20 April, 2024
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E’ stato proiettato venerdì sera, nella sala conferenze del Consorzio industriale provinciale Carbonia Iglesias, il film “Fino in fondo”, scritto e diretto da Tomaso Mannoni e Alberto Badas, musiche di Alessandro Pintus e Stefano Rachel, mix audio di Edoardo Sirocchi. 

La serata, a ingresso libero e gratuito, è stata promossa dall’Associazione Enti Locali Per Lo Spettacolo in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Carbonia-Iglesias della Società Umanitaria.

«Quando il lavoro finisce inizia la rabbia! Lavoratori del polo industriale del Sulcis sono determinati a lottare seguendo l’esempio storico dei padri uniti da un irrinunciabile oggetto di identità: il casco!»

Il film ripercorre le tappe della grande vertenza per il lavoro del Sulcis Iglesiente, a partire dalla visita dei ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca alla Grande miniera di Serbariu del 12 novembre 2012, conclusasi, in un clima pesantissimo, con la firma del Piano Sulcis. Protagonisti i lavoratori in lotta per le grandi vertenze Alcoa, Eurallumina, Ex Ila. I registi – alla proiezione era presente Tomaso Mannoni – hanno proposto immagini e interviste realizzate nel territorio, a Cagliari e a Roma.

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«Il Governo crede nella strategia nazionale sulle aree interne, che rappresentano il 15% del territorio nazionale, perché da questi territori può venire una forza enorme: e proprio la globalizzazione, se ben giocata, può essere per queste zone una chance importante, grazie a una domanda di turismo da parte di milioni di persone che arrivano da quello che una volta era chiamato il terzo mondo e che vogliono diversificazione. Noi, con le nostre aree interne, possiamo offrire tutto questo se non stiamo isolati in piccoli gruppi ma stiamo assieme e uniamo le forze.»

Lo ha detto, ad Ales, l’ex ministro della Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, responsabile per il governo del progetto sulle zone interne di tutt’Italia.

Quello dell’Alta Marmilla è uno dei progetti pilota nazionali: 8 milioni di euro fra fondi nazionali ed europei per lo sviluppo dell’Alta Marmilla. Sanità, istruzione, mobilità e agroalimentare i temi sui quali il progetto deve incardinarsi, per garantire la qualità della vita delle persone e puntare su uno sviluppo che parta dalle vocazioni locali e riesca a creare lavoro, unico antidoto contro lo spopolamento. La tempistica è rispettata: dopo lo step di oggi in cui i progetti sono stati definitivamente illustrati, a settembre si definirà un Accordo di programma quadro. Quello dell’Alta Marmilla, dunque, è uno dei primi 6 progetti in Italia già pronti a partire. «Quando hai forti identità locali hai vantaggi ma anche un rischio, se non sei aperto: rimani solo e hai problemi di socializzazione – ha sottolineato Fabrizio Barca -. Il tentativo dell’operazione in corso, che riflette la constatazione di un calo demografico molto grave in Sardegna ma anche in Liguria, in Basilicata, in alcune aree del Piemonte, è quello di contrastare questo calo giocando le carte contemporanee della globalizzazione e della localizzazione, cioè aprendo questi territori, aumentandone la connettività interna, mettendo insieme i comuni, i produttori, aumentando la capacità di pubblico e privato di cooperare insieme».
Una filosofia pienamente condivisa dall’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci. «Questo è un esperimento estremamente importante, nel quale abbiamo creduto sin dall’inizio: affrontare il tema dello spopolamento in modo integrato, pensando anche ai servizi di base quindi sanità, mobilità, scuola. È un intervento complesso, che richiede la piena partecipazione dei Ministeri e non solo delle Regioni e delle comunità locali, e lo porteremo in altre zone, prima fra tutte il Gennargentu Mandrolisai, che vogliamo far rientrare nella strategia nazionale. Questo modello lo replicheremo in tutti i territori, attraverso l’integrazione di fondi e di idee, focalizzando l’attenzione sui punti di forza delle nostre zone interne che sono il paesaggio, la qualità della vita, le tradizioni, le competenze, l’identità, tutte cose che si traducono in prodotti dell’agroalimentare ma anche del manifatturiero e dell’artigianato tradizionale. C’è grande domanda di queste tipicità a livello mondiale, la globalizzazione fa sì che ci siano molti più consumatori in Paesi come la Cina, l’India, il Brasile, la Russia che hanno ormai disponibilità a pagare prodotti di alta qualità che arrivano da fuori. Sono prodotti della nostra identità che nessuno ci può copiare – ha concluso il vicepresidente della Regione – dobbiamo esportarli e farli conoscere in modo che poi diventino il veicolo per attrarre il consumatore nel luogo di provenienza dei prodotti, e questo permetterà al nostro turismo anche nei mesi di spalla di crescere adeguatamente».
Per individuare le aree candidabili al programma nazionale sono stati utilizzati tre criteri: comune non costiero, ad alto rischio di spopolamento e ricadente in aree periferiche o ultraperiferiche. Sono stati individuati 116 Comuni appartenenti a 21 Unioni di Comuni o Comunità montane in base a criteri di perifericità e malessere demografico, poi selezionate 13 aree comparate rispetto all’indicatore “comuni a rischio scomparsa”. A luglio 2014 sono stati effettuati due focus group presso le comunità locali delle due aree interne “finaliste” (Alta Marmilla e Barbagia-Mandrolisai), seguiti da un rapporto che ha consentito all’Unità di missione nazionale (Comitato tecnico aree interne) e Regione di individuare l’Alta Marmilla come prima area prototipo su cui far partire la sperimentazione della SNAI, la Strategia nazionale per le aree interne. L’Alta Marmilla si estende su 35 chilometri quadrati e comprende 20 piccoli comuni di cui ben 8 a rischio estinzione entro il 2070.

Il viceministro dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti è stato nominato sottosegretario della presidenza del Consiglio nel posto lasciato vacante dal neo ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Claudio De Vincenti conosce molto bene la situazione di crisi in cui versa la Sardegna, avendo seguito in prima persona, prima da sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico, poi da viceministro dello stesso Ministero, le vicende legate alle vertenze Alcoa ed Eurallumina e più complessivamente il Piano Sulcis. Il neo sottosegretario della presidenza del Consiglio faceva parte della delegazione ministeriale del Governo Monti che quel 13 novembre 2012 giunse alla Grande miniera di Serbariu, per firmare il Piano Sulcis, in una giornata che rimarrà scolpita nella storia del territorio anche per la “ripartenza in elicottero dalla Grande Miniera” dei ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera, del ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca e dello stesso Claudio De Vincenti, in un clima di grandissima tensione.

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Si è conclusa ieri la visita in Sardegna della delegazione interministeriale guidata dall’ex ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, che affiancata da uno staff tecnico della #Regione Sardegna sta valutando un territorio da inserire nella Strategia nazionale delle aree interne (#Programmazione 2014-2020). Alla fine la decisione spetterà alla Regione, che integrerà il finanziamento di circa 3,8 milioni di euro. I fondi saranno investiti contro lo spopolamento, promuovendo lo sviluppo economico e dei servizi sanitari, dell’istruzione e formazione professionale, della mobilità.
Dopo la visita ad Ales, nell’#Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla, la delegazione si è spostata ieri a Teti, nella Comunità montana del Gennargentu – Mandrolisai.
Undici comuni sparsi fra un’area montana e collinare con ricchezze ambientali e archeologiche preziosissime.
Si va dall’ovicaprino, con la trasformazione dei prodotti nel caseificio di Meana Sardo, alla viticoltura, al settore del sughero, dei legnami, frutta secca e carni. Per il sindaco di Tonara, Pier Paolo Sau, è molto importante l’agroalimentare con la produzione del torrone, dove viene lavorato tutto il miele e la frutta secca della Sardegna.
«I dati sulle imprese, ogni mille abitanti – ha aggiunto il delegato ministeriale di Invitalia, Giovanni Carrosio – sono molto più alti rispetto alla media regionale sarda e rispetto alla media delle zone interne nazionali.»
La mobilità e i trasporti sono una forte criticità del territorio, che amministratori e imprenditori chiedono di rivedere e migliorare con urgenza.
«I nostri punti deboli – ha detto il sindaco di Tonara – sono l’enorme distanza dai servizi primari: scuole, ospedali, tribunali».
Sabrina Lucatelli, coordinatrice della missione ministeriale e in rappresentanza del #dipartimento dello Sviluppo economico, ha detto che è necessario anche «investire in servizi di trasporto pubblico ad hoc, con chiamata diretta come avviene già a Perugia. Sarebbe auspicabile poi cambiare il parco macchine con l’utilizzo di bus più piccoli». 
Sparsi nei paesi della Comunità montana esistono 6 musei, mentre rimane ancora sotto la media l’offerta dei posti letto nelle strutture di accoglienza.
Il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Atzara, Luca Tedde, ha descritto le pluriclassi presenti in alcuni Comuni come «un luogo impossibile dove fare una buona scuola». In questa zona non è poi presente un centro educativo per i bambini da zero a tre anni.
«Non vogliamo tanti soldi – ha precisato Tedde – ma vogliamo spendere bene i soldi con un unico progetto che aiuti le scuole a sfruttare tutte le tecniche che la didattica mette in campo, per esempio le nuove tecnologie.»
Particolarmente interessanti sono stati gli interventi di Giobbe Lahouioui, studente e rappresentante della Rete della conoscenza, e dell’insegnante dell’Istituto agrario di Sorgono, Maurizio Fadda. Sul piano tecnico si è rilevato che l’abbandono scolastico è nella media rispetto alle altre zone interne, mentre «l’offerta formativa – ha detto Gerardo Cardillo, di #Invitalia – è coerente con le esigenze economiche del territorio».
Sul settore sanitario a Sorgono è presente il secondo ospedale della provincia dopo quello di Nuoro e la telemedicina non esiste. Diversi amministratori hanno fatto notare che «se un cittadino dovesse far visionare una radiografia fatta a Sorgono, in un altro centro sanitario, dovrebbe portarla personalmente anziché poter contare in un invio di posta elettronica fra le strutture». 
Fabrizio Barca, nella sua relazione finale, ha sottolineato che il tratto caratterizzante emerso dai dati di studio e dal confronto di oggi è legato alla specificità del fare impresa in queste aree: «Qui siete stati capaci di tradurre la specificità, il lavoro, prestando attenzione alla domanda del mercato globale».
Sul campo agroalimentare l’ex ministro ha poi suggerito di valorizzare la «tracciabilità e la comunicatività sui prodotti che nella vendita andrebbero più legati al territorio di provenienza». Sulla scuola e su un’istruzione da migliorare ha invece spiegato che l’accorpamento degli istituti deve essere una strada da prendere in considerazione per convogliare le risorse su un unico punto. Un modo per avere scuole migliori, con strumenti all’avanguardia che permettano una formazione qualitativamente più elevata.
La prossima mossa tocca alla Regione che a breve dovrà individuare uno dei due territori esaminati. La partenza del progetto pilota è prevista per gennaio 2015.

