29 April, 2024
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Questo pomeriggio la direzione aziendale della Asl Sulcis ha annunciato la ripresa della regolare attività dell’UO di Rianimazione  presso il PO Sirai di Carbonia, un’emergenza parzialmente rientrata, ma i problemi del servizio sanitario pubblico nella Sanità del Sulcis Iglesiente restano molto gravi e per affrontarli alla ricerca di soluzioni, ieri il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, ha chiesto un incontro urgente all’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, con tutti i sindaci del Comuni del territorio.

Vediamo l’intervista realizzata ieri sera con il primo cittadino di Carbonia.

 

Il consigliere regionale Fabio Usai ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, sulla chiusura di Rianimazione e la carenza di personale negli ospedali del Sulcis Iglesiente.

«Da molti anni oramaiha evidenziato Fabio Usaila funzionalità delle strutture ospedaliere del Sulcis Iglesiente risente costantemente della carenza negli organici del personale medico-infermieristico, e ciò influisce negativamente nell’espletamento dei servizi sanitari e nel normale funzionamento dei reparti e degli ambulatori, sia per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera d’emergenza-urgenza che per quella ordinaria e programmata e/o l’attività ambulatoriale. Nondimeno, nelle scorse ore, ancora una volta, come nelle settimane e nei mesi precedenti per ciò che ha riguardato l’attività di chirurgia, è stata sospesa l’attività ordinaria del servizio di rianimazione, garantendo solo le urgenze e provvedendo a trasferire i pazienti nelle strutture ospedaliere del capoluogo regionale.»

«Questo accadeha aggiunto Fabio Usai in conseguenza della mancata programmazione nel passato, e in virtù di normative, regolamenti, prassi, penalizzanti nel reclutamento del personale, soprattutto per le realtà territoriali periferiche-decentrate. Nonché per la decrescente appetibilità delle sedi territoriali, a causa (come in un circolo vizioso) del progressivo depauperamento dei servizi e delle risorse destinate alle stesse, per ogni potenziale professionista sanitario da reclutare o già reclutato per il territorio. A tal proposito, appare sempre più ingiustificata qualsiasi autorizzazione alla mobilità orizzontale, ovvero al trasferimento, di personale dalle strutture ospedaliere del Sulcis Iglesiente ad altre sedi dell’isola.»

«Si vive una situazione di costante incertezza e continua inaffidabilità della sanità territoriale che getta nello sconforto i cittadini del Sulcis Iglesiente e, nel contempo, genera evidenti criticità nei livelli essenziali di assistenza e, di conseguenza, nella qualità di vita generale delle persone ha concluso Fabio Usai -. Si intervenga subito, considerata la situazione d’emergenza insita nelle strutture ospedaliere del Sulcis Iglesiente, per ciò che riguarda la carenza di personale medico-infermieristico e le relative conseguenze nei livelli essenziali d’assistenza, nello specifico in Rianimazione ma recentemente anche in chirurgia e altri reparti, per promuovere ogni possibile azione propedeutica all’implementazione del personale mancante e dunque alla preservazione dei servizi sanitari.»

«Le chiedo di convocare un incontro per la giornata di mercoledì 8 febbraio, alla presenza di tutti i Sindaci del Sulcis Iglesiente, per discutere delle criticità della sanità nel territorio.»

E’ la richiesta fatta oggi da Pietro Morittu, sindaco di Carbonia, all’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, dopo la chiusura del Reparto di Rianimazione del P.O. Sirai di Carbonia e del CTO di Iglesias.

«Siamo in presenza di una situazione grave, sulla quale fare luce immediatamente per correre ai ripari e garantire a tutti i cittadini di Carbonia e del territorio il sacrosanto rispetto del diritto alla salute, così come sancito dall’art. 32 della Costituzionedice Pietro Morittu. Stando alle informazioni che trapelano, sembrerebbe che 3 rianimatori dell’azienda sanitaria locale sarebbero contemporaneamente in malattia, comportando così una situazione di difficoltà nella definizione dei turni non riuscendo, pertanto, a garantire la normale attività.»

«Ho trasferito alla Direttrice generale della ASL Sulcis, la dottoressa Giuliana Campus, e all’assessore regionale della Sanità, prof. Carlo Doriaaggiunge Pietro Morittula necessità di interloquire con Ares per mettere in campo tutte le soluzioni atte a garantire alla ASL Sulcis il personale necessario per assicurare il mantenimento dei servizi essenziali, pur consapevole dell’attuale cronica situazione di difficoltà nel reperire medici a cui richiedere prestazioni aggiuntive. Ho ribadito con fermezza alla dottoressa Campus e al prof. Carlo Doria, la necessità di intervenire prontamente per aumentare la dotazione organica per garantire al P.O. Sirai e al CTO di Iglesias risorse umane e professionalità tali da salvaguardare il rispetto dei livelli essenziali di sanità.»

