20 May, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato nuove norme in materia di turismo.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la terza votazione per l’elezione del Garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Prima di avviare le procedure di voto, sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto, «tenuto conto delle precedenti votazioni e della delicatezza dell’incarico, di valutare l’opportunità di un rinvio per evitare nuovi scrutini infruttuosi non in grado di dare l’esito positivo auspicato».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha condiviso la proposta di Pittalis che, messa ai voti, è stata approvata. L’elezione del Garante è stata quindi rinviata.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere del Psd’Az Christian Solinas ha sollevato un problema legato ad una recente delibera della Giunta con cui, a suo avviso, sono state di fatto anticipate alcune parti della nuova rete ospedaliera attualmente in discussione presso la commissione Sanità. Si tratta, ha sostenuto Solinas, «non solo di uno sconfinamento evidente rispetto alle prerogative del Consiglio, ma anche di un provvedimento che crea problemi alla ridefinizione del sistema ed apre la strada a ricorsi amministrativi, che metterebbero a rischio la stessa riforma».

L’Aula ha quindi ripreso la discussione del Testo unico del Turismo con l’art. 20 (Locazione occasionale a fini turistici) della legge.

Intervenendo nella discussione generale, il consigliere del Pd ha sollevato una serie di perplessità sul contenuto dell’articolo formulando successivamente una proposta di rinvio accolta dal Consiglio.

A seguire, il Consiglio ha approvato gli articoli art 21, 22 e 23.

Sull’art 24 (Stabilimenti balneari) il relatore Luigi Lotto, illustrando il parere della commissione, ha chiesto al consigliere Marco Tedde (Forza Italia), primo firmatario degli emendamenti aggiuntivi nn. 3 e 2 sulla classificazione degli stabilimenti e sull’installazione del servizio di wi-fi, di ritirarli accogliendone in sostanza il contenuto, inserito successivamente in una delibera di Giunta da sottoporre al parere della commissione.

Il consigliere Tedde ha accettato la proposta ed il Consiglio ha votato per l’accoglimento dell’emendamento orale del relatore di maggioranza Lotto.

L’Aula ha approvato subito dopo il testo modificato dell’art. 24.

Subito dopo sono stati approvati gli articoli dal 25 al 39.

L’art. 40 (Rete dei borghi della Sardegna) è stato integrato a seguito dell’approvazione dell’emendamento n.20 (Moriconi-Gaia) che assegna alla Giunta il compito di definire i requisiti necessari per l’iscrizione dei Comuni alla rete, «in base ai beni storici ed urbanistici presenti sul territorio ed alle iniziative intraprese per l’incremento delle attività turistiche»

A seguire, il Consiglio ha approvato gli articoli dal n. 41 al n. 51.

Subito dopo il presidente ha avviato la discussione dell’art 11 (Incentivi alle imprese turistiche), che l’Assemblea aveva deciso di rinviare nella seduta precedente.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto la sospensione della seduta. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori l’Assemblea ha avviato la discussione degli emendamenti aggiuntivi 4 e 18, entrambi con parere negativo della commissione e della Giunta. Il primo (Peru e più) prevede che «le strutture turistiche che usufruiscono degli incentivi non possano svolgere servizio di accoglienza, pena la revoca degli stessi con obbligo di restituzione». Il secondo (Fasolino e più) assegna ai Comuni un contributo del 25%, a consuntivo, sulle spese sostenute per la promozione turistica».

Prima dell’esame delle due proposte il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che in conferenza dei capigruppo si è stabilito di riprendere il primo di agosto ma, nel frattempo, «abbiamo ricevuto la richiesta di incontrare una delegazione del movimento pastori per il giorno 2». Pittalis ha infine invitato la presidenza a sottoporre l’argomento alla conferenza dei capigruppo al termine della seduta.

Il presidente Ganau ha comunicato che, al termine dei lavori, il problema sarà esaminato dalla conferenza dei capigruppo.

Tornando al dibattito sull’art. 11 e sugli emendamenti aggiuntivi presentati il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, primo firmatario dell’emendamento n. 4, ha affermato che «l’articolo 11 è ottimo, va sostenuto e letto attentamente per le potenzialità che contiene, sia per la riqualificazione del sistema turistico regionale che per gli incentivi destinati alle strutture che vogliono ammodernarsi, dotarsi di nuove attrezzature e reti di trasporto, arredi, servizi, aree benessere». «La legge – ha aggiunto Peru – può rappresentare un fattore importante di crescita e sviluppo che premia aziende dinamiche e virtuose, e la tempo stesso la chiave per conseguire i veri obiettivi della legge a cominciare dalla destagionalizzazione, l’emendamento ha quindi queste finalità, distinguere il turismo dall’accoglienza che può essere sostenuta da altre tipologie di incentivi».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha apprezzato la distinzione spiegata da Peru, definendola «una proposta ragionata che fa chiarezza sulle strutture e mette al riparo la Regione da accuse ingiustificate sulla commistione fra strutture di accoglienza e ricettività turistica, premiando chi ha scommesso sul turismo rispetto a chi ha scelto di preferire la rendita sicura dell’ospitalità».

Chiusa la discussione generale, il Consiglio ha approvato l’art. 11.

Subito dopo il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha chiesto il voto segreto sull’emendamento n. 4.

Il Consiglio ha approvato l’emendamento con 27 voti favorevoli e 22 contrari.

Al termine dello scrutinio, il capogruppo del Pd Pietro Cocco, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha dichiarato di dissociarsi totalmente dall’esito del voto perché, ha sottolineato, «non esiste che si riducano le libertà e i diritti dei cittadini del mondo, alla prima occasione questa norma si dovrà correggere perché così è inaccettabile».

Successivamente, l’Aula ha inziato l’esame dell’emendamento n. 18.

Il primo firmatario Giuseppe Fasolino, di Forza Italia, ha sollecitato l’allargamento dello spazio che la legge assegna alle amministrazioni comunali, perché «la Regione può e deve dare ai Comuni la possibilità ai Comuni di investire sugli eventi con parte delle risorse del proprio bilancio, riconoscendo una quota di questo investimento da parte della Giunta». Non vorrei distrazioni causate dal voto precedente, ha aggiunto, «ma questa proposta è importante non solo e non tanto per le risorse ma anche perché introduce un modo di operare corretto per tutti valutando le spese dell’anno precedente a consuntivo: è una proposta fondata sulla meritocrazia.»

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, nel sostenere le argomentazioni del collega Fasolino, si è rivolto al capogruppo del Pd Pietro Cocco al quale ha ricordato che «bisogna avere rispetto delle decisioni dell’Aula anche quando non si condividono; non capisco poi le ragioni dello scandalo perché stiamo parlando di una legge per il turismo, cosa diversa dall’accoglienza che ha una sua importanza ma è cosa diversa e va sostenute con altre leggi». «Confondere le due cose – ha continuato Pittalis – significa strumentalizzate l’emendamento che invece va rispettato ed apprezzato, senza vanificare grande lavoro del Consiglio, di maggioranza e Giunta a sostegno di una industria fra le più importanti della nostra economia».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha affermato che «l’emendamento 4 non ammette interpretazioni, perché a fronte della scarsa durata della stagione e della modesta competitività delle nostre strutture ricettive, molti hanno riconvertito le loro attività con una scelta rispettabile, ma diversa sul piano economico ed industriale, che non limita i diritti di nessuno».

Il consigliere di art. 1 – Mdp Luca Pizzuto, con grande amarezza, ha definito il voto «immorale». «Io voglio restare umano – ha continuato – e non voterò una legge che applica un principio razzista, nessuno obbliga operatori ad accogliere persone, è un voto degno del terzo reich, non voterò la legge e abbandono l’Aula».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha dichiarato che «si sta uscendo fuori strada, non si può offendere il Consiglio in questo modo dopo aver espresso un voto libero». «Non è questa la sede per una polemica di basso livello – ha aggiunto Tedde – perché è stato solo detto solo che non ci deve essere commissione fra leggi e politiche diverse, il problema vero è che non si accetta il confronto e si viene tacciati di immoralità per avere espresso idee diverse».

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha ricordato che «è già capitato in passato che Consiglio tornasse sui suoi passi e dovrà farlo anche stavolta; presenterò una proposta di legge per l’abrogazione di questo articolo».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha espresso dispiacere per dover intervenire in questa circostanza perché, ha chiarito, «rispetto le idee di tutti ma quando si arriva a paragonare il Consiglio al terzo reich mi offendo, mi scandalizzo e mi sento in dovere io di stare fuori da quest’Aula, questa è una istituzione dove non è consentito di disprezzare gli altri, nessuno ha disprezzato nessuno, nessuno offenda quest’Aula e, presidente, mi sarei aspettato un gesto da lei».

La consigliera del gruppo Misto Annamaria Busia ha definito la questione «non di poco conto, ci troviamo contrapposti gli uni agli altri su una norma che a mio avviso presenta forti dubbi di costituzionalità per una limitazione che esclude chi si occupa di accoglienza». «Peraltro – ha osservato – i rimedi ci sono e non va dimenticato che la legge ha elementi positivi, non parlo di moralità ma si può sempre porre rimedio sempre che la questione non venga sottoposta ad una valutazione di costituzionalità per aspetti di tutta evidenza, auspico infine un abbassamento dei toni su una questione che comunque, per fortuna, fa emergere posizioni radicalmente diverse nella chiarezza».

Paolo Truzzu, consigliere del Misto-Fdi, ha esordito chiarendo di non voler scomodare «morale, etica e costituzionalità, basta ricorrere al semplice buon senso per accorgersi che stiamo discutendo una legge sul turismo che ha lo scopo di orientare lo sviluppo economico della nostra Regione». «Nel merito – ha continuato – l’emendamento fa una scelta discrezionale dicendo che chi fa turismo fa turismo e basso, come chi fa industria non fa artigianato, gli imprenditori sono liberi di scegliere, insomma siamo di fronte a scelte legittime che non comportano senza nessuna repressione; stiamo superando i limiti, in un modo emblematico che rappresenta purtroppo quello del Paese».

Il capogruppo di art.1-Sdp Daniele Cocco ha spostato la discussione su un altro terreno, sostenendo che «si può discutere di tutto ma senza voto segreto, noi non accettiamo questo per la nostra storia e per quello che rappresentiamo, per cui ribadiamo l’impegno per una legge abrogativa di questo emendamento inaccettabile». Troppe volte, ha concluso, «il voto segreto viene utilizzato per leggi incostituzionali, a questo punto sarebbe auspicabile un impegno comune della maggioranza per rendere inefficace questo emendamento».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha preso le distanza dalla «brutta pagina» del Consiglio, «non tanto per il merito e l’oggetto dell’emendamento che comunque è distonico quanto perché sarebbe stato molto meglio un confronto a viso aperto, guardandoci negli occhi, per interrogarci se siamo o non siamo per l’accoglienza, se siamo o non siamo d’accordo per evitare le stragi nel Mediterraneo». Che ci sia bisogno di uno scrutinio segreto, secondo Congiu, «è la vera ignominia e bassezza, perché è un voto che nasconde altri malesseri ed altri problemi di tenuta della maggioranza, noi comunque firmeremo per l’abrogazione».

Il capogruppo del Pd Angelo Carta si è dichiarato d’accordo sull’emendamento n.18 che assegna contributi ai Comuni di 18, mentre «sul n. 4 credo e confido in Macron perché la Francia ci avrà risolto i problemi alla radice molto prima dell’entrata in vigore». «Oggi – ha detto – discutiamo di qualcosa che non avrà nessuna efficacia, il razzismo non si misura con un voto segreto ma con la vita e gli atti di ciascuno, in ogni caso nessuno può lanciare una accusa del genere per una legge che parla di turismo e, sotto questo profilo, la maggioranza ha dato abbondanti dimostrazioni di come si fa razzismo con leggi su enti locali e sanità». Il voto di oggi non è un vulnus nei confronti di nessuno, ha concluso, «e se poi arriva una nuova proposta di legge ne parleremo serenamente».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha rivendicato il suo diritto «a non essere tacciato di razzismo e chiedo alla presidenza di tutelarmi, poi ricordo che quando una legge non riceve il voto per il passaggio agli articoli se ne rimanda la discussione, quindi continuiamo perché abbiamo molte cose importanti da fare».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, polemicamente, ha affermato di condividere l’emendamento 18, criticandone però la copertura finanziaria che sottrae risorse preziose alla sanità. Sul piano politico Deriu ha sostenuto che «questa bella legge sul turismo che cerca di portarci nella contemporaneità è stata oltraggiata, da un voto che dimostra la volontà della destra di cavalcare questo tipo di argomenti evocando l’arrivo dell’uomo forte», (interruzioni in Aula).

Dopo l’intervento dell’on. Deriu, ha preso la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha detto: «Provo con evidente difficoltà a fare un passo avanti sul testo di legge e sull’emendamento 18. Se questa norma dovesse passare daremmo ossigeno a chi cerca di offrire qualità e servizi nei territori». Per l’on. Roberto Desini (Pds) «ognuno ha la propria coscienza e risponde di sé. Io non condivido lo spirito dei proponenti dell’emendamento 18 di Forza Italia ed è impostato in modo da tale da creare disparità tra i comuni costieri e quelli dell’interno. Per questo io voterò contro».

Sulla norma si è espresso anche l’on. Giorgio Oppi (Udc), che ha detto: «Voterò a favore ma sia chiaro che gli unici immorali sono gli otto, nove franchi tiratori della maggioranza che hanno votato a favore. Del resto anche ieri sera a voto palese si è manifestato il dissenso interno alla maggioranza».

L’emendamento 18 è stato respinto.

L’Aula è poi passato all’esame dell’articolo 15 (Definizione delle strutture ricettive all’aria aperta) e dei relativi emendamenti, riunificati nell’emendamento di sintesi 24 e nell’emendamento 19, come annunciato dal presidente Luigi Lotto.

L’emendamento 24 è stato approvato e anche il 19, che ha provocato la decadenza di alcuni emendamenti sostitutivi.

Sull’articolo 20 l’on. Luigi Ruggeri (Pd) ha chiesto il voto contrario all’articolo: «E’ una norma a rischio di impugnativa perché tra l’altro obbliga qualsiasi proprietario di due case che affitti  stagionalmente a costituire un’impresa. Credo che stiamo esondando dalla competenza legislativa del Consiglio regionale». 

Per l’on. Francesco Agus (Cps) «è giusto dare questo segnale scindendo tra chi ha una seconda casa e l’affitta nei mesi estivi e chi invece specula acquistando intere palazzine in frode a ogni norma. Per questo è giusto introdurre i correttivi e un tetto che separi chi affitta una casa da chi fa concorrenza sleale».

L’articolo 20 (Locazione occasionale a fini turistici)  è stato respinto a larghissima maggioranza.

Il presidente Ganau ha messo in votazione il testo definitivo della legge e sono iniziati gli interventi finali. Per l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) «non è chiaro come facciamo a normare i marina resort ma lascio tutto questo alla competenza dell’assessore, così come il tema del boat and breakfast. Intravedo rischi anche sull’articolo 15».

Il testo definitivo della legge è stato approvato con 42 votanti e 42 favorevoli.

Sulla proposta di legge 433 sulla raccolta funghi, il presentatore, on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha detto: «Ci sono alcuni emendamenti, che sono migliorativi del testo in discussione. Pertanto, con un po’ di attenzione, possiamo approvare la norma».

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «al di là dell’intesa tra i capigruppo c’è una proposta di legge della commissione Ambiente esitata sentendo tutte le associazioni micologiche e le università. Per questo chiedo che la proposta 433 sia rinviata alla commissione.»

Il capogruppo di Forza Italia, on, Pietro Pittalis, ha definito la richiesta «schizofrenica: eravamo tutti d’accordo e si decide di ritornare in commissione per il man di pancia di qualcuno. Ne va della credibilità della conferenza dei capigruppo, che non hanno davvero più senso a questo punto. E noi se le cose stanno così non parteciperemo più. La maggioranza deve chiarirsi».

Per l’on. Michele Cossa (Riformatori) «il meglio è nemico del bene. Invito i colleghi ad approvare la legge sui funghi ipogei anche per non rendere la conferenza dei capigruppo una cosa ridicola».

Dopo l’intervento contrario dell’on. Gianluigi Rubiu (Udc) e Angelo Carta (Psd’az) e dell’on. Gianfranco Congiu (Pds) ed Antonio Solinas (Pd) sulla richiesta di rinvio l’Aula si è pronunciata a favore del rinvio in commissione.

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Ieri pomeriggio il Consiglio regionale si è espresso per la designazione del Garante dei diritti dell’infanzia e della adolescenza ma il quorum necessario non è stato raggiunto e sarà necessaria un’altra votazione.

Ha preso poi la parola l’on. Franco Sabatini, presidente della commissione Bilancio, per illustrare il disegno di legge 439/A sui debiti fuori bilancio. L’Aula ha votato gli articoli con gli emendamenti e gli allegati.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha annunciato il voto contrario al provvedimento e agli emendamenti della Giunta e della maggioranza: «E’ impressionante la quantità di debito fuori bilancio riferita al contenzioso della Regione. Nonostante abbiate un bell’ufficio legale, state chiedendo al Consiglio di autorizzare il pagamento di parcelle anche di più di 200 mila euro a un singolo avvocato».

Per l’on. Alessandra Zedda (FI) «in alcuni debiti fuori bilancio non c’è la responsabilità dell’assessore Paci ma quella di altri assessori, come quello dei trasporti».

Poi è stata la volta del provvedimento finale, approvato con 29 voti favorevoli e 22 contrari.

Il Consiglio regionale è passato poi all’esame del Testo unificato “Norme in materia di turismo”, illustrato dal relatore di maggioranza Luigi Lotto (Pd), che ha detto: «Abbiamo iniziato a lavorare su questo testo il 25 maggio 2016 sentendo in commissione Quinta più di 34 interlocutori qualificati. Mi sento per questo di ringraziare tutti i firmatari dei progetti di legge poi riunificati e tutti i commissari della commissione Quinta, l’assessore e il suo staff: tutti hanno contribuito a questo risultato a fronte di una materia complessa, con interessi in gioco molteplici e non coincidenti. Insomma, è stato necessario un grande lavoro di sintesi. Mancano nel testo le sole professioni turistiche, perché da più parti ci è stato fatto notare che la competenza principale è del governo nazionale. L’articolato si compone di cinque capi e 50 articoli e tocca anche il tema del turismo dei camperisti, la vigilanza e il controllo oltre alla governance del sistema».

Per la minoranza l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha esposto la sua relazione ringraziando «tutti coloro che hanno dato un contributo, a qualunque titolo. E’ un testo con aspetti indubbiamente positivi, perché ci consente di dibattere in quest’Aula dell’economia turistica, sempre più legata a tutti gli altri settori dell’economia sarda. Purtroppo, però, altri aspetti non sono positivi perché alcuni soggetti offerti dai soggetti auditi in commissione avrebbero meritato di confluire nel testo che andiamo a votare. Mi riferisco per esempio alla incombente sharing economy».

Positivo, invece, il richiamo in legge alla figura della DMO (destination management organization): «Non è importante che lo diciamo in italiano o in inglese o in lingua sarda. Anche il portale del Consiglio regionale è in italiano, se è per questo, mentre in Corsica le istituzioni sono perfettamente bilingui».

Ha preso poi la parola l’on. Annamaria Busia, che ha detto: «In Italia il turismo vale più del 10 per cento del Pil ed è chiaro che anche un adeguamento normativo può aumentare gli introiti derivanti da questo comparto. Sono convinta che la nuova assessora Argiolas, dotata di competenza tecnica, sarà all’altezza del lavoro pregevole svolto finora dall’assessore Morandi. C’è però ancora molto da fare: Cagliari, ad esempio, non è ancora tra le prime dieci città-scalo per i crocieristi. E ancora, il Veneto da solo supera per presenze turistiche tutte le regioni meridionali messe insieme».

Ha preso poi la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI), che ha detto: «Non è stato facile fare sintesi di 14 proposte di legge e da troppo tempo mancava una legge adeguata, visto che il provvedimento in vigore è del 1984. Ossia trent’anni fa. Non possiamo però esimerci dal fare considerazioni e dare numeri: il 74 per cento dei turisti stranieri viene per il mare e il sole mentre solo l’8 per cento è interessato al turismo culturale e archeologico. E in una legge che deve disegnare il nuovo turismo non ci si può dimenticare il ruolo dei Comuni e incentivarli a investire sul turismo e sugli eventi importanti, come lo è stato per la Sardegna il giro d’Italia. Basta passeggiare in questi giorni per le vie di Cagliari per capire cos’è il turismo delle crociere: ora possiamo migliorare ancora una legge che è già però buona». 

Successivamente ha preso la parola il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde che, riprendendo il tema del lavoro della commissione, ha parlato di «lavoro significativo» ma, ha avvertito, «non del tutto positivo» rispetto ad una Regione come la Sardegna che ha «una immensa vocazione turistica, in cui il turismo si sposa in maniera egregia con l’agricoltura, con l’agroalimentare, con l’artigianato». Eppure, ha ricordato, «parlare di turismo in Sardegna è difficile, perché l’isola non ha gli strumenti e i mezzi per portare i turisti; noi stiamo vivendo una stagione sotto il profilo trasportistico molto, molto delicata, con la Giunta che ha rinunciato al decreto sulla continuità territoriale sulle rotte minori nell’ottobre 2014 con gravi conseguenze soprattutto per l’aeroporto di Alghero che ha perso nel 2016 340 mila passeggeri, dati che hanno affossato l’intero territorio. Ora abbiamo fatto una importante apertura di credito al nuovo assessore, ha continuato, finalizzata a velocizzare le dinamiche per arrivare a spendere i primi 4,8 milioni di euro di euro di quest’anno, sperando che però queste risorse vengano spese in modo proficuo ma in modo perequante i danni che sono stati fatti al Territorio del Nord-Ovest».

Ci poniamo però un quesito: «Come si può parlare in modo proficuo di turismo senza una legge sul governo del territorio ed una legge urbanistica capace di marciare in modo parallelo, che però non c’è per le continue liti interne al Pd».

«Ricordiamo in proposito – ha osservato Tedde – che buona parte delle strutture ricettive di questa Regione sono costruite e realizzate nei 300 metri dal mare e sono tutte molto vetuste e superate, strutture fuori dal mercato che hanno necessità di interventi forti, radicali e coraggiosi, per cui non possiamo continuare a temere questo tabù dei 300 metri; quello che a noi interessa non è la distanza ma è la qualità».

«Sicuramente la legge urbanistica – ha concluso – avrà un percorso tormentato mentre ne avrebbe meritato uno preferenziale: è questo il vero rischio perché, se non ci sbrighiamo, tutto sarà stato inutile.»

Dopo Tedde è stata la volta di un altro consigliere di Forza Italia, Antonello Peru. Peru ha affermato in apertura che «il turismo è un fenomeno economico complesso, risultato di singoli settori, tutti fondamentali, che interagiscono in varia forme tra loro, e proprio per questo ha una forte valenza sociale». «Perciò è inutile – ha detto ancora – affrontarlo per sezioni, importando questo o quel modello; il turismo anzi ha necessità di integrazioni, di politiche per il turismo, costruendo dalle fondamenta, cioè dalle motivazioni». La Sardegna, a suo avviso, «ha come motivazione principale il mare; il turista sceglie, a parte il mare in Sardegna, altre mete e quando sceglie altre mete noi dovremmo capire la motivazione e per questo costruire attorno ad esse». Quindi, ad esempio, «se la motivazione è il golf, il turista è spinto dove esistono impianti golfistici; se la motivazione è il buon cibo, l’enogastronomia, la Sardegna deve fare azioni concrete politiche agricole, la stessa vale per il turismo termale, che da noi non è però infrastrutturato». «Se poi l’obiettivo è destagionalizzare per puntare a far conoscere la nostra storia e la nostra identità – ha concluso – è indispensabile, anche in questo caso, programmare azioni e incentivi adeguati, cominciando dai centri storici, dalla mobilità interna, dalla riclassificazione delle strutture ricettive; questa legge può essere una buona partenza, a condizione che tutti crediamo veramente nel rilancio del turismo con una chiara visione d’insieme».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Edoardo Tocco ha messo l’accento sulla differenza fra le dichiarazioni di principio e le azioni concrete. Poi ha evidenziato una lacuna della legge nella scarsa considerazione del ruolo degli Enti locali che, invece, hanno saputo essere «protagonisti attivi del turismo in Sardegna, raggiungendo grandi risultati; molti Comuni, molti sindaci, molte amministrazioni locali stanno lavorando molto bene e io credo che sia il caso di dare ai Comuni più forza, più identità, più possibilità, più incentivi».

