6 October, 2024
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Tornano ad accendersi i riflettori a Sant’Anna Arresi, dove questa sera, lo storico palco di Piazza del Nuraghe accoglierà nuovi incontri del 37° festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, con le sue anteprime racchiuse sotto l’insegna “Jazz Around”, organizzate dall’Associazione Culturale Punta Giara.

La musica inizia a partire dalle 21.00: primo a calcare la scena, il clarinettista Giancarlo “Nino” Locatelli, (già di scena a Cagliari la sera precedente con il Trio Pipeline), che qui porta in dote “Traces” un tributo in solo alla musica d’avanguardia di Steve Lacy, musicista fondamentale per la sua crescita artistica, e con il quale ha avuto la fortuna di incrociare il suo percorso.

Subito dopo, torna in scena l’estro creativo di Rob Mazurek alla cornetta ed elettronica, insieme al trombettista Gabriele Mitelli nel duo “Star splitter”: un gioco di sdoppiamenti e di rimandi tra il maestro sperimentatore, artista a tutto tondo, e il giovane e istintivo allievo, schietto come il vino che egli stesso, da “musicista-viticoltore” produce in Franciacorta. Una performance sul filo del rasoio tra elettronica e acustica, genuina e libera da schemi.

Domani, martedì 30 agosto, “Jazz Around” fa tappa a Masainas (in Piazza Belvedere, ore 21.00), per il concerto in solo di Gavino Murgia: l’eclettico sassofonista nuorese unisce agli studi jazzistici le sue profonde radici musicali sarde, e in particolare barbaricine, creando un suo personale mix sonoro, che lo porta a spaziare tra sax soprano, tenore e baritono, flauti e duduk, con l’aggiunta della sua voce, allenata nel tradizionale canto “A tenore” nel ruolo di “bassu”. Numerosissime le sue collaborazioni con grandi nomi del panorama nazionale e internazionale, come Rabih Abou Kalil, Bobby McFerrin, Michel Godard, Gianluigi Trovesi, Antonello Salis, Mal Waldron, Paolo Fresu, Famoudou Don Moye, Roswell Rudd, Danilo Rea, Babà Sissokò, Hamid Drake, Al di Meola, solo per citarne alcuni.

Si torna a Sant’Anna Arresi anche per l’ultima tappa per il mese di agosto, mercoledì 31, in Piazza del Nuraghe, dove alle 21.00 è di scena la clarinettista di Mogoro Zoe Pia, da sempre ispirata nel suo percorso artistico dalla musica tradizionale sarda e dai suoni ancestrali, che mette armoniosamente insieme al jazz e alle suggestioni contemporanee, come emerge dal suo disco del 2016, “Shardana” (Caligola Records). Nella sua performance in solo, Zoe Pia unisce al suono del clarinetto e delle launeddas quello di strumenti inusuali come campanacci e pezzi di artigianato artistico sardo.

Jazz Around dà appuntamento poi a Iglesias venerdì 16 settembre, dove, nel chiostro di San Francesco andrà in scena l’atto conclusivo di questa prima tranche del festival. Alle 21.00, sotto il nome Overture III, si esibirà il trio guidato dal trombettista Adriano Sarais, con Gregorio Mureddu al contrabbasso ed Alessandro Cau alla batteria.

A suggellare la serata tornerà poi in scena la chitarra sarda preparata di Paolo Angeli, con le sue suggestioni sonore mediterranee dai toni onirici.

Una nuova serie di anteprime arricchisce il cartellone delle anteprime del 37° festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, organizzata dall’Associazione Culturale Punta Giara. Prima di vivere il suo momento centrale nella storica Piazza del Nuraghe (in date ancora da definire), il festival prosegue con una serie di concerti durante il mese di agosto, con la rassegna “Jazz Around”, una sorta di “festival nel festival” con diverse tappe in siti di interesse paesaggistico, storico e culturale del Sulcis Iglesiente, che coinvolgono i centri di Carbonia, Santadi, Teulada,  Villaperuccio, Nuxis, Piscinas, Masainas, Cagliari e Iglesias.

Altre sei serate sotto il titolo di questa edizione, “Tra Musica e Musica”, che fa proprio l’approccio del compositore e pioniere dell’avanguardia europea, Luciano Berio, che chiedeva “Che cos’è la musica?”: sperimentazioni elettroniche, energie, pulsioni, intrecci, opera lirica, estasi, improvvisazione, azzardi, istinto, linguaggio, cultura e molto altro, avvicinano così il pubblico a chi fa la musica, a chi la compone e a chi la esegue, facendola diventare qualcosa di vivo e mutevole, e  soprattutto analizzando il rapporto con la società in cui viene creata o fruita.

Si riparte domani, venerdì 26 agostoa Piscinas (ore 21.00), a Villa Salazar, dove sarà protagonista il pianista Alberto Braida, classe 1966, da sempre dedito all’improvvisazione musicale, alla testa del trio “Cats in The Kithen”, un giocoso incontro di sonorità che ha portato al suo fianco l’esperta ed eclettica contrabbassista e compositrice Silvia Bolognesi, e il vulcanico batterista, percussionista e compositore Cristiano Calcagnile, per un concerto fatto da intrecci sonori apparentemente semplici ma ricco di dettagli, come un gomitolo che i tre “gatti” scompongono e aggrovigliano nel loro gioco. Ad aprire la serata il duo “Sprigu”, incontro speculare (“sprigu” in lingua sarda significa, appunto, “specchio”) tra i due fender rhodes di Marco Coa ed Andrea Sanna: un progetto di musica elettroacustica improvvisata, in cui i due artisti, con personalità differenti, interagiscono uno di fronte all’altro, creando un discorso musicale in continua evoluzione.

Sabato 27 il festival farà una breve sosta nella sua casa d’origine, Sant’Anna Arresi, in Piazza del Nuraghe, con una serata dedicata ai nuovi talenti: in scena, a partire dalle 21.00 l’Interplay Trio guidato dalla carismatica voce di Carla Giulia Striano, con Andrea Sanna alle tastiere e Synth, Francesco Oppes alla batteria e al pad elettronico; la formazione spazia dal jazz moderno e quello contemporaneo all’Hip Hop, dal funk all’R&B, e si suoneranno brani arrangiati in chiave personale e brani originali.

