28 March, 2024
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In ottemperanza all’emergenza sanitaria per evitare il diffondersi del COVID-19 e alle relative nuove disposizioni ministeriali, tutto lo sport si ferma fino al 3 aprile e si fermano gli spettacoli, compresi i concerti. Tra questi, i concerti previsti nel mese di marzo del “PETER PAN ROCK’N ROLL TOUR” di Edoardo Bennato vengono rimandati.
La prima data del calendario aggiornato del Tour è prevista a Cagliari, al Teatro Auditorium, il 4 aprile. La seconda, il giorno successivo, a Sassari, al Teatro Comunale.
I biglietti acquistati per le date originarie restano validi alle medesime modalità di fruizione. Non trattandosi di biglietti nominali potranno anche essere ceduti a terzi, per assistere al concerto.

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Nella serata di sabato 18 gennaio, al Teatro Massimo di Cagliari, il racconto degli aneddoti di vita quotidiana contenuti nei due fortunati libri di Francesco Piccolo “Momenti di trascurabile infelicità” (2010) e “Momenti di trascurabile felicità” (2015). Lo scrittore e sceneggiatore è accompagnato per l’occasione da Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif, attore, conduttore, regista, sceneggiatore e scrittore). I due si alternano sul palco per leggere e recitare i passi più divertenti e significativi dei due libri pubblicati da Einaudi, e accompagnano il pubblico attraverso un viaggio fatto dei tanti piccoli momenti che costellano la vita di ognuno, e che nascondono le piccole e grandi felicità e infelicità della vita. Il pubblico ride e applaude ai piccoli racconti, e lo spettacolo termina lasciando proprio a quest’ultimo la parola, con Pif che cammina tra la platea per dare voce al pubblico cagliaritano. Una signora di Cagliari chiede il microfono e racconta «un momento di trascurabile felicità è quando mando le foto del sole di Cagliari agli amici che vivono fuori», e così altri aneddoti che popolano la vita quotidiana e in cui si nasconde forse l’essenza stessa del vivere.
Lo spettacolo è stato promosso dall’associazione La via del Collegio”, che nei prossimi mesi curerà l’organizzazione, sempre al Teatro Massimo, dei musical “La Bella e la Bestia” (7 e 8 marzo) e “Cenerentola” (21 e 22 marzo) e del concerto di Edoardo Bennato all’Auditorium del Conservatorio (4 aprile).

Valentina Unali

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Carmen Consoli con “Uomini topo”, Ghali con “Cara Italia”, Patrizia Laquidara con “Il cigno (the great Woman)”, Ermal Meta e Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente”, Francesca Michielin con Bolivia”, Roy Paci & Aretuska feat. Willie Peyote con “Salvagente”, i Punkreas con “U-soli”, i Radiodervish con “Nuovi schiavi”, Salmo con “90 min”, i Subsonica con “Punto critico”. Sono questi i dieci brani in lizza per il Premio Amnesty International Italia, sezione Big, l’importante riconoscimento riservato a brani pubblicati da artisti italiani affermati nell’anno precedente che tocchino tematiche sui diritti umani.

Il riconoscimento, nato nel 2003 nell’ambito del festival ‘Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty’, viene assegnato da una giuria di giornalisti, conduttori radiofonici e televisivi, studiosi, rappresentanti di festival, referenti di Amnesty e di Voci per la Libertà. Nella prima fase, le dieci canzoni finaliste sono invece state scelte da Amnesty e Voci per la libertà pescando dalle segnalazioni giunte dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Il vincitore del Premio Amnesty International Italia 2019 sarà ospite nella nuova edizione di Voci per la Libertà, in programma dal 18 al 21 luglio a Rosolina Mare (Rovigo).

Ecco l’albo d’oro del Premio: nel 2003 vinse “Il mio nemico” di Daniele Silvestri, nel 2004 “Pane e coraggio” di Ivano Fossati, nel 2005 “Ebano” dei Modena City Ramblers, nel 2006 “Rwanda” di Paola Turci, nel 2007 “Occhiali Rotti” di Samuele Bersani, nel 2008 “Canenero” dei Subsonica, nel 2009 “Lettere di soldati” di Vinicio Capossela, nel 2010 “Mio zio” di Carmen Consoli, nel 2011 “Genova Brucia” di Simone Cristicchi, nel 2012 “Non è un film” di Frankie Hi-Nrg MC e Fiorella Mannoia, nel 2013 “Gerardo nuvola ‘e Povere” di Enzo Avitabile e Francesco Guccini, nel 2014 “Atto di forza” di Francesco e Max Gazzè, nel 2015 “Scendi giù” di Alessandro Mannarino, nel 2016 “Pronti a salpare” di Edoardo Bennato, nel 2017 “Ballata triste” di Nada, nel 2018 “L’uomo nero” di Brunori Sas.

Nel frattempo è disponibile on line il bando per la 22ª edizione del “Premio Amnesty International Italia Emergenti”, a cui possono partecipare tutti gli artisti emergenti che abbiano un brano legato al tema dei diritti umani, in qualsiasi lingua o dialetto e con qualsiasi genere musicale.

Il bando è disponibile sul sito www.vociperlaliberta.it .

La scadenza del bando è fissata per il 6 maggio, ma gli artisti che si iscriveranno entro il 16 marzo avranno una ulteriore possibilità. Fra tutti loro, infatti, il pubblico potrà votare online il brano migliore, conferendo il Premio Web Social e facendo accedere direttamente l’artista vincitore alle semifinali della fase live.

Fra tutte le iscrizioni arrivate entro il 6 maggio ci sarà inoltre il Premio Under 35 che consentirà al migliore giovane di accedere alle semifinali del concorso. L’Associazione Voci per la Libertà sceglierà poi altre sei proposte, che si batteranno assieme al Premio Web Social e al Premio Under 35 nel concorso dal vivo a Rosolina Mare. Qui una giuria prestigiosa di addetti ai lavori assegnerà il Premio Amnesty International Italia, sezione Emergenti.

 

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Edoardo Bennato sabato 29 settembre sarà ospite al Mei di Faenza, giunto alla sua ventitreesima edizione, per premiare i giovani vincitori del contest “Non sono solo canzonette” dedicato proprio al rocker partenopeo, recentemente uscito con l’edizione rivisitata di “Burattino senza fili”, a quarant’anni dalla sua pubblicazione.

Inoltre l’artista riceverà egli stesso un premio, quello di Rai Radio Live: 

«Sono molto felice che il Premio Radio Live quest’anno vada ad un grande artista, un vero poeta del panorama Rock italiano: Edoardo Bennato. – dichiara il direttore di Radio Live Fabrizio Casinelli -. Negli anni Bennato è stato motivo di coscienza e conoscenza per le nuove generazioni grazie i suoi testi e i suoi memorabili concerti. La sua grande capacità è stata quella di fotografare attraverso le sue canzoni, mai “solo canzonette”, il nostro mondo, dove esistono buoni e cattivi e di incitare quel popolo dalla grande forza umana. In questa era di grandi trasformazioni il suo invito è stato sempre quello di guardare le cose da un altro punto di vista, mai omologarsi, mai essere burattini senza fili.»

A queste parole, si aggiungono quelle di Giordano Sangiorgi, patron del Mei:

«Sono orgoglioso di ospitare al MEI il premio di Rai Radio Live a Edoardo Bennato per i suoi live infuocati in oltre 40 anni di carriera. Artista indipendente e fuori da ogni circuito omologato, rappresenta da sempre un simbolo per la musica d’autore italiana con una lunga serie di album e brani capisaldi della storia della musica del nostro paese.»

L’artista, infine, sarà presente come guest star del Mini Festival de L’AltopArlAnte, che vedrà avvicendarsi sul palco The Lizards’ Invasion, Zuin, Francesco Camin, Rita Zingariello, Giulia Pratelli, Inschemical, Radiolondra, Guaglione e Mau Nera, portando il suo live sul palco della Notte Bianca del Mei in Piazza del Popolo, accompagnato dalle chitarre di Gennaro Porcelli e Giuseppe Scarpato. In questa occasione verrà anche presentata live la compilation Libera Veramente Volume 8, che vede come prima traccia “Mastro Geppetto” di Edoardo Bennato.

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«Quando a suo tempo elaborai il concept album “Burattino senza fili”, la trasposizione in chiave rock del romanzo di Collodi, ne ribaltai però la morale ovvero: proprio quando da burattino Pinocchio diventa bambino, incominciano i guai con i vari “Mangiafuoco”, “Gatto e la Volpe”, “Grillo parlante”, addirittura con la “Fata”. E’ proprio allora che i fili, sebbene invisibili, lo tirano da tutte le parti tentando di manovrarlo a loro uso e consumo. Tralasciai nel disco originale due personaggi fondamentali: “Lucignolo” (quello che porta Pinocchio allo scatafascio nel paese dei balocchi) e soprattutto “Mastro Geppetto”, che poi è l’artefice del burattino, quello che lo ha creato da un semplice pezzo … anzi no ciocco di legno. Confesso che dal punto di vista… diciamo rock era ostico da affrontare!

Ebbene nel 2017 ho trovato, almeno credo di aver trovato, la chiave di volta: mi sono immaginato Geppetto un abile artigiano, insomma un mastro falegname andato in pensione che, rimasto solo si costruisce un burattino: “da mandare a scuola e con cui poter parlare”. Dal punto di vista musicale ho inserito una sezione di fiati che fa da contrappunto al testo. 

Con la regia di Stefano Salvati abbiamo girato un videoclip di altissimo livello, realizzato a Ravenna in una struttura detta “Artificerie Almagià”. Con l’aggiunta di Lucignolo e Mastro Geppetto finalmente il musical di Pinocchio o meglio di Burattino senza fili si può pensare seriamente di metterlo in scena … Ci stiamo lavorando».

Edoardo Bennato

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Amnesty International Italia e Voci per la Libertà annunciano le dieci canzoni candidate quest’anno al Premio Amnesty International Italia, il prestigioso riconoscimento riservato a brani sul tema dei diritti umani pubblicati da big della musica italiana nell’anno precedente.

Una selezione decisamente varia per genere musicale e contenuto, quella di questa edizione. Sono in lizza (qui in ordine alfabetico per artista): “L’uomo nero” di Brunori Sas, “L’uomo che premette” di Caparezza, “Deserto” di Clementino, “Gli anni del silenzio” dei Decibel, “Ora d’aria” di Ghali, “Affermativo” di Jovanotti, “Stelle marine” de Le Luci della centrale elettrica, “Socialismo tropicale” de Lo Stato Sociale, “Vietato morire” di Ermal Meta, “Stiamo tutti bene” di Mirkoeilcane.

Il riconoscimento, nato nel 2003 nell’ambito del festival Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty, viene assegnato da una giuria specializzata (composta da giornalisti, conduttori radiofonici e televisivi, referenti di Amnesty e di Voci per la Libertà). Le dieci canzoni finaliste sono invece scelte da Amnesty e Voci per la libertà da un’ampia rosa di segnalazioni giunte dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Il vincitore del Premio Amnesty International Italia 2018 sarà ospite nella nuova edizione di Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty, che quest’anno si svolgerà dal 19 al 22 luglio a Rosolina Mare (Rovigo).

Ecco l’albo d’oro del Premio:

2003 “Il mio nemico” di Daniele Silvestri

2004 “Pane e coraggio” di Ivano Fossati

2005 “Ebano” dei Modena City Ramblers

2006 “Rwanda” di Paola Turci

2007 “Occhiali Rotti” di Samuele Bersani

2008 “Canenero” dei Subsonica

2009 “Lettere di soldati” di Vinicio Capossela

2010 “Mio zio” di Carmen Consoli

2011 “Genova Brucia” di Simone Cristicchi

2012 “Non è un film” di Frankie Hi-Nrg MC e Fiorella Mannoia

2013 “Gerardo nuvola ‘e Povere” di Enzo Avitabile e Francesco Guccini

2014 “Atto di forza” di Francesco e Max Gazzè

2015 “Scendi giù” di Alessandro Mannarino

2016 “Pronti a salpare” di Edoardo Bennato

2017 “Ballata triste” di Nada

Nel frattempo è disponibile on line il bando per la 21ª edizione del “Premio Amnesty International Italia Emergenti”, a cui possono partecipare tutti gli artisti emergenti che abbiano un brano legato al tema dei diritti umani, in qualsiasi lingua o dialetto e con qualsiasi genere musicale. Il bando è disponibile sul sito www.vociperlaliberta.it .

La scadenza del bando è fissata per il 30 aprile, ma gli artisti che si iscriveranno entro il 10 marzo avranno una ulteriore possibilità. Fra tutti loro, infatti, il pubblico potrà votare online il brano migliore, conferendo il Premio Web Social e facendo accedere direttamente l’artista vincitore alle semifinali della fase live.

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Il festival ‘Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty’ sarà protagonista nel prossimo MEI di Faenza, in programma dal 29 settembre al 1° ottobre, offrendo una parte importante della sua 20a edizione, svoltasi a luglio a Rosolina Mare.

Domenica 1° ottobre sarà cospicua la presenza di artisti portati da Voci per la libertà per il concerto per la pace, la solidarietà e i diritti umani che nel pomeriggio concluderà il Mei: si esibiranno i vincitori dell’ultima edizione Carlo Valente, Elisa Erin Bonono e Amarcord e con loro Diodato, che è stato ospite speciale all’ultimo festival. Durante il concerto interverrà inoltre la vice presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti, che presenterà fra l’altro la campagna #CORAGGIO, dedicata alle persone che difendono i diritti umani e che stanno subendo un livello senza precedenti di persecuzioni, intimidazioni e violenze.

Ma già dal 30 settembre, presso la Galleria Molinella, ci sarà la presentazione dell’opera multimediale “Inalienabile – Musica e Diritti Umani”, un progetto di immagini e riflessioni a cura del collettivo RuheTag e realizzato per “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty”. “Inalienabile” è un percorso sul rapporto tra musica e diritti umani. Un’opera multimediale dal forte impatto emotivo, che vede alternarsi fotografie, voci, luci, video, musiche, con la partecipazione di musicisti come Francesco Guccini, Nada, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Edoardo Bennato, Piotta, Modena City Ramblers, Roy Paci, Simone Cristicchi. Direzione creativa: Silva Rotelli; progetto grafico: Davide Falzone; colonna sonora: Julia Kent.

Durante le giornate di Faenza saranno presenti poi anche altri musicisti legati a Voci per la libertà, come Riky Anelli (finalista a Voci per la Libertà 2015) che venerdì 29 settembre sarà ospite della serata dedicata a Lucio Battisti e Massimo Francescon Band (vincitore del Premio Web 2017) che si esibirà sabato 30 settembre al Palco Corona Cocktail Plaza.

Il legame tra Voci per la Libertà e il Mei è ormai storico: a partire dal 2003, anno in cui il festival è stato premiato dal Meeting come ‘Miglior festival dell’anno’, fino ad oggi il Mei è sempre stato al fianco del festival, supportandolo e collaborandovi.

