20 April, 2024
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Sámi Blood, coproduzione svedese, norvegese e danese, ha vinto l’11a edizione del Premio LUX. Il vincitore è stato annunciato martedì a Strasburgo dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.

Il presidente Tajani si è congratulato con i tre finalisti e con la troupe cinematografica vincitrice, e ha dichiarato: «Il Premio Lux è l’avanguardia della promozione del cinema made in Europe, della nostra industria creativa e della nostra diversità culturale e linguistica».

«La settima arte è nata qui in Europa – ha aggiunto Antonio Tajani -. Il cinema rappresenta un motore di cultura, valori e dialogo. Questa edizione spiana la strada a una proficua edizione 2018, anno del patrimonio culturale europeo. Il patrimonio culturale non è composto solo da letteratura e arte. È fatto anche delle storie che raccontiamo e dai film che guardiamo. È il tessuto della nostra vita.»

Sámi Blood, realizzato dalla regista svedese Amanda Kernell, racconta la storia di una giovane ragazza sami che abbandona la sua comunità perché sogna una vita diversa, ma che per perseguire il suo obiettivo dovrà affrontare comportamenti razzisti.

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La conferenza dei Presidenti ha deciso oggi di attribuire il Premio Sakharov 2017 per la libertà di pensiero all’Opposizione Democratica in Venezuela: l’Assemblea Nazionale (Julio Borges) e tutti i prigionieri politici, come elencati dal Foro Penal Venezuelano e rappresentati da Leopoldo López, Antonio Ledezma, Daniel Ceballos, Yon Goicoechea, Lorent Saleh, Alfredo Ramos e Andrea González.

Il presidente Tajani ha dichiarato:

«Il Parlamento europeo è da sempre in prima linea per difendere e promuovere la libertà, la democrazia e gli altri diritti umani, dentro e fuori i nostri confini. Oggi abbiamo il dovere di denunciare, ancora una volta, l’inaccettabile situazione del Venezuela. La dittatura di Maduro ha privato i cittadini venezuelani dei loro diritti fondamentali, facendo precipitare il paese in una spirale di crisi economica, sociale, istituzionale e umanitaria. Nel corso degli ultimi anni, le condizioni di vita del popolo venezuelano si sono gravemente deteriorate, spingendo all’esodo un numero crescente di cittadini costretti a fuggire dal Paese.

Non possiamo non levare alta e forte la nostra voce contro un regime che tiene in ostaggio milioni di uomini e donne, calpestando ogni giorno la loro stessa dignità. Per questo abbiamo deciso di conferire il Premio Sakharov per la libertà di pensiero all’Opposizione Democratica in Venezuela, dando il nostro totale sostegno all’Assemblea Nazionale del Venezuela, eletta democraticamente. Vogliamo anche lanciare un appello per una transizione pacifica verso la democrazia che il popolo venezuelano, oggi più che mai, non cessa disperatamente di invocare. 

Questo premio non rappresenta solo un riconoscimento alla coraggiosa resistenza dell’Opposizione Democratica. Oggi, questo Parlamento vuole manifestare la sua vicinanza e rendere omaggio a tutto il popolo venezuelano: a coloro che sono stati imprigionati ingiustamente per aver espresso la propria opinione; a chi, quotidianamente, lotta per sopravvivere a un regime brutale; alle famiglie in lutto per la perdita dei propri cari durante mesi di ininterrotta pacifica protesta per la libertà.»

Opposizione democratica in Venezuela: l’Assemblea nazionale (Julio Borges) e tutti i prigionieri politici figuranti nell’elenco del Foro Penal Venezolano, rappresentati da Leopoldo López, Antonio Ledezma, Daniel Ceballos, Yon Goicoechea, Lorent Saleh, Alfredo Ramos e Andrea González.

 Il Venezuela sta attraversando una crisi politica. Il partito al potere ha continuamente limitato lo Stato di diritto e l’ordine costituzionale e nel marzo 2017 la Corte suprema ha tolto il potere legislativo all’Assemblea nazionale eletta democraticamente. Julio Borges, presidente dell’Assemblea nazionale, ha riassunto la situazione in Venezuela con queste parole: «Non è solo un scontro politico in Venezuela. È uno scontro vitale ed esistenziale basato sui valori».

