29 March, 2024
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Le Commissioni “Lavoro”  ed “Attività produttive”, riunite in seduta congiunta, hanno concluso nel pomeriggio il ciclo di audizioni sul disegno di legge “Salva Sardegna” predisposto dalla Giunta regionale. I due parlamentini, presieduti da Alfonso Marras e Piero Maieli hanno sentito i rappresentanti delle associazioni agricole e delle cooperative.

Da tutti è arrivato l’invito ad una verifica puntuale degli obiettivi a cui destinare le risorse (circa 160 milioni di euro) e a una semplificazione delle pratiche burocratiche per consentire alle imprese di beneficiare immediatamente degli stanziamenti.

«Mi auguro che i tempi per l’erogazione dei fondi siano celeriha detto il presidente di Coldiretti Battista Cualbu – altrimenti si rischia di vanificarne gli effetti. Chiediamo alla Giunta e al Consiglio di predisporre un cronoprogramma con l’indicazione delle risorse e dei settori a cui saranno destinate». Il rappresentante di Coldiretti è poi entrato nel dettaglio del provvedimento segnalando alcune criticità e avanzando proposte operative: «Su alcune partite, come il ristoro dei danni da calamità naturali,  gli agricoltori attendono lo sblocco di fondi già impegnati. Questo provvedimento, che prevede tra l’altro di anticipare le somme dovute, mette una pezza ma non risolve il problema. Servono tempi certi».

Positivo il giudizio sulle misure per facilitare l’accesso al credito (6 milioni di euro) e sul Fondo “Resisto” (sovvenzioni dirette alle imprese e ai lavoratori autonomi  per 65 milioni di euro). Su quest’ultimo punto, Cualbu ha auspicato che le risorse arrivino ai settori più colpiti dall’emergenza Covid: agrituristico, vitivinicolo, suinicolo e florovivaistico. Bene, infine, le disposizioni sull’acquisto di formaggi per gli indigenti (5 milioni di euro): «La misura ha un duplice scopo: favorire il consumo di prodotti nostrani e aiutare i nuclei familiari in difficoltà».

Molto critici gli interventi degli altri rappresentanti delle associazioni di categoria Luca Sanna (Confagricoltura), Pietro Tandeddu (Copagri) e Francesco Erbì (Cia).

Il primo ha definito “vergognoso” l’operato delle agenzie agricole regionali nella istruttoria delle pratiche per gli aiuti in agricoltura. «Il provvedimento della Giunta contiene misure positive ma la vera partita si gioca su un altro fronteha sottolineato Luca Sannaci sono fondi già stanziati per 100 milioni di euro. Se si sbloccassero queste pratiche si rimetterebbe in moto un intero settore». Saba ha quindi chiesto al Consiglio un atto di coraggio: «La Regione spende 300 milioni di euro per tenere in piedi la macchina burocratica delle agenzie e  dei vari enti per l’agricoltura, ai lavoratori dei campi ne vengono trasferiti solo 30 ha affermato Luca Sabaper 50mila addetti del settore, la spesa media annuale è di 500 euro. Ogni dipendente pubblico assegnato al disbrigo delle pratiche costa alla Regione 100mila euro all’anno. C’è qualcosa che non quadra. La nostra delusione sul funzionamento della macchina amministrativa è fortissima».

Pietro Tandeddu (Copagri) ha invece puntato l’indice sull’azione della Giunta: «Questo provvedimento è stato annunciato due mesi fa e noi lo abbiamo avuto a disposizione solo da pochi giorni. Lamentiamo l’assoluta mancanza di concertazione con le parti socialiha detto il direttore di Copagri – è un atteggiamento poco trasparente». Pietro Tandeddu ha poi espresso un giudizio totalmente negativo sull’operato dell’assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia: «E’ inadeguata al ruolo che ricopre, assume impegni che non mantieneha detto senza mezzi termini Pietro Tandeddusi continua a ragionare sull’emergenza. Manca una visione strategica su come programmare il futuro dell’agricoltura». Dopo essere entrato nel merito del “Salva Sardegna”, Pietro Tandeddu ha invitato le Commissioni a prestare più attenzione a ciò che succede in Europa: «Arriveranno nuove risorse dall’Ueha conclusola Sardegna cosa propone? Qual è la discussione in atto sul Fondo agricolo europeo?».