Subito dopo, blues e cool jazz incontreranno la canzone italiana nella proposta di La Città di Notte, band cagliaritana nata dall’incontro di quattro musicisti – Diego Pani (voce), Andrea Schirru (tastiere), Edoardo Meledina (contrabbasso) e Frank Stara (batteria) – provenienti da diverse band del panorama musicale sardo (King Howl, Dancefloor, Stompers, Stone Seeds), accomunati dalla passione per la musica afroamericana e lo swing italiano degli anni Cinquanta.

Saranno le note di Rob Mazurek a salutare, domenica 28, di primo mattino (ore 8.00) una nuova giornata di musica, tra i colori della spiaggia di Porto Pino: eclettico e sperimentatore, solista di cornetta, tromba, compositore, artista multimediale, Rob Mazurek (classe 1965) è tra le figure chiave della musica contemporanea americana, e tra i protagonisti della scena musicale di Chicago, dove a partire da metà anni ’80 ha iniziato a suonare in tutte le formazioni del Chicago Underground. È leader della Exploding Star Orchestra, formazione di punta della scena odierna, che spesso ha ospitato musicisti quali Bill Dixon e Roscoe Mitchell.

In serata, sempre il 28, il festival si trasferirà a Cagliari, al centro Culturale Exmà – Exhibiting and Moving Arts, dove alle 19.00 sarà presentata la nuova etichetta indipendente We Insist! Records, che collabora attivamente a questa edizione del festival: e sarà il Trio Pipeline di Giancarlo “Nino” Locatelli (clarinetto in sib, clarinetto contralto), Andrea Grossi (contrabbasso), e Cristiano Calcagnile (batteria, percussioni) a rappresentare dal vivo l’etichetta, con la quale ha inciso il suo album “Kakuan Suite”, inserito nell’annuale sondaggio di Musica Jazz in due categorie del TOP JAZZ 2021: tra i migliori gruppi e dischi dell’anno.

Riflettori puntati sul palco di Piazza del Nuraghe di Sant’Anna Arresi lunedì 29, dove la musica inizierà a partire dalle 21.00: primo a calcare la scena, il clarinettista Giancarlo “Nino” Locatelli, già di scena la sera precedente con il trio Pipeline, che qui porta in dote “Traces” un tributo in solo alla musica d’avanguardia di Steve Lacy, musicista fondamentale per la sua crescita artistica, e con il quale ha avuto la fortuna di incrociare il suo percorso.

Subito dopo, tornerà in scena l’estro creativo di Rob Mazurek alla cornetta ed elettronica, insieme al trombettista Gabriele Mitelli nel duo “Star splitter”: un gioco di sdoppiamenti e di rimandi tra il maestro sperimentatore, artista a tutto tondo, e il giovane e istintivo allievo, schietto come il vino che egli stesso, da “Musicista-viticoltore” produce in Franciacorta. Una performance sul filo del rasoio tra elettronica e acustica, genuina e libera da schemi.

A chiudere la serata il trio di giovani promesse Lumastè, che riunisce Ludovica Massidda (violino), Marco Ballicu (batteria) e Stefania Pilleri (voce), tutti provenienti dal vivaio del “Conservatorio Pierluigi da Palestrina” di Cagliari: una formazione nata dal rapporto indelebile che nasce dall’amicizia per svilupparsi nella musica.

Il giorno seguente (martedì 30) “Jazz Around” farà tappa a Masainas (in Piazza Belvedere, ore 21.00), per il concerto in solo di Gavino Murgia: l’eclettico sassofonista nuorese unisce agli studi jazzistici le sue profonde radici musicali sarde, e in particolare barbaricine, creando un suo personale mix sonoro, che lo porta a spaziare tra sax soprano, tenore e baritono, flauti e duduk, con l’aggiunta della sua voce, allenata nel tradizionale canto “A tenore” nel ruolo di “bassu”. Numerosissime le sue collaborazioni con grandi nomi del panorama nazionale e internazionale, come Rabih Abou Kalil, Bobby McFerrin, Michel Godard, Gianluigi Trovesi, Antonello Salis, Mal Waldron, Paolo Fresu, Famoudou Don Moye, Roswell Rudd, Danilo Rea, Babà Sissokò, Hamid Drake, Al di Meola, solo per citarne alcuni.

L’ultima tappa per il mese di agosto, mercoledì 31 a Teulada, dove a Villa Sanjust, alle 21.00, sarà di scena la clarinettista di Mogoro Zoe Pia, da sempre ispirata nel suo percorso artistico dalla musica tradizionale sarda e dai suoni ancestrali, che mette armoniosamente insieme al jazz e alle suggestioni contemporanee, come emerge dal suo disco del 2016, “Shardana” (Caligola Records). Nella sua performance in solo, Zoe Pia unisce al suono del clarinetto e delle launeddas quello di strumenti inusuali come campanacci e pezzi di artigianato artistico sardo.

Jazz Around dà appuntamento poi a Iglesias venerdì 16 settembre, dove, nel chiostro di San Francesco andrà in scena l’atto conclusivo di questa prima tranche del festival. Alle 21.00, è atteso, sotto il nome Overture III, il trio guidato dal trombettista Adriano Sarais, con Gregorio Mureddu al contrabbasso ed Alessandro Cau alla batteria. A suggellare la serata tornerà poi in scena la chitarra sarda preparata di Paolo Angeli, con le sue suggestioni sonore mediterranee dai toni onirici.

niko2610@gmail.com

Terza e ultima serata di anteprime per Narcao Blues. Dopo Robben Ford e Bill Evans, il bluesman sardo Vittorio Pitzalis e gli africani Insingizi e Baba Sissoko, in cartellone nelle due serate precedenti, il trittico di appuntamenti che fa da preludio al festival si chiude questa sera Narcao con un altro doppio concerto (sold out).

A salire per prima sul palco di piazza Europa, alle 21.30, sarà la band del chitarrista e cantante Nick Becattini, tra i nomi di spicco della scena blues nostrana. Cresciuto attraverso una lunga militanza nel gruppo Model T. Boogie di Giancarlo Crea nella seconda metà degli anni Ottanta e un’importante residenza a Chicago, tra il 1990 e il ‘93, il bluesman di Pistoia, una volta rientrato in patria, ha avviato un cammino artistico testimoniato da otto album a suo nome; il più recente, “Lifetime Blues”, lo vede in compagnia degli stessi musicisti di scena domani sera (sabato 10) a Narcao: Keki Andrei all’Hammond e tastiere, Anacleto Orlandi al basso e Enrico Cecconi alla batteria.