Nello stesso tempo, il numero dei prigionieri politici è salito a oltre seicento, secondo l’ultima relazione del Foro Penal Venezolano, un’organizzazione venezuelana di spicco per la difesa dei diritti umani che offre assistenza legale gratuita alle persone con limitate risorse economiche e che si presume siano vittime di detenzione arbitraria, tortura o violenze durante le proteste. Tra i prigionieri politici figurano leader di primo piano dell’opposizione quali Leopoldo López, Antonio Ledezma, Daniel Ceballos, Yon Goicoechea, Lorent Saleh, Alfredo Ramos e Andrea González.

Pur avendo ottenuto gli arresti domiciliari in luglio dopo tre anni di detenzione, il capo dell’opposizione Leopoldo López è stato nuovamente incarcerato nell’agosto 2017. Un altro politico di spicco dell’opposizione, l’ex sindaco di Caracas Antonio Ledesma, è agli arresti domiciliari dal 2015 e sono stati incarcerati anche gli ex sindaci di Iribarren, Alfredo Ramos, e di San Cristobal, Daniel Ceballos, come pure lo studente attivista Lorent Saleh. Tra i prigionieri politici figurano due cittadini spagnoli, Andrea Gonzales e Yon Goicoechea.

Dall’inizio dell’anno sono stati uccisi oltre 130 oppositori e più di 500 sono stati arrestati arbitrariamente.

Il premio – un certificato e la somma di 50.000 euro – sarà consegnato in una cerimonia al Parlamento europeo a Strasburgo il 14 dicembre 2017.

 

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«I dati che emergono dalle ultime rilevazioni di Eurobarometro sono positivi e incoraggianti. Il sondaggio indica che la fiducia nel Parlamento europeo e nel nostro lavoro continua a crescere, con i risultati migliori registrati dal periodo pre-crisi», ha commentato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, a seguito della pubblicazione dell’ultimo sondaggio di Eurobarometro.

«La maggioranza dei cittadini vede sempre di più l’Unione europea e le sue istituzioni come attori imprescindibili per rispondere alle loro preoccupazioni, a cominciare dalla lotta al terrorismo, al governo dei flussi migratori o alla disoccupazione giovanile – ha aggiunto Antonio Tajani -. Non possiamo cullarci sugli allori. In alcuni Paesi non tutti i dati sono soddisfacenti. Dobbiamo proseguire l’azione per riavvicinare l’Europa ai suoi popoli, continuando ad ascoltarli e a fornire loro soluzioni efficaci.»

«I cittadini chiedono un’Europa più politica e democratica, dove a decidere sono i rappresentanti che hanno eletto, e non i funzionari.  Per questo, vogliono che il Parlamento rafforzi il suo ruolo, anche nel dibattito sull’avvenire dell’Unione» ha concluso il presidente Antonio Tajani.

Il 36% dei cittadini italiani ha un’immagine positiva del Parlamento europeo – superiore alla media europea (33%) – facendo segnare una decisa risalita (+6%) rispetto alle rilevazioni del 2016, mentre il 35% degli intervistati mantiene un giudizio neutro. Parallelamente, scende la percentuale di coloro che hanno una percezione negativa: dal 32% al 24%, con un calo di ben 8 punti. Quasi la metà degli italiani chiede un ruolo più forte del Parlamento europeo (47%), in crescita di 3 punti rispetto a un anno fa.

Oltre la metà dei cittadini italiani (52%) – a fronte del 55% della media UE – sono interessati all’appuntamento delle elezioni europee del 2019.

In linea con il precedente sondaggio Eurobarometro, i cittadini europei continuano a manifestare un sentimento di vulnerabilità e insicurezza, legato essenzialmente a quattro fenomeni percepiti come “minacce”: terrorismo (58%), disoccupazione (43%), povertà ed esclusione (43%) e immigrazione (35%). Seguono il cambiamento climatico (23%), il fondamentalismo religioso (23%), il crimine organizzato (22%), i conflitti armati (21%), gli estremismi politici (20%), epidemie (10%), cyber-attacchi, dumping sociale e privacy (ognuno al 9%).