 

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È arrivata questa mattina a Cagliari la delegazione interministeriale guidata dall’ex @ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, oggi dirigente generale del ministero dell’Economia e Finanze, che in una due giorni di incontri farà il punto sulla “Strategia nazionale per le aree interne” nella programmazione 2014-2020. Un viaggio che interessa tutte le regioni d’Italia e che fra oggi è domani farà tappa in Sardegna nei territori dell’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla e della Comunità montana del Gennargentu – Mandrolisai: le due aree prototipo individuate per il progetto nella regione. Dopo un monitoraggio e una valutazione finale, l’unico finanziamento pilota per la Sardegna per lo Sviluppo economico nelle aree rurali sarà destinato a uno di questi soggetti e sarà operativo da gennaio 2015.
Il progetto prevede un investimento di 3milioni e 800mila euro finalizzato a “combattere lo spopolamento e a creare una migliore qualità della vita” con la creazione di sviluppo e occupazione. Nel piano di intervento, sono state definite aree interne quelle “significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), ricche di importanti risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate per natura e a seguito di secolari processi di antropizzazione”.
La strategia del progetto si articola su due linee: precondizione dello sviluppo e progetti di sviluppo locale. I primi si articolano sulla disponibilità nel territorio di un’adeguata offerta di beni/servizi di base: sanitari, istruzione e formazione professionale, mobilità. Mentre i secondi individuano gli ambiti dove devono ricadere i progetti: tutela attiva del territorio/sostenibilità ambientale; valorizzazione del capitale naturale/culturale e del turismo; valorizzazione dei sistemi agroalimentari; attivazione di filiere delle energie rinnovabili; saper fare e artigianato.
Ad Ales (Or), nella sede dell’Unione dei comuni dell’Alta Marmilla si è tenuto questo pomeriggio il primo incontro, il confronto fra la delegazione guidata dall’ex ministro e gli attori locali: amministratori e liberi professionisti. Il territorio si estende su 35mila ettari, comprende 20 comuni, 10.279 abitanti e circa il 30% della popolazione in età anziana. Sono 8 i paesi che rischiano di scomparire entro il 2070, mentre in 9 comuni non sono più presenti le scuole.
«Gli iscritti – ha spiegato la dirigente dell’istituto comprensivo dei comuni dell’Unione, Annalisa Frau – sono 508 suddivisi in13 sedi scolastiche dislocate in 11 comuni».
La vocazione economica del territorio è legata soprattutto al settore agricolo.
Ha espresso soddisfazione per il confronto Sabrina Lucarelli, del dipartimento Politiche per lo sviluppo, che a margine della sessione dedicata alla mobilità ha detto: «Da febbraio a oggi abbiamo visitato 27 territori e qui abbiamo trovato un’area matura, con sindaci lucidi e con relatori che hanno fatto un’analisi accurata della situazione».
«Ci avete fatto sentire la gravità di questo territorio senza retorica – ha spiegato Barca – la Regione ha fatto un lavoro significativo sulla definizione delle aree interne, superiore a quello che abbiamo realizzato noi». Fra le criticità emerse nell’incontro, l’ex ministro ha ricordato che sono troppo poche 87 imprese ogni 1.000 abitanti e che 3 studenti ogni 100 abitanti stanno esageratamente al di sotto della media delle zone interne nazionali. Positivo invece il fatto che si siano accorpate numerose scuole e che si siano creati i servizi di collegamento. «In passato la discontinuità, il ritardo e la rigidità delle regole hanno reso poco efficaci gli investimenti – ha aggiunto Barca – oggi bisogna fare rete nel territorio e rete con le altre aree interne per contare nel tavolo decisionale della politica». 
Questa mattina si erano già tenuti una serie di incontri in Regione a Cagliari fra Barca, l’assessore della Programmazione e bilancio, Raffaele Paci, l’assessore della Cultura, Claudia Firino, e il capo di gabinetto della presidenza, Filippo Spanu. Una tavola rotonda allargata ai tecnici ministeriali, ai colleghi regionali e ai direttori generali degli assessorati ha poi chiuso la mattinata in viale Trento.
Il prossimo appuntamento è per domani mattina, alle ore 10.00, a Teti (Nu).

 

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Una delegazione dei ministeri guidata dal direttore generale del ministero dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Barca, sarà oggi e domani, 17 e 18 luglio 2014, ad Ales (OR) e Teti (NU) per un sopralluogo tecnico e una serie di incontri sul territorio. 
Saranno due giorni in Sardegna per individuare il territorio pilota da includere nella “Strategia nazionale per le aree interne”.
Stamattina, prima del trasferimento sul territorio, Fabrizio Barca e i delegati ministeriali, hanno incontrato l’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci, quello della Pubblica istruzione, Claudia Firino, e i direttori generali della Presidenza, degli assessorati e i dirigenti del Centro regionale di Programmazione. Nel corso dell’incontro con Paci e Firino, al direttore generale del Ministero è stato presentato il #progetto Iscol@, col quale la Giunta sta compiendo un intervento strutturale nel campo dell’istruzione sia per rendere agibili ed accoglienti gli edifici scolastici sia per combattere la dispersione scolastica, tra le più alte in Italia. Per gli esponenti della Giunta Pigliaru, Iscol@ è inteso anche come una risorsa per il rilancio dell’economia, soprattutto nelle aree più deboli come quelle dell’interno dell’Isola.
«La scuola può essere una spia molto precisa dell’innovatività e della creatività di un territorio – ha commentato Barca -, apprezzo molto l’idea di mettere insieme l’intervento sulla scuola e lo sviluppo territoriale, soprattutto perché punta a creare un dialogo molto forte coi sindaci.»
Per l’assessore Claudia Firino, «l’esigenza è quella di aprire un confronto ampio col governo centrale per intervenire in modo efficace dove ci sono i problemi veri della scuola in Sardegna», mentre per l’assessore Paci «il rapporto con i Comuni è fondamentale, soprattutto per mettere finalmente in atto interventi concreti per le aree interne: questa sperimentazione del Ministero è un primo passo». 
Nella due giorni, la “missione di campo” del Ministero seguirà un fitto programma di incontri su sviluppo locale, mobilità, scuola e salute con le due aree candidate, individuate nell’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla e nella Comunità montana del Gennargentu Mandrolisai. La Strategia nazionale, relativa alla Programmazione 2014/2020 dei fondi strutturali e di investimento europei, prevede azioni in due ambiti specifici: pre condizioni per lo sviluppo territoriale e promozione di progetti di sviluppo locale. L’obiettivo è quello di restituire attrattività ai territori con il finanziamento e la realizzazione di migliori servizi sanitari, formativi e nella mobilità. La seconda linea invece è relativa ai “progetti di sviluppo locale”: tutela attiva del territorio, valorizzazione del capitale naturale/culturale anche in chiave turistica, valorizzazione dei sistemi agroalimentari, attivazione di filiere nelle energie rinnovabili, rilancio dell’artigianato sui mercati. Nell’area prescelta, il programma sperimentale diventerà operativo dal gennaio 2015.

