13 October, 2024
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E’ partita ieri da Portoscuso la Campagna Nazionale di informazione e sensibilizzazione di Legambiente “C’è puzza di gas”, sviluppata con il supporto di Clean Air Task Force (CATF). 

I manifestanti si sono ritrovati sulla Banchina Est del porto di Portovesme, per dire NO alla supermetaniera che la SNAM ha in progetto di sistemare in attuazione di quanto previsto dal DPCM energia firmato dal Premier Mario Draghi e pubblicato in Gazzetta ufficiale.

C’erano, tra gli altri, i massimi esponenti di Legambiente, Massimo Serafini, componente della segreteria regionale; Annalisa Columbu, presidente regionale; Vincenzo Tiana. Il sindaco ed il vicesindaco di Portoscuso, Ignazio Salvatore Atzori e Giorgio Alimonda; il sindaco di Carloforte, Stefano Rombi; rappresentanti di diverse associazioni ambientaliste; cittadini.

Vediamo l’intervista realizzata con il sindaco di Portoscuso, Ignazio Salvatore Atzori.

         

 

 

E’ un “NO” sempre più fermo, quello espresso stamane dal comune di Portoscuso, al progetto della Snam che prevede l’installazione sulla banchina est di una gasiera da 110.000 mc destinata ad alimentare anche Cagliari e la Città Metropolitana, nel corso della manifestazione organizzata da Legambiente. Nel corso dei vari interventi – tra i quali quello di Massimo Serafini, ex parlamentare, oggi componente della direzione nazionale di Legambiente -, è stato sottolineato che il “NO” alla mega gasiera, non è un “NO” al gas, ma alle dimensioni della gasiera prevista dal progetto. Per alimentare le industrie di Portovesme – è stato ribadito – si realizzi a terra, le proposte ci sono, un deposito di dimensioni adeguate alle esigenze di Portoscuso.
«Oggi è partito ufficialmente il percorso di coinvolgimento dei cittadini di Portoscuso per informare nel dettaglio dei gravi rischi, delle implicazioni ambientali e condizionamenti a cui tutta la cittadina verrebbe sottoposta se andasse a buon fine questo scellerato tentativo di installare nel vicinissimo porto industriale il mega rigassificatore per alimentare il Sud Sardegnadice il sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda -. I documenti sono ora a disposizione di tutti, anche degli increduli e dei fatalisti. Fin che avrò forza, come cittadino e come amministratore cercherò e cercheremo in tutti i modi e insieme a voi di impedire questo scempio. Sono certo che le persone che oggi hanno potuto partecipare all’incontro organizzato da Lega Ambiente che ringraziamo per l’azione di divulgazione e sostegno insieme con tutte le associazioni che hanno partecