26 April, 2024
HomePosts Tagged "Gian Franco Satta" (Page 3)

[bing_translator]

Arriverà venerdì mattina in visita ufficiale in Sardegna il sottosegretario all’Istruzione Giuseppe De Cristofaro. La sua presenza sarà un’importante opportunità per l’Isola per affrontare, in forma diretta, diverse tematiche riguardanti la sua funzione e il proprio ruolo di componente della squadra di governo.

Il programma della visita prevede i seguenti appuntamenti:

ore 9.30 incontro presso l’Università con l’assessore della Pubblica istruzione della Regione Sardegna, Andrea Biancareddu ed il Rettore dell’Università degli Studi di Sassari, prof. Massimo Carpinelli;

ore 11.00 visita alla scuola “Montessori” Casa dei bambini e Primaria I.C. di San Donato

incontro con la Dirigente scolastica Patrizia Mercuri e con il Direttore dell’ufficio scolastico della Regione Sardegna Francesco Feliziani, con il Sindaco di Sassari Nanni Campus e con la ragazza disabile di 19 anni ritirata dal liceo dalla madre per la mancanza in classe dell’insegnante di sostegno e assurta negli ultimi giorni a caso nazionale come emblema delle criticità e del malessere scolastico;

ore 17.00 incontro pubblico e tavola rotonda per parlare di “riconversione ecologica” e dei suoi possibili sviluppi a Porto Torres presso la sala del Museo del Porto.

Con riferimento a quest’ultimo punto del programma, essendo aperto a tutti, sarà occasione per riflettere pubblicamente con un’importante voce del governo nazionale su un tema di strettissima attualità e importanza strategica come la “riconversione ecologica” del mondo moderno e le naturali conseguenze in chiave politica, economica, occupazionale, culturale e sociale.

Si parlerà, tra le altre cose, del cambiamento in atto nell’approcciarsi alle tematiche ambientali, che oggi vengono percepite dalla società come elementi soggettivi, etici, individuali, motivazionali, personali.

L’incontro è promosso e organizzato da Campo Progressista Sardegna e dal Gruppo dei Progressisti nel Consiglio Regionale della Sardegna.

L’evento prevede i seguenti interventi: Gian Franco Satta, Francesco Agus, Laura Caddeo, Maria Laura Orrù e Massimo Zedda, consiglieri e consigliere della Regione Autonoma della Sardegna; Michele Mario Gutierrez, docente universitario dell’Università degli studi di Sassari; Emanuele Cani, segretario regionale sardo del Partito Democratico; Massimiliano Smeriglio, eurodeputato e, infine, Giuseppe De Cristofaro, sottosegretario al ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca. Coordinerà l’incontro, la giornalista Vannalisa Manca.

 

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha rinviato la mozione “sulla grave situazione di incertezza per i lavoratori precari all’interno dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito, ha chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha sollecitato un intervento urgente del presidente del Consiglio per ottenere il rispetto delle procedure nei rapporti tra Giunta e Aula. «Mi si comunica una risposta alla nostra interrogazione n. 61 sulla nomina dei direttori generali esterni all’amministrazione regionale – ha detto Francesco Agus – in realtà si tratta di una comunicazione elusiva, irrispettosa, scorretta e contraria al Regolamento. La risposta arriva, infatti, dal Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione che in sostanza dice di non poter dare risposte. Chiedo al presidente Michele Pais di verificare il rispetto delle procedure in modo che l’interrogazione possa avere una risposta corretta».

Il presidente Michele Pais ha assicurato il suo intervento: «Sarà mia cura fare le verifiche opportune. Spero in giornata di poter dare una risposta in merito».

Si è quindi passati al primo punto all’ordine del giorno, la mozione n. 68 sulla grave situazione dei lavoratori precari dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna a rischio licenziamento per il mancato rinnovo del contratto di lavoro. Il presidente Michele Pais ha comunicato  l’impossibilità di mettere in discussione la mozione per l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità Mario Nieddu.

E’ quindi intervenuto Daniele Cocco, capogruppo di Liberi e Uguali e primo firmatario della mozione: «Mi dispiace molto non poter discutere questa mozione per il suo carattere d’urgenza. Nell’incontro con i gruppi avevamo stabilito di vederci oggi per verificare la possibilità di approvare un dispositivo con carattere d’urgenza. L’assenza dell’assessore fa cadere tutti i buoni propositi. Sarebbe opportuno che il responsabile della Sanità riferisse in Aula sia sulla questione dell’Istituto Zooprofilattico che sulle graduatorie degli Organizzazioni Sindacali. Noi tutti abbiamo l’esigenza indifferibile di interloquire con lui per capire lo stato dell’arte».

Il presidente Pais si è detto d’accordo con le osservazione del capogruppo di Liberi e Uguali: «Era stato lo stesso assessore a sollevare il problema. Confido che  possa riferire quanto prima sull’argomento».

Rammarico per il rinvio della mozione è stato espresso anche da Piero Maieli (Psd’Az)  che ha sollecitato tempi rapidi per una nuova calendarizzazione del documento: «Oggi scade il contratto dei lavoratori dell’Istituto Zooprofilattico. E’ urgente concludere il processo di stabilizzazione e avviare i concorsi».

Successivamente ha preso la parola Laura Caddeo (Progressisti) che, come in precedenza il suo capogruppo Francesco Agus, ha stigmatizzato il metodo utilizzato dalla Giunta sulle interrogazioni a risposta scritta: «Anche sull’interrogazione n. 124 (qualifiche per Operatori sociosanitari rilasciate da istituti privati) rivolta in prima battuta agli assessori al Lavoro e alla Sanità ci è arrivata una risposta dall’assessorato alla Pubblica Istruzione. Arriveranno le risposte di Zedda e Nieddu?».

Eugenio Lai (Liberi e Uguali) si è detto amareggiato per la decisione della Giunta di non partecipare alla seduta statutaria: «L’assenza di quasi tutti gli assessori in Aula in una seduta solenne è un fatto nuovo – ha detto Eugenio Lai – capiamo che i punti all’ordine del giorno non essendo stati dettati da Pontida siano considerati meno urgenti dalla maggioranza ma non è così per noi. Nella scorsa seduta si è deciso di rinviare una mozione al giorno dopo. Chiediamo la stessa cosa vista l’urgenza: la mozione n.68 si discuta entro questa settimana».

La consigliera del M5S Carla Cuccu ha invece segnalato all’Aula un presunto sgarbo istituzionale subito dalla Commissione Sanità durante un sopralluogo all’ospedale San Marcellino di Muravera: «Non siamo stati accolti dagli organi rappresentativi dell’Ats e dai direttori generali – ha affermato Carla Cuccu – come commissari ci siamo trovati a vagare nei meandri del nosocomio senza sapere dove andare». Carla Cuccu ha quindi espresso rammarico per l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità: «Ci sono interrogazioni presentate da tempo che non hanno ancora avuto risposta. A tutt’oggi l’assessorato non ha fornito nessun tipo di documentazione scritta. Vorrei che questo Consiglio potesse esercitare appieno la sua funzione di controllo e ispezione».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha quindi chiesto una sospensione di 5 minuti per parlare con i capigruppo di maggioranza e la vicepresidente della Regione Alessandra Zedda.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Michele Pais ha messo in discussione la mozione n. 51 “sulla necessità di modificare il comma 23 dell’articolo 6 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48, e di destinare specifiche risorse finanziarie per la realizzazione dei progetti relativi all’Azione Bosco”.

Il documento è stato illustrato da Franco Mula, capogruppo del Psd’Az e primo firmatario della mozione: «La nostra iniziativa ha due obiettivi: assicurare i finanziamenti ai progetti di Azione Bosco e rivedere le procedure che hanno stravolto il programma originario di tutela e valorizzazione del territorio». Mula ha ricordato che il piano Azione Bosco, voluto dalla Giunta Soru e sostenuto anche da Ugo Cappellacci è stato modificato nella scorsa legislatura: «La procedura prevedeva che il progetto venisse presentato da un’azienda agricola o da cooperativa e venisse successivamente approvato dalla Giunta su proposta dell’assessore al Lavoro. L’assessorato all’Ambiente aveva il compito di vigilare. Oggi la procedura descritta è stata modificata e le relative risorse finanziare, circa 2 milioni di euro, trasferite nel programma Lavoras. Anche la procedura di affidamento è totalmente cambiata. Prevale il programma Lavoras sui progetti di Azione Bosco. Questo va contro la volontà del Consiglio regionale»

Secondo Franco Mula, le attuali modalità di individuazione dei soggetti beneficiari e le conseguenti procedura di affidamento sono farraginose e complesse: «Prima si prevedeva un soggetto esecutore (azienda o cooperativa) e un soggetto attuatore (Assessorato ambiente) adesso ci sono aspetti poco chiari – ha detto Mula – i soldi sono stati spostati su Lavoras ma la cosa più grave è che ci sono dirigenti regionali che non fanno gli amministratori ma fanno politica».

Mula ha quindi concluso il suo intervento presentando le richieste all’esecutivo: «I soldi affidati a Lavoras devono tornare al piano Azione Bosco – ha rimarcato il capogruppo sardista – in alternativa si trovino risorse aggiuntive per finanziare quel capitolo di spesa. Una cosa è Lavoras, un’altra Azione Bosco, intervento previsto da una legge specifica approvata da questo Consiglio. Si rispetti la volontà dell’Aula».

Dopo l’on. Franco Mula ha preso la parola l’on. Giuseppe Talanas (FI), che ha precisato: “Questi bandi esistono da anni e tendono a migliorare le aree boschive della Sardegna ma limitano l’attività delle aziende agropastorali. Chiedo pertanto alla Giunta che nell’attuazione dei progetti si trovi un punto di equilibrio tra le due opposte esigenze”.

Sempre dalla maggioranza l’on. Giovanni Antonio Satta (Riformatori)  ha ricordato la genesi di questa misura e gli effetti ottenuti, “importanti ricadute sui territori e risposte positive sotto il profilo occupazionale che hanno consentito di prevenire e limitare i danni derivanti dagli incendi e dalle calamità naturali. Purtroppo, questi progetti sono stati interrotti dall’assessore Paci, con una decisione inopportuna e pregiudizievole: quella di inserire le risorse nel calderone dei fondi di Lavoras”. L’oratore ha proseguito ricordando l’iniziativa del 2017 di quattordici sindaci sardi, interessati dai progetti boschivi per i loro territori e ha segnalato la necessità di cambiare “la procedura di affidamento di Azione Bosco introdotta dalla passata Giunta regionale tornando alla gestione passata per la programmazione della spesa”.

L’on. Eugenio Lai (Leu) si è detto “in linea generale favorevole allo spirito della mozione, perché i boschi sono elemento di sviluppo delle nostre comunità. Ma non sono d’accordo sul fatto che si modifichi la legge con una mozione e mi aspetto che i problemi denunciati sulla procedura si risolvano con una variazione di bilancio. Dunque, sarebbe opportuno non levare due milioni di euro dal programma Lavoras ma impegnare gli assessori competenti a reperire altri due milioni di euro per Azione Bosco”.

Per l’esecutivo regionale ha preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (assessore della Programmazione), che si è rimesso alla volontà dell’Aula e ha aggiunto: “Sono d’accordo sul fatto che sia il caso di inserire direttamente in Finanziaria il contributo per l’Azione bosco, ampliando i progetti e premiando i migliori”.

In replica il presentatore della mozione, l’on. Franco Mula, ha detto rivolto all’on. Eugenio Lai: “Non ci sono leggi da modificare, non è necessario, perché la somma è stata spostata da un capitolo a un altro.   Se poi si riescono a recuperare altri due milioni di euro, tanto di guadagnato”.

Per dichiarazione di voto, l’on. Lai è tornato sul punto e a seguire anche l’on. Massimo Zedda: “In questo modo state sottraendo risorse ai Comuni e ai cantieri Lavoras. E noi non siamo favorevoli a procedere in questo modo”. Contrario anche l’on. Daniele Cocco (Leu), che ha ribadito la necessità della modifica legislativa.

Per l’on. Franco Mula “qui si stanno invertendo e mischiando i piani del discorso. Ma sia chiaro che noi non stiamo togliendo manco un euro ai Comuni”.

L’assessore Fasolino ha ribadito il concetto: “Noi stiamo applicando la legge di stabilità del 2018, che ha votato la precedente maggioranza con un emendamento della commissione Bilancio approvato all’unanimità. Quindi, non stiamo modificando nulla rispetto a quanto è previsto dalla legge”.

La Lega e Fratelli d’Italia hanno annunciato il voto a favore della mozione  mentre il voto contrario dei Progressisti è stato comunicato dal capogruppo, on. Francesco Agus. “Non è corretto levare risorse al bando Lavoras. Si possono trovare altrove due milioni, anche risparmiandoli o attingendoli altrove”.

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto notizie all’assessore del Lavoro, on. Alessandra Zedda, “sulla mancanza di cinque milioni del bando Lavoras, a favore dei Comuni. Vorrei sapere se questa notizia è confermata o se possiamo tranquillizzarci tutti”. Per il Pd l’on. Comandini ha spiegato che “non basta una mozione a risolvere i problemi di cui si è parlato. Sarà comunque necessaria una legge con una variazione di bilancio per poter spendere davvero questi denari”.

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione la mozione 68, che l’Aula ha approvato con 32 favorevoli, 7 contrari e 11 astenuti.

L’on. Carla Cuccu (Cinque stelle) ha illustrato la mozione 5 sul reddito energetico, “con lo scopo di prendere ad esempio il caso virtuoso di Porto Torres per arrivare coinvolgere tutti i Comuni sardi. Da luglio 2017 Porto Torres ha investito 500 mila euro per il fondo rotativo fotovoltaico di proprietà comunale e a favore di utenze domestiche e condomini. Si tratta di autoconsumo gratuito per i cittadini selezionati mediante una procedura di evidenza pubblica. E i crediti maturati verso il Gestore del servizio energetico vengono ceduti dai cittadini al Comune. Un sistema virtuoso, come detto, che in Puglia è diventato poi legge e anche a Milano si va in questa direzione. Chiediamo che altrettanto si faccia in Sardegna, con un fondo rotativo che finanzi impianti fotovoltaici a favore delle famiglie con il reddito più basso e con il contributo a favore della Regione. In questo modo si produrrà energia elettrica attraverso fonti rinnovabili  e ci sarà un’altra ricaduta positiva: nasceranno filiere locali per l’installazione e la manutenzione degli impianti”.

Il consigliere Ignazio Manca (Lega), anche nella sua veste di rappresentante del nord ovest ha osservato che il progetto ha aspetti molto positivi sul piano economico e sociale, consente un risparmio annuo di circa 200 euro annui a nuclei familiari non abbienti ed attiva un sistema virtuoso di auto alimentazione energetica attraverso le energie rinnovabili. Nello specifico, ha aggiunto, Porto Torres riveste un ruolo importante come sito nel quale sperimentare buone pratiche e politiche energetiche innovative dopo un passato di inquinamento molto elevato che richiede un intervento incisivo dello Stato.

Il consigliere Annalisa Mele, anch’essa della Lega, ha affermato che il progetto è positivo perché prevede un intervento significativo a favore delle categorie svantaggiate, sulla scorta di altri provvedimenti che vanno nella stessa direzione: il bonus energetico introdotto alcuni anni fa, il reddito (e pensione) di cittadinanza che incrementa le agevolazioni in materia energetica e idrica anche in deroga alle soglie Isee, altre norme che aiutano i cittadini con alcune problematiche sanitarie e, non ultimo, il bando dell’assessorato regionale degli Enti locali che ha stanziato 23 milioni per la riqualificazione del patrimonio edilizio privato, all’interno del quale è prevista una parte dedicata all’efficienza energetica degli immobili. La Mele ha proposto infine di estendere questi interventi agli edifici pubblici, come già stabilito dal recente decreto nazionale crescita, con particolare riferimento all’Agenzia regionale Area.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta in considerazione dell’importanza dell’argomento e della possibilità di arrivare ad un ordine del giorno condiviso

Il presidente, nell’accogliere la richiesta, ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che è stato predisposto un ordine del giorno condiviso di tutto il Consiglio.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha dichiarato che, ad avviso del suo gruppo, alcuni punti non sono condivisibili, soprattutto per quanto riguarda il mancato riferimento alle bonifiche del sito di Porto Torres.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, concordando in parte con la tesi di Giagoni, ha però lamentato l’eccessiva lunghezza delle sospensioni delle sedute e la scarsa produttività delle stesse.

Il capogruppo del Psd’Az. Franco Mula, condividendo le osservazioni precedenti, ha detto nel merito che le differenze di posizioni sono piuttosto marginali ed ha suggerito un dispositivo che auspichi l’intervento complessivo della Giunta in materia energetica.