A seguire, riflettori puntati (intorno alle 22.30) sui Morblus, la band capitanata da un altro chitarrista e cantante di primo piano nel panorama del blues “made in Italy”, il veronese Roberto Morbioli, artista capace negli anni di costruire una carriera fatta di progetti solisti, collaborazioni illustri con musicisti del calibro di Massimo Bubola, Fabio Treves, Rudy Rotta, John Mayall, Nathan East, tra gli altri, e tanti concerti tra Italia, Europa e Stati Uniti. La band di Roberto Morbioli, battezzata giusto trent’anni fa, nel 1991, giocando sulla combinazione tra il suo cognome e la parola “blues”, fonde sapientemente funky, blues, r&b e soul: accanto al leader, sul palco di Narcao, ci saranno Giulio Campagnolo alle tastiere, Stefano Dallaporta al basso e Sergio Ratti alla batteria.

Archiviate le tre serate di anteprime, il festival Narcao Blues vivrà la sua trentunesima edizione nella penultima settimana del mese (dal 21 al 25 luglio) con un cartellone che proporrà, come consuetudine, una rosa di artisti internazionali, nazionali e locali, tra i quali gli statunitensi Roosevelt Collier e Neal Black, la cantante irlandese Kaz Hawkins, la chitarrista anglo francese Laura Cox, il cantante burundese J.P. Bimeni, la Latvian Blues Band, i toscani Roberto Luti ed Elisabetta Maulo e i sardi King Howl e Don Leone.

Biglietti e abbonamenti. I biglietti interi per le serate di mercoledì 21, giovedì 22, venerdì 23 e sabato 24 luglio costano 12 euro, 10 i ridotti; il biglietto per la serata di domenica 25 luglio costa 5 euro; 30 euro è invece il costo dell’abbonamento per le cinque serate. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna e attraverso il portale www.narcaoblues.it.

Come già nella passata edizione, le serate avranno i posti limitati a quattrocento persone (duecento in più rispetto al 2020). L’apertura dei cancelli avverrà alle ore 20.00, e non sarà necessario munirsi di green pass per assistere agli spettacoli, ma verrà rilevata la temperatura all’ingresso a tutti gli spettatori.

 

E’ stata una serata magica, quella vissuta ieri sul palco di Piazza Europa, a Narcao, nella prima delle tre giornate che caratterizzano il programma dell’anteprima della trentunesima edizione di Narcao Blues, davanti a 400 spettatori, quanti sono consentiti dalle restrixioni imposte dalla pandemia.

Il concerto proposto dal chitarrista Robben Ford e dal sassofonista Bill Evans, affiancati da una sezione ritmica formata da Gary Grainger al basso e Wolfgang Haffner alla batteria, sarà tra quelli che verranno ricordati a lungo. Il progetto ha tratto spunto  dall’album “The Sun Room”, pubblicato nel 2019, che affonda le radici nel blues spingendosi oltre i confini del genere, per arrivare al Jazz e al Rock.

La serata è stata aperta dal bluesman cagliaritano Vittorio Pitzalis, tra i massimi esponenti della “musica del diavolo” in Sardegna, che ha presentato i brani del suo nuovo disco, uscito lo scorso dicembre, “The time has come”.

La seconda serata dell’anteprima del festival Narcao Blues, oggi, sarà africana. La aprirà il trio vocale dello Zimbabwe Insingizi. Alle 22.30 spazio a Baba Sissoko, polistrumentista e maestro del tamani (il talking drum), che in duo con la figlia Djana presenterà il progetto “African Groove”, capace di spingere la musica del continente più antico del mondo verso nuove strade ed influenze.

Chiuderà il trittico di anteprime il doppio appuntamento di sabato 10 luglio: alle 21.30 salirà sul palco il chitarrista e cantante pistoiese Nick Becattini, per l’occasione impegnato nella presentazione del suo ultimo progetto discografico, “Lifetime Blues”, accompagnato da Keki Andrei all’Hammond e tastiere, Anacleto Orlandi al basso ed Enrico Cecconi alla batteria. A seguire il veronese Roberto Morbioli, anche lui voce e chitarra, alla testa della band che ha formato trent’anni fa, i Morblus, battezzandola così sulla combinazione tra il suo cognome e la parola “blues”.

   

Straordinaria anteprima, da giovedì 8 a sabato 10 luglio, per la 31ª edizione del Festival “Narcao Blues” che avrà il suo clou in calendario due settimane dopo, dal 21 al 25 luglio.

Nel corso di tre decenni il festival ha presentato alcuni tra i nomi più rilevanti della scena blues mondiale, come Michael Coleman, Popa Chubby, Canned Heat, Mick Taylor, Eric Sardinas, John Mayall, Peter Green, Larry Carlton, James Cotton, Lucky Peterson, Luke Winslow-King, Billy Gibbons, Otis Taylor, tra gli altri; una vocazione internazionale che Narcao Blues – dopo aver festeggiato in modalità “autarchica” le sue trenta edizioni, nell’anno della pandemia – rilancia adesso ospitando artisti in arrivo da lontano, pur senza distogliere l’attenzione dai talenti nazionali e locali. Il palco allestito nella “storica” piazza Europa si prepara dunque ad accogliere gli statunitensi Robben Ford e Bill Evans, Roosevelt Collier con la sua band, Neal Black & The Healers, la cantautrice e chitarrista anglofrancese Laura Cox, l’organista austriaco Raphael Wressnig con la cantante inglese Helena May, la formazione lettone Latvian Blues Band, il gruppo vocale dello Zimbabwe Insingizi, il cantante burundese J.P. Bimeni ed il maliano Baba Sissoko con sua figlia Djana, la cantante irlandese Kaz Hawkins, e poi gli italiani Roberto Luti ed Elisabetta Maulo, i Morblus di Roberto Morbioli, Nick Becattini con la sua band, i sardi King Howl, Vittorio Pitzalis, il duo Don Leone.

