18 April, 2024
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E’ in programma questa sera, a partire dalle 17.30, nell’Aula consiliare del comune di San Giovanni Suergiu, la tredicesima edizione di “Donne Sarde di Ieri e di Oggi – Omaggio … Donne fuori dal Comune”, evento organizzato dal Gruppo “Le Mani Amiche” delle Acli di San Giovanni Suergiu, con la collaborazione di Acli Provinciali, assessorato della Cultura del comune di San Giovanni Suergiu e Fondazione di Sardegna.

La serata sarà condotta da Ambra Pintore che si esibirà anche in alcuni brani musicali, accompagnata da Federico Valenti alla chitarra.

Ospiti della serata saranno: Ilaria Meloni, Ilaria Fioranti (per Limbania Leoni), Brunella Pau, Rosy Sgaravatti, Alessandra Addari, Roberta e Valeria Pilloni.

Parteciperanno l’Istituto Comprensivo “G. Marconi” di San Giovanni Suergiu per l’omaggio ad Eva Mameli Calvino botanica (SS 1886 – Sanremo 1978), Davide Mariani, direttore della Stazione dell’Arte di Ulassai, per ricordare l’artista Maria Lai, (Ulassai 1919 – Cardedu 2013) a cent’anni dalla nascita.

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Prende il via giovedì 27 marzo, alla Manifattura Tabacchi di Cagliari, “Punti di Frontiera”, il nuovo progetto dello Sportello Proprietà Intellettuale di Sardegna Ricerche che ha l’obiettivo di indagare e sostenere i saperi tradizionali della Sardegna, in particolare quelli legati all’artigianato artistico.

Il progetto si apre con una giornata di lavori intitolata “I saperi tradizionali tra memoria, progetto e sviluppo in Sardegna”, che vede la partecipazione di studiosi, artigiani, designer e rappresentanti delle istituzioni attive sul tema, con l’obiettivo di fare il punto sullo straordinario patrimonio di sapere e creatività che la Sardegna ha costruito e ragionare sulle strade da percorrere per favorire nuove possibilità di sviluppo.

Interverranno, tra gli altri, Simona Pinton e Lauso Zagato (Università Ca’ Foscari di Venezia), Fiona Macmillan (London University), Federica Vacca (Politecnico di Milano), Mauro Cadoni (Assessorato regionale turismo, artigianato e commercio), Giuseppe Matteo Pirisi (ISRE Sardegna) e Monica Scanu (IED Cagliari).

Il programma della mattinata prevede una prima parte dedicata alla memoria e alla difesa del patrimonio immateriale, con l’intervento di accademici, esperti e rappresentanti delle istituzioni, che animeranno tre sessioni dedicate rispettivamente alla Convenzione UNESCO del 2003, agli strumenti della proprietà intellettuale per proteggere il sapere tradizionale, al tema dell’innovazione e della cultura del progetto. Nella seconda parte si terrà una tavola rotonda tra alcuni protagonisti d’eccellenza dell’artigianato artistico e del design.

Nel pomeriggio i partecipanti si divideranno in tre gruppi di lavoro che discuteranno sui temi più attuali rispetto ai saperi tradizionali: la conservazione e la trasmissione della tradizione; gli strumenti per valorizzare il patrimonio culturale immateriale; la sostenibilità economica del sapere artigiano.

La giornata si concluderà con uno spettacolo aperto al pubblico, a ingresso libero, ispirato alla “Leggenda del Sardus Pater” di Giuseppe Dessì con “incursioni” nell’opera di Maria Lai.

L’appuntamento è alle 16.30 alla Manifattura Tabacchi (viale Regina Margherita, 33, Cagliari).  La partecipazione è gratuita, previa registrazione online sul portale Puntocartesiano.it , dove è anche possibile scaricare il programma della giornata e una nota biografica sui relatori.

Dopo la giornata di apertura, tra aprile e luglio “Punti di Frontiera” prosegue a Cagliari con una serie di workshop teorico-pratici sul mondo della tessiturache culminerà con la lectio magistralis di Michele de Lucchi e si concluderà con la proiezione di “Isole gemelle”, un documentario sulla tradizione della tessitura in Sardegna e a Okinawa. Il progetto continuerà sul territorio regionale con altre iniziative di formazione e divulgazione che saranno annunciate nei prossimi mesi.