Altra lacuna, secondo Tocco, è quella del turismo religioso. Proprio oggi, ha ricordato, «ho letto un articolo sul giornale riguardo al cammino di Santa Barbara, è un tipo di turismo che in Sardegna potrebbe avere sicuramente dei risultati».

Infine Tocco ha individuato possibili sovrapposizioni fra diversi organismi della legge, la cosiddetta “Sardegna destination management” e l’Osservatorio regionale del turismo, «io credo che l’Assessorato stia prendendo troppo rispetto a quello che dovrebbe dare, come dicevo prima, ai Comuni della Sardegna».

A nome dell’Udc, il capogruppo Gianluigi Luigi Rubiu, ha sottolineato positivamente lo spirito unitario che ha animato il lavoro della commissione nella stesura di una legge di grande interesse per la Sardegna, attesa da circa trent’anni per un settore così importante come quello turistico.

Tuttavia, ha proseguito, «non è certamente una legge perfetta, a cominciare dalla parte che riguarda i bed and breakfast, perchè ognuno di noi ha una sola residenza e l’idea che oggi la Sardegna sia invece invasa da abusivi che non hanno la residenza nel proprio B&B è inaccettabile, soprattutto, per quegli operatori che sono invece regolari, pagano le tasse e devono combattere quotidianamente anche con la burocrazia». L’abusivismo in questa legge non viene menzionato, ha lamentato Rubiu, «e certamente dobbiamo fare di più anche maggiore sulle seconde case: il turismo sardo non può basarsi sulle seconde case, ma su logiche nuove come le domus, fatte dai B&B regolari, fatte dagli alberghi e fatte dalle tante altre attività che sono previste in legge». In alcune parti, ha aggiunto, «è un testo molto macchinoso ed eccessivamente burocratico, mi riferisco alla Conferenza permanente del turismo ed all’Osservatorio regionale del turismo che potrebbero essere dei doppioni, così cone vanno riviste le percentuali di ricettività indicate per villaggi e campeggi». Una cosa è certa, ha concluso Rubiu, «il turismo della Sardegna potrà crescere e svilupparsi solo se saprà fare sistema con altri settori a cominciare dai trasporti».

Chiusa la discussione generale, ha preso la parola a nome della Giunta l’assessora Barbara Argiolas. Dopo aver ringraziato la commissione ed il presidente Lotto per il lavoro svolto, Argiolas ha messo l’accento sull’approccio innovativo della legge in materia di semplificazione, «per dare snellezza e velocità al turismo sardo, che ha molto bisogno di dare risposte in tempi adeguati». Altro aspetto che per l’assessora è particolarmente qualificante è quello della governance, «che mette in condizioni di fare bene le varie componenti del sistema in un quadro di principi di una Sardegna che ci piace, autenticamente turistica». E, infine, ha concluso auspicando un lavoro del Consiglio che possa migliorare ulteriormente il testo, «è una novità interessante anche quella di avere un impianto normativo non congelato, che ha la la possibilità di essere continuamente aggiornato».

Dopo l’intervento dell’assessore Argiolas, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli, che il Consiglio ha approvato per alzata di mano.

Sull’emendamento aggiuntivo 15 , che al comma 3 prevede la partecipazione alla conferenza permanente del turismo «in particolare dell’assessorato all’urbanistica e quello dei trasporti» il presidente della Quinta commissione Luigi Lotto  ha risposto al consigliere Fasolino dicendo che  non c’era  nessuna volontà di escludere nessun assessorato.

Marco Tedde (FI) ha ribadito che il turismo deve  necessariamente integrarsi con i trasporti e con l’urbanistica e non solo. Pertanto gli esponenti della giunta devono partecipare alla conferenza permanente del turismo.

Sempre sull’emendamento 15 Lotto ha presentato un emendamento orale che prevede dopo la parola “trasporti”, l’aggiunta delle parole agricoltura, cultura e ambiente. L’emendamento orale è stato accolto e l’emendamento aggiuntivo così emendato è stato approvato. 

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto una breve sospensione. 

Alla ripresa dei lavori l’articolo 5 (Piano strategico regionale del turismo) è stato approvato. Senza discussione c’è stato il via libera anche agli articoli 6 (Promozione turistica regionale) e 7 il cui titolo è stato emendato con l’approvazione dell’emendamento 22 (il titolo dell’articolo 7 è sostituito con “Destinazione Sardegna”. Su questo emendamento è intervenuto il consigliere  Crisponi che rivolgendosi al presidente Pigliaru ha detto che il portale della Regione appena  inaugurato è un bel portale ma ha invitato ad inserire la lingua sarda.

Approvati anche gli articoli 8 (Osservatorio regionale del turismo) e 9 (sistemi informativi per il comparto turistico regionale), mentre l’emendamento 13 è stato ritirato. 

Dopo l’approvazione dell’articolo 10 (attività di informazione e accoglienza turistica) il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto che gli articoli 11 e il 15 siano rinviati a domani. 

La consigliera Busia (Campo progressista) ha presentato un  emendamento orale alla lettera E dell’articolo 12 (Direttive di attuazione). La modifica prevede  di aggiungere le parole “DEI DOVERI” alla carta dei diritti del turista. Attilio Dedoni si è opposto all’emendamento orale. Di diritti e di doveri  – ha detto – ne parliamo in un’altra circostanza. Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha presentato un altro emendamento orale per aggiungere all’articolo 12 primo comma la lettera F “campagne di sensibilizzazione sulla delicatezza del sistema ambientale sardo”. Sull’argomento sono intervenuti  anche più volte i consiglieri Annamaria Busia, Luigi Crisponi, Luigi Lotto, Pierfranco Zanchetta, Attilio Dedoni, Antonio Solinas, Piermario Manca. Dopo ampia discussione nessuno dei due emendamenti è stato accolto e l’articolo 12 è stato approvato nella sua versione originale.

Sull’articolo 13 (Denominazione delle strutture ricettive) è intervenuto il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, che ha ribadito «l’esigenza di garantire la generalità della norma» mentre il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha espresso considerazioni sull’andamento dei lavori: «Bene la gestione assembleare e cordiale del dibattito ma un po’ di ruolo serve mantenerlo. Non attardiamoci, dunque, su questione di lana caprina». Piermario Manca (Pds) ha escluso «questioni di lana caprina» ed ha parlato di «normali aperture, discussioni e confronti proprie di un dibattito in Aula». Posto in votazione l’articolo 13 è stato approvato.

Annunciata la discussione sull’articolo 14 (Definizione delle strutture ricettive alberghiere) il relatore Lotto, su invito del presidente Ganau, ha espresso parere favorevole all’emendamento 5 (Peru e più) che aumenta fino a 300 metri la distanza degli stabili separati dall’edificio dei servizi principali dell’albergo diffuso. Parere contrario, invece, all’emendamento n. 11 (Crisponi e più). L’assessora Argiolas ha dichiarato parere conforme a quello della commissione ed il consigliare Crisponi è intervenuto a sostegno dell’emendamento da lui presentato e tendente a limitare l’albergo diffuso solo nei centri storici dei Comuni con popolazione uguale o inferiore ai diecimila abitanti.

Il relatore della maggioranza Luigi Lotto (Pd), ha ribadito le ragioni della contrarietà alla proposta, contrastato vigorosamente dal capogruppo dei Riformatori Dedoni che ha reclamato più attenzioni per i piccoli centri e per le zone interne.

Il consigliere della maggioranza, Luigi Lotto, in sede di dichiarazione di voto ha quindi affermato che se approvato, l’emendamento Crisponi, metterebbe fuori legge l’albergo diffuso già realizzato nei Comuni con più di diecimila abitanti. Il capogruppo Upc, Antonio Gaia, si èd etto contrario all’emendamento 11 denunciando possibili discriminazioni verso «i cittadini dei centri storici delle città che meritano anche essi di avere la possibilità di recuperare in chiave turistica il patrimonio edilizio». Analoga posizione è stata espressa dal consigliere Deriu (Pd): «Non bisogna escludere imprenditori e cittadini che vogliono realizzare l’albergo diffuso». Dedoni (Riformatori) ha accusato la maggioranza di «voler deviare possibilità di sviluppo destinate ai territori più bisognosi verso le grandi città» e il suo collega di gruppo e di partito, Luigi Crisponi, ha insistito lamentando il rischio che un’eventuale bando a sostegno dell’albergo svantaggi i piccoli centri rispetto alle grandi città ed ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 11. Antonio Gaia (Upc) ha escluso volontà “sperequative” e ha ribadito l’impegno «per uno sviluppo armonico» mentre Antonio Solinas (Pd) ha evidenziato l’inopportunità di una norma che mette «fuori legge gli alberghi diffusi già realizzati nei centri urbani con più di diecimila abitanti». L’assessore del Turismo ha quindi fornito rassicurazioni sulla opportunità di adottare criteri di salvaguardia in sede di bando a favore dei piccoli centri e si è dunque proceduto all’approvazione dell’emendamento n. 5. L’Aula ha dato il via libera all’articolo 14.

Sospesa la discussione sull’articolo 15 (Definizione delle strutture ricettive all’aria aperta) il Consiglio ha proceduto con l’articolo 16 (Definizione delle strutture ricettive extralberghiere) e il relatore Lotto (Pd) ha espresso parere contrario all’emendamento n. 12 (Crisponi e più) tendente ad escludere limitazioni temporali nell’erogazione dei servizi per le attività dei B&B insediate in località in cui non è presente alcun genere di struttura ricettiva.

«Il B&B – ha affermato Luigi Crisponi nel corso del suo intervento – è un punto di riferimento utile e necessario, nonché un sistema diffuso di accoglienza suppletivo di altro genere di strutture». «Vogliamo consentire ai B&B dislocati nei centri dove non c’è un altro tipo di struttura di restare aperta tutto l’anno, invece che limitarne l’attività per un massimo di 240 giorni l’anno».

L’Aula ha quindi approvato l’articolo 16 e respinto la proposta del consigliere Crisponi.  Approvati in sequenza, con distinte votazioni l’articolo 17 (Classificazione e denominazione) e l’articolo 18 (Procedimento di classificazione).

Sull’articolo 19 (Obblighi delle strutture organizzate) il relatore Lotto (Pd) e la Giunta hanno dichiarato parare favorevole all’emendamento n. 7 (Crisponi e più) tendente all’istituzione del registro regionale delle strutture ricettive extra-alberghiere.

La consigliera del gruppo Misto, Annamaria Busia ha proposto un emendamento orale per inserire al comma 1 lettera a) dell’articolo 19, dopo le parole “ricettive” la dicitura «all’interno delle pagine interne del sito internet e nei siti di prenotazione turistica». Il consigliere Crisponi si è detto favorevole all’emendamento orale ed ha ribadito favore per l’emendamento da lui presentato. Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha espresso dubbi sull’opportunità di ribadire nell’ultimo periodo della lettera d) l’obbligo ad effettuare le comunicazioni di pubblica sicurezza («lo prevedono le leggi dello Stato non capisco l’utilità di inserirlo nella norma»)

Il relatore Luigi Lotto (Pd) ha espresso parere favorevole per l’emendamento orale proposto dalla consigliera Busia ed ha avanzato la richiesta di rinvio della discussione dell’articolo 20 (Locazione occasionale a fini turistici).

Accolto l’emendamento orale, il presidente Ganau ha accordato una breve sospensione dei lavori ed alla ripresa il relatore Lotto, accogliendo il suggerimento del consigliere Deriu, ha proposto la sostituzione dei riferimenti alle comunicazioni di pubblica sicurezza con la dicitura «comunicazioni alle autorità competenti». Accolta anche quest’ultima modifica orale, Il Consiglio ha approvato, con due distinte votazioni, l’articolo 19 e l’emendamento aggiuntivo n. 7.

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Il nuovo assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, ha giurato stamane in Consiglio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito ha prestato giuramento il nuovo assessore regionale dei Trasporti Carlo Careddu.

L’Assemblea ha proceduto all’elezione del nuovo Difensore Civico e del Garante regionale per l’Infanzia. Nella votazione per il Difensore Civico Felicetto Contu ha riportato 39 voti (schede bianche 9, nulle 7), al di sotto del quorum prescritto di 40 voti. Il Consiglio ha dunque effettuato un secondo scrutinio, nel quale Contu è stato eletto con 42 voti (bianche 10, nulle 4).

Terminata la votazione, l’Aula ha proceduto all’elezione del Garante per l’Infanzia e l’adolescenza. Anche in questo caso il quorum prescritto è di 40 voti. Hanno riportato 20 voti ciascuno Donatella Olla e Giangiacomo Pisotti, per cui il presidente ha rinviato la votazione al pomeriggio, in modo da permettere ai gruppi di raggiungere un accordo.

Ha preso poi la parola l’on. Giorgio Oppi (Udc) sull’interpellanza 253 (Oppi e più) sui tagli del bosco Marganai.

Secondo l’oratore, protagonista suo malgrado sulla stampa anche italiana per la vicenda del taglio al Marganai, «è tempo che l’assessore Spano ci dica qual è, a chiare lettere, la sua opinione sul taglio indiscriminato sugli alberi del Marganai. Non voglio parlare del fuoco di queste settimane a Iglesias né di come viene gestita la protezione civile ma chiedo che sia necessario  che mi si chieda scusa per essere stato accusato anche dalla  stampa di cose che non ho fatto nella mia qualità di assessore all’Ambiente».

Ha risposto, dunque, l’assessore Spano: «Abbiamo l’occasione per chiarire che questi aspetti hanno riguardato  l’istruttoria tecnica ma non l’indirizzo politico. Tutte le informazioni che mi hanno fornito Forestatas e il Corpo forestale dicono che a Marganai si è venuto a formare un accumulo di massa legnosa dopo la chiusura delle miniere alle quali venivano destinati in passato i pali ricavati dai tagli del bosco ceduo di Marganai. Dei 5mila ettari del bosco Marganai il piano prevedeva tagli alla base ovviamente autorizzati anche dal ministero (e non disboscamento) per 34 ettari dal 2011 sino al 2015. Facciamo così chiarezza su ogni aspetto, compreso il piano forestale regionale. Non ci sono dunque questioni di rilevanza politica né per quanto riguarda l’assessore precedente né per quello attuale».

Per replica l’on. Giorgio Oppi ha detto: «Non sono soddisfatto dei numeri offerti dall’assessore e ricordo che nel 2009 ero assessore e non potevo essere favorevole a quel disboscamento. Non intendo essere accusato di cose che non ho fatto e che sono contrarie alla mia forma mentis e a Iglesias, la città che tanto mi ha dato».

L’on. Daniele Cocco (Mdp) ha illustrato la proposto di legge sull’Ipab “San Giovanni Battista” di Ploaghe, precisando che si tratta di «un’interpretazione autentica che chiarisce che il personale viene trasferito alla Asl territorialmente competente».

Per l’on. Annamaria Busia (Campo progressista Sardegna) «c’è una equivocità nella formulazione e sul punto ci sono pronunce giurisdizionali molto chiare. Mi duole e sono a disagio ma non credo sia questo il percorso corretto, anche nell’interesse dei lavoratori».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) «è ben vero che la legge da noi approvata nei mesi scorsi voleva disciplinare anche il trasferimento del personale dell’Ipab ma è anche vero che il personale risulta danneggiato. Ecco perché si rende necessaria oggi questa interpretazione autentica».

Anche l’on. Marco Tedde (FI) è intervenuto e ha detto: «Se le ex Ipab sono enti pubblici assimilabili agli enti strumentali è vero dunque che gli ex dipendenti non devono fare un concorso per accedere ai ruoli di altre pubbliche amministrazioni. Questo lo dice la Corte dei conti e anche l’Anac». L’oratore ha poi suggerito un emendamento orale «in modo da superare una volta per tutte la via crucis che abbiamo fatto fare ai lavoratori della ex Ipab».

Per l’on. Antonello Peru (FI) «il provvedimento corregge un errore dell’Aula, come è stato ben motivato. Mi sono assentato per un po’ di tempo e torno in Aula e vedo che si torna a discutere sull’Ipab San Giovanni Battista».

Per l’on. Roberto Desini (Pds) «questa Ipab torna con molto mio dispiacere nel dibattito del Consiglio regionale. Tutta la politica ha sfruttato in passato senza ritegno il bacino elettorale del San Giovanni Battista, sino a calpestare la dignità delle persone. Dove sono andate a finire le vagonate di milioni di euro messi a disposizione negli anni dal Consiglio regionale all’Ipab di Ploaghe? Chi le ha spese e per cosa? Non certo li hanno presi i lavoratori. Mi aspetto dall’assessore Arru un segno di coerenza tra quello che dice lui e quello che fa il suo assessorato».

Per dichiarazione di voto l’on. Annamaria Busia (Cps) ha detto: «Ho indicato prima una pronuncia che riguarda proprio il passaggio del personale da un ente pubblico a un altro».

Sull’aspetto finanziario della norma l’on. Roberto Desini ha chiesto all’assessore al Bilancio «se il trasferimento del personale all’Asl comporta maggiori oneri. Abbiamo forti dubbi che sia a saldo zero».

L’assessore Raffaele Paci ha chiarito affermando che «gli oneri finanziari sono già indicati nella legge già approvata».

L’on. Roberto Desini (Pds) ha letto per dichiarazione di voto il dispositivo di una pronuncia della Corte dei conti. L’on. Marco Tedde (Fi), invece. Ha sostenuto che «tali principi non si applicano al caso della Ipab di Ploaghe, nonostante si tratti di un ente pubblico. L’analisi del sangue non è stata fatta in occasione di tante mobilità di personale dall’ex Ipab alla Asl: perché andrebbe fatta ora?».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) «non si sta violando l’articolo 97 della Costituzione, che riguarda l’accesso alla pubblica amministrazione e non il transito».

 La legge è stata poi approvata.

L’Aula ha poi approvato anche una legge relativa allo stanziamento a favore del Tpl (ddl 436/A Reiscrizione delle economie di stanziamento  nell’ambito dei trasferimenti di cui al dl 46 del 21 febbraio 2008).

Sul punto l’on. Pietro Pittalis (FI) ha richiamato l’importanza di realizzare il ponte di Oloè tra Bitti e Oliena, che crea enormi disagi ai turisti e all’economia in genere. L’assessore Paci ha assunto l’impegno a sollecitare l’assessore ai Lavori pubblici per il ponte di Oloè. «A volte siamo però impotenti davanti ai ritardi di Anas».

Anche l’on. Luigi Crisponi ha denunciato la situazione del ponte di Oloè: «Assessore Paci, abbiamo necessità di capire se i 12 milioni di euro per realizzare quell’opera pubblica ci sono o no. La comunità di Oliena è totalmente isolata e le tensioni sociali si sprecano».

Per il sardista Angelo Carta «la vicenda di Oloè  è paradigmatica: fu la Procura di Nuoro a chiuderlo e la Provincia a riaprirlo, sostenendo non fosse in imminente pericolo di crollo. Una nuova perizia della Procura lo fece chiudere. Due ingegneri hanno detto cose opposte e il diritto alla mobilità intanto è negato».

Annamaria Busia (Cps) ha detto che “non si può parlare seriamente di lotta allo spopolamento si tengono i cittadini in questa condizione”.

Per l’on. Pietro Pittalis (FI) «non c’è difficoltà a ritirare l’emendamento ma invito a valutare con urgenza una soluzione provvisorio ma fattibile per ripristinare il ponte di Oloè».

La legge è stata poi approvata.

Il presidente Ganau ha sospeso i lavori, che riprendono alle 16.00.

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Sarà modificato l’articolo 3 dell’ultima legge Finanziaria che metteva a disposizione 14 milioni di euro per l’acquisto di eccedenze di pecorino romano da destinare agli indigenti. La gran parte delle risorse (12 milioni di euro) sarà trasferita direttamente ai pastori come misura di sostegno al reddito, 2 milioni rimarranno invece nel fondo per l’acquisto del formaggio a scopi sociali.   

E’ quanto emerso questa mattina dal confronto in commissione “Attività Produttive” tra l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, le associazioni di categoria ed i rappresentanti della cooperazione.

«Abbiamo accolto la proposta dell’Oilos – ha spiegato l’assessore Caria – non è questa una soluzione di carattere strutturale, siamo consapevoli che non risolveremo il problema del calo del prezzo del latte ma in questo momento di emergenza 12 milioni di euro possono dare un piccolo sollievo alle aziende. Ogni pastore riceverà circa 4 euro a capo dietro la presentazione di una certificazione delle produzioni di latte del 2016.»

Una decisione accolta con favore dalle organizzazioni di categoria: «E’ un provvedimento che sollecitavamo da tempo – ha detto il presidente di Confagricoltura Luca Sanna – la pastorizia ha subito un danno di circa 200 milioni di euro dal calo del prezzo del latte. Il sostegno al reddito è vitale». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente di Coldiretti Battista Cualbu che ha auspicato tempi rapidi per l’erogazione delle risorse, mentre qualche perplessità è stata sollevata dal presidente di Legacoop Claudio Atzori: «Non è un provvedimento che viene incontro alle esigenze dei trasformatori e non incide sul prezzo del latte – ha detto Claudio Atzori – è una risposta al mal di pancia dei produttori. Si cominci a vedere in quali settori le risorse stanziate hanno prodotto benefici, solo così potranno essere messi in campo interventi strutturali». Nettamente contrari i consiglieri di minoranza Gigi Rubiu, Mariano Contu e Marco Tedde che hanno parlato di “elemosina offensiva” per le aziende agropastorali e chiesto di pensare invece a un intervento più corposo a sostegno del mondo delle campagne.

«Questo è solo un piccolo intervento per tamponare l’emergenza – ha replicato Pierluigi Caria – cercheremo di trovare altre risorse nelle pieghe del bilancio da  destinare al comparto agricolo.»

Il presidente Luigi Lotto ha assicurato l’impegno della Commissione ad esaminare in tempi rapidi il provvedimento, una volta approvato dalla Giunta, per poi sottoporlo all’attenzione dell’Aula.

Successivamente l’assessore Pierluigi Caria ha illustrato alla Commissione l’attività dell’esecutivo sul fronte delle calamità naturali. «Ci sono tre partite aperte – ha spiegato Pierluigi Caria – per i danni delle nevicate la Sardegna è stata inserita nel decreto per il terremoto. 76 comuni sardi potranno presentare domanda per il risarcimento dei danni. Sulle gelate, invece, si è chiesta una deroga al Decreto ministeriale 102. Stiamo verificando l’ammontare dei danni, in seguito procederemo alla richiesta delle risorse. Sulla siccità è stata infine presentata una richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per l’intera Isola. Il vero problema è che il Fondo Nazionale di solidarietà, al quale farà riferimento anche la Sardegna, ha una esigua dotazione finanziaria. Attualmente sono disponibili solo 15 milioni di euro per tutta l’Italia». A questo proposito, su proposta del consigliere Piero Comandini, la Commissione approverà nei prossimi giorni una risoluzione per chiedere a Giunta e parlamentari un intervento nei confronti del Governo per l’integrazione del Fondo.

Pierluigi Caria ha poi parlato della situazione degli invasi: «I bacini hanno ancora una discreta riserva d’acqua. Le restrizioni per l’uso in agricoltura sono preventive – ha detto l’assessore – l’emergenza riguarda la Nurra e l’Iglesiente. E’ un problema ciclico al quale occorre porre rimedio con interventi strutturali». Pierluigi Caria ha confermato lo stanziamento di 50 milioni di euro per la messa a norma e riqualificazione di tutte le dighe sarde. Altri 30 milioni di euro, del Fondo FSC, saranno invece destinati ai Consorzi di Bonifica.

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla destagionalizzazione dei flussi turistici e tre mozioni, tra le quali quella sulla Portovesme srl.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n. 429 – Giunta regionale – “Interventi di promozione e comunicazione finalizzati alla destagionalizzazione dei flussi turistici.”

Prima di avviare la discussione generale sul provvedimento che stanzia 40 milioni di euro per la comunicazione e il marketing attraverso il sistema di trasporto aereo fino al 2020, numerosi consiglieri regionali hanno preso la parola sull’ordine dei lavori.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha ribadito la sua richiesta di restituire piena operatività alla commissione Governo del territorio perché, a fronte della indisposizione del presidente, «si registra il vuoto dell’assessore e si brancola nel buio e non si può sostenere l’impossibilità di convocare l’assessore dei Trasporti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha assicurato che, una volta cessato l’impedimento del presidente Giuseppino Pinna, la commissione riprenderà la sua attività.

Anche il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) si è associato alla richiesta del collega Pierfranco Zanchetta.

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha invece sollecitato un incontro con i capigruppo sulle questioni aperte che riguardano l’Agenzia Forestas, ricordando che «la prima commissione sta proseguendo lo studio del contratto e bisogna fare il punto su una questione che riguarda un servizio primario della Regione».