Il consigliere Eugenio Lai ha suggerito che, in assenza di posizioni condivise, è giusto votare la mozione.

Per la Giunta il vice presidente, on. Alessandra Zedda, sottolineando la grande complessità dell’argomento, ha proposto l’eliminazione della parte che riguarda la Regione Puglia, completando la parte dedicata al reddito energetico regionale con un riferimento alla verifica sullo stato di attuazione delle bonifiche nel sito di Porto Torres.

Il consigliere Cuccu (M5S), prima firmataria della mozione, ha espresso parere favorevole sulle modifiche proposte.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha precisato che il problema delle bonifiche, che ha un suo percorso legislativo ed amministrativo, non c’entra nulla col credito energetico

Il consigliere Ignazio Manca (Lega) ha contraddetto il collega Ganau, sostetendo che il problema ambientale complessivo di Porto Torres non può mai essere sottovalutato.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha chiesto una breve sospensione della seduta per una riunione della minoranza.

Accogliendo la richiesta, il presidente Michele Pais ha sospeso la seduta e aggiornato il Consiglio, in prosecuzione dei lavori, per le 16.00.

Alle 16.40 sono ripresi i lavori dell’Aula, sotto la presidenza del vice presidente Piero Comandini (Pd) che ha concesso la parola al consigliere dei Progressisti, Antonio Piu, per proseguire nella discussione generale sulla mozione n. 5 (Cuccu e più). Il consigliere Piu ha espresso il suo favore per la mozione nella sua versione originaria e senza alcuna modifica al dispositivo ed ha definito la città di Porto Torres (citata nel documento del M5S) “un esempio virtuoso in materia di reddito energetico”.

La vice presidente della Giunta, Alessandra Zedda (Fi), intervenendo a nome dell’esecutivo ha escluso una posizione contraria da parte del governo regionale ed ha però suggerito l’eliminazione dal testo dei riferimenti alla regione Puglia.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha quindi preannunciato la presentazione di un ordine del giorno ed ha chiesto alcuni minuti di sospensione per completare la raccolta delle firme dei sottoscrittori. Sospensione che è stata accordata dal vice presidente Piero Comandini.

Alla ripresa dei lavori la prima firmataria, Carla Cuccu, ha dichiarato che l’ordine del giorno è sostituvo della mozione e dopo la lettura del testo la Giunta ha espresso parere favorevole ribadendo l’invito alla eliminazione dal testo ai riferimenti alle Regioni Puglia e Lazio. Il consigliere della Lega, Michele Ennas, ha rivolto l’invito alla presidenza affinché sia fornito un testo più chiaro del documento mentre l’onorevole Cuccu (M5S) ha confermato la cancellazione dei riferimenti alla Puglia e al Lazio.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha dichiarato il voto favorevole dei sardisti, seguito dal consigliere dei Progressisti, Antonio Piu, dal capogruppo Leu, Daniele Cocco, mentre la consigliera della Lega, Annalisa Mele, ha preannunciato l’astensione del gruppo lamentando il mancato riferimento all’edilizia pubblica e alla produzione del mini eolico. Il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, ha dichiarato il voto favorevole del gruppo e l’ordine del giorno n. 1 è stato approvato con 41 sì e 7 astensioni.

Il vicepresidente del Consiglio, Piero Comandini (Pd), ha quindi concesso la parola al consigliere della Lega, Andrea Piras, che ha illustrato la mozione  Mozione n. 57 (Piras e più) per garantire la piena operatività dell’istituto regionale per la fauna selvatica (Irfs). Il consigliere Lai (Leu), intervenendo sull’ordine dei lavori ha chiesto la presenza in Aula dell’assessore dell’Ambiente ma il primo firmatario Andrea Piras non ha dato seguito alla richiesta ed ha proceduto con l’illustrazione del documento che impegna la Giunta a potenziare il personale dell’istituto, a garantire adeguate risorse e, con il coinvolgimento del Corpo forestale e di Forestas assicurare rilevanza scientifica all’attività dell’istituto. Nel corso del suo intervento, il consigliere della maggioranza, ha evidenziato la mancata applicazione di quanto stabilito dalla legge 23 del 1998 proprio con riguardo al mancato funzionamento dell’Irfs per l’adozione dei provvedimenti per la valorizzazione del territorio e delle specie di fauna selvatica presenti in Sardegna ed ha lamentato i disagi che ne derivano per la corretta programmazione dell’attività venatoria nell’Isola, nonché il ruolo preponderante dell’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Ambiente) con riferimento ai pareri a supporto dei provvedimenti regionali.

A supporto delle argomentazioni illustrate da Andrea Piras è intervenuto il suo compagno di gruppo e di partito Michele Ennas che ha ribadito la necessità di un potenziamento dell’organico al fine di rilanciare il ruolo dell’Irfs. «Confermiamo – ha concluso l’esponente della Lega – attenzione e sostegno all’attività venatoria in Sardegna ed ai cacciatori sardi».

A sostegno della mozione anche l’intervento di Emanuele Cera (Fi) che ha stigmatizzato la mancata applicazione delle norme regionali (art. 9 della legge 23/98) ed ha denunciato il superamento delle stesse auspicandone una tempestiva ed efficace revisione con il pieno coinvolgimento delle associazioni della caccia e degli agricoltori.

Il consigliere Eugenio Lai (LeU) ha lamentato in apertura del suo intervento l’assenza dai banchi della Giunta dell’assessore competente ed ha affermato: «Voterò a favore della mozione ma la sua approvazione non risolleverà le sorti della caccia o del mondo venatorio in Sardegna». L’esponete della minoranza ha auspicato la modifica della legge nazionale (n. 157/92) ed ha ricordato come la Regione deliberi “l’apertura della caccia soltanto per effetto di una deroga”. «Non serve mettere una pezza – ha affermato Lai – ma è necessario un intervento strutturale che modifichi la legge 157 e abolisca, ad esempio, l’obbligatorietà dell’applicazione degli ambiti territoriali di caccia ed avere così un calendario a tutela dei cacciatori e delle specie faunistiche».

L’on. Gian Franco Satta (Progressisti) ha ringraziato l‘Aula per l’attenzione verso la mozione e, annunciando il voto favorevole, ha aggiunto: «Siamo favorevoli a un maggiore impegno verso l’istituto regionale della fauna selvatica in quanto tale, perché l’attività venatoria non è prioritaria rispetto ai lavori di quest’Aula o delle commissioni».

Per il sardista Piero Maieli «l’obiettivo della mozione non è soltanto la caccia ma avere contezza della nostra fauna selvatica, attraverso il monitoraggio».

Per il parere della Giunta è intervenuta la vicepresidente, Alessandra Zedda: «La caccia è solo uno degli aspetti della mozione mentre la valorizzazione del territorio, anche sotto il profilo scientifico in collaborazione con l’Università, è il focus principale. Probabilmente abbiamo anche bisogno di attualizzare alcune leggi vigenti nel campo dell’attività venatoria. Dunque, la Giunta è assolutamente a favore della mozione».

L’on. Andrea Piras (Lega) ha espresso soddisfazione per il consenso ricevuto dalla mozione di cui è primo firmatario. Favorevole anche il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, che ha detto a nome del gruppo: «Grazie a questo istituto avremo finalmente un piano faunistico regionale di anno in anno e un osservatorio puntuale sulla nostra fauna».

Anche Fratelli d’Italia con l’on. Francesco Mura ha annunciato il voto a favore e così il consigliere regionale Eugenio Lai, anche a nome del gruppo Leu.

L’on. Pierluigi Saiu per la Lega ha annunciato il sì e ha ringraziato «il collega Piras per l’impegno profuso per la mozione e tutta l’Aula, che ha saputo affrontare con responsabilità il tema, al di là delle posizioni politiche di ciascuno».

Per l’Udc l’on. Domenico Gallus ha dichiarato il voto favorevole e così l’on. Michele Cossa per il gruppo dei Riformatori. Michele Cossa ha detto: «E’ un tema importante, anche per consentire, se e quando dovesse servire, la caccia selettiva ai cervi di Pula o ai cormorani dell’Oristanese». Favorevole anche il gruppo Psd’Az con il capogruppo Franco Mula. Via libera anche dal gruppo di Forza Italia con l’intervento dell’on. Emanuele Cera. Favorevole anche il gruppo dei Progressisti, per il quale si è espresso l’on. Satta.

L’Aula ha approvato la mozione 57 (Piras e più) sull’istituto regionale della fauna selvatica.

Dopo una breve sospensione, il presidente Comandini ha dato la parola all’on. Michele Cossa (Riformatori sardi) per illustrare invece la mozione 58, che «mira a mettere in evidenza la necessità che la Sardegna colmi prima possibile il divario digitale. Non si tratta di una infrastruttura qualsiasi: internet è fondamentale e rappresenta una azione di riforma economico sociale che riguarda la vita di tutti i cittadini, la partecipazione democratica e lo sviluppo economico. La Sardegna ha due velocità: una è sulle fasce costiere e dispone di servizi e turisti. L’altra è quella delle zone interne, spopolata, con scarsi servizi digitali, dove i gestori non arrivano perché per loro non c’è un mercato sufficiente. Oltre 300 Comuni sardi si trovano in questa sfavorevole condizione». L’oratore ha proseguito: «La passata giunta ha fatto uno sforzo economico non indifferente per dotare di fibra le zone interne e questa azione meritoria deve proseguire in modo che la banda ultralarga sia presente in tutto il territorio sardo. Sarebbe riduttivo parlare della banda larga come di un servizio qualunque perché siamo in realtà davanti a un diritto della persona e delle comunità: siamo di fronte alla insularità digitale, che necessità di adeguati provvedimenti. La verità è che il ruolo della Regione sulla grande partita della fibra è troppo debole e su 160 comuni interessati Telecom dice che il servizio è attivo e collaudato soltanto in 31 municipi. Ma non è del tutto vero:  ho verificato che nemmeno in quei 31 Comuni il sistema funziona perfettamente. In concreto la Regione paga ma è Telecom che decide se, dove e quando la rete deve funzionare davvero. Telecom è un privato, ricordiamolo, di alto profilo speculativo e cerca di spendere il meno possibile per far partire la rete in aree non remunerative. Mi rendo conto che questa vicenda sembra assurda ma è reale e non è soprattutto accettabile che centinaia di migliaia di sardi debbano avere cittadinanza digitale se e quando lo decide un privato? Io dico di no. E’ necessario che la Regione istituisca un cabina di regia sulla banda larga, per arrivare a dare a tutti, soprattutto a chi ha meno, il diritto di accedere a internet in tutta la Sardegna».

Per la discussione generale ha preso la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az, che ha ringraziato «i Riformatori sardi per aver posto l’accento su un problema enorme della Sardegna, l’Isola che ha la più bassa infrastrutturazione digitale d’Italia e soltanto il 53 per della popolazione può beneficiare di una rete ad alta velocità.  Non è accettabile per noi che la Sardegna, i suoi cittadini e le imprese rimangano indietro: perché Telecom ha posato la fibra in oltre 200 comuni ma non l’ha accesa? Siamo nelle mani dell’arbitrio di Telecom e non è accettabile. Chiediamo un intervento deciso del presidente della Regione presso il governo nazionale: siamo davanti all’ennesima riprova del fatto che non ci sono governi amici e che ci spetta riprenderci la nostra autonomia. Persino il quarto polo industriale della Sardegna, quello estrattivo di Orosei, che pure conta 700 addetti, non ha banda larga: è inaccettabile, ripeto».

Per l’on. Massimo Zedda (Progressisti) «avere la banda larga nella nostra Isola significa anche frenare almeno in parte lo spopolamento dei piccoli Comuni della Sardegna consentendo il telelavoro. Ritengo sia necessario un bando pubblico per dare la connessione veloce a quelle realtà periferiche sarde che non sono appetibili altrimenti peri gestori delle telecomunicazioni».

Il consigliere Fausto Piga (Fdi) ha messo l’accento sull’importanza delle nuove tecnologie per i piccoli Comuni, molto spesso esclusi dalle grandi reti di comunicazione o alle prese con un servizio inefficiente e non concorrenziale. Prima non avevamo niente, ha ricordato, mentre ora la fibra è dappertutto, perfino nel sottosuolo della rete del gas, ma molte comunità restano al fuori del nuovo sistema. Secondo Piga, infine, la proposta della cabina di regia regionale va incoraggiata e sostenuta.

Per i Progressisti il consigliere Gian Franco Satta ha ricordato che nel 2018 a Cagliari si viaggiava a 92 mega di velocità ed il Comune, Tergu, ad uno “zero virgola”. Quello sulla rete tecnologia, ha continuato, è stato uno degli investimenti più importanti della precedente legislatura guidata dal centro sinistra e non vorrei che qualcuno se ne prendesse ora il merito come accaduto per esempio nelle assunzioni della sanità, anche perché le infrastrutture sono state realizzate in tutti i Comuni. Il problema, a suo avviso, è solo quello di intervenire su Telecom ed Open Fiber per adeguare le sue centrali a ricevere il nuovo segnale, per cui il progetto è alla fase conclusiva.

Il consigliere Francesco Mura (Fdi) ha lamentato che, fino al 2014, a Nughedu Santa Vittoria non c’era nemmeno un buon segnale telefonico, fatto molto penalizzante per tutta la comunità, accentuando la percezione dei cittadini di essere isolati. Questo è il problema dei problemi – ha proseguito Mura – ed occorre moltiplicare gli sforzi della Regione per colmare il divario tecnologico fra i diversi territori, senza perdere di vista l’ulteriore evoluzione della tecnologia perché, alle porte, c’è già una rete di nuova generazione.

Francesco Agus, consigliere dei Progressisti, ha criticato in apertura le larghe assenze dell’esecutivo alla seduta statutaria, con un ordine del giorno che ancora una volta è privo di testi legislativi, costringendo la stessa conferenza dei capigruppo ad allungare il brodo. Nel merito della mozione Francesco Agus la definito serio il tema affrontato che mette fra l’altro in luce la mancanza di strumenti concreti di intervento da parte della Regione per correggere l’ampio divario che attualmente separa molti territori e molti Comuni, oltre che penalizzare le imprese sarde. Sotto questo profilo, ha concluso, limitarsi a chiedere una azione del governo rischia di essere troppo poco.

Ancora per i Progressisti il consigliere Antonio Piu ha sottolineato l’importanza dell’intervento avviato nel 2015 per infrastrutturare tutta la Sardegna dal punto di vista tecnologico, un grande progetto che però non ha ancora la copertura territoriale auspicata. In questo contesto, a suo giudizio, la Regione deve lavorare affianco ai Comuni per semplificare i processi burocratici attraverso apposite conferenze di servizi.

Il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha affermato che l’accesso ai servizi tecnologici è diventato sostanzialmente un diritto fondamentale del cittadino, di cui soprattutto in Sardegna ed in certe aree del territorio si avverte ancora la mancanza. La Sardegna, ha aggiunto, è stata in passato la “culla” di grandi innovazioni tecnologiche ed ancora oggi presenta significative eccellenze nel campo pubblico e privato e quindi non possiamo mancare a questo appuntamento con l’innovazione. Noi proponiamo, ha concluso, un emendamento orale per inserire un passaggio relativo all’avvio di una interlocuzione col Governo centrale.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha sostenuto che quello tecnologico è certamente uno dei grandi divari dell’insularità, un divario purtroppo ancora molto presente nei territori più marginali dell’Isola e nelle zone rurali. Lo stato di avanzamento del progetto, ha detto ancora, non è soddisfacente e presenta molti ritardi che devono essere al più presto recuperati; un compito della Regione che dovrà esercitare un forte ruolo di impulso nei confronti del Governo nazionale e delle aziende impegnate nei lavori. Non meno urgente, ha concluso, la soluzione dei problemi collegati ai segnali telefonici e televisivi.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha annunciato che il suo gruppo resterà in aula per votare la mozione, sollecitando però la maggioranza ad assumersi le sue responsabilità, garantendo il rispetto del numero legale.

A nome della Giunta, l’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia ha espresso parere favorevole.

In sede di replica, il primo firmatario Michele Cossa ha ringraziato il Consiglio per la qualità del dibattito su un tema molto sentito dalla comunità regionale anche se, ha precisato, la Regione non fatto tutto quello che poteva dopo aver assicurato il 97% della copertura finanziaria del progetto. E’ importante, ha concluso, che le grandi aziende che stanno operando nel settore sappiano che la politica sarda non è assente; piuttosto, mi aspettavo dalla Giunta nel suo complesso (a parte alcuni assessori) un atteggiamento più concreto, al di là del parere favorevole.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, a proposito dei rilievi del collega Cocco sul numero legale, ha suggerito di ripristinare un sistema di controllo delle presenze, invitando tutti ad una maggiore assiduità.