 

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I due volumetti “Sardegna al femminile. Storie di donne speciali”, pubblicati nel 2017 dal quotidiano “L’Unione Sarda” (collana “La biblioteca dell’identità”) in collaborazione con la rivista “La donna sarda”, riportano le sintetiche schede biografiche di ben 68 donne che nella loro lunga o breve vita hanno suscitato sentimenti di rispetto e ammirazione nei confronti della Sardegna. Alcune di esse (poche) sono famosissime o quanto meno famose anche fuori della comunità dei sardi (residenti ed emigrati): Eleonora d’Arborea, Grazia Deledda, Maria Carta, Marisa Sannia, Maria Lai, Edina Altara;  molte di esse  però nell’isola non sono valorizzate come meriterebbero o addirittura non sono conosciute. Questo repertorio biografico (peraltro acquistabile a un prezzo assolutamente accessibile presso lo store del quotidiano cagliaritano) serve a colmare in maniera esauriente la carente memoria regionale sulle più importanti personalità femminili di cui la Sardegna dovrebbe andare orgogliosa.

Questa utile opera di consultazione è frutto del lavoro di ricerca e di redazione di dodici studiose sarde ma, tra esse, quella che ha firmato il numero più alto dei testi (ben trenta) è la giovane giornalista cagliaritana Federica Ginesu.

Per l’iniziativa “Parole…Illustrare un ruolo. Omaggio alle eccellenze sarde”, legata alla Giornata Internazionale della Donna, bene hanno fatto perciò i Circoli culturali “Sardegna” di Como e Circolo “Amsicora” di Lecco  a invitare, per una conferenza tutta al femminile, proprio  Federica Ginesu, della quale, in più, è giusto dire che l’8 marzo  scorso, a Cagliari,  ha ricevuto, per la sezione Giornalismo-categoria carta stampata e Web (per l’articolo “I loro insulti per i nostri tacchi” pubblicato sul settimanale “Grazia”, valutato «un esempio di giornalismo moderno per il riconoscimento dei diritti delle donne»), il Premio giornalistico “Gianni Massa” edizione 2018-19 organizzato dal Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni della Regione Autonoma della Sardegna) e dall’associazione “Giulia giornaliste Sardegna”.

Naturalmente, per la sua conferenza, che si è tenuta a Como, presso il Salone di Villa Olmo, nel pomeriggio di sabato 16 marzo 2019, davanti a un pubblico numeroso ed attento, la relatrice ha dovuto fare una scelta e ha deciso di illustrare la figura di otto donne sarde, note e meno note, «che hanno fatto Storia per la loro forza, fierezza e determinazione».

La relazione ha quindi riguardato: Adelasia Cocco, prima donna in Italia a diventare medico condotto; Ninetta Bartoli, tra le prime sindache d’Italia; Edina Altara, creatrice, artista e stilista, tra le prime donne in Italia a depositare un brevetto per una tecnica da lei inventata (il collage); Carmen Melis, la prima diva della lirica prima di Maria Callas; Eva Mameli Calvino, scienziata e prima donna in Italia ad essersi laureata in botanica; Maria Carta, cantante; suor Giuseppina Demuru, la suora che sfidò i nazisti presso il carcere “Le Nuove” di Torino; Rina De Liguoro, attrice di Hollywood ed ultima diva del cinema muto.

Alla relazione illustrativa di queste eccellenze femminili della Sardegna, ha fatto seguito l’esibizione della cantante Giusy Deiana, ex componente del Duo di Oliena, una delle voci più rappresentative dell’etno-pop isolano, che ha eseguito i brani che hanno maggiormente caratterizzato la sua brillante carriera senza tralasciare quelli più classici della tradizione sarda.

La  manifestazione è stata aperta dai saluti dei rappresentanti del Consiglio direttivo del  Circolo sardo di Como (Rosella Monni e Nicola Urru), di Giuseppe Tiana (coordinatore dei Circoli F.A.S.I. della Lombardia e dirigente del Circolo “Amsicora” di Lecco) e di Serafina Mascia, presidente della F.A.S.I. – Federazione delle Associazioni Sarde in Italia.