Il presidente Ganau, annunciando che la conferenza dei capigruppo è già convocata per le 15.00, ha assicurato che il problema sarà affrontato in quella sede.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha richiamato l’attenzione della presidenza sull’impegno formale, già assunto, per calendarizzare in tempi brevissimi due proposte di legge su Forestas,

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, esprimendo il suo sostegno alla richiesta dei colleghi Zanchetta e Pizzuto, sottolineando l’importanza del problema dei trasporti interni per isole minori.

Anche il consigliere del Pds Roberto Desini, si è associato alla richiesta evidenziando la necessità di discutere al più presto una proposta di legge, di 2 soli articoli, ora in commissione.

Dopo quest’ultimo intervento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza del Dl n. 429, il consigliere Antonio Gaia (Cps), per illustrare il provvedimento.

In apertura, Antonio Gaia ha espresso un plauso all’assessore ed all’intera commissione per i tempi rapidi con cui il provvedimento è stato assegnato all’Aula, mettendo l’accento sul fatto che si tratta «di una legge scarna ma ricca di sostanza perché movimenta risorse importanti per 40 milioni di euro, a sostegno della domanda turistica in bassa stagione; è una scelta strategica e di marketing molto innovativa che non comporta alcun aiuto alle compagnie aeree ed è quindi al riparo da rilievi dell’Unione europea». E’ importante quindi, ha aggiunto, «approvarla in tempi rapidi evitando il rischio di perdere risorse preziose, perché il turismo è parte fondamentale dell’economia sarda e, in questi anni, c’è stato un trend positivo ma con risultati non ancora soddisfacenti, per cui bisogna lavorare molto per sfruttare tutte le potenzialità della Sardegna ed il suo un patrimonio naturale, ambientale e culturale non ancora pienamente valorizzato». Il turista che viene in Sardegna, ha poi ricordato Gaia, «si sposta prevalentemente in aereo; servono quindi collegamenti efficienti e a costi competitivi per invertire una rotta che ha causato gravi danni nella zona di Alghero ma anche nel Nuorese, in definitiva la legge deve il primo passo e la pietra angolare di una nuova pianificazione regionale che dovrà coinvolgere tutto il sistema regionale».

Per la minoranza, il relatore Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di un «singolare prelievo di soldi dai Trasporti, che evidentemente hanno fallito, per trasferirli al Turismo, certificando il fallimento delle politiche di settore dell’assessore Deiana». Il provvedimento, secondo Tedde, «è in parte positivo negli obiettivi generali e però manifesta una totale e pericolosa indeterminatezza, non c’è un progetto o una idea forte e, d’altra parte, il Consiglio è confinato nel ruolo di collettore di risorse, approvando di fatto uno stanziamento di 48 milioni di euro al buio delegando tutto alla Giunta dopo che per 3 anni e mezzo non si è varata nemmeno una bozza di piano di sostegno al low cost». Dopo aver ricordato lo stanziamento precedente della Giunta di 6 milioni di euro per promuovere la Sardegna negli scali sardi che ha prodotto esiti insignificanti, Tedde ha criticato con forza la strategia turistica della Giunta che «solo ad Alghero, ha causato la perdita di 300.000 passeggeri nel 2016 con ricadute negative anche sull’economia sarda in termini di Irpef e Iva». Tornando al merito della legge in esame, il vice capogruppo di Forza Italia ha sottolineato che «da una parte si fa riferimento al modello Abruzzo rivolto ai mercati nazionali e internazionali ma si dimentica che, in quella Regione, c’è solo un aeroporto per cui occorre adattarlo alle esigenze della Sardegna dove invece ce ne sono tre e vanno valutate bene le quote di traffico; in proposito, è il Consiglio che deve dire dove e come».

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha manifestato il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Giunta e dalla commissione, e la sua approvazione piena per «un provvedimento snello ed essenziale che copre un buco che però viene coperto un po’ in ritardo rispetto alle esigenze reali della Sardegna». Finalmente abbiamo uno strumento, ha precisato Agus, «ma le decisioni dovranno essere di fronte ad una burocrazia comunitaria spesso molto attenta alle forme più che alla sostanza e, del resto, la destagionalizzazione non è formula magica perché richiede il consolidamento di tutto il sistema Sardegna, dei trasporti interni e di destinazioni attrezzate a rispondere alla domanda turistica; questa tipologia di turismo, in altre parole, può essere una incredibile occasione di sviluppo a condizione che ognuno faccia la sua parte a cominciare da amministratori locali, realtà produttive ed istituzioni regionali».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha affermato che «fa piacere che il Consiglio affronti questo problema, il grande tema di come promuovere la crescita del turismo in Sardegna con uno strumento mirato che consente di iniziare un percorso virtuoso». Sotto questo profilo, ha aggiunto, «è sbagliato parlare del passato più o meno recente, bisogna invece sostenere il progetto della Giunta senza però rinunciare al ruolo della commissione e del Consiglio, di qui l’impegno della maggioranza e dell’assessore per un passaggio in commissione non appena il piano sarà definito concretamente, per cui non c’è nessuna delega al buio ed anche la settimana prossima la commissione potrà esaminare il progetto». Auspichiamo comunque, ha concluso, «un ritorno positivo che sostenga in termini reali la ripartenza del turismo della Sardegna, un tema su quale ho fiducia che ci sarà anche il consenso della minoranza».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha ricordato che «il progetto è stato valutato con grande attenzione dalla commissione, comprese le criticità che contiene a cominciare dal ritardo di 3 anni e mezzo nell’individuazione di un percorso, per cui è vero che le politiche passate di questa Giunta sono fallite». Della destagionalizzazione peraltro, ha detto ancora Luigi Crisponi, «si parla dagli anni ’80 ed è vero che oggi ci sono risorse significative ma è anche vero che il riferimento al modello Abruzzo da una parte ci protegge dalla burocrazia europea ma dall’altra ci mette di fronte ad un progetto che non conosciamo, senza dimenticare che non c’è destagionalizzazione al mondo che funzioni senza che sia accompagnata da iniziative su tutto il territorio, perché il turismo è un settore economico veloce che non ammette ritardi». Quanto al riferimento al modello Abruzzo secondo Crisponi «si tratta di un percorso ben preciso con presidi intermedi, progetti di filiera e raccordo con i territori per cui occorre trasferire questo schema anche in Sardegna prestando attenzione anche alle piccole comunità delle zone interne».

Il consigliere del Pd Salvatore Demontis ha definito «ottima» l’iniziativa dell’assessore e dell’intera Giunta, perché «promuovere e comunicare il brand Sardegna è cosa diversa dal sostenere le compagnie low cost, cercando invece di fidelizzare il turista senza dimenticare che gli incentivi, pur essendo cosa diversa, non vanno trascurati». Lavorare nei mesi invernali compresi nella finestra da novembre a marzo, a giudizio di Demontis, «è una scelta importante che va sostenuta e, dopo le risorse, dovranno essere definiti gli indirizzi e, in particolare, ora serve che il sistema aeroportuale sia all’altezza di questo compito con particolare attenzione all’aeroporto di Alghero che ancora vive una situazione di forte sofferenza».

Per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha evidenziato che «il disegno di legge affronta per la prima volta nella legislatura il problema della destagionalizzazione turistica, iniziativa importante ma però arriva con grandissimo ritardo dopo la consistente perdita di flussi turistici che in parte ha vanificato il trend di crescita del settore». Le risorse a disposizioni sono ingenti, ha affermato ancora Contu, «ma pianificazione resta inadeguata, per cui è auspicabile che la Giunta faccia presto a tracciare gli indirizzi per gli interventi che poi verificheremo in commissione ed in Consiglio».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha dichiarato che «l’economia del turismo va molto veloce e può cambiare rapidamente e, per questo, dobbiamo essere consapevoli di un mercato altamente competitivo; quindi tutto quello che si fa per radicare questo settore in un sistema come quello sardo è un passo in avanti, soprattutto se riusciremo a risolvere il problema trentennale della destagionalizzazione finora confinato nei dibattiti e nei seminari». Il nostro turismo, ha proseguito Comandini, «fa registrare un aumento soprattutto con gli stranieri ma l’84% delle presenze è concentrato in 4 mesi mentre il resto sono briciole, intercettate da imprenditori particolarmente dinamici». In definitiva, ha concluso, «lo strumento è giusto e l’esperienza dell’Abruzzo è utile anche perché lì si è puntato su risorse assegnate in parte con quota fissa e in parte dopo i risultati, con le compagnie diventate partner di un progetto di comune interesse; significativo, infine, il riferimento al sistema aeroportuale regionale che rafforzerà il messaggio promozionale, anche con l’inserimento del programma all’interno della continuità territoriale 2017-2021».

Per Daniele Cocco (Art. 1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso) questo provvedimento è atteso da tempo. Si tratta di una variazione di bilancio che però deve procedere in sinergia  con  la legge sul turismo ancora all’esame della Terza commissione. Daniele Cocco auspica che  l’iter di approvazione della legge sul turismo si concluda al più presto e che la legge vada nel più breve tempo possibile in Aula. Anche perché tutto il sistema aeroportuale va considerato a 360 gradi con tutti gli aeroporti presenti nell’isola e si deve ragionare con la volontà di entrare in sinergia con le zone interne. Il capogruppo di Art.1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso crede che la proposta licenziata dalla regione Abruzzo ci possa aiutare molto. Le risorse non devono essere assegnate a pioggia ma in base ai risultati prodotti dalle compagnie aeree. 

Angelo Carta (Psd’az – La Base)  ha sottolineato la condivisione che c’è su questo DL anche da parte della minoranza.  Il ruolo del Consiglio però, approvando il testo così come è, è mortificato. L’Assemblea – per Angelo Carta – deve  poter dare un contributo costruttivo e serio.  Per questo sarebbe meglio approvare l’emendamento presentato da Marco Tedde.

Gianluigi Rubiu (Udc Sardegna) ha detto che questo Disegno di legge è  una variazione di bilancio mascherata .  Già in commissione – ha detto Rubiu – abbiamo espresso delle perplessità  e per questo ci asterremo. Noi siamo d’accordo – ha aggiunto il capogruppo dell’Udc – a trovare forme di finanziamento per incentivare le compagnie aeree e navali per destagionalizzare il turismo in Sardegna. Ma in questo DL ci sono troppi elementi di genericità e, a volte, sembra che la gara sia stata prevista per una compagnia aerea ben precisa e già individuata.  L’idea è buona: trovare dei fondi da destinare alla promozione della Sardegna ma non condividiamo che sia solo la giunta  a fare questo. Il Consiglio deve avere un suo ruolo preciso. 

Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) trova similitudini tra questo Disegno di legge e la legge 9 del 98 “la legge alberghi” . Congiu nel suo intervento ha  sottolineato che va bene la fretta ma  è necessario stare attenti alle regole degli “aiuti di Stato”. Il capogruppo  del Partito dei sardi ha parlato di “slalom legislativi” e di “equilibrismi  giuridici”.  Sono stufo – ha aggiunto – di dover procedere in questo modo perché alla Sardegna  non è stato ancora riconosciuto uno  status  in virtù della sua insularità.  Attenzione:  ancora una volta stiamo mettendo in campo una norma  programmatica senza un piano d’azione che deve essere a prova di infrazione.

Per Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari socialisti)  il provvedimento è straordinario e  apre una nuova frontiera. Anche il capogruppo dei Cristiano Popolari socialisti però ha  richiamato l’attenzione sulla deroga agli aiuti di Stato. Non è pensabile – ha detto – che non riusciamo a estendere tariffe accettabili  sui trasporti marittimi ai sardi e a tutti i cittadini,  la Sardegna deve rivendicare la sua specificità.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) ha rimarcato che  questo DL arriva in aula così veloce per  volontà  dei capigruppo dell’opposizione che, nonostante abbiano ritenuto da subito  che questo DL fosse insufficiente,  hanno fatto  un’apertura di credito nei confronti dell’assessore Argiolas. Per Tedde questo DL  doveva  essere presentato  3 anni e mezzo fa.  Tedde è molto  critico sulle politiche trasportistiche della giunta Pigliaru che ha definito “bizzarre”  e che hanno  fatto perdere centinaia di migliaia di passeggeri  nel 2016 nel solo aeroporto di Alghero. Per Tedde questo DL ha delle falle. Il Consiglio regionale è un mero passacarte e non  si possono attribuire risorse solo secondo il criterio del numero dei passeggeri arrivati nei singoli scali. Per questo – ha aggiunto Tedde –  abbiamo presentato un emendamento per  introdurre un piccolo meccanismo per non penalizzare gli scali del nord Sardegna già in condizioni precarie grazie alla  politica dei trasporti fallimentare di questa giunta.  Questo Disegno di legge è  un primo passo, che presenta aspetti di novità. Ma rischia di essere un mero passaggio finanziario se non si inserisce in un quadro di un progetto complessivo.

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola, per la replica, all’assessore al Turismo Barbara Argiolas. L’esponente della Giunta, dopo aver ringraziato la Quinta Commissione e l’Aula per il lavoro svolto, ha ribadito l’obiettivo del Disegno di legge: l’allungamento della stagione turistica con interventi di promozione e comunicazione  attraverso il sistema di trasporto aereo.

«Puntiamo ad un sistema integrato. Questo è un primo passo – ha detto Argiolas – nelle prossime settimane avremo modo di affrontare un discorso più ampio con la discussione del Testo Unico sul Turismo che si fonda su tre asset: governance, offerta turistica e comunicazione. Serve una strategia generale e una condivisione di intenti di carattere territoriale. Parlare oggi di destagionalizzazione non è facile. L’assessorato è al lavoro e crede nella crescita del settore».

Argiolas ha poi ricordato le iniziative messe in campo in questi mesi attraverso i bandi per l’internazionalizzazione delle imprese, le ciclovie, il turismo lento e sostenibile, la valorizzazione dei piccoli borghi.«Anche la delibera approvata ieri sui centri commerciali naturali è un intervento a favore dei piccoli comuni e un altro strumento per contrastare lo spopolamento».

Sul contenuto del Dl, Argiolas ha voluto tranquillizzare il consigliere Tedde (Forza Italia): «Stanziamo risorse per la comunicazione e la promozione – ha detto l’assessore – le linee di indirizzo saranno sottoposte all’attenzione della Quinta Commissione, su questo c’è il mio personale impegno e quello della Giunta. I criteri terranno conto dei dati sul traffico dei passeggeri nei singoli aeroporti dai quali emergeranno le difficoltà dei territori».

Argiolas ha quindi concluso il suo intervento sottolineando la necessità di mantenere una linea comune per arrivare all’allungamento della stagione turistica e all’infrastrutturazione dell’offerta.«Serve un pacchetto di azioni che consenta a Regione, comuni e imprese di attivare un’offerta qualitativa alta per i mesi di spalla. Il sogno è pensare che si possa lavorare per 9 mesi l’anno. Per far questo serve però l’aiuto di tutti».

Annamaria Busia (capogruppo Misto) ha annunciato il suo voto favorevole: «Nel Dl c’è il riconoscimento di buone prassi come quelle dell’Abruzzo, è inevitabile tener conto delle indicazioni dell’Ue – ha detto Annamaria Busia – l’argomento consente però di tornare alla vexata quaestio del superamento del sistema di deroghe e de loro aggiornamento che mi auguro venga sollecitato dalla Giunta e dal Governo. Questa è la vera questione e il punto dolente sul quale occorre lavorare. Il Presidente riferisca sulle ricadute che il G7 ha avuto in Sardegna».

Voto favorevole ha preannunciato anche Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda): «Il provvedimento è un buon esempio di sinergia tra gli assessorati. Il turista non deve essere solo trasportato ma accolto e fatto diventare un testimonial dell’Isola – ha detto Anedda – per questo sarebbe utile coinvolgere anche gli assessorati all’agricoltura e alla cultura. Occorre inoltre favorire il trasporto interno. Il Trenino Verde è  un elemento di forte attrazione ma serve più attenzione».

Emilio Usula (Rossomori), pur d’accordo con il provvedimento, ha proposto un emendamento orale: «Se vogliamo destagionalizzare non basta la comunicazione attraverso il trasporto aereo ma serve anche quella su nave. La tipologia dei passeggeri è infatti diversa, in nave arrivano cicloturisti, motociclisti e famiglie».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha invece annunciato il suo voto di astensione: «Finalmente oggi si parla di turismo, ma se l’Aula fosse davvero conseguente dovrebbe incentivare il settore anziché tagliare i fondi in Finanziaria. Ci sono due elementi che non convincono: i 12 milioni di euro virtuali cassati dalla Commissione bilancio, che vanno assolutamente recuperati, e la mancata previsione di un criterio basato sui risultati. Le risorse devono essere erogate sulla base dei passeggeri trasportati, altrimenti la discussione è vana».

Anche Marco Tedde (Forza Italia) ha dichiarato il suo voto si astensione. «E’ però un’apertura di credito nei confronti dell’assessore che ha un obiettivo strategico chiaro e condivisibile. Mette in campo risorse importanti ma rimane nell’indeterminatezza quanto a modalità e criteri di spendita delle risorse – ha affermato Tedde – il Consiglio deve poter decidere sui criteri, altrimenti non svolge un ruolo dignitoso. Prendiamo atto dei buoni propositi dell’assessore ma la cornice l’avremmo dovuta scrivere noi e invece non lo stiamo facendo. La Giunta di fatto traccia la cornice entro la quale deve muoversi. E’ una Giunta pigliatutto. Non è un buon risultato per l’Assemblea legislativa».

Il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) ha invece affermato che la definizione dei criteri  è di competenza della Giunta. «La Commissione darà un parere preventivo e questo non è di secondaria importanza. Oggi va rinnovato l’impegno a mantenere il programma che ci siamo dati. Vedremo insieme i criteri in Commissione, a noi il compito di migliorarli e di fare proposte».

Per Attilio Dedoni (Riformatori): «La maggioranza finora nulla ha fatto sul fronte dei trasporti. La cura del ferro che propone l’assessore significa che le ferrovie soffrono di anemia. La Giunta sta attuando politiche sul ferrato diverse da quelle utili per la Sardegna. Qual è la possibilità di raggiungere le zone interne attraverso le ferrovie? Quali sono le scelte a favore per il Trenino verde, mezzo efficace per scoprire le tradizioni e la cultura delle zone interne? Non sappiamo programmare. Rimangono scoperti gli scali di Tortolì e Fenosu».

Il relatore del disegno di legge Antonio Gaia (Upc) si è detto contrario agli emendamenti proposti: «Non possono trovare accoglimento per il semplice fatto che la norma non è un sostegno al trasporto aereo, riguarda la comunicazione e il marketing. Attraverso alchimie giuridiche si è cercato di trovare una soluzione al problema ed evitare gli strali dell’Unione europea».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha espresso disagio per tutti i complimenti rivolti alla Giunta. «Siamo tre anni a fare nulla. Il nostro voto sarà di astensione perché non vogliamo essere partecipi in negativo. Vediamo cosa riuscirete a fare, la nostra è un’apertura di credito ma noi non condividiamo metodi e contenuti della Giunta che sono assolutamente fallimentari».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo Upc, pur ribadendo la necessità di un coinvolgimento della Commissione “Governo del Territorio”, ha annunciato il suo voto a favore.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 35 voti a favore e uno contrario.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 “Finalità” e dell’emendamento aggiuntivo presentato dal consigliere Tedde (Forza Italia) che chiede di prevedere criteri compensativi per la perdita di passeggeri.

«E’ un emendamento che introduce un principio generale di perequazione – ha detto Marco Tedde – un accorgimento che consentirebbe di rimediare alla situazione dello scalo di Alghero che ha avuto problemi in questi anni. I dati di Assoaeroporti dicono che ha perso 150mila passeggeri nei primi cinque mesi del 2016, -25%. E’ una crisi generale dell’economia del territorio. L’emendamento è un atto di giustizia nei confronti di un’intera provincia».

Emilio Usula (Rossomori) ha ribadito la sua richiesta di inserire un emendamento orale a favore del trasporto navale, mentre Roberto Desini (Pds), condividendo lo spirito della proposta di Marco Tedde, ha presentato un emendamento orale  all’emendamento per  la prevedere  canali prioritari per gli aeroporti che hanno registrato un calo di passeggeri nel 2016.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto contrario alla proposta di Desini: «Nell’emendamento manca solo il nome dell’aeroporto. Finora abbiamo parlato di visione generale e adesso puntiamo a misure di compensazione territoriale. Perché Desini è stato zitto finora? Adesso che c’è un’opportunità di meritocrazia si vuole premiare chi a causa della politica o di demeriti propri non ha ottenuto gli stessi risultati degli aeroporti virtuosi».

Il relatore Antonio Gaia (Upc) ha nuovamente precisato che il Dl punta alla promozione e al marketing e non ad aiutare il trasporto aereo. «Se così non fosse la norma rischierebbe di essere cassata».

Anche Salvatore Demontis (Pd), pur d’accordo con Tedde ha evidenziato il rischio di un intervento della Commissione Ue. «La perequazione può servire a migliorare il sistema dei trasporti, il Dl però si muove sulla linea della promozione del brand Sardegna. Non vorrei che i buoni intenti dell’emendamento indebolissero il Dl esponendolo alla procedura di infrazione da parte di Bruxelles».

L’assessore Argiolas ha ribadito che le linee guida che verranno sottoposte all’attenzione della Commissione prenderanno le mosse dai dati sulle presenze turistiche e terranno conto delle condizioni dei singoli territori.

Il presidente Ganau ha quindi sospeso la seduta per alcuni minuti. Alla ripresa dei lavori il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato la sua contrarietà alla presentazione di emendamenti orali.

Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 1 che è stato approvato con 31 sì e un no. Respinto invece, con 26 voti contrari e 21 favorevoli, l’emendamento aggiuntivo presentato dal consigliere Tedde.

L’Aula ha quindi approvato in rapida successione, con l’astensione della minoranza, gli articoli 2 “Autorizzazione di spesa”, 3 “Criteri”, 4 “Norma Finanziaria” e 5 “Entrata in vigore”.

Il testo finale della legge ha ottenuto il via libera con i voti della maggioranza (32 su 32 votanti). L’opposizione ha confermato l’astensione.

Il Consiglio ha poi affrontato l’esame di due mozioni sul trasporto ferroviario, la n. 319 (Pittalis e più) sull’istituzione di un treno veloce sulla linea Nuoro-Macomer e la n. 325 (Deriu e più) sul sistema ferroviario sardo, con particolare riferimento alla direttrice Abbasanta-Olbia.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato quindi la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis per illustrare la mozione n. 319.

Pietro Pittalis ha ricordato all’inizio del suo intervento che «grazie all’iniziativa Trenitalia-Nuorese è stata avviata una petizione popolare inviata ad interlocutori regionali e nazionali per l’istituzione di un treno veloce Nuoro-Macomer per Nuoro e le zone della Sardegna centrale, iniziativa che ha raccolto un grande consenso con oltre 10.000 sottoscrizioni». Il comitato promotore, ha aggiunto Pittalis, «ha messo in evidenza due aspetti: la salvaguardia del diritto costituzionale alla continuità territoriale interna ed la necessità di incentivare l’uso dei mezzi pubblici nell’ottica di una economia sostenibile ed inoltre, quanto allo strumento con cui rispondere alla richiesta, va data attenzione al piano da 400 milioni destinati alla Regione anche se non risulta che la Giunta abbia previsto progetti per la modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie in quei territori ed il collegamento con le altre componenti del sistema regionale». Siamo rimasti sorpresi, ha affermato Pietro Pittalis, «da dichiarazioni su un progetto futuristico Cagliari-Bastia in 40 minuti; ce lo auguriamo ma prima bisogna preoccuparsi di rendere possibile un collegamento efficiente fra i vari centri della Sardegna e, in particolare, vogliamo capire se nella programmazione della Giunta c’è spazio per progetti che riguardino le zone interne e consentano di superare la marginalità di quelle comunità locali».

Successivamente ha preso la parola il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu per l’illustrazione della mozione n. 325.

Roberto Deriu, primo firmatario della proposta, ha dichiarato che «le due mozioni non sono identiche perché partono da punti di vista differenti; la nostra, in particolare, propone al Consiglio un grande investimento strategico che completi la rete sarda con Olbia, Nuoro, Oristano e Cagliari che adesso non sono connesse e su questo intendiamo impegnare la Giunta su una grande decisione». Questa azione di completamento della rete, ha continuato, «sarà un grande investimento per la Sardegna che impegnerà almeno 15 anni ma ci pare un modo corretto per fare politiche di lungo respiro sulle infrastrutture del territorio, per le quali servono grandi risorse e grandi progetti, il coordinamento di diverse istituzioni, lo stimolo presso il Governo e l’Unione europea, insomma un enorme lavoro politico amministrativo». L’altra mozione, ha concluso Roberto Deriu, «che in qualche modo riguarda una parte del tutto, è una cosa diversa, ma si può tentare una sintesi fra i due documenti».