«Dopo aver celebrato la trentesima edizione nel 2020 omaggiando il blues isolano, il Narcao Blues festival ritrova in questa trentunesima edizione la sua vocazione internazionale – afferma il presidente dell’associazione Progetto Evoluzione, Francesco Musa -. In un contesto complicato e in continua evoluzione creato dalla pandemia, l’organizzazione di un evento di questa portata è stata una autentica sfida. Tuttavia, siamo riusciti ad allestire un cartellone coerente con la linea artistica del festival – dove il blues è da sempre protagonista indiscusso – e di sicuro valore. Alla tre giorni di anteprima, che vedrà protagonisti su tutti Robben Ford e Bill Evans, si aggiungeranno altri cinque appuntamenti nella consueta penultima settimana di luglio. La situazione attuale, che risente della pandemia ancora in corso, ha reso difficile gli spostamenti dagli Stati Uniti, dai quale provengono la maggior parte degli artisti che solitamente calcano il palco del Narcao Blues, ma al tempo stesso ha permesso di focalizzare l’attenzione sulle realtà del Blues Europeo, ormai affermatesi anche oltre oceano.»

Organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del comune di Narcao, il festival fa parte dell’Italian Blues Union, l’associazione che riunisce l’intero mondo del blues nazionale e si riconosce sotto l’insegna dell’European Blues Union, di cui è rappresentante per l’Italia proprio il direttore artistico di Narcao Blues, Gianni Melis.

L’anteprima – La trentunesima edizione di Narcao Blues vivrà la sua anteprima da questo giovedì 8 luglio a sabato 10. E c’è già il tutto esaurito. Ad aprire la tre giorni saranno due stelle della scena statunitense, il chitarrista Robben Ford ed il sassofonista Bill Evans, affiancati da una sezione ritmica che schiera Gary Grainger al basso e Wolfgang Haffner alla batteria. Il progetto si muove sull’onda dell’album “The Sun Room”, pubblicato nel 2019, che affonda le radici nel blues spingendosi oltre i confini del genere, per arrivare a esplorare le sonorità del jazz e del rock. A precedere sul palco Robben Ford e Bill Evans sarà alle 21.30, il bluesman cagliaritano Vittorio Pitzalis, tra i massimi esponenti della “musica del diavolo” in Sardegna, che torna a Narcao con il nuovo disco, uscito lo scorso dicembre, “The time has come”.

Serata africana, venerdì (9 luglio), aperta alle 21.30, dal gruppo vocale dello Zimbabwe Insingizi, con Vusa Mkhaya Ndlovu (tenore), Dumisani Ramadu Moyo (voce solista) e Blessing Nqo Nkomo (basso e percussioni). Il trio è ambasciatore nel mondo dello stile vocale africano ‘mboube e della spettacolare gumboot dance (danza con gli stivali dei minatori sudafricani). Alle 22.30 spazio a Baba Sissoko, polistrumentista e maestro del tamani (il talking drum), che in duo con la figlia Djana presenterà il progetto “African Groove”, capace di spingere la musica del continente più antico del mondo verso nuove strade ed influenze.

Chiude il trittico di anteprime il doppio appuntamento di sabato 10 luglio: alle 21.30 salirà sul palco il chitarrista e cantante pistoiese Nick Becattini, per l’occasione impegnato nella presentazione del suo ultimo progetto discografico, “Lifetime Blues”, accompagnato da Keki Andrei all’Hammond e tastiere, Anacleto Orlandi al basso ed Enrico Cecconi alla batteria. A seguire il veronese Roberto Morbioli, anche lui voce e chitarra, alla testa della band che ha formato trent’anni fa, i Morblus, battezzandola così sulla combinazione tra il suo cognome e la parola “blues”.
 
Il Festival. Dopo le anteprime di questa settimana, la trentunesima edizione di Narcao Blues entra nel vivo mercoledì 21 luglio, alle 21.30, con il concerto del musicista statunitense Roosevelt Collier, atteso sul palco di piazza Europa con la sua inseparabile pedal steel, strumento della famiglia dei cordofoni che lo accompagna nella sua carriera da leader e sideman e che l’ha visto collaborare con formazioni del calibro degli Allman Brothers, Tedeschi-Trucks, Los Lobos, Del McCoury Band e tanti altri. Nel 2017 il musicista originario della Florida ha debuttato con il progetto Bokanté, una “World Music All-Star Band” creata da Michael League, il fondatore degli Snarky Puppy. Risale al 2018 il suo atteso album di debutto, “Exit 16”, che fonde al suo interno un’incredibile miscela di blues, gospel, rock e funk, il tutto raccolto dal produttore e compagno di band Michael League per la GroudUp Records, etichetta indipendente statunitense. A Narcao Roosevelt Collier sarà accompagnato da Ferran Rico Andrés alle tastiere, Kevin Díaz Graverán al basso ed Artur Ponsà i Obach alla batteria.

Alle 22.30 riflettori puntati sul cantante burundese J.P. Bimeni affiancato dai musicisti del gruppo spagnolo The Black Belts: Ricardo Martínez Losa alla tromba, Rafael Díaz al sassofono, Alejandro Larraga alle tastiere, Fernando Vasco alla chitarra, Pablo Cano al basso e Rodrigo Ulises alla batteria. Discendente da una famiglia reale del Burundi, J.P. Bimeni si trasferisce a Londra nel 2001, dove abbraccia le infinite possibilità musicali che la città gli offre: jam sessions con la band di Roots Manuva, serate open mic insieme a Shingai Shoniwa dei Noisettes, e persino un incontro con una Adele allora adolescente. Ma è l’invito a unirsi a una band tributo a Otis Redding, nel 2013, a portarlo verso la strada che ancora oggi sta percorrendo. Partecipando come ospite del gruppo funk Speedometer a uno show in Spagna nel 2017, viene notato dalla Tucxtone Records. Ha inizio così il suo progetto insieme ai Black Belts, con cui registra il suo album di debutto, “Free Me”, dove J.P. Bimeni sorprende con una voce che ricorda quel soul del primo Otis Redding, in cui risuona l’anima dell’Africa. Le sue canzoni parlano di amore e perdita, speranza e paura, con una convinzione che arriva dalle esperienze straordinarie con cui la vita lo ha messo alla prova.

Giovedì 22 luglio, alle 21.30, a rendere incandescenti valvole e amplificatori sarà il blues di Laura Cox, chitarrista divenuta un vero e proprio fenomeno del web, con milioni di visualizzazioni per i suoi video su YouTube, dove conta tantissimi iscritti. Spinta dal grande seguito virtuale, la musicista di origini anglofrancesi ha fondato la Laura Cox Band, con la quale ha viaggiato tra Francia, Belgio, Spagna e Svizzera, condividendo il palcoscenico con artisti del calibro di Joanne Shaw Taylor, Chris Slade (AC/DC) e Dr Feelgood. La sua musica fonde diverse influenze, come Lynyrd Skynyrd e ZZ Top, fino all’hard rock degli AC/DC. Due gli album all’attivo, “Hard Blues Shot” (2017) e “Burning Bright” (2019), pubblicati per l’etichetta Verycords. Con Laura Cox sul palco di piazza Europa ci saranno Mathieu Albiac alle chitarre, Marine Danet al basso e Antonin Guerin alla batteria.