Qualche aggiunta bibliografica. L’occasione mi sembra propizia per segnalare due saggi molto ampi, risultati di ricerche meticolose presso gli archivi,  che sono stati pubblicati sulla rivista “Studi ogliastrini”, diretta da Tonino Loddo, su due figure femminili evocate da Federica Ginesu: “Una vita oltre le sbarre delle ‘Nuove’ di Torino: suor Giuseppina Demuru, Fdc” (di Tonino Loddo, nel numero 13 della rivista, febbraio 2017, pp. 83-135) e “Le presunte  origini ogliastrine di Eva Mameli Calvino” (di Riccardo Virdis e Tonino Loddo, sul numero 14 della rivista, febbraio 2018, pp. 135-156).

Alcune donne sarde “all’avanguardia”, registrate nei due volumetti de “L’Unione Sarda”, sono presentate anche in pubblicazioni relative a personalità femminili di tutt’Italia; mi riferisco, in particolare, a due volumi della studiosa piemontese Bruna Bertòlo: 1) “Prime …sebben che siamo donne” (Torino, Ananke, 2013) in cui compaiono Grazia Deledda (le sono dedicate 10 pagine), Bastianina Musu Martini (“eroina del voto alle  donne”), Nadia Gallico  Spano (tra le “madri della Costituente”), Ninetta Bartoli e Margherita Sanna; 2) “Maestre d’Italia” (Torino, Neos Edizioni, 2017) in cui due pagine sono dedicate sia a Mariangela Maccioni sia a Margherita Sanna; ben otto pagine sono invece riservate alla scrittrice  tuttora vivente (è nata a Nuoro il 14 agosto 1928) Maria Giacobbe, il cui “Diario di una maestrina”, pubblicato nel 1957, è stato tradotto in quindici lingue.

In chiusura mi permetto di rimandare a una mia breve notizia biografica su suor Giuseppina Nicòli (ricordata dalla Ginesu in rapporto a suor Giuseppina Demuru)

http://www.regione.sardegna.it/messaggero/2008_luglio_05.pdf e all’ultimo dei miei scritti su Eva Mameli Calvino.

http://www.tottusinpari.it/2018/03/05/ogni-tanto-anche-se-e-antipatico-bisogna-fare-le-pulci-in-tema-di-ricerche-su-eva-mameli-calvino-una-testimonianza-non-correttamente-riportata-di-floriano-calvino-sulla-nonna-p/

Paolo Pulina

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Due donne, una tradizione secolare, la Sardegna raccontata da diversi punti di vista attraverso un telaio. Maria Lai e Grazia Deledda, l’arte della tessitura, 23 Comuni che con un filo uniscono simbolicamente tutta l’Isola. È un progetto fortemente simbolico e suggestivo “Maria Lai – Andando via. Omaggio a Grazia Deledda”, un progetto che vuole portare la Sardegna nel mondo partendo dall’eredità artistica e culturale di due ambasciatrici sarde riconosciute e apprezzate a livello internazionale. Un arazzo, opera corale, accoglierà le tradizioni tessili delle 23 comunità che partecipano ognuna con le proprie peculiarità di stili, tecniche e materiali, per comporre una replica di “Andando via”, l’ultima grande opera pubblica di Maria Lai dedicata appunto a Grazia Deledda. Ciascuna Amministrazione partner del progetto, avrà cura di realizzare con risorse proprie una parte dell’opera, coinvolgendo gli artigiani locali e valorizzando le singole tradizioni tessili. 

L’assessorato regionale della Programmazione finanzia con 250mila euro l’internazionalizzazione dell’opera e la sua promozione nei Comuni che aderiscono al progetto. Oggi a Nuoro il progetto è stato presentato insieme ai sindaci dei Comuni coinvolti (Galtellì, Aggius, Nule, Sarule, Samugheo, Mogoro, Dorgali, Tonara, Atzara, Villacidro Ulassai, Bonorva, Villamassargia, Mamoiada, Muravera, Zeddiani, Armungia, Bolotana, Oliena, Isili, Urzulei, Siliqua e Nuoro).