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Perché spesso in Italia la norma è eccezione e l’anomalia è regola? È quello che si chiedono Andrea Scanzi – giornalista, scrittore e autore teatrale, firma di punta del Fatto Quotidiano – e il cantautore e attore Giulio Casale nel loro “Il sogno di un’Italia”, in scena a Cagliari questo sabato (20 maggio), al Teatro Massimo (Sala M2), per l’organizzazione della cooperativa Forma e Poesia nel Jazz. Già applauditi un paio d’anni fa ne “Le cattive strade”, dove ripercorrevano la carriera di Fabrizio De André, i due tornano nel capoluogo sardo con uno spettacolo di “teatro canzone” ancora più personale e attuale. In parte ispirato al libro “Non è tempo per noi” dello stesso Andrea Scanzi, “Il sogno di un’Italia” è un ritratto del nostro Paese tra il 1984 e il 2004: vent’anni che avrebbero potuto cambiare il nostro Paese ma non l’hanno cambiato, o forse l’hanno addirittura peggiorato, restaurando invece che rinnovando; “Vent’anni senza andare mai a tempo”, come recita il sottotitolo.

Intrecciando narrazione, immagini e canzoni che spaziano da Edoardo Bennato a Ivano Fossati, da Giorgio Gaber a Franco Battiato, da De Gregori a Jeff Buckley, Scanzi e Casale, con la regia di Angelo Generali, rievocano sul palco fatti e personaggi di un’epoca che va dall’edonismo degli anni Ottanta al G8 di Genova, dalla morte di Enrico Berlinguer all’ultimo scatto di Marco Pantani. Vent’anni d’Italia raccontati con spirito critico, ma conservando il desiderio di una vera ripartenza.

Prima di andare in scena, un altro impegno attende a Cagliari Andrea Scanzi, che sabato pomeriggio presenta alla MEM (la Mediateca del Mediterraneo, in via Mameli) il suo secondo romanzo, “I migliori di noi”, nelle librerie dallo scorso novembre: “Un romanzo folgorante sull’amicizia e sull’amore, sul tempo che ci scivola addosso, sulle cose che lasciamo andare, e su quello che abbiamo salvato”. Si comincia alle 17,30; conduce l’incontro il giornalista Simone Cavagnino.

Parole sotto la torre copiaParole sotto la torre 1Gianni Zanata.

“Parole sotto la torre”, nona edizione, ancora Portoscuso, dal 23 al 26 luglio, ancora Sulcis. Un territorio afflitto da un profondo disagio economico, che decide di investire in cultura, nella promozione del libro e della lettura. Prohairesis ha organizzato la manifestazione per cinque anni a Calasetta, poi il cambio di destinazione, nel centro emblema della crisi industriale e occupazionale in Sardegna. Nel 2012 ha lasciato “le chiavi” del festival letterario a un gruppo locale di giovani che in questi anni si sono formati all’interno dello staff operativo, all’associazione Noteapiedipagina, con sede a Carloforte, che firma la rassegna, in collaborazione con il Comune di Portoscuso e il sostegno della Fondazione Banco di Sardegna. La direzione artistica è affidata a Gianni Biondillo, scrittore, architetto, redattore del blog culturale Nazione Indiana, coadiuvato da Saverio Gaeta. Il festival, per l’azione qualificante svolta nel territorio sulcitano, è stato insignito con la Medaglia ai benemeriti della cultura e dell’arte della Presidenza della Repubblica.

Nomi importanti della letteratura nazionale ed internazionale si sono succeduti in questi anni. Oliviero Beha, Paolo Giordano, Nicolai Lilin, Moni Ovadia, Ascanio Celestini, Stefano Benni, Silvia Avallone, Nicola Lecca, Ildefonso Falcones, Emanuele Trevi, Bjorn Larsson, Giulio Giorello, Andrea Molesini, Licia Troisi, Efraim Medina Reyes, Catherine Dunne, Raquel Martos, Georgi Gospodinov, Giorgio Terruzzi, Laura Pariani, Marcos Giralt Torrente: sono solo alcuni degli scrittori che sono passati per “Parole sotto la torre”.

Le verità dell’inganno, il filo conduttore dell’edizione 2015 del festival. «Cosa rende affascinante e misteriosa l’idea che abbiamo dell’arte? Il rapporto ambiguo col concetto di verità. La filosofia classica non aveva dubbi in merito. Gli antichi greci parlavano di alètheia (αλήϑεια): Disvelamento… , scrive Gianni Biondillo… Eppure, quasi a contraltare, da sempre l’arte è il luogo dell’inganno. La vita che viene rappresentata, che sia con una scultura, un dipinto, un poema, proprio perché rappresentata e non vissuta è intrinsecamente falsa… Perché solo attraverso l’inganno, solo attraverso la verosimiglianza, l’artista può dire la verità. Una verità che va oltre al dato oggettivo e diventa universale… Le verità dell’inganno, le uniche ammesse dalla letteratura».

“Parole sotto la torre” prenderà quindi il via nella cittadina sulcitana giovedì 23, fino a domenica 26 luglio. Tutti gli incontri con gli autori saranno ospitati alla Tonnara Su Pranu. Quest’anno si inaugura la collaborazione con Skepto International Film Festival, la rassegna dedicata ai cortometraggi provenienti da tutto il mondo, che da sei anni si svolge con successo a Cagliari. Le prime tre serate del festival si chiuderanno con le proiezioni de Il canto dell’inganno. Dodici corti sulla meraviglia, lo stupore e la verità.

Si comincia giovedì 23, alle 21.30, con Il traduttore malinconico: protagonista Bruno Arpaia, romanziere, giornalista, consulente editoriale e traduttore di letteratura spagnola e latinoamericana. Ha pubblicato diversi romanzi, che hanno ottenuto importanti riconoscimenti, come il Premio Selezione Campiello 2001 per L’angelo della storia, il Premio Letterario Giovanni Comisso 2006 per Il passato davanti a noi, finalista al Premio Strega per L’energia del vuoto. Conduce l’incontro il giornalista Vito Biolchini.

Alle 23.00, a cura di Skepto, Inganni a tempo determinato, con Despina Economopoulou, videomaker di origine greca che vive a Barcellona. Verranno proiettati “I frutti sperati” (15′ – Italia),

“Debtfools” (9′ – Grecia/Spagna), “L’homme qui en connaissait un rayon” (20′- Francia), “Tuesday” (6′ – Svizzera).

Venerdì 24 si parte alle 19.30 con La memoria presente. Sotto i riflettori due scrittori sardi Giulio Angioni e Giulia Clarkson, con la conduzione di Anna Rita Briganti, giornalista culturale (su Repubblica e Donna Moderna), scrittrice e blogger. Angioni, antropologo e romanziere: Le fiamme di Toledo, L’oro di Fraus, Doppio cielo, Il sale sulla ferita, Alba dei giorni bui, Una ignota compagnia, solo per citare alcuni suoi successi editoriali. Sulla faccia della terra è il titolo del suo ultimo romanzo ambientato nella Cagliari medioevale, uscito quest’anno per Feltrinelli e Il Maestrale, votato nello scorso marzo Libro del mese dagli ascoltatori di Fahrenheit, la nota trasmissione in onda su Radio3 Rai. Giulia Clarkson vinse con La città d’acqua (Il Maestrale, 2003) il Premio Grazia Deledda. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su Nuovi Argomenti e nella raccolta Principesse azzurre crescono (Mondadori, 2006). L’eredità dei petali d’avorio (Arkadia Editore, 2015) è il suo ultimo romanzo.

Notizie dal profondo Nord: sono quelle che arriveranno alle 22.00, con Giorgio Fontana ed Enrico Remmert, moderati da Gianni Biondillo. Fontana, classe 1981, “milanese di Saronno”, ha pubblicato quattro romanzi: l’ultimo è Morte di un uomo felice, con cui ha vinto, a sorpresa, il Premio Campiello 2014. Collabora con diverse testate, fra cui Internazionale.it, il Domenicale del Sole 24 ore, Lo Straniero, l’inserto Tuttolibri de La Stampa e Doppiozero. Remmert, torinese, ha pubblicato Rossenotti, La ballata delle canaglie e Strade bianche, tutti editi da Marsilio. Lo scorso anno è uscito per Laterza L’acino fuggente – Sulle Strade del vino tra Monferrato, Langhe e Roero, scritto a quattro mani con Luca Ragagnin (con cui Remmert ha scritto vari libri, tra cui il fortunato Elogio della sbronza consapevole).

