23 April, 2024
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Le Zone franche nelle loro varie declinazioni (zone franche integrali, zone franche urbane, zone economiche speciali, porti franchi) rappresentano da sempre un argomento “caldo” della politica economica, specie quella regionale, un tema di stringente attualità, motivo di vivace discussione soprattutto durante le campagne elettorali.
L’occasione per discuterne in maniera approfondita con i maggiori esperti in materia è il convegno “Zone franche e zone economiche speciali: una sfida comune” organizzato dall’associazione Azione Sardegna, in collaborazione con Arci Iglesias ed il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari, in programma a Iglesias il 20 giugno 2019, presso il Centro Culturale.
L’avv. Paolo Aureli, con l’intervento dal titolo “Introduzione alle zone franche e alla fiscalità di vantaggio”, percorrerà l’evoluzione storica, sociale e geografica delle zone franche e lo sviluppo della relativa normativa in ambito europeo.
Con l’avv. Francesco Scifo (“Le zone franche”) si analizzeranno i vantaggi economico-fiscali derivanti dall’adozione di questo strumento di politica economica su una porzione del territorio statale.
L’intervento accademico del prof. Aldo Berlinguer disserterà su “Le zone economiche speciali”, proponendo un accurato resoconto sulla disciplina delle Zes a livello statale e europeo, con l’approfondimento della disciplina europea degli aiuti di stato nella loro particolare declinazione di strumenti di riequilibrio insulare.
Seguirà una tavola rotonda e un dibattito con il pubblico, moderato da Marino Canzoneri, sulle opportunità e sui vantaggi dell’applicazione contestuale e delle Zone franche e delle Zone economiche speciali.
Un’occasione di studio e di riflessione su uno strumento di forte propulsione economica, purtroppo rimasto tuttora inattuato in Sardegna, e sui rapporti tra le fonti dell’Unione Europea e le politiche fiscali nazionali.

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E’ in corso, a Cagliari, nella sala Salis della Fiera campionaria della Sardegna (ingresso piazzale Coni) il convegno “Identità e Futuro”. 

“Non c’è futuro per la nostra Isola se non sappiamo da dove veniamo, chi siamo e cosa vogliamo per noi e i nostri figli.”

Si parla di identità, lavoro, fiscalità di vantaggio, ritorno dei nostri emigrati, internazionalizzazione della Sardegna.

Organizzato dalle associazioni “Allenaza dei sardi” e “Nur“, sono presenti, fra gli altri:

Paolo Corrias, presidente “Alleanza dei Sardi”

Cav.dDott. Gianni A. Deligia, presidente associazione NUR, relatore sull’“Internazionalizzazione” 

Dott. Stefano Piroddi, scrittore, relatore su “Identità e Sovranità”

Avv. Francesco Scifo, giurista, relatore sulla “Zona Franca e Fiscalità di vantaggio”

Prof. Marco Zurru, relatore sul “Controesodo degli emigrati sardi”

Rita Piredda, imprenditrice, relatrice sul “Lavoro”

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I giuristi del Movimento Sardegna Zona Franca, avv. Francesco Scifo, segretario politico e l’avv. Paolo Aureli, vice presidente, hanno avuto un lungo colloquio con l’economista Claudio Borghi – insieme al suo collega Alberto Bagnai – entrambi della Lega – in occasione del convegno di Olbia tenutosi ieri 17 maggio al Blu Marine, dove pochi mesi prima il Movimento aveva raccolto oltre 600 persone interessate alla questione della zona franca. 

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Il Consiglio comunale di Giave, piccolo Comune della provincia di Sassari (525 abitanti) ha deliberato la zona franca al consumo. In un Consiglio comunale movimentato, alla presenza dei vertici del Movimento Sardegna Zona Franca (Maria Rosaria Randaccio, Daniela Mallus, Rita Cuccureddu, Luciana Carta, Giulio Simbula) la sindaca Maria Antonietta Uras e i consiglieri della maggioranza hanno approvato la tanto attesa ultima delibera per la zona franca al consumo (7 voti favorevoli e 2 contrari), quella chiamata “delle sanzioni”, attraverso la quale si conclude il lungo e faticoso percorso di questa coraggiosa e temeraria sindaca che contro tutto e tutti, con la sola forza delle sue convinzioni e dell’amore per la sua gente, darà la zona franca al territorio comunale.