L’assoluta mancanza di concertazione è stata stigmatizzata anche dal presidente regionale della Cia Francesco Erbì: «Non siamo stati coinvolti, il presidente Solinas aveva promesso l’istituzione di una cabina di regia per l’agricoltura ma l’impegno è stato disatteso». Il presidente della Cia ha poi evidenziato alcune criticità del “Salva Sardegna”: «C’è molta confusione, si pensa di utilizzare risorse senza una logica, in alcuni casi con decisioni giuridicamente discutibiliha detto Francesco Erbì – il rischio è che alcuni capitoli vengano cassati dall’Unione Europea. Nel Disegno di legge manca una visione strategica per lo sviluppo del settore».

Critiche sul metodo scelto dalla Giunta nell’elaborazione del Disegno di legge sono state avanzate anche dai rappresentanti di Legacoop, Unicoop, Agci e Confocooperative.

«Sembra una legge fatta all’ultimo momento per accontentare tutti – ha detto il presidente di Agci Sergio Cardiamanca qualsiasi riferimento alle priorità di intervento e ai criteri per l’erogazione». Cardia ha poi segnalato il rischio che alcune misure vadano a sovrapporsi a quelle emanate dal Governo nazionale: «Apprezziamo lo sforzo della Regione ma occorre prestare più attenzione ai dettagli».

Stessa richiesta da parte del presidente di Confcooperative Fabio Onnis: «L’emergenza Covid non è finita. Ci aspettiamo un duro contraccolpo in autunno – ha affermato Fabio Onnisper questo occorre varare misure efficaci. Un esempio per tutti: i 65 milioni di euro per il fondo “Resisto” rappresentano una cifra importante. Va però definito un perimetro di fatturato e numero di dipendenti per l’erogazione delle risorse alle imprese». Fabio Onnis ha poi rivolto un appello alle Commissioni: «C’è bisogno di certezze sui tempi, occorre evitare gli errori del bando “Lavoras” con istruttorie del 2018 ancora ferme».

Secondo Claudio Atzori, presidente di Legacoop, l’emergenza Covid può rappresentare un’occasione per migliorare la competitività delle imprese e la qualità del lavoro: «Siamo in guerra, per superare le difficoltà serve il contributo di tutti, per questo ci saremmo aspettati un maggior coinvolgimento da parte dell’esecutivo regionaleha detto Claudio Atzorici sono risorse importanti come i 65 milioni per le sovvenzioni dirette. Attenti però: per soddisfare tutti servirebbe un miliardo e 700 milioni di euro. Meglio destinare quei soldi al Fondo Bei e irrobustire la dotazione per i mutui a lungo termine e a tasso zero per le imprese».

Atzori ha poi invitato i consiglieri a una riflessione più approfondita sui settori da sostenere: «E’ vero che il turismo rappresenta il 7% del Pil isolano ma non tutti gli alberghi sono uguali. C’è chi apre solo d’estate e chi tiene le strutture aperte tutto l’anno nelle zone interne. meritano tutti lo stesso trattamento?».

Dal presidente di Legacoop, infine, la richiesta di un incontro con tutte le forze politiche per approfondire, settore per settore, le questioni più importanti, affrontare la ripresa ed allinearsi alla programmazione nazionale ed europea.

 

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La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha dato il via libera questo pomeriggio alla proposta di legge di semplificazione delle norme in materia di agriturismo, ittiturismo, pesca sportiva, fattorie didattiche e sociali.

Il provvedimento, presentato dai consiglieri del Partito Sardo d’Azione è stato approvato all’unanimità dal parlamentino presieduto da Piero Maieli dopo un confronto con le associazioni agricole e i vertici dell’Agenzia Laore.