Il groove potente e pirotecnico di Raphael Wressnig la farà da padrone nel secondo set, intorno alle 22.30, in un concerto che fonde tra loro tradizione e innovazione, combinando l’autenticità del blues con la graffiante grinta del funk. Classe 1979, l’hammondista austriaco conta una ventina di album all’attivo e numerosi riconoscimenti come miglior organista dell’anno, giunti da riviste di settore come Downbeat. Raphael Wressnig sarà a Narcao con Enrico Crivellaro alle chitarre e Hans-Jürgen Bart alla batteria e con la cantante inglese Helena May.
 
La serata di venerdì 23 luglio si aprirà con un gradito ritorno per il festival Narcao Blues: sul palcoscenico, con il consueto orario di inizio alle 21.30, è atteso infatti il chitarrista toscano Roberto Luti, vecchia conoscenza del festival sulcitano, dove ha suonato nel 2015 con l’imponente collettivo Playing for Change, progetto multimediale per opera del produttore discografico statunitense ed ingegnere del suono Mark Johnson. Originario di Livorno, Luti è un vero e proprio asso del genere di matrice afroamericana in Italia e una lunga esperienza negli Stati Uniti. Per l’occasione sarà affiancato dalla cantante Elisabetta Maulo (leader della band Betta Blues Society), muovendosi dal blues delle origini, alle sonorità del Delta, passando per i suoni degli anni ’30 reinterpretati con passione, grinta e raffinatezza.

Alle 22.30 riflettori puntati sulla cantante e tastierista irlandese Kaz Hawkins, artista poliedrica che ha attraversato molti generi musicali in trent’anni, raggiungendo una meritata consacrazione grazie a un’esibizione a supporto di Van Morrison nel 2012 a Belfast. Accompagnata dalla sua Band O’ Men – composta da Stef Paglia alle chitarre, Julien Franck Boisseau al basso e Amaury Louis André Blanchard batteria -, Kaz Hawkins renderà omaggio all’icona Etta James, suo indiscusso punto di riferimento, e alle grandi voci della storia del blues. La bandiera degli Stati Uniti sventolerà ancora una volta sul palco del festival nel primo set di sabato 24 luglio (come sempre alle 21.30): protagonista Neal Black, stella di prima grandezza nel firmamento del blues internazionale, abile nel fondere Texas blues, rock e roots music. Definito dalla critica come “The Master of High Voltage Texas Boogie”, nella sua ultratrentennale carriera il chitarrista e cantante texano ha condiviso il palco e lo studio con alcuni dei più grandi bluesman, come Robben Ford, Popa Chubby e Chuck Berry, e ha raccolto recensioni a pieni voti da riviste del calibro di Rolling Stone, raggiungendo in diverse occasioni la posizione numero uno nelle classifiche radiofoniche europee. A Narcao suonerà con la sua band, The Healers, che vede Mike Lattrell al pianoforte, Abder Benachour al basso e Natan Goessens alla batteria.

Arriva invece dalla Lettonia la formazione sul palco nella seconda parte della serata di sabato 24: la Latvian Blues Band, tra le migliori realtà del panorama europeo contemporaneo. Ispirata da grandi del blues come B.B. King e Muddy Waters, il gruppo baltico trova una personalissima sintesi spaziando dallo stile di New Orleans al Chicago Blues, tra standard e composizioni originali. Al centro dei riflettori a partire dalle 22.30 circa, Janis Bukovskis alla voce e alla chitarra, Artis Locmelis alle tastiere e organo Hammond, Viesturs Grapmanis alla tromba, Arturs Sebris al sassofono baritono, Marcis Kalnins al basso e Rolands Saulietis alla batteria.

Sipario sul festival domenica 25 luglio con un imperdibile triplo appuntamento dedicato al blues isolano: si comincia alle 21.30 con la proiezione di “The Search”, il docufilm di Diego Pani che racconta il viaggio compiuto nel profondo sud degli Stati Uniti da una delle formazioni di spicco della scena blues sarda, il duo Don Leone dei sulcitani Donato Cherchi e Matteo Leone. Viaggiando tra Tennessee, Mississippi e Louisiana, il lavoro ritrae in 43 minuti un paesaggio culturale ancora legato alla memoria dei musicisti iconici che hanno abitato le città e le campagne di questo enorme pezzo di America. In questo scenario i due protagonisti si muovono per la prima volta, esplorando un mondo musicale complesso, alla ricerca del proprio blues.

Dallo schermo al palcoscenico: ad aprire l’ultima serie di appuntamenti con la musica dal vivo, intorno alle 22.30, sarà proprio il duo Don Leone, progetto nato nel 2016 dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: questa l’essenza del sodalizio artistico di Donato Cherchi e Matteo Leone, vincitori dell’edizione 2017 dell’Italian Blues Challenge che ha portato il duo a competere nella finale dell’European Blues Challenge 2018 a Hell, in Norvegia, e alle semifinali mondiali dell’International Blues Challenge di Memphis.

Il compito di chiudere la trentunesima edizione di Narcao Blues, spetterà poi a un’altra band di primo piano nel panorama isolano, i King Howl, formazione cagliaritana attiva dal 2009. Nell’Heavy Blues di Diego Pani (voce e armonica), Marco Antagonista (chitarra), Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria), i suoni della prima metà del Novecento, di grandi bluesmen come Son House, Howlin’ Wolf e Robert Johnson, vengono filtrati assumendo nuove forme, incorporando gli stili dello stoner rock, della psichedelia, in un crossover elaborato in maniera spontanea.