L’opera completa, dunque, si configurerà come un insieme di componenti, identificative di ciascun territorio, che comporranno un unico disegno, simbolico ed identitario. Legate all’opera, una serie di azioni di valorizzazione in chiave turistica, culturale e produttiva: percorsi turistico-culturali alla scoperta dei luoghi della tessitura, attraverso un circuito delle amministrazioni che aderiscono al partenariato legato a Maria Lai e dedicato alla valorizzazione della letteratura di Grazia Deledda; piccole opere di allestimento e adeguamento locali per consentire la realizzazione di corner espositivi dedicati al progetto; promozioni in Italia e all’estero. La Columbia University, con cui la Regione ha avviato una collaborazione proprio per la promozione della Sardegna negli Stati Uniti, ha già segnalato l’interesse ad avviare un percorso di studio, analisi e valorizzazione della figura e delle opere di Maria Lai nel quadro delle attività da svolgere a New York.

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Prima Paskedda Zau, eroina del popolo nei moti nuoresi di Su Connottu nel XIX secolo, poi Paska Devaddis, vittima, probabilmente innocente, di una lunga faida che sconvolse Orgosolo agli inizi del 900, infine Maria Lai, grande maestra d’arte ogliastrina scomparsa nel 2013. Donne forti, ciascuna a suo modo simbolo, tre “ribelli”, alle quali Il Crogiuolo ha voluto dedicare una mini rassegna intitolata, appunto, Trittico delle Ribelli. Che si chiude proprio con un omaggio all’opera dell’artista di Ulassai, che ha ispirato “La capretta di Maria“, una nuova produzione di teatro per l’infanzia della storica compagnia – fondata da Mario Faticoni – diretta da Rita Atzeri. Lo spettacolo andrà in scena mercoledì 26 dicembre, alle 17.00, nella Sala Bancri dello spazio Fucina Teatro, nel centro culturale La Vetreria di Pirri. L’ideazione, l’elaborazione drammaturgica e la regia sono della stessa Rita Atzeri, Marta Gessa, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro, con la danzatrice Giulia Cannas, gli interpreti.

«”La capretta di Maria” è uno spettacolo pensato per parlare ai più piccoli dell’opera di Maria Lai e permettere loro di fare un viaggio alla scoperta del valore e dei significati dell’arte nella nostra vita – spiega Rita Atzeri -. In questo percorso poetico abbiamo fuso alcuni elementi biografici della vita di Maria con la narrazione di alcune fiabe da lei rivisitate. Abbiamo immaginato che la nostra ‘scatola teatrale’, privata dei neri e resa bianca per l’occasione, fosse un teatrino con il quale la stessa Maria, bambina, gioca a far prendere forma alle immagini del suo sguardo che trasforma la realtà.»

Lo spettacolo, fatto di sogni e visioni della durata di quaranta minuti, si apre con Maria Lai bambina, che descrive la nascita in lei del pensiero artistico con l’immagine di un pettine che vela il suo occhio destro di capelli ribelli: un’azione che si specchia nei gesti simmetrici delle attrici in scena. Da qui si dipana, con il tessuto metaforico della danza, che simboleggia l’arte, la narrazione delle fiabe “La capretta”, “Cuore mio”, “Il dio distratto”. Delle installazioni ambientali, site specific, di Maria Lai, Atzeri ha scelto di dare corpo in scena alla sua più nota, “Legarsi alla montagna”.

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Progetti innovativi, giovani con talento e tanta voglia di emergere: ecco cosa fa della nostra Isola, che vanta una storia informatica forte e con tanta competenza, terra di startup. A Cagliari, nell’“indie” coworking Hub&Spoke di Filippo Candio, sono state 10 le startup che hanno preso parte all’Investor Day, una giornata dedicata alla presentazione dei progetti più innovativi.

All’evento, organizzato dallo Studio Serratore-Gagnè, che si occupa di accompagnare le nuove realtà giovanili nel mondo dell’impresa, e moderato da Michele Collu, ha preso parte la società di venture capital Lumen Ventures, per la prima volta in Sardegna: la LV supporta le società che si affacciano nel mondo degli affari dall’inizio al successo, fornendo esperienza pratica e concreta di crescita. Le startup che hanno partecipato, tutte rigorosamente made in Sardinia sono: autentico, Brave Potions, Healthy Virtuoso, Humans Hub, Income, Limoos, MAGA, Milk Brick, Veranu, NapShower. Il percorso di formazione con l’investitore (con un contributo di 2mila euro deciso nel corso della giornata) è stato assegnato a Veranu, la mattonella intelligente che trasforma i passi delle persone in energia elettrica a bassissimo costo e impatto ambientale praticamente nullo.