Con le modifiche apportate alla legge n.11 del 2015 sarà più semplice aprire e gestire un’attività agrituristica o una fattoria didattica. Si prevede, infatti, l’estensione ai familiari di un imprenditore agricolo la possibilità di frequentare i corsi di aggiornamento organizzati dall’Agenzia Laore. Fino ad oggi questa possibilità era riservata soltanto ai soggetti abilitati all’esercizio delle attività disciplinate dalla legge n.11. In futuro il titolare di un’impresa, i suoi familiari, il rappresentante legale o i soci di un’azienda agricola (iscritti nei ruoli previdenziali) potranno ottenere il certificato di abilitazione senza alcuna attività formativa e potranno così frequentare i corsi di aggiornamento. L’obiettivo è consentire ai giovani sardi che lavorano nelle aziende di famiglia di avviare un’attività agrituristica a condizione che conseguano entro tre anni il certificato di abilitazione.

L’altra importante novità riguarda l’uso di ingredienti e spezie di provenienza regionale nei prodotti preparati dall’azienda agrituristica e proposti alla clientela. La legge attuale impone l’utilizzo di materie prime di origine regionale non tenendo conto che alcuni prodotti tradizionali contengono ingredienti non sardi come lo zucchero, il caffè, l’alcol o il grano tenero. Con la modifica introdotta sarà quindi possibile utilizzare materie prime non presenti in Sardegna ma utilizzate nelle ricette tradizionali. Eliminato, infine, l’obbligo per le aziende agrituristiche di comunicare all’assessorato all’Agricoltura, entro il 15 gennaio di ogni anno, le tariffe applicate per il servizio di pernottamento. La comunicazione andrà fatta soltanto in caso di variazione dei prezzi.

Apprezzamento, pur con qualche distinguo, è stato espresso dalle associazioni di categoria. Per i presidenti di Coldiretti, Confagricoltura e Cia Battista Cualbu, Maurizio Onorato e Francesco Erbì «si tratta di una legge estremamente positiva che consentirà ai più giovani di avviare un’attività e poi qualificarsi senza dover rincorrere i tempi stretti dei corsi di abilitazione». Positivo anche il giudizio sulle modifiche all’art.4 che fanno chiarezza sugli ingredienti utilizzati nella preparazione di prodotti tradizionali. «Sarà opportuno però – hanno detto i rappresentanti degli agricoltori – stilare un elenco dettagliato degli ingredienti consentiti».

Giudizio positivo anche da Pietro Tandeddu, direttore regionale di Copagri, che ha però suggerito di precisare meglio i concetti di “imprenditore agricolo” e “operatore agrituristico” ed i percorsi di formazione per chi svolge attività agrituristica: «A garanzia del consumatore – ha detto Pietro Tandeddu – chi opera nel settore deve essere necessariamente qualificato».

Soddisfazione per il voto unanime della Commissione da parte del presidente Piero Maieli: «Speriamo di  portare la proposta di legge in Aula in tempi brevissimi. E’ un provvedimento che elimina alcuni passaggi burocratici e che consentirà un ricambio generazionale nelle imprese agricole dando la possibilità ai più giovani di lavorare e migliorare le aziende familiari».

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La Cia Sardegna chiama a raccolta iscritti ed istituzioni per analizzare e pianificare le azioni da intraprendere in merito alla programmazione della nuova PAC 2021-2027.

Venerdì 20 dicembre, alle ore 10.00, al Centro congressi “L’Anfora”, a Tramatza, al km 103 della strada statale 131, sono convocate l’assemblea regionale e le tre assemblee provinciali Cagliari-Sud Sardegna, Nord Sardegna e Sardegna Centrale. Alla giornata dedicata all’informazione e al dibattito riguardo alla definizione della nuova Politica Agricola Comune in via di stesura in sede europea, parteciperanno l’assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia, il responsabile nazionale del dipartimento Sviluppo agroalimentare e Territorio della Cia, Pino Comacchia, il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino. I lavori saranno aperti dall’intervento del presidente regionale della Cia Sardegna, Francesco Erbì, e proseguiranno con l’obiettivo di fare il punto sui problemi del comparto agricolo sardo, e sulle ricadute che potranno derivare dalla prossima approvazione della PAC 2021-2027.