Giampaolo Cirronis

«La chiusura della rianimazione del CTO e del Sirai mette in pericolo l’assistenza sanitaria del nostro territorio.» I segretari della FP CGIL della Sardegna Sud Occidentale Monica Secci, della FP CISL Claudio Nuscis e della FP UIL Efisio Aresti, hanno chiesto al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria di intervenire immediatamente per il ripristino dei livelli minimi essenziali nella Asl Sulcis, dopo la decisione – definita nefasta – assunta dalla direttrice Giuliana Campus. «Nella speranza di non essere costretti a trasferimenti fuori Regione non ci resta che gridare al disastro informando cittadini ed istituzioni», aggiungono Monica Secci, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti.

«Nella giornata del 3 febbraio 2023 i quattro pazienti ricoverati nel Presidio Ospedaliero CTO sono stati trasferiti rispettivamente, uno alla RSA Rosa del Marganai e tre nel P.O. Sirai, uno dei quali nell’unità coronarica e gli altri due, in sovrannumero, nel reparto Rianimazionescrivono in una nota i tre segretari -. Dopo questo primo spostamento, terminato nelle prime ore del mattino seguente, è iniziato in modo scientifico lo svuotamento totale della rianimazione del Sirai che si prevede avrà termine nella giornata odierna. Tutto si svolge in un clima surreale vista l’estrema velocità con la quale si procede alla traslazione dei pazienti presso altre strutture ospedaliere localizzate in tutta la Regione, al termine della quale, sarà dichiarata la chiusura totale della rianimazione che, a dir loro, sarebbe temporanea. Si fa presente che taluni trasferimenti, sia in ambulanza che con l’elisoccorso, sono ad alto rischio sia per la criticità dei pazienti che per i rischi generici che un trasporto in urgenza comporta.»
«Questa operazione riporta indietro di decenni laSanità del Sulcis Iglesiente e se possibile chiudere un reparto di vitale importanza come la Rianimazione vuol dire che in futuro tutte le chiusure saranno possibili concludono Monica Secci, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti -. Da questa sera i circa 130.000 abitanti del Sulcis Iglesiente non avranno più un posto letto disponibile e saranno trasferiti in altri presidi ospedalieri della regione, occupando dei posti letto che risultano essere appena sufficienti.»

«Chiudendo la rianimazione del CTO, si decreta in maniera subdola la chiusura dell’ospedale, poiché i reparti chirurgici presenti al CTO, senza una rianimazione, non possono operare in sicurezza.»

La denuncia è di Carla Cuccu, consigliera regionale di Idea Sardegna.

«Proprio negli ultimi giorni – aggiunge Carla Cuccusi paventerebbe anche l’ipotesi di utilizzare in prevalenza il laboratorio analisi del P.O. Sirai, giustificando tale scelta con le attività dell’urgenza. Si sta tentando di portare via macchinari dal laboratorio di Iglesias per portarli al Sirai, che ricordiamo è in condizioni precarie e disagiate. Il problema è estremamente grave, si sta privando tutto il bacino iglesiente, di circa 55.000 abitanti, di assistenza sanitaria di base, in piena violazione della rete ospedaliera varata dal Consiglio regionale nel 2017.»
«E’ giunta notizia rimarca Carla Cuccu che essendo andata in pensione la dirigente del Laboratorio analisi del CTO la direttrice generale della ASL Sulcis Iglesiente avrebbe nominato una facente funzioni, sembrerebbe in violazione della normativa del contratto collettivo nazionale dei dirigenti che prevede che si svolga una selezione per individuare i dirigenti. Ho contattato l’Assessore alla Sanità, Carlo Doria, chiedendo che venga immediatamente sollevata la direttrice generale dall’incarico per manifesta incapacità di amministrare la ASL del Sulcis Iglesiente nelle sue articolazioni. Inoltre chiediamo al Governatore della Sardegna Solinas, di farsi garante del rispetto dei livelli minimi essenziali sanitari nell’intero Iglesiente. E’ una situazione disastrosa in cui è ormai necessario l’intervento della Regione. Io, come sempreconclude Carla Cuccu -, mi schiererò accanto ai cittadini, a tutto il bacino dell’Iglesiente ed alle parti sociali, per avere garantito il diritto alla salute in questo territorio depredato ingiustamente da troppo tempo.»

«Il fatto che siano scaduti i contratti delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) nel Sulcis-Iglesiente, significa non poter più disporre della disponibilità operativa di 16 medici  in un territorio che già paga l’assenza cronica di personale sanitario. Significa – per fare un esempio e per spiegare soprattutto a chi, appena insediatosi, non ha evidentemente ben chiari i contorni di certi problemi reali e concreti – che viene meno l’assistenza domiciliare di pazienti positivi al Covid-19 che già si trovano in assistenza domiciliare. Questi 16 medici, oggi senza contratto e mansioni, svolgevano un preziosissimo progetto parallelo di supporto alla medicina del territorio nel settore dell’assistenza domiciliare e in virtù di questo hanno potuto potenziare e garantire anche il regime di continuità assistenziale: terapie infusionali salvavita ed emotrasfusioni, per citare due esempi.»

Il grido d’allarme arriva da Ignazio Locci, sindaco del comune di Sant’Antioco.

«Senza questo servizio, dunque senza un intervento immediato dell’assessore regionale della Sanità Carlo Doria, il rischio è che si crei un ulteriore macello nell’ambito dei servizi sanitari, lasciando i più deboli, i più fragili, senza assistenza e obbligando le famiglie a noleggiare ambulanze o inventare mezzi di trasporto di fortuna per andare a intasare gli ospedaliaggiunge Ignazio Locci -. La medicina del territorio, lo ribadiamo con forza, è il fondamento della tutela della salute e la politica deve mettersi in testa che per affrontare i temi della salute pubblica si parte proprio dal territorio. La medicina territoriale è alla base di tutto: è lì che si vince la battaglia, non negli ospedali. Perché senza il servizio offerto dalle USCA il risultato è che si ingorgano gli ospedali, già provati per situazioni note a tutti.»

«Poiché è altrettanto noto che l’assessore Carlo Doria sia avvezzo alle ispezioniconclude il sindaco di Sant’Antioco -, lo invitiamo a recarsi nei nostri distretti sanitari per fare visita ai PUA (Punto Unico di Accesso) e per capire se davvero possiamo permetterci di perdere il prezioso lavoro offerto dalle USCA.»

La Regione Sardegna ha adottato nuove regole per la movimentazione interna dei capi ovini e bovini alla luce del nuovo focolaio della malattia del cervo  rilevato nei giorni scorsi nel territorio di Busachi.
Due le zone definite: nella prima, Zona A, che comprende i territori nelle province di Sassari, Gallura, Nuoro ed Ogliastra, dove attualmente il virus non è stato rilevato, gli allevamenti potranno movimentare i capi senza vincolo all’interno di tutta la Sardegna. Mentre nella parte restante dell’Isola, Zona B, le movimentazioni saranno consentite senza vincolo all’interno della stessa area e saranno possibili anche spostamenti verso la Zona A, ma solo dopo test  con esito negativo.
Oltre alla deroga alla movimentazione, stabilita per le necessità di benessere animale e di pascolo, la Regione ha indicato anche le modalità di trasporto dei capi per la macellazione. La determina resterà in vigore fino al 10 gennaio e potrà essere modificata in funzione dell’evoluzione della situazione epidemiologica e degli esiti degli accertamenti e delle indagini effettuati dai servizi veterinari.
«Stiamo lavorando in stretto raccordo con il ministero della Salute. Le attività di sorveglianza e controllodichiara l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doriaproseguono scrupolosamente con la massima sollecitudine. La priorità resta quella di poter garantire ai nostri allevatori la ripresa della movimentazione fuori regione, in sicurezza.»

Antonio Caria

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«Da quando si è aperta l’emergenza che ha portato alla chiusura del reparto, non abbiamo mai smesso di lavorare alla ricerca di una soluzione, per garantire un servizio sanitario importante per un presidio strategico come quello di Lanusei, in un territorio complesso come l’Ogliastra. Un risultato che premia il lavoro di squadra coordinato da questo assessorato. Un obiettivo raggiunto, soprattutto, grazie all’intervento dei direttori delle cliniche ortopediche universitarie di Sassari e Cagliari, prof. Carlo Doria e prof. Antonio Capone e del dott. Luciano Cara, responsabile della struttura complessa di Ortopedia e Microchirurgia ricostruttiva dell’ospedale Marino di Cagliari, a cui bisogna rendere onore al merito.»
Lo ha detto questa sera l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, in merito alla riapertura del reparto di Ortopedia dell’ospedale Nostra Signora della Mercede, avvenuta oggi.
«Non è stato un percorso facile – spiega l’assessore – da un lato per la carenza di medici specializzati, dall’altro perché non sempre tutti hanno remato nella stessa direzione. L’importante ora sarà mantenere alta la guardia e iniziare a lavorare sulla riforma sanitaria, che contiamo possa portare quelle risposte strutturali, tali da poter scongiurare una sanità a singhiozzo, così come la stiamo vivendo oggi in Sardegna.»