Con questa delibera, con una scadenza di 30 giorni alla sua pubblicazione, si chiede alla Regione Sardegna di procedere ad inviare la comunicazione dell’attivazione della zona franca di Giave e di tutta la Sardegna al Governo italiano, il quale dovrà poi inviarla alla UE.

«Complimenti al sindaco di Giave che ha veramente a cuore il paese ed i suoi elettori – ha commentato Francesco Scifo, segretario politico del Movimento Sardegna Zona Franca -. L’approvazione di ieri conclude un percorso iniziato a dicembre e adesso nessuno potrà fermare la zona franca di Giave che, insieme a Cagliari e Portovesme, saranno le uniche della Sardegna a breve e medio periodo. Ricordate queste tre zone franche poi, se vorrete, presenterete il conto ai politici della regione e dei comuni che vi hanno tagliato fuori dalla possibilità di uno sviluppo vero e sostenibile – conclude Francesco Scifo -. Difficilmente vedrete la notizia sula stampa di regime, perché ve la diamo noi.»

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Il Movimento Maja de Jana, entrato nella federazione dei movimenti per il rilancio della Sardegna, ha lanciato una petizione per chiedere al Governatore Francesco Pigliaru l’applicazione della zona franca integrale.

L’avv. Francesco Scifo, segretario politico del Movimento Sardegna Zona Franca, ha comunicato stamattina la piena adesione del Movimento a questa iniziativa, divulgando sul suo profilo Facebook la pagina in cui firmare la petizione. Si chiedono 100.000 firme.

Questo il testo:

Al Presidente della Regione Sardegna
Francesco Pigliaru
Alla Giunta Regionale
Ai Sig.ri Consiglieri Regionali
Oggetto: attivazione anche in Sardegna della Zona Franca “integrale”.

Con questa petizione il popolo Sardo chiede alla Regione Sardegna “che ne ha competenza e spettanza”, l’attivazione della fiscalità di compensazione, più nota come “zona franca”, sull’intero territorio della Sardegna, e le dimissioni immediate del Governatore Pigliaru, perché la sua figura si è dimostrata inadeguata a rappresentare gli interessi del popolo sardo. Pigliaru è colui secondo il quale la zona franca in Sardegna è un danno e non conviene ed è colui che, insieme ai suoi amici professori, sta negando da anni la zona franca integrale alla terra che rappresenta!

«Governatore Pigliaru, il popolo Sardo ha atteso inutilmente una sua risposta sull’attuazione della zona franca su tutto il territorio della Sardegna, riteniamo pertanto che se non otterrà soddisfazione dalla magistratura italiana, chiederà alla Corte di Giustizia europea per quale motivo la Sardegna muore senza che le istituzioni che la rappresentano facciano ciò che direttive e regolamenti UE, leggi dello stato e leggi di grado costituzionale impongono (CEE n. 2913/1992 (Consiglio) n. 2454/1993 (Commissione), d.lgs 75/1998, D.P.C.M. 7 giugno 2001, legge cost. 3/1948) per favorire la ripresa economica, scongiurare il progressivo e quasi irreversibile impoverimento della nostra Regione e ridurre la sperequazione rispetto al resto d’Europa, dovuta all’insularità.»

 

«Ogni momento che passa chiude una nuova azienda in Sardegna e il governatore continua a non fare niente. Quanto tempo ancora passerà fino alle sue dimissioni? – conclude il Movimento Maja de Jana -. Noi chiediamo le dimissioni immediate del Governatore Pigliaru!»

 

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«La Sardegna può e deve valorizzare la sua identità e la diversità per lingua, usi, costumi e tradizioni dal resto della comunità nazionale, perciò, noi proponiamo queste modifiche a una parte dello Statuto sardo». Questo il progetto lanciato oggi dall’avv. Francesco Scifo, segretario politico del Movimento Sardegna Zona Franca.

«Tali modifiche – aggiunge Francesco Scifo – possono essere apportate con legge ordinaria perché inserite nel Titolo III e sono opportune per poter cominciare a utilizzare coscientemente la propria capacità di autogoverno, ed in linea con quanto fatto in altre comunità dell’Italia e dell’Unione Europea. Vi sono dei precedenti giuridici e dobbiamo pretendere che siano rispettati per uscire dal sottosviluppo e dalla sottomissione a una cultura esterna che ha distrutto le nostre stesse radici. Noi pensiamo che, in un quadro federale quale è quello delineato dalla riforma del Titolo V della Costituzione italiana, si debba procedere a chiarire i nostri rapporti con la comunità italiana così come è stato già fatto in Alto Adige e in Valle d’Aosta ed in Sicilia.»