La Cia Sardegna invita a partecipare all’evento tutte le forze istituzionali, politiche e sociali del territorio, nonché le organizzazioni professionali agricole e dei tecnici che operano nel settore, in modo da poter fornire un’informazione completa e qualificata ai associati e agli agricoltori sulla normativa comunitaria in via di approvazione.

Sul tema della nuova PAC, la Cia Sardegna, attraverso le parole del presidente regionale, Francesco Erbì, ha già lanciato nei giorni scorsi un appello alla politica e alle istituzioni regionali affinché si avvia una mobilitazione a difesa delle prerogative dell’agricoltura sarda, evitando che le imprese isolane risultino in qualche modo svantaggiate dall’adozione delle nuove norme.

«La Pac non è in discussione; serve agli agricoltori e allevatori sardi ma alcuni elementi contenuti nelle proposte di regolamento non sono accettabili. Sono previste azioni ingiustificate di riduzione del budget attuale del 5% sui pagamenti diretti e del 15% sul programma di sviluppo rurale – ha ammonito Francesco Erbì -. Uno degli argomenti più controversi, sicuramente da osteggiare, è la proposta di convergenza esterna, secondo cui tutti gli stati membri devono ricevere la stessa quantità di risorse a parità di superfici agricole impegnate nei processi di produzione. Questo genererebbe una situazione di forte squilibrio che penalizzerebbe l’agricoltura regionale oltremodo, creando vere e proprie crisi di competitività e di mercato e portando alla chiusura una moltitudine di imprese che vedono nelle risorse provenienti dalla PAC il 30-40% del reddito d’impresa», ha concluso il presidente della Cia sarda.

 

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La Cia Sardegna suona il campanello d’allarme davanti alle proposte di regolamento di una nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC) da realizzarsi nel periodo di programmazione 2021-2027, e chiede alla Regione di attivarsi affinché l’Agricoltura sarda non sia penalizzata dalle nuove regole europee.

«La PAC è per l’agricoltura europea uno strumento finanziario programmatico e operativo irrinunciabile, lo è ancor di più per i sardi, per il fatto che non esiste, da oltre un quarto di secolo, una vera politica agricola regionale oramai affidata esclusivamente all’Europarlamento e alla Commissione agricola europea – spiega il presidente della Cia Sardegna, Francesco Erbì -. La Pac non è in discussione; serve agli agricoltori e allevatori sardi ma alcuni elementi contenuti nelle proposte di regolamento non sono accettabili. Sono previste azioni ingiustificate di riduzione del budget attuale del 5% sui pagamenti diretti e del 15% sul programma di sviluppo rurale. L’assenza di un confronto su questa materia è fonte di preoccupazione per la Cia Agricoltori Italiani della Sardegna. E uno degli argomenti più controversi, sicuramente da osteggiare, è la proposta di convergenza esterna, secondo cui tutti gli stati membri devono ricevere la stessa quantità di risorse a parità di superfici agricole impegnate nei processi di produzione. Questo, a causa delle enormi differenze dei sistemi economici relativamente al costo della vita e dei costi di produzione, genererebbe una situazione di forte squilibrio che penalizzerebbe l’agricoltura regionale oltremodo, creando vere e proprie crisi di competitività e di mercato e portando alla chiusura una moltitudine di imprese che vedono nelle risorse provenienti dalla PAC il 30-40% del reddito d’impresa», precisa il presidente della Cia sarda.

«Il superamento dei titoli storici varrebbe per l’agricoltura sarda una disponibilità aggiuntiva di fondi compresa tra 100 e 150 milioni di euro anno. Questo darebbe vita a un processo di riequilibrio per quelle imprese che oggi, pur con le medesime caratteristiche produttive e stesse superfici, ma collocate in regioni diverse, godono di benefici differenti: si può arrivare all’assurdo che una usufruisca di un pagamento di 7.500 euro anno a ettaro, mentre in Sardegna non si arrivi mediamente a 180 euro ettaro per anno.»