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Ieri mattina a Roma, nell’Auditorium ‘La Nuvola’ , si è svolta l’Assemblea annuale di Confartigianato. 

Il segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, ha conferito il Premio Giano 2017 al presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Il Premio testimonia i valori dell’artigianato, raffigurato nell’opera realizzata in esclusiva dal maestro Davide Servadei con la seguente motivazione: 

«Protagonista delle battaglie per garantire giuste regole all’attività d’impresa e per tutelare la qualità manifatturiera del vero made in Italy. Il presidente Tajani è un esempio prezioso d’impegno istituzionale svolto con sensibilità ed equilibrio al servizio degli ideali comunitari e delle istanze degli imprenditori D’Europa. Confartigianato esprime al presidente Tajani il riconoscimento per la competenza e la passione dedicata a promuovere i valori dell’artigianato e delle piccole imprese».

Nel corso dell’Assemblea, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha dichiarato «senza imprese non si può rispondere ad una delle priorità dell’Europa: dare lavoro e prospettive ai giovani. Per questo è importante dare un forte sostegno all’economia reale semplificando e migliorando le condizioni per la competitività delle imprese artigiane, abbassando la pressione fiscale e favorendo l’accesso al credito, pagando entro 30 giorni il debito alla pubblica amministrazione. Le imprese artigiane esprimono i valori dell’identità europea: libertà d’ intraprendere di fare e di creare». 

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Oggi la plenaria del Parlamento europeo ha discusso un’interrogazione, con richiesta di risposta orale, sulla “Creazione di una ambiziosa strategia industriale per l’UE come priorità strategica per la crescita, l’occupazione e l’innovazione in Europa”.

Quest’iniziativa punta a rilanciare una forte e coerente strategia per mantenere e rafforzare la base industriale europea attraverso il completamento del mercato interno e più investimenti.

Nel dibattito, è emersa l’esigenza che la Commissione europea dia risposte in merito ai risultati concreti raggiunti finora sulla competitività industriale, su come affrontare le sfide globali che l’industria ha di fronte e sull’opportunità di presentare una strategia di politica industriale.

In occasione di tale dibattito, il presidente Antonio Tajani ha dichiarato: «Una delle prime preoccupazioni dei nostri cittadini è la disoccupazione, in particolare quella giovanile. Per rispondere a questo problema è indispensabile una forte base industriale. Dall’industria dipendono, infatti, l’80% dell’innovazione e dell’export e buona parte dei posti di lavoro legati a manifattura e servizi. Per questo la competitività industriale deve essere in primo piano in tutte le politiche dell’Unione».

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Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, è intervenuto in riunione plenaria, a Strasburgo, sull’entrata in vigore della legge europea che abolisce i costi del roaming.

«Sono orgoglioso di ricordare che oggi, 15 giugno 2017, si chiude l’epoca del roaming nell’Unione europea. Si tratta di un grande risultato – ha detto prima della votazione Antonio Tajani -. I cittadini, gli studenti, chi viaggia per lavoro, i turisti, potranno muoversi in tutta l’Unione senza costi addizionali per le loro chiamate o per l’utilizzo della rete Internet.»

«Realizziamo un altro importante tassello del nostro mercato unico, del nostro essere europei. Ringrazio il Parlamento per aver portato a positiva conclusione una battaglia durata anni, se pensiamo che la prima volta che quest’Aula si è espressa contro i costi eccessivi del roaming è stata nel lontano 2005 – ha aggiunto Antonio Tajani -. Da allora ci siamo battuti ottenendo una costante diminuzione dei costi. Fino ad arrivare alla completa abolizione del roaming, che possiamo verificare a partire da oggi. 

Vorrei ringraziare nominalmente tutti quelli che hanno contribuito a questo straordinario risultato nel corso di quest’ultimo decennio. Ma la lista sarebbe troppo lunga. (…) 

Ringrazio questa Aula per la forza e la tenacia nel portare avanti per anni una battaglia giusta. Mi auguro che gli Stati membri applichino le norme concordate in modo serio e diligente.