Il consigliere dei Luigi Crisponi ha osservato che «la mozione Pittalis è particolare perché viene dal basso, dai cittadini che sentono un forte isolamento infrastrutturale, ma se poi con un’altra mozione si affronta una realtà più ampia non si può che condividere». Però fa specie, secondo Luigi Crisponi, «sentir parlare della cura del ferro se si confrontano questi annunci con una realtà ben diversa, tenendo presente anche che recentemente hanno portato il Freccia Rossa in Basilicata con 3 milioni e in Puglia con la stessa cifra un treno veloce da Taranto, in entrambi i casi con interessanti ritorni economici». Sono piuttosto preoccupato, ha concluso Luigi Crisponi, «per il continuo sperpero di risorse che non arrivano mai nelle zone interne e aumentano la desertificazione della Sardegna centrale; proprio stamane, per restare in tema, ho depositato una mozione per incrementare la velocità da 90 a 110 sulla Dcn, altrimenti il Nuorese resterà isolato in eterno rispetto al resto dell’Italia e del mondo».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato di aver firmato sia la petizione che le due mozioni, anche se «sicuramente una prevede un progetto che può essere realizzato in tempi brevi mentre l’altra ha una prospettiva di lungo termine, siamo comunque di fronte ad una buona occasione per sapere le intenzioni della Giunta sul sistema ferroviario regionale e su quello del Nuorese in particolare». Citando alcune iniziative realizzate in altre Regioni, Usula ha ricordato che «in Umbria sono stati impiegati 50 milioni per ammodernare la rete con fondi Fesr ed il ministro Del Rio ha detto che ci sono 300 milioni per la  sicurezza e 400 per le linee più isolate, risorse importanti cui la Sardegna deve guardare con attenzione». Facciamo il punto su quanto fatto e quanto c’è da fare per il futuro, ha suggerito Usula, «perché non ci possiamo accontentare delle promesse del G7 proiettate in un orizzonte lontano ed invece dobbiamo sapere quali risorse sono state impegnate in questa legislatura e con quali risultati, anche per una necessità di trasparenza nei confronti dei cittadini». Se vi avviasse la nuova linea Macomer Nuoro, ha concluso, «sarebbe un grande risultato di legislatura con macchine nuove, più sicure e meno inquinamenti sulla stessa rete».

Angelo Carta (Psd’az – La Base)  ha sottoscritto  la mozione 319 perché la posta in gioco è il diritto alla mobilità per tutto il nuorese.  Il capogruppo ha ricordato che dopo l’iniziativa della minoranza, la maggioranza ha  rilanciato presentando un’altra mozione sull’intero sistema regionale ferroviario. Per Carta, però, è necessario porre l’attenzione soprattutto sul  nuorese , che è a rischio isolamento. Parlare di treno veloce a Nuoro – ha aggiunto –  è chiaramente una provocazione, invece il diritto alla mobilità è un’invocazione. Perché il nuorese deve essere aiutato.

Dopo l’on. Angelo Carta ha preso la parola l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc), che ha detto: “Altro che ferro, nel trasporto interno siamo ancora all’età del bronzo. Siamo ancora allo scartamento ridotto e con una rete ferroviaria che davvero grida vendetta. Le due mozioni possono trovare una sintesi ma quella della maggioranza ha un respiro più ampio e mi vede più soddisfatto perché collegare Olbia con Nuoro ed Abbasanta è un’operazione di prospettiva importante per la Sardegna”. L’oratore ha poi aggiunto: «Non dimentichiamo però che ancora la Abbasanta, Buddusò Olbia e la Olbia, Palau, Santa Teresa devono essere completate: anche l’Anas ha molto da fare per la Sardegna».

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore Massimo Deiana (Trasporti), che ha replicato agli interventi: ”La rete ferroviaria sarda è mista: 450 km di Rfi Italia a scartamento ordinario e 600 km a scartamento ridotto delle Ferrovie della Sardegna. La Regione ha competenza solo sulla rete a scartamento ordinario e solo su quella può investire. Negli anni ’70 fu persa una grande occasione per potenziare la rete ferroviaria a Nuoro, quando veniva costruita la statale 131 DCN, a non mi pare che oggi Rfi abbia in mente di farlo né possiamo farlo noi.

Sulla tratta Macomer – Nuoro, invece, di appena 58 km, abbiamo investimenti per 81,9 milioni di euro con lavori in corso per la sicurezza e l’ammodernamento, lavori che a breve saranno conclusi. Su quella tratta metteremo in funzione 4 treni che abbiamo appena acquistato e che dovrebbero entrare in funzione a settembre”.

L’esponente della Giunta ha proseguito: “Costruire una rete ferroviaria a scartamento ordinario, senza particolari opere viarie, si devono calcolare tra i 15 e i 18 milioni di euro a chilometro. Dunque, rifare da zero la rete ferroviaria sarda per aumentare la velocità sulla tratta Cagliari – Nuoro o Cagliari – Abbasanta costerebbe circa 900 milioni di euro. Al momento non abbiamo una somma così né noi né Rfi. Abbiamo invece in corso le opere sulla Monserrato – Senorbì e dobbiamo procedere sulla tratta Senorbì – Isili. 

Anche Rfi sta investendo in Sardegna circa 350 milioni di euro e sono previsti nel contratto di programma tra il governo e Rfi. Nei prossimi mesi i treni a scartamento ordinari di Rfi dovrebbero pendolare e raggiungere velocità più elevate. Ma non avendo l’elettrificazione in Sardegna non possiamo avere nemmeno l’alta velocità, che ha costi notevoli: 60 milioni di euro a chilometro”. Rispetto alle mozioni l’assessore ha detto: “Siamo disponibilissimi a fare degli studi per valutare meglio gli investimenti”.

Per replica l’on. Pietro Pittalis (FI) ha detto: “Riconosco serietà nella risposta che ha dato all’Aula, anche in virtù del fatto che a breve andrà ad occuparsi di altro incarico all’Autorità portuale. Ma il quadro tracciato sul sistema ferrato è drammatico e impietoso. Il Consiglio regionale ha il dovere di dare a chi succederà all’assessore Massimo Deiana un impegno che sia chiaro e vincolante. Se non si parte non si arriverà mai”.

Per l’on. Roberto eriu (Pd) “il Consiglio regionale non è un consiglio d’amministrazione, come mi hanno sempre insegnato. E il valore delle nostre azioni si misura nella visione alta di quello che facciamo, come ricordava anche il presidente Pietro Pittalis poco fa. Vogliamo che la nostra Regione presenti gli interessi effettivi dell’Isola presso il governo nazionale, anche nella specificità della Sardegna. Se è vero che non si può fare tutto subito non è però nemmeno impossibile fare qualcosa: facciamo qualcosa, interveniamo sugli assetti infrastrutturali. E per fare questo serve avere ambizione”.

Il presidente Ganau ha disposto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori sono state messe in votazione le due mozioni che sono state approvate all’unanimità: la 319 (Pietro Pittalis e più) con 46 voti su 46 e la 325 (Roberto Deriu e più) con 48 voti su 48.

Il presidente del Consiglio ha poi dato la parola a Cesare Moriconi (Pd), primo firmatario della mozione 322 sulla situazione di incertezza che preoccupa i lavoratori della Portovesme srl e sul rischio fermata degli impianti, con gravi conseguenze socio economiche.

La mozione, firmata da 31 consiglieri di maggioranza e di opposizione, impegna la giunta regionale a intraprendere, e riferire al Consiglio regionale, tutte le iniziative utili, urgenti e necessarie al fine di evitare l’interruzione delle attività produttive della Portovesme srl. Moriconi, illustrando la mozione, ha ricordato che la Portovesme srl è la più importante impresa del Sulcis, attualmente, conta 666 dipendenti diretti e circa 600 dipendenti indiretti, ha un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro e una ricaduta sul territorio del Sulcis, la provincia più povera d’Italia, di grande rilevanza socioeconomica. L’azienda non ha mai ricorso agli aiuti della finanza pubblica regionale o statale e ha fatto investimenti per circa 300 milioni di euro negli ultimi 15 anni, destinati sia all’ammodernamento tecnologico, sia alla sicurezza negli impianti, sia allo svolgimento delle operazioni di bonifica. L’azienda, da  oltre 15 anni, conferisce gli scarti del proprio processo produttivo nella discarica di Genna Luas, un progetto grazie al quale è stato possibile bonificare un vecchio sito minerario che, così come altri, dopo tanti anni di attività, ha generato gravissime condizioni di inquinamento e rischio ambientale. Però questa discarica entro il 2017 esaurirà la capacità di conferimento e, se non saranno trovate soluzioni alternative, le attività produttive industriali dovranno essere interrotte. L’azienda, sin dal 2010  ha avviato le procedure per l’individuazione di un sito idoneo alla realizzazione della nuova discarica ma a 7 anni di distanza l’iter autorizzativo non è stato ancora concluso. La situazione – ha detto Cesare Moriconi – è gravissima e il rischio della fermata degli impianti, se non si trova una soluzione è molto alto. Dalla  sopravvivenza della Portovesme srl dipende il futuro non solo del Sulcis ma della Sardegna intera. Il Sulcis – ha ricordato Moriconi – è il territorio più povero d’italia, è una delle zone della Sardegna con il più alto tasso di spopolamento, c’è una nascita ogni due decessi. Per la Portovesme srl è necessario trovare soluzioni emergenziali. Questa mozione non è contro qualcuno, ma è una mozione per fornire un aiuto alla Giunta. Perché se entro l’autunno non dovesse arrivare  una soluzione l’impianto è destinato a fermarsi e la linea di produzione non è riavviabile. La Giunta regionale – ha concluso Moriconi – ha il dovere di informare l’aula e vogliamo impegni chiari.

Pietro Cocco (Pd) ha ribadito che la Portovesme srl ha un ruolo importante non solo per il Sulcis ma per l’intera Sardegna. La discarica di Genna Luas – ha ricordato – ha raggiunto il suo limite, con 9 argini realizzati. Ora è arrivato il tempo di dare risposte. Gli uffici devono agire in  fretta, per bene e in maniera zelante. Questo è il compito della politica:  accelerare la burocrazia per evitare che per  paura di decidere non si diano risposte. La Portovesme srl però ha bisogno di un luogo dove scaricare i rifiuti. In attesa che la soluzione definitiva  venga trovata per Pietro  Cocco ci sono due strade: o il commissario della provincia autorizza a scaricare ancora nel nono argine (autonomia 1 mese) oppure il ministero concede l’autorizzazione a scaricare nelle vasche all’interno dello stabilimento (autonomia sette mesi).

Secondo Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, è sbagliato parlare di rifiuti e di discarica. «Quelli prodotti dalla Portovesme srl sono scarti di lavorazione che fanno parte della filiera di produzione, tra 20 anni potranno essere riutilizzati. La discarica può essere una risorsa».

Per l’esponente dell’Udc occorre trovare una soluzione definitiva scartando da subito l’ipotesi della costruzione del decimo anello nella discarica di Genna ‘e Luas. «Occorre accelerare l’iter per la costruzione del nuovo sito per il conferimento degli scarti di lavorazione – ha detto Gianluigi Rubiu – nel frattempo si faccia pressing sul Ministero dell’Ambiente per l’autorizzazione all’utilizzo temporaneo delle vasche di contenimento presenti all’interno della Portovesme srl».

Secondo Rubiu non è invece percorribile la strada del conferimento a discariche private. «Se questa è l’idea c’è qualcuno che non vuole bene alla Portovesme srl – ha detto il capogruppo – le discariche private sono state costruite con vecchi criteri che non garantiscono la sicurezza dell’ambiente. Quella progettata dall’azienda è invece una discarica moderna e sicura».

Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha ricordato che il tempo a disposizione per evitare la chiusura della fabbrica è di sole 12 settimane. «Il 30 di settembre scadrà la concessione per l’utilizzo della discarica di Genna Luas – ha detto Cappellacci – il tempo passa velocemente, ogni minuto perso può essere quello decisivo».

Secondo l’ex presidente della Regione «la Portovesme srl è un fiore nel deserto con tecnologia e persone straordinarie. E’ un’azienda competitiva a livello mondiale che opera nel Sulcis e non ha problemi di mercato. In passato si sono fatte battaglie storiche per risolvere la questione energetica. Sarebbe un paradosso, direi un crimine, se si consentisse di chiuderla per un problema burocratico».

Cappellacci ha quindi proposto di individuare un percorso straordinario: «Serve una task force, un’unità di crisi, un commissario. Alla politica si impone di trovare una soluzione. Ci sono due possibilità: l’utilizzo delle tre vasche o il conferimento a discariche private. La seconda è da scartare, rimane la prima sulla quale la competenza è del ministero dell’Ambiente, serve un intervento forte del presidente della Giunta nei confronti del ministero per accelerare il processo. Non commettiamo il crimine di far morire un’azienda sana».

Giorgio Oppi (Udc) dopo aver ricordato la vicenda storica dell’industria pesante nel Sulcis, ha sottolineato la necessità di un intervento forte della politica per provare ad individuare una soluzione.

«Ho fatto l’assessore all’Ambiente e il presidente del Consorzio industriale del Sulcis. In passato abbiamo risolto tanti problemi – ha detto Oppi – i funzionari devono capire che questo è un problema di grande rilevanza economica e sociale per tutto il territorio. La Giunta deve prendere l’iniziativa per accelerare l’iter autorizzativo della nuova discarica. Basta rinvii, serve una risposta chiara. Nel frattempo occorre premere sul Ministero per ottenere il via libera all’utilizzo delle vasche di contenimento».

L’assessore al bilancio Raffaele Paci, in qualità di vice presidente della Giunta, dopo aver ricordato che l’assenza in aula dell’assessore Spano era stata ampiamente preannunciata, ha ribadito l’impegno della Giunta ad assumere tutte le iniziative per difendere il tessuto produttivo del Sulcis.

«Pensare a un futuro diverso di quell’area non significa abbandonare l’esistente – ha detto Raffaele Paci – quello va difeso in tutti i modi, sono posti di lavoro e produzione. Tutto va fatto però difendendo l’ambiente. Non si baratta il lavoro con la salute. La Portovesme srl da questo punto di vista dà tutte le garanzie».

Secondo Paci occorre superare i prossimi mesi in modo da avere la nuova discarica che poi potrà funzionare per i prossimi anni. «La pratica non è vero che va avanti da 7 anni, è stata presentata nel 2016. Abbiamo istituito una cabina di regia che viene seguita dal Capo di gabinetto presso la Presidenza della giunta per dare supporto a tutte le amministrazioni coinvolte. Il tavolo tecnico si è riunito anche questa mattina, i tecnici dell’assessorato e dell’azienda stanno lavorando insieme. Nel giro di qualche mese contiamo che si concluda positivamente l’iter di autorizzazione alla nuova discarica, poi occorrerà preparare il sito. Nel frattempo ci sono altre soluzioni: prima di tutto l’utilizzo delle vasche che assicurano un’autonomia di alcuni mesi. La competenza è del Ministero dell’Ambiente, la Regione ha segnalato l’assoluta priorità della pratica, è stato contattato il Ministro, i tecnici della Regione in continuo contatto con quelli del ministero. L’azienda adesso deve presentare la richiesta per l’utilizzo delle vasche di contenimento, la Regione farà di tutto per farla avere prima del 30 settembre».

Paci, infine, ha ricordato che con le nuove tecnologie i rifiuti possono diventare una risorsa. «Possono essere utilizzati come materie prime. E’ una nuova visione di economia circolare che garantisce allo stesso tempo posti di lavoro e tutela dell’ambiente. Il parere della Giunta alla mozione è favorevole».

In sede di replica il consigliere Cesare Moriconi ha precisato che l’iter per la costruzione della nuova discarica è partito nel 2010. «Non è questo però il problema – ha detto – bene l’impegno della Giunta chiedo però che la prossima settimana venga convocata la Quinta Commissione una ricognizione e una verifica sull’evolversi della situazione».

E’ quindi intervenuto Daniele Cocco (capogruppo Art. 1- Sdp) che ha annunciato il suo voto a favore.

Posta in votazione, la mozione è stata approvata per alzata di mano.

Il Consiglio ha poi iniziato la discussione sulla mozione, presentata dal capogruppo sardista Angelo Carta e sottoscritta anche da altri capigruppo e semplici consiglieri, con cui si sollecita un intervento umanitario a favore dell’indipendentista Doddore Meloni, detenuto nel carcere di Uta da oltre 2 mesi in sciopero della fame e, di conseguenza, in condizioni di salute preoccupanti.

Illustrandone il contenuto, il capogruppo del Pd’Az Angelo Carta ha auspicato l’ampia condivisione del documento, sottolineando che la mozione è animata soltanto da scopi umanitari e si propone di individuare soluzioni dalla detenzione a tutela della salute di Meloni.

Il consigliere Piermario Manca (Pds) ha suggerito di semplificare il testo della mozione concentrandone il dispositivo su contenuti concreti e ricordando che si tratta della vita di una persona che ha lottato per ideali non sempre condivisibili ma è anziano e non mangia da circa 2 mesi.

Il consigliere del Pd Antonio Solinas, premettendo di parlare a titolo personale, ha affermato che è volontà comune non fare il processo alle idee politiche di Meloni e tuttavia, ha precisato, migliaia di cittadini italiani detenuti nelle carceri si trovano oggi nelle sue stesse condizioni. Preannunciando il suo voto contrario, Antonio Solinas ha concluso affermando che non è competenza del Consiglio intervenire su detenuti in carcere per reati comuni.

La consigliera Daniele Forma del Pd ha invece espresso solidarietà umana a Doddore Meloni, pur senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie che lo riguardano né dei suoi convincimenti politici, e comprendendo la difficoltà di separare la sua scelta di lotta politica dalla vicenda personale e dalla decisione estrema di fare lo sciopero della fame. La consigliera, condividendo la preoccupazione dei familiari di Meloni e dei militanti del suo movimento Meris, ha poi preso lo spunto dalla vicenda per suggerire che il Consiglio reintroduca fra le sue competenze quella sui diritti civili.

La consigliera Annamaria Busia del gruppo Misto, favorevole alla mozione, ha messo l’accento sul fatto che l’argomento in questione impone una sorta di mea culpa al Consiglio che non ha nominato il Garante per i diritti del detenuto, figura che avrebbe potuto intervenire a pieno titolo sulla vicenda come su altre. La consigliera si è poi soffermata più in generale sulla situazione della sanità penitenziaria (settore in grande sofferenza) auspicando un momento di riflessione di tutto il Consiglio.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu si è detto favorevole senza alcun dubbio nel sostenere le ragioni che hanno indotto Meloni a fare lo sciopero della fame, aggiungendo che la mozione è mossa da uno spirito umanitario al di sopra di ogni strumentalizzazione politica, e punta ad alleviare per quanto possibile una situazione oggettivamente grave.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di un segnale si solidarietà che non sarebbe giusto negare, di un accorato appello che non interferisce sulla vicenda giudiziaria e non ha carattere politico ma esprime solo vicinanza nei confronti di chi da 2 mesi fa lo sciopero della fame e si trova in precarie condizioni di salute. In altre occasioni, ha ricordato Pittalis, abbiamo espresso solidarietà verso persone che vengono da altri continenti, dobbiamo farlo anche per un sardo, compiendo un gesto nobile.

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci ha precisato che l’Esecutivo non ha una posizione sul problema né competenza ad intervenire su una mozione che, peraltro, è rivolta al presidente del Consiglio. Tuttavia, ha concluso, se fossi un consigliere la voterei.

Il presidente Ganau, non essendoci altri interventi, ha chiesto al capogruppo sardista Angelo Carta, primo firmatario della mozione, di esplicitare la sua posizione in riferimento alle modifiche del testo suggerite dal consigliere Piermario Manca.

Il consigliere Carta, confermando di voler mantenere il documento nel suo testo integrale, ha chiarito che si prefiggeva tre obiettivi: non alimentare un caso politico, non tracciare un profilo della persona, non sconfinare dalle competenze del Consiglio.

Messa ai voti, la mozione è stata approvata.

Dopo lo scrutinio, il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato la convocazione della commissione Sanità per domani alle 10.00 e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo. Successivamente ha tolto la seduta. 

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato i primi 13 articoli del disegno di legge in materia urbanistica ed edilizia.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, ha prestato il giuramento prescritto dalla legge il nuovo assessore dei Lavori pubblici Gianni Balzarini. Quindi il presidente ha annunciato una breve sospensione dei lavori per tenere una conferenza dei capigruppo. Subito dopo, prima di affrontare l’ordine del giorno con l’esame degli articoli e degli emendamenti del Dl n. 408/A – Giunta regionale –“Disposizioni urgenti in materia di urbanistica ed edilizia”, hanno preso la parola diversi consiglieri regionali sull’ordine dei lavori.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha protestato perché la sua precedente sollecitazione rivolta al presidente Francesco Pigliaru per riferire al Consiglio sugli sviluppi della crisi politica è rimasta senza risposta. «L’Aula – ha affermato – non può essere scambiata per luogo in cui tutto può succedere senza chiarezza e trasparenza, ignorando importanti fatti politici che non possiamo lasciare alla ribalta mediatica».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha ricordato invece la drammatica giornata di ieri, quando gravi incendi hanno colpito la Sardegna e in particolare la città di Iglesias, dove sono state evacuate molte case private ed è stato devastato un grande patrimonio pubblico, con conseguenze che avrebbero potuto essere ancora più gravi se il dispositivo dei soccorsi non avesse funzionato con la massima efficienza. «Tuttavia – ha aggiunto Pietro Cocco – ritengo opportuno che l’assessore dell’Ambiente riferisca al Consiglio e, soprattutto, auspico che alla città di Iglesias siano assegnate le risorse necessarie, in tempi brevi e con procedure rapide (anche con la costituzione di apposito fondo) per restituire funzionalità al patrimonio pubblico andato parzialmente distrutto».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è associato alla richiesta formulata da Pietro Cocco ed ha poi sollecitato la commemorazione pubblica dello scomparso leader politico sardo Salvatore Ladu.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha lamentato la crescente difficoltà della quarta commissione di avere una interlocuzione con l’assessore dei Trasporti sul problema dei collegamenti con le isole minori.

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi, «approfittando della presenza del nuovo assessore» Gianni Balzarini ha sollevato il problema del ponte di Oloè, fra Oliena e Dorgali, crollato nel 2013 a causa dell’alluvione in cui perse la vita anche un agente di polizia. «Ora la situazione di quella struttura è indecente – ha protestato Luigi Crisponi – perché strutture non è ancora transitabile con gravi danni per l’agricoltura ed il turismo». Recentemente, ha detto ancora Crisponi, «la prefettura di Nuoro ha disposto la sorveglianza del ponte affidandola all’esercito perché molti continuano a transitarvi a loro rischio e pericolo ma è evidente che non si può restare così sotto scacco per 4 anni, rinviando ancora un intervento che l’assessorato aveva colpevolmente trascurato e che invece non si può più rimandare, esaminando anche soluzioni alternative».

Al termine dell’intervento di Luigi Crisponi, il presidente Gianfranco Ganau, come annunciato, ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che, a parziale modifica dell’ordine del giorno, l’Aula comincerà l’esame delle mozioni 317 (Augusto Cherchi e più)  e 321 (Paolo Truzzu e più) sulla riforma della magistratura onoraria.

Prendendo ancora la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito che, rispetto alla richiesta di riferire al Consiglio sulla crisi politica alla Regione, «non c’è stata risposta e per noi è un rifiuto molto grave ed inspiegabile, reticente, abbiamo almeno il diritto di conoscere le lettere di dimissioni dell’assessore precedente ed il presidente non può nascondersi dietro un dito, anche perché, su questi argomenti, Antonio Pigliaru ha scritto molto e non vorrei che anche questo fosse ignorato».

Il presidente Pigliaru, premettendo di voler svolgere un intervento «per rispetto al Consiglio anche la richiesta non appare particolarmente appropriate come in questo caso”, ha affermato che “tutto è avvenuto nella massima trasparenza sia prima che dopo e se c’è l’esigenza di inoltrare al Consiglio le lettere di Maninchedda lo faremo». «In quelle lettere – ha poi ricordato – ci sono punti di vista diversi e si parla molto anche della fatica del governare, ma tutto è stato portato alla conoscenza dei nostri elettori e della comunità regionale; non trovo quindi appropriata una richiesta di dibattito per dire qualcosa oltre ciò che è stata detto». «Per quanto riguarda i rapporti con Partito dei sardi – ha concluso Francesco Pigliaru – ribadisco che ha confermato il suo interesse a proseguire nella nostra esperienza di governo; per il resto è tutto nelle lettere e dovrei leggerle per intero, non c’è nessuna crisi e non vedo elementi di allarme pur comprendendo che, su questo, le opinioni non possono che essere divergenti».