Affinché le imprese agricole sarde non restino spiazzate e inermi davanti alla nuova PAC, la Cia esorta la Regione: «Ci aspettiamo che siano traslate le dichiarazioni programmatiche del presidente Solinas in questioni pratiche e operative: l’agricoltura sarda, identitaria, la si fa rivendicando e praticando il protagonismo dei territori e delle sue comunità rurali, e affermando le pari dignità, lontano dal corporativismo egoistico che spesso contraddistingue queste rivendicazioni».

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La cimice asiatica sta mettendo in difficoltà le produzioni orticole e frutticole creando problemi e preoccupazioni fra le imprese agricole sarde. Per chiedere alle Istituzioni soluzioni immediate, sia per contrastare il nuovo flagello delle campagne, sia per aiutare economicamente le aziende colpite, la Cia Agricoltori Sardegna ha inviato una lettera al presidente della Regione, Christian Solinas, affinché si faccia portavoce presso il Governo nazionale della situazione e delle preoccupazioni del comparto agricolo. L’obiettivo è fare in modo che si definiscano misure eccezionali in grado, nell’immediato aiutare le aziende, e nel contempo dare prospettiva al settore che rischia di perdere rapidamente una parte consistente della produzione. Un invito, quello della Confederazione Sardegna, in sintonia con quanto già richiesto al ministro Teresa Bellanova dalle Cia Emilia Romagna, Cia Veneto, Cia Friuli Venezia Giulia, Cia Trentino Alto Adige, Cia Lombardia e Cia Piemonte. «Anche in Sardegna, la cimice asiatica sta causando danni alle produzioni agricole in entità tale da mettere a rischio la sopravvivenza di numerose aziende, oltre a creare notevoli problemi all’intera filiera a valle della produzione», spiega il presidente regionale della Cia Sardegna, Francesco Erbì.

«Chiediamo al presidente Solinas che si faccia portavoce delle necessità del comparto agricolo sardo sostenendo presso il Governo nazionale le necessità e le priorità per affrontare quest’emergenza». Le vie di intervento, secondo la Cia sono due, da percorrere parallelamente. Da una parte è indispensabile definire un sostegno finanziario adeguato e procedere senza indugi alle modifiche normative necessarie per fronteggiare il problema: «Pur apprezzando l’annuncio della Ministra del Mipaaf Teresa Bellanova della disponibilità di 80 milioni di euro nel triennio, si ritiene tale importo inadeguato e del tutto insufficiente; occorre che il Governo si faccia carico della gravità del problema e agisca coerentemente». Dall’altra parte occorre dotare delle risorse necessarie la ricerca chiamata a fornire, in tempi possibilmente rapidi, risposte all’esigenza di contenere questo nuovo flagello, evitandone la dispersione e creando un coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti.

Dalla necessità e urgenza di dare risposte a queste urgenze nascono i suggerimenti della Cia, fra i quali: l’immediata sospensione dei mutui; l’istituzione di un fondo di rotazione che fornisca le garanzie necessarie a chi necessita di risorse finanziarie per proseguire l’attività; l’adozione di misure che evitino la segnalazione dei soggetti coinvolti alla Crif (Centrale rischi, ndr); una norma, anche transitoria, che eviti l’emissione di Durc negativi per coloro che non sono nelle condizioni oggettive di far fronte al pagamento degli oneri contributivi. E ancora: «Cia-Agricoltori Italiani chiede con forza che l’intero Governo agisca nei confronti delle competenti autorità dell’Unione Europea per confermare l’utilizzo per l’anno prossimo della sostanza chimica Metile, l’unica che allo stato assicura un parziale controllo della cimice – spiega ancora Erbì -. Inoltre occorre che tutti gli atti necessari per rendere possibile l’immissione in pieno campo già dall’inizio della prossima primavera dell’antagonista, noto come vespa samurai, siano attuati nei tempi necessari per permettere il raggiungimento di questo imprescindibile obiettivo». Altre azioni necessarie sono le modifiche ai Regolamenti comunitari mirate a: l’aumento dell’aliquota di sostegno dal 50 all’80% per gli investimenti, tipo l’approntamento delle reti di protezione; l’aumento della clausola di salvaguardia per le Op sino all’80% per evitare che queste, a causa della riduzione dei conferimenti, perdano i requisiti del riconoscimento; modifica degli orientamenti per gli aiuti di stato per permettere che la prevista soglia di danno del 30% possa contenere più calamità succedutesi nel corso dell’anno; attivazione dell’art. 221 del Reg. Ue n. 1308/2013 per ristorare i danni evidenziando che la calamità ha assunto ormai un carattere sovraregionale e deve essere affrontata con la dovuta risolutezza. «E, infine – sottolinea Erbì -, in considerazione dell’andamento del mercato che vede la carenza di prodotto nazionale, si rende necessario aumentare i controlli sulla filiera per assicurare che l’origine dei prodotti sia garantita, allo scopo di evitare fraudolenti indicazioni che sarebbero una ulteriore beffa al danno subito».