Sì è tenuto ieri mattina, nella sede del Consorzio Industriale provinciale del Sulcis Iglesiente, un incontro tra i vertici del Consorzio ed il Consiglio direttivo del Movimento Sardegna Zona Franca, primo passo fondamentale verso la piena operatività della zona franca nell’ex provincia di Carbonia Iglesias, definita nella delibera della Giunta regionale n. 21/5 dello scorso mese di aprile e redatta dagli stessi tecnici presenti ieri alla riunione a Portovesme.

Alla presenza del presidente del Consorzio, ing. Federico Strina, del vice direttore generale, ing. Filippo Baghino e del funzionario amministrativo Learco Fois, l’avvocato Francesco Scifo e la dottoressa Maria Rosaria Randaccio, rispettivamente segretario politico e presidentessa del Movimento, hanno illustrato dettagliatamente quelle che sono le strade da percorrere per far partire subito il processo di creazione ed individuazione delle aree destinate ai depositi doganali ed i documenti da inviare agli uffici ministeriali di competenza.

Nel corso dell’incontro, sono state poste le basi per l’avvio di una stretta collaborazione tra il Consorzio industriale ed il Movimento Sardegna Zona Franca, in modo da superare tutte le difficoltà burocratiche ed abbreviare l’iter amministrativo richiesto dalla normativa.

A breve è previsto un nuovo incontro, alla presenza di tutti i sindaci del Sulcis Iglesiente, il cui coinvolgimento si renderà necessario per trarre i maggiori vantaggi possibili per tutte le attività produttive che verranno interessate.

La partenza della zona franca nel territorio del Sulcis Iglesiente – secondo il Movimento Sardegna Zona Franca – sarà il volano, non solo per creare un indotto economico senza precedenti nel territorio dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, ma anche per attrarre investimenti in altre aree della Sardegna, nelle quali c’è una fortissima carenza di posti di lavoro.

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Il Movimento Sardegna Zona Franca si schiera per il No al referendum in programma il 4 dicembre 2016 sulla Riforma Costituzionale.

«Il Movimento Sardegna zona franca si schiera per il NO ad una riforma che – dice l’avv. Francesco Scifo, segretario politico del Movimento – è inutile, in primo luogo perché dopo l’approvazione del Trattato di Lisbona, avvenuta nel 2009, la Carta è stata retrocessa a normativa secondaria di quint’ordine, rispetto ai Trattati Europei, ai regolamenti, alle Direttive dell’Unione Europea, nonché alle norme della BCE e una modifica dell’assetto costituzionale comporterà solo l’ulteriore svalutazione di un sistema normativo un tempo primario; in secondo luogo, una riforma pasticciata, perché è strutturata in modo da accrescere i conflitti tra poteri dello Stato, data l’incertezza e la poca chiarezza della formulazione delle norme che la compongono. Infine, democraticamente inopportuna – conclude Francesco Scifo -, perché votata e decisa da parlamentari eletti con una legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale.»

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Il Movimento Zona Franca ha contestato il presidente della Regione per i ritardi nell’applicazione della legge sulla zona franca. All’incontro tenutosi sabato al Palazzo Regio di Cagliari, dopo che il Movimento Sardegna Zona Franca aveva fatto un appello esplicito alla Giunta regionale sarda per l’applicazione della legge sulla zona franca durante il sit-in davanti al Palazzo regionale di Viale Trento, il presidente Francesco Pigliaru – si legge in una nota stampa del Movimento Zona Franca – è stato incalzato dalle domande della delegazione dei zonafranchisti composta dalla dott.ssa Maria Rosaria Randaccio, dall’avv. Francesco Scifo, dall’avv. Paolo Aureli, da Claudia Mariani e da un folto gruppo proveniente dai comitati pro zona franca dei vari territori dell’isola. 

Le scintille sono iniziate con l’intervento dell’avv. Francesco Scifo che ha chiesto al presidente Pigliaru di utilizzare tutto il suo prestigio di professore universitario e studioso della zona franca per far applicare la legge dello Stato, in particolar modo il decreto legislativo n.75 del 1998, dal momento che l’Agenzia delle Dogane non ne riconosce addirittura l’esistenza. 