«L’evento è stato molto interessante, affermano gli investitori di Lumen. Ci ha permesso di conoscere realtà di valore e ad alto contenuto tecnologico, a dimostrazione del fatto che l’Italia vanta un importante patrimonio di eccellenze, che con il giusto supporto siamo certi potranno brillantemente concorrere nei mercati esteri dove la competizione è molto elevata. La Sardegna, e Cagliari in particolare, hanno confermato di poter essere un punto di riferimento per lo sviluppo dell’ecosistema startup in Italia.»

Grande soddisfazione anche da parte dall’avvocato Federico Serratore, dello Studio Legale Serratore Gagnè: «Eravamo certi, e ne abbiamo avuto conferma, del valore dei progetti sardi. Gli investitori hanno potuto conoscere le potenzialità, l’ambizione e le competenze delle startup isolane, rimanendo positivamente colpiti dalle persone prima ancora che dalle idee. Quello di ieri è solo l’inizio di un progetto sul quale crediamo fortemente. Come Maria Lai, con un nastro azzurro, creò una connessione tra le persone, portandole a collaborare verso un unico obiettivo, nel nostro piccolo vogliamo far sì che nasca una forte relazione e un’unità di intenti tra imprenditori sardi e investitori».

Alessio Calcagni, CEO Veranu, non nasconde l’emozione per il riconoscimento conseguito: «E’ stato un piacere per la nostra startup partecipare e presentare al VC Lumen Ventures il nostro prodotto e gli steps realizzativi che intendiamo attuare a partire dal prossimo anno. Siamo molto soddisfatti di aver ulteriormente compreso che la fiducia accordataci significa, ancora una volta, che la strada intrapresa e che stiamo percorrendo è quella giusta».

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Con uno speciale omaggio agli straordinari pani di Sardegna è stata inaugurata stamani a Fonni la manifestazione “Libri in Barbagia”, ultima tappa della mostra diffusa regionale dell’editoria libraria sarda organizzata dall’AES e finanziata dalla Regione. Al centro Ceas, di fronte ai ragazzi delle scuole e un pubblico numeroso, l’assessore regionale alla Cultura, Giuseppe Dessena ha dato il via ai lavori al fianco della sindaca di Fonni Daniela Falconi e della presidente AES Simonetta Castia.

Quella dei pani è una rappresentazione simbolica che unisce bellezza e ricchezza al contempo, un elemento quindi altamente rappresentativo delle manifestazioni di promozione della lettura, nelle quali il valore aggiunto sta da un lato nella crescita culturale in senso intrinseco, e dall’altra nell’indotto economico interconnesso.

Di fronte a una suggestiva esposizione di pani rituali di Fonni e del territorio barbaricino, l’operatrice culturale Serena Meloni ha illustrato le particolarità di un pane tipico del luogo, “Su coccone ‘e flores”, cioè il pane rituale di San Giovanni, tra i più rappresentativi della comunità, e ne ha descritto alcune icone come sos pugioneddos, che «potrebbero in qualche modo essere collegate ai riti di fondazione del paese».

È proseguita una approfondita prolusione a tema in collaborazione con la Ilisso. Anna Pau ha spiegato quanto sia importante conoscere il pane per meglio comprendere la comunità in cui è prodotto. Per comprendere meglio questo concetto, ha illustrato ai ragazzi alcune narrazioni letterarie sulla magia del pane presenti negli scritti di Costantino Nivola, e quindi il carattere evocativo attribuito a questo alimento in uno dei passi più drammatici del Macbeth.

Antonello Cuccu ha invece ricordato l’importanza delle donne nella realizzazione del pane, capaci di realizzare esemplari con una maggiore cura e attenzione rispetto agli uomini, menzionando il rapporto di grande trasporto verso il pane di una grande artista come Maria Lai.

Il programma di domani. Sabato 15 dicembre, alle 11.00, la sala conferenze CEAS accoglierà il dibattito “Bilinguismo e comunità, una lingua alla portata di tutti. I riflessi sull’editoria del nuovo testo unico sulla lingua e cultura sarda”, moderato da Antonello Garau. Parteciperanno gli editori Diego Corraine di Papiros, Francesco Cheratzu di Condaghes e Maria Marongiu di Alfa Editrice.

Gli incontri con gli autori prenderanno il via alle 17.00, con l’intervento dell’autrice Francesca Pau, che presenta “Giorgio Asproni, una vita per la democrazia” (Paolo Sorba Editore) realizzato assieme a Tito Orrù,

Alle 17.45 Isabella Mastino presenta “Ma io non vedevo quella luna. Breve antologia di Grazia Deledda” (Alfa Editrice). L’ultima presentazione, alle 18.30 vedrà impegnato Diego Corraine nell’illustrazione del libro “In mesu de amigos” di Amos Oz  (Papiros). Alle 20 sarà il momento dell’attesa proiezione del film “A tenore”, prima esperienza cinematografica di Gavino Murgia, che subito dopo si esibirà in concerto.

Domenica 16 dicembre, la sala conferenze CEAS ospiterà,alle 11.00, il dibattito “Corpora delle antichità della Sardegna. Archeologia e territorio in età prenuragica e nuragica”. Dopo il saluto della sindaca Daniela Falconi interverranno l’assessore regionale Giuseppe Dessena, lo storico Attilio Mastino, l’archeologo Alberto Moravetti, l’archeologa Gianfranca Salis e l’editore Carlo Delfino.

Si riprende nel pomeriggio con l’anteprima di “Adotta un libro sardo”, speciale sezione dedicata alle scuole.

Alle 16.30, per “I libri si raccontano”, con un accenno alle loro pubblicazioni per ragazzi, interverranno Francesco Cheratzu (Tre maghi alla deriva, Nemici, Porci e principesse, Volo nel passato, Janàsa, Rossoblù chestoria!) e Diego Corraine (Sas aventuras de Pinocchio, Càntigu de Nadale, Librigheddu pro pitzinnos de cada colore).

Alle 18.00, per la prima volta sarà proiettato in pubblico il teaser del film “Iskìda dalla terra di Nurak” (Condaghes), a corollario dello speciale per i ragazzi sulla trilogia fantasy ad ambientazione nuragica di Andrea Atzori. Assieme all’autore parteciperanno le illustratrici Dany & Dany, alcuni protagonisti del film e l’editore Francesco Cheratzu.

La manifestazione si conclude alle 20.00, con un reading concerto dal titolo “Un paese ci vuole”, un viaggio letterario e musicale dentro le pagine della letteratura sarda che vedrà protagonisti Giacomo Casti e Chiara Effe.

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Continuano senza soluzione di continuità le iniziative programmate dall’Amministrazione Comunale per festeggiare l’80° compleanno della città di Carbonia.

Domani, domenica 9 dicembre, a partire dalle ore 17.30, nel Teatro di Bacu Abis suonerà la musica della nostra banda cittadina Vincenzo Bellini, accompagnata dal mimo Giovanni Free e da un bellissimo spettacolo magistralmente organizzato dalle compagnie La Cernita e Fueddu e Gestu.

Ecco il programma completo della serata:

Ore 17.30 #intrecci_musica&teatro
con la Banda Musicale Vincenzo Bellini di Carbonia ed il Mimo Giovanni Free;
Ore 18.00 “Cammina… cammina… Lucertolina”
Da una fiaba di Maria Lai e Giuseppina Cuccu
Compagnia Fueddu e gestu

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«Prima dobbiamo stare bene nei luoghi in cui siamo nati e poi fare ulteriori esperienze di vita in altri luoghi del mondo. Questo progetto di cooperazione territoriale, di cui cominciano a vedere i risultati, va in questa direzione: assicurare a tutti voi nuove opportunità in Senegal.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali, con delega sui flussi migratori, Filippo Spanu rivolto ai circa 250 giovani senegalesi che hanno partecipato all’assemblea pubblica che si è svolta a Pikine Est, comune di 30mila abitanti, nell’area di Dakar. Filippo Spanu è tornato in Senegal, dove nel maggio del 2017 aveva sottoscritto un altro accordo con la regione di Matam, per fare il punto sull’attuazione del progetto di cooperazione territoriale che sta offrendo appunto nuove opportunità a ragazze e ragazzi che vivono nella città alle porte della capitale.

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Isskha Diop che ha sottolineato i rischi connessi ai viaggi verso l’Europa: «Costruite qui il vostro futuro e non affrontate i pericoli di percorsi che spesso hanno una conclusione tragica. Restate in Senegal per garantire un futuro a voi e al vostro Paese».