Il grido di esasperazione delle campagne sarde si leva dal convegno sul comparto ovi-caprino “Dalla protesta alla programmazione”, che si è tenuto venerdì a Nuoro, organizzato dalla Cia Sardegna centrale Nuoro. A dare voce alle preoccupazioni degli operatori del settore è la Confederazione italiana agricoltori Sardegna, per mano del vicepresidente regionale, Salvatore Bussu: «Sulla vertenza latte si è preso troppo tempo, tutti gli accordi siglati dopo la vibrante protesta dell’inizio dell’anno sono rimasti sulla carta, inattuati o inapplicabili. La Regione deve fare di tutto per far ripartire il dialogo riaprendo tutti i tavoli istituzionali: quello col prefetto di Sassari, dove si erano ottenuti i risultati più concreti, quello regionale, e quello sulla filiera nazionale», spiega Bussu. «Siamo fortemente in ritardo sull’attuazione delle misure concordate ed il rischio è quello di iniziare una nuova stagione agricola senza il minimo riferimento su come indirizzare la produzione. È necessario e indispensabile che tutti gli accordi su cui la politica sarda e nazionale si erano impegnate, siano messi in pratica», continua il vicepresidente regionale e presidente della Cia Sardegna Centrale Nuoro. «Sollecitiamo la politica regionale a impegnarsi per riattivare gli incontri istituzionali nazionali, e a far ripartire il dialogo coinvolgendo i territori per spiegare dettagliatamente le modalità di attuazione degli interventi deliberati per normare e programmare il settore». L’appello di Salvatore Bussu è stato raccolto e rilanciato dagli altri esperti e rappresentanti delle varie organizzazioni di settore che hanno partecipato al convegno nuorese, primi fra tutti il presidente dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo (Oilos), Salvatore Pala, il presidente regionale della Cia Sardegna, Francesco Erbì, ed il consigliere regionale Pietro Maieli, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale. Salvatore Pala ha rimarcato la necessità di riaprire i tavoli già avviati nei mesi scorsi e ha assicurato l’impegno di Oilos in questo senso, anche come interlocutore diretto con l’assessorato all’Agricoltura e con la giunta regionale. Il presidente della Cia Sardegna ha ripreso l’analisi di Salvatore Bussu, sottolineando l’importanza di agire in tempi rapidi e di coinvolgere i territori per spiegare al meglio a tutti gli operatori del comparto l’impatto e le modalità di esecuzione delle misure concordate. La Cia farà la sua parte e, ha annunciato il presidente Francesco Erbì, avvierà una mobilitazione su tutto il territorio isolano.

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La Cia chiama a raccolta il mondo delle campagne per discutere del comparto ovi-caprino sardo. Domani, venerdì 18 ottobre, a Nuoro, nella sala convegni dell’Euro Hotel di viale Trieste, si terrà il meeting “Vertenza ovi-caprino: dalla protesta alla programmazione”. L’incontro-dibattito è organizzato dalla Cia Sardegna Centrale Nuoro, e vedrà la partecipazione dei vertici regionali della Confederazione e dei maggiori esperti del settore.