Il vice presidente Piero Comandini ha replicato che basta modificare il regolamento.

Per dichiarazione di voto, il consigliere di Leu Eugenio Lai ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo, esprimendosi anche a favore della modifica del regolamento in materia di numero legale.

Il consigliere Alessandro Solinas del M5S ha annunciato il voto positivo del gruppo.

Per i Progressisti, il consigliere Massimo Zedda, favorevole, ha però sollevato il problema della presenza del premier Giuseppe Conte domani a Cagliari, una occasione che poteva essere utile per far sentire al capo del Governo la voce unitaria della Sardegna.

Il consigliere della Lega Pierluigi Saiu, favorevole, ha ringraziato il collega Michele Cossa per la sua proposta, richiamando però i consiglieri alla responsabilità di onorare il proprio mandato, invito che a maggior ragione vale per chi riveste ruoli di governo.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, favorevole, ha condiviso alcune delle argomentazione del collega Pierluigi Saiu, osservando però che molti dei suoi auspici non si sono concretizzati, come ha dimostrato l’assenza dell’assessore della sanità ad un dibattito che riguardava da vicino la sorte di molti lavoratori.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, all’unanimità.

Subito dopo il consigliere di Fdi, Francesco Mura, ha chiesto il rinvio della sua mozione sul centro di addestramento della Polizia di Stato ad Abbasanta.

Il vice presidente Piero Comandini, dopo aver accolto la richiesta, ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio a domicilio.

[bing_translator]

L’on. Gian Franco Satta (Progressisti) ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale sui ritardi nella convocazione del Tavolo tecnico di lavoro cui è stato affidato il compito di monitorare l’applicazione del “Percorso diagnostico terapeutico assistenziale” (PDTA) specificatamente dedicato alle persone con Sclerosi Multipla.

In Sardegna si registrano 386 casi di sclerosi multipla ogni 100.000 abitanti, ben oltre la media nazionale dove si stima si attesti intorno ai 193 casi per lo stesso numero di popolazione.

I PDTA sono gli strumenti fondamentali previsti dal Piano Sanitario Nazionale, atti a garantire alle persone con particolari patologie una corretta presa in carico individualizzata a livello socio-sanitario integrato, a partire dalla diagnosi della malattia fino ad assicurare l’accesso uniforme a servizi e prestazioni in relazione alle fasi della stessa, alla sintomatologia, ai livelli di disabilità e ai bisogni assistenziali.

Compito specifico del Tavolo tecnico regionale è anche quello di condurre gli interventi di monitoraggio al fine di valutare l’adozione omogenea in tutto il territorio regionale del Percorso diagnostico terapeutico assistenziale. La mancanza di questo delicato riscontro rischia di compromettere la stessa buona riuscita dell’attuazione del programma. È pacifico come i tempi di erogazione delle prestazioni e dei servizi siano un fattore determinante nel contribuire a modificare positivamente il decorso della malattia.

«Non solo – aggiunge Gian Franco Satta -, preoccupa il fatto che l’intenzione della maggioranza di procedere ad una riorganizzazione del sistema socio-sanitario della Sardegna possa incidere negativamente nell’implementazione del PDTA. L’organizzazione della rete dei servizi promossi da Regione e Aziende sanitarie, infatti, rappresenta una condizione fondamentale per l’implementazione del PDTA, unitamente all’integrazione dei servizi ospedalieri con quelli territoriali.»

Per tali ragioni, il presidente della Regione e l’assessore regionale dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale vengono interrogati da Gian Franco Satta e dal gruppo dei Progressisti, per sapere se si è provveduto a convocare il Tavolo tecnico regionale e per verificare lo stato di attuazione del Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per la sclerosi multipla in previsione dell’annunciata riorganizzazione del sistema socio sanitario della Regione Sardegna e quali siano i tempi di approvazione dei requisiti organizzativi e tecnologici della rete regionale per la cura della sclerosi multipla.

[bing_translator]

È stata presentata stamane in Consiglio regionale, primo firmatario Gianfranco Satta (Progressisti), una proposta di legge riguardante l’istituzione delle “Comunità energetiche”, aggregazioni costituite su base territoriale comunale da cittadini, enti locali e imprese che si associano per la produzione, l’accumulo e il consumo di energia in forma aggregata. L’iniziativa vede come promotore e primo firmatario l’on. Gian Franco Satta dei Progressisti e come sottoscrittori l’intero gruppo dei Progressisti, l’on. Eugenio Lai di Liberi e Uguali Sardigna e gli on.li Valter Piscedda e Salvatore Corrias del Partito Democratico.

«La proposta mira a stimolare anche in Sardegna la produzione da fonti rinnovabili attraverso il coinvolgimento in prima persona dei consumatori finali nel processo di generazione dell’energia – spiega Gian Franco Satta -. Secondo gli orientamenti più recenti, infatti, dovrà essere il consumatore il vero motore della transizione verso un nuovo modello di produzione e consumo di energia maggiormente sostenibile. L’utente, in questa nuova concezione, andrà a contribuire in modo attivo al soddisfacimento dei propri fabbisogni energetici e di quelli del proprio territorio di appartenenza. La massima espressione di questa moderna visione risiede nelle creazione delle Comunità energetiche, raggruppamenti in Italia attualmente normati nelle sole regioni Piemonte e Puglia.»

«In maniera più peculiare, però, data la natura dell’Isola, con la presente proposta si cercherà di sostenere maggiormente le aree territoriali più deboli, fornendo loro uno strumento da utilizzare per combattere crisi e spopolamento. A tal proposito, nel testo è specificatamente previsto che la Regione sosterrà, nell’ambito della programmazione delle politiche regionali ed europee, quelle comunità energetiche di aree interne e svantaggiate con problemi di spopolamento e invecchiamento della popolazione – aggiunge Gian Franco Satta –. Tra gli scopi della proposta vi è quello di favorire l’installazione di impianti stand alone “ad isola” o impianti “off grid” nelle numerose aree regionali non servite dalla rete elettrica nazionale, cosiddette utenze elettriche “isolate”. Questi casi si verificano perlopiù nelle aree rurali più distanti dai grandi poli urbani e costituiscono un grave freno allo sviluppo delle numerose aziende ubicate in agro. L’intento è quello di creare valore aggiunto nei territori attraverso l’abbattimento dei costi energetici e lo stimolo agli investimenti, con l’attesa conseguenza di rafforzare il tessuto imprenditoriale locale e favorire la permanenza o attrarre nuovi residenti nel territorio.»

«In linea generale, con l’applicazione della presente proposta di legge – conclude Gian Franco Satta -, si attendono risultati positivi e diffusi in tutta la regione come l’innalzamento del livello di concorrenza del mercato energetico, il crescere degli investimenti locali, il favorire la cooperazione locale e regionale, il coinvolgimento attivo e responsabile dei cittadini nella lotta ai cambiamenti climatici e il significativo abbattimento dei costi energetici per l’utente finale.»

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha approvato la terza variazione del bilancio 2019/2021.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha brevemente ricordato, in occasione della giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, la tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove l’8 agosto del 1956 persero la vita 262 nostri connazionali. Il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio.

L’Assemblea ha poi ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge 39/A – Giunta regionale (Terza variazione di bilancio 2019-2021).

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha ricordato che la legge in esame è un testo soggetto alle disposizioni della legge 24 del 2016 che prevede sia una analisi tecnico normativa che verifica sia la compatibilità del testo sia con la legislazione vigente che l’impatto sul sistema produttiva. Sono dati indispensabili, ha concluso, che nonostante la procedura di urgenza di questo provvedimento vanno tenuti nella massima considerazione per il futuro.

Dopo aver aperto la discussione generale, il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az). Nel suo intervento Giovanni Satta si è soffermato sui punti principali della legge, dalle entrate tributarie gli accantonamenti, alla rimodulazione prevista dall’art.4 in base alla recente sentenza 6 della Corte Costituzionale che impone la cessazione dei prelievi dello Stato dal 2014 (285 milioni l’anno) in poi per il risanamento della finanza pubblica, specificando che il nuovo contributo per il 2019 dovrà essere stabilito da intesa Stato Regione. Da mettere in evidenza, ha aggiunto Giovanni Satta, anche i 244 milioni a copertura del disavanzo del sistema sanitario, l’inserimento nel bilancio di altri tributi ingiustamente incamerati dallo Stato ma spettanti alla Regione, la copertura dei costi della continuità territoriale aerea per 18 milioni fino ad aprile 2020 al netto del contributo dello Stato.

Il relatore di minoranza Cesare Moriconi (Pd) ha messo l’accento sul fatto che la variazione di bilancio contiene alcune parti amministrative approvate all’unanimità dalla commissione ed altre di chiaro significato politico che hanno suscitato un marcato dissenso fra maggioranza ed opposizione, soprattutto per quanto riguarda i rapporti fra Stato e Regione in materia di entrate ed accantonamenti. Assistiamo da tempo, ha lamentato Moriconi, ad una azione dello Stato contro la Sardegna, e questa poteva e doveva essere l’occasione per mettere in moto una forte azione politica innalzando l’asticella del confronto con lo Stato, invece introduciamo temi di enorme portata introduciamo timidamente in una variazione di bilancio, ignorando l’opportunità di una grande mobilitazione per la Sardegna. Il parlamento, ha poi spiegato il consigliere, discute di una di autonomia differenziata voluta dal nord e temuta sud dal per un evidente problema di risorse, mentre noi discutiamo mozioni ed altre cose di minore importanza tralasciando l’unico grande tema politico. In pratica, ha detto infine, lo stesso art.4 senza la risoluzione su entrate ed accantonamenti si riduce a ben poca cosa, per cui è urgente che la risoluzione torni subito in Aula.

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha parlato di un passaggio tecnico che contiene norme urgenti su accantonamenti e continuità ma, giustamente, la commissione non si è limitata ad un dibattito tecnico ma lo ha esteso al campo politico. Negli ultimi 10 anni, ha sostenuto, c’è stato il progressivo arretramento delle posizioni della Sardegna nei confronti dello Stato e questa volta niente fa prevedere una eccezione almeno nel breve periodo. Concretamente, ha proseguito, dopo esserci occupati molto a lungo di vertenza entrate, patto di stabilità ed accantonamenti, ora rischiamo di ripartire daccapo e per giunta con meno risorse, muovendoci su scale mobili che marciano in direzione contraria. Agus ha poi criticato il presidente della Regione Christian Solinas «che per l’ennesima volta ha evitato ascolto del Consiglio», perché problema non sono solo gli accantonamenti ma quanto si sta discutendo in parlamento, non solo sull’autonomia differenziata ma anche sulla cosiddetta flat tax che ridurrà le nostre entrate, e quelle degli enti locali sardi (Comuni e Province) che già oggi sono meno finanziati degli altri del territorio nazionale per circa 200 milioni. Discutiamo di questi grandi temi nella commissione speciale sull’insularità che stiamo per istituire, ha concluso, e lavoriamo anche ad un osservatorio sulle decisioni del governo che riguardano la Sardegna.

Sempre per i Progressisti, anche il consigliere Massimo Zedda ha attaccato il presidente della Regione Solinas che, «dopo 3 mesi di assenza dall’Aula ha fornito numeri già noti che non aiutano la Sardegna, per cui o si cambia passo a cominciare dal presidente e dalla Giunta o andiamo a sbattere dato che i ricorsi dicono che abbiamo ragione ma poi le risorse che ci spettano non arrivano». Dobbiamo invece ragionare, ha proposto Massimo Zedda, sulla nostra capacità di produrre buone norme di attuazione cominciando a potenziare le strutture del Consiglio, replicando la positiva esperienza del Trentino-Alto Adige che ha cominciato da decenni a percorrere questa strada costituendo uffici appositi e formando specialisti. Purtroppo in Sardegna, ha lamentato, non vedo passione ed interesse su questi argomenti, eppure l’insularità ci costa 630 milioni e l’energia 400, per non parlare di accise ed accantonamenti. Dopo aver ricordato la grande manifestazione contro il governo Prodi (dello stesso colore politico della Giunta regionale di allora), Massimo Zedda ha affermato che «oggi siamo in una situazione ben peggiore, perché l’autonomia rivendicata dalla sola Lombardia significa scuola, sanità, ambiente, rifiuti, protezione civile, commercio estero, rapporti con la Ue e molto altro, con quella Regione che potrebbe trattenere tutte le risorse necessarie a svolgere quelle funzioni. Di fronte a tutto questo, ha concluso, «la nostra vertenza è niente ed è niente anche rispetto al disegno di Bossi dell’indipendenza: qui sono in ballo decine di miliardi, per cui o alziamo davvero la voce o saremo sopraffatti». (Af)

Dopo l’on. Massimo Zedda ha preso la parola per la Giunta l’on. Giuseppe Fasolino, assessore al Bilancio, e ha detto: “Questo disegno di legge affronta tematiche tecniche ma anche qualche punto politico come l’impegno che stiamo prendendo sugli accantonamenti. Quella con lo Stato è una vertenza che può rappresentare una soluzione ad alcuni grandi problemi della nostra isola, perché i diritti dei nostri concittadini sino a oggi non sono stati sempre riconosciuti dallo Stato, come affermato anche da chi mi ha preceduto. Alla base dell’articolo 4 del nostro disegno di legge c’è il riordino di tutti gli accantonamenti nel bilancio della Regione a seguito della sentenza 6/2018 della Corte costituzionale.  Le entrate certe 2018, certe perché c’è la declaratoria della Consulta, sono state messe nel bilancio 2019 mentre il resto sarà oggetto di trattativa con il Governo nazionale.

Ancora, con le norme dell’articolo 4 abbiamo consentito ai Comuni sardi di spendere milioni di euro di somme sino a oggi vincolate. Abbiamo anche inserito le somme di copertura per gli oneri derivanti dalla continuità territoriale, 18 milioni di euro. E abbiamo inserito anche 27 milioni di euro per completare il fabbisogno della legge 162 consentendo alle famiglie che hanno una disabilità di avere con certezza il sostegno. Dico questo per smentire che la nostra giunta sia ferma o sia timida: noi facciamo tutto quel che possiamo, con umiltà e concretezza”.

Conclusa la discussione generale l’Aula è passata all’esame dell’articolato di legge e subito l’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha chiesto “come mai, nonostante abbiamo preso l’impegno a non presentare emendamenti, sono invece comparsi emendamenti della maggioranza”. L’on. Cesare Moriconi (Pd) è intervenuto come vicepresidente della commissione Bilancio e ha detto: “Abbiamo preso tutti l’impegno in commissione a non presentare emendamenti e spero che quell’impegno sia mantenuto perché altrimenti viene meno il rapporto di leale collaborazione tra noi”. La Giunta ha annunciato il ritiro dei suoi emendamenti e anche l’on. Desirè Manca (Cinque stelle) ha reiterato la richiesta di ritiro degli emendamenti “come da accordi presi. Altrimenti anche noi dobbiamo essere messi nelle condizioni di presentare emendamenti”.

L’on. Stara (Progressisti) ha chiesto una sospensione dei lavori per valutare ma l’on. Domenico Gallus (Udc) ha comunicato: “Non ritirerò l’emendamento perché non si possono mandare a casa 35 lavoratori e abbiamo voglia a parlare di contrasto allo spopolamento se poi non agiamo in concreto per frenarlo”. Il presidente Michele Pais, dunquem, ha sospeso il Consiglio e ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha aperto la discussione sull’articolo 1 “Aggiornamento fondo di cassa al 1° gennaio 2019”. La norma ridetermina in 379 milioni e 299mila euro la dotazione finanziaria del fondo. Non essendoci iscritti a parlare il testo dell’articolo è stato messo in votazione e approvato con 38 voti a favore e 6 astenuti.

Approvati in rapida successione anche l’articolo 2  “Uffici territoriali di protezione civile. Modifiche all’articolo 1 della legge regionale n. 36 del 2013” (44 sì e 5 astenuti) e 3 “Ufficiale rogante. Modifiche all’articolo 38 della legge regionale n. 8 del 2018” (41 sì e 7 astenuti).

Il consigliere Francesco Agus (Progressisti) ha invitato il presidente Michele Pais ad aprire la discussione degli articoli prima di chiamare la votazione. «In Aula c’è tanta confusione. Prima alcuni colleghi non hanno nemmeno potuto esprimere il voto. Chiedo, anche se si tratta di un testo condiviso, di avere il tempo di capire trattandosi pur sempre di una legge di bilancio».