«Il presidente Pigliaru – si legge ancora nella nota – inizialmente si è tenuto all’interno dei meandri del solito linguaggio in politichese prendendo l’impegno di rivendicare nelle opportune sedi il diritto della Sardegna ad avere la zona franca doganale nei 6 porti franchi, ma poi – dopo l’intervento della dott.ssa Maria Rosaria Randaccio – la quale ha chiesto al suo interlocutore se sia al corrente che il Decreto Legislativo n. 116/2016 (entrato in vigore nello scorso luglio) ha modificato nuovamente l’art. 8 dello Statuto Sardo e che quindi la Regione Sardegna, che è un’isola ultraperiferica, può incamerare direttamente i tributi che prima erano competenza dello Stato Italiano e di conseguenza dovrà rimborsare l’Iva che i cittadini sardi stanno pagando – l’ambiente si è scaldato e il presidente ha ribadito il disaccordo della sua Giunta alla questione della zona franca come intesa dai zonafranchisti, negando addirittura che la Sardegna sia un’isola ultraperiferica e che niente abbia a che fare con il regime fiscale delle Isole Canarie.»

Molto critici anche gli interventi dell‘avv. Paolo Aureli e di Claudia Mariani.

Protesta zonafranchisti al presidente Pigliaru

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Zona Franca ad Arbatax

Ieri sera, nella sala congressi dell’Arbatax Park, nel corso del convegno sulla zona franca ad Arbatax, deliberata dalla Giunta comunale il 27 aprile scorso, diversi imprenditori provenienti non solo da tutta l’Ogliastra, ma anche dal Nord Italia, hanno avuto modo di ascoltare direttamente dalla bocca dei relatori quante siano state le occasioni perse per il territorio a causa di una mancanza di consulenti preparati e capaci di “scovare” le varie opportunità nazionali che europee. 

In particolare, Maria Rosaria Randaccio, Intendente di Finanza in pensione e presidente del Movimento Sardegna Zona Franca, ha “bacchettato” il comune di Tortolì per non aver saputo sfruttare i fondi europei per il settore della nautica da diporto, la cui destinataria sarebbe dovuta essere l’area dell’ex Cartiera ai sensi della legge n.355/1976 che aveva previsto che l’esecuzione dei lavori ordinari e straordinari sul porto di Cagliari (di conseguenza anche Arbatax), Ancona, La Spezia, Livorno e Messina dovessero essere a totale carico dello Stato, e ai sensi dell’art. 1 commi da 990 a 994 della legge n.296/2006 (Finanziaria 2007) che autorizzava un contributo  di 10  milioni di euro per 15 anni a decorrere dal 2007 per la realizzazione di grandi infrastrutture portuali immediatamente cantierabili, previa acquisizione dei corrispondenti piani finanziari presentati dalle competenti Autorità portuali.

L’avvocato Francesco Scifo ha poi fatto un riepilogo delle azioni recenti del Movimento, citando in particolare la preparazione delle delibere regionali e dei comuni di Olbia e di Portovesme, che hanno portato all’attivazione della zona franca nei porti della Sardegna da parte del Consiglio Regionale.

Il segretario politico del Movimento si è poi dilungato nel citare vari esempi di operatività delle zone franche più conosciute e i modi di una eventuale applicazione nel porto di Arbatax e nella zona industriale retrostante. Pur riconoscendo che sia necessario che almeno una delle zone franche previste nelle delibere regionali inizi la sua operatività a tutti gli effetti, si è lanciata l’idea di costituire una o più cooperative per facilitarne la partenza.

L’avvocato Paolo Aureli, delegato del Sulcis del Movimento, ha poi concluso spiegando le differenze tra le varie zone franche e ponendo la questione dal punto di vista delle imprese già esistenti nel territorio e della possibilità di lavoro non solo per tutti gli attuali disoccupati e cassaintegrati, ma anche dei migranti che numerosi stanno sbarcando nelle coste dell’isola.

L’intervento più atteso è stato quello del dott. Gianni Andrea Deligia, alto funzionario dell’ONU e Premio Nobel per la pace nel 2001, che ha parlato della sua vasta esperienza in campo internazionale e dell’amarezza di tornare nella sua terra natìa e di trovare gli stessi problemi di sempre ancora irrisolti.Gianni Andrea Deligia ha messo l’accento sullo spopolamento della Sardegna e sul futuro drammatico che ci attende se non si cercherà di sfruttare subito l’opportunità di aprire nuove frontiere commerciali verso il Nord Africa attraverso un regime fiscale “privilegiato” per poter essere competitivi nei settori in cui la Sardegna possiede un’eccellenza qualitativa di prodotti, cioè l’agricoltura e la pastorizia.