Il convegno, moderato da Matteo Marteddu, si aprirà alle ore 10.00, con l’intervento di Salvatore Bussu, presidente della Cia Sardegna Centrale Nuoro. A seguire interverranno il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, con “Considerazioni sul settore agro pastorale delle zone interne della Sardegna”, quindi il presidente dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo (Oilos), Salvatore Pala, che illustrerà la sua relazione su “Nuove politiche di governo delle produzioni lattiero casearie ovine”. Dopo un breve dibattito, le conclusioni saranno affidate a Pietro Maieli, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, e a Francesco Erbì, presidente della Cia regionale Sardegna.

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Sabato 29 giugno nella sala conferenze San Nicola, a Ozieri, dalle ore 10.00 si svolgerà il convegno provinciale della Confederazione italiana agricoltori Nord Sardegna, “Prospettive e alternative del settore ovicaprino”.

L’appuntamento sarà moderato dal direttore nazionale Caa della Cia, Fabio Chessa, e vedrà l’apporto dei maggiori studiosi ed esperti del comparto. L’apertura dei lavori sarà affidata a Francesco Erbi, presidente regionale Cia, al quale seguiranno gli interventi di Salvatore Pier Giacomo Rassu, professore associato di Zootecnia del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, con la relazione “Strategie di miglioramento dell’efficienza produttiva ed economica dell’allevamento ovino”. Quindi sarà il turno della relazione “La guerra del latte: crisi o declino del settore ovino?”, di Roberto Furesi, professore ordinario di Economia ed estimo rurale del Dipartimento di Agraria dell’ateneo sassarese, poi il consulente e tecnico caseario Bastianino Piredda illustrerà il rapporto “Diversificare, parola chiave per ampliare offerta e mercato. Presentazione Progetto Shardana”. Ci sarà anche l’intervento di Giuseppe Pirisi del Banco di Sardegna, con “Interventi e prodotti a favore delle imprese agricole”.

Le conclusioni del convegno saranno affidate a Piero Maieli, presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale, e a Dino Scanavino, presidente nazionale Cia Agricoltori Italiani.

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Guspini ospiterà domenica 2 dicembre, la festa regionale del Partito della Rifondazione Comunista.

L’iniziativa si svolgerà nei locali del Circolo PRC “Togliatti – Laconi”, in Piazza Togliatti.

Il programma della giornata sarà il seguente:

Ore 10.00: “L’agricoltura in Sardegna”. Interverranno: Francesco Erbì, presidente CIA Sardegna, e Fulvio Tocco, tecnico agrario ed ideatore del progetto “Vivere in campagna”.

Ore 13.00 Pranzo Sociale.

Ore 16.30: “La sanità in Sardegna”. Interverranno: Francesco Carta (Medicina Democratica Sardegna) e Luigi Tedeschi (Medicina Democratica Sardegna). Parteciperanno Pierluigi Mulliri, segretario della Federazione della Sardegna del Partito della Rifondazione Comunista, e Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista.

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Mercoledì 17 ottobre 2018,al Centro Civico culturale di Piazza Lussu, a Bauladu, a partire dalle 9.30, si svolgerà l’iniziativa “La Sardegna dei Comuni, un patrimonio da salvare” promossa dal Cru, il Consiglio regionale Unipol, organismo composto da Legacoop, Cna, Confesercenti, Cia, Cgil, Cisl, Uil.

Parteciperanno:

Pierluigi Stefanini presidente Gruppo Unipol

Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna

Cristiano Erriu, assessore regionale Enti locali

Claudio Atzori presidente Legacoop e Cru

Emiliano Deiana presidente Anci

Paolo Prosperini comitato tecnico Snai

Antonello Cabras presidente Fondazione di Sardegna

Maria del Zompo Rettore Università di Cagliari

Michele Carrus segretario Cgil

Roberto Bolognese presidente Confesercenti

Gavino Carta Cisl Sardegna

Angelo Sini unione comuni Logudoro

Gabriella Caria segretaria Cna

Mario Tendas

Chicco Gregu ad efficienza 4.0

Francesco Erbì presidente Cia