E chiedo alla Commissione di assicurare il rispetto di queste regole, anche in presenza di deroghe ed eccezioni.»

«Posso confermare, a nome di questa Aula – ha concluso Antonio Tajani -, che il Parlamento europeo vigilerà affinché da oggi i nostri cittadini possano davvero godere di questo beneficio. E’ un altro importante passo per un’Unione più forte e più vicina ai nostri cittadini.»

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I nuovi obiettivi obbligatori paese per paese di riduzione delle emissioni di gas serra, in linea con l’accordo di Parigi, sono stati adottati stamane dal Parlamento europeo, dopo un dibattito sul ritiro degli Stati Uniti.

Tali riduzioni consentiranno di raggiungere l’obiettivo generale dell’UE: un taglio del 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. L’UE si impegna a effettuare questi tagli in linea con l’accordo di Parigi.

La legislazione ripartisce l’obiettivo UE in obiettivi vincolanti nazionali per i settori non coperti dal mercato UE del carbonio (ETS) quali l’agricoltura, i trasporti, l’edilizia e i rifiuti, che rappresentano il 60% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione europea.

Ogni Stato membro dovrà seguire un percorso di riduzione delle emissioni, calcolato a partire da un punto di partenza nel 2018, anziché nel 2020 come proposto dalla Commissione, al fine di evitare un aumento delle emissioni nei primi anni o un rinvio delle riduzioni. 

Per l’Italia, l’obiettivo è meno 33% sul 2030. 

Per garantire la prevedibilità a lungo termine, i deputati hanno anche fissato un obiettivo per il 2050 per un livello di emissioni inferiore dell’80% rispetto ai livelli del 2005.

I deputati hanno modificato la proposta iniziale della Commissione per poter premiare gli Stati membri, con un PIL pro-capite inferiore alla media UE che hanno adottato o adotteranno prima del 2020 le misure necessarie, con una maggiore flessibilità durante la parte successiva del programma di riduzione.

Per aiutare gli Stati membri a raggiungere i loro obiettivi, il regolamento consente loro di “prendere in prestito” fino al 10% dell’indennità dell’anno successivo, riducendo così quella dell’anno in corso. 

La relazione legislativa è stata approvata con 534 voti favorevoli, 88 contrari e 56 astensioni. 

Il relatore Gerben-Jan Gerbrandy (ALDE, NL), ha dichiarato: «Il voto di oggi fornisce un segnale cristallino a Donald Trump: l’Europa agisce sui propri impegni nell’ambito dell’accordo di Parigi e sfrutta le opportunità di crescita verde, con o senza di te. Quasi tutti i gruppi politici hanno sostenuto questa legge sul clima forte ed ambiziosa». 

Il testo approvato rappresenta il mandato per i deputati per iniziare i negoziati con il Consiglio con l’obiettivo di raggiungere un accordo in prima lettura. I negoziati informali partiranno quando anche il Consiglio avrà espresso la propria posizione.

Il Parlamento ha inoltre discusso mercoledì mattina l’annuncio del presidente Usa Donald J. Trump di ritirarsi dall’accordo di Parigi con la presidente delle Isole Marshall Hilda Heine ed il presidente della Commissione Jean Claude Juncker.

«Il mondo sta guardando l’Europa – ha affermato Heine, sottolineando la vulnerabilità del suo paese al cambiamento climatico -. Con un’altitudine media di due metri sul livello del mare, non c’è un luogo per fuggire, per nascondersi” dal cambiamento climatico. (…) il mio paese rischia di diventare completamente inabitabile prima che il secolo finisca.»

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani (PPE, IT) ha dichiarato: «Il cambiamento climatico è una delle sfide più urgenti che oggi affrontiamo. (…) Affrontando questa sfida, l’Unione sta creando nuove opportunità per i nostri cittadini e per l’industria. (…) In parole semplici, la decisione dell’amministrazione statunitense è un errore. Lavorando insieme con le nazioni di tutto il mondo possiamo offrire ai nostri cittadini un pianeta più pulito e più sicuro».