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione della mozione 317 ed il presidente ha dato la parola al consigliere Augusto Cherchi (Pds) per illustrarne il contenuto.

In apertura Augusto Cherchi ha messo l’accento sul fondamento costituzionale del ruolo della magistratura onoraria e sulla legge del ’98 che, in realtà, è stata applicata con una serie di proroghe che hanno istituzionalizzato una situazione anomala «in cui 5.000 magistrati onorari gestiscono oltre il 50% del carico complessivo dei tribunali, in un quadro normativo di grande precarietà di lavoro, senza riconoscimenti economici e sociale e senza che ti tenga conto delle responsabilità loro affidate». «Lo stesso Consiglio europeo – ha proseguito Cherchi – ha sollecitato l’Italia ad introdurre elementi di protezione sociale come malattia, paternità e maternità, ma legge delega al Governo per l’emanazione di successivi decreti legislativi e l’istituzione della categoria unica dei giudici onorari di pace, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri, non risponde affatto a questa sollecitazione». «Anzi – ha dichiarato Augusto Cherchi – trasforma il lavoro dei magistrati in una sorta di part time solo due volte a settimana ignorando che la vera attività si svolge full time, una scelta irragionevole che ignora tutto il problema della previdenza e determinerà il forte rallentamento di attività giudiziaria». «In definitiva – ha concluso – ritengo che anche la Sardegna debba fare la sua parte per il riconoscimento del pieno diritto dei magistrati onorari alla giusta retribuzione ed alla sicurezza sociale, al fine di garantire sia l’indipendenza della categoria che la ragionevole durata del processo».

Il primo firmatario della mozione 321 Paolo Truzzu (Misto-Fdi), dopo aver condiviso molti punti della mozione del collega Cherchi, ha sostenuto che «la riforma è necessaria per lo stesso Governo anche a fronte della decisioni della Unione europea che ha censurato la precarietà di una professione importantissima ma senza diritti e senza dignità, chiamata anche a garantire più sicurezza al cittadino». «Invece – ha lamentato Truzzu – il Governo ha fatto una riforma peggiorativa che cristallizza la precarietà ed affida ai magistrati onorari competenze maggiori senza giusta retribuzione, con un rapporto part time privo di tutela previdenziale, una fictio iuris perché il progetto sarebbe contraddetto in pochissimo tempo dalla realtà, senza peraltro sollevare l’Italia dalla procedura di infrazione europea». «Il nostro dovere – ha concluso – è quello di riaffermare con forza il concetto della giusta retribuzione, cambiando radicalmente una riforma che rischia di fermare il sistema giustizia a danno dei più deboli, si deve quindi cambiare strada con soluzioni già applicate e presenti nel nostro ordinamento, come la legge 217, per inserire i magistrati onorari fra i dipendenti dello Stato; auspico dunque che anche la Sardegna approvi le mozioni con voto unitario».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha criticato la sottovalutazione del problema della giustizia onoraria, «una protesta giusta in difesa della giustizia di prossimità che incide profondamente sulla vita quotidiana delle persone; non si può lavorare due giorni alla settimana ed è umiliante la stessa idea di una giustizia amministrata part time, perché il giudice, come ricordava Calamandrei, vive notti insonni agitate da incubi e non possiamo  fermare la società perché non funziona la giustizia». «Purtroppo –  ha aggiunto – sulla giustizia si stanno scaricando altre problematiche dimenticando però che anche leggi non funzionano se il sistema non funziona, per cui è necessario che anche la Giunta regionale sarda prenda posizione».

Per il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu «fa bene il Consiglio ad occuparsi di questo problema importantissimo, sia per gli aspetti della lotta al precariato per la dignità del lavoro, sia soprattutto perché stiamo facendo sforzi immani per rendere appetibile il sistema Sardegna anche per gli investitori stranieri e certamente non può esserlo se manca un anello come la giustizia». «Invito perciò il presidente – ha concluso – ad esercitare la necessaria moral suasion presso il Governo, sostenendo l’azione delle 8 Regioni che hanno già deliberato e con le quali dobbiamo lavorare insieme».

Il consigliere Antonio Gaia (Cps), ha detto fra l’altro che «spesso il legislatore dimentica il riferimento alla carta costituzionale, violata palesemente da questa riforma, e dimentica che i magistrati onorari, oltre a smaltire il 50% delle pratiche fanno anche tutto il lavoro sporco istruttorio e di fatto mandano avanti la complessa macchina della giustizia». Gaia, dopo aver ricordato una sua iniziativa per istituire a Cagliari una con camera nazionale di mediazione per le imprese che operano nel Mediterraneo, ha concluso auspicando un ruolo significativo della Sardegna,

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha espresso il suo plauso per l’iniziative del Consiglio di occuparsi del malfunzionamento della giustizia «che si riflette negativamente sulla vita dei cittadini e sul ciclo economico». «Svilire i magistrati onorari e dequalificarli – ha sostenuto – significa fare un danno spaventoso alla comunità, danno provocato anche da una riforma sbagliata che fa un passo avanti e due indietro e non risolve i problemi creando anzi una specie di sotto proletariato intellettuale indegno di un paese civile».

Per l’on. Marco Tedde (Fi) «il tentativo di riforma è inqualificabile ed è sbagliato chiamare magistrati queste figure perché non hanno la dignità e il decoro della funzione giurisdizionale. E non sono nemmeno messi in grado di amministrare la giustizia in modo rapido ed efficace. Le conseguenze sono chiare per tutti gli utenti della giustizia. Questa riforma inciderà in modo danno sono sulla giustizia ed è per questo che chiediamo alla Giunta di portare al governo la voce della nostra preoccupazione».

L’assessore Filippo Spanu ha preso la parola per la Giunta: «Noi riteniamo che gli uffici giudiziari debbano agire al meglio e per questo ci siamo già adoperati sotto il profilo del personale. Ci faremo parte diligente col governo e col Parlamento e lo faremo in raccordo con le altre regioni che stanno esprimendo la nostra stessa posizione».

Per replica l’on. Augusto Cherchi (Pds) si è detto soddisfatto.

Di seguito l’on. Paolo Truzzu (FdI) ha detto che «il rischio della ricaduta, ovvero del peggioramento dei servizi è alto».

La mozione 317 è stata approvata e così la 321. 

L’Aula ha poi affrontato il ddl 408 (disposizioni urgenti in materia di Urbanistica ed edilizia), ripartendo dall’articolo 1, visto che la settimana scorsa era già stato votato il passaggio agli articoli.

Approvato l’articolo 1 “Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n. 23 del 1985 (Opere soggette a permesso di costruire)” con l’emendamento aggiuntivo della Giunta n. 270

Approvato anche l’articolo 2 “Modifiche all’articolo 5 della legge regionale n. 23 del 1985 (Variazioni essenziali) con l’emendamento aggiuntivo 18 (Ruggeri) e l’articolo 3 “Modifiche all’articolo 6 della legge regionale n. 23 del 1985 (Sanzioni per interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali)”.

L’articolo 4 “Varianti in corso d’opera” è stato approvato e l’emendamento 16 di maggioranza (Piero Comandini) relativo alle sagome degli edifici vincolati o meno è stato illustrato dal primo estensore ma poi ritirato.

Approvato anche l’articolo 5 “Modifiche all’articolo 10 bis della legge regionale n. 23 del 1985 (Opere soggette a Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA))”. L’emendamento 264 (Comandini e più) con lo scopo di snellire il lavoro degli uffici è stato discusso ma poi ritirato con l’invito «rivolto alla Giunta di modificare la Scia inserendo le opere non essenziali».

Sull’articolo 6 “Modifiche all’articolo 11della legge regionale n. 23 del 1985 (Mutamenti della destinazione d’uso)” l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha annunciato la richiesta di voto segreto sugli emendamenti 274 (Pietro Pittalis) e 273 (Piero Comandini). 

Il primo (soppressivo del comma 3 dell’articolo 6) è stato approvato con 27 favorevoli e 24 contrari.

L’emendamento 273 (servizi connessi alla residenza) è stato approvato con 29 favorevoli e 22 contrari.

L’on. Piero Comandini (Pd) ha illustrato l’emendamento 275, che tende ad evitare che i Consigli comunali debba riesaminare una seconda volta i piani attuativi in caso di mutamento della destinazione d’uso. Contrario l’assessore Cristiano Erriu, che ha invitato al ritiro. L’invito è stato accolto.

Il testo dell’articolo 6 è stato approvato e anche l’emendamento 301 all’emendamento 19 (immobili a destinazione strettamente sportiva).

Approvato anche l’articolo 7 “Modifiche all’articolo 14 della legge regionale n. 23 del 1985 (Opere eseguite in assenza di SCIA)”.

Anche all’articolo 8 “Modifiche all’articolo 15 della legge regionale n. 23 del 1985 (Interventi di edilizia libera)” sono stati presentati emendamenti poi non approvati o ritirati. Così l’articolo 8 è stato approvato insieme all’emendamento aggiuntivo 261 a firma Valter Piscedda (PD) sulla capacità ricettiva.

Sull’articolo 9 “Modifiche all’articolo 15 quater della legge regionale n. 23 del 1985 (Parcheggi privati)” approvato l’emendamento 263 (Tendas) sulle prescrizioni su immobili in zona urbanistica A e vincolati. Approvato anche l’emendamento 296 (Pierfranco Zanchetta) sul limite massimo dei metri cubi, elevato da 210 a 300.

L’Aula ha poi licenziato l’articolo 10 “Modifiche all’articolo 16 della legge regionale n. 23 del 1985 (Accertamento di conformità)” e il 10 bis “Incentivazione degli interventi di riuso del patrimonio edilizio dismesso e per l’efficientamento energetico”  on l’emendamento aggiuntivo 20 (Luigi Ruggeri) sui “consorzi dei proprietari di aree libere e fabbricati”.

Approvato l’articolo 11 “Modifiche all’articolo 10 bis della legge regionale n. 45 del 1989 (Piano paesaggistico regionale: tutela delle zone di rilevante interesse paesistico ambientale)” e l’articolo 12 “Modifiche all’articolo 20 della legge regionale n. 45 del 1989 (Formazione, adozione e approvazione del piano urbanistico comunale e intercomunale)” con l’emendamento aggiuntivo 21 (poi emendato ulteriormente) e 262 (emendamento al 303).

Sull’articolo 13 “Piano di utilizzo dei litorali (PUL)”  lunga discussione sull’emendamento 304. Il tema è stato introdotto dall’assessore Cristiano Erriu, che ha detto: «E’ necessario introdurre una norma che distingue le tipologie delle strutture a servizio della balneazione come le corsie di lancio per il kite surf». Anche l’on. Antonello Peru (FI) ha preso la parola per dire che «l’emendamento della commissione urbanistica è finalizzato a far vivere per dodici mesi i litorali urbani»”. Sulla stessa posizione l’on. Roberto Desini (PDS), che ha ricordato il suo impegno e quello del collega Salvatore Demontis in commissione per l’approvazione della norma a favore della spiaggia di Platamona.

Anche l’on. Salvatore Demontis ha parlato di «ottima soluzione per il litorale metropolitano, così frequentato tutto l’anno».

L’emendamento 304 è stato dunque approvato insieme all’articolo 13.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’articolo 13 bis “Osservatorio regionale per l’urbanistica e l’edilizia”.

Sentiti i pareri della Commissione e della Giunta sugli emendamenti, il presidente ha comunicato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali presentati dall’opposizione. Il Consiglio ha quindi approvato il testo dell’articolo per alzata di mano.

Ritirati anche gli emendamenti all’articolo 13 ter “Commissione permanente sulle problematiche edilizie e urbanistiche della disabilità” che è stato rapidamente approvato dall’Aula.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dichiarato conclusa la seduta.

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Il Consiglio regionale ha approvato la discussione generale sul disegno di legge su urbanistica ed edilizia.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 408/A – Giunta regionale – “Disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia. Modifiche alla legge regionale n. 23 del 1985, alla legge regionale n. 45 del 1989, alla legge regionale n. 8 del 2015, alla legge regionale n. 22 del 1984, alla legge regionale n. 28 del 1998 e alla legge regionale n. 24 del 2016″.

Prima di avviare la discussione, il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha richiamato l’attenzione del Consiglio sull’iniziativa degli operai Ottana, da oggi in presidio permanente nel sito industriale. «Il 21 aprile scorso – ha ricordato Daniele Cocco – il Consiglio ha approvato all’unanimità una mozione che purtroppo non ha avuto seguito, soprattutto con riferimento al lavoro di un tavolo tecnico presso il ministero dello Sviluppo economico che doveva individuare nuove soluzioni; su questo chiediamo risposte all’assessore dell’Industria».

Il presidente Gianfranco Ganau ha assicurato che la questione sarà sottoposta all’assessore competente. Subito dopo ha dato la parola al relatore del disegno di legge 408 Antonio Solinas (Pd) per illustrare il provvedimento.

Antonio Solinas ha sottolineato in apertura che la legge «pone mano ad una situazione che riguarda molti settori ma in particolare realizza l’adeguamento di diverse leggi regionali, a partire dalla 23 dell’85, e la sburocratizzazione di un complesso di norme». «In commissione – ha proseguito Solinas – si sono svolte molte audizioni e sono state recepite alcune osservazioni come per esempio quella sull’allargamento dell’osservatorio regionale su urbanistica ed edilizia». «Per quanto riguarda il testo – ha aggiunto Antonio Solinas – ci sono differenze formali fra quello della Giunta e quello della commissione ma sul piano sostanziale i concetti di fondo sono simili e c’è stata condivisione sia su alcune novità come quella dei litorali metropolitani che sullo stralcio della materia degli usi civici su cui auspichiamo un intervento del Consiglio».  Si è trattato di un lavoro utile, ha concluso il vice presidente della commissione Governo del territorio, «cui ha contribuito positivamente anche la minoranza, una solida base di lavoro anche per la successiva legge urbanistica».

Il primo intervento della discussione generale è stato quello del consigliere del Pd Salvatore Demontis, che ha parlato di «un buon disegno di legge che va in direzione della semplificazione nella complessa materia edilizia, proseguendo un percorso già avviato con i procedimenti amministrativi introducendo la comunicazione di inizio lavori,  segno di un approccio nuovo della pubblica amministrazione che si fida del cittadino». «La legge – ha poi sostenuto – contiene una disciplina più snella di variazioni essenziali cui sono agganciate sanzioni, maggiori tolleranze su alcune difformità, gli insediamenti nell’agro e le varianti in corso d’opera, oltre ad una buona novità sul cosiddetto litorale metropolitano proposta dal collega Antonello Peru che ha consentito una configurazione nuova per un litorale strettamente connesso ad un retroterra importante, come quello di Sassari».

Il vice capogruppo di Forza Italia, Marco Tedde, ha richiamato il recente incontro del Pd sulla legge urbanistica per affermare che in quella sede «è stata pesantemente censurata la legge che oggi discutiamo soprattutto per trovare un nuovo equilibrio fra la normativa regionale con quella nazionale; un lavoro che riesce a metà, anche se contiene spunti interessanti che  regolano in modo migliore una vasta area di interessi economici e sociali, pubblici e privati». Marco Tedde ha poi fornito alcuni numeri sul settore edilizio in Sardegna, «che rappresenta l’11% del pil, il 42% dei lavoratori dell’industria e la maggioranza degli occupati, numeri che dimostrano quella necessità di attenzione che il centro sinistra non ha saputo assicurare». Anzi, i risultati concreti del governo regionale sono tutti di segno negativo: «In questi anni sono stati persi 29.000 posti di lavoro (quasi il 50% degli addetti) e sono uscite dal mercato 2500, un disastro con l’unica eccezione del nostro “Piano casa”, poi stravolto e reso sterile dalla maggioranza, con una perdita ulteriore di posti di lavoro e di aziende esclude dal ciclo produttivo». Marco Tedde, infine, ha messo in evidenza l’inadeguatezza dell’azione di governo del centro sinistra, ricordando le enormi difficoltà delle graduatorie «collegate al bando della legge 29 sui centri storici che ha fatto registrate la spesa di appena 1.5 milioni sui 20 disponibili: questo è il vero resoconto di 40 mesi di governo del centro sinistra in cui la maggioranza è rimasta bloccata dalle sue divisioni interne fra visioni opposte, un dato preoccupante anche per l’opposizione».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha affermato che, sul piano generale, «la discussione di temi come l’urbanistica presuppone che le norme vadano inquadrate nella visione complessiva del Piano paesaggistico regionale, strumento di tutela del paesaggio come bene comune contro ogni tentativo di speculazione, che conserva la sua validità nonostante il tempo trascorso». Si tratta di uno strumento che, secondo Usula, «può essere sottoposto a qualche adeguamento ma resta comunque gerarchicamente sovra ordinato, come ribadito sia dalla giurisprudenza che da una recente sentenza della Corte costituzionale». «Per quanto riguarda la valutazione sull’operato del governo regionale in materia – ha continuato Emilio Usula – ci saremmo aspettati la messa in sicurezza del Ppr come dichiarato in campagna elettorale, con l’impegno di aiutare i Comuni ad adeguare i Puc al Ppr lasciando ad essi buoni margini di autonomia; nulla però è stato fatto, i Puc approvati sono appena una decina e non è stato fatto niente per le zone interne, riaprendo invece una profonda ferita nella società sarda discutendo di queste cose fuori dal Consiglio e, all’interno, con un modo di procedere molto particolare, prima con questo testo e poi con un altro, due leggi che hanno marciato su binari paralleli con una sfasatura temporale, spacchettando la materia e rinviando il cuore del confronto». «Una situazione – ha detto infine Usula – che alimenta in noi dubbi e sospetti; abbiamo presentato emendamenti correttivi di quelli che per noi sono alcuni pericoli ma vogliamo capire se la legge rimane così com’è perché in questo caso il nostro voto sarà contrario».

Il consigliere Paolo Zedda (Art. 1 – Sdp) ha basato il suo intervento su osservazioni di metodo e di merito. Sotto il primo profilo Zedda ha criticato «la scelta della Giunta di lavorare su due testi, una scelta che lascia perplessi e rende più difficile orientarsi su una materia molto tecnica, così come non convince il titolo di disposizioni urgenti in presenza di un testo organico bloccato da tempo, anche perché lo stesso concetto di urgenza nell’ordinamento regionale è legato solo alla semplificazione di procedure amministrative nazionali». Nel merito, a giudizio di Zedda, «si interviene su diverse leggi con la volontà di operare una semplificazione anche se non ci sono i testi coordinati ed inoltre vengono ammessi alcuni interventi, come parcheggi che non comportino variazioni permanenti dello stato dei luoghi ed altre infrastrutture definite di facile rimozione in contrasto con il Ppr e con la cosidetta legge salva coste, mentre la stessa Corte costituzionale ha detto che tali norme sono sovra ordinate e non possono essere derogate».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato che, nelle intenzioni della maggioranza, «il Dl 408 avrebbe dovuto rappresentare una svolta, soprattutto per disboscare una giungla interpretativa e produrre nuove opportunità per imprese e cittadini in modo chiaro e semplice». «Invece – ha lamentato Rubiu – è l’ennesima scommessa perduta per colpa della ennesime lotte intestine al centro sinistra, è una riforma priva di coraggio che non riesce a dare riposte nuove alla domanda di crescita e sviluppo della Sardegna, è un concentrato di aspettative deluse per motivi ideologici, una legge pastrocchio che confonde ancora di più il quadro normativo, con i Comuni lasciati soli a districarsi nelle interpretazioni, non contiene nessuna apertura per il comparto rurale, turistico e agricolo, è insomma la risposta peggiore per molti giovani che attendevano opportunità di lavoro» L’andamento del settore edilizio della Sardegna ha numeri spaventosi che per l’ennesima vota non hanno trovato nella Regione l’attenzione necessaria, per cui auspichiamo un testo unico che riordini e semplifichi davvero il quadro normativo, eliminando i contenziosi civili e penali che appesantiscono ulteriormente la materia, una testo finalmente libero dalla solita ottica integralista e fondamentalista, a cominciare dall’agro che, secondo noi, deve essere disciplinato con lo schema del lotto funzionale che prescinda dalla superficie del terreno ed accompagni lo sviluppo ordinato di tante aziende sarde».

Per il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino «gli interventi del Consiglio in materia di urbanistica sono purtroppo condizionati da interferenze esterne che cercano di influire sul voto dell’Aula, unico luogo dove si prendono le decisioni». «Le stesse dichiarazioni di Soru sulla stampa – ha ricordato Giuseppe Fasolino – appaiono sorprendenti quando si riferisce all’autonomia dei Comuni ed all’opportunità di approvare i Puc dimenticando però che la colpa di tutto questo è del Ppr voluto dallo stesso Soru. Quello di cui ha bisogno la Sardegna è una legge urbanistica con obiettivi, partendo dal vecchio Piano casa che aveva dato risposte importanti all’economia della Sardegna, ai Comuni, al patrimonio edilizio della Regione, una tendenza contraddetta dal centro sinistra che ha approvato la legge 8 del 2015 con cui si è tornati indietro di anni; ci vuole una riforma non ideologica con obiettivi precisi e regole certe per gli operatori del settore nel massimo rispetto per l’ambiente».

Conclusa la discussione generale, a nome della Giunta, l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha messo l’accento sul fatto che, nel percorso di formazione della legge, «la Giunta ha ascoltato con molta attenzione tutti i soggetti interessati, modificando profondamente un impianto vecchio con regole inefficaci che alla fine producono costi diretti e indiretti senza benefici ma anzi con ingiustizie e ritardi». «Pensiamo di essere riusciti nel compito – ha poi affermato Erriu – anche grazie al lavoro molto utile fatto in commissione, che ha migliorato il testo in alcuni punti, è una legge omnibus molto completa che contiene nuove discipline e nuovi strumenti, è attenta allo sviluppo nella fascia costiera senza deroghe al Ppr, prevede accelerazioni per la formazione dei Puc ed elimina molte criticità nell’agro per quanto riguarda le opere incomplete». «Sono convinto – ha concluso l’assessore – che la discussione in Consiglio consentirà di mettere in evidenza gli enormi benefici della legge per imprese ed amministrazioni locali con effetti economici positivi diretti sul sistema regionale e ritengo che, subito dopo la sua entrata in vigore, arriverà il riconoscimento unanime del mondo dell’impresa e delle professioni».

Dopo l’intervento dell’assessore Cristiano Erriu l’Aula ha approvato il passaggio agli articoli. Poi il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso l’esame della legge e ha dato la parola all’on. Piero Comandini (Pd) che ha illustrato la risoluzione 1 sulla vicenda dei lavoratori sardi del servizio clienti Wind 3.

«Grazie al ruolo svolto anche dal presidente del Consiglio regionale stiamo portando con celerità la risoluzione su questa vertenza, che ha carattere nazionale visto che in Liguria, Sicilia e Lazio ci sono lavoratori  che versano nelle condizioni dei lavoratori sardi – ha detto Piero Comandini -. Dietro una cessione di ramo d’azienda sembra nascondersi un licenziamento di massa in futuro: questa procedura va fermata o, comunque, va governata perché i lavoratori sono costretti a migrare in una terza società che non ha la solidità della precedente. Parliamo di 900 lavoratori in Italia di cui 400 in Sardegna. La stessa crisi, peraltro, riguarda i call center di Tiscali e Amazon, che in futuro potrebbero trovarsi nelle stesse condizioni e con i tagli della retribuzione. Noi vogliamo che il Governo fermi  questa procedura visto che queste società gestiscono reti pubbliche e hanno goduto di contribuzione pubblica.»

Per l’on. Mariano Contu (FI) «non possiamo permetterci una perdita di occupazione di questa portata e il documento elaborato dalla commissione chiede proprio che la Giunta si faccia parte attiva con il ministero dello Sviluppo economico per evitare tutto questo. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia».

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore degli Affari generali, Filippo Spanu: «Il terreno è scivoloso per le implicazioni del Garante delle comunicazioni ma è chiara la dimensione del problema e renderemo conto in Consiglio sulle iniziative assunte».

Per la replica l’assessore Comandini ha detto: «I tempi sono purtroppo ridotti, mi dicono che l’azienda sta offrendo scivoli per liberarsi dei dipendenti. Rischiamo che sia troppo tardi».

La risoluzione è stata approvata all’unanimità.

Sulla mozione 311 (Rubiu e più) dedicata alla situazione della società di servizi Pro service della provincia di Cagliari, l’on. Gianluigi Rubiu ha detto: «Dalla mozione a oggi sono cambiate le regole del gioco e la legge. Pertanto la mozione ha perso di spessore insieme al rischio paventato dalla mozione».