Ancora spazio ai cortometraggi alle 23.30: Skepto cura La verità nell’inganno: tra il surreale e l’imprevedibile (parte 1). Sarà presente Nicola Piovesan, laureato al Dams di Bologna, regista e sceneggiatore, autore di cortometraggi, videoclip, animazioni, documentari. Attualmente vive in Estonia, con collaborazioni in tutto il mondo.

Si potranno vedere “Deus in machina” (20′ – Italia), “8 ay” (20′ – Turchia), “Ehi muso giallo” (15′ – Italia).

Sabato 25, primo appuntamento alle 19.30: Resistere a vent’anni, il titolo dell’incontro in cui Camilla Barone, semiologa specializzata in analisi di identità visive e processi creativi (ha insegnato alla IULM e collabora con il Politecnico di Milano) dialogherà con Marco Rovelli, scrittore e musicista, insegnante di storia e filosofia nelle scuole superiori secondarie. Rovelli è giunto alla notorietà nel 2006 con il libro Lager italiani, un reportage narrativo dedicato ai centri di permanenza temporanea. Come musicista ha vinto con il suo gruppo il premio Ciampi 2002 per il miglior album d’esordio. È anche autore teatrale.

Alle 22 Nero metropolitano: Gianni Biondillo incontra Maurizio De Giovanni, che nel 2005 si è guadagnato la notorietà con il libro giallo I vivi e i morti (e il suo Commissario Ricciardi), ambientato nella Napoli degli anni Trenta, con cui ha ottenuto diversi riconoscimenti. Ha pubblicato per Mondadori ed Einaudi Stile Libero, consacrandosi tra i più importanti giallisti italiani (ha vinto il Premio Selezione Bancarella, il Premio Camaiore Letteratura Gialla e il Premio Giuria Viareggio). Per la serie del Commissario Ricciardi l’ultima pubblicazione risale allo scorso giugno, Anime di vetro. Falene per il commissario Ricciardi (Einaudi). Sempre quest’anno ha licenziato Il resto della settimana (Rizzoli), romanzo dedicato alla sua grande passione per il calcio. I suoi libri sono stati tradotti e pubblicati anche all’estero. Conduce Anna Rita Briganti.

Alle 23.30 scatta l’ora de La verità nell’inganno: tra il surreale e l’imprevedibile (parte 2). La sezione Il canto dell’inganno. Dodici corti sulla meraviglia, lo stupore e la verità, curata da Skepto, ospita Matt Willis-Jones. Londinese, con studi di cinema a Chicago, ha lavorato nella post-produzione di importanti film e serie tv. Dal 2005 vive e lavora in Norvegia, i suoi film sono stati proiettati in più di 30 festival internazionali e hanno ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui una menzione speciale allo Skepto International Film Festival 2013 perA Short Film on Conformity e il premio per la Miglior Web Series al MAshRome 2014 per Everything is Perfect and There are no Problems.

Chiudono la serie di proiezioni “Dos caras” (14′ – Argentina), “A Short Film on Conformity” (10′ Norvegia), “Not funny” (15′ – Spagna), “Hotel” (11′ – Spagna).