 

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A metà maggio il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha delegato le sue funzioni di coordinamento del #Piano Sulcis a Tore Cherchi, ex presidente della #provincia di Carbonia Iglesias, con l’obiettivo di dare impulso all’attuazione dello stesso. La delega non modifica il modello di governance indicato nel protocollo.

Tore Cherchi ha riassunto lo stato di attuazione del Piano Sulcis al 30 giugno 2014 come definito nel protocollo d’intesa concernente gli “obiettivi e le condizioni generali di sviluppo e la attuazione dei relativi programmi nel Sulcis Iglesiente”, sottoscritto a Carbonia il 13 novembre 2013, dai ministri per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, e della Coesione territoriale e del Lavoro, Fabrizio Barca, da lui stesso nella veste di presidente della provincia di Carbonia Iglesias e dai sindaci dei 23 comuni del territorio, che ha trasmesso ai sindaci, che riportiamo integralmente.

OBIETTIVI, RISORSE E GOVERNANCE DEL PIANO

Il Protocollo d’Intesa sul Piano, fissa sette linee guida:

• salvaguardia del tessuto produttivo attraverso iniziative industrialmente sostenibili;

• realizzazione di un Centro di eccellenza per ricerca e produzione di energia eco-compatibile (cd Polo tecnologico energia). E’ compreso il progetto sulla cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS);

• individuazione di nuove prospettive di sviluppo con particolare attenzione alle macro aree delle: 1) filiera dell’energia pulita e dell’agro-energia eco-compatibile, compresa la realizzazione a Portovesme della base logistica del progetto GALSI per il metano; 2) filiera per il risanamento ambientale; 3) filiera agro-alimentare peculiare del territorio; 4) filiera del turismo, compreso il rilancio del Parco Geominerario.

• definizione di adeguati piani di formazione e riqualificazione professionale compresa la sperimentazione di flex security per i lavoratori espulsi dal ciclo di produzione industriale;

• sviluppo dei Centri di ricerca già esistenti sul territorio e realizzazione di un nuovo polo specializzato nelle tecnologie del risanamento ambientale dei suoli e delle acque;

• definizione di un’adeguata governance anche con il ricorso a misure straordinarie. Si stabilisce che entro 60 giorni, cioè entro il 13 gennaio 2013, i soggetti sottoscrittori del Protocollo, definiscono l’Intesa attuativa.

Le risorse assegnate al Piano con il Protocollo d’Intesa ammontano a 451 mln/€. Con successivi provvedimenti, le risorse sono state integrate sino a 623,8 mln/€. Sono da sommare ulteriori 7,5 mln € assegnati al Comune di Sant’Antioco per interventi ambientali in aree adiacenti a quella della ex Sardamag. Questa cifra è approssimata per difetto poiché non comprende risorse per investimenti di amministrazioni pubbliche, correlati a obiettivi del Piano Sulcis. Le risorse pubbliche sono una leva per investimenti privati che iniziano a prendere consistenza, come nei casi di Eurallumina (188 mln €), Biofuel (230 mln €), 38 piccole imprese dell’agroalimentare e del turismo (… €).

Le risorse sono ripartite per macro-programmi: 1 – Infrastrutture, 167,6 mln/€. Interventi principali: infrastrutturazione energetica Portovesme, 20 mln/€; Polo tecnologico energia, 8,3 mln/€; recupero approdi minerari ed approdi minori, 5,6 mln/€; sistema portuale turistico (Sant’Antioco compreso istmo, Carloforte, Calasetta, Buggerru), 37,9 mln/€; integrazione fabbisogno finanziario per porto industriale Portovesme, 7 mln/€ (da sommare a 8,4 mln/€ già disponibili e non compresi nel prospetto finanziario del Piano); collegamento idrico sistema Flumendosa – Sulcis 50 mln/€ (con successiva deliberazione di GR il fabbisogno finanziario è stato definito in 60 mln/€); adeguamento SS Carbonia – San Giovanni Suergiu – Giba, 30 mln/€; delimitazione zona franca Portovesme 1mln/€; altri interventi 7,8 mln/€. 2 – Ambiente e Bonifiche, 177,7 mln/€, compresi gli interventi nel Guspinese connesso all’Iglesiente. Per interventi ambientali contigui all’area ex Sardamag, erano già disponibili 7,5 mln€. 3 – Interventi a sostegno delle filiere produttive, 100 mln/€, di cui 10 mln/€ sono fondi regionali per bandi per pmi e 90 mln/€ sono fondi statali liberati dal PON SIl 2000/2006, finalizzati a Contratti di sviluppo. 4 – Call for Proposal, cioè il bando internazionale per idee innovative per il Sulcis Iglesiente, 55,7 mln/€. Come detto precedentemente, le risorse assegnate alla data della sottoscrizione del Protocollo sono state successivamente integrate con: 124,4 mln/€ per la fiscalità di vantaggio (2) delle piccole imprese (zona franca urbana); 10 mln/€ per copertura maggiore fabbisogno finanziario del collegamento del sistema idrico del Sulcis a quello del Flumendosa (3); 30 mln/€ dal Pianopluriennale di Ricerca per i programmi del polo tecnologico energia cui si dovrebbero sommare altri 30 milioni di reperimento ancora imprecisato.

Tenuto conto della preesistente disponibilità per il porto industriale di Portovesme (8,4 mln/€), le risorse pubbliche confluenti sul Piano Sulcis valgono 630,3 mln/€. Governance e Modalità operative. Il Protocollo, oltre la già richiamata Intesa attuativa, precisa che:

• la definizione dei tempi di attuazione è fatta con cronoprogramma fissato dalla Regione e dal Governo;

• la gestione avviene attraverso Accordi di Programma, con il supporto di Invitalia;

• si costituisce un Coordinamento rappresentativo di tutte le Istituzioni nazionali, regionale e territoriali;

• per l’attuazione, si ricorre alle risorse professionali interne alle Amministrazioni interessate;

• Il monitoraggio pubblico avviene attraverso il portale Open coesione.gov.it. Il Protocollo contiene una parte relativa ai problemi occupazionali con impegni concernenti: 1) tutela del reddito e ammortizzatori sociali; 2) politiche attive del lavoro e flexsecurity; 3) cabina di regia affidata a persona con “capacità manageriale superiore” per la gestione di “formazione, riqualificazione e avviamento al lavoro” del personale espulso dai cicli produttivi.

SINTESI DELLO STATO DI ATTUAZIONE

Il piano Sulcis per effetto del Protocollo d’Intesa sottoscritto il 13 novembre 2012 fra Stato, Regione ed Enti locali, e di successivi provvedimenti collegati allo stesso Protocollo, ha una dotazione finanziaria di risorse pubbliche di 623,8 milioni di euro. Considerando 7,5 milioni di euro assegnati al Comune di Sant’Antioco per interventi ambientali nell’area contigua con quella ex Sardamag. Il totale è pari a 631,3 milioni di euro. L’attuazione del Piano registra al 30 giugno 2014: fisco per le piccole e micro imprese. L’applicazione del regime fiscale e contributivo di #Zona Franca Urbana (unico caso in Italia) a 4.359 piccole e micro imprese del territorio provinciale per un equivalente di 124,4 milioni di euro, è pienamente operativa. La Regione accantonerà le quote fiscali di competenza (Irap e 70% di Irpef e Ires) per costituire una prima dote finanziaria per l’applicazione del regime di ZFU secondo la modulazione prevista in legge per 14 anni. Sarà valutata la selettività della misura verso in favore delle imprese a maggior prospettiva di sviluppo.

Grande impresa.

• E’ in approvazione in data odierna, il Contratto di Sviluppo (CS) per Eurallumina che investirà 188 milioni di euro. Il CS è agevolato con risorse del Piano Sulcis per circa 8 milioni di euro a fondo perduto e con un finanziamento di 67 milioni di euro da rimborsare in otto anni dal riavvio della produzione. E’ in formulazione un Accordo di Programma per l’ampliamento e la gestione del bacino dei fanghi rossi. Tale accordo è rilevante per avere il dissequestro dello stesso bacino. Si prevede che l’investimento Eurallumina possa dare luogo all’apertura del cantiere a partire dalla fine del primo semestre 2015 (250 occupati in cantiere per 2 anni).

• E’ in via di definizione il Contratto di Sviluppo per la realizzazione di un impianto a Portovesme, per la produzione di biofuel. L’azienda Mossi e Ghisolfi dichiara di voler essere in cantiere all’inizio del 2015. L’occupazione di cantiere è di 600 unità medie per 2 anni, con una punta di 800 unità. L’investimento è stimato in circa 230 milioni di euro, con un’occupazione diretta e indotta di circa 300 unità.

• Alcoa. La Regione è impegnata per la ripresa produttiva. La Regione, preso atto dello stato critico della trattative con Klesch, ha avviato contatti con altri primari produttori. Con uno è in corso una verifica dell’acquisizione degli impianti. D’intesa con il Governo sono offerte condizioni europee di fornitura dell’energia elettrica, ammodernamento in tempi certi delle infrastrutture, il Contratto di Sviluppo per il revamping degli impianti, l’eventuale compartecipazione della finanziaria regionale all’investimento.

Energia
– il rinnovo a fine 2015 del regime di superinterrompibilità per le aziende energivore sarde, per quanto richiesto dal Governo alla UE, è molto incerto. Le aziende metallurgiche dovranno organizzarsi per usare le più favorevoli condizioni del prezzo base dell’energia elettrica in Italia, l’interrompibilità semplice e l’ Interconnector in analogia a quanto accade per l’elettrosiderurgia.

• la Regione ha aperto un confronto con Enel per l’ammodernamento della CTE Grazia Deledda di cui la precedente direzione ha ventilato la dismissione nel 2020.

– nel secondo semestre dell’anno in corso sarà dato impulso accelerato alla preparazione del bando per la centrale da 250 MWe dotata dei dispositivi di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica di cui alla legge 21/02/2014 n.9.

• è in corso l’attività per portare a regime i programmi previsti nel cd Polo Tecnologico dell’energia che impegnano oltre 68 milioni di euro. Il programma è oggetto d’Intesa fra Regione e Governo. Si prevede di avere nel mese di luglio l’intesa nel mese di luglio.

• la miniera Carbosulcis è avviata a chiusura come da delibera della Giunta regionale del 20/12/2013 che ha preso atto di una situazione incompatibile con il regime di aiuto ammesso dalla UE. Il piano all’esame della Commissione UE prevede la chiusura della miniera entro il 2018 con una successiva fase al 2026 di messa in sicurezza. La Regione si riserva di valutare concrete alternative che diano occupazione stabile nel tempo reimpiegandovi i lavoratori più giovani e così usando in modo più produttivo una parte delle risorse destinate alla chiusura della miniera. In ogni caso le misure saranno attuate in modo da prevenire gli impatti sociali negativi.

• Metano. La Regione ha dovuto prendere atto dello stallo pluriennale e delle prospettive negative del programma Galsi, decidendo la fuoriuscita dal Consorzio. E’ in valutazione l’approvvigionamento del metano via terminale di rigassificazione. Portovesme, già individuato come sede logistica del programma Galsi, potrebbe essere, previa valutazione, la sede del rigassificatore.

La Regione intende sbloccare il programma di realizzazione delle reti urbane per il gas, già concesse. Bando di idee per il Sulcis (call for ideas, finanziamento pubblico 55,7 milioni di euro). L’attuazione delle conclusioni del bando ha cumulato notevole ritardo e ha anche imboccato una strada che non offre a tutti i vincitori del bando, l’opportunità di poter realizzare la propria idea attraverso procedure ovviamente concorsuali ad evidenza pubblica. Conseguentemente la Regione ha deciso di a) utilizzare il lavoro fatto nei casi comunque rilevanti, nei quali si ravvisa coerenza solida fra esiti del bando e misure applicative e di modificare queste ultime in alcuni casi di precaria coerenza; b) chiudere in proposito l’intesa con il Governo entro metà luglio; c) convocare i sei soggetti vincitori e i dieci segnalati il giorno 15 luglio 2014, per l’avvio del lavoro; d) aprire nel Sulcis Iglesientela uno sportello dotato di personale qualificato per invitare singolarmente i 158 proponenti idee ed offrire assistenza per la traduzione dell’idea in progetto imprenditoriale, ove interessati.
Bonifiche (177,7 milioni di euro di fonte pubblica, consistenti risorse private). La situazione di Igea Spa, ha comportato la decisione di liquidare l’azienda e di costituire un’Agenzia di cui è stata censurata dalle Autorità competenti la possibilità di assunzione diretta del personale alle dipendenze di Igea. Questo fatto vanifica lo scopo dell’Agenzia. Il paradosso del passato è che l’Igea non ha fatto le bonifiche ( ingenti finanziamenti sono fermi) occupando oltre 250 unità. Ritardi notevoli si registrano nei programmi di bonifica delle aree minerarie e industriali. Fra queste ultime si segnala il caso dell’area ex Sardamag. Di norma questi ritardi condizionano anche lo sviluppo di altri programmi di investimento per turismo e porti e di infrastrutture funzionali agli obiettivi del Piano. La Regione ha l’obiettivo complesso sul piano giuridico (bisogna evitare censure sugli aiuti di Stato) di rimettere l’azienda in condizioni di piena operatività per custodire i siti dismessi e fare le bonifiche. Filiera agroalimentare peculiare del territorio e filiera del turismo. Si attribuisce particolare rilevanza a queste filiere per le potenzialità di crescita. E’ stato effettuato un primo bando per le due filiere. Sono pervenute complessive 38 richieste (20 turismo e 18 agroalimentare) con una richiesta di incentivi di 6,1 milioni di euro a fronte di 10 milioni di euro di dotazione del bando. L’esito del bando (richieste notevolmente inferiori alle disponibilità) indica che sono cruciali le azioni per aiutare l’impresa locale a crescere e attrarre imprese dall’esterno. Su queste filiere impattano una parte significativa degli investimenti in infrastrutture (acqua, porti, strade). Anche le idee emerse nella apposita Call for Proposal (vedi più navanti) in parte cospicua riguardano questi settori.

Relativamente agli investimenti di imprese nel turismo, è necessario riflettere sui seguenti dati di fatto:

• negli anni 2006/2007 è stato effettuato il Bando internazionale LUXI, per la cessione di Masua, Monti Aguxau (base 32,5 miloni €) e di Ingurtosu (11 milioni €). Nonostante l’iniziale interesse di qualificati gruppi, le gare sono andate deserte per incertezze legate alle bonifiche, vincoli, costi etc.

• nel 2008 è stato effettuato il Bando internazionale MINAS concernente Buggerru, laveria e villaggio Pranu Sartu, Sant’Antioco, ex Sardamag e Palmas Cave, Gonnesa, Villaggio Norman e Seruci. Il bando è andato deserto per identiche ragioni, dopo la due diligente di taluni gruppi imprenditoriali.

• non hanno avuto sviluppi concreti gli studi avviati per riconversione per finalità turistiche e produttive dei siti di Monteponi, San Giovanni, Campo Pisano.

• sono state censite proposte di investimento privato su aree non minerarie nei Comuni di Arbus, Buggerru, Gonnesa, Sant’Antioco, Masainas. Questi investimenti sono in stallo per ragioni di autorizzazione o si incompatibilità con i vincoli ambientali.

• La Regione esaminerà il problema in raccordo con i Comuni per darvi soluzione. Parco geominerario. L’Amministrazione regionale intende rendere pienamente operativo il Parco. Al riguardo delibera entro la prima decade di luglio che il PGM assuma compiti diretti e preminenti nella gestione del complesso dei beni e dei siti di archeologia mineraria, d’intesa con i Comuni e con Igea. La Regione incarica inoltre il PGM di avviare gli studi e la procedura per il riconoscimento Unesco del patrimonio minerari sardo. E’ favorevole a una perimetrazione dei siti che riduca al minimo la necessità di acquisizione del preventivo parere del PGM sull’edilizia.
Porti del Sulcis.
– Sant’Antioco, Carloforte, Calasetta (34 milioni di euro, compreso l’attraversamento del’istmo). L’istruttoria preliminare ha portato alla condivisione fra Regione, Comuni di Sant’Antioco e Calasetta e Direzione marittima dei piani come emergono dalla studio di fattibilità effettuato dalla Provincia e validato dal Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici della Regione. Deve essere effettuata la riunione congiunta con il Comune di Carloforte. L’istruttoria in corso porta verso la progettazione e la presentazione al mercato delle opportunità di investimento con apporto di capitale privato.

• Buggerru. L’escavo già finanziato, è bloccato dal ministero dell’mbiente che richiede una preliminare Valutazione d’Impatto ambientale. E’ altresì necessario definire una soluzione strutturale per prevenire e/o mitigare futuri insabbiamenti. Al riguardo possono intervenire un insieme di misure consistenti nell’organizzazione di un servizio di dragaggio cadenzato nel tempo e nella realizzazione di nuove infrastrutture di protezione. Uno studio funzionale anche a dare maggiore sicurezza al porto, quantifica in 15 milioni di euro il costo delle nuove infrastrutture. Dalla revisione del quadro finanziario del Piano possono essere ricavati 5 milioni di euro da destinare al porto di Buggerru. Questa somma consente di azioni di raccordo fra l’attuale programma di escavo e la situazione di regime.

• Approdi minerari e approdi del basso Sulcis (circa 7 milioni di euro).

Il programma in corso è stato finanziato dalla Provincia e in parte è delegato ai Comuni per l’attuazione.

Infrastrutture.

• porto industriale di Portovesme. L’obiettivo principale è realizzare l’escavo per rendere disponibile la grande banchina ovest completata da anni. Sono disponibili 15,4 mln/€. La Giunta regionale ha adottato in data 26/11/2013 la delibera di attribuzione al Consorzio industriale di Portovesme dell’attuazione del programma. A tal fine è stata sottoscritta (metà aprile, circa 16 mesi dopo la disponibilità delle risorse) una convenzione fra Consorzio ed assessorato dell’Industria. Quest’ultimo ha il compito di approvare il progetto. In una riunione fra Regione, Comune, Consorzio e Direzione marittima è stata condivisa la proposta del Consorzio del ricorso all’appalto integrato che, senza imprevisti, porterebbe alla realizzazione del’opera in trenta mesi. Il giorno 8 luglio si svolgerà a Roma una riunione con il i Ministeri dell’Ambiente e dei Trasporti per la condivisione del programma.

• Strade, 30 milioni. direttrice Carbonia, Giba, Nuxis. La delibera della GR del 11/02/2014 individua come soggetti attuatori, il comune di San Giovanni (3 mln/€ per allargamento strada provinciale (progetto preliminare preparato dalla Provincia) e all’ANAS per quanto insiste su strade statali. L’istruttoria dell’assessorato dei LLPP e dell’Anas ha perfezionato il programma che risulta così articolato: adeguamento della SP 75, 3 milioni euro, attuatore Comune di San Giovanni Suergiu; adeguamento della SS. 195 e 293, 18 milioni di euro, attuatore ANAS; messa in sicurezza della SP 73, 1 milione euro, soggetto attuatore comune Santa Anna Arresi, a completamento dell’intervento già avviato dalla Provincia, circonvallazione Sant’Antioco, 8 milioni di euro.

• Collegamento del bacino idrico del Sulcis con quello regionale del Flumendosa,60 mln/€, programma in capo all’assessorato dei LLPP. Una delibera regionale individua l’ENAS come soggetto attuatore. Si noti che ENAS ha a disposizione i fondi per la progettazione. Le risorse già assegnate sono state reindirizzate dalla precedente amministrazione regionale verso altri interventi. L’opera ha l’obiettivo di affrancare il Sulcis dalle periodiche crisi idriche, e ha carattere strategico riconosciuto. L’impegno di questa amministrazione è di ripristinare gli stanziamenti necessari. Politiche attive del lavoro e sostegno al reddito. Per la sperimentazione delle politiche attive del lavoro è stata costituita cabina di regia presieduta da Paolo Reboani, presidente di Italia Lavoro. L’applicazione delle misure di sostegno del reddito è regolare per i lavoratori diretti delle aziende in crisi mentre incontra ritardi inaccettabili per i lavoratori indiretti delle manutenzioni.

Questi i punti in via di definizione o da definire:

• Governo e Regione devono definire una soluzione per la copertura dei lavoratori dell’indotto Alcoa, come previsto nel Protocollo e negli atti successivi.

• Per i lavoratori Eurallumina la Cig in deroga cessa a fine agosto. Per i successivi 4 mesi è da valutare la possibilità di una nuova copertura per crisi aziendale o il ricorso alla Cig per ristrutturazione.

• In via generale il Decreto del Governo sugli ammortizzatori sociali pone notevoli problemi in tutta la Sardegna ed eccezionalmente rilevanti nel Sulcis dove si concentrano 4.932 lavoratori assistiti da ammortizzatori sociali in deroga su un totale sardo di circa 14.000 lavoratori nella stessa situazione. Occorre definire come fronteggiare la situazione.

• Le politiche attive del lavoro hanno segnato il passo per l’incertezza sugli sbocchi occupazionali verso cui indirizzarle. Gli sviluppi più recenti riguardano le decisioni sugli investimenti Eurallumina e Biofuel. A questi dovrebbero aggiungersi quelli delle reti metanifere già concesse. Il piano giovani è un’altra opportunità. La cabina di regia ha temi concreti su cui impostare le politiche attive del lavoro. Lo sviluppo del Piano Sulcis è stato condizionato è stato condizionato dalla Governance.

A metà maggio il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha delegato le sue funzioni di coordinamento con l’obiettivo di dare impulso all’attuazione del Piano. La delega non modifica il modello di governance indicato nel protocollo.

Firma del Piano Sulcis 2 copia

La pubblicazione del decreto ministeriale sulla fiscalità di vantaggio che prevede l’assegnazione a 4.359 micro e piccole imprese di agevolazioni fiscali e contributive per un importo complessivo di 124.469.136,48 euro, ha rappresentato il primo tassello nel programma di attuazione del Piano Sulcis, sottoscritto il 13 novembre 2012 nella sala riunioni della Grande miniera di Serbariu, al termine di una giornata caratterizzata da una fortissima contestazione di alcune centinaia di lavoratori nei confronti della delegazione ministeriale arrivata per l’occasione a Carbonia, guidata dai ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca e dal sottosegretario Claudio De Vincenti.

La fiscalità di vantaggio rappresenta un’importante boccata d’ossigeno per migliaia di micro e piccole imprese ormai allo stremo delle forze, ma per porre un freno alla gravissima e per molti versi drammatica crisi ed avviare un processo di rilancio del territorio, occorrono interventi strutturali, ad iniziare da quelli previsti dal Piano Sulcis.

Questa mattina l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, oggi rappresentante del ministero dello Sviluppo economico per l’attuazione del Piano Sulcis, pubblica una nota, come fece a metà novembre, ad un anno dalla sottoscrizione, sullo stato d’attuazione del Piano Sulcis, che riportiamo integralmente.

 

«Si riassume lo stato di attuazione del Piano Sulcis al 15 aprile 2014 come definito nel Protocollo d’Intesa (1) concernente gli “obiettivi e le condizioni generali di sviluppo e la attuazione dei relativi programmi nel Sulcis Iglesiente”, sottoscritto a Carbonia il 13 novembre 2013, dai Ministri per lo Sviluppo Economico, della Coesione territoriale e del Lavoro, dal Presidente della Provincia e dai 23 Comuni del territorio.

SINTESI 

Il piano Sulcis per effetto del Protocollo d’Intesa sottoscritto il 13 novembre 2012 fra Stato, Regione ed Enti locali, e di successivi provvedimenti collegati allo stesso Protocollo, ha una dotazione finanziaria di risorse pubbliche di 623,8 milioni di Euro.

  • L’attuazione del Piano registra il sostanziale rispetto delle scadenze per quanto attiene l’ applicazione del regime fiscale e contributivo di Zona Franca Urbana, alle piccole e micro imprese del territorio provinciale.
  • Ritardi notevoli si registrano nei programmi di bonifica delle aree minerarie e industriali e di infrastrutture funzionali agli obiettivi del Piano. Si evidenzia la persistente criticità dei ritardi nell’adeguamento del porto industriale di Portovesme e della bonifica dell’area ex Sardamag di Sant’Antioco. Questi ritardi condizionano, sino al rischio di comprometterli, investimenti privati e pubblici rilevanti.
  • Il bando internazionale di idee innovative per il Sulcis (Call for proposal) è stato concluso. A mio avviso, i provvedimenti di spesa  delle risorse finanziarie correlate al bando, compromettono almeno in alcuni casi significativi, la realizzazione delle idee selezionate.
  • Nel comparto industriale e della ricerca correlata, sono state assunte importanti decisioni per il riavvio delle produzioni di Eurallumina  e dei laminati. Si prospetta un rilevante investimento per la produzione di bioetanolo a Portovesme. Sono stati assunti i provvedimenti per dare corpo al Polo tecnologico per l’energia e per realizzare una centrale elettrica di potenza ragguardevole basata su clean coal tecnology. Peraltro nel comparto industriale, la situazione di crisi indica un tendenziale aggravamento degli impatti sociali per effetto a) della persistente interruzione della produzione nell’intera filiera dell’alluminio con effetti sull’occupazione stimati in circa 3.500 unità; b) della decisione di chiudere la miniera della Carbosulcis con effetti sull’occupazione superiori a 1.000 unità e c) della prospettata dismissione della Centrale termoelettrica Enel di Portovesme (circa 600 addetti diretti e indiretti).
  • L’applicazione delle misure di sostegno del reddito è regolare per i lavoratori diretti delle aziende in crisi mentre incontra ritardi inaccettabili per i lavoratori indiretti delle manutenzioni. La prevista sperimentazione di politiche attive del lavoro  non ha avuto luogo anche a  causa dei ritardi nell’attuazione del Piano.
  • La Governance presenta rilevanti criticità. Il modello previsto nel Protocollo d’Intesa è stato applicato solo molto parzialmente. Questo fatto, a prescindere da valutazioni sulla efficacia del modello, condiziona lo sviluppo del Piano Sulcis.