Sul tema ha preso la parola l’assessore Cristiano Erriu, che ha, comunque, ricordato che «uno dei decreti Madia riguarda proprio le società a partecipazione pubblica. Il tema è delicato e nel nostro caso riguarda il limite minimo di fatturato. Se non si raggiunge quello, il decreto legislativo 175  prevede la liquidazione della società e la salvaguardia dei posti di lavoro. Il rappresentante legale della città metropolitana di Cagliari, ovvero il sindaco Massimo Zedda, ha avviato una interlocuzione per raggiungere un accordo di ottimizzazione della Pro service, per garantire servizi e stipendi».

Per l’on. Gianluigi Rubiu, che ha replicato, «la risposta è esaustiva e colgo l’occasione per chiedere al commissario di bloccare i trasferimenti e le trasformazioni in  corso all’ex provincia». La mozione è stata ritirata.

A seguire la mozione Zedda (FI) e più dedicata alle iniziative nella ricorrenza di 90 anni del Nobel ricevuto dalla scrittrice nuorese Grazia Deledda. L’oratrice ha detto: «Ringrazio tutti per la sensibilità su questo tema e chiedo che così come la Camera e il Senato anche il Consiglio regionale debba ricordare l’opera di Grazia Deledda a 90 anni dal Nobel ricevuto. Spetterà al Consiglio un ruolo centrale, anche in azione congiunta con le altre istituzioni. La sua opera deve diventare patrimonio culturale di tutti».

Ha poi preso la parola l’on. Roberto Deriu (Pd), che ha detto: «E’ una mozione quanto mai opportuna e non mi soffermo sul merito ma do alcuni suggerimenti sul coinvolgimento degli studenti. E’ possibile farlo attraverso la programmazione dei collegi dei docenti nell’ambito della autonomia scolastica».

Per l’on. Annamaria Busia (Campo progressista) «è importante che la massima assemblea regionale ricordi l’opera e la testimonianza di vita di questa donna. Grazia Deledda è stata una donna determinata, astuta e spregiudicata. E non per casualità è arrivata al massimo riconoscimento della letteratura». 

Secondo l’on. Emilio Usula (Misto) «tutte le iniziative per valorizzare la nostra conterranea sono meritorie». Della stessa opinione l’on. Michele Cossa (Riformatori) e il collega Luigi Crisponi, che ha chiesto all’assessore Giuseppe Dessena di «rivalorizzare il parco deleddiano, che a oggi sembra essersi concentrato soltanto su Galtellì e non sull’intero territorio nuorese”.

Per il Pds ha preso la parola il capogruppo, on. Gianfranco Congiu, che ha parlato di Grazia Deledda come di «uno dei giganti della cultura internazionale». L’on. Pierfranco Zanchetta ha detto che «un Nobel non si dà a caso e faremmo meglio a ricordarci dei tanti sardi che hanno fatto tanto per la cultura nel mondo».

L’assessore alla Cultura, Giuseppe Dessena, ha condiviso le valutazioni espresse e ha aggiunto: «La Regione si è occupata di Gramsci e della Deledda in questi anni, investendo risorse e attivando le scuole e i Comuni. Per la ricorrenza del Nobel, che fu materialmente consegnato nel 1927, abbiamo presentato alcune iniziative su Grazia Deledda al salone internazionale del libro di Torino di quest’anno. Sabato sarà la giornata dedicata la premio internazionale Grazia Deledda e si terrà a Galtellì. Per le scuole stiamo immaginando un percorso: risorse economiche per celebrare negli istituti  in ogni forma, anche con il teatro, Grazia Deledda. Sul Parco deleddiano a presto metteremo attorno a un tavolo gli amministratori locali per far ripartire l’iniziativa. Stiamo poi chiedendo un incontro sulla scuola al ministro Fedeli e parleremo anche di Grazia Deledda».

La mozione Zedda e più è stata approvata all’unanimità.

A seguire la mozione 251 (Crisponi e più) sulla crisi delle Camere di commercio della Sardegna. L’esponente dei Riformatori ha detto che «le camere di commercio sono destinate per legge ad essere accorpate, con il pretesto del risparmio. In realtà si tratta di un errore e noi chiediamo che la Giunta si opponga al progetto di realizzare una sola Camera di commercio per la Sardegna. Le specificità della nostra isola, la vastità del nostro territorio e la difficoltà dei trasporti interni renderebbero pericolosissima una riforma del genere. Dobbiamo sventare il tentativo di desertificare ulteriormente la Sardegna».

L’assessore degli Affari generali, Filippo Spanu, ha riaffermato l’impegno della Giunta per utilizzare al meglio «il contributo funzionale della camere di commercio per le politiche di sviluppo della Regione» ed ha ricordato il confronto in corso con gli assessorati del Turismo, dell’Industria e del Commercio. «La Giunta regionale – ha dichiarato Filippo Spanu – ha un’idea chiara sulle camere di commercio: le considera una ricchezza».

Nel merito dei temi oggetto della mozione, il responsabile degli Affari generali, ha ripercorso le diverse fasi che caratterizzano il processo di riorganizzazione, non ancora concluso, evidenziando come la proposta formulata da Unioncamere al Governo statale sia carente in alcuni aspetti. Spanu ha quindi ricordato le segnalazioni del presidente Pigliaru, prima al già ministro Guidi e più di recente ai ministri Calenda e Costa, nelle quali si è esplicitata, tra le altre, la richiesta di una deroga per la camera di commercio di Nuoro. «La Camera di commercio di Cagliari – ha spiegato l’assessore – rispetta tutte le caratteristiche richieste per mantenere l’istituzione camerale, Sassari pur non avendo 75mila imprese aderenti è transfrontaliera ed ha il requisito di equilibrio ed efficienza, così come Nuoro che ha dalla sua parte anche le caratteristiche di montana e isolana».

«Per Oristano – ha concluso Filippo Spanu – dovrà essere il territorio ad esprimere la volontà di adesione ad una delle altre camere di commercio dell’Isola».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori), in sede di replica, ha insistito sulla opportunità che sia concesso al territorio di Oristano di poter scegliere l’ente camerale al quale aderire qualora fosse confermata la cancellazione della sede oristanese.

Fermo disappunto per le dichiarazioni rese dall’assessore Spanu è stato espresso invece dal capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni: «La Giunta continua a mostrare un atteggiamento passivo nei confronti del Governo italiano ed è appiattita su questo come sugli altri temi, persino ai vari 1sottosegretari». Attilio Dedoni ha chiesto la difesa dell’ente camerale di Oristano e dunque dell’intero sistema camerale sardo.

Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto (Pd), ha proposto l’inserimento nel testo della mozione di un esplicito riferimento alle tre sedi di Sassari, Cagliari e Nuoro, suscitando la vibrata protesta del consigliere Dedoni.

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato: «Non si salva un territorio affossandone un altro, il Consiglio e la Giunta devono fare battaglia per salvaguardare il sistema camerale sardo nella sua interezza, con le sedi di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari». L’esponente della maggioranza ha quindi mostrato contrarietà alla proposta formulata dal suo collega di gruppo e di partito, Luigi Lotto, ed ha invitato i presentatori a lasciare il testo della mozione inalterato o a inserire tutte e quattro le camere di commercio della Sardegna.

Il consigliere primo firmatario della mozione, Luigi Crisponi (Riformatori), ha dichiarato di voler lasciare inalterato il testo ed il presidente del Consiglio ha posto in votazione la mozione n. 313 che è stata approvata con 50 voti favorevoli su 50 consiglieri partecipanti al voto.

Si è passati, dunque alla discussione della mozione n. 294 ed il primo firmatario, Luca Pizzutto (Art.1-Sdp) ne ha illustrato il contenuto, criticando, a tratti anche duramente, la condotta della società Polar srl, la società  che ha in concessione la cava di argilla bentonitica nel comune di Piscinas.  L’esponente della maggioranza ha evidenziato “l’anomalo comportamento” della ditta che ha fatto ricorso ad una serie di licenziamenti, poi cancellati dalle sentenze del tribunale, ed ha quindi proseguito con una serie di trasferimenti di personale nella sede di Genova. «Polar – ha dichiarato Luca Pizzuto – fa ciò che vuole all’interno dei confini dello stabilimento e non rispetta i lavoratori». Il consigliere di Art. 1 – Sdp ha quindi chiesto spiegazioni sulla compagine societaria, sulle posizioni debitorie, sui mancati pagamenti ai fornitori ed anche ai lavoratori, sul piano industriale della società, riaffermando la necessità di un intervento del Consiglio anche sotto il profilo normativo. «Mi spiego meglio – ha concluso Pizzuto – ipotizzo una legge con procedura d’urgenza per revocare la concessione mineraria alla Polar srl».

Il consigliere di Forza Italia, Mariano Contu, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha proposto la sospensione della discussione della mozione, per dare corso all’audizione in commissione dei vertici della Polar srl, così come da richiesta di questi ultimi. Contro tale eventualità si è espresso il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, («serve un segnale forte del Consiglio regionale contro il modo di operare ed i metodi adottati della società Polar, nonché, in prospettiva  una nuova legge che regoli le concessioni minerarie») ed anche la consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda («bene audizione dell’azienda ma ritengo che sia necessario e urgente pronunciarsi sula situazione che si è venuta a creare nella cava di Piscinas»).

È quindi intervenuta l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, che non ha nascosto le problematicità della vicenda Polar ed ha ripercorso le tappe recenti della concessione di Piscinas, dall’abbandono della società Ssb all’assegnazione alla Poalr srl, confermando la regolarità delle procedure e degli atti («l’attività produttiva è stata sottoposta alla rigida autorizzazione integrata ambientale ed è sotto il controllo anche dell’Asl e dell’Arpas»).

L’assessore ha inoltre confermato il rispetto delle norme in vigore ma si è detta d’accordo al varo di nuove regole per le concessioni minerarie, confermando l’attenzione dell’assessorato dell’Industria per la vertenza Polar.

Il consigliere Pizzuto, in sede di replica, ha ribadito gli scarsi strumenti a disposizione della Regione per arginare comportamenti dannosi come quelli adottati – a suo giudizio – da Polar ed ha confermato la volontà di una procedura d’urgenza per il varo di nuove norme in materia di concessioni minerarie.

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha dichiarato voto favorevole, insieme con il consigliere Udc, Giorgio Oppi, che però si è detto contrario alla procedura d’urgenza («meglio una legge ad hoc»).

Il presidente del Consiglio ha quindi comunicato all’Aula la convocazione, al termine dei lavori, della conferenza dei capigruppo con i lavoratori della Portovesme srl; la convocazione della commissione d’inchiesta sui costi del sistema sanitario alle 17.00, la convocazione delle commissioni Terza e Quarta alle 16.00 e della Quinta commissione alle 16.30. Il presidente Prima di dichiarare conclusa la seduta e di convocare l’Assemblea per martedì 27 giugno alle 10.00, ha posto in votazione la mozione 294 che è stata approvata all’unanimità con 39 favorevoli su 39 votanti.

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Potrebbe arrivare lunedì prossimo o al più tardi martedì 20 giugno il via libera della V Commissione al disegno di legge della Giunta per l’attivazione di una campagna di promozione e comunicazione finalizzata alla destagionalizzazione dei flussi turistici.

Il parlamentino presieduto da Luigi Lotto ha approvato oggi, a maggioranza, l’articolato del provvedimento. Il disegno di legge sarà trasmesso alla commissione Bilancio per il parere finanziario, quindi tornerà in Quinta  per il voto finale.

«E’ nostra intenzione chiedere alla Conferenza dei capigruppo di inserire il disegno di legge all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio – ha detto il presidente Luigi Lotto – un’approvazione rapida consentirebbe di spendere le risorse già per gli ultimi mesi dell’anno apportando benefici all’intero sistema turistico della Sardegna.»

Il provvedimento, illustrato in Commissione dall’assessore al Turismo Barbara Argiolas, stanzia 40,8 milioni per una campagna di promozione da affidare a compagnie aeree e concessionarie di pubblicità dal 2017 al 2020. Nel dettaglio la norma prevede una spesa di 4,8 milioni nel 2017 e 12 milioni per gli anni 2018, 2019 e 2020. Le risorse, attualmente nelle casse dell’assessorato dei Trasporti, saranno trasferite all’assessorato del Turismo. I criteri e le modalità degli interventi saranno stabiliti con una delibera di Giunta entro 30 giorni dall’approvazione.

«Contiamo di definire le linee di indirizzo entro la prima decade di luglio per essere già operativi alla fine di novembre – ha detto l’assessore Argiolas – l’obiettivo è quello di allungare la stagione nei mesi di spalla. Il modello di riferimento è quello adottato dalla Regione Abruzzo che ha avviato una campagna promozionale senza incorrere in procedure di infrazione dell’Unione Europea per gli aiuti di Stato. Noi però dovremo calibrare l’intervento su tre aeroporti e non su un unico scalo come avviene in Abruzzo. La promozione e la comunicazione sono attività strategiche per lo sviluppo turistico e la valorizzazione dei territori.»

D’accordo sulla necessità di destagionalizzare tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione. La minoranza ha però manifestato forti perplessità sulla definizione dei criteri. «Non può essere la Giunta a definire in solitudine le linee di indirizzo – ha detto Marco Tedde (FI) – serve un maggior coinvolgimento del Consiglio. Non possiamo firmare cambiali in bianco. Ci sono aeroporti come quello di Alghero che scontano ancora gli errori del passato». Stesso giudizio da parte di Luigi Crisponi (Riformatori): «Il testo di legge è scarno c’è bisogno di vedere i criteri del bando per dare una valutazione». Su questo punto del disegno di legge l’opposizione ha quindi votato contro, mentre sulle altre parti del disegno di legge si è invece astenuta.

Il presidente Lotto si è detto d’accordo su un coinvolgimento preventivo del Consiglio regionale avanzando una proposta per accelerare i tempi della discussione: «Prima dell’approvazione in Giunta i criteri e le linee di indirizzo possono essere portate in Commissione e valutate insieme all’assessore». Proposta accolta da Barbara Argiolas che ha preso l’impegno di trasmettere al parlamentino tutta la documentazione non appena verrà chiusa la pratica dagli uffici.

Soddisfatti, infine, i consiglieri di maggioranza. Piero Comandini (Pd) ha sottolineato il cambio di rotta introdotto dal disegno di legge rispetto alle operazioni che in passato hanno portato all’apertura della procedura di infrazione della Ue nei confronti della Sardegna per gli aiuti alle low cost: «Non ci sono più contributi a pioggia, le risorse per la promozione e comunicazione verranno distribuite in due modi: una quota fissa e una legata ai risultati. Le compagnie avranno, dunque, una responsabilità diretta e dovranno impegnarsi per incrementare i flussi».

Di provvedimento agile e chiaro ha invece parlato Antonio Gaia (Upc), mentre per Salvatore Demontis il disegno di legge «individua il giusto percorso per promuovere il brand Sardegna. Le risorse dovranno essere ora utilizzate al meglio per ottenere il massimo risultato».

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge che individua gli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha sospeso la seduta per convocare una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, portando al primo punto la proposta di legge n.421/A (Solinas Antonio e più) “Disposizioni urgenti finalizzate all’adeguamento della legislazione regionale al decreto del presidente della Repubblica n.31 del 13 febbraio 2017 – Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura semplificata; modifiche alla legge regionale 28/98”.

Successivamente, ha aggiunto, saranno esaminate le mozioni 302 (Cocco Daniele e più) sulla crisi industriale del polo di Ottana, la 293 (Rubiu e più) sulla situazione dei trapianti in Sardegna, la 298 (Dedoni e più) sulla fornitura di ausili e protesi da parte del servizio sanitario regionale e la 261 (Tedde e più) sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale. Saranno rinviate ad altra data, ha concluso Ganau, la 239 (Rubiu e più) sulle servitù militari per l’indisponibilità del presidente Pigliaru a partecipare alla seduta e la 136 (Sale e più) sulla legalizzazione della cannabis.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha preso atto dell’indisponibilità del presidente Pigliaru, sottolineando però che «l’argomento va trattato con estrema urgenza e quindi inserito all’ordine del giorno della prima seduta utile per la necessaria discussione sul programma di implementazione della base di Teulada».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, associandosi alle considerazioni di Rubiu, ha richiamato l’attenzione del Consiglio su un ordine del giorno approvato nel 2014 ed ormai superato, per cui «occorre riprendere dialogo con il ministero della Difesa sia per ridurre il carico di fuoco del territorio che, soprattutto, per sollecitare la realizzazione di progetti tecnologici che lo stesso ministero sta portando avanti».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha sollecitato l’unificazione della mozione Rubiu con una del Pd, presentata a suo tempo sullo stesso argomento.

Il presidente Ganau, dopo aver assicurato l’accorpamento dei documenti del Consiglio in materia di servitù militari, ha dato la parola al consigliere Antonio Solinas, del Pd, relatore della proposte di legge n. 421/A.

Antonio Solinas ha affermato in apertura che la proposta, approvata dalla quarta commissione all’unanimità, «ha registrato un consenso molto ampio in Consiglio e nella società sarda, fra i cittadini e le imprese, individuando gli interventi esclusi dalla autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata, per cui è opportuno approvarla quanto prima anche in vista della legge di manutenzione e di quella organica, sempre in materia urbanistica». «Il testo – ha aggiunto – riguarda in sostanza piccoli interventi edilizi come ad esempio le opere interne che non alterano la sagoma dell’edificio, i prospetti, le coperture e l’abbattimento delle barriere architettoniche mentre, quelli ammessi alla procedura semplificata, consistono in incrementi volumetrici non superiori a 10% od interventi di adeguamento alle misure antisismiche».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è dichiarato d’accordo con lo spirito del provvedimento osservando peraltro «che poteva anche non essere oggetto di legge regionale perché quella nazionale si poteva applicare direttamente, ma comunque è sempre meglio precisare per evitare di innescare interpretazioni difformi da parte degli uffici tecnici comunali». «Positiva – ha detto Pittalis – anche la semplificazione che cancella inutili lungaggini per interventi di piccola entità; l’auspicio è che questa legge sia una buona premessa per la prossima legge urbanistica perché attualmente la Sardegna ha una normativa che immobilizza tutto il sistema ed ostacola lo sviluppo del settore edilizio e dell’economia della Sardegna».

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha condiviso il testo della commissione che era inserito, in un primo momento, nel testo della legge di manutenzione. «Con questo provvedimento – ha proseguito – si recepisce regolamento entrato in vigore in tutta Italia dallo scorso mese di aprile e va ricordato che il decreto di riferimento, all’art. 13, prevedeva l’adozione di una norma ad hoc nelle Regioni speciali». «Stiamo intervenendo su una casistica molto ampia – ha detto ancora Erriu – che comprende oltre 70 procedimenti e dimezza la tempistica; uno strumento di semplificazione utile importante ed atteso che condividiamo».

Per dichiarazione di voto il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha annunciato il voto favorevole del gruppo, anche perché «si supera una fase di incertezza determinata dagli uffici regionali che hanno comunicato ai Comuni il blocco di tutte le pratiche su paesaggistiche». «Piuttosto – ha aggiunto Marco Tedde – resta sullo sfondo una normativa regionale inadeguata, la recente legge edilizia non ha funzionato ed anzi ha creato problemi; paradossalmente il nostro Piano casa della legislatura precedente, che il centro sinistra si è ostinato a non prorogare, è ancora oggi più nuovo della vostra nuova legge ancora in gestazione, mentre quella urbanistica è ancora in alto mare». «Su questo noi siamo molto critici e non da oggi – ha concluso Tedde – perché la maggioranza non ha mostrato coraggio, non è attenta alle ragioni della produzione e nemmeno alla stessa tutela dell’ambiente».

Subito dopo il Consiglio ha approvato gli articoli ed il testo della legge, all’unanimità, con 42 voti.

Successivamente l’Aula ha iniziato l’esame della mozione n. 302 sulla crisi industriale di Ottana ed il presidente ha dato la parola al consigliere di Articolo 1-Sinistra democrazia e Progresso Daniele Cocco, per illustrarne il contenuto.

Daniele Cocco, dopo aver ringraziato tutti i capigruppo del Consiglio per l’attenzione sulla vicenda e gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras e del Lavoro Virginia Mura per la grandissima disponibilità, ha espresso preoccupazione «per la gravissima situazione di sofferenza economica ed occupazione della Sardegna centrale dove la complessità delle tante vertenze aperte non fanno ancora intravedere il rilancio di quell’area, con gravi ricadute su imprese, indotto e lavoratori, molti dei quali legati ad ammortizzatori ormai in scadenza». Il problema di Ottana, ha detto ancora Cocco, «è sostanzialmente legato a quello della centrale elettrica sul cui rilancio ruotano altre iniziative come il centro di stoccaggio del gas (gnl), il polietilene e l’impianto di Eni Versalis, impianti in larga parte fermi e con poca manutenzione, mentre avanza il dramma di centinaia di famiglie in cassa integrazione che vedono sempre più vicino licenziamento». «Rispetto ad un contesto così preoccupante – ha affermato Cocco –è necessario che la Regione, anche attraverso questa mozione, eserciti una forte pressione sul governo per accelerare rilancio dell’area di Ottana proteggendo nel frattempo i lavoratori e riferendo tempestivamente al Consiglio sulle iniziative che saranno attivate». «Chiediamo in altre parole – ha concluso – risposte concerete e riteniamo che, sotto questo profilo, che la vertenza debba essere trasferita alla presidenza del Consiglio dei ministri e, nello stesso tempo, vogliamo verificare la disponibilità privati e l’esistenza delle condizioni per far ripartire il sistema, mantenendo inoltre l’attenzione molto alta sul problema delle bonifiche».

La consigliera del Pd Daniela Forma, in apertura, ha ricordato che sulla vertenza di Ottana «il Consiglio è intervenuto più volte, così come la Giunta, mantenendo un contatto costante con i sindacati ed attivando un tavolo di confronto Regione-Governo per la proroga della mobilità in deroga a sostegno dei lavoratori». «La vertenza di Ottana – ha aggiunto – ha le sue specificità perché è l’unica della Sardegna centrale dove esistevano impianti di chimica pesante che cerca di ripartire secondo le condizioni del mercato di oggi e del domani; l’unica, inoltre, dove è scomparso, negli anni, il settore tessile con 5.000 posti di lavoro, trasformati in ammortizzatori sociali in perenne scadenza perché tessuto economico locale non riesce ad assorbirli». In definitiva, a giudizio della Forma, «occorre superare un pesante gap infrastrutturale, su cui incidono anche i costi dei servizi e la marginalità delle zone interne, che devono spingerci ad inquadrare il problema in una visione complessiva di un territorio in grande sofferenza, che potrebbe concretizzarsi anche in una politica fiscale speciale per uscire dall’assistenzialismo».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ha sottolineato che «quella di Ottana è una vertenza della Sardegna che appartiene a tutta la comunità regionale, che rappresenta la speranza di un territorio dove ci sono ancora imprenditori». Ogni progetto di rilancio, ha ricordato la Zedda, «ruota attorno alla riconversione della centrale energetica che oggi potrebbe essere rilanciata positivamente dalla realizzazione del deposito gpl di Oristano ma la questione più importante è che manca una presenza incisiva del Governo nazionale». La nostra è una battaglia comune, ha ricordato la consigliera, «e per questo dobbiamo intervenire in modo forte sul Governo per attirare ulteriori investimenti ma le istituzioni regionali si devono muovere, anche per non ripetere gli errori un passato caratterizzato dal saccheggio improduttivo di fondi pubblici».

Dopo l’on. Zedda ha preso la parola l’on. Usula (Rossomori), secondo cui «questa è una mozione quanto mai opportuna. Ribadiamo che siamo consapevoli dello stato di preoccupazione dei lavoratori e delle famiglie di Ottana. Questa mozione non deve essere un passo liturgico ma un atto di impegno politico solenne per tutti noi. Dobbiamo pretendere certezze sulle opere di bonifica e sulle infrastrutture nuove di Ottana, dalla banda larga alla rete del gas, dalle ferrovie alle strade. Esistono imprenditori sani, non rapaci e disinteressati ai lavoratori, che voglia rilanciare il settore agroalimentare. Ottana potrebbe diventare un polo di attrazione per imprenditori così».

Per i Riformatori sardi l’on. Luigi Crisponi ha detto: «Purtroppo, spesso ci occupiamo di crisi industriale ma quando si parla di Ottana c’è sempre un brivido che corre dietro la schiena. E’ il territorio più martoriato e povero di tutta l’Isola. Ma perché Ottana non è stata inserita nell’elenco delle aree industriali più complesse? Ci preoccupa molto il silenzio su questi temi e sul sistema energetico della Sardegna».