La Regione Sardegna ha il coordinamento del partenariato a cui hanno aderito i comuni di Cagliari e Oristano e che rientra in un intervento più ampio, finanziato dal ministero dell’Interno, di cui è capofila la Regione Piemonte rappresentata in questa occasione dal responsabile della cooperazione internazionale Giorgio Garelli.

40 giovani senegalesi, che hanno avuto nel corso dell’assemblea pubblica la meritata ribalta, sono coinvolti nella creazione di nove start up nei campi dell’informatica, della sartoria e dell’installazione e manutenzione degli impianti fotovoltaici.

Con una dotazione iniziale di 5 mila euro faranno crescere nel territorio del comune di Pikine Est le loro creature nate dal partenariato territoriale. L’assessore Filippo Spanu, prima dell’affollato incontro che ha avuto luogo davanti al Municipio, ha donato al sindaco Isskha Diop il “telaio” dell’artista Maria Lai.

L’assessore ha messo in evidenza che «la Sardegna e le altre istituzioni coinvolte hanno trasferito conoscenze consolidate per la crescita di una comunità che ha bisogno di esprimere le grandi potenzialità di cui dispone. La strategia che stiamo perseguendo è quella di valorizzare l’azione del sistema regionale nell’ambito della cooperazione. A Pikine stiamo lavorando, con la massima unità di intenti, insieme alla regione Piemonte e con i comuni di Cagliari e Oristano. Abbiamo trovato entusiasmo e voglia di fare, il cuore dell’Africa, pur tra mille difficoltà, continua a dare segnali di grande vitalità. Siamo impegnati a creare rapporti forti con i territori dell’Africa perché siamo convinti che la Sardegna debba essere aperta e coltivare la cultura del dialogo e del confronto con la sponda sud del Mediterraneo e con i paesi subsahariani da cui partono i flussi migratori. Inoltre, da queste relazioni nascono interessanti opportunità per le nostre imprese che possono trovare occasioni di crescita in mercati in cui c’è tanto da fare nei campi dei lavori pubblici, del turismo, dell’agroalimentare».

Le iniziative imprenditoriali avviate a Pikine sono scaturite dai corsi di formazione professionale che hanno coinvolto 200 persone e creato le basi delle nuove imprese. Inoltre, è stato realizzato, davanti alla sede del Comune, il centro informatico che, oltre a essere stato spazio destinato alla formazione, costituisce un punto di riferimento per i giovani della città che possono utilizzare gratuitamente i computer, navigare su internet, incontrarsi e discutere.  

Particolarmente significativa la testimonianza di Bassirou Sow che, dopo molti anni trascorsi in Sardegna, è rientrato in Senegal per mettere a disposizione del suo Paese le conoscenze acquisite attraverso gli studi nella facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Sassari. Ora offre il suo contributo alla realizzazione dei progetti di cooperazione che uniscono i territori del  Senegal e la Sardegna. 

Su questo aspetto Filippo Spanu ha spiegato che «è urgente lavorare sui senegalesi della diaspora per favorire il loro ritorno a casa. Riteniamo sia importante creare le condizioni in Sardegna e in Senegal per il rientro in patria di giovani che mettono in moto energie preziose per lo sviluppo del loro Paese».

Sono oltre 4 mila i senegalesi che vivono in Sardegna. I primi gruppi sono arrivati oltre 30 anni fa per dedicarsi al commercio ambulante. Alcuni di loro hanno studiato e si sono laureati come il mediatore culturale Abdou Ndiaye, che ha partecipato all’incontro che si è svolto a Pikine. Abdou Ndiaye è il primo rappresentante della comunità senegalese nell’isola a raggiungere, nel 2001, il traguardo della laurea (in scienze politiche).