OBIETTIVI, RISORSE E GOVERNANCE DEL PIANO

Il Protocollo d’Intesa sul Piano, fissa sette linee guida:

  • salvaguardia del tessuto produttivo  attraverso iniziative industrialmente sostenibili;
  • realizzazione di un Centro di eccellenza per ricerca e produzione di energia eco-compatibile (cd Polo tecnologico energia). E’ compreso il progetto sulla cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS);
  • realizzazione delle infrastrutture funzionali agli obiettivi del Piano;
  • individuazione di nuove prospettive di sviluppo con particolare attenzione alle macro aree delle: 1) filiera dell’energia pulita e dell’agro-energia eco-compatibile, compresa la realizzazione a Portovesme della base logistica del Progetto GALSI per il metano; 2) filiera per il risanamento ambientale; 3) filiera agro-alimentare peculiare del territorio; 4) filiera del turismo, compreso il rilancio del Parco Geominerario.
  • definizione di adeguati piani di formazione e riqualificazione professionale compresa la sperimentazione di flex security per i lavoratori espulsi dal ciclo di produzione industriale;
  • sviluppo dei Centri di ricerca già esistenti sul territorio e realizzazione di un nuovo polo specializzato nelle tecnologie del risanamento ambientale dei suoli e delle acque;
  • definizione di un’adeguata governance anche con il ricorso a misure straordinarie. Si stabilisce che entro 60 giorni, cioè entro il 13 gennaio 2013, i soggetti sottoscrittori del Protocollo, definiscono l’Intesa attuativa.

Le risorse assegnate al Piano con il Protocollo d’Intesa ammontano a  451 mln/€. Con successivi provvedimenti (vedi infra) le risorse sono state integrate sino a 623,8  mln/€. Questa cifra è approssimata per difetto poiché non comprende risorse per investimenti di amministrazioni pubbliche, correlati a obiettivi del Piano Sulcis. Non sono stimati gli investimenti privati. Le risorse sono ripartite per macro-programmi:

1 – Infrastrutture, 167,6 mln/€. Interventi principali: infrastrutturazione energetica Portovesme, 20 mln/€; Polo tecnologico energia, 8,3 mln/€; recupero approdi minerari e approdi minori, 5,6 mln/€; sistema portuale turistico (Sant’Antioco compreso istmo, Carloforte, Calasetta, Buggerru), 37,9 mln/€; integrazione fabbisogno finanziario per porto industriale Portovesme, 7 mln/€ (da sommare a 8,4 mln/€ già disponibili e non compresi nel prospetto finanziario del Piano); collegamento idrico sistema Flumendosa – Sulcis 50 mln/€ (con successivo provvedimento elevati a 60 mln/€); adeguamento SS Carbonia- San Giovanni Suergiu – Giba, 30 mln/€; delimitazione zona franca Portovesme 1mln/€; altri interventi 7,8 mln/€.

2 – Ambiente e Bonifiche, 177,7 mln/€, compresi gli interventi nel Guspinese connesso all’Iglesiente.

3 – Interventi a sostegno delle filiere produttive, 100 mln/€, di cui 10 mln/€ sono fondi regionali per bandi per pmi e 90 mln/€ sono fondi statali liberati dal PON SIl 2000/2006, finalizzati a Contratti di sviluppo.

4- Call for Proposal, cioè il bando internazionale per idee innovative per il Sulcis Iglesiente, 55,7 mln/€.

Come detto precedentemente, le risorse assegnate alla data  della sottoscrizione del Protocollo sono state successivamente integrate con: 124,4 mln/€ per la fiscalità di vantaggio (2) delle piccole imprese (zona franca urbana); 10 mln/€ per copertura maggiore fabbisogno finanziario del collegamento del sistema idrico del Sulcis a quello del Flumendosa (3); 30 mln/€ dal Pianopluriennale di Ricerca per i programmi del polo tecnologico energia  cui si dovrebbero sommare altri 30 milioni di reperimento ancora imprecisato (4). Tenuto conto della preesistente disponibilità per il porto industriale di Portovesme (8,4 mln/€), le risorse pubbliche confluenti sul Piano Sulcis valgono 623,8 mln/€.

Governance e Modalità operative. Il Protocollo, oltre la già richiamata Intesa attuativa, precisa che:

  • la definizione dei tempi di attuazione è fatta con cronoprogramma fissato dalla Regione e dal Governo;
  • la gestione avviene attraverso Accordi di Programma, con il supporto di Invitalia;
  • si costituisce un Coordinamento rappresentativo di tutte le Istituzioni nazionali, regionale e territoriali;
  • per l’attuazione, si ricorre alle risorse professionali interne alle Amministrazioni interessate;
  • Il monitoraggio pubblico avviene attraverso il portale Open coesione.gov.it .

Il Protocollo contiene una parte relativa ai problemi occupazionali con impegni concernenti: 1) tutela del reddito e ammortizzatori sociali; 2) politiche attive del lavoro e flexsecurity; 3) cabina di regia affidata a persona con “capacità manageriale superiore” per la gestione di “formazione, riqualificazione e avviamento al lavoro” del personale espulso dai cicli produttivi.

STATO DI ATTUAZIONE

Per chiarezza espositiva si segue lo schema del Protocollo d’Intesa.

Industria

  • La interruzione della produzione nelle quattro fabbriche della filiera dell’alluminio ha avuto un impatto occupazionale negativo di circa 3.500 unità, una riduzione delle risorse spese nel territorio per acquisti di beni e servizi e per stipendi valutata in 170 mln/€/anno, una riduzione del fatturato di 560 mln/€/anno, oneri per la finanza pubblica per assistenza e mancate entrate fiscali e contributive (5).
  • Successivamente alla sottoscrizione del protocollo, la Regione, anche per fare fronte alla procedura di infrazione attivata dalla Commissione UE e al mutato quadro di riferimento in materia di aiuti di Stato all’industria carbonifera, ha assunto la decisione di chiudere la Carbosulcis, entro il 2018 (6). Il piano di chiusura della miniera è ufficialmente all’esame della Commissione UE dopo lunga e positiva istruttoria coordinata dal MISE. I tempi di chiusura della procedura costituiscono una criticità. La Regione deve inoltre approvare una legge per fare fronte ai costi di chiusura. La decisione ha un impatto sull’occupazione diretta e per servizi di manutenzione esterni pari a circa 600 unità.
  • Il Presidente dell’Enel ha comunicato in Parlamento, che la Centrale Termoelettrica del Sulcis è avviata verso la dismissione. Da fonti ufficiose risulta che Enel gestirà la Centrale sino alla scadenza dell’attuale autorizzazione all’esercizio, 2019. Attualmente i lavoratori impegnati in Enel, compresi quelli dei servizi esterni di manutenzione, sono circa 600.

In conclusione, la crisi del comparto industriale genera nel territorio un problema occupazionale complessivo  che vale 5000/5500 unità di lavoro.

Il recupero di occupazione nel settore industriale è un obiettivo del Piano, posto che gli altri settori dell’economia locale non sono in grado di assorbire le conseguenze sociali della crisi nel medio periodo. I fatti successivi alla sottoscrizione  del Protocollo  Sulcis, riguardano:

  • definizione del programma di riavvio di Eurallumina come da Accordo (7) sottoscritto fra le pubbliche Autorità e Rusal il 20/12/2012, a Roma. Il programma è sostenuto con un finanziamento agevolato, quindi da rimborsare, pari a 75 mln/€ provenienti dal Piano Sulcis (60 mln/€ dai Contratti di Sviluppo e 15 mln/€ dai fondi regionali  per infrastrutture). Il programma è effettivamente in attuazione ma è subordinato al superamento di importanti criticità delle autorizzazioni ambientali per la disponibilità e l’esercizio del bacino dei fanghi rossi. In funzione di questo obiettivo, è in corso una robusta iniziativa anche del Governo.
  • decisione sul riavvio della unità di produzione di laminati attraverso la newco Portal che ha rilevato gli impianti ex Ila dal Curatore fallimentare. Il programma è in ritardo per la vischiosità del procedimento autorizzativo regionale degli impianti eolici asserviti alla produzione metallurgica. Recentemente è stata conclusa la Conferenza di servizi per due autorizzare due pale.
  • localizzazione a Portovesme di un impianto per la produzione di bioetanolo (8) della capacità di 80mila tonn/anno. L’impianto proposto da Mossi e Ghisolfi può generare nuova occupazione per 350 unità, compreso l’impatto sull’agricoltura. L’investimento industriale di 200/250 mln/€  è incentivabile con risorse in parte del Piano Sulcis nei limiti dei massimali UE. La criticità dell’investimento è connessa a decisioni sulle infrastrutture di competenza pubblica, in particolare quelle relative al porto industriale.
  • nuova centrale per la produzione di energia elettrica (9), dotata dei dispositivi per la riduzione/eliminazione dell’anidride carbonica immessa in atmosfera. La decisione sulla realizzazione sarà assunta sulla base degli esiti della sperimentazione di una nuova tecnologia (oxycombustion) non ancora neppure avviata. L’occupazione non è stimata.

A completamento dell’esame del comparto industriale di Portovesme, si riassumono le criticità della metallurgia dello zinco e dell’alluminio primario. Con riguardo allo zinco (oltre 800 addetti in impianti recentissimamente rinnovati) la criticità riguarda la scadenza al 31/12/2015 della misura sulla “superinterrompibilitá” e degli sconti tariffari collegati sulla fornitura dell’energia elettrica. La scadenza che riguarda anche altre importanti aziende sarde (tutte quelle che impegnano potenza per più di un MW),  richiede decisioni tempestive sulla prospettiva. Con riguardo all’alluminio primario, l’obiettivo perseguito è ricollocare lo stabilimento presso altro produttore (10). La trattativa in atto con Klesch è fortemente condizionata nelle stesse premesse, dal recente caso di bancarotta di una controllata Klesch in Olanda (Aldel, stabilimento alluminio primario in Vlissingen) che segue altra negativa esperienza di Klesch in Francia (caso Kem One, produzione di vinile). Nell’ipotesi di una positiva conclusione dell’esame del piano industriale di Klesch, è da mettere nel conto la richiesta delle parti sociali al Governo e alla Regione, di farsi solidamente garanti delle conseguenze in caso di ripetizione malaugurata delle esperienze francese e olandese. Sono state assunte recentemente concrete iniziative del Governo per sollecitare l’interesse di un altro importante soggetto industriale.

In conclusione, a mio avviso, alcune decisioni sull’industria vanno assunte entro un termine ragionevole e compatibile con i fatti richiamati, al fine di mitigare le ricadute economico – sociali.

  • L’investimento di Mossi e Ghisolfi è da salvaguardare; al riguardo la Regione ha la responsabilità di risolvere i problemi infrastrutturali che sono essenzialmente di tipo organizzativo/autorizzativo e per i quali sono da tempo disponibili le risorse finanziarie. Il Governo può dare una corsia veloce alle autorizzazioni necessarie.
  • Deve essere scongiurata la cessazione dell’esercizio della centrale Enel; occorre investire per migliorare l’efficienza e abbattere il costo di produzione secondo un programma già illustrato in altre comunicazioni. La centrale resa efficiente deve essere asservita alla metallurgia come se fosse un’infrastruttura e come del resto era nel disegno originario del polo metallurgico. E’ uno schema razionale che genera risparmi molto rilevanti in termini di sconto delle tariffe elettriche per la metallurgia (tenere presente lo zinco oltre l’alluminio), di retribuzione all’Enel del servizio elettrico essenziale e  di altri notevoli oneri direttamente a carico della finanza pubblico. È inoltre  necessario conciliare  il  programma di dismissione della Centrale Enel e il programma, invero incerto, di costruzione di una nuova centrale basata sulla clean coal technology.
  • Quanto all’alluminio primario, alla luce dei casi tedesco e francese di mantenimento o ripristino della produzione negli impianti dismessi dalle multinazionali Alcoa e RTZ-Alcan, è più evidente che la decisione ha un  importante contenuto politico e non  solo di mercato, con costi sociali e per la finanza pubblica, notevolmente diversi in relazione agli esiti.

b) Polo tecnologico energia. La missione è affidata a Sotacarbo SPA, società in house  di Regione e Enea, con laboratori nella miniera di Serbariu. La vigilanza della Regione è esercitata tramite l’Assessorato alla Programmazione. Oltre le attività in essere, Sotacarbo è destinataria di 60 mln/€ per lo due linee di attività: 1) sperimentazione progetto oxycombustion con un modulo di 50MWte, finanziato con 30 mln/€ provenienti da fondi statali e regionali; 2) piano di attività pluriennale finanziato con 3 mln/€/anno per un periodo di 10 anni a valere sul Piano pluriennale per la ricerca sul sistema elettrico. Si vedano i riferimenti (4) e (9). Le conclusioni della sperimentazione Oxycombustion condizionano la realizzazione della Centrale termoelettrica clean coal technology di cui sopra.

c) Infrastrutture funzionali agli obiettivi del piano. 

Il programma è finanziato con risorse messe a disposizione dal Governo alla Regione nel novembre 2012 (vedi open coesione.gov.it). L’esame dettagliato dei singoli interventi effettuato dall’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici (UVER) registra forti criticità sulla cantierabilità dei progetti per infrastrutture e per bonifiche ambientali. Si riassume lo stato di attuazione dei principali interventi:

  • porto industriale di Portovesme. L’obiettivo principale è realizzare l’escavo per rendere disponibile la grande banchina ovest completata da anni. Se ne rileva l’essenzialità per le industrie dell’alluminio primario e dello zinco, per la piattaforma logistica del metano/Galsi, per il progetto Biofuel, per la cantieristica, settore nautico. Sono disponibili 15,4 mln/€. La Giunta regionale ha adottato solo in data 26/11/2013 la delibera di attribuzione al Consorzio industriale di Portovesme dell’attuazione del programma (11). A tal fine è stata sottoscritta (metà aprile, circa 16 mesi dopo la disponibilità delle risorse!) una convenzione fra Consorzio e Assessorato Industria. Quest’ultimo ha il compito di approvare un progetto. Nessuno di questi atti è stato completato. Si stima che sia praticabile un cronoprogramma di 24/30 mesi per dare disponibili una parte della banchina, se si assumono decisioni coerenti.
  • strade, 30 milioni direttrice Carbonia, Giba, Nuxis. La delibera della GR del 11/02/2014 (3) individua come soggetti attuatori, il Comune di S.Giovanni (3 mln/€  per allargamento strada provinciale, progetto preliminare pronto) e all’ANAS per quanto insiste su strade statali (27 mln/€); la progettazione è in corso, disponibile solo la progettazione preliminare del tratto di strada provinciale. Programma in capo all’Assessorato,dei LLPP della RAS.
  • porti per il turismo e altre attività, 37,9 mln/€. Programma gestito dall’Ass.to LL PP. La richiamata delibera (3) ripartisce 34 mln/euro fra  Carloforte (4 mln /€), Calasetta (6 mln/€); S.Antioco (9 mln/€), individuati come  soggetti attuatori. Il compito di risistemazione dell’istmo e del collegamento mare- laguna è assegnato all’ANAS (15 mln/€). Si evidenzia che la suddetta delibera non fa riferimento allo Studio di fattibilità sul sistema portuale del Sulcis Iglesiente elaborato dalla Provincia e approvato dal Nucleo di Valutazione degli investimenti Pubblici dell’Ass.to regionale della Programmazione (12). Bisogna fugare i rischi di ripetizione di studi molto complessi già fatti e di perdere la visione complessiva di un programma che presenta  le più rilevanti prospettive di generazione di nuove attività d’impresa, riducendolo ad un mero programma di opere pubbliche. Si noti che per il Porto di Buggerru è finanziato il progetto per l’escavo con fondi extra-piano ma occorre reperire le risorse ingenti per realizzare le opere idonee a metterlo strutturalmente in sicurezza.
  • collegamento del bacino idrico del Sulcis con quello regionale del Flumendosa, 60 mln/€, programma in capo all’Ass.to ai LLPP. La più volte richiamata  delibera (3) individua l’ENAS come soggetto attuatore. Il primo atto è la progettazione preliminare. Si sottolinea che l’opera ha l’obiettivo di affrancare il Sulcis dalle periodiche crisi idriche, rafforzandone le potenzialità di approvvigionamento.
  • altri interventi. Dei 20 mln/€ per infrastrutture nell’area industriale di Portovesme, 15 mln/€ sono stati impegnati per il programma Eurallumina a titolo di finanziamento da rimborsare. Il programma sugli approdi minerari è finanziato e gestito dalla Provincia (ora commissariata); le restanti risorse riguardano il già citato Centro per le tecnologie energetiche (8,4 mln/€) e interventi su Sant’Antioco e Iglesias di competenza comunale.

d) Nuove prospettive di sviluppo. Progetti di filiera.

d.1 Energia ecocompatibile, metano. Rientrano in questo ambito il progetto sul Biofuel (vedi sopra) e il programma per realizzare la base logistica a Portovesme per il nuovo gasdotto Galsi che ha il terminale nel Sulcis. Il programma è condizionato dall’alea del progetto Galsi. Sul Galsi è necessaria una decisione conclusiva. Nell’ambito della Call for Ideas, la società Clivati ha presentato una proposta per terminale GNL a Portovesme.

d.2 Filiera del risanamento ambientale. Il Piano quantifica 177,7 mln/€. A queste risorse si sommano quelle di origine privata che ammontano a oltre 50mln/€. Talune bonifiche sono preliminari ai programmi di riconversione, vedi a titolo puramente esemplificativo l’area ex Sardamag di Sant’Antioco che condiziona l’attuazione di un programma di straordinario interesse. Le criticità riguardano le autorizzazioni e l’attuazione dei progetti di bonifica. Regione e Ministero Ambiente hanno sottoscritto un Accordo di Programma (13) per rendere più fluido il procedimento di autorizzazione. Le criticità operative sono legate alla Società in house Igea, recentemente trasformata in Agenzia e tuttora in una fase di grave incertezza. Sugli stessi problemi si sovrappongono in casi importanti, più soggetti pubblici.

d.3 Filiera agroalimentare peculiare del territorio e d.4 Filiera del turismo. Si attribuisce  particolare rilevanza a queste filiere per le potenzialità di crescita. Su queste filiere impattano una parte significativa degli investimenti in infrastrutture (acqua, porti, strade) se adeguatamente coordinati. Sulle  filiere agroalimentare e turistica confluiscono  anche 10 mln/€ di fonte regionale già inviati a bando (14). Anche le idee emerse nella apposita Call for Proposal in parte cospicua riguardano questi settori (vedi sotto). La operatività del Parco Geominerario è tuttora condizionata da decisioni da assumere a livello regionale (attribuzione del patrimonio culturale gestito da Igea) e statale (confusione sulla natura giuridica del Parco trattato dal ministero ambiente come se fosse un parco naturale e non un Agenzia per tutelare e valorizzare i beni minerari).