L’on. Stefano Tunis è intervenuto per Forza Italia e ha affermato: «Cominciamo a distinguere i filantropi e a contare le risorse pubbliche che sono state impiegate a Ottana. E’ un conto salatissimo quello pagato per uno stabilimento chiuso a Ottana. Fatta salva la buona fede di chi ha fatto l’assessore sino a oggi, è accanimento terapeutico destinare ancora risorse pubbliche. Non parlerò di nulla che serva a puntare il dito contro qualcuno ma dobbiamo riconoscere che i player di oggi a Ottana hanno evidenti limiti. Chiedo dunque questo: che questa mozione, intelligente e condivisibile per il rilancio del territorio, sia integrata con qualcosa di nuovo e non sia un ennesimo riempirci la bocca di parole».

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha esordito dicendo: «Per trent’anni qualche risultato di crescita e di sviluppo il territorio lo ha ottenuto ma ormai negli ultimi anni la situazione è precipitata. Le responsabilità sono di tutti e dobbiamo tutti cercare uno sbocco per non lavarci la coscienza con una mozione. Ci sono iniziative che vanno accelerate. Certo ,la costruzione della dorsale del gas può dare una speranza: è arrivato il tempo che la Giunta e il Consiglio abbiano un confronto duro e forte, rispettoso ma deciso, con il Governo nazionale. Se non risolviamo il problema della Sardegna centrale stiamo creando problemi anche agli altri territori: servono incentivi fiscali per tutta la durata dell’investimento. Basta con i contributi a fondo perduto, che non generano sviluppo stabile».

Il sardista Angelo Carta è intervenuto per dire che“i sindacati hanno in corso una discussione su quale debba essere l’industria giusta oggi per Ottana”. A 48 anni dalla Commissione Medici «dobbiamo dare questa risposta, salvando prima di tutto quello che può dare davvero posti di lavoro da subito, come Ottana energia e Ottana polimeri. Ma dopo tutto questo è chiaro che ci deve essere un impegno ulteriore, che passa per l’agroindustria e la zootecnia. Non bastano i governi locali dei Comuni. Alitalia ha ingoiato otto miliardi in questi anni: per noi Ottana vale quello che Alitalia vale per lo Stato italiano perché è un simbolo di una Sardegna che non trova pace».

Per l’Udc l’on. Rubiu ha detto: «Chiediamo che la Sardegna incida soprattutto con il governo perché si trovino le soluzioni con il riconoscimento dello stato di crisi complessa, pensando soprattutto a una riconversione che salvi i livelli dell’occupazione. E può essere l’agroindustria il settore sul quale puntare. Mi viene da sorridere però per le misure straordinarie che vengono proposte: i capannoni di Ottana a un euro dopo le case di Ollolai ad un euro. Finirà che venderemo anche i nostri ospedali a un euro».

L’on. Congiu (Pds) ha esordito con l’indicazione dei contributi a favore degli imprenditori che volessero insediarsi a Ottana, secondo il bando di Invitalia pubblicato il 4 aprile. «Dal 16 dicembre 2016 Ottana è già inserita nelle aree di crisi non complesse  e l’offerta dei capannoni a un euro ha un senso. Vorrei capire con l’assessorato all’Industria se grazie al bando Invitalia ci sono richieste di insediamento di imprenditori a Ottana. Leggiamo di joint venture tra Sarroch e Versalis di Ottana ma non sappiamo di più».

L’on. Gaetano Ledda (Misto) ha esordito: «Sappiamo tutti quanto inquinamento c’è stato a Ottana e anche io provo  i brividi sulla schiena. Ripongo poca speranza nella chimica e sappiamo che il rilancio è legato alla sopravvivenza della centrale elettrica. La Regione ha buttato soldi e  li ha dati a imprenditori continentali che hanno costruito scatole vuote e se ne sono andati: non controlliamo mai i soldi che diamo. Abbiamo un’azienda a Ottana pronta ad assumere 50 operai investendo 40 milioni di euro ma la Regione deve svolgere il suo ruolo predisponendo il contratto di investimento, che deve essere pronto prima dell’estate».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha detto che «l’Aula sembra sottovalutare l’importanza dell’argomento. Il 3 maggio 2016 ci fu l’incontro istituzionale col presidente  Pigliaru proprio sul futuro di Ottana. Ricordo il pomposo comunicato dell’ufficio stampa della Giunta: a oggi nulla è cambiato, se non in peggio.  Assessore, il problema è che da sempre questa vertenza è stata considerata una vicenda locale. Non lasciamo soli gli amministratori di quest’area, persone che quotidianamente ci mettono la faccia. Non possiamo continuare con le attese, con i tavoli tecnici e quelli politici».

L’assessore Maria Grazia Piras (Industria) è intervenuta per la Giunta e ha detto che «l’attenzione su Ottana è sempre stata massima, anche nei rapporti con la presidenza del Consiglio dei ministri. Abbiamo avuto spesso rapporti tesi con Terna e sono arrivati anche risultati come la proroga del regime di essenzialità per il 2014 e il 2015 di cui ha beneficiato anche la centrale di Ottana. Sul livello strategico abbiamo promosso le interlocuzioni con il Mise e con Terna, per le modalità di una continuità operativa: ci vuole di più e stiamo chiedendo proprio alla Presidenza del Consiglio per un tavolo che punti comunque alla riconversione del polo energetico di Ottana». Sul tema della metanizzazione della Sardegna, l’assessore Piras ha detto: «Nel Patto per la Sardegna abbiamo il fondamento del progetto di metanizzazione della nostra isola. E’ evidente che senza imprenditori che parlino lingue chiare l’impresa non può andare avanti: spetta a loro dire quali sono i progetti che intendono realizzare a Ottana e la Regione starà ad ascoltarli. Gli strumenti di aiuto ci sono, come il bando Invitalia che da subito dà risorse a fondo perduto e agevolazioni fiscali. Intanto, abbiamo chiesto specificamente a Invitalia di poter accedere ai finanziamenti che stanziano complessivamente 40 milioni di euro al livello nazionale».

Sempre per la Giunta l’assessore Virginia Mura (Lavoro) ha detto: «Sugli ammortizzatori sociali in deroga richiesti per i lavoratori dobbiamo purtroppo far presente che esiste un divieto di legge dal 2014. Per questo non è stato aperto lo sportello nel 2015 non solo per i lavoratori del tessile. Cosa siamo riusciti a fare, anche grazie al lavoro dei nostri parlamentari sardi in Senato? Siamo riusciti a ottenere la rimodulazione di risorse ancora disponibili e abbiamo aperto uno sportello a dicembre scorso per i lavoratori che hanno concluso il periodo di sostegno della legge 223 nel 2016. Prendo l’impegno per i 90 lavoratori del settore tessile, apriremo uno sportello per le domande on line che ovviamente andrà a favore di tutti i lavoratori che si trovano in quelle condizioni, non solo di quelli del Nuorese».

Dopo gli interventi della Giunta, l’on. Daniele Cocco (MDP) ha chiesto una breve sospensione dei lavori con lo scopo di emendare con gli spunti emersi dal dibattito il testo della mozione. Il presidente Ganau ha disposto una sospensione breve.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha dato la parola al capogruppo di Sdp Daniele Cocco che ha annunciato la presentazione di alcune integrazioni dal testo della mozione.

Cocco ha quindi presentato un emendamento orale che modifica la parte finale del documento. Il nuovo testo chiede un impegno della Giunta a promuover in tempi rapidi un incontro urgente con la Presidenza dei ministri per l’esame della situazione complessiva del sito industriale di Ottana.

«Obiettivo dell’iniziativa consiliare – ha detto Cocco – è quello di arrivare a un rilancio del polo industriale di Ottana attraverso la ricomposizione della filiera della chimica e la riconversione della centrale energetica. Occorre inoltre presentare un’istanza formale per far dichiarare Ottana sito di interesse nazionale, passaggio che renderebbe obbligatorie le bonifiche». Su quest’ultimo punto, Cocco ha inoltre sollecitato la Giunta a sostenere il Comune di Ottana nella causa amministrativa promossa presso il Tar con la quale si richiede la bonifica delle aree dismesse dalla società Montefibre.

Il presidente Ganau ha quindi messo ai voti la mozione che è stata approvata all’unanimità.

L’aula è quindi passata successivo punto dell’ordine del giorno: una mozione e un’interpellanza sulla situazione dei trapianti in Sardegna e sull’adeguamento delle provvidenze a favore dei trapiantati illustrate dal primo firmatario Gianluigi Rubiu (Udc).

Nel suo intervento, Rubiu ha messo in luce le difficoltà attraversate dal Centro Trapianti della Sardegna che ha visto una contrazione degli interventi nel 2015 per poi riprendersi nel 2016.

«C’è la necessità di garantire un livello adeguato e costante di trapianti in modo da evitare ai pazienti più gravi lunghi e dispendiosi viaggi nella Penisola per farsi operare – ha detto Rubiu – occorre poi intervenire per modificare l’attuale normativa in modo da garantire parità di trattamento a tutti i pazienti.»

Gianluigi Rubiu ha quindi manifestato l’esigenza di promuovere in Sardegna la cultura della donazione, attraverso un’attività rivolta soprattutto alle scuole e ha chiesto chiarimenti sulla gestione del Centro regionale dei Trapianti e sulle modalità di erogazione dei rimborsi ai trapiantati chiedendo una rivisitazione delle leggi di settore.

L’assessore alla Sanità Luigi Arru, rispondendo alle sollecitazioni contenute nella mozione, ha illustrato la situazione della Rete regionale dei trapianti. «Il sistema sanitario – ha detto Arru – è oggetto di una profonda ristrutturazione che coinvolgerà anche il Centro regionale dei Trapianti. Ristrutturazione che inevitabilmente ha creato qualche difficoltà ma, nonostante tutto, nel 2016 sono stati ottenuti buoni risultati con 98 organi trapiantati. Un successo ottenuto grazie all’impegno di tutti coloro che operano negli ospedali sede delle donazioni e nei Centri Trapianto».

Arru ha poi convenuto con il firmatario della mozione sulla necessità di promuovere la cultura della donazione e si è detto d’accordo sulle azioni di sensibilizzazione delle giovani generazioni attraverso attività mirate nelle scuole.

L’assessore si è quindi soffermato sulla situazione del Centro regionale dei trapianti. «Il Sistema regionale ha bisogno di una profonda riorganizzazione – ha sottolineato Arru – la Giunta sta lavorando in questa direzione. Fino al 2015 il Centro era diretto dal prof. Carcassi con un impegno part time e a titolo gratuito. A seguito delle sue dimissioni si è presentato il problema della individuazione del nuovo coordinatore attraverso le nuove procedure di legge. Oggi questa figura può essere parificata al direttore di una struttura complessa. La proposta di riorganizzazione ha determinato un allungamento dei tempi, ma arriveremo presto a una soluzione. L’Ats avrà il compito di dare una risposta. A breve risolveremo il problema del responsabile del Centro di coordinamento trapianti. Tra i suoi compiti ci sarà anche quello di promuovere la cultura della donazione».

Luigi Arru si è poi detto d’accordo sulla necessità di procedere a una rivisitazione delle leggi di settore che regolano le provvidenze a favore dei trapiantati. «Il riordino delle leggi di settore è stato previsto già dall’art. 48 della L.R. 23/2005 – ha detto l’assessore – attualmente non tutte le situazioni vengono trattate allo stesso modo, occorre intervenire attraverso l’applicazione dell’ISEE e ridefinendo i limiti di reddito, la misura dei benefici, i criteri di riconoscimento delle provvidenze e dei rimborsi spese, attraverso principi di equità e omogeneità in relazione alle condizioni di bisogno accertate. Serve uno sforzo da parte di tutti, è una misura di welfare, non si possono creare discriminazioni».

In sede di replica il consigliere Gianluigi Rubiu ha auspicato il massimo sforzo da parte della Regione per venire incontro alle necessità dei trapiantati. «Non possiamo più fidarci delle sole leggi di settore, c’è bisogno di un restyling complessivo della normativa. La questione dei trapiantati è un argomento che riguarda tutti. Propongo per questo l’approvazione di un ordine del giorno unitario».

E’ poi intervenuta la consigliera Daniela Forma che, in sintonia con il primo firmatario della mozione, ha manifestato apprezzamento per la proposta di promuovere la cultura della donazioni: «E’ un elemento rilevante su cui lavorare. E’ giusto che la Giunta si spenda in prima linea – ha detto Forma – su questo fronte occorre cercare sinergie con gli enti locali. I comuni potrebbero registrare la volontà  dei cittadini di donare gli organi al momento del rinnovo delle carte d’identità». Daniela Forma ha poi affrontato il tema dei sussidi e delle provvidenze ai trapiantati: «La legge prevede rimborsi solo per i trapiantati di rene, poi estesa ad altre patologia. E’ necessario oggi fare un passo in avanti. Il Pd è pienamente convinto della necessità di dare corpo alle nuove esigenze».

E’ quindi intervenuto il consigliere Gianluigi Rubiu che ha presentato un ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo. Il documento impegna la Giunta ad adeguare la legge n.11 del 1985, al monitoraggio costante sull’andamento del numero dei trapianti, alla verifica dell’adeguatezza della pianta organica de Centri trapianti e a prevedere un ulteriore stanziamento per le cure odontoiatriche indispensabili per il buon esito dell’intervento dei pazienti in lista d’attesa.

Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione la mozione n. 298 sulle modalità di fornitura di ausili e protesi con spesa a carico del Servizio sanitario regionale

Attilio Dedoni, capogruppo dei riformatori e primo firmatario della mozione, ha in premessa ricordato all’assessore la necessità di dare una risposta alla situazione del Centro per la Sclerosi Multipla dell’ospedale Binaghi. «I dati forniti non tornano, i casi sardi non sono 7.000 ma 9.000. Occorre potenziare il Centro del Binaghi non vogliamo che ci siano altre ipotesi in campo».

Attilio Dedoni si è quindi concentrato sulla mozione in discussione: «Questa mozione nasce dalla necessità di fare chiarezza sulle fornitura di ausili e protesi ai pazienti sardi – ha detto Dedoni – prima gli ospedali si rivolgevano a fornitori e ditte della Sardegna che garantivano un assistenza tecnica in loco. Oggi, con il nuovo sistema di appalto, i fornitori sono in Continent3e. Le protesi e gli ausili vengono spediti e non vi è più la possibilità di rivolgersi a un tecnico. Capita spesso che gli strumenti non siano adatti al paziente e hanno bisogno di essere sistemati».

Secondo Dedoni c’è, dunque, la necessità di intervenire razionalizzando il sistema e contenendo allo stesso tempo i costi. «La nostra priorità deve essere il malato – ha concluso Dedoni – il paziente deve avere la possibilità di ottenere protesi calibrate sulla sua patologia. Le Asl devono vigilare affinché il servizio di manutenzione, rigenerazione e sanificazione degli ausili protesici non degeneri un un semplice riciclo di vecchie forniture in disuso».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, in apertura del suo intervento in sede di replica ha definito “straordinario” il lavoro svolto sul tema della sclerosi multipla in Sardegna ed a proposito dell’ospedale Binaghi ha escluso con nettezza qualsiasi ipotesi di chiusura o ridimensionamento («Il Binaghi non si tocca ed abbiamo concluso una fase di transizione dovuta al pensionamento di tre medici e all’attesa della stipula del documento con l’Università per i ricercatori»). Sulle modalità di fornitura di ausili e protesi l’assessore ha ricordato le precedenti determinazioni in materia, la maggior parte riferite al 2012, ed ha affermato: «Abbiamo colmato il tempo sulle cose non fatte e abbiamo dato disposizioni affinché l’Asl 1 di Sassari potesse procedere per il bando di fornitura superando le modalità adottate in precedenza che erano più costose». «Tracciamo inoltre – ha aggiunto Arru – la fornitura di protesi secondo il sistema disposizione con il Sisar e non entro nel merito della gara d’appalto». L’assessore ha però assicurato puntuali e tempestive verifiche in ordine alle criticità evidenziate nella mozione ed in particolare relativamente ai tempi delle consegne, al numero di tecnici ortopedici, alla sanificazione, alla manutenzione e alla carenza di istruzioni al momento della consegna degli ausili, all’assenza dell’operatore sanitario.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, nella controreplica ha confermato le carenze indicate nella mozione ed ha invitato l’assessore a procedere con le verifiche e «riaprire un ragionamento sulle forniture guardando alle ditte del settore che operano in Sardegna».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato il voto a favore della mozione 289 («i problemi evidenziati nel documento meritano un’attenta verifica e se è il caso efficaci correttivi») seguito dal suo omologo del Psd’Az, Angelo Carta, che ha sottolineato come dall’Ats non siano pervenute indicazioni puntuali sulla spesa complessiva per la fornitura di ausili e protesi.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione la mozione 289 che è stata approvata ed ha concesso la parola al consigliere Marco Tedde (Fi), primo firmatario della mozione 261, sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020. Una mozione, come ha sottolineato Marco Tedde, ormai datata (settembre 2016) ma che ha consentito al presentatore di evidenziare i ritardi con i quali si è proceduto nella pubblicazione dei bandi del Psr («sono passati tre anni e si continua a rinviare») nonché il rischio che le imprese sarde del comparto agricolo siano di fatto private delle opportunità offerte dai fondi comunitari. «Viste le ingenti risorse a disposizione – ha concluso Tedde – chiediamo alla Giunta di colmare il grave ritardo anche attraverso un rafforzamento delle strutture assessoriali interessate e una semplificazione delle procedure».

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha ripercorso l’iter burocratico amministrativo dei bandi del Psr e spiegato le ragioni dei rinvii che hanno interessato alcune misure del Psr ma ha affermato che «entro l’estate tutti i bandi del piano 2014-2020 saranno in pubblicazione». Caria ha inoltre dichiarato che la Regione Sardegna con circa 195 milioni di euro di fondi erogati a partire dal 1 gennaio 2016 è al quarto posto nella specifica graduatoria che vede in testa le province autonome di Trento e Bolzano, seguite dal Veneto. «Le criticità che hanno causato i ritardi – ha concluso l’assessore – non sono imputabili all’assessorato ma alle procedure informatiche utilizzate».

Il consigliere Marco Tedde preso atto delle rassicurazione dell’assessore Caria («lo aspettiamo alla prova dei fatti») e valutato che la mozione 261 si riferiva alla situazione Psr relativa al settembre 2016 ha annunciato il ritiro del documento ed ha però evidenziato la mancata risposta a due interrogazioni sul medesimo argomento presentate dai consiglieri della minoranza.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione dell’Aula al domicilio. 

 

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Al termine di un lungo dibattito sulla vertenza Aias, il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno Cocco Pietro (Pd) e più.

Aperta la seduta, il presidente Ganau, dopo la lettura del processo verbale, ha messo in discussione la mozione n. 297, presentata dalla maggioranza, sulla difficile situazione dei dipendenti dell’Aias (Associazione italiana spastici) e della Fondazione Randazzo da circa otto mesi senza stipendio.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo  sull’ordine dei lavori, ha contestato la procedura con la quale è stato definito l’ordine del giorno dell’Aula.

«Voglio innanzitutto precisare che l’opposizione è favorevole al dibattito sulla situazione dell’Aias ma non è questo il modo giusto di discutere – ha detto Pietro Pittalis – sarebbe stato più utile esaminare prima l’argomento in Commissione in modo da acquisire i dati e sentire tutte le parti in causa: azienda, sindacati e assessorato.»

Il capogruppo azzurro ha poi paventato il rischio che il Consiglio si trasformi in un ring: «Non consentiamo a nessuno di lucrare a danno dei lavoratori – ha aggiunto Pietro Pittalis – l’ordine del giorno è un falso. La Conferenza dei Capigruppo non ha mai deciso di inserire alcuna mozione all’ordine del giorno ma di venire in Aula bypassando il lavoro istruttorio in Commissione. Si elimini la mozione e si faccia un dibattito concordato, altrimenti si viola il regolamento e si rischia di compiere un abuso. Non si può pensare di inserire argomenti a discrezione di chicchessia. Chiediamo che il dibattito sia aperto dall’assessore. La documentazione sull’Aias è arrivata solo oggi alle 12,45. Non abbiamo interessi e privilegi da difendere ma vogliamo salvaguardare i lavoratori e l’azienda. Il dibattito si svolga serenamente senza alchimie. Non ci prestiamo ad assecondare situazioni che inquinano una corretta dialettica tra maggioranza e opposizione».

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «Nella Conferenza dei capigruppo del 3 aprile scorso abbiamo chiesto che la questione venisse affrontata in una seduta pubblica della Commissione Sanità alla quale invitare l’assessore, i sindacati e l’azienda. Ciò che serve è un confronto serio sui dati. La maggioranza ha invece scelto di portare la discussione direttamente in Consiglio. Oggi ci sarà l’assessore a raccontare ma nessuno a controbattere».

Gianluigi Rubiu ha poi contestato i ritardi nell’acquisizione dei dati sui rapporti tra Regione e Aias: «Sono arrivati stamattina alle 12.40, io ne ho preso visione alle 15.00. Ci è stata fornita una montagna di documenti che ha bisogno di essere letta e capita, altrimenti il dibattito è inutile. I lavoratori rischiano di tornare a casa delusi. I problemi dei dipendenti Aias e dei pazienti ci stanno a cuore. Ci interessa però salvare anche l’azienda. Questo non è il modo di procedere, non si opera con l’inganno con una mozione costruita ad arte e presentata il giorno dopo la Conferenza dei capigruppo. Impensabile arrivare oggi a un ordine del giorno unitario».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha confermato le versioni dei colleghi dell’opposizione auspicando però un percorso che consenta di arrivare a una soluzione condivisa. «L’inserimento nell’ordine del giorno della mozione del centrosinistra va contro l’intendimento della Conferenza dei Capigruppo. Sembrerebbe che la maggioranza abbia voluto mandare un messaggio ai lavoratori – ha detto Angelo Carta – qui non c’è nessuno che vuole andare contro i loro diritti, la manovra della maggioranza è un inganno. Qui c’è la volontà di trovare una strada unanime per trovare una soluzione che miri alla salvaguardia dei lavoratori e dell’azienda».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, primo firmatario della mozione, ha respinto le accuse definendo “gravissime” le affermazioni della minoranza. «Vogliamo semplicemente discutere su un argomento serio. Abbiamo pensato di farlo con una mozione, normale strumento per sollecitare un dibattito. Noi volgiamo solo discutere senza la pretesa di avere la verità in tasca».

Pietro Cocco è poi tornato sulla seduta della Conferenza dei capigruppo nella quale si decise di portare in Consiglio la vertenza Aias. «La verità è una sola – ha sottolineato Pietro Cocco – noi abbiamo detto che era necessario aprire un dibattito sul tema, la minoranza chiedeva invece di discuterne in Commissione. Noi abbiamo replicato che la Commissione aveva già affrontato il tema e sentito tutte le parti in causa. Io stesso ho partecipato ad alcune riunioni. Ritenevamo che fosse utile discuterne in Aula, senza fare melina chiedendo all’assessore di venire a riferire in Consiglio. La minoranza ha chiesto di mettere la questione ai voti, la maggioranza ha così deciso di arrivare in Aula. Nonostante ciò, è nostro intendimento discutere serenamente e trovare una via d’uscita. Questa è una situazione che si trascina da anni, non troveremo oggi la soluzione».

A Pietro Cocco ha replicato Alessandra Zedda (Forza Italia): «La minoranza non ha votato alcun documento in Conferenza dei capigruppo. Chiedevamo di fare un lavoro diverso con un’istruttoria in Commissione – ha detto Zedda – l’opposizione non ha votato contro i lavoratori e contro nessuna mozione. Chiedevamo una procedura differente. Anche noi no abbiamo amici o nemici. Chiediamo solo il rispetto delle regole».

Contro la decisione di portare in Aula il dibattito sull’Aias senza un passaggio in Commissione Sanità si è schierato il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni: «Avremmo voluto parlarne serenamente in Commissione dove potevano essere trovate le soluzioni. Noi non vogliamo imbrogliare nessuno, vogliamo sapere la verità e ne chiediamo conto all’assessore. Ormai non si risponde più  ai quesiti che pone un consigliere. E’ ora di farla finita con la difesa di interessi indifendibili. Bisogna pensare prima di tutto ai malati e a chi ha bisogno di essere curato. Occorre capire perché non si pagano gli stipendi, perché un’azienda non viene messa nelle condizioni di pagarli – ha detto Dedoni – non vorrei che qualcuno mirasse a ripetere errori fatti in altre aziende del Sulcis».

