19 April, 2024
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Prosegue anche nella seconda metà di agosto “Jazz Around”, la rassegna di anteprime del festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, organizzata dall’Associazione Culturale Punta Giara. Dopo la serata vissuta sabato sera nel Parco Archeologico Cannas Di Sotto, a Carbonia, con la rock band King Howl, lunedì 21 agosto appuntamento a Villa Salazar a Piscinas, dalle ore 21.00, con le note di Daniele di Bonaventura e del suo il suo il celebre bandoneon. Compositorearrangiatore, pianistabandoneonista, Daniele di Bonaventura ha coltivato sin dall’inizio della sua attività un forte interesse per la musica improvvisata, che lo ha portato a collaborare con alcuni dei più prestigiosi nomi del jazz nazionale e internazionale.

Gegè Telesforo sarà il protagonista della serata in programma mercoledì 23 agosto alle 21, in Piazza Marmilla a Carbonia, con ingresso gratuito, dove porta in scena “Big Mama Legacy”, un personale tributo al blues e al suono delle formazioni del periodo jazz – groovy fine anni ’50 della Blue Note Records. Ad accompagnare Gegè Telesforo (voce, percussioni), saranno Vittorio Solimene (tastiere), Giovanni Cutello (sax alto), Matteo Cutello (tromba), Christian Mascetta (chitarra) e Michele Santoleri (batteria).

Il viaggio di Jazz Around prosegue da giovedì 24 agosto, con la SeuinStreet Band, street marching band sarda diretta dal trombettista Adriano Sarais. Quattro giorni di appuntamenti in vari centri e spiagge del Sulcis dove, con musica travolgente e allegre parate, la SeuinStreet Band porterà la frizzante atmosfera del festival.

Si parte il 24 con un doppio appuntamento: nel pomeriggio, dalle 18.30, alla spiaggia Is Arenas Biancas di Teulada e poi in serata, dalle 22.00, in centro città, a CarboniaVenerdì 25, la musica si trasferisce a Nuxis, dalle 21.00 e sabato 26 mattina, dalle ore 11.00, alla prima spiaggia di Porto Pino. Ultima tappa domenica 27 agosto, a Masainas, dove è attesa, dalle 18.00, alla spiaggia di Is Solinas.

Domenica 27 agosto, l’ultimo concerto della rassegna “Jazz Around”, in un altro luogo storico del Sulcis nei pressi dell’area archeologica di Monte Sirai, dove Rob Mazurek alla cornetta ed elettronica, insieme al trombettista Gabriele Mitelli nel duo “Star splitter” guideranno il pubblico in una performance sul filo del rasoio tra elettronica e acustica, genuina e libera da schemi.

 

Terza e ultima serata di anteprime per Narcao Blues. Dopo Robben Ford e Bill Evans, il bluesman sardo Vittorio Pitzalis e gli africani Insingizi e Baba Sissoko, in cartellone nelle due serate precedenti, il trittico di appuntamenti che fa da preludio al festival si chiude questa sera Narcao con un altro doppio concerto (sold out).

A salire per prima sul palco di piazza Europa, alle 21.30, sarà la band del chitarrista e cantante Nick Becattini, tra i nomi di spicco della scena blues nostrana. Cresciuto attraverso una lunga militanza nel gruppo Model T. Boogie di Giancarlo Crea nella seconda metà degli anni Ottanta e un’importante residenza a Chicago, tra il 1990 e il ‘93, il bluesman di Pistoia, una volta rientrato in patria, ha avviato un cammino artistico testimoniato da otto album a suo nome; il più recente, “Lifetime Blues”, lo vede in compagnia degli stessi musicisti di scena domani sera (sabato 10) a Narcao: Keki Andrei all’Hammond e tastiere, Anacleto Orlandi al basso e Enrico Cecconi alla batteria.

A seguire, riflettori puntati (intorno alle 22.30) sui Morblus, la band capitanata da un altro chitarrista e cantante di primo piano nel panorama del blues “made in Italy”, il veronese Roberto Morbioli, artista capace negli anni di costruire una carriera fatta di progetti solisti, collaborazioni illustri con musicisti del calibro di Massimo Bubola, Fabio Treves, Rudy Rotta, John Mayall, Nathan East, tra gli altri, e tanti concerti tra Italia, Europa e Stati Uniti. La band di Roberto Morbioli, battezzata giusto trent’anni fa, nel 1991, giocando sulla combinazione tra il suo cognome e la parola “blues”, fonde sapientemente funky, blues, r&b e soul: accanto al leader, sul palco di Narcao, ci saranno Giulio Campagnolo alle tastiere, Stefano Dallaporta al basso e Sergio Ratti alla batteria.

Archiviate le tre serate di anteprime, il festival Narcao Blues vivrà la sua trentunesima edizione nella penultima settimana del mese (dal 21 al 25 luglio) con un cartellone che proporrà, come consuetudine, una rosa di artisti internazionali, nazionali e locali, tra i quali gli statunitensi Roosevelt Collier e Neal Black, la cantante irlandese Kaz Hawkins, la chitarrista anglo francese Laura Cox, il cantante burundese J.P. Bimeni, la Latvian Blues Band, i toscani Roberto Luti ed Elisabetta Maulo e i sardi King Howl e Don Leone.

Biglietti e abbonamenti. I biglietti interi per le serate di mercoledì 21, giovedì 22, venerdì 23 e sabato 24 luglio costano 12 euro, 10 i ridotti; il biglietto per la serata di domenica 25 luglio costa 5 euro; 30 euro è invece il costo dell’abbonamento per le cinque serate. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna e attraverso il portale www.narcaoblues.it.

Come già nella passata edizione, le serate avranno i posti limitati a quattrocento persone (duecento in più rispetto al 2020). L’apertura dei cancelli avverrà alle ore 20.00, e non sarà necessario munirsi di green pass per assistere agli spettacoli, ma verrà rilevata la temperatura all’ingresso a tutti gli spettatori.

 

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Dopo la grande serata inaugurale, impreziosita dai concerti di due band storiche del panorama blues nazionale, la Gnola Blues Band e la Treves Blues Band, questa sera il 30° Festival Narcao Blues propone altri due appuntamenti imperdibili per gli amanti della musica blues.

Alle 21.30 riabbraccerà virtualmente il pubblico di Narcao Blues il duo Don Leone, composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti dopo un’intensa attività su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza di Don Leone, vincitore dell’edizione 2017 dell’Italian Blues Challenge che l’ha portato a competere nella finale dell’European Blues Challenge 2018 ad Hell in Norvegia e alle semifinali mondiali dell’International Blues Challenge a Memphis.

Chiusura della seconda serata con l’heavy blues dei cagliaritani King Howl, formazione attiva dal 2009 e composta da Diego Pani (voce e armonica), Marco Antagonista (chitarra) e Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria). I suoni della prima metà del Novecento, di grandi del blues come Son House, Howlin’ Wolf e Robert Johnson, vengono filtrati assumendo nuove forme, incorporando gli stili dello stoner rock, della psichedelia, in un crossover elaborato in maniera spontanea.

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Ai nastri di partenza il 30° festival Narcao Blues, in programma da mercoledì 26 a sabato 29 agosto. Sul palco di piazza Europa, con la consueta formula che prevede due set per ciascuna serata, si alterneranno nomi di spicco della scena blues nazionale, come la Treves Blues Band e la Gnola Blues Band, ed una nutrita rappresentanza di quella locale sarda: Francesco Piu, Vittorio Pitzalis, Irene Loche, il duo Don Leone, i King Howl e il Bad Blues Quartet.

In questa particolare annata, segnata dall’emergenza sanitaria, il festival si riconosce sotto il titolo “Sardinia Plays The Blues”: un titolo che allude alla volontà degli organizzatori, l’associazione culturale Progetto Evoluzione, di trasformare un momento di difficoltà come questo nell’opportunità di far conoscere fuori dalla Sardegna lo straordinario talento degli artisti locali e le bellezze del territorio che fa da cornice a Narcao Blues attraverso la realizzazione e diffusione di un dvd promozionale.

La trentesima edizione del festival è organizzata dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del comune di Narcao. Un’edizione particolare ma che saprà comunque regalare bella musica e tante emozioni al pubblico di Narcao Blues, con la fiducia «di poter tornare presto alla normalità», come si legge nel sito del festival, insieme all’invito alla prossima edizione del festival rivolto a «tutti coloro che non potranno esserci quest’anno».

Nel rispetto delle misure precauzionali per contrastare e contenere il diffondersi del Covid-19, ogni serata non potrà ospitare più di duecento spettatori. Per l’ingresso ai concerti non sono previsti biglietti ma un unico abbonamento (al costo di 20 euro), che si può acquistare solo presso la sede dell’associazione Progetto Evoluzione, a Narcao (in via Carbonia, 11) dalle 10.00 alle 13.00 dal lunedì al sabato.

Il programma – Il compito di tenere a battesimo il trentesimo Narcao Blues, nella serata di mercoledì 26 agosto, spetta a due formazioni che salirono sul palco del festival proprio nella sua prima edizione. Apre, alle 21.30, la Gnola Blues Band capitanata da Maurizio Glielmo, artista dai lunghi e prestigiosi trascorsi nella scena del blues italiano. Per anni a fianco del grande Fabio Treves, il chitarrista e cantante lombardo ha calcato i palchi dei più importanti festival italiani e internazionali, dando così vita a questo progetto che nasce ufficialmente nel 1989 con l’obbiettivo iniziale di percorrere gli itinerari più classici del blues degli standard sino a fondere gli elementi della tradizione in interessanti composizioni originali. Ad affiancare Maurizio Glielmo sul palco di piazza Europa ci saranno Paolo Legramandi (basso e voce) e Cesarone Nolli (batteria e percussioni e voce).

Alle 23.00 un’altra vecchia conoscenza del festival ricamerà blues nella notte narcarese: in scena “il puma di Lambrate” Fabio Treves con la sua Treves Blues Band, con la quale ha festeggiato nel 2014 i suoi prolifici quarant’anni di carriera (ricevendo l’Ambrogino d’oro, importante riconoscimento conferito dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fondò la formazione con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie e i suoi impareggiabili interpreti. Unico artista italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, Fabio Treves – che vanta anche collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones – ha festeggiato lo scorso novembre le sue prime settanta primavere. A Narcao sarà accompagnato da Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni). “Down The Line” è l’ultimo lavoro del gruppo, uscito nel 2015 sotto l’etichetta Appaloosa/IRD e prodotto da Cesare Nolli e Paolo Legramandi.

Un altro piacevole ritorno in apertura della serata di giovedì 27alle 21.30 riabbraccerà virtualmente il pubblico di Narcao Blues il duo Don Leone, composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti dopo un’intensa attività su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza di Don Leone, vincitore dell’edizione 2017 dell’Italian Blues Challenge che l’ha portato a competere nella finale dell’European Blues Challenge 2018 ad Hell in Norvegia e alle semifinali mondiali dell’International Blues Challenge a Memphis.

Chiusura della seconda serata con l’heavy blues dei cagliaritani King Howl, formazione attiva dal 2009 e composta da Diego Pani (voce e armonica), Marco Antagonista (chitarra) e Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria). I suoni della prima metà del Novecento, di grandi del blues come Son House, Howlin’ Wolf e Robert Johnson, vengono filtrati assumendo nuove forme, incorporando gli stili dello stoner rock, della psichedelia, in un crossover elaborato in maniera spontanea.

Il ruvido e graffiante Bad Blues Quartet approda sul palco di piazza Europa venerdì 28 per presentare il suo secondo album, “Back On My Feet, prodotto dall’etichetta Talk About Records (2019) e patrocinato dall’associazione Blues Made in Italy. Composta da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Frank Stara (batteria) e Gabriele Loddo (basso) la band isolana, attiva dal 2014, ritorna a Narcao con nuova energia e consapevolezza, traducendo in musica gli ultimi due intensi anni, ricchi di importanti esperienze in alcuni tra i palcoscenici più rappresentativi in Italia.

A farla da padrona nel secondo set (ore 23.00) sarà la regina del blues isolano, Irene Loche, sul palco con un progetto in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Dal 2015, la cantautrice e chitarrista oristanese è ufficialmente artista Magnatone USA, unica italiana nel panorama mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne, Neil Young, tra gli altri. Dal 2018 è diventata, inoltre, artista della Asher Guitars & Lap Steels, insieme ad artisti come nomi del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, David Crosby, Marc Ford, Gregg Leisz, James Valentine, Zack Brown. Al fianco di Irene Loche, venerdì 28 a Narcao, ci saranno Andrea Sanna al Feder Rhodes ed Hammond, Gian Luca Canu al basso e Alessandro Cau alla batteria.

Sipario sul trentesimo Narcao Blues sabato 29 agosto: l’ultima serata, solitamente occasione per salutare in bellezza ogni edizione del festival, quest’anno non potrà ospitare la consueta festa, ma offrirà al pubblico la musica di due punte di diamante del blues in Sardegna. L’apertura, alle 21.00, è affidata a Vittorio Pitzalis, che grandi consensi ha raccolto con la sua prima pubblicazione, il disco “Jimi James, prodotto dall’etichetta MGJR Records nel 2017 (vincitore del premio Mario Cervo come migliore produzione discografica in Sardegna nel 2018). L’album, acclamato al Delta Blues di Rovigo nel giugno 2018, gli ha permesso di volare negli Stati Uniti, dove nel 2019 ha concorso alla trentacinquesima edizione dell’IBC International Blues Challenge. Nel corso della sua carriera, Vittorio Pitzalis si è esibito su alcuni tra i palcoscenici più importanti della scena nazionale. Nel 1994 ha guadagnato la prima posizione al concorso indetto dal Narcao Blues Festival e nel 1995 si è aggiudicato il primo gradino del podio nel contest organizzato dal festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz.

Chiusura in bellezza, alle 23.00, con Francesco Piu, bluesman che può essere definito uno dei figli del festival di Narcao: l’artista sassarese presenterà il suo nuovo album, “Crossing” (Appaloosa, 2019), in cui porta idealmente Robert Johnson e i suoi brani leggendari nel Mediterraneo, attraverso la sua voce e lo slide della sua chitarra elettrica, colorandoli con le percussioni africane e mediorientali, le corde arabe, greche, l’elettronica e i suoni ancestrali della Sardegna (launeddas e canto a tenore). Sul palco, insieme a Francesco Piu, ci saranno Francesco Ogana (bouzouki, oud, guitalele, chitarra elettrica), Gavino Riva (basso), DJ Cris (samples, scretches), Paolo Succu (batteria, darbuka, djembè) e Bruno Piccinnu (calebasse, djembè, bongos).

Grazie alla collaborazione con una squadra di professionisti audio/video, le sei formazioni sarde di scena al festival, tra le migliori espressioni del panorama blues isolano, si esibiranno e verranno videoregistrate nei giorni della manifestazione in altrettanti, suggestivi scenari per mostrare le unicità del territorio, spaziando dall’archeologia classica a quella industriale, dal mare alle zone interne, dall’enogastronomia agli usi e costumi tradizionali, esplorando e rivisitando le polverose strade del blues, declinate nelle ormai mitiche dodici battute. Un progetto che si muoverà dunque su un percorso musicale le cui coordinate si dirameranno da quello arcaico importato dall’Africa, a quello rurale nato nelle piantagioni di cotone, passando per quello acustico legato alla caduta dello schiavismo, fino a quello elettrico, definito Chicago Blues, senza trascurare quello delle contaminazioni presente oramai in tutti i generi musicali contemporanei.

Frutto concreto del progetto sarà la produzione di un DVD nel quale troveranno posto le sei formazioni isolane chiamate a esibirsi dal vivo nei luoghi del territorio sulcitano. Il prodotto finale permetterà il raggiungimento di un duplice obbiettivo: far conoscere a tutti i professionisti che si occupano di blues a livello internazionale le potenzialità musicali della nostra isola, e, allo stesso tempo, promuovere le bellezze naturalistiche del territorio.

Tutte le fasi legate alla realizzazione del DVD saranno a carico dell’associazione Progetto Evoluzione; una volta mixato e ottenuto il master, con la collaborazione dell’EBU (European Blues Union) e dell’IBU (Italian Blues Union), organizzazioni di cui Narcao Blues fa parte, il disco video digitale verrà stampato e consegnato a tutti gli iscritti delle due associazioni. Allegato al DVD un libretto cartaceo che conterrà la descrizione dei luoghi e le biografie delle band.

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Appuntamento a Cagliari con il Karel Music Expo, il festival delle culture resistenti ideato ed organizzato nel capoluogo sardo dalla cooperativa Vox Day, quest’anno alla sua edizione numero tredici: dopo la bella anteprima dell’altro sabato 9 novembre – al Fabrik con Perry Frank e con Stuart Braithwaite, leader e chitarrista dei Mogwai, la manifestazione vive il suo clou in tre lunghe serate, da questo giovedì (21 novembre) a sabato 23, all’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, dove fa base per la prima volta.

Tiene banco la musica, come sempre, spaziando tra i generi e gli stili con tredici diverse proposte della scena nazionale e internazionale: in arrivo dalla Penisola The Winstons, i Julie’s Haircut, La Luna e i C’mon Tigre, dall’Austria gli Alpine Dweller, da Malta The Ranch, dal Regno Unito la scozzese Emme Woods, l’inglese Joey Collins e il gallese Matthew Frederick, mentre a rappresentare il panorama sardo saranno La Città di Notte, il duo Nunc, La Pioggia ed il Luigi Frassetto Quartet.

Tanta musica, dunque, ma non solo, perché il Karel Music Expo è una vetrina multidisciplinare che promuove tutte le forme espressive estranee ai meccanismi della grande distribuzione; ecco, dunque, in cartellone, anche le installazioni dell’artista giapponese Makoto e del romano Daniele Spanò, le performance e le opere di Rugiada Cadoni, un incontro-dibattito di astronomia culturale con Agostino Piano, uno spettacolo formativo sulle dipendenze dalle nuove tecnologie, e una selezione di cortometraggi proposta in collaborazione con lo Skepto International Film Festival e la Fondazione Sardegna Film Commission; il tutto sotto un titolo caratterizzante, “Generazioni”, suggerito dall’imminente epilogo di questo decennio, come spiega il direttore artistico Davide Catinari: «Ogni decade giunge alla sua conclusione attraverso una rappresentazione che ne traccia la memoria, così che ogni epoca possa essere ricordata in accordo con tutto quello che ha prodotto e ogni generazione per ciò che ha espresso. (…) Ma la percezione dell’alternarsi di diverse generazioni, soprattutto durante il secolo appena trascorso, ha reso memorabili diversi passaggi di consegne, come quello tra le due guerre mondiali o la rivoluzione culturale, e giovanile, che dalla fine degli anni ’60 in poi ha contribuito a creare un immaginario immenso, denso di simboli, volti, oggetti, suoni, mode e modalità che hanno segnato gli ultimi cinquant’anni della storia di questo pianeta, trasformando per sempre l’idea stessa della nostra vita».

Si comincia, dunque, questo giovedì (21 novembre), con una scaletta fitta di appuntamenti, presentati – in questa come nelle successive serate – da Paola Masala. L’apertura, alle 19.00, è nel segno delle cinema con la visione di tre cortometraggi in linea col tema proposto dal Karel Music Expo, selezionati dalla commissione artistica dello Skepto International Film Festival, la rassegna cagliaritana giunta lo scorso aprile alla sua decima edizione: “Parru pi tia” (15′), diretto dal palermitano Giuseppe Carleo, “How I Didn’t Become A Piano Player” (18′), produzione inglese per la regia di Tommaso Pitta, e “Bitchboy” (15′), dello svedese Mans Berthas.

La musica sale alla ribalta alle 21.00, con il primo dei quattro set in programma nella serata inaugurale che si avvicenderanno sui palchi allestiti in due diversi spazi dell’EXMA: quello montato nella sala conferenze del centro culturale di via San Lucifero, e quello della Sala Showcase all’interno di una tensostruttura appositamente allestita nel cortile.

In apertura, riflettori puntati sul cantautore e producer inglese (di Nottingham) Joey Collins: la sua musica è introspettiva e emotiva, con influenze di artisti come Jeff Buckley, John Frusciante, Elliot Smith, Richard Ashcroft e Eddie Vedder.

Blues e cool jazz incontrano la canzone italiana nella proposta di La Città di Notte, band cagliaritana nata dall’incontro di quattro musicisti – Diego Pani (voce), Andrea Schirru (tastiere), Edoardo Meledina (contrabbasso) e Frank Stara (batteria) – provenienti da diverse band del panorama musicale sardo (King Howl, Dancefloor, Stompers, Stone Seeds), accomunati dalla passione per la musica afroamericana e lo swing italiano degli anni Cinquanta.

Gioca in casa anche La Pioggia, altra formazione isolana, germogliata nel 2016 da un’idea di Andrea Cannucci in collaborazione con Giuseppe Aledda. Dopo un periodo di scrittura orientata al cantautorato classico, il progetto ha dato forma a una produzione più libera ed eterogenea, consegnata alle tracce dell’album “Anime in piena”. L’anno scorso la formazione è diventata stabilmente un quartetto composto da Andrea Cannucci alla chitarra e alla voce, Mauro Bin Frau alla batteria, Francesco Perra alla chitarra e Giuseppe Aledda al basso.

Finale di serata in crescendo con i Julie’s Haircut, band emiliana in attività già dal 1994 e devota a suoni spaziosi e ipnotici. La sua musica si è evoluta nel tempo dal garage-rock degli esordi fino a territori più sperimentali, concentrandosi su improvvisazione e ricerca sonora, senza perdere contatto con il groove e la melodia che l’ha sempre caratterizzata. È del mese scorso il nuovo album, “In The Silence Electric”, per la prestigiosa etichetta inglese Rocket Recordings. Sul palco del Karel Music Expo, a partire dalle 23.00 circa, Nicola Caleffi (chitarre, tastiere, basso, voci), Luca Giovanardi (chitarre, tastiere, basso, voci), Andrea Rovacchi (tastiere, percussioni), Andrea Scarfone (chitarre, basso) e Ulisse Tramalloni (batteria, percussioni).

A precedere il set dei Julie’s Haircut, la prima della serie di perfomance che verranno proposte ogni sera da Rugiada Cadoni, presente al festival anche con un’installazione di sue opere. Visual artist, performer, fotografa, designer, Rugiada Cadoni è interessata al tema dell’identità, al modo in cui immagini di ogni tipo (TV, stampa, internet) condizionano la percezione. Per questo si appropria, devia, decostruisce queste immagini che, come erede della Pop Art, rielabora facendole uscire fuori dal contesto e giustapponendo elementi diversi: arte come provocazione di ambiguità e attenzione alle forme minimali e non spettacolari con atti spontanei derivanti da una costante riflessione concettuale.

Con la prima giornata del festival, si inaugurano anche le altre due proposte di ambito artistico che si potranno apprezzare ogni sera all’EXMA. La parete accanto alla tensostruttura sarà lo sfondo di “Fino a qui”, opera dell’artista, scenografo e regista Daniele Spanò, che trasforma la facciata dell’edificio in una superficie luminosa, dinamica e funzionale al racconto, attraverso l’uso della videoproiezione e del suono, in cui l’architettura acquisisce nuove funzionalità attraverso deformazioni e distorsioni visive e sonore dal sapore surreale.

All’interno di una delle torrette dell’EXMA trova invece spazio l’installazione “Codice G.N.R.” di Makoto, artista giapponese profondamente influenzato dalle rappresentazioni corporee del rinascimento italiano, che qui si fonde con il minimalismo del Sol Levante: per il Karel Music Expo, Makoto espone una delle sue “Nukegara” (“spoglie”) ottenute con tessuti induriti col gesso, proiettando un cortometraggio da lui realizzato sul tema di “Generazioni”.