bty

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Riaprirà lunedì 8 luglio il reparto di Ortopedia dell’ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei. Soddisfazione da parte dell’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu: «Oggi diamo un segnale importante, non solo all’Ogliastra. Grazie a un lavoro corale che ha visto l’impegno del dottor Giuseppe Piras, direttore dell’Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Nostra Signora della Mercede, del professor Carlo Doria e del professor Antonio Capone, delle cliniche ortopediche dell’Università di Sassari e Cagliari, del dottor Luciano Cara, responsabile della struttura complessa di Ortopedia e Microchirurgia ricostruttiva dell’ospedale Marino di Cagliari, della direzione dell’Assl di Lanusei e di tutti gli ortopedici, strutturati e specializzandi, che hanno risposto alla chiamata con grande responsabilità e spirito di servizio, sarà possibile coprire i turni necessari alla riapertura del reparto. Grande disponibilità e collaborazione – sottolinea l’assessore della Sanità – anche da parte della direzione e degli operatori sanitari dell’ospedale di Lanusei, che più di tutti sopportano il peso delle criticità presenti oggi nel nostro sistema sanitario».

Una soluzione d’emergenza quella trovata per l’ospedale Nostra Signora della Mercede: «È l’occasione – aggiunge Mario Nieddu – per ribadire che non c’è nessuna intenzione di chiudere il presidio, né di togliere servizi al territorio, ed è un discorso che vale non solo per l’Ogliastra, ma per tutti i presidi sanitari della Sardegna, oggi in sofferenza per la carenza di personale, che ancora attendono risposte adeguate. La gestione dei problemi non può passare per la chiusura dei reparti. Con il superamento di Ats e la riorganizzazione ospedaliera confidiamo di dare risposte strutturali al sistema, che ci consentano vedere rispettati i diritti dei lavoratori e dei cittadini», conclude l’assessore Mario Nieddu.

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Nei primi giorni di luglio il reparto di Ortopedia dell’ospedale Nostra Signora della Mercede potrà tornare regolarmente in funzione. Lo ha annunciato oggi con grande soddisfazione l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.

«Da quando l’emergenza si è presentata, non ci siamo mai arresi e grazie a lavoro e impegno oggi riusciamo a dare una risposta importante al territorio dell’Ogliastra e ai suoi cittadini. Come ho avuto modo di ribadire più volte non c’è nessuna volontà di chiudere l’ospedale, né di depotenziarlo e oggi abbiamo dimostrato che non sono solo parole.»

In arrivo all’ospedale di Lanusei un ortopedico in comando e due specializzandi che permetteranno di coprire i turni necessari a garantire la riapertura del reparto dell’ospedale ogliastrino.

«Ringrazio – aggiunge l’assessore Mario Nieddu – personalmente il prof. Carlo Doria, direttore della Clinica Ortopedica dell’Università di Sassari, che ha fornito pieno appoggio e collaborazione, con grande sensibilità e per il bene del territorio e dei pazienti, ed il prof. Antonio Capone, direttore della Clinica Ortopedica dell’Università di Cagliari, per la compartecipazione.»

Dopo le formalità amministrative con Ats, il personale potrà iniziare a lavorare nel reparto di Ortopedia di Lanusei.

«Contiamo che le procedure vengano esperite entro fine giugno. Non abbiamo mai smesso – dice Mario Nieddu – di lavorare alla ricerca di una soluzione, dispiace che l’atteggiamento attorno alla questione non sia sempre stato costruttivo e che qualcuno, a più riprese, volesse far passare il messaggio che mancasse la volontà di risolvere il problema.»

Una buona notizia per il territorio dell’Ogliastra, a cui risponde anche il collega di giunta, l’ogliastrino assessore dei Trasporti Giorgio Todde: «Abbiamo dato massimo supporto all’assessore Mario Nieddu, che ringraziamo per l’impegno e posso garantire che questa amministrazione regionale non abbandonerà i territori ed i cittadini»