Il presidente Jean Claude Juncker ha dichiarato che l’UE non rinegozierà l’accordo di Parigi. I deputati si sono dichiarati, in gran parte, a favore dell’approvazione dell’accordo UNFCCC 2015 e della sua applicazione completa.

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Provare a vivere all’estero, farsi nuovi amici e ricordi che durano una vita. Il programma Erasmus non è solo studio, ma anche apprendimento. Fin da quando venne lanciato nel 1987 più di 9 milioni di persone hanno potuto studiare, lavorare e svolgere attività di volontariato all’estero con l’aiuto delle borse di studio Erasmus nel quadro di uno dei programmi europei di maggior successo.

L’anniversario del 2017 comprende varie attività tra cui conferenze, forum, conversazioni, celebrazioni, dibattiti e mostre in tutta Europa.

Per l’occasione il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e il presidente della commissione Jean Claude Juncker, ospiteranno una cerimonia di premiazione con 33 partecipanti all’Erasmus da ciascun paese aderente al programma. Le celebrazioni includono anche una mostra sull’Erasmus +, nonché dibattiti sul futuro del programma.

Durante la cerimonia, il presidente Tajani ha detto che l’Erasmus «deve essere una possibilità per tutti i giovani europei, indipendentemente dal livello di reddito della propria famiglia o dal percorso di informazione intrapreso. Per questo dobbiamo lavorare a un bilancio europeo con risorse adeguate. Più fondi per Erasmus vuol dir anche meno disoccupazione giovanile». 

Il programma attuale di sette anni 2014-2020 dispone di un budget di 14,7 miliardi di euro, il 40% in più rispetto ai livelli di spesa precedenti. Una prova ulteriore dell’impegno profuso dall’Unione europea che investe sui giovani europei.

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Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha tenuto un discorso sullo Stato dell’Unione presso L’Istituto universitario europeo.

Di seguito i punti salienti del discorso.

«L’Unione europea è stata una storia di successo quando ha saputo realizzare questo sogno di libertà, prosperità, pace, affermazione dei diritti fuori e dentro i suoi confini.

Settant’anni fa i nostri padri fondatori hanno intrapreso un cammino per meglio difendere insieme i popoli europei, guardando alle nuove generazioni. Il modo migliore per rendere omaggio al loro coraggio è dimostrare altrettanto coraggio: cambiando questa Europa, uscendo dal guado, continuando questo cammino.

Risultati dell’eurobarometro

La grande maggioranza dei cittadini è convinta che, solo uniti, possiamo tutelare i nostri interessi con Cina, Russia, Usa o India. Che solo un Europa forte può lottare contro il terrorismo, i fondamentalismi, governare i flussi migratori, contrastare i cambiamenti climatici. Promuovere maggiore regole e trasparenza per il commercio, la finanza o le piattaforme digitali.

Rispondere ai populismi con l’Europa dei fatti

Per questo serve un’Europa che esca dal suo castello e torni ad ascoltare e a parlare con i cittadini; che metta in primo piano le loro preoccupazioni.

Un’Europa dei fatti, che colmi il fossato tra istituzioni e popoli europei. Un’Europa meno burocratica e più efficace sulle cose importanti. L’Europa dei popoli.

Un bilancio in linea con le priorità dei cittadini

E’ tempo di avviare una rivoluzione copernicana: prima definire gli obiettivi politici in termini di risposte ai problemi dei cittadini; e su questa base, distribuire le risorse.

Governo dei flussi migratori

Una risposta seria richiede una strategia europea complessiva che vada alla radice dei problemi. Non limitandosi, dunque, alla gestione dell’emergenza. Dobbiamo agire su più fronti.

L’Europa deve dotarsi di un bilancio adeguato, sia per il controllo delle frontiere che per il fondo di sviluppo per l’Africa.

Il 16 maggio verrà a Strasburgo il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki, per discutere di questo Partenariato. Il giorno successivo affronteremo lo stesso tema ospitando il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.

Dobbiamo partire da una robusta diplomazia economica, più investimenti in infrastrutture, trasferimenti di tecnologie, efficienza delle risorse, saper fare industriale. Lavorare su formazione e mobilità legale, con quote per studenti, ricercatori e lavoratori africani.