Il sipario sulla nona edizione di “Parole sotto la torre” calerà domenica 26 luglio. Gianni Biondillo,  alle 21, conduce Cantarle fuori dai denti, l’incontro con Luciana Parisi e Daniele Sanzone. Parisi ha collaborato con diverse testate, Donna Moderna, La Stampa, Repubblica delle Donne; oggi, dopo le esperienze a Rai News 24 e al Giornale Radio, lavora come giornalista per la redazione cultura del Tg3 Rai. Sanzone, napoletano, laurea in Filosofia, è fondatore, autore e voce della rock band ‘A67. È stato finalista al premio Tenco nel 2008 e ha all’attivo numerose collaborazioni con musicisti e scrittori come Edoardo Bennato, Mauro Pagani, Caparezza, Raiz, James Senese, Roberto Saviano, Giancarlo De Cataldo, Valeria Parrella. Scrive o ha scritto su camorra e illegalità per La Repubblica XL, Corriere del Mezzogiorno, Donna Moderna, Tgcom24, La Repubblica e Il Fatto Quotidiano online, dove cura il Blog degli ‘A67. È autore e conduttore del programma Brain Food su Fanpage.it. Nel 2014 ha pubblicato il suo primo libro, Camorra Sound, con il quale ha vinto il Premio Paolo Borsellino.

Si chiude in musica alle 22.30, con Verità rubate e bellezze dal profumo di passione e riscatto, Lello Analfino & Tinturia in concerto acustico. Analfino è entrato nella band nel 1996, ha iniziato suonando le tastiere, per poi diventare il cantante e il frontman del gruppo. E’ autore dei testi e delle musiche dei Tinturia, che spaziano con creatività dal pop al reggae, dal funk al rap, con un pizzico di folk di radice siciliana.

Si è conclusa sabato sera, alla Cantina Santadi, l’edizione 2015 del Carignano Music Experience, la rassegna finanziata dal GAL Sulcis Iglesiente e dalla Regione Autonoma della Sardegna, promossa dall’Associazione Strada del vino Carignano del Sulcis Iglesiente con tutte le Cantine vitivinicole del Sulcis produttrici di Carignano Doc, e organizzata per la parte musicale da Capricorn Concerti sotto la direzione artistica del maestro Fabio Furia.

Protagonista della serata con un’esibizione strepitosa, è stato Matthew Lee, un giovane talento della scena musicale, con il suo “International live concert”. Reduce dal successo nella categoria giovani del “Coca-Cola Summer Festival #daiunbacio” con il brano “È tempo d’altri tempi”, l’artista pesarese si è confermato uno straordinario performer, pianista estroverso e cantante innamorato del rock’n’roll che non si è abbattuto da giovane per la “bocciatura” ricevuta dai docenti del Conservatorio ed ha fatto suoi gli insegnamenti dei grandi maestri, diventando un vero e proprio fenomeno degli 88 tasti che suona anche in condizioni estreme, come emerge chiaramente dal servizio fotografico allegato.

Nonostante la giovane età, 33 anni, Matthew Lee ha già alle spalle oltre 1.000 concerti tenuti in tutto il mondo: Italia, Belgio, Inghilterra, Francia, Svizzera, Slovenia, Olanda, Germania, Stati Uniti, Africa. La stampa internazionale gli ha dedicato importanti recensioni, arrivando a definirlo “Il Genio del Rock’n’roll”.
A Santadi ha eseguito, tra gli altri, il brano con il quale ha vinto il Coca-Cola Summer Festival #daiunbacio“,“È tempo d’altri tempi”, la cover de “L’Isola che non c’è” di Edoardo Bennato, molti classici del rock’n’roll eseguiti con arrangiamenti originali, riuscendo a creare un feeling speciale con il pubblico, grazie ad una straordinaria, innata capacità comunicativa.
La seconda parte della serata, come vuole la tradizione della rassegna, è stata impreziosita dall’arte culinaria dello chef Achille Pinna, socio della Strada del vino Carignano, che anche questa volta ha preparato un piatto delizioso, accompagnato dalle degustazioni dei vini della Cantina Santadi, tra i quali quel Terre Brune che non più tardi di un paio di settimane fa, è stato l’artefice della conquista dell’Oscar del Vino 2015.

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