16 April, 2024
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Inizierà il 23 giugno in Corte d’Assise, a Cagliari, il processo a carico di Giuseppe Lorenzo Demurtas, 63 anni, marito di Anna Maria Merola, l’infermiera 59enne morta per asfissia il 2 agosto 2017, a seguito dell’incendio sviluppatosi nell’abitazione di via Cristoforo Colombo, a Medadeddu, periferia di Carbonia. 

I giudici dovranno accertare se l’incendio sia stato provocato – come sostiene la difesa – da un cattivo funzionamento dell’impianto di climatizzazione – o dalla volontà di provocare la morte della donna, da parte del marito, per il quale il sostituto procuratore Paolo De Angelis ha chiesto il rinvio a giudizio, richiesta accolta dal GUP Lucia Perra.

Il figlio di Giuseppe Demurtas, Roberto, 30 anni, ha chiesto il rito abbreviato – che avrà inizio il 13 luglio – per l’accusa di maltrattamenti. 

Svolta nelle indagini sulla morte di Anna Maria Merola, l’infermiera 58enne che alle prime luci dell’alba del 2 agosto 2017 fu vittima di un’asfissia a causa del violento incendio che avvolse l’abitazione in cui viveva in via Cristoforo Colombo 31, nella frazione di Medadeddu, a Carbonia.

Il procuratore aggiunto Paolo De Angelis, al termine delle indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio di Giuseppe Lorenzo Demurtas, 63 anni, marito della vittima, imputato di omicidio volontario ai danni di Anna Maria Merola, per averne cagionato la morte appiccando un incendio al piano terra della comune abitazione nel corso della notte e così, a causa delle fiamme e dei fumi incandescenti sviluppatisi dall’incendio, causava la morte della moglie che, trovandosi nella camera da letto al 2° piano dell’abitazione ed avendo gravi problemi di deambulazione, non riusciva a fuggire e rimaneva uccisa per l’azione combinata del fuoco e del fumo che avevano invaso la casa e le scale interne; e di tentato omicidio dei figli Roberto e Pietro nonché delle rispettive fidanzate, temporaneamente ospitate in casa, che dormivano nelle camere situate al 1° piano, costringendoli a buttarsi dalle finestre per scampare all’incendio, nonché facendo correre al figlio Pietro pericolo di asfissia, scampato solo per l’arrivo dei vigili del fuoco. Giuseppe Lorenzo Demurtas è difeso dagli avvocati Lorenzo Perra e Agostinangelo Marras.

La richiesta di rinvio a giudizio andrà al vaglio della giudice delle udienze preliminari, dott.ssa Lucia Perra, nell’udienza fissata per il 12 gennaio 2022.

Il procuratore aggiunto Paolo De Angelis ha chiesto il rinvio a giudizio di Giuseppe Lorenzo Demurtas e del figlio Roberto, 29 anni, per maltrattamenti in famiglia ai danni di Anna Maria Merola, per avere in concorso tra loro maltrattato la vittima, con condotte abituali dirette a umiliarla, mortificarla, privarla di cure e attenzioni essenziali per la sua condizione di infermità che la rendevano pur temporaneamente inidonea alla deambulazione e alle quotidiane attività di cure verso la sua stessa persona, nonché  con condotte di ingiurie, prospettazione di perdita della capacità legale, sottrazione di risorse economiche e quindi sottoposizione ad un regime finanziario e patrimoniale di completa sottomissione al marito. Nella richiesta di rinvio a giudizio sono elencate dettagliatamente tutte le azioni messe in atto dal marito e dal figlio ai danni di Anna Maria Merola.

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Si chiude con l’archiviazione definitiva, richiesta dal Pubblico ministero Giangiacomo Pilia, il procedimento giudiziario nei confronti del direttore generale di Abbanoa, Sandro Murtas, degli ex amministratori unici, Carlo Marconi ed Alessandro Ramazzotti, e dell’ex credit manager Massimo Cossu, durato sei anni.

A darne notizia è la stessa Abbanoa con un comunicato diffuso questo pomeriggio.

Il PM aveva già richiesto l’archiviazione l’anno scorso: il Giudice per le indagini preliminari aveva disposto un supplemento d’indagine accogliendo la richiesta di opposizione da parte di due dipendenti che sostenevano di essere state soggetti a mobbing da parte dell’Azienda e, in particolare, dal direttore generale.

Nel provvedimento di archiviazione “Murtas”, si legge nell’atto firmato ieri dal Gip Lucia Perra, «agì spinto dall’interesse pubblico di risollevare la società Abbanoa spa dallo stato di crisi in cui si trova». Da qui la conclusione del procedimento con l’archiviazione: «Il modo di operare – prosegue il Giudice – non integra estremi di alcun reato».

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Veterani, profughi di guerra, testimoni di tanti orrori; personale chiamato ad operare in condizioni di emergenza, in caso di attentati o di calamità naturali, bambine e bambini sottoposti ad abusi sessuali dai familiari o da persone di fiducia; ragazze e ragazzi che sperimentano forme gravi e ripetute di violenza domestica.

A raccontare la “Dissociazione da stress post-traumatico” che colpisce tante persone diverse, con storie diverse interviene il prof. Roger Salomon. Si tratta di una forma estrema di difesa della psiche in cui la personalità si frammenta per “disconoscere” l’esperienza intollerabile, che rimane però viva a livello inconscio e può condurre a gravi forme di disagio psichico e sociale. Perché il soldato continua a combattere, il vigile del fuoco a spegnere gli incendi; la bambina sessualmente abusata o il ragazzo picchiato e umiliato vanno a scuola, giocano, crescono, all’apparenza sereni. Eppure nel profondo della loro psiche tutti restano feriti, incatenati al momento del trauma, che può essere riattivato da circostanze apparentemente casuali, producendo sofferenza personale, blocchi fisici ed emotivi o esplosioni di aggressività. E può persino trasformare le vittime di ieri nei carnefici di domani.

Martedì 18 giugno, alle 15,30, nell’Aula magna della Corte d’Appello di Cagliari si discute della “Violenza nelle relazioni familiari. Da questione privata a questione sociale. I profili clinici e giuridici del Disturbo post traumatico da stress”, tema del corso di formazione organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna e da Giulia Giornaliste Sardegna, insieme all’ Ordine degli psicologi della Sardegna e all’Ordine degli avvocati di Cagliari.

Roger Solomon, psicologo clinico, consulente del Senato Usa e della NASA, una grande esperienza nella terapia di superstiti di eventi traumatici, come il crollo delle Torri Gemelle del 2001, spiegherà che cos’è la dissociazione da stress post-traumatico, chi coinvolge, quali le terapie e quali i rischi di un mancato intervento terapeutico. Solomon è l’ideatore della tecnica EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) per la rielaborazione del trauma.

Il corso, coordinato da Alessandra Sallemi, giornalista della Nuova Sardegna, già rappresentante del Consiglio di Disciplina dell’OdG e di Giulia Giornaliste, sarà introdotto dalla procuratrice della Repubblica di Cagliari, Maria Alessandra Pelagatti, da Aldo Luchi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari, dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, Francesco Birocchi, dalla Coordinatrice di Giulia Giornaliste Sardegna, Susi Ronchi.

Angela Maria Quaquero, presidente dell’Ordine degli psicologi di Cagliari, parlerà di “Aspetti dissociativi nelle famiglie con pratiche violente. I limiti della legge che impone la denuncia entro sei mesi”.

Daniela Pinna, giornalista dell’Unione Sarda, già rappresentante del Consiglio territoriale di disciplina: Il Male che non si può guardare: la violenza in famiglia tra dovere di cronaca e rispetto delle persone.

Per la parte giuridica sono previsti tre interventi che indagano tre momenti dell’iter processuale: Profili penalistici del disturbo post traumatico da stress è il titolo della relazione di Gilberto Ganassi, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari; Valeria Aresti, avvocato, esperta di tutela delle donne e dei minori, si occuperà di La violenza invisibile nelle relazioni familiari tra pregiudizi e stereotipi giudiziari; Lucia Perra, giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, parlerà di La tutela della donna-vittima nel procedimento penale a partire dalla querela fino alla esecuzione della pena.

La partecipazione al corso di formazione darà diritto a 3 crediti formativi per gli iscritti ai diversi ordini professionali.

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Francesca Barracciu 2 copia

Rinviata a giudizio dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari Lucia Perra con l’accusa di peculato aggravato, Francesca Barracciu s’è dimessa questo pomeriggio dall’incarico di sottosegretario dei Beni culturali che ricopriva dal 28 febbraio 2014.

Francesca Barracciu, come è noto, è coinvolta nell’inchiesta sul presunto uso illecito dei fondi dei gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. «Ritengo doveroso dimettermi – ha detto l’ex europarlamentare, ex consigliere regionale ed ex sindaco di Sorgono – per avere tutta la libertà e l’autonomia necessarie in questa battaglia dalla quale sono certa uscirò a testa alta». 

Già coinvolta nell’inchiesta, aveva rinunciato alla candidatura alla carica di governatore della Regione Sardegna, dopo aver vinto le primarie del Partito Democratico, e successivamente Matteo Renzi le affidò il prestigioso incarico di sottosegretario dei Beni culturali, ricoperto fino ad oggi.

Il Pubblico ministero Marco Cocco contesta a Francesca Barracciu spese per 81mila euro, che l’interessata aveva giustificato come rimborsi spese chilometrici per i viaggi fatti in Sardegna per ragioni istituzionali con la sua auto.

Il processo a suo carico avrà inizio il 2 febbraio 2016.