Sull’art. 4 “Disposizioni in materia di entrate tributarie e accantonamenti a carico della Regione titolo di concorso alla finanza pubblica. Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n. 48 del 2018” è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti): «E’ meglio chiarirci sul contenuto degli articoli altrimenti gli sforzi fatti in commissione saranno inutili. L’art. 3, appena approvato, toglie soldi al fondo unico degli enti locali e quindi, in percentuale, a comuni, province e città metropolitana. Sull’articolo 4 la minoranza deciderà come votare. Occorre chiarire che si tratta di una norma che decide di iscrivere a bilancio il taglio degli accantonamenti sancito dalle sentenze della Corte Costituzionale. Si tratta però di un approccio sbagliato – ha detto Massimo Zedda – a livello nazionale si discute di una riforma molto pericolosa per la Sardegna: la riforma delle autonomie locali caldeggiata dalla Lega». Secondo Massimo Zedda, nel confronto con lo Stato si possono seguire due strade: quella della contrapposizione politica o quella del dialogo tecnico. Si può anche decidere di combinare le cose. Se però mancano questi elementi si rischia di rendere vana ogni battaglia legale. La Corte Costituzione non può ogni volta sostituirsi alla politica. In alcune questioni la Consulta si sta schierando a difesa dello Stato e non delle Regioni perché pensa che molte questioni si possano risolvere attraverso le norme di attuazione. Ho dubbi che la strada seguita dalla Giunta sugli accantonamenti sia quella giusta. Non basta evidenziare i crediti verso lo Stato, bisogna anche saperli recuperare».

Giuseppe Meloni (Pd) ha lamentato la mancata apertura di una discussione sugli accantonamenti: «Ieri in Aula ha parlato solo il presidente Solinas e non c’è stato dibattito. Il tema si sta sottovalutando. L’opinione pubblica è distratta da leggi antidemocratiche e liberticide approvate dal Parlamento, nel frattempo succedono altre cose. Il disegno di riforma dell’autonomia è una secessione delle regioni ricche, quel provvedimento fortemente voluto dalla Lega si sta sottovalutando, invece deve diventare centrale in quest’Aula perché sarà decisivo per le sorti della nostra Regione. Cosa succederà alla Sardegna se quella legge passerà?».

Cesare Moriconi (Pd) ha ribadito, in apertura del suo intervento, perché l’opposizione ha votato a favore dell’articolo 4 in Commissione: «Contiene previsioni che noi stessi nella precedente legislature abbiamo inserito nella legge di bilancio. Voglio richiamare però l’attenzione sul fatto che lo Stato sleale non è un’entità astratta. In Parlamento siedono anche i parlamentari eletti nella nostra Regione che hanno votato la legge di stabilità 2019 all’interno della quale ci sono parametri al di fuori dei principi sanciti dalla Costituzione. Il senso della risoluzione presentata ieri era quello di chiamare a raccolta tutte le forze politiche e sociali in difesa dei diritti dei sardi. Ieri si è persa un’occasione per cercare di accelerare il processo di unione».

Messo in votazione l’articolo 4 è passato con 44 voti a favore e sei astenuti.

Sull’art. 5 “Disposizioni in materia di enti locali e politiche territoriali. Modifiche all’articolo 4 della legge regionale n. 48 del 2018” è intervenuto il consigliere Gian Franco Satta (Progressisti): «E’ un articolo che dovrebbe occuparsi di opere territoriali ma in realtà si occupa solo della caserma dei carabinieri di Tempio con uno stanziamento di 400mila euro – ha detto Gian Franco Satta – non ci sono risorse per i comuni che hanno un indice di disoccupazione altissimo, un tessuto produttivo fragile e soffrono, più di altri, il dramma dello spopolamento. Da quei territori provengono i sindaci che in questi anni hanno subito vili attentati. A loro diamo la solidarietà ma solo a parole. I fatti vanno in direzione opposta. Ho chiesto di finanziare i Gruppi di azione locali che oggi vedono dimezzate le risorse. Sarebbe un segnale importante a territori che negli anni hanno dimostrato di sapersi organizzare mettendo insieme lavoratori, imprese ed enti locali a favore della crescita. L’impegno è stato quello di aggiornare la discussione a settembre, mi auguro che diventi una priorità. Solo così si potrà dare una risposta ai territori interessati».

Massimo Zedda (Progressisti) ha criticato il metodo scelto dalla maggioranza: «In Commissione si è auspicato di operare puntando sulla programmazione anziché sugli interventi ad hoc – ha detto Massimo Zedda – se si interviene singolarmente senza tener conto dell’interesse di tutti si dà ad intendere che l’assenza di assessori in rappresentanza di alcuni territori determina la mancata distribuzione di risorse. Su una tematica come questa mi sarei aspettato un’interlocuzione con l’Arma dei carabinieri per capire quali sono le priorità di intervento. Magari avrebbero indicato altre località. Qui si interviene su una singola caserma per una nostra scelta che non mi convince. Così si dà ragione a chi pensa che per ottenere qualcosa occorra rivolgersi al politico di turno. E’ un modo sbagliato di operare».

Il presidente Pais ha quindi messo in votazione l’art.5 che è stato approvato con 44 voti a favore e 6 astenuti.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’art. 6 “Disposizioni in materia di ambiente, territorio e trasporti. Modifiche all’articolo 5 della legge regionale n. 48 del 2018”.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto Eugenio Lai chiedendo il rispetto del Regolamento consiliare: «Si sta verificando che alcuni consiglieri stiano fuori dall’aula durante la discussione e poi rientrino per votare. Questo non si può fare».

Sul testo dell’art.6 è intervenuto ancora Massimo Zedda (Progressisti): «Riguarda il finanziamento del piano regionale dei trasporti . Va bene, ma occorrerebbe sapere che Piano si intende adottare. Occorre capire cosa si vuol fare. Ormai il Piano non si calcola esclusivamente su costi e benefici sul singolo passeggero trasportato ma ci sono altri parametri che riguardano l’impatto ambientale, la mobilità degli studenti e dei pendolari etc. Servono risorse per finanziare gli obiettivi individuati. Occorre pianificare, il piano dei trasporti è strettamente collegato allo spopolamento dei comuni. Le difficoltà di accesso ad alcuni territori è direttamente proporzionale al decremento demografico».

Sulla stessa lunghezza d’onda Gian Franco Satta (Progressisti): «L’ultimo piano dei trasporti è datato 2008. In quel piano si parlava di possibili effetti positivi nel 2021. Se l’approccio è innovativo non deve essere tale da anticipare anche l’anno. I trasporti rappresentano un settore che, insieme alla sanità, agli enti locali e al funzionamento della macchina amministrativa regionale, è una delle voci di spesa più importanti del bilancio regionale. Il Consiglio deve occuparsene per capire quale sarà la rete dei trasporti, come saranno organizzati i servizi che incidono, come ha detto Massimo Zedda, sullo spopolamento. Non capisco quale sia l’atteggiamento dell’assessore su questo tema. O ha le idee talmente chiare o non si capisce perché chieda ulteriori 300mila euro rispetto alle risorse (120mila)  stanziate nella precedente finanziaria».

A Gian Franco Satta ha replicato l’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino: «Non si tratta di risorse aggiuntive ma di una rimodulazione dei fondi già stanziati spostandoli da un esercizio finanziario all’altro perché non si è riusciti a spenderli».

Messo in votazione l’articolo 6 è stato approvato con 43 sì e 6 astenuti.

Il presidente è passato all’esame dell’articolo 6bis “Norme in materia di politiche sociali”. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti), il quale ha voluto fare un ragionamento complessivo e ha affermato che è necessario adottare il Fondo unico dei servizi sociali, in modo da dotare i singoli Comuni di una dote di risorse per le politiche sociali.

Eugenio Lai (Leu) ha affermato che questo articolo va a incidere nella sfera degli enti locali e che avrebbe voluto sentire in Commissione, almeno informalmente, il Cal e l’Anci per capire se questo testo fosse condiviso dalle associazioni degli enti locali. Lai ha sottolineato di aver ricevuto alcuna risposta. Il presidente Pais ha messo in votazione l’articolo che è stato approvato con 35 voti favorevoli e 14 astenuti.

Il presidente ha aperto la discussione sull’Articolo 7 “Sostituzione di allegati. Modifiche alla legge regionale del n. 49 del 2019”.

Massimo Zedda (Progressisti) ha preso la parola per evidenziare che sarebbe meglio investire sul trasporto su rotaia, piuttosto che sul continuare a finanziare cantieri come quelli che nei decenni si sono susseguiti sulla Statale 131. Per Zedda si otterrebbero maggiori benefici per il traffico, la sicurezza stradale, i tempi di percorrenza e la lotta allo spopolamento di molte aree della Sardegna se i finanziamenti venissero destinati alla rete ferroviaria dell’Isola.

Ha quindi preso la parola il consigliere della Lega, Ignazio Manca, il quale, essendo anche componente della Giunta per il Regolamento, ha sottolineato “che i reiterati interventi di alcuni colleghi mettono in luce, non solo la preparazione dell’eloquio personale del singolo oratore, ma stanno creando un palese rallentamento dei lavori”. “Per questo motivo – ha aggiunto – anticipo fin d’ora una mia iniziativa in sede di Giunta del Regolamento: occorre regolamentare il numero massimo di interventi consentito su ogni punto all’ordine del giorno per ogni singolo consigliere, così da consentire non solo a ciascun consigliere di esprimersi, ma al Consiglio di procedere con maggior speditezza dei lavori”.  E ha concluso. “Ovviamente con il massimo rispetto verso i colleghi e tutta l’Aula e nulla nei confronti dell’onorevole Zedda, nei cui confronti nutro una sincera stima”.

La presidenza dell’Aula è stata assunta dal vice presidente Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi). Per dichiarazioni di voto è intervenuto Antonio Piu (Progressisti), il quale ha criticato le affermazioni del consigliere Manca e ha affermato che il principio del processo democratico deve essere tutelato, ancor di più da chi fa parte della Giunta per il regolamento. Piu ha ricordato che in Commissione si era raggiunto l’accordo di ritirare gli emendamenti per consentire di approvare un provvedimento che contiene interventi importanti. “Credo – ha affermato – che quello dell’on. Ignazio Manca sia stato un brutto scivolone da non ripetersi più”.

Francesco Agus (capogruppo Progressisti), annunciando il voto di astensione, ha affermato che “ci sono molti modi di rallentare i lavori” e ha ricordato che il suo ruolo è quello di legislatore e non solo quello di spingere dei pulsanti. Agus ha ricordato anche che in altre occasioni i consigli e suggerimenti delle opposizioni hanno consentito di migliorare dei provvedimenti legislativi. Rivolgendosi al collega Ignazio Manca l’ha esortato a evitare tali scivoloni e che i regolamenti sono redatti a tutela delle minoranze e delle maggioranze.

Ha concordato con Agus anche Eugenio Lai (Leu), che ha annunciato l’astensione e ha ricordato che il modo migliore per rallentare i lavori è di provocare le opposizioni sui loro diritti essenziali. Ha quindi criticato l’atteggiamento del consigliere della Lega, Ignazio Manca, esortandolo a scusarsi e ricordando anche che la minoranza sta garantendo il numero legale e non sta facendo ostruzionismo sterile.

Massimo Zedda (Progressisti) ha ricordato che se si pongono questioni di forma, di regolamenti, chi soccombe non è l’opposizione e che chi ha fretta di approvare le leggi è la maggioranza. Massimo Zedda ha quindi criticato l’atteggiamento del consigliere Manca, ricordando che la minoranza anche nelle Commissioni, spesso sta garantendo il numero legale e lo svolgimento dei lavori.

Giuseppe Meloni (Pd) ha dichiarato il voto di astensione e ha ricordato al consigliere Ignazio Manca  che il suo non è il modo più corretto di agire, ricordando che mai nella scorsa legislatura la maggioranza si è sognata di avanzare proposte di questo tipo, neanche quando giungevano atteggiamenti di ostruzionismo. In conclusione Giuseppe Meloni ha detto: “Lo prendo come uno scivolone e una svista”.

E’ quindi intervenuto il presidente Michele Pais, il quale ha ricordato all’Aula che la variazione di bilancio in esame è giunta in Consiglio regionale grazie all’accordo tra maggioranza e opposizione “che io ringrazio”. Michele Pais ha affermato che “non c’è alcuna intenzione di censurare interventi di alcuno e sarà data la parola a chi la chiederà”.  Pais ha chiesto all’intero Consiglio di andare avanti con l’accordo tra galantuomini, grazie al quale il provvedimento è arrivato in Aula, perché si tratta di un provvedimento importante.

Giorgio Oppi (Udc) ha evidenziato che la minoranza sta facendo un’opposizione corretta. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che il Regolamento è stato già modificato e che favorisce l’opposizione. Ha esortato tutti a stare attenti a quello che si dice. Oppi ha poi proposto di “evitare lacerazioni e perdite di tempo”, rassicurando l’Aula che si sta arrivando a una conclusione in base a quell’accordo preso questa mattina e ha affermato che “adesso bisogna procedere speditamente”. Giorgio Oppi ha però ricordato all’opposizione che anche nella scorsa legislatura l’allora minoranza ha più volte garantito il numero legale nelle Commissioni.

Valter Piscedda (Pd) ha annunciato il voto di astensione e ha ricordato che gli accordi vanno rispettati. Rivolgendosi al consigliere Ignazio Manca ha affermato che si può anche sbagliare “ma la esorto a chiedere scusa”.

Gianfranco Ganau (capogruppo Pd) ha annunciato il voto di astensione “ma non posso fare a meno di intervenire sulle dichiarazioni dell’on. Ignazio Manca che evidentemente vuol far saltare la votazione in giornata del provvedimento”. Ganau ha affermato che quello del consigliere Manca è stato un atto grave che mortifica le minoranze. Ganau ha fatto un appello alle minoranze di sospendere gli interventi nel caso di scuse da parte del consigliere Manca, affinché si possa  procedere spediti e approvare un provvedimento importante “grazie alla nostra presenza”.

Il Presidente Pais ha ribadito di farsi garante delle prerogative e dei ditti dei consiglieri. Laura Caddeo (Progressisti) ha dichiarato il voto di astensione. Non mi stancherò mai – ha detto – di sostenere la democrazia. In un Consiglio dove per tutto il pomeriggio si è parlato di patto tra galantuomini  – ha concluso – voglio ricordare che  ci sono anche le consigliere che mantengono i patti.

Gian Franco Satta (Progressisti) ha dichiarato l’astensione e ha espresso apprezzamento per l’intervento del Presidente Pais. L’esponente dei Progressisti ha parlato di “caduta di stile” da parte del consigliere Ignazio Manca. Questa opposizione – ha detto –  ha dimostrato tutta la collaborazione possibile. Ignazio Manca dovrebbe chiedere scusa a questa aula affinché il dibattito possa procedere e continuare con serenità

Il Presidente del Consiglio ha fatto un ulteriore appello all’aula per rispettare l’accordo.

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha affermato che il consigliere Manca dovrebbe chiedere scusa all’aula. I sistemi democratici devono essere sempre difesi. La democrazia sta alla base di ogni discussione. Noi siamo abituati a confrontarci. L’ascolto sta alla base di tutto. Invito tutti a una seria riflessione

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha detto che è necessario riacquisire  le dinamiche dell’aula . Gli accordi tra galantuomini – ha aggiunto – si fanno tra i capigruppo, o in commissione, tra i componenti della commissione. Questo però non toglie a nessun consigliere di rinunciare ai propri diritti. Ognuno di noi rappresenta se  stesso, l’unico abilitato a esprimere la posizione del gruppo è il capogruppo.  Superiamo questa fase e andiamo avanti.

Pierluigi Saiu (Lega) ha richiamato l’appello fatto dal presidente Pais al buonsenso e al senso di responsabilità. Per il presidente della Prima commissione l’intervento del consigliere Manca non deve essere frainteso o strumentalizzato. Sono sicuro che Manca – ha affermato Pierluigi Saiu – non voleva  provocare né mettere un bavaglio a quest’Aula. Riconosco all’opposizione un grande senso di responsabilità – ha concluso – questo  provvedimento è arrivato in aula grazie anche al contributo delle forze di opposizione. Voterò a favore.

Piero Comandini (PD) ha detto che l’opposizione non ha bisogno di atti di riconoscimento. Siamo convinti che bisogna rispettare le regole e soprattutto non possiamo accettare il tono di avvertimento usato da Ignazio Manca nel suo intervento.

L’articolo 7 è stato approvato (presenti 51, votanti 30, 21 astenuti).

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione dell’art. 8. Il relatore ha espresso il parere favorevole sull’emendamento Gallus riguardante il teatro di Paulilatino, mentre l’assessore Giuseppe Fasolino, a nome della Giunta, si è rimesso all’Aula.

Francesco Mura (Fdi), ripercorrendo l’ampia discussione in commissione, ha condiviso nel merito la proposta perché spesso si parla di zone interne senza concretezza e senza individuare la priorità della cultura, come dimostra l’esempio emblematico del teatro di Paulilatino, oggetto di un impegno per la prossima occasione utile, per cui ha chiesto il ritiro dell’emendamento Domenico Gallus.

Massimo Zedda (Progressisti) dopo aver ricordato che le diplomazie delle forze politiche superarono in altre epoche la logica dei poli contrapposti, ha osservato nel merito che, la proposta sul teatro di Paulilatino vale oggi come qualche mese, mentre sarebbe meglio fare un discorso su tutti i teatri del territorio regionale molti dei quali hanno bisogno di investimenti. Massimo Zedda si è espresso infine in modo critico nei confronti del presidente della Regione Solinas, che avrebbe sostenuto alcuni emendamenti “puntuali”.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha preannunciato la sua astensione, criticando la previsione nel testo della voce “disposizioni varie”, che contiene per definizione tutto ed il suo contrario attraverso i cosiddetti emendamenti “spot”, sbagliati sempre ma soprattutto all’inizio della legislatura. Francesco Agus ha infine auspicato, nonostante il ritiro di alcuni emendamenti, che venga affrontato quanto prima il problema delle aziende colpite da calamità naturali.

Alla ripresa dei lavori, dopo la Conferenza dei Capigruppo, il presidente Michele Pais ha comunicato all’Aula che l’opposizione ha chiesto una presa di posizione della maggioranza in ordine alla volontà o meno di  modificare il Regolamento in termini restrittivi. E’ stato ribadito – ha detto il Presidente – che non è nelle intenzioni della maggioranza procedere in questo senso.

Gianfranco Ganau (PD) ha chiarito che l’opposizione ha chiesto alla Lega di dichiarare in Aula quale è sull’argomento la sua posizione.

Ha preso la parola Ignazio Manca (Lega) che ha detto di essere dispiaciuto di  aver scatenato in aula questa bufera. Non era mia intenzione – ha affermato –  offendere le opposizioni o i consiglieri che hanno parlato prima di me. La posizione da me espressa – ha detto Ignazio Manca –  è  mia personale quindi non riferibile al mio partito,  non intendevo limitare i diritti dell’opposizione.

Dopo questa dichiarazione sono stati approvati a voto palese: l’articolo 8, l’emendamento 1, e gli articoli 8bis, 9, 10, 11, 12.

L’emendamento n. 1 presentato all’articolo 8, approvato dall’Aula, autorizza per l’anno 2019 la spesa di 500.000 euro quale contributo straordinario in favore del comune di Sorso per l’acquisto e/o la messa in sicurezza, la riqualificazione e la valorizzazione del fabbricato già sede della storica stazione dell’Arma dei carabinieri di Sorso.

Sull’emendamento 2 (Gallus e più), che prevedeva la spesa di 1.200.000 come contributo per l’acquisto del teatro Deledda di Paulilatino, è intervenuto Domenico Gallus che con grande amarezza ha dichiarato di ritirarlo e ha ribadito di non aver mai cercato un tornaconto personale.

L’emendamento è stato ritirato.

Successivamente il Consiglio ha approvato gli allegati e le tabelle collegate alla legge.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha illustrato un ordine del giorno con cui si chiede allo Stato il commissariamento delle opere pubbliche di competenza Anas attualmente bloccate per varie ragioni. Mula ha specificato che il documento dovrà essere trasmesso al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro delle Infrastrutture ed ai presidenti delle due Camere.

L’ordine del giorno è stato approvato.

Subito dopo è stato messo in votazione finale il disegno di legge n. 39.

Per dichiarazione di voto il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, riferendosi alla precedente dichiarazione del consigliere Domenico Gallus, ha affermato di essersi occupato a lungo di teatri, subendo anche 4 anni di processi, senza mai cedere alla tentazione di interventi particolari. Quello di Paulilatino, ha aggiunto, è un problema importante ma ce ne sono tanti altri in altri teatri della Sardegna, abbiamo solo chiesto un intervento di sistema. Massimo Zedda, infine, ha annunciato la sua astensione.

La legge è stata infine approvata con 29 voti favorevoli e 20 astenuti.

Successivamente è ripresa la discussione della mozione n. 34 (Giagoni e più) sulla proroga delle concessioni balneari. Il proponente ha annunciato alcune modifiche del documento.

Il presidente Michele Pais ha invitato il consigliere a depositare la proposta.

Sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha eccepito la prassi irrituale di presentare emendamenti alle mozioni.

Il presidente Michele Pais ha ricordato che il regolamento lo consente, perché il dibattito è stato sospeso nella precedente seduta in fase di discussione generale.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha ricordato che il collega Mula aveva chiesto di superare la mozione con un ordine del giorno, quindi la discussione generale sulla mozione era chiusa.

Il presidente Michele Pais ha ribadito che la discussione era sospesa ma non chiusa.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha chiesto la verifica del numero legale.

Il presidente Michele Pais ha replicato che non si può chiedere nell’attuale fase dei lavori.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha richiamato l’attenzione del Consiglio sul fatto che in alcune città si stanno danno interpretazioni discutibili della legge finanziaria nazionale 2018 che prevede la proroga delle concessioni e che la stessa legge riguarda anche commercio su aree pubbliche.

A nome della Giunta l’assessore dell’Urbanistica Quirico Sanna ha ribadito di essere impegnato per una soluzione a questo grave problema, soluzione che va perseguita con serietà, allineandosi alle decisioni del Governo nazionale attese per le prossime ore.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha detto di non aver capito il parere della Giunta, posto che sull’argomento ci sono forti dubbi di legittimità e sentenze di segno opposto.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha fatto rilevare la necessità di votare l’emendamento con scrutinio elettronico e dopo la mozione.

Il presidente Pais ha precisato che ci si trova in fase di dichiarazioni di voto sull’emendamento.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha osservato che la Giunta non ha espresso formalmente un parere.

L’assessore Quirico Sanna ha precisato che la Giunta intende rimettersi all’Aula.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una sospensione della seduta per valutare l’emendamento che riguarda anche il commercio su aree pubbliche.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha annunciato il ritiro dell’emendamento, chiedendo però un impegno all’assessore Sanna perché la mancata certezza del diritto sta causando danni a molti operatori.

Giuseppe Meloni (Pd), a favore, ha detto però che il tema non può essere trattato in modo semplicistico creando illusioni, come emerge anche dalle posizioni differenti della maggioranza.

Giovanni Satta del Psd’az, a favore, ha parlato di argomento delicato e controverso con visioni diverse sulla proroga stabilita dalla finanziaria nazionale, attualmente in contrasto con una direttiva europea. Il governo chiarirà, ha concluso, ma per ora non c’è certezza e per il futuro è auspicabile più coesione nella maggioranza.

Giuseppe Piu (Progressisti) si è detto in imbarazzo anche per le contraddizioni nella posizione dell’assessore e la scarsa chiarezza dello stesso documento, molto simile ad una promessa priva di contenuto.

Valter Piscedda, del Pd, ha ricordato che ci sono state audizioni in commissione cominciando un percorso, ed ora si cambiata strada con scelta piuttosto irrituale ed una mozione molto generica nonostante si sia diffusa nell’opinione pubblica la convinzione che il problema dipenda solo dalla volontà politica del Consiglio ma non è così.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha annunciato che non parteciperà al voto, protestando per una decisione a suo giudizio vergognosa nei confronti degli operatori del settore. E’una follia, ha concluso, invitare la Giunta a fare una delibera mentre poi l’esecutivo si rimette all’Aula.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha dichiarato che quello che è successo stasera non sarà più tollerato, allusioni e messaggi compresi. Spero che nell’Aula prevalga il buon senso e per questo mi appello al presidente. Nel merito, apprezzo la posizione dell’assessore che si è impegnato ad approfondire con rigore il problema in collaborazione col governo.

Angelo Cocciu (Forza Italia) si è detto favorevole perché si chiede alla Giunta di continuare a lavorare per risolvere un problema oggettivamente difficile, tanto è vero che il Comune di Olbia non ha prorogato le concessioni.

Il consigliere Eugenio Lai, di Leu, a favore, ha evidenziato il paradosso di una mozione della maggioranza nei confronti della Giunta, frutto di un atteggiamento da campagna elettorale continua, condotta prevalentemente sui social media, senza alcuna concretezza.

Per i Progressisti, il consigliere Massimo Zedda ha parlato di “doppio danno” per chi ha investito e per chi dovrà farlo, come ha riconosciuto anche Mula quando ha cercato di togliere dall’imbarazzo il “suo” assessore. Massimo Zedda ha annunciato che non parteciperà al voto.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha definito la mozione una “marchetta elettorale” che farà danni maggiori dei problemi che vorrebbe risolvere. La posizione espressa dall’assessore dimostra le perplessità enormi che circondano il tema. Mi rifiuto, ha concluso, di associarmi ad un pasticcio che potrebbe causare un disastro.

Infine la mozione è stata approvata con 26 voti a favore e 3 astenuti.

Al termine dello scrutinio il presidente ha dichiarato chiusa la seduta, annunciando la riconvocazione del Consiglio a domicilio.

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge nazionale n. 4 sulla costituzione del pegno sui prodotti vitivinicoli Dop e Igp.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proposta di legge nazionale n. 4 (Maieli e più) sull’estensione del pegno rotativo ai prodotti vitivinicoli.

Aprendo la discussione generale, il relatore Piero Maieli (Psd’Az) ha ribadito che il provvedimento apre spazi enormi ai prodotti sardi sul mercato nazionale ed internazionale ed inoltre, costituendo come garanzia del credito i vini destinati alla cantina, assegna ai prodotti un valore che altrimenti non verrebbe finanziato e contribuisce a costruire un sistema molto conveniente per le aziende.

Il consigliere Emanuele Cera (Forza Italia) ha assicurato il sostegno del suo gruppo  alla legge, che estende i vantaggi della normativa ad un settore fondamentale per il buon andamento del comparto agro alimentare e in definitiva dell’economia sarda, e risponde positivamente alle esigenze di liquidità del mondo produttivo.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver chiesto di sottoscrivere la proposta a nome del gruppo, ha parlato di un passo avanti nel potenziamento di un settore vitale sia dell’agricoltura che dell’economia sarda sempre più capace di produrre eccellenze ormai riconosciute al di fuori dell’Isola, garantendo nello stesso tempo più facile accesso al credito per le imprese.

A nome della Giunta l’assessore Gabriella Murgia, dopo aver espresso parere favorevole, ha brevemente sintetizzato i passaggi normativi che disciplinano la materia, sottolineando inoltre che l’esigenza recepita dalla legge era stata manifestata più volte sia dal mondo produttivo che da quello del credito.

Successivamente nelle dichiarazioni di voto (per tutti favorevole) hanno preso la parola i consiglieri regionali Michele Ciusa (M5S), Angelo Cocciu (Forza Italia), Gianfranco Ganau (Pd), Domenico Gallus (Udc), Gian Franco Satta (Progressisti), Michele Cossa (Riformatori) e Daniele Cocco (Leu).

Il Consiglio ha poi approvato la legge all’unanimità con 51 voti favorevoli.

Al termine dello scrutinio il capogruppo del Psd’Az. Franco Mula ha chiesto una sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha informato il Consiglio del breve ritardo del presidente della Regione Christian Solinas proponendo comunque, in attesa del suo arrivo, di procedere con l’ordine del giorno discutendo la mozione 34 (Giagoni e più) sulle concessioni balneari, per poi sospendere.

Sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sollecitato il rispetto della decisioni assunta in sede di conferenza dei capigruppo, cioè quella di procedere con la discussione della risoluzione sulle entrate.

Il presidente Pais ha chiarito che la decisione dei capigruppo non è in dubbio, ma nel frattempo si è ritenuto di continuare a lavorare, in assenza di proposte di sospensione.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, illustrando la mozione n. 34, ha ricordato in apertura che il turismo balneare costituisce uno dei fattori principali di attrazione turistica della Sardegna, dove però molte aziende sono costrette ad operare senza un quadro di certezze. Da parte nostra, ha sottolineato, c’è un dialogo aperto col sistema di piccole e medie imprese attive in campo regionale coerente con la proroga delle concessioni per 15 anni, coerente inoltre col programma di centro destra per le politiche del 2018 ed in particolare contro la direttiva Bolkestein, inserito infine nel contratto di governo con 5 stelle. La proroga, ha sostenuto, è considerata di fondamentale importanza per gli investimenti ed il consolidamento delle imprese che, invece, si vedono chiudere la porta in faccia dalle banche proprio con la motivazione sulla mancata proroga, trascurando poi che nelle realtà i concessionari forniscono anche servizi gratuiti di pubblica utilità. La proroga, ha concluso, è stata già recepita da molte Regioni, e quindi anche la Sardegna deve utilizzare ogni strumento per deliberare la proroga.

Il consigliere Giuseppe Meloni del Pd ha espresso una valutazione positiva sulla mozione Dario Giagoni su un tema, ha affermato, che ha visto il comune di Loiri percorrere nel 2012 diverse sedi di giustizia fino alla corte europea. Il Tar, ha proseguito il consigliere, ha disposto la cessazione della materia del contendere per effetto della legge di stabilità 2019 approvata nel 2018 con cui è stata introdotta la proroga, in base alla quale si chiede alla Giunta regionale di recepire questa normativa. Cosa che però, ha osservato, non avviene come ad Olbia che non riconosce la proroga del Governo nazionale, un problema al quale si unisce anche un certo atteggiamento degli uffici comunali. In definitiva, ha concluso, su questo argomento in campagna elettorale il centro destra ha fatto tante promesse che non sono state mantenute, anche se bisogna agire con un indirizzo unico rivolto ai Comuni.

Il consigliere della Lega Andrea Piras ha dichiarato che la proroga fino al 2034 è indispensabile anche per la Sardegna e per le aziende che si trovano esposte alle banche e a grave incertezza giuridica, fattori negativi che si aggiungono all’andamento non positivo della stagione turistica, fin qui condizionata anche dal maltempo. Andrea Piras ha auspicato infine che il governo regionale emani quanto prima una direttiva di adeguamento alla proroga nazionale.

Per il movimento 5 Stelle il consigliere Roberto Li Gioi ha ribadito che l’incertezza del diritto è un problema grave e, nel merito, ha detto che il suo gruppo sostiene l’adeguamento della Regione alla legge 145, a favore di una categoria che contribuisce in maniera molto elevata al pil turistico della nostra Regione, nonostante molti problemi e molte difficoltà di accesso al credito. «Abbiamo l’occasione per rendere un buon servizio alla Sardegna e nello specifico il nostro movimento si è speso per la proroga di 15 anni coerentemente con un impianto normativo già recepito da tante altre Regioni, per cui la Sardegna non può aspettare».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’az) «è fortissima l’esigenza degli imprenditori della Gallura di avere stabilità di investimento rispetto alle concessioni. Però non bisogna cadere nel populismo e nella demagogia perché in realtà il governo italiano dovrebbe trattare con l’Ue per il superamento delle direttive Bolkestein. Dovrebbe essere noto a tutti che le direttive europee hanno un rango superiore rispetto alla legge ordinaria. Ben venga la mozione del collega Dario Giagoni, per dare risposte agli imprenditori balneari. Ma dobbiamo essere sicuri delle risposte che diamo loro: le false promesse non sono accettabili e il rischio di una censura di illegittimità costituzionale è altissimo, identica a quella che potrebbe colpire le regioni che hanno legiferato su questo».

Per i Progressisti l’on. Massimo Zedda «il tema è conosciuto a tutti coloro che hanno amministrato una città che abbia anche solo un fazzoletto di terra sul mare. Non mi pare intelligente semplificare cose complesse perché il rischio è mettere in pericolo posti di lavoro e aziende. Il 19 luglio scorso una concessione demaniale statale sulla costa ligure è stata censurata dai giudici come “occupazione abusiva di suolo demaniale” e non dobbiamo dimenticare mai che accanto a chi ha concessioni in proroga ci sono migliaia di imprenditori che vorrebbero partecipare a una gara per l’assegnazione di quelle aree». L’ex sindaco di Cagliari ha aggiunto: «E’ giusto considerare l’affidamento diretto rispettoso del principio di concorrenza? Questa è la domanda che si pone la direttiva Bolkestein  e noi non possiamo ignorarla. E se la concessione non è mai in discussione viene meno anche lo stimolo dell’imprenditore concessionario a migliorarsi e a investire ancora. E’ anche certo che le concessioni di brevissima durata non servono a nulla perché nessuno investe se non ha in partenza la possibilità di rientra dell’investimento».

Ha preso poi la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az. «E’ forte la preoccupazione degli imprenditori e ho predisposto un ordine del giorno che non ci porta a forzare la mano visto che lo scoglio della Bolkestein non è superabile così, come qualcuno ha pensato. Sappiamo che lo stesso ministro Centinaio ci sta lavorando e ha promesso di emanare un Dpcm. Dunque, un ordine del giorno in attesa del decreto del governo italiano che sembra raccolga anche la volontà dell’Ue: lo rimetto alla valutazione dell’Aula».

