio di solidarietà e farò di tutto affinché la Commissione europea possa accelerare i tempi per erogare il fondo di solidarietà con il nostro sostegno. 

La situazione è disastrosa. Il terremoto ha provocato una valanga, che ha sommerso un albergo. Ho parlato con il comandante generale della Guardia di finanza. L’ho ringraziato per il lavoro svolto perché sei ore di marcia sono tante. Ringrazio il presidente Juncker e il commissario Stylianidis per la vicinanza espressa.

Dovremo fare di tutto per rispondere ai cittadini ma soprattutto come mi ha detto presidente protezione civile chiedono soprattutto solidarietà. Vi ringrazio come italiano e soprattutto come presidente del Parlamento europeo per la solidarietà che vorrete inviare ai miei compatrioti».

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha sentito al telefono il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker sulla situazione dopo il terremoto in Italia.

«Faremo tutto il possibile per accelerare l’erogazione del fondo di solidarietà», ha detto Antonio Tajani, che ha inoltre informato Juncker del sostegno espresso stamattina da tutto il Parlamento europeo.