Sicurezza e difesa

Per promuovere pace, stabilità, sicurezza e valori, l’Unione deve dotarsi di una vera capacità d’intervento.

Il Parlamento sostiene la realizzazione di un’industria e di un mercato europeo della difesa per sfruttare le economie di scala.

 La vera sicurezza dipende dalla nostra capacità di collaborare insieme, di fidarci gli uni degli altri. Di condividere banche dati e informazioni, tecnologie, scambi di buone pratiche. Nel coordinamento tra le intelligence europee e quelle dei paesi terzi.

Un’Europa più competitiva

La chiave per diventare più competitivi e dare prospettive ai giovani è la formazione. Per questo penso ad una forte iniziativa europea per defiscalizzare tutti i periodi di formazione e d’inserimento nel mercato lavoro dei giovani tra i 16 e 24 anni. Il bilancio europeo dovrebbe servire anche a questo scopo.

Non si può continuare a incolpare Bruxelles o la moneta comune se a livello nazionale non si sciolgono i tanti nodi che zavorrano la crescita. Penso, ad esempio, all’eccesso di tassazione su lavoro e imprese, a pubbliche amministrazioni inefficienti, alla giustizia lumaca o, ai limitati investimenti in infrastrutture e ricerca. Vi è un dato incontrovertibile: nell’eurozona chi ha fatto queste riforme cresce molto di più di chi non le ha fatte.

Brexit

I negoziati con la Gran Bretagna devono portare ad una separazione consensuale ponendo le basi per un nuovo partenariato. Il paese lascia l’Ue, non certo l’Europa.»

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Il messaggio del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, nella giornata mondiale della libertà di stampa.

«La vera democrazia non può esistere senza la libertà di stampa.

Da ex giornalista, so che è essenziale lavorare in maniera indipendente.

Senza questo tipo di libertà non può esserci controllo sulla politica, trasparenza, lotta alla corruzione, buon governo e libertà di scelta.

Per questa ragione, l’Unione Europea è il più forte difensore di questo fondamentale diritto in tutto il mondo.

Purtroppo, come sottolinea l’organizzazione Reporter Senza Frontiere la libertà di stampa è fortemente minacciata come mai prima!

Molti corrispondenti denunciano come i giornalisti vengano intimiditi – non solo nei regimi autoritari – ma anche in paesi che sono di solito considerati democratici.

Senza andare troppo lontano, la Turchia è diventata probabilmente la “più grande prigione al mondo per chi opera nei media”. Secondo il Centro per la Libertà di Stoccolma circa 200 giornalisti sono stati imprigionati e 150 organi di stampa sono stati chiusi a seguito del colpo di stato dello scorso anno.

Molti giornalisti sono in prigione e oppressi in Cina, Russia, Bielorussia, in alcuni paesi dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia.

Il Parlamento europeo difenderà sempre queste ingiustizie, condannando ogni tentativo di censurare i giornalisti.

Per questo ancora una volta chiedo l’immediato rilascio non solo del giornalista turco-tedesco Deniz Yücsel, ma di tutti quelli che sono ingiustamente detenuti in tutto il mondo per aver svolto il loro lavoro.

Quando pensiamo alla libertà di stampa dobbiamo considerare anche internet. È una fonte di conoscenza nella stessa misura in cui è una fonte di pericolo. Quasi la metà degli europei si informa tramite i social media, cosa che ha reso molto più facile la diffusione di notizie false. 

Ci sono molte preoccupazioni riguardo la disinformazione e i discorsi di odio, usati per promuovere la radicalizzazione e il fondamentalismo, in particolare tra le giovani generazioni.

Insieme con i giornalisti, legati dal codice etico, dobbiamo promuovere una maggiore responsabilità delle piattaforme digitali.

Oggi, dobbiamo ricordare e commemorare tutti quei giornalisti che sono morti e sono stati imprigionati per il loro impegno ad informare i cittadini con la verità.

La loro libertà è la chiave per rendere il mondo un posto migliore. Oggi voglio farvi sapere che non siete da soli in questa battaglia. Il Parlamento europeo sarà sempre dalla vostra parte.»