Il presidente Michele Pais ha ricevuto l’ordine del giorno e ha rimesso ogni  valutazione ai lavori dell’Aula di domani, sospendendo così la discussione.

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto però la discussione immediata «approfittando della presenza del presidente Christian Solinas». Dello stesso parere anche il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus: «Ormai siamo al novanta per cento della discussione e c’è un dibattito costruttivo. Chiedo di concluderlo».

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha chiesto l’intervento dell’assessore agli Enti locali, Quirico Sanna, ma il presidente Michele Pais ha disposto una breve sospensione dei lavori per deciderne le modalità di prosecuzione insieme ai capigruppo.

Alla ripresa il presidente Michele Pais ha dato la parola all’assessore Quirico Sanna: «Da due mesi stiamo esaminando la materia con serietà e rispetteremo gli impegni presi e le aspettative degli operatori balneari. Nella prossima seduta del Consiglio porteremo la proposta della giunta, che in queste ore stiamo definendo in raccordo con la presidenza del Consiglio dei ministri, proprio sulla base del Dpcm in emanazione».

Il presidente Pais ha sospeso ancora la seduta su richiesta della maggioranza.

Al rientro in aula la capogruppo del M5S Desiré Manca ha chiesto la parola sull’ordine dei lavori e ha chiesto una sospensione di cinque minuti per consentire una riunione dei capigruppo di minoranza. Il presidente Pais ha sospeso la seduta. Al rientro in aula il presidente è passato all’esame del secondo punto all’ordine del giorno: la Risoluzione n. 1 «sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna ai sensi dell’articolo 1, comma 851, della legge n. 205 del 2017 e dell’articolo 1, comma 875, della legge n. 145 del 2018 e alla luce dei criteri di contribuzione sanciti nella sentenza della Corte costituzionale n. 6/2019».

Daniele Cocco (capogruppo di Leu) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere una variazione dell’Ordine del giorno, ossia di consentire al presidente della Regione, Christian Solinas, di illustrare lo stato dell’arte dei rapporti con lo Stato e rinviare la discussione sulla Risoluzione n. 1 alla prima seduta del Consiglio regionale dopo il rientro dalle ferie estive. L’Aula ha accolto positivamente la proposta ed il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione, Christian Solinas. Il Capo dell’Esecutivo regionale ha fatto un excursus della cosiddetta Vertenza entrate, che ha origine dall’accordo del 2005 e che ha attraversato altre due legislature per arrivare a quella in corso, tra accordi, ricorsi e sentenze della Corte Costituzionale.

Una volta ripercorse le tappe fondamentali della Vertenza il presidente ha illustrato all’Aula la situazione attuale dei rapporti tra la Regione e il Governo. Christian Solinas ha informato il Consiglio regionale che il 25 febbraio e il 3 marzo si sono svolti due incontri delle delegazioni di dirigenti e tecnici e delle parti legali regionali e del Ministero dell’Economia e Finanze. «Il 9 maggio presso la sede del Ministero degli Affari regionali ho incontrato personalmente – ha affermato Christian Solinas – insieme all’assessore del Bilancio della Regione Sardegna, il ministro per gli Affari regionali, il vice ministro dell’Economia e delle Finanze. Il 16 maggio si è svolto un ulteriore incontro tecnico tra i rappresentanti della Regione e quelli del Mef». Christian Solinas ha spiegato che, nel corso di queste interlocuzione, la Regione ha formulato le seguenti richieste, già formalizzate con una serie di atti successivi: «Un riequilibrio degli accantonamenti che tenga conto dell’incidenza sul Pil regionale del concorso alla finanza pubblica imposto alla Regione e, secondo questo criterio, l’avvicinamento al rapporto di contributo di finanza pubblica e Pil regionale che è stato impiegato di recente nell’accordo di finanza pubblica stipulato tra il Mef e la Regione Sicilia. Secondo quanto risulta l’incidenza del concorso alla finanza pubblica imposto alla Sardegna sul Pil regionale è pari all’1,60 per cento, mentre quello della Sicilia ammonta all’1,14 – ha affermato -. In questa prospettiva è stata chiesta una correzione del contributo pari a 153 milioni di euro annui, abbiamo chiesto l’applicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 6 del 2019 e n. 77 del 2015 e, conseguentemente, la soppressione del contributo di finanza pubblica pari a 285 milioni illegittimamente imposto con l’illegittima applicazione dell’articolo 16, comma 3 del Decreto legge 95 del 2012». Un’altra richiesta fatta al Governo è stata «la ridefinizione del contributo di finanza pubblica imposto alle autonomie locali come stabilito dalle sentenze della Corte», ma anche «la liquidazione delle somme a titolo di trasferimento delle entrate erariali trattenute dallo Stato dal 2010 in avanti». Christian Solinas ha poi aggiunto che «a fronte di tali circostanze e specifiche richieste lo Stato non ha formulato controproposte o negato la sussistenza di tali crediti». Christian Solinas ha poi spiegato ulteriori pronunce dei giudici amministrativi e della Corte hanno ritenute illegittime ulteriori somme di accantonamento imposte dallo Stato alla Sardegna: in particolare i 7 milioni di euro per la tassa sulle emissioni di autoveicoli per le annualità 2012-2013, il riconoscimento dei  7/10 delle entrate erariali dalla Sardegna dal 2010 e non dal 2017. «Abbiamo richiesto allo Stato di dare esecuzione a tutte le sentenze e anche in questo caso il Governo non ha dedotto alcuna osservazione contraria». Christian Solinas ha quindi letto la tabella che sintetizza i ragionamenti fatti con lo Stato sulla base degli accordi e delle sentenze: la riduzione del concorso alla finanza pubblica 2019-2021 per 153 milioni annui, la richiesta degli arretrati 2010-2016 alla compartecipazione dal gettito da reddito da capitale per 78,631 milioni, richiesto riserve erariali 2010-2013 per tasse automobilistiche per 12,869 milioni, trasferimento di risorse per gli anni 2016-2018 per funzioni fondamentali per enti di Area vasta per 121,079 milioni e il trasferimento per funzioni di Area vasta non fondamentali per 33,458 milioni e per funzioni non fondamentali per 30,03 milioni, la richiesta, inoltre, in base ai ricorsi pendenti della cancellazione dell’accantonamento di 285,308 milioni relativo alle annualità pregresse.

«Allo stato attuale il Governo ha assunto l’impegno di modificare nel primo provvedimento utile la data di scadenza per il raggiungimento dell’accordo con la Regione Sardegna, prevista per il 10 agosto e spostandola al 31 dicembre. A settembre dovremmo avere la chiusura della prima parte dell’accordo – ha affermato Christian Solinas – con la riduzione del contributo di 153 milioni sugli accantonamenti e in Legge di Bilancio una serie di provvedimenti, che rendano strutturale l’intervento anche con contributi in conto investimenti sia per il settore sanitario, sia per la viabilità ed i trasporti. Abbiamo anche richiesto che nell’ambito dell’accordo si tratti il passaggio di competenze del Demanio regionale e delle Soprintendenze archeologiche e paesaggistiche. Abbiamo ragionevole fiducia che a settembre ci possa essere la chiusura della prima parte dell’accordo e con la Legge di Bilancio 2020 la chiusura definitiva degli accordi.»

Il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e ricordato che il Consiglio regionale è convocato per domani alle 16.00 e per giovedì alle 10,30.

[bing_translator]

E’ stata presentata ieri al Consiglio regionale un’interrogazione sui disservizi segnalati dai pazienti del Day Hospital oncologico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari.

La richiesta è promossa da Gian Franco Satta ed Antonio Piu, consiglieri regionali del Gruppo consiliare dei Progressisti ed esponenti del territorio sassarese.

L’iniziativa nasce dal fatto che i pazienti del Day Hospital oncologico dell’AOU di Sassari, soggetti già provati dai trattamenti terapeutici, si trovano negli ultimi tempi a dover affrontare una serie di disagi come ad esempio la discontinuità nella somministrazione della terapia, le lunghe attese o l’essere costretti a sottoporsi alle terapie infusionali su semplici sedie per mancanza di posti sufficienti, in un ambiente dove si registra sempre di più una generale, progressiva e inesorabile carenza di personale sanitario.

«Si consideri, come esempio, che la farmacia per via di suddetta carenza degli organici non riesce a fornire i medicinali se non dopo le dieci del mattino, causando un ulteriore ritardo nella somministrane delle terapie – spiegano Gian Franco Satta ed Antonio Piu -. Queste problematiche pongono così gli oltre 300 pazienti del Day Hospital oncologico dell’AOU di Sassari, obbligati a lottare contro la malattia, a doversi anche scontrare contro la burocrazia e un’organizzazione insufficiente delle strutture sanitarie. Per comprendere meglio la situazione di precarietà in atto, si consideri che le attività vengono svolte in una sede transitoria. Infatti, il trasferimento temporaneo del Day Hospital oncologico dalle cliniche di San Pietro al terzo piano della Clinica di Malattie infettive ha avuto inizio nel 2017 e a tutt’oggi non risulta concluso. Si resta, purtroppo, pertanto ancora in attesa dell’assegnazione della nuova sede presso l’Ospedale Santissima Annunziata.»

«Per tali ragioni, appare urgente e non più differibile un intervento tempestivo e risolutivo del presidente della Regione e dell’assessore regionale dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale – concludono Gian Franco Satta ed Antonio Piu -, al fine di scongiurare l’ennesimo episodio di disservizio della sanità sassarese che va a discapito di una comunità e di un territorio già ampiamente penalizzati sotto il profilo della tutela del diritto fondamentale alla salute.»

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha approvato il rendiconto per il 2018 ed il disegno di legge sulle agevolazioni tariffarie finalizzate a favorire la mobilità sostenibile e contrastare la dispersione scolastica.

Il presidente Michele Pais ha informato il Consiglio che la conferenza dei capigruppo ha concordato il testo di una mozione con cui l’intera Assemblea esprime ferma condanna nei confronti degli atti intimidatori accaduti nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorso a Cardedu e a Dorgali. Successivamente lo stesso presidente ha dato lettura del testo della mozione n. 46 nella quale “si impegna la Giunta ad assumere tutte le iniziative idonee a prevenire i fenomeni segnalati ed a sensibilizzare il Governo nazionale per avviare tutte le azioni possibili per tutelare concretamente chi svolge il delicato ruolo di amministratore locale”.

Aprendo la discussione il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha definito la mozione “il minimo si potesse fare dopo gli ultimi avvenimenti criminosi che sono avvenuti a danno del sindaco di Cardedu Matteo Piras e a danno della sede del Partito Democratico di Dorgali e aggiungerei anche le minacce subite dal vice sindaco di San Teodoro. Credo che questo problema atavico, ha sostenuto, abbia davvero necessità di essere finalmente affrontato in maniera seria e determinata in modo che la Giunta si faccia interprete col Governo nazionale affinché si adottino tutti gli atti e gli strumenti possibili e immaginabili per porre freno a questo fenomeno che sta diventando quasi un processo ineludibile. Lo Stato, secondo Daniele Cocco, deve rispondere mettendo a disposizione i presidi dello Stato mentre alcune caserme dei centri più piccoli dell’interno della Sardegna sono state chiuse. E non è possibile, ha poi lamentato, che chi sta a capo del Ministero dell’interno o chi per lui chieda ai Comuni di farsi carico di mettere a disposizione delle strutture per poter riaprire quelle caserme. Io credo che se la risposta è questo ben poco si potrà fare; quindi è lo Stato che noi vogliamo e lo Stato ci deve essere. Quindi, ha concluso, chiedo che la risposta dello Stato sia concreta e concretezza vuol dire non chiudere quelle caserme che ci sono, non togliere quei servizi che ci sono, ma oltre che potenziarle quelle caserme che sono stati chiuse io chiedo ad alta voce che vengano immediatamente ripristinate.

Il consigliere Fausto Piga (Fdi) ha annunciato la posizione favorevole del suo gruppo sulla mozione. In questa legislatura, ha ricordato, registriamo probabilmente per la prima volta il maggior numero di Consiglieri primi cittadini ed anche amministratori locali. Fare il sindaco del paese in cui vivi, ha spiegato, è quanto di più bello, credo, possa capitare; un ruolo prestigioso di responsabilità, un ruolo che non si fa per soldi, soprattutto nelle piccole comunità, ma con tanta passione e con tanto entusiasmo, con lo spirito di essere utili al prossimo. Di fronte agli ultimi atti intimidatori, ha proseguito, deve essere forte la posizione di quest’Aula nell’appellarsi al Governo centrale, perché effettivamente si prenda carico di questa problematica, che non riguarda soltanto gli amministratori locali ma anche associazioni, partiti, di autorità di pubblica sicurezza; e credo perciò che, al di là delle frasi di circostanza, bisogna essere chiari, non vogliamo passerelle del politico di turno, non vogliamo solidarietà, pacche sulle spalle o strette di mano, ma fatti concreti come il potenziamento dei presidi di pubblica sicurezza in tutti i Comuni, soprattutto i più piccoli. Ma, soprattutto, ha continuato, dobbiamo avere risposte verso il trovare i colpevoli di questi atti, perché purtroppo quasi sempre rimangono impuniti.

Il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha assicurato il sostegno del gruppo al documento che, come tale, non può avere effetti pratici immediati ma almeno quello di manifestare la vicinanza e la solidarietà del Consiglio regionale a tutti gli amministratori che vivono in trincea la loro esperienza amministrativa e diventano terminali di tensioni di cui spesso non sono responsabili o di scelte che fanno nell’interesse della comunità che magari scontentano qualcuno e questo qualcuno si vendica nel modo più facile nei loro confronti; atti inaccettabili e criminali che purtroppo sono spesso accompagnati da un sentimento anche di impunità, ecco perché è importante che ci sia non soltanto il presidio ma anche un’azione efficace delle forze dell’ordine nel contrastare questi fenomeni, nell’individuare i responsabili e nel colpirli il più pesantemente possibile. Abbiamo poi la novità, ha proseguito, dell’aggressione alla sede di un partito politico, nello specifico il PD; spero che non sia così, ma all’apparenza sembra un atto di terrorismo politico, cosa preoccupante che penso vada stigmatizzata al pari degli attentati nei confronti degli amministratori locali, perché sono gesti che minano alla radice le dinamiche della nostra democrazia. Quindi, ha concluso, credo che sia necessaria un’azione di tipo preventivo e repressivo, ma anche di tipo educativo e tipo pedagogico nei confronti della cittadinanza perché si comprenda che questi atti hanno un effetto devastante che va al di là degli atti in se stessi.

Il consigliere Emanuele Cera (Forza Italia) ha ricordato che ogni tanto ci ritroviamo di fronte ad attentati e ad atti che non sono sicuramente l’espressione della democrazia in Sardegna. Attentati ed atti che, a suo avviso, vanno tutti fermamente condannati, da quelli contro il sindaco di Cardedu, all’attentato contro la sezione comunale del PD di Dorgali. Nell’esprimere la mia solidarietà, ha aggiunto, lo esorto a tenere duro e a continuare a rappresentare la propria comunità con spirito di servizio, nella massima espressione della democrazia.

Si deve assolutamente impedire, ha auspicato, che il territorio venga abbandonato alle scorrerie di chi invece non vuole regole e vuole agire liberamente nella gestione del bene comune.  Credo poi, ha detto ancora Cera, che la riapertura dei presidi su tutto il territorio regionale sardo sia un atto dovuto da parte dello Stato centrale e ritengo doveroso difendere i sindaci e difendere la democrazia della nostra isola, con una vera e concreta azione di prevenzione e di contrasto alla criminalità; mettiamo i sindaci nelle condizioni di poter rappresentare le proprie comunità, di garantire la democrazia, e offrire alle comunità amministrate i servizi utili e necessari di cui hanno bisogno.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha ricordato che agli amministratori locali, sempre in prima linea, sono sempre più esposti ad attentati che in Sardegna registra dimensioni tali da collocarla ai primi posti a livello nazionale come incidenza sulla base della popolazione, oltre alla novità per la Sardegna di un attentato alla una sede di un partito. In questi anni, ha detto ancora, ho visto sfilare numerosi ministri dell’interno che hanno preso impegni che poi non si sono dimostrati utili lasciando gli amministratori locali ad atti delinquenziali puro, dovuti semplicemente al ruolo che svolgono i sindaci, che è quello di garantire la legittimità degli atti pubblici. Rispetto a queste cose noi dobbiamo reagire e prendere posizione nell’interesse della nostra democrazia. In Sardegna, ha proseguito, è stato attivato un sistema di videosorveglianza indubbiamente utile, ma abbiamo necessità di un’attenzione vera da parte dello Stato e del potenziamento della rappresentanza delle forze dell’ordine sul territorio, nella speranza che sia davvero l’inizio di un percorso che punta ad un controllo maggiore del territorio e ad una prevenzione di questi attentati.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha affermato che, oltre all’attentato subito dal Sindaco di Cardedu, merita una riflessione particolare quello nella sezione del Pd di Dorgali per alcune caratteristiche purtroppo nuove in Sardegna al quale si sono aggiunte poi le scritte intimidatorie qualche giorno fa al sindaco di Cuglieri e l’intimidazione al vicesindaco di San Teodoro. Rispetto a questo, ha osservato, non so se possa essere utile da sola la presenza sul territorio delle forze dell’ordine, i cui organici in Sardegna complessivamente sono in realtà molto consistenti o se invece non sia indispensabile avere presidi di cultura, istruzione, scuola ed educazione alla vita e al rispetto della vita altrui.