Il Festival. Narcao Blues prende vita nel 1989 per iniziativa dell’associazione culturale Progetto Evoluzione, nata l’anno prima con l’obbiettivo di contribuire alla crescita e lo sviluppo socioculturale del Sulcis, con una particolare attenzione verso i giovani. Oltre al festival vari progetti paralleli sono nati nel corso del tempo, dal South In Blues alla Gospel Explosion (rassegna itinerante che si tiene a dicembre), e poi seminari e conferenze per le scuole: iniziative che dimostrano come l’attività dell’associazione culturale Progetto Evoluzione e del proprio staff sia in continua crescita ed espansione, nonostante le difficoltà e le sfide che si presentano ogni anno. Di recente il Narcao Blues si è anche messo in luce per essere uno dei festival fondatori dell’Italian Blues Union, l’unione degli organizzatori e appassionati di blues dello Stivale. L’associazione fa capo alla più estesa European Blues Union, realtà che riunisce al suo interno ben ventitré nazioni.

Biglietti e abbonamenti. I biglietti interi per le serate di mercoledì 21, giovedì 22, venerdì 23 e sabato 24 luglio costano 12 euro, 10 i ridotti; il biglietto per la serata di domenica 25 luglio costa 5 euro; 30 euro è invece il costo dell’abbonamento per le cinque serate. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Boxoffice Sardegna e attraverso il portale www.narcaoblues.it .

Come già nella passata edizione, le serate avranno i posti limitati a quattrocento persone (duecento in più rispetto al 2020). L’apertura dei cancelli avverrà alle ore 20, e non sarà necessario munirsi di green pass per assistere agli spettacoli, ma verrà rilevata la temperatura all’ingresso a tutti gli spettatori.

Per informazioni, la segreteria dell’associazione culturale Progetto Evoluzione risponde all’indirizzo di posta elettronica infoblues@narcaoblues.it e al numero 0781875071. Notizie e aggiornamenti sul sito www.narcaoblues.it e alla pagina www.facebook.com/narcao.blues.

 

 

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Sulla scia del successo dell’edizione 2016, ed in attesa della nuova edizione prevista per il 2018, Carbonia Film Festival, dal 12 al 15 ottobre, 2017 a Cagliari e Carbonia, proporrà “How to Film the World”, una quattro giorni di eventi, proiezioni, incontri e Masterclass per riflettere sul cinema e sulla sua capacità di raccontare la realtà.

Diretto dal critico cinematografico Francesco Giai Via, Carbonia Film Festival con “How to Film the World” intende sviluppare la progettualità di un festival che si concentra sulla contemporaneità, tanto nella scelta delle tematiche legate al lavoro e alle migrazioni, quanto nell’attenzione alle nuove forme del cinema di finzione e documentaristico. Una quattro giorni che porterà nel Sulcis, presso la Fabbrica del Cinema, alcuni fra i registi internazionali più significativi del cinema contemporaneo per proiezioni e iniziative aperte al pubblico.

Nell’ambito di questa nuova iniziativa, il Carbonia Film Festival lancia il bando Programma Cinema Giovani 2017 per giovani studenti e studiosi di cinema, critici, operatori culturali e filmmakers che saranno invitati a prendere parte alle attività di “How to Film the World”. Le iscrizioni al bando sono aperte fino al 18 giugno 2017 (per info e bando: www.carboniafilmfestival.org).

Nei giorni di “How to Film the World” avranno luogo una serie di incontri di approfondimento appositamente realizzati per il gruppo di giovani provenienti da tutta Italia, selezionati attraverso il bando. Sede delle attività sarà la Fabbrica del Cinema, progetto promosso dalla Società Umanitaria e dal Centro Servizi Culturali di Carbonia, che mette al centro la formazione dei giovani alla memoria storica e alla valorizzazione del patrimonio audiovisivo del territorio e, contemporaneamente, l’educazione alle nuove forme cinematografiche, sia documentarie che di finzione.

«Tra gli aspetti che caratterizzano il progetto “Fabbrica del Cinema”, oltre alla raccolta e valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo del territorio – commenta Paolo Serra, direttore dell’Umanitaria di Carbonia – ed alla produzione di nuova memoria storica, quello della formazione rappresenta la compiutezza stessa del progetto. La storia della Società Umanitaria nazionale, regionale e del CSC di Carbonia, ci rivela che la formazione professionale, degli adulti prima, dei giovani delle scuole poi, è da sempre al centro delle attività storicamente realizzate. Ecco perché promuoviamo l’incontro tra gli studenti universitari, giovani filmaker, critici e operatori culturali e alcuni importanti professionisti del mondo del cinema presenti a Carbonia: per avviarci a ripercorrere una strada che punti ad offrire aggiornamento professionale e formazione diretta, ma anche coinvolgimento del territorio e promozione culturale. Un percorso già avviato lo scorso anno, anche grazie alla fondamentale collaborazione con la Cineteca Sarda, e che proseguirà in questo 2017 e che mira a diventare un progetto permanente dedicato all’educazione alla cultura cinematografica.»

A partire dall’episodio “Carbonia, una storia moderna” tratto dal film “L’ultimo pugno di terra” di Fiorenzo Serra, i partecipanti saranno invitati a realizzare un elaborato che potrà avere la forma del saggio scritto, del video saggio e del contributo video originale.

Sulla base degli elaborati ricevuti, venti fra i candidati saranno selezionati dalla direzione del festival e avranno la possibilità di essere ospiti della manifestazione, partecipando gratuitamente con un ruolo da protagonisti a tutte le attività che si svolgeranno nel Sulcis dal 12 al 15 ottobre 2017.

Il programma completo ed i nomi degli ospiti saranno comunicati nel mese di ottobre con alcune anticipazioni previste nel periodo estivo.

Nato nel 1999, come Mediterraneo Film Festival, nel 2016 cambia nome e diventa Carbonia Film Festival. Il Festival si svolge ogni due anni nell’omonima città del sud ovest della Sardegna ed è aperto a tutte le opere di fiction e documentario, presentando il meglio della produzione internazionale legata ai temi del lavoro e della migrazione. Fra i vincitori dell’edizione 2016: “El futuro perfecto” di Nele Wohlatz, “Il respire encore” di Anca Hirte, “Cameraperson” di Kirsten Johnson, “La Fille du patron” di Olivier Loustau.

Dal 1999 ad oggi il Carbonia Film Festival ha ospitato: tra i registi Olivier Loustau, Nele Wohlatz, Michele Vannucci, Ali Hammoud, Valia Santella, Irene Dionisio, Davide Ferrario, Alina Marazzi, Cecilia Mangini, Salvatore Mereu, Leila Kilani, Bonifacio Angius, Felice Farina, Marina Spada; Gli attori Alessandro Borghi, Vinicio Marchioni, Milena Mancini, Valentina Carnelutti, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Claudia Gerini, Ivano Marescotti, Francesco Pannofino, Libero De Rienzo; i musicisti Massimo Zamboni, Danno (Colle der formento), Lilies on Mars, Baba Sissoko, Calibro 35, Nada, Pierpaolo Capovilla.