Passi avanti anche nel partenariato tra la Sardegna e Matam, nel nord-est del Senegal, che riguarda gli ambiti della lotta agli incendi, il rimboschimento, lo sviluppo dei comparti agricolo e florovivaistico  La Regione ha donato a Matam 6 automezzi antincendio, già utilizzati dall’agenzia Forestas nel contrasto ai roghi nella nostra isola. «Oltre a trasferire questi mezzi – ha chiarito Filippo Spanu – facciano in modo che possano essere usati nel miglior modo possibile. Per questo abbiamo organizzato un corso di formazione rivolto a 12 persone che possono così acquisire maggiore padronanza con le tecniche di spegnimento delle fiamme in una zona del Senegal in cui l’avanzare del processo di desertificazione rappresenta una vera e propria emergenza». I tecnici dell’agenzia regionale stanno operando in stretto contatto con i referenti locali del progetto che è stato finanziato dal ministero degli Esteri attraverso l’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo. In questa fase effettuano i rilievi tecnici necessari ai fini della realizzazione delle opere di sistemazione agraria e idraulica che dovranno sostenere l’attività di circa 600 imprenditrici che operano nel territorio.

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Una firma per trasferire dalla Provincia alla Regione il Carmelo di Sassari in comodato d’uso per trent’anni e poter così procedere all’allestimento di quello che sarà, nello stabile pregiato dell’ex convento, un importante Museo per l’arte del Novecento e del Contemporaneo. L’accordo,  siglato questo pomeriggio nella sala della Provincia dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dal commissario della Provincia Guido Sechi alla presenza del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, impegna la Regione a realizzare, gestire e assicurare il funzionamento del Museo nei locali dell’Ex Carmelo. 

L’iter era stato annunciato lo scorso 30 agosto, dallo stesso presidente Pigliaru in visita a Sassari al Padiglione Tavolara e all’Ex Carmelo. Dopo il recupero completo del Padiglione Tavolara, grazie alle risorse dedicate al completamento della ristrutturazione, alla manutenzione e la gestione, oggi si chiude l’altro, importante capitolo, per la vita culturale di Sassari e per la visione integrata della rete dei musei del nord ovest della Sardegna, relativo al Museo regionale per l’arte del Novecento e del contemporaneo.

Dopo la firma dell’accordo Francesco Pigliaru, Guido Sechi e Gianfranco Ganau hanno visitato, nell’ex Carmelo, la mostra dedicata a Maria Lai, in corso di allestimento, che sarà inaugurata domani. 

«Lo scorso agosto abbiamo preso un impegno e oggi siamo di nuovo qui per dire che lo abbiamo mantenuto, nel pieno rispetto dei termini che ci siamo dati – ha detto il presidente Francesco Pigliaru, che ha ringraziato i presenti e quanti, come loro e l’assessore della Cultura Giuseppe Dessena hanno lavorato per raggiungere l’obiettivo -. Aprire un museo non è cosa semplice, abbiamo affrontato passaggi burocratici complicati ma ora, con la firma di questo accordo, siamo arrivati alla soluzione che permetterà di spendere i quasi 3 milioni che la Regione ha stanziato per fare del Carmelo lo straordinario contenitore d’arte che merita di essere – ha aggiunto il Presidente -. Il raggiungimento di questo obiettivo, insieme alla restituzione del Padiglione Tavolara, non solo è un grande risultato per Sassari e per la sua grande tradizione artistica, ma è anche il tassello cruciale di una rete metropolitana dei musei che vogliamo vedere realizzata in tempi brevi. Il nord ovest della Sardegna ha attrattori di altissimo livello, pensiamo alla cultura catalana di Alghero, al patrimonio archeologico di Porto Torres, alla ricchezza medioevale di Castelsardo – ha concluso Francesco Pigliaru -, eccellenze che possono essere valorizzate al meglio solo facendo rete». 

Con la disponibilità dell’Ex Carmelo, la Regione potrà avviare i lavori utili all’implementazione del polo museale sassarese. Per il museo del Novecento e del Contemporaneo sono previste risorse per 2 milioni 841mila euro, inoltre sono stati stanziati 200mila euro per il piano di gestione e quello di comunicazione. 

A seguito di apposito restauro, risanamento conservativo e rivisitazione degli impianti, l’ex struttura conventuale del Carmelo si avvia finalmente a diventare la sede del Museo per l’Arte del ‘900 e del Contemporaneo, destinato all’esposizione del “Fondo Biasi”, parte rilevante dell’opera del pittore sassarese Giuseppe Biasi. Gli interventi hanno riguardato anche il restauro delle opere pittoriche del pittore sassarese, che in Sardegna costituiscono la collezione pubblica più importante del primo ‘900.