Il consigliere Gian Franco Satta (Psd’Az) si è soffermato sulla complessità della figura dei Sindaci, che non hanno la bacchetta magica e non possono risolvere tutti i problemi di ogni giorno, ma questa complessità bisognerebbe avere la forza di iniziare a spiegarlo soprattutto dalle scuole, respingendo la logica del buco non tappato che è colpa del Sindaco, come il buco nella strada, l’albero che sta cadendo o la mancanza di lavoro. Non solo, ha continuato, sappiamo benissimo che oggi il Sindaco è anche terrorizzato a fare una delibera, perché sente gli occhi puntati anche dalla magistratura che spesso, anziché occuparsi proprio di chi ha commesso questo tipo di attentati, si occupa invece di puntualizzare gli errori degli amministratori.

Chiedo quindi, ha concluso, che il Consiglio regionale, magari anche nella persona del Presidente del Consiglio, si impegni per il futuro ad intervenire per attivare i servizi di videosorveglianza dove non ci sono, vero deterrente contro questo tipo di atti che non hanno mai una giustificazione e non ce l’hanno neanche quando viene colpito un partito, come a Dorgali, dove forse potrebbero esserci secondo me anche dei risvolti non politici.

Il consigliere Pierluigi Saiu (Lega) ha definito il dibattito in Consiglio un atto dovuto, nei confronti dei Sindaci e degli amministratori locali che proprio in questi giorni hanno subito attentati, intimidazioni, e sono stati oggetto di violenza, come le loro famiglie, ed i loro cari. A nome della Lega, Pierluigi Saiu ha poi espresso solidarietà nei loro confronti, ferma massima condanna dei gesti criminali che li hanno colpiti e l’auspicio che i colpevoli vengano individuati e puniti. Ma questo dibattito, ha affermato, ha la funzione di dire ai Sindaci della Sardegna che non resteranno soli; i Sindaci oggi e gli amministratori locali in generale sono bersagli perché hanno molte responsabilità, sono la rappresentanza politica più vicina ai cittadini, la prima frontiera del malessere delle persone e allora non saremmo del tutto onesti se non riconoscessimo che la funzione di questo dibattito è soprattutto quella di richiamare alle sue responsabilità il Governo nazionale senza per questo sottrarci alle nostre, come Consiglio regionale della Sardegna. In prima Commissione, ha ricordato, è iniziato il dibattito sulla riforma degli enti locali, e quella sarà la sede in cui affrontare anche il tema della solitudine degli amministratori locali, chiamati ad affrontare tutti i giorni il malessere delle persone, dei cittadini, amministratori ai quali dobbiamo dare  strumenti, poteri e risorse per affrontare efficacemente i problemi che i cittadini delle nostre comunità tutti i giorni fanno presenti.

Pierluigi Saiu ha, infine, rivolto al Consiglio un appello per evitare che il dibattito superi i livelli di guardia, diventi eccessivo, si trasformi come è successo anche all’inizio di questa legislatura in azioni di autentico linciaggio contro l’avversario politico che diventa nemico, un appello che ha auspicato sia condiviso da tutte le forze politiche.

Dopo l’on. Pierluigi Saiu anche l’on. Gallus ha espresso la solidarietà agli amministratori locali a nome dell’Udc e ha invitato “i giovani a non mollare e a impegnarsi per i loro Comuni nonostante le minacce e gli attentati alle istituzioni”.

Ha preso poi la parola il presidente Pais che  ha messo ai voti la mozione, approvata dall’Aula all’unanimità con 49 voti.

A seguire, l’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha riferito che i segretari comunali di Olbia e Tempio hanno ricevuto una comunicazione dall’ufficio elettorale per richiedere l’elenco dei consiglieri comunali e sindaci in carico in vista delle elezioni provinciali del 5 ottobre. “Mi chiedo dunque, alla luce dell’imminente chiusura del Consiglio, che fine abbia fatto la mia proposta di legge 6 e quali siano le reali intenzioni della maggioranza sotto il profilo della riforma degli enti locali”.

Sempre dal Pd l’on. Piero Comandini ha parlato “dell’ennesima fumata nera della Giunta sulla nomina del commissario dell’Ats. Ci sono rischi enormi in tutto questo: la più importante azienda pubblica sarda è senza rappresentante legale e nessuno può firmare le procedure per costituirsi in giudizio. Non esiste nemmeno il responsabile della sicurezza e qualunque danno accada non si sa bene in capo a chi debba essere posto. Ci sono evidenti profili che riguardano la Corte dei conti e i diritti dei cittadini”.

Per la Sinistra l’on. Daniele Cocco si è rivolto all’Aula sul tema dei trasporti e delle Motorizzazioni civili della Sardegna, in gravissime difficoltà per mancanza di personale come segnalato anche in un recente atto parlamentare dal Gruppo Psd’Az in Consiglio regionale. L’on. Daniele Cocco ha segnalato la necessità di aprire una interlocuzione con la Direzione delle Motorizzazioni civili al ministero dei Trasporti, “anche in considerazione della presenza in Sardegna in questi giorni dei massimi dirigenti che hanno dato disponibilità per un incontro istituzionale”.

L’on. Pierluigi Saiu (Lega) ha replicato all’on. Giuseppe Meloni ed ha annunciato i prossimi impegni della commissione Autonomia, garantendo che “per la Gallura la nuova maggioranza si comporterà di certo meglio di come si è comportata la precedente”.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) “le istanze di un territorio così vasto e importante saranno ascoltate”.

Sullo stop del trenino verde l’on. Lai (Sinistra) ha sollecitato un impegno perché “oggi Arst ha certificato che 130 lavoratori rischiano di rimanere a casa se non viene firmato prima possibile il contratto di servizio tra l’assessorato ai Trasporti e l’Arst”.

La capogruppo Cinque Stelle, on. Desirè Manca, è intervenuta per dire: “Perdiamo ore in questa aula per parlare del nulla. Iniziamo a parlare di temi perché la gente fuori aspetta i nostri fatti”. Il presidente Michele Pais ha spiegato che l’ordine del giorno prevede temi concreti e proposte di legge.

L’Aula ha iniziato ad affrontare il rendiconto di gestione dell’esercizio 2018 del Consiglio regionale. L’on. Antonio Piu a nome del collegio dei questori lo ha illustrato. L’on. Antonello Peru (FI) ha toccato il tema del personale, che nei prossimi anni passeranno per effetto dei pensionamenti dal 176 a circa la metà e ha aggiunto: “Non possiamo reclutare attraverso la mobilità della pubblica amministrazione le funzioni apicali perché si tratta di sostenere l’azione legislativa. Dunque, ritengo sia necessario dare nuovi strumenti di lavoro ai consiglieri al di là della appartenenza politica di ciascuno di noi”.

A nome dei Riformatori l’on. Michele Cossa ha detto: “L’on. Antonello Peru ha messo il dito nella piaga rispetto al problema del personale, che è un problema davvero per tutti dentro il Consiglio regionale. Siamo a volte nella condizione di rischiare di produrre leggi che sono contrarie alla stessa intenzione del legislatore”.

Dello stesso avviso l’on. Giorgio Oppi (Udc), che ha detto: “Per i quattro anni precedenti ho votato contro il bilancio del Consiglio regionale e l’ho fatto per tante ragioni, non ultimo la perdita di dignità del Consiglio regionale. Oggi per la prima volta voterò a favore ma certo preoccupa il fatto che nel giro di un anno e mezzo una quarantina di dipendenti andranno in pensione. Servono strutture necessarie e moderne: siccome la volontà c’è, ripeto, voterò a favore, ma è necessario fare in fretta tutte le gare perché il Consiglio regionale abbia la sua centralità e il suo ruolo”.

Il presidente Pais ha annunciato che all’inizio di settembre verrà redatto un piano di riordino generale del Consiglio regionale e ha aggiunto: “Verranno date tutte le risposte necessarie”.

L’Aula ha approvato il rendiconto e gli allegati.

Il presidente dell’assemblea sarda ha quindi dichiarata aperta la discussione sul disegno di legge n. 37 ed ha concesso la parola al capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, che ha proposto l’inversione dell’ordine del giorno, chiedendo l’immediata discussione del disegno di legge n. 25 (Giunta regionale) che ridefinisce i confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes.

Preso atto del favore unanime alla proposta avanzata dal capogruppo Michele Cossa, il presidente Michele Pais ha concesso la parola al consigliere del gruppo Progressisti, Diego Loi, per l’illustrazione del provvedimento. Il consigliere della minoranza ha quindi dato lettura della relazione allegata al testo di legge e ne ha auspicato l’approvazione da parte dell’Aula.

Alfonso Marras (Riformatori) ha espresso soddisfazione per “la definizione di una vicenda che si protrae da tempo” e per la dimostrazione della vicinanza della Regione alle popolazioni interessate e ai territori. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del consigliere di Forza Italia, Emanuele Cera, che ha ringraziato Giunta e commissione per l’attenzione dimostrata ed ha però ricordato che “restano altri casi simili da risolvere”. Giuseppe Meloni (Pd) si è detto contento per l’imminente approvazione del provvedimento ed ha evidenziato che nella Prima commissione è presente una proposta di legge che prevede il ricorso al referendum per la ridefinizione dei confini delle province.

L’assessore degli Enti Locali, Quirico Sanna, ha dunque dichiarato il favore della Giunta e il Consiglio ha proceduto con distinte votazioni ad approvare il passaggio all’esame degli articoli, quindi l’articolo 1 (Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Magomadas e Tresnuraghes); poi l’articolo 2 (Regolamento dei rapporti patrimoniali e finanziari) sul quale ha annunciato voto favorevole a nome del gruppo la consigliera della Lega, Annalisa Mele; l’allegato a) e il testo finale, che ha avuto il via libera con 53 favorevoli e un astenuto.

Aperta la discussione sul Disegno di legge n. 37 (Giunta regionale) “Agevolazioni tariffarie finalizzate a favorire la mobilità sostenibile e contrastare la dispersione scolastica. Modifiche al comma 33 dell’articolo 5 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 (Legge di stabilità 2019)” il relatore Michele Cossa (Riformatori sardi) ha illustrato i principali contenuti del provvedimento che stanzia 14 milioni di euro per l’abbattimento dei costi dei titoli di viaggio per gli studenti.

L’esponente della maggioranza ha salutato con favore l’incremento degli stanziamenti ma ha posto l’accento sulle problematicità che caratterizzano il trasporto pubblico locale, ad incominciare dalla vetustà dei mezzi e dalla inadeguatezza dei collegamenti stradali e ferroviari («E’ inutile fare gli sconti sugli abbonamenti se non possiamo offrire mezzi di trasporto adeguati»). Serve affrontare il tema del trasporto pubblico – ha concluso il capogruppo Michele ossa – ed auspico che già in finanziaria si stanzino le risorse necessarie per migliorare qualitativamente e quantitativamente i servizi del trasporto».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha lamentato con toni polemici l’assenza dall’Aula dell’assessore regionale dei Trasporti ed ha chiesto un rinvio della discussione del disegno di legge, reclamando chiarimenti da parte dell’assessore Giorgio Todde.

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha quindi replicato informando il Consiglio degli impegni dell’assessore Giorgio Todde a Roma per siglare il contratto che consente la riattivazione in Sardegna del Trenino Verde, in conseguenza anche delle intervenute modifiche legislative.

Dopo una breve sospensione dei lavori, il consigliere del Pd, Roberto Deriu, è intervenuto nel merito del provvedimento ed ha criticato l’approccio alla discussione proposto dal relatore Cossa, sottolineando invece l’importanza delle misure proposte nel disegno di legge in favore degli studenti e più in generale per sostenere l’istruzione in Sardegna. «Non sono i trasporti al centro della discussione – ha spiegato l’esponente della minoranza – ma le politiche verso i giovani e gli studenti, considerato che il futuro ci riserva una Sardegna sempre più povera ignorante  e vecchia». Deriu ha quindi ribadito la necessità di investimenti nell’istruzione ed ha ricordato come l’iniziativa sia stata varata nella precedente legislatura («Plaudo all’iniziativa e auspico che si approvi il prima possibile perché più che gli assessori presenti mi interessano gli atti, soprattutto quando chi li ha proposti non ha aiutato granché a redigerli»).

Antonio Piu (Progressisti) ha invece dichiarato di apprezzare l’impostazione al dibattito offerta dal relatore Michele Cossa e si è rammaricato per l’assenza dell’assessore Todde. «Quando si stanzino 14 milioni di euro per il trasporto degli studenti – ha spiegato l’esponente della minoranza – è importante sapere se potranno viaggiare su mezzi e strade adeguati». Antonio Piu ha definito l’imminente via libera alla proposta legislativa come “una vittoria del buonsenso” ricordandone la prima approvazione nella precedente legislatura.

Il presidente Michele Pais ha quindi dato la parola al consigliere Fausto Piga (FdI), il quale si è detto favorevole al disegno di legge e ha evidenziato l’importanza di ridare dignità al trasporto pubblico locale e di invogliarne l’utilizzo. Per Fausto Piga da troppo tempo si interviene poco in questa direzione. Il consigliere ha quindi evidenziato i problemi  degli autobus e del parco treni, ormai vecchi, sottolineando che questa maggioranza ha ereditato una situazione complicata, “ma abbiamo cinque anni per fare meglio e bisogna iniziare subito”. Fausto Piga ha poi chiesto attenzione per “assuntori” della linea a scartamento ridotto, che  vorrebbero capire quale indirizzo si intende prendere per la loro stabilizzazione. Eugenio Lai (Leu) ha condiviso l’intervento del collega del Pd, Roberto Deriu, ricordando che l’obiettivo è quello di fare un  grande investimento sui nostri ragazzi, partendo dai trasporti e la mobilità, continuando con la cultura e l’istruzione. Lai ha ricordato che sono stati tanti gli interventi messi in campo dalla precedente Giunta, tra cui il progetto Iscol@, e che bisogna proseguire in questa direzione garantendo ai ragazzi il diritto all’istruzione e a una mobilità sostenibile. Sul tema degli autobus da sostituire, il consigliere di opposizione ha anche ricordato all’Aula che stanno arrivando i mezzi della prima parte degli acquisti fatti dalla precedente Giunta. Poi rivolgendosi al capogruppo della Lega, Dario Giagoni e alla risoluzione del problema del Trenino verde, ha affermato che sarebbe auspicabile prevenire le polemiche in politica con una migliore programmazione e che pur facendo piacere che i problemi siano stati risolti, lasciano l’amaro in bocca visto che siamo a stagione turistica inoltrata.  Sugli assuntori ha auspicato infine una risoluzione positiva.

Massimo Zedda (Progressisti) ha affermato di volersi concentrare sull’argomento in discussione: ossia  il fatto che i giovani abbiamo gravi disagi e difficoltà a spostarsi con i mezzi pubblici, con forti limitazioni soprattutto nelle aree periferiche. Disagi che contribuiscono allo spopolamento di molte aree della Sardegna, costringono gli studenti ad affrontare ore di viaggio per poter frequentare scuole e università e, non essendo presenti mezzi che viaggiano di notte, costringono i giovani a utilizzare mezzi propri con un elevato rischio di incidenti. Massimo Zedda ha affermato che, per combattere lo spopolamento, la dispersione scolastica, gli incidenti stradali, bisogna avere un trasporto pubblico efficiente e trasporti alternativi come il  car sharing. Per il consigliere di minoranza serva anche un monitoraggio degli orari che consenta a chi usa i mezzi pubblici di programmare gli spostamenti.