Carbonia Film Festival presenta “How To Film The World” è organizzato dal Centro Servizi Culturali Carbonia – Fabbrica del Cinema e dalla Cineteca Sarda – Centro Servizi Culturali di Cagliari, insieme al Comune di Carbonia e alla Regione Autonoma della Sardegna -Assessorato ai Beni Culturali, con il contributo della Fondazione di Sardegna e della Società Cooperativa Euralcoop, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission.

Carbonia Film Festival presenta “How to Film the World”, diretto dal critico cinematografico Francesco Giai Via.

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Chiusura all’insegna della festa, la notte di Ferragosto a Nureci, per la diciassettesima edizione di Dromos: nella terza e ultima serata di Mamma Blues arriva nel piccolo paesino dell’Alta Marmilla un concerto da non perdere. Insieme sul palco – ore 22.00, Arena Mamma Blues – il sassofonista Orlando Julius, autentico pioniere dell’afrobeat e gli Heliocentrics, la band con base a Londra già apprezzata per la sua collaborazione con un altro grande protagonista della musica africana, Mulatu Astatke.

Nigeriano, classe 1943, Orlando Julius – atteso alle 20 anche dal consueto incontro con il pubblico nella Corte Saba – è stato un artista cruciale per la nascita, lo sviluppo e la diffusione dell’afro-pop a partire dagli anni Sessanta, fondendo ritmi e sonorità tradizionali africane con quelli del pop, del soul e del rhytm & blues: una formula consegnata nel 1966 alle tracce dell’album “Super Afro Soul” che l’ha reso famoso in patria ma che ha anche contribuito a plasmare il movimento funk negli Stati Uniti. In questa occasione l’artista incrocia note e strumenti con il psychedelic-combo londinese guidato dal batterista Malcom Catto, coadiuvato da Jack Yglesias (percussioni) e da Latoya Ekemode (vocals e percussioni), Adrian Owusu (chitarra), Jamie Lawrence (basso), Tom Dennis (tromba) e Michael Underwood (sax baritono). Rielaborando e riarrangiando alcune sue composizioni degli anni ’60 e ’70, Julius insieme agli Heliocentrics spinge le sue sonorità verso nuove e progressive direzioni, aggiungendo tocchi psichedelici e nuovi imprevedibili arrangiamenti per una festa di Ferragosto tra ritmi e sonorità tradizionali africane, pop, soul e rhytm & blues.

Dopofestival nei Giardini del sottomonte – dalle 24.00 – con Livio Svenson Blues Experience (Livio “Svenson” Cherchi a chitarra elettrica, chitarra slide , voce e armonica, Cristiano Cherchi al Basso Elettrico e Enrico “Kikko” Cabras alla batteria). I biglietti per la serata finale di Mamma Blues costano dieci euro, i tagliandi si possono acquistare nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna.

La festa finale di Dromos, con il concerto di Orlando Julius, è il culmine di un’edizione particolarmente ricca e apprezzata del festival, che ha visto sfilare negli otto centri toccati dalla manifestazione (Oristano, Baratili San Pietro, Bauladu, Mogoro, Morgongiori, Nureci, San Vero Milis, Villa Verde) artisti e formazioni del calibro, tra gli altri, di Chucho Valdés, Baba Sissoko, Don Moye e Antonello Salis, Criolo, il duo OY, Erik Truffaz & Mauro Sigura, Valerio Corzani, Stefano Saletti, King Naat Veliov & the original Kočani Orkestar e che ha potuto accogliere la testimonianza di uno dei massimi esperti mondiali di non violenza come il sociologo e matematico norvegese Johan Galtung, animatore di una giornata-evento che, il 7 agosto, ha trasformato il piccolo paese di Baratili San Pietro in un laboratorio di ricerca sulla pace con al centro la tematica dello straniero.

Orlando JuliusPressPic1 (m) Orlando Julius (m)

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Arriva a Villa Verde la carovana di Dromos, il festival organizzato dall’omonima associazione culturale nell’Oristanese, che dallo scorso 30 luglio, e fino a Ferragosto, sfoglia le pagine della sua edizione numero diciassette. A caratterizzare la tappa in programma domani (sabato 8) alle 22 nel bosco di Mitza Margiani è il progetto Jazz(R)Evolution di Baba Sissoko con due compagni di viaggio del calibro di Famoudou Don Moye, alla batteria e alle percussioni, e Antonello Salis al pianoforte, alla tastiere e alla fisarmonica.

Originario di una grande dinastia di griot del Mali, classe 1963, Baba Sissoko canta e suona con maestria una serie di strumenti tipici, come il tamani (il talking drum) e lo n’goni (uno strumento a pizzico), e ama integrare melodie e ritmi propri della sua tradizione musicale con le sonorità del jazz e del blues, anche grazie alle tante esperienze maturate con musicisti provenienti da altri contesti e culture musicali. Nel progetto Jazz(R)Evolution, consegnato di recente alle tracce di un album, il polistrumentista e cantante maliano si incontra con il pianista Antonello Salis (classe 1950), improvvisatore vulcanico e incontenibile, uno dei protagonisti storici del jazz italiano, e con il batterista Famoudou Don Moye (nato a Rochester nel 1946), tra gli artefici di una stagione tra le più intense e creative della musica jazz, avendo militato dal 1970 nel leggendario Art Ensemble of Chicago.

Domenica (9 agosto) il festival prosegue all’insegna della musica balcanica di King Naat Veliov & The Original Kocani Orkestar in concerto a Morgongiori in due distinti momenti: alle 20.00 in parata musicale per le strade del paesino della Marmilla, poi, alle 22.30, in concerto nel centro storico. Non farà però parte della formazione proprio Naat Veliov, trattenuto in Macedonia da un improvviso problema di salute. Si aggiunge invece al gruppo il nipote Neat Veliov, anche lui trombettista, giovane talento che prosegue la tradizione di una famiglia di ottimi strumentisti.

 Baba Sissoko Jazz Revolution (3m)Baba Sissokon (4m)

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Nuovi appuntamenti con il XXXIII Festival La Notte dei Poeti organizzato dal CeDAC: teatro, musica e danza da giovedì 30 luglio fino a sabato 1 agosto tra Nora e Pula, e Alghero.