Bando di idee per il Sulcis (call for proposal). Il bando è stato pubblicato il 18/02/2014. Sono state  presentate 148 proposte. La Commissione esaminatrice è stata insediata con ritardo, ha concluso i lavori individuando 6 idee vincitrici e 10 idee segnalate come rilevanti. A valle degli esiti del bando,  Invitalia ha elaborato, come previsto nel Protocollo,  un nuovo Piano strategico sostanzialmente limitato nelle proposte alle indicazioni su come impegnare 55,7 mln/€ finalizzati agli esiti della stesso bando.La Giunta regionale con Delibera N. 3/9 del 31.01.2014 (14) ha preso atto del progetto strategico elaborato da Invitalia e ha ripartito la suddetta somma (turismo sostenibile, cultura e produzioni locali, 27mln/€; spin off e start up, 3 mln/€; ricerca sull’ambiente, 3 mln/€; investimenti su luoghi e infrastrutture, 17mln/€; scouting, 3,7mln/€ altro a complemento). Si procederà con bandi per filiera. Quanto descritto si presta ad annotazioni critiche. La procedura della Call internazionale ha impegnato oltre un anno e notevoli risorse professionali e finanziarie. Gli esiti sono stati tradotti in bandi di filiera che potevano essere fatti senza il ricorso alla Call e la perdita di oltre un anno di tempo, sulla base degli studi già prodotti sulle potenzialità di queste filiere. Le idee vincitrici del bando, attraverso la procedura prescelta, o non potranno essere realizzate (vedi il centro di competenza su bonifiche di suoli e acque per inconsistenza dei finanziamenti assegnati) o rischiano di essere realizzati in modo monco (vedi le proposte Strade del Carignano, Bioedilizia etc). La strada alternativa ai bandi generalisti poteva essere quella degli studi di fattibilità delle idee vincitrici e almeno di taluna di quelle segnalate, e la successiva messa a gara della realizzazione. È alto il rischio di delusione dei proponenti le idee.

Centri di ricerca. Si è riferito più sopra sul Polo tecnologico per l’energia (Sotacarbo). Ci si sofferma ora sul Centro di Competenza sulla bonifica dei suoli e delle acque previsto nel Protocollo. L’Università di Cagliari ha presentato una proposta al Bando per il Sulcis, classificata al secondo posto fra le vincitrici. La Giunta regionale ha destinato 3 milioni di euro a Sardegna Ricerche per fare dei bandi per progetti di ricerca in tema di risanamento ambientale. In realtà in questo modo l’idea presentata dall’Università è sostanzialmente smarrita e non potrà essere conseguito l’obiettivo di creare un Centro di accumulazione di conoscenze sul tema. Questo sarebbe molto negativo poiché questo Centro di competenza ha notevoli potenzialità potendo contare sulla tradizione scientifica enorme dell’Università di Cagliari nel campo minerario e del trattamento dei solidi e sulla esperienza acquisite nelle bonifiche differenziate e complesse, programmate nel territorio. Si aggiunga che ad avviso di Studio Ambrosetti, consulente per il Piano strategico provinciale, questo specifico Centro di Competenza dovrebbe essere un’opzione prioritaria. Per le ragioni riportate sopra, avrebbe infatti   vantaggi competitivi,  in un mercato, quello del risanamento ambientale,  in fase di grande sviluppo in tutto il mondo,

Zona Franca urbana. Riguarda le riduzioni fiscali e contributive nel limite del de minimis per le piccole e micro imprese. Il MISE è responsabile della misura. Il bando è stato concluso. Il MISE ha decretato l’ammissione ai benefici fiscali e contributivi di 4359 piccole e micro imprese. La dotazione è di 124,4 milioni di euro con una riserva del 20% in favore delle imprese di nuova costituzione, non sono previste riserve per obiettivi settoriali. Questo intervento è stato attuato con ritardi molto modesti in relazione alla complessità delle procedure. Si richiama la presa di posizione del neo  Presidente Francesco Pigliaru, per assicurare le risorse per i 14 anni di vigenza della misura. E’ da monitorare il raccordo fra questa misura e gli obiettivi del Piano.

Ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro. L’obiettivo tutela del redditi e ammortizzatori sociali è stato conseguito pienamente per quanto riguarda i lavoratori diretti mentre si registrano ritardi gravi verso i lavoratori delle imprese degli appalti. La cabina di regia per le politiche attive del lavoro è stata costituita e affidata al presidente di Italia Lavoro. Non sono decollate le politiche attive del lavoro. Il responsabile della cabina di regia ha individuato circa 600 potenziali occasioni di lavoro generabili dall’attivazione delle prime misure  del Piano Sulcis. Il ritardo dell’attuazione del Piano si riflette anche su questo obiettivo. E’in corso l’attività prer dare corso alle misure nazionali che operano in funzione dell’occupazione giovanile.

Governance. Il Comitato interistituzionale si è riunito  sporadicamente su impulso del MISE e del Ministero della Coesione territoriale. Gli Accordi di Programma attuativi  non sono stati stipulati solo per alcuni casi. Il cronoprogramma complessivo del Piano non è mai stato definito;  le singole Amministrazioni hanno   individuato in alcuni casi scadenze temporali  per i programmi di competenza. La Regione ha costituito una segreteria operativa composta di dieci unità, collocata presso la Presidenza (16). Il monitoraggio su Open Coesione è parziale. Si può finire che la Governante prefigurata nel Protocollo è stata applicata solo in misura parziale e che questo fatto rappresenti una criticità.

Riferimenti

  • Protocollo d’Intesa, ai sensi dell’art 15 della L. 7 agosto 1990 n. 241, per la definizione di obiettivi e condizioni generali di sviluppo e la attuazione dei relativi programmi nel Dulcis Iglesiente. Carbonia 13 novembre 2012.
  • Legge 17 dicembre 2012, n.221, art 37; MISE, Decreto del Direttore generale, 13 dicembre 2013.
  • Delibera GR N. 5/48 del 11/02/2014. Piano straordinario per il Sulcis. Programmazione e  attuazione interventi infrastrutturali di competenza Ass.to LLPP.
  • Protocollo d’Intesa tra MISE e RAS, per lo sviluppo di un Polo tecnologico per la ricerca sul carbone pulito e la costruzione di una Centrale elettrica clean coal technology. Roma 2 agosto 2013.
  • Sostenibilità della filiera dell’alluminio nel medio periodo. S. Cherchi, 30 luglio 2013.
  • Deliberazione GR RAS, N. 53/75 del 20/12/2013. Carbosulcis SpA. Piano di chiusura della miniera di carbone.
  • Addendum al Protocollo d’Intesa per l’impianto Eurallumina di Portovesme, stipulato il 22 novembre 2012, MISE, Roma.
  • Gruppo Mossi e Ghisolfi. Progetto Sud, giugno 2013.
  • Decreto Legge 23 dicembre 2013, N. 145, “Destinazione Italia”.
  • Alluminio Alcoa. Verbale di Accordo del 27 marzo 2012, MISE, Roma. Verbale di Riunione, Incontro Alcoa, 28.10.2013, MISE, Roma.
  • Deliberazione GR RAS N. 49/43 del 26/11/2013. Interventi nella portualità di Portvoesme…
  • RAS, Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici. Parere sullo Studio di Fattibilità “Programma per il riassetto e la razionalizzazione del sistema portuale del Sulcis Iglesiente”. Febbraio 2012.
  • Accordo di Programma tra Ministero dell’Ambiente e RAS riguardante la semplificazione e lo svolgimento delle procedure tecnico-amministrative relative agli interventi… Nelle aree minerarie dismesse del SIN Sulcis, Iglesiente, Guspinese. Roma, 27/11/2013.
  • Deliberazioni GR RAS N.33/42 del 08/08/2013 e N.38/22 del 18/09/2013.
  • Deliberazione GR RAS N. 3/9 del 31/01/2014. Piano Sulcis. Presa d’atto del “Progetto strategico Sulcis” e proposta di rimodulazione allocazioni finanziarie. Atto d’indirizzo per l’attuazione del “Progetto Strategico Sulcis”.
  • Deliberazione GR RAS N. 50/62 del 21/12/2012. Protocollo d’Intesa del 13/11/2012. Attuazione del coordinamento regionale e di una segreteria operativa.»