Pierluigi Saiu (Lega Salvini Sardegna) ha affermato di avere grande rispetto per i consiglieri dell’opposizione, quando si partecipa a un confronto sui temi e sul merito delle questioni, “mentre non mi appassiono in nessun modo a una polemica sulla presenza di un assessore ai banchi”,  ricordando che l’assessore Giorgio Todde si è molto impegnato perché la variazione di bilancio in esame venisse presentata e venisse autorizzata la rideterminazione della spesa sulla scontistica  per gli studenti.  Ha poi risposto al consigliere Eugenio Lai: “La priorità per noi non è prevenire le polemiche, per noi la priorità è risolvere i problemi”. Pierluigi Saiu ha poi affermato che è importante che l’Aula voti questo provvedimento che garantirà agli studenti uno sconto sulle tariffe pari all’80%. Il consigliere di maggioranza ha poi ricordato che la dotazione inizialmente prevista dalla passata Giunta, 10.5 milioni di euro, si è dimostrata inadeguata e insufficiente. Con questo disegno di legge verrà rideterminato lo stanziamento aggiungendo 3,5 milioni di euro ai 10,5 milioni di euro per consentire agli studenti sardi di poter contare su un provvedimento importante. E ha affermato che “la discussione sul trasporto pubblico locale vada rimandata alla sede deputata a questo confronto e cioè alla riforma del trasporto pubblico locale a cui dobbiamo iniziare a lavorare”.

Il presidente Pais ha quindi dato la parola all’assessore del Lavoro, e vice presidente della Giunta regionale, Alessandra Zedda, la quale in apertura ha confermato che l’assessore Giorgio Todde era impegnato per la firma del contratto sul Trenino verde e che, diversamente, sarebbe stato in aula. “La tematica dei trasporti interni ed esterni riveste per la nostra Regione certamente un’importanza strategica e di ampio respiro”. Alessandra Zedda, rappresentando la visione dell’assessore Giorgio Todde e del presidente Solinas, ha affermato “stiamo parlando di uno degli adempimenti fondamentali che non solo ha questa Giunta, ma ha certamente anche questo Consiglio” Alessandra Zedda si è detta d’accordo sulla necessità di portare in Aula un’ampia discussione sulla tematica dei trasporti, e non solo sul trasporto pubblico locale, e dei provvedimenti conseguenti”. L’assessora ha ricordato l’importanza della mobilità interna anche nell’ottica di combattere la dispersione scolastica, ma anche lo spopolamento. E ha aggiunto: “La prossima sfida del Fondo Sociale Europeo, in particolare per gli Assi che riguardano l’istruzione, la formazione e l’inclusione, sono fortemente legati al tema del trasporto perché non si può abbattere uno spopolamento se non abbiamo un’infrastrutturazione regionale, e qui inserisco anche i temi dell’infrastrutturazione ferroviaria e del gommato”, ha proseguito, “dobbiamo avere una visione complessiva”. Alessandra Zedda ha annunciato che “l’obbligo formativo sarà fortemente sostenuto dal vitto, alloggio e trasporto e riguarderà gli studenti più bisognosi e non solo, perché attraverso l’obbligo formativo probabilmente avremo modo di combattere di più e meglio la dispersione scolastica”. Alessandra Zedda ha ricordato che in discussione c’è una variazione di bilancio con un’integrazione di 3,5 milioni, risultati necessari “in base a calcoli più rispettosi delle esigenze da qui ai prossimi mesi” e ha affermato l’urgenza di approvare il disegno di legge in modo da poterlo rendere operativo nei tempi utili per gli studenti.  Poi parlando del rientro della Sardegna nell’Obiettivo 1 ha affermato che “la prossima sfida dei fondi comunitari credo che ci veda tutti i protagonisti affinché davvero da un lato l’essere rientrati nell’Obiettivo 1 ci porta magari ad avere due minuti di riflessione negativa, ma dall’altra ci deve far capire da subito che la sfida del raddoppio dei fondi comunitari ci deve veramente far capire che è iniziata una nuova era”, e ha auspicato che “si possa utilizzare la programmazione 2021-2027 insieme per intervenire davvero in maniera determinante sui principali problemi che viviamo tutti i giorni, ma soprattutto che affliggono la nostra Sardegna e impediscono lo sviluppo”.

Il presidente ha quindi chiuso la discussione generale e ha messo in votazione il passaggio all’esame degli articoli, che è stato approvato.  L’Aula ha approvato poi in rapida sequenza gli articoli 1 (votanti 51, sì 51), 2 (votanti 50, sì 50), 3 (votanti 50, sì 50), e gli allegati 1 (votanti 49, sì 49) e 2 (votanti 51, sì 51). Prima della votazione finale il presidente ha dato la parola al capogruppo dei Riformatori sardi, Michele Cossa, per  dichiarazione di voto. Il consigliere ha annunciato il voto favorevole suo e del suo gruppo, ricordando che oltre all’approvazione degli sconti è necessario anche rinnovare il parco mezzi. Michele Cossa ha aggiunto: “Raccolgo la proposta dell’onorevole Zedda di dedicare una seduta su questo argomento, ma vorrei parlarne di fronte a un disegno di legge”.

Voto favorevole del gruppo del Pd è stato annunciato dal capogruppo Gianfranco Ganau. “Esprimo apprezzamento per la proposta che è arrivata in Aula e che integra con 3,5 milioni di euro lo stanziamento precedentemente impostato per 10,5 milioni e che sta a testimoniare che non è inutile questo provvedimento che ha una valenza importante. Una valenza che è finalizzata appunto all’abbattimento dei costi per gli studenti pendolari e che va a favorire la partecipazione scolastica contro la dispersione e anche contro lo spopolamento, com’è stato giustamente sottolineato dalla vicepresidente, l’onorevole Alessandra Zedda, e si inserisce in una serie di azioni a sostegno della scolarità e della formazione che sono state messe in campo lo scorso anno”. Gianfranco Ganau ha ricordato i progetti per la ristrutturazione delle scuole e la costruzione di nuove strutture di edilizia scolastica conformi alle nuove esigenze didattiche con il progetto Iscol@, gli interventi contro la dispersione scolastica contenuti all’interno del progetto “Tutti a Iscol@”,  il sostegno alle Università sostenuto da questo Consiglio regionale, agli interventi a sostegno delle borse di studio che hanno raggiunto il 100 per cento degli aventi diritto”.

Voto favorevole anche da parte del gruppo del Pd’Az è stato espresso dal capogruppo Franco Mula, il quale si è detto dispiaciuto per l’assenza dell’assessore Giorgio Todde perché quando un disegno di legge viene votato all’unanimità è un grande risultato. “Quando si parla di diritto allo studio, di dispersione scolastica, e dei nostri giovani noi siamo tutti sensibili”. Mula ha aggiunto, infine, che la nomina per l’Ats arriverà “a brevissimo”. Voto favorevole è stato annunciato anche da Roberto Deriu (Pd), il quale ha detto di voler portare l’attenzione della maggioranza “sulla parola “giovane”, la parola “studente”, la parola “borsa di studio”, la parola “studio”, la parola “Università”, la parola “scuola”, perché sono le parole decisive del nostro futuro”. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo di Leu, Daniele Cocco, a nome del suo gruppo.  “Siamo disponibilissimi e contenti di poter votare questo provvedimento e lo saremo ancora quando arriveranno in Aula questo tipo di provvedimenti, perché dobbiamo lavorare per il nostro futuro. Dopo che la previdenza è diventata provvidenza credo che dobbiamo fare molto di più per i nostri giovani”.

Voto favorevole è stato annunciato da Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, il quale ha espresso “soddisfazione riguardo al fatto che un problema sollevato poche settimane fa abbia trovato una soluzione unanimemente condivisa dall’Aula”, ricordando che uno dei più grandi problemi dell’Isola è l’abbandono scolastico. Francesco Agus ha sottolineato che “l’anno scorso oltre 5 mila studenti in più l’anno scorso hanno potuto beneficiare di borse di studio, tra questi più di mille avevano già deciso di non iscriversi all’università” e ha concluso “sarebbe criminale se in questa legislatura appunto si portasse queste mille persone, più di mille sardi, a interrompere i loro studi”.

Voto favorevole annunciato anche da Massimo Zedda (Progressisti) il quale ha ricordato i costi elevati degli abbonamenti dell’Arst e che questo provvedimento è molto importante. Massimo Zedda ha poi ricordato che, dopo una serie di interventi “il Ctm oggi è un’azienda che, insieme all’Atm di Milano è il fiore all’occhiello del trasporto pubblico a livello europeo”.

Voto favorevole del gruppo della Lega Salvini Sardegna è stato espresso dal consigliere Michele Ennas e ha voluto chiarire che “anche oggi ne ho sentito un sacco, come ne ho sentito in Commissione, nessuno ha messo in discussione questo provvedimento, ma era necessario trovare le risorse perché non erano state previste dalla Giunta precedente”. Michele Ennas ha sottolineato che c’è la massima attenzione verso i giovani e gli studenti e che ci saranno anche nuove iniziative. Il consigliere ha poi ricordato che l’Assessore “in questo preciso momento sta firmando un atto importantissimo, che è quello del Trenino Verde, che vedremo ripartire”, ribadendo l’impegno costante dell’assessore Giorgio Todde “al lavoro per il futuro della Sardegna e per quello che serve nel settore dei trasporti”.

Voto favorevole anche da parte del gruppo FdI è stato espresso dal capogruppo Francesco Mura. “Riteniamo questo provvedimento un atto di giustizia nei confronti di chi, in maniera quasi eroica sceglie di vivere nelle comunità della Sardegna che non può e non dovrà essere penalizzato dal costo del trasporto pubblico, soprattutto quando si tratta di studenti e della loro formazione”.

Favorevole anche Laura Caddeo (Progressisti), la quale ha esortato l’Aula a tenere in considerazione l’opinione dei giovani studenti e di sentire cosa hanno da dire. Voto favorevole anche da parte del gruppo del M5S. Alessandro Solinas (M5S) ha ringraziato la Giunta e i colleghi che “votando all’unanimità questo provvedimento stanno compiendo quello che è sicuramente un passo avanti nei confronti della tutela di quella che dovrebbe essere una categoria protetta, come lo studente pendolare, come lo dovrebbe essere anche allo studente fuori sede, senza nulla voler togliere a chi vive nei luoghi di studio”. E ha aggiunto:  “È stata veramente una cosa buona che si sia riusciti ad approvare questo provvedimento in maniera così celere”.

Il presidente ha messo in votazione il testo che è stato approvato all’unanimità con 49 voti favorevoli.

Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto di aprire la discussione della Mozione n. 6 al posto della proposta di legge 4. Il presidente Pais ha ricordato che in sede di conferenza di capigruppo era stato indicato il termine della seduta alle 15.30 per consentire ai consiglieri di partecipare ai funerali del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha sollecitato il rispetto dell’ordine del giorno, proponendo di proseguire limitatamente alla relazione della legge n. 4.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula si è associato alla proposta, aggiungendo il suggerimento di rinviare a martedì prossimo la discussione del provvedimento

Il presidente, intendendo rispettare l’intesa raggiunta fra i capigruppo, ha proposto al relatore una breve esposizione

Il relatore Piero Maieli (Psd’Az), primo firmatario della legge e presidente della commissione Attività produttive ha affermato che il provvedimento riprende alcuni contenuti di una legge dello Stato introdotto a suo tempo per i formaggi di alta qualità e recentemente estesa al pecorino romano. La sua ulteriore estensione ai vini sardi soggetti ad invecchiamento (che in Sardegna rappresentano un volume di affari di circa 70 milioni di euro), ha aggiunto Piero Maieli, permetterebbe alle aziende una maggiore facilità di accesso al credito. In conclusione, il consigliere ha ricordato che in commissione la legge è stata approvata all’unanimità, per cui ha auspicato lo stesso largo consenso da parte del Consiglio.

Il presidente ha sottoposto al Consiglio la possibilità di passare alla votazione o di rinviare la discussione della legge ed ha constatato che l’Aula si è espressa a favore della seconda ipotesi. Subito dopo ha tolto la seduta, riconvocando il Consiglio per martedì 6 e mercoledì 7 agosto, alle 10.30.

[bing_translator]

Nuove critiche dei Progressisti, tra le cui fila aderiscono i consiglieri regionali del Sassarese Gian Franco Satta ed Antonio Piu, che hanno votato contro e messo in guardia circa la possibilità che l’intervento possa compromettere la qualità dell’offerta sanitaria del sistema pubblico.

L’on. Gian Franco Satta, durante l’intervento in aula, ha avuto modo di sottolineare come la politica non possa prescindere da un principio cardine: i servizi sanitari pubblici devono avere una qualità elevata, essere alla portata di tutti e garantiti dai finanziamenti pubblici. Pertanto, in questo quadro, i finanziamenti pubblici al Mater, stabiliti in ben 60 milioni annui, risultano coerenti con le finalità di utilità collettiva, e quindi di giustificato sostegno pubblico, solo nel momento in cui questo ospedale vada ad offrire ai sardi l’opportunità di potersi curare senza la necessità di dover uscire dall’Isola o di farlo restando in Sardegna in modo migliore rispetto alle attuali offerte di altri operatori privati, ma contemporaneamente non vada a ledere la qualità dell’offerta sanitaria pubblica esistente.

E’ stato ulteriormente precisato dai banchi del Consiglio. Si è d’accordo per finanziare nuovi reparti o specializzazioni mancanti, ma non per servizi già offerti da altri ospedali pubblici. È positivo sostenere un sistema che eroghi servizi sanitari complementari, ma non è assolutamente tollerabile finanziare servizi in concorrenza con il servizio pubblico a cui si impongono, in controtendenza logica, misure drastiche di contenimento della spesa e tagli sugli investimenti in strutture e attrezzature, incuranti delle conseguenze sulla qualità delle prestazioni da erogare.

Facile intuire, inoltre, come ulteriore rischio risieda nel fatto che il personale sanitario, demotivato dal sistema pubblico, possa accettare con miglior favore le proposte economicamente più interessanti e motivanti del privato, indebolendo di fatto la qualità delle risorse umane a disposizione del pubblico. Anche per tali ragioni, ieri i Progressisti si sono espressi compatti votando contro la proposta di finanziamento al Mater Olbia così come approdata in aula.

Per concludere, altro pericolo è quello che si possano generare scompensi territoriali nell’assistenza sanitaria. In quest’ottica, il rischio maggiore lo si intravede nel sassarese. In tal senso, si ritiene positiva la proposta di ordine del giorno avanzata da alcuni esponenti politici, tra cui l’on. Antonio Piu dei Progressisti, che vogliono portare in discussione la rimodulazione dell’assegnazione al Mater di un numero eccessivo di posti letto nella chirurgia, neurochirurgia, ortopedia e traumatologia, con il concreto rischio di ridondanza dell’offerta pubblica.

[bing_translator]

Il consigliere regionale Gian Franco Satta ha presentato come primo firmatario, unitamente al gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale, un’interrogazione sui ritardi nella liquidazione dei contributi legati ai rimborsi delle spese sostenute per motivi sanitari da parte di cittadini residenti in Sardegna e costretti a recarsi fuori dell’Isola per ricevere le proprie cure mediche.

«La richiesta da me promossa, rivolta al presidente della Regione ed all’assessore regionale dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, è stata sottoscritta da tutti gli appartenenti al gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale – spiega Gian Franco Satta -. L’azione mira a porre a debita conoscenza i vertici politici regionali dei disagi in atto e interrogarli su quali misure intendano attivare per porre rimedio alla problematica in oggetto. La Regione Autonoma della Sardegna, con legge regionale n. 26 del 23 luglio 1991, ha disciplinato le modalità di fruizione delle prestazioni sanitarie erogate sul territorio nazionale e all’estero a favore di soggetti residenti in Sardegna.»

«Le straordinarie garanzie contenute ed affermate nei principi della citata legge, purtroppo, rischiano di essere seriamente compromesse per via di detti ritardi – aggiunge Gian Franco Satta -. Lo slittare dei tempi di liquidazione dei contributi spettanti, di fatto, vanno ad inficiare la bontà e l’efficacia stessa della norma. E’ stato accertato che, soprattutto, nel territorio di competenza dell’Area Socio Sanitaria Locale (ASSL) di Sassari, nonostante il pagamento del contributo per le spese di viaggio e di soggiorno debba avvenire entro 60 giorni dalla presentazione della domanda di rimborso, spesso tali termini vengano disattesi.»

«Ad oggi, vi sono persone ancora in attesa dei rimborsi del 2018 e le nuove istanze, come detto, vengono liquidate ben oltre il termine dei 60 giorni previsto dalla presentazione della domanda di rimborso – conclude Gian Franco Satta -. E’ evidente che, per chi costretto ad anticipare spese per cure mediche da svolgere fuori dalla Sardegna, il rispetto dei termini per la liquidazione dei rimborsi assuma valore vitale per la prosecuzione del percorso sanitario e, pertanto, la politica debba occuparsene ponendo in campo misure atte ad eliminare tempestivamente il problema.»