Si parte giovedì 30 luglio, alle 22.00, all’ex Municipio di Pula con l’omaggio a Sergio Atzeni di “Cantar l’altrove” di e con Marta Proietti Orzella

spazio alla danza – venerdì 31 luglio alle 21.30 a Lo Quarter di Alghero e sabato 1 agosto, alle 20.00, al Teatro Romano di Nora, con il “Contemporary Tango” del Balletto di Roma con la partecipazione di Kledi Kadiu

e, infine, una signora del pop – rock – Irene Grandi (in Acoustic) sabato 1 agosto, alle 21.30, sul palco de Lo Quarter di Alghero

spazio anche alle arti visive con la mostra “Appunti da 70 Solitudini e un Coro” all’ex Municipio di Pula: le miniature di Lea Karen Gramsdorff e Simone Dulcis ispirate alle opere di grandi compositori

Gli altri appuntamenti:

martedì 4 agosto, alle 21.30, a Lo Quarter di Alghero, il concerto di Anna Tifu (violino) e Gloria Campaner (pianoforte)

martedì 4 agosto, alle 22.00, all’Ex Municipio di Pula, prima nazionale di “Rovine/ lasciate libero il passato” di e con Rossella Dassu

mercoledì 5 agosto, al Teatro Romano di Nora, alle 20.00, il concerto di Anna Tifu e Gloria Campaner

venerdì 7 agosto, alle 21.00, a Lo Quarter di Alghero, Jazz (R)evolution con Baba Sissoko, Antonello Salis e Famoudou Don Moye.

Nora.

Nora.

Anna Tifu copiaAntonello Salis 7Baba Sissoko 4 copia

Dal 30 luglio al 15 agosto a Oristano e in altri 7 comuni della sua provincia (Baratili San Pietro, Bauladu, Marrubiu, Mogoro, Morgongiori, San Vero Milis, Villa Verde) si svolgerà il 17° festival Dromos.

Un’edizione che ha come insegna “I have a dream  L’utopia necessaria”, titolo ispirato al celebre discorso di Martin Luther King, padre della lotta degli afroamericani per i diritti civili, e in omaggio al grande scrittore uruguaiano Eduardo Galeano, scomparso lo scorso aprile.

La musica, come sempre, fa la parte del leone. Il programma completo del festival verrà annunciato prossimamente nel corso di una conferenza stampa, ma gli organizzatori anticipano i protagonisti e gli appuntamenti già confermati.

Il 31 luglio, a San Vero Milis si esibirà il duo OY, sodalizio con base a Berlino formato dalla cantante e musicista svizzero-ghanese Joy Frempong e dal batterista e compositore Lleluja-Ha.

Il primo agosto fa invece tappa a Mogoro il tour mondiale del cantante e rapper Criolo, uno degli artisti attualmente più vitali, popolari e socialmente influenti in Brasile.

Domenica 2 agosto la musica di Dromos sbarca a Oristano con il quartetto del suonatore di oud Mauro Sigura, più un ospite prestigioso come il trombettista francese Eril Truffaz.

Si resta ancora nella città di Eleonora la sera dopo (lunedì 3) con il progetto “Caracas” di Valerio Corzani e Stefano Saletti, che hanno composto, arrangiato, suonato e prodotto il recentissimo album omonimo.

Tra i concerti da non perdere va segnato in calendario quello del 7 agosto: protagonista uno dei più rappresentativi esponenti del jazz afrocubano, Chucho Valdés, atteso a Baratili San Pietro con Irakere 40.

Altri suoni e atmosfere, sabato 8 agosto a Villa Verde: di scena il progetto Jazz (R)Evolution del cantante e musicista maliano Baba Sissoko con due compagni di viaggio del calibro di Famoudou Don Moye, batterista dell’Art Ensemble of Chicago, e Antonello Salisal pianoforte e alla fisarmonica.

Un trascinante concerto di melodie e ritmi meticci, tra Oriente e Occidente, nella migliore tradizione delle fanfare balcaniche, il 9 agosto a Morgongiori, con King Naat Veliov & the original Kocani Orkestar.

Chiusura all’insegna della festa, la notte di Ferragosto, con il sassofonista nigeriano Orlando Julius, autentico pioniere dell’afrobeat, in arrivo in Sardegna con gli Heliocentrics.

Come da tradizione, Dromos affida alle arti visive il compito di sviluppare il filo conduttore su cui fa perno il cartellone. Tre le mostre che si inaugurano alla Pinacoteca Carlo Contini a Oristano il 30 luglio, allestite in collaborazione con la Pinacoteca e curate da Ivo Serafino Fenu. Due sono fotografiche: la prima, di Egle Picozzi, si intitola “SM”, acronimo della malattia che da circa un anno condiziona gli stati d’animo e le condizioni fisiche dell’artista oristanese, ovvero la sclerosi multipla. La seconda è “Sorridere all’Utopia”, tredici scatti di Lorenzo dell’Uva: volti, panorami e scenari catturati dal reporter e fotografo napoletano nei suoi viaggi per il mondo. “L’Utopia negata” è invece una collezione di Antonio Manca con lavori di Nobuyoshi Araki, Paolo Bianchi, ConiglioViola, Gregory Crewdson, Alberto di Fabio, David LaChapelle, Tatsuo Miyajima, Nino Mustica, Elena Nemkova, Panamarenko, Flavio Piras, Sebastian Piras, Roberto Pugliese, Arash Radpour, Mario Schifano, Ronald Ventura e Entang Wiharso.

Proseguendo nel percorso intrapreso già da anni, Dromos rilancia anche in questa edizione la sua riflessione su temi come l’integrazione e il dialogo attraverso una conferenza di Moni Ovadia (“Le belle utopie”), uno degli artisti più rappresentativi della cultura ebraica in Italia, il 3 agosto a Oristano coadiuvato da Valerio Corzani, e il convegno “Utopie all’orizzonte”, in programma a Baratili San Pietro il 7 agosto: ospite prestigioso Johan Galtung, mediatore di conflitti e fondatore della disciplina accademica di Studi per la Pace. Il sociologo e matematico norvegese dialogherà con Vinicio Busacchi, professore associato di Filosofia Teoretica all’Università di Cagliari.

Baba Sissoko 2 copia Antonello Salis 7Allegato di posta elettronica Chucho Valdes (m) Orlando Julius (m) OY (3m)