Un invito a un dibattito pacato è arrivato dal capogruppo di Sdp Daniele Cocco: «Sono convinto che le proposte di soluzione possano essere condivise da tutti i 60 consiglieri presenti in questa assise – ha detto Cocco – nessuno ha la verità in tasca. Quale occasione migliore di chiedere all’assessore le informazioni che finora non abbiamo avuto. Al centro delle politiche sanitarie devono essere messi prima i pazienti poi i lavoratori e l’Azienda. L’obiettivo è risolvere il problema in modo definitivo, ci sono dipendenti che da 9 mesi non ricevono lo stipendio. Mi auguro che l’assessore possa dare oggi le risposte alle nostre domande».

Secondo Cocco, dunque, non va persa l’occasione per fare chiarezza: «Nessuno è contro nessuno. Il Consiglio non vuole esprimere giudizi, il nostro compito è quello di proporre una soluzione o condividere un percorso che porti a una soluzione – ha concluso il capogruppo di Sdp – l’assessore chiarisca, non buttiamola in caciara questo è un argomento serio, stiamo parlando della vertenza più importante dell’Isola».

Antonio Solinas (Pd) ha difeso il diritto della maggioranza di presentare una sua mozione. «Questo è previsto dal regolamento – ha detto Antonio Solinas – non abbiamo interessi da difendere, non so se questo valga per tutti. Sembra quasi che la minoranza abbia difficoltà, quasi paura a discutere. Nostra preoccupazione è che ci sono lavoratori senza stipendio da nove mesi».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha precisato che in Commissione non c’è mai stato un confronto serio tra le parti in causa. «I dirigenti Aias solo stati sentiti solo una volta».

Giuseppe Fasolino ha contestato la decisione di inserire la mozione all’ordine del giorno. Il presidente Gianfranco Ganau lo ha invitato a limitare il suo intervento sull’ordine dei lavori. Ne è nato un vivace scambio di battute al termine del quale Gianfranco Ganau ha tolto la parola all’esponente della minoranza.

Anche Marco Tedde (Forza Italia) ha contestato l’oggetto dell’ordine del giorno. «La mozione è stata inserita in modo surrettizio. Il documento è stato presentato il giorno dopo la Conferenza dei capigruppo. Noi chiedevamo invece di avere i dati per poter capire la situazione e intervenire in aula con cognizione di causa. Come possiamo interloquire con un assessore che interverrà alla fine del dibattito? Sarebbe meglio sentirlo subito».

Anche Oscar Cherchi (Forza Italia) ha appoggiato la richiesta presentata dai suoi colleghi di partito: «Si elimini la mozione e sentiamo invece la relazione dell’assessore Arru».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis, dopo aver ricordato che ci sarà la discussione di merito, ha affermato che dal punto di vista procedutale «è utile che l’assessore apra il dibattito che poi potremmo concludere con un ordine del giorno unitario; propongo una nuova riunione della conferenza dei capigruppo per riformulare l’ordine del giorno in linea con il sentire comune già espresso dal Consiglio».

Per i Riformatori sardi il consigliere Michele Cossa ha osservato che «la procedura fin qui seguita va corretta come ha suggerito il collega Daniele Cocco perché è interesse di tutti evitare una inutile corrida e concentrarsi, invece, sul destino dei lavoratori che non ricevono lo stipendio da mesi». «Il nostro dibattito – ha sostenuto – deve essere aperto all’insegna della chiarezza e per questo dobbiamo partire dalla relazione dell’assessore».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso in apertura dispiacere perché «fra bugie e verità abbiamo perso un ora senza risolvere il problema, anche se in capigruppo l’accordo per discussione in Consiglio doveva andare di pari passo con un  approfondimento in commissione che però non c’è stato». «Lo stesso capogruppo di Sdp Daniele Cocco – ha proseguito Oppi – ha detto che fino ad oggi non ci sono state risposte, ma l’esigenza di una mozione unitarie c’è e rimane; il problema è se la Regione è disponibile a dare risorse all’Aias, cosa accaduta altre volte in passato generando problemi difficilissimi poi risolti con una trattativa, quindi è opportuno ritrovare le opportune convergenze».

Il presidente Gianfranco Ganau ha precisato che la procedura seguita dalla conferenza dei capigruppo è stata regolare e conclusa con un voto di maggioranza; quanto alla mozione, ne è stata presentata una ma potevano essercene altre.

Intervenendo ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pittalis, ha manifestato «grande rispetto per le decisioni della presidenza ma qui si sta mistificando la realtà e vorremmo che lei fosse sempre garante delle regole». «Chiedo alla maggioranza ed alla presidenza – ha aggiunto Pittalis – di introdurre il dibattito con l’intervento dell’assessore della Sanità; è un problema di forma ma anche di sostanza, altrimenti da oggi in poi saremo irremovibili su tutto, senza alcuna eccezione alle regole».

Il presidente Gianfranco Ganau ha ribadito che i lavori proseguiranno con la presentazione della mozione, seguita dall’intervento dell’assessore.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha chiesto una breve sospensione dei lavori, che il presidente ha accordato.

Alla ripresa della seduta, il presidente dell’Assemblea ha dato la parola al primo firmatario della mozione Pietro Cocco (Pd) per illustrarne il contenuto.

Il capogruppo del Pd ha dichiarato in apertura che l’iniziativa della mozione nasce «dal perdurare di una situazione molto grave di cui il Consiglio deve occuparsi, senza pregiudizi e preconcetti, per restituire serenità a chi lavora e garantire ai cittadini le necessarie prestazioni socio-assistenziali, tenendo presente che c’è una questione particolarmente urgente riguardante il destino di 1200 lavoratori che hanno un arretrato di 9 mesi più la tredicesima e vivono uno stato di tensione altissimo, anche perché al momento sono falliti tutti i tentativi di mediazione».

Al di la della situazione, comunque, c’è secondo Pietro Cocco «la necessità di conoscere per intero lo stato dei rapporti fra azienda e Regione, del dare e dell’avere, dei contratti in essere e dei servizi erogati, di verificare se i servizi erogati corrispondono ai soldi pubblici corrisposti all’azienda». «Un lavoro molto complesso – ha precisato il capogruppo del Pd – a causa di lunghi arretrati, contenziosi e sentenze di diversi tribunali nel frattempo intervenute». «La richiesta che formuliamo – ha concluso l’esponente del Pd – è che siano pagati gli stipendi arretrati ex art 1676 codice civile ed inoltre che la Regione tratti con l’azienda per reintegrare i lavoratori licenziati; insomma occorre intervenire con rapidità per garantire i diritti dei lavoratori ed il diritto alla salute dei cittadini».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha auspicato in apertura che «le cose siano ricondotte ad un giusto clima di ragionamento», sottolineando di «non aver mai negato piana disponibilità al confronto sia al Consiglio che alla commissione ed invitando i lavoratori a sospendere lo sciopero della fame».

Quello dell’Aias, ha proseguito Arru, «è un problema vecchio e complesso, nato quando ero uno studente di medicina e sviluppatosi in un periodo molto lungo durante il quale si sono avvicendati ben 13 assessori della Sanità, per cui mi atterrò ai numeri».

Al 2014, ha detto l’assessore entrando nel dettaglio del riepilogo delle cifre, «esisteva, secondo i dati del prefetto Giuffrida, un contenzioso di 44 milioni risalente in parte al 1995, un periodo precedente alla nascita delle Asl; su questa ed altre partite ho chiesto una verifica ai commissari dando disposizioni per i pagamenti che risulta siano stati effettuati nell’arco di 60-90 giorni». «Riepilogando – ha spiegato ancora l’assessore, «dal 2014 al 2016 le Asl hanno versato all’Aias circa 88 milioni, più 25 nel triennio versati a strutture sul territorio, un flusso di circa 40 milioni l’anno». «La complessità della situazione – ha sintetizzato Arru, «nasce anche da un possibile credito contestato di 12 milioni, dico possibile perché in realtà non si tratta di un debito del sistema sanitaria ma di superamento dei tetti di spesa e di fatture tariffe contestate, un contesto delicato in cui esistono dubbi sull’autorizzazione ad erogare le prestazioni. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità a proseguire le verifiche superando le versioni contrapposte delle parti che probabilmente potrebbero essere risolte trasferendo il compito dell’approfondimento ad un soggetto terzo». «Mi riservo di intervenire ancora» ha detto infine Arru, a conclusione del dibattito.

Dopo l’assessore Arru ha preso la parola l’on. Tunis (FI), che ha detto: «Ringrazio l’assessore Arru per la garbata ed esaustiva informativa che ha dato all’assemblea. E’ necessario mettere in relazione tutte le informazioni che si possono ottenere da tutti i punti di vista, non solo quello dei lavoratori o dell’Aias. Certo, c’è il dubbio sul quantum che la Regione deve all’Aias ma non c’è dubbio sul fatto che queste somme siano andate a montare nel tempo dentro i bilanci dell’Aias, che così è diventata insolvibile. Dopo tanti anni non possiamo parlare di crediti deteriorati e oggetto di transazione, perché i bilanci approvati in passato non lo consentirebbero. Allo stesso modo è del tutto indispensabile che l’Assemblea si faccia carico del fatto che le prestazioni devono essere erogate a migliaia di persone: questo e soltanto questo è il nostro compito, al di là dei disastri che l’amministrazione regionale ha prodotto in questo tempo con le sue disfunzioni e i suoi ritardi».

Per Oscar Cherchi (FI) «vanno date risposte istantanee a questo problema e la mozione del centrosinistra non offre nessuna soluzione in questo senso. Dobbiamo uscire stasera dal Consiglio regionale con una risposta importante per i pazienti e per i lavoratori. Certo, si tratta di prestazioni convenzionate attraverso le Asl e le Asl ogni anno hanno il terrore di superare il tetto di spesa. Sono corretti i dati che hanno fornito all’assessore Arru o sono inventati? Dobbiamo accertarlo rapidamente per individuare davvero una soluzione che duri nel tempo. E non è dentro un’aula che si può effettuare questo confronto tecnico».

Ha preso la parola Francesco Agus (CP), secondo cui «questo dibattito è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di vicende politiche che riguardano l’Aias. Un tema come questo merita una discussione pubblica perché le implicazioni di questa vicenda sono abnormi, per i pazienti e per i lavoratori, che non percepiscono lo stipendio anche da nove mesi. Lo stipendio dei lavoratori è sacro, non sono legittimi gli scudi umani: su questo dobbiamo essere chiari. Soprattutto quando parliamo di lavoratori che portano avanti un servizio pubblico sanitario. L’auspicio è che la giornata di oggi sia utile e che i lavoratori riprendano da questo mese a ricevere la loro retribuzione. Parallelamente chiedo sia data certezza sul pagamento degli arretrati: prima o dopo ma non mai».

Per Ignazio Locci (FI) «la politica non può restare insensibile davanti alle proteste estreme dei lavoratori. Ci chiediamo, però, chi autorizza le prestazioni che l’Aias ha erogato. Vogliamo sapere chi le richiede dentro le aziende sanitarie, se lo fa con leggerezza o meno. Presto o tardi dovremo affrontare anche nuove vertenze sul numero degli operatori rispetto ai servizi sociosanitari erogati, soprattutto se ci saranno tagli al personale. Diciassette milioni di euro di prestazioni contestate, dodici milioni di euro di debiti dalla Regione verso Aias. Mi pare una situazione molto complessa».

E’ intervenuto anche Fabrizio Anedda (Misto), secondo cui «il sistema Aias conta circa 1400 dipendenti che vantano 9 mensilità arretrate. Non so se per scelta o per idiozia la politica sarda ha lasciato il monopolio ad Aias della riabilitazione. In trent’anni l’assessorato alla Sanità non si è organizzato: è possibile? Dobbiamo decidere rispetto all’alternativa al monopolio».

Annamaria Busia (CP) «se è vero che questo non è un tribunale è anche vero che la politica serve per dare indicazioni e soluzioni ai problemi. Che cosa intende fare l’assessore Arru per trovare una soluzione a questo contenzioso che sta ingessando un intero comparto della Sanità oltre ai profili di responsabilità per danno erariale? C’è poi un ulteriore punto da chiarire, non secondario: la Regione ha pagato prestazioni extrabudget o no?   A quale anno risalgono i crediti più vecchi? Sono prescritti o sono oggetto di cause civili? Ecco, servono risposte concrete su questo e le attendiamo dall’assessore Arru, al quale ho avuto modo in altre occasioni di affrontare il tema”.

Alessandra Zedda (FI) ha esordito dicendo che «siano trenta giorni o novanta o mesi ma la Regione è in ritardo con i pagamenti e siamo in grado di dimostrarlo. Dobbiamo chiarire il discorso del budget, soprattutto nel 2016 perché è da quell’anno che si sono manifestati i maggiori ritardi nei pagamenti. Non discuto i dati dell’assessore Arru ma discuto sulla necessità di trovare un percorso che possa consentire ad Aias di pagare gli stipendi. Il mio vuole essere un contributo propositivo: possiamo anche pensare di pagare direttamente i dipendenti, com’è avvenuto in passato».

Per Marco Tedde (FI) «l’argomento è serio ma deve essere l’assessore a risolverlo. E se l’assessore Luigi Arru ne è a conoscenza da tempo perché siamo ancora a questo punto. Non ci devono spaventare i problemi vecchi quando siamo al governo: chi governa si fa carico di tutto. Ma chi dovrebbe essere il terzo, nel ragionamento dell’assessore Arru, che deve occuparsi di incontrare le parti e risolvere questo problema. Intanto, la Regione cominci a pagare le somme non contestate altrimenti gli interessi e le spese legali si aggiungeranno al capitale che già la Regione deve, con sentenze non più impugnabili».

Dopo Marco Tedde ha preso la parola l’on. Eugenio Lai (SDP), che ha detto: «Sarà per la mia giovane età o perché non mi piace girare introno sui problemi ma non può essere messo sullo stesso piano chi viene pagato a 90 giorni e chi non paga da nove mesi i lavoratori. E non accetto che si dica che alcuni consiglieri regionali vogliono cavalcare questa situazione sulle spalle dei lavoratori. Al primo piano ci devono essere i diritti dei lavoratori e il servizio da erogare. E’ dovere della politica intervenire nei confronti dei più deboli, ovvero i lavoratori: ben venga una commissione sull’Aias ma si paghino subito i lavoratori. E nessuno dica che “solo dieci dipendenti stanno facendo lo sciopero della fame”. Riportiamo nel servizio pubblico il servizio della riabilitazione».

Per Edoardo Tocco (FI) «alla fine dei giochi è l’assessore Arru che deve prendere la palla in mano. Non siamo noi oggi a risolvere il problema ma Luigi Arru e il manager Fulvio Moirano. Anche se oggi votiamo un parere favorevole domani i lavoratori non avranno gli stipendi. L’assessore chiami Moirano e trovino una soluzione: noi siamo già d’accordo per tutelare i lavoratori e chiedo che la commissione Sanità sia convocata nelle prossime 48 ore».

Per l’on. Luigi Ruggeri (PD) «non c’è dubbio che l’Aias si sia manifestata con professionalità e cultura della sanità quando la Regione non c’era. Ma oggi non è più così e dobbiamo interrogarci sul fatto se questo modello abbia un futuro sostenibile. Abbiamo il dovere di interrogarci in particolare sulla gestione dei lavoratori, che devono essere nei pensieri del committente pubblico insieme ai pazienti.  I lavoratori non sono carne da macello, come spesso capita nelle vertenze industriali della Sardegna. L’altro vero tema è la qualità e la appropriatezza del servizio erogato oggi, soprattutto dentro le residenze psichiatriche. Per questo chiediamo che si attivi l’assessore, per i competenti doveri di indirizzo e di controllo. Compreso il dovere di accertare come avviene la remunerazione dei dipendenti».

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha invitato il Consiglio ad avere un approccio terzo nei confronti della vertenza Aias, definito «un problema gigantesco che coinvolge migliaia di dipendenti e di pazienti ed una platea enorme di fornitori». «Il problema non è nuovo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ma in questi ultimi anni è vero che ha assunto dimensioni mai viste prima». Michele Cossa ha definito paradossale la situazione del ritardo dei pagamenti che costringe l’Aias alle anticipazioni bancarie: «Così una parte consistente del denaro pubblico se ne va in interessi bancari».

Il consigliere dei Riformatori ha quindi replicato a quanti hanno ipotizzato l’erogazione pubblica dei servizi resi dall’Aias («Costerebbe molto di più e parlare di 12 milioni di debiti contestati ci fa capire l’assurdo della situazione»). Michele Cossa ha quindi auspicato che la Regione paghi almeno le somme che non sono oggetto di contestazione per agevolare il pagamento degli stipendi arretrati ed ha invitato l’azienda a revocare licenziamenti e sanzioni nei confronti dei dipendenti.

Antonio Solinas (Pd) ha affermato che «la prima azione da porre in essere è la verifica della convenzione tra la Regione e l’Aias e quindi garantire che il personale sia messo nelle condizioni di offrire prestazioni e servizi”. L’esponente della maggioranza ha invitato l’assessore ad adoperarsi per accelerare la definizione del  contenzioso e dare «una boccata d’ossigeno all’azienda». A giudizio di Solinas, il Consiglio dovrà quindi adoperarsi «per ristabilire un clima di serenità tra lavoratori e azienda» per far sì che «la Regione possa pagare direttamente gli stipendi arretrati ai dipendenti».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha evidenziato la riduzione dei fondi erogati all’Aias nel corso dell’ultimo triennio («si è passati dai 36 milioni di euro del 2014 agli attuali  24 milioni») ed ha lamentato il ritardo nella presentazione dei documenti ai consiglieri nonché il mancato accoglimento della richiesta per un incontro chiarificatore in commissione con l’assessore. A giudizio dell’esponente della minoranza la cosa fondamentale «è sapere a quanto ammonta il credito che la Regione ha riconosciuto all’Aias». Giorgio Oppi ha quindi ricordato la riduzione del budget 2016 con effetto retroattivo («comunicata cioè alla fine dell’anno a valere però sulle prestazioni erogate a partire da gennaio») ed ha auspicato una allentamento delle tensioni. «Propongo che la Regione – ha affermato il leader dei centristi – anticipi parte delle somme dovute ai lavoratori e ricordo a tutti che una riduzione del budget del 20% significa una riduzione del personale del 20%».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sdm) ha affermato di avere una impostazione ideologica al problema: «Ho un impostazione ideologica secondo la quale i lavoratori hanno ragione anche quando hanno torto, ma non è il caso dell’Aias perché i suoi dipendenti hanno solo ragione». A giudizio di Pizzuto i crediti vantati dall’Aias non sono tali da giustificare il ritardo di 9 mesi nel pagamento degli stipendi e l’esponente della maggioranza ha quindi sollecitato un accordo con l’azienda che preveda il pagamento immediato delle retribuzioni arretrate. «Se così non sarà – ha affermato Pizzuto – si passi ad altre misure come la sospensione dell’accredito e ai pagamenti diretti ai lavoratori, preparando nel contempo l’ingresso del pubblico nei servizi della riabilitazione e ponendo fine al monopolio dell’Aias».

«L’onorevole Pizzuto si ispira alla Cina e alla Corea del Nord», ha replicato il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, «e mi chiedo come si faccia ad accettare che una pubblica amministrazione riduca il budget dei servizi offerti da operatori privati a fine anno ma con effetto retroattivo». «La verità – ha aggiunto l’esponente della minoranza – è che in questi anni si tende a pagare meno per nascondere il mancato contenimento della spesa in sanità». Dedoni ha invitato l’assessore a pagare direttamente gli stipendi ai dipendenti dell’Aias: «È una cosa semplice, pagate direttamente i lavoratori e smettetela di strumentalizzare il loro disagio».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha evidenziato il ruolo centrale dell’assessorato nella definizione della vicenda ed ha ricordato che «l’Aias è un’azienda sarda che non scappa come invece hanno fatto tante altre aziende a cui non avete né chiesto il Durc né altro tipo di patenti». «La vertenza Aias – ha dichiarato l’esponente della minoranza – può concludersi positivamente ma l’azienda ritiri i licenziamenti e i dipendenti cessino sciopero della fame, solo così potremo favorire un confronto con la Regione con l’impegno di pagare subito le somme non in contenzioso».

Il capogruppo di Sinistra democrazia e progresso, Daniele Cocco, ha insistito «sull’inaccettabile e ingiustificato ritardo nel pagamento degli stipendi ai lavoratori» ed ha rimarcato la necessità di dati certi sui crediti e sui contenziosi di Aias con la Regione. Il capogruppo di maggioranza ha quindi invitato l’assessore ad un «passaggio in commissione insieme ai tecnici» per un quadro definito e certo della questione.

«Dopo quattro ore di dibattito la maggioranza arriva alla proposta che abbiamo formulato in sede di capigruppo e in apertura di seduta – ha attaccato il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu – e come avevamo previsto i lavoratori non avranno nessuna risposta da questo confronto in Consiglio». L’esponente della minoranza ha ribadito la proposta formulata in precedenza da Oppi con l’invito all’assessore di anticipare il pagamento degli stipendi ai dipendenti dell’Aias.

Dopo Gianluigi Rubiu è intervenuto Giovanni Satta (gruppo misto) che ha detto che bisogna iniziare a essere lineari. «Ci sono dei diritti e dei doveri – ha aggiunto – che devono essere rispettati». Per Giovanni Satta l’azienda va salvata. E’ necessario, pertanto,  che si vada subito in commissione per dare risposte ai lavoratori.

Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) ha spiegato che il suo gruppo ha aderito alla mozione 297 perché la formulazione era la più opportuna. «Siamo vicini alle persone che in questo momento stanno soffrendo – ha aggiunto – e il testo laico della mozione era quello che più si adatta alle esigenze del momento. Non si possono trovare in qualche ora soluzioni che non sono trovate in 60 anni. Noi dobbiamo tracciare – ha concluso –  il baricentro della nostra attività per il futuro. Dobbiamo cercare di colmare quelle discrasie contrattuali che esistono. Dobbiamo giungere a una riscrittura di un nuovo modello di erogazione di quei servizi.  Si devono riscrivere i rapporti».  

Il capogruppo Pietro Pittalis (FI) ha detto che questo dibattito è stato utile ma non produttivo. Perché non ci sono state  proposte per dare soluzioni  a questo problema. L’assessore stasera – ha sottolineato – ha fatto il suo dovere: ha dato i dati. Non condivido invece il parlarsi addosso della maggioranza che doveva invece individuare almeno qualche proposta concreta. Pietro Pittalis ha detto che in Aula non è stato riconosciuta l’attività meritoria dell’Aias e della Fondazione che spesso si sono  sostituite al pubblico. Sembra quasi – ha aggiunto – che ci sia  il tentativo di regolare i conti con la fondazione e con una famiglia perché forse c’è qualcuno che vuole accaparrarsi il mercato. Quando i colleghi del centrosinistra dicono che alla fine del dibattito si torna in commissione danno  ragione alla minoranza: il dibattito doveva svolgersi nella sede competente: la commissione.

Alla fine dell’intervento dei capigruppo ha preso la parola l’assessore Arru che ha garantito l’ impegno a confrontarsi in commissione per cercare la soluzione più  adatta, sempre nel rispetto del diritto positivo. Quindi, massima disponibilità e massima apertura nei confronti dei lavoratori.

Pietro Cocco (Pd), primo firmatario della mozione,  ha annunciato la predisposizione di un ordine del giorno e ha confermato che la discussione su questa vertenza era meglio farla in Consiglio, alla luce del sole, davanti al pubblico. Le proposte che faremo speriamo siano condivise anche dalla minoranza.

Per consentire la predisposizione dell’ordine del giorno i lavori sono stati sospesi  per qualche minuto.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha detto che sono stati presentati due ordini del giorno. Il primo (Pietro Cocco e più) è stato approvato (presenti 46, sì 26, no 17). Bocciato il secondo (Pietro Pittalis e più) con 18 voti a favore e 25 contrari. L’ordine del giorno approvato impegna il presidente della Regione, la Giunta e l’assessore della Sanità a sollecitare l’AIAS ad effettuare la certificazione dei propri bilanci per accertare l’effettiva consistenza dei crediti vantati; a prevedere che nei contratti stipulati dall’ATS con gli erogatori privati vi siano esplicite clausole di salvaguardia delle retribuzioni dei lavoratori che, se disattese, potranno essere causa di revoca dell’accreditamento;  ad adottare un atto di indirizzo in base al quale il pagamento delle retribuzioni pregresse avvenga ex articolo 1676 del codice civile e che il contenzioso, se possibile, venga risolto in via transattiva. L’ordine del giorno impegna anche ad avviare una ricognizione degli operatori privati potenzialmente interessati a svolgere questi servizi sanitari e socio sanitari  in grado di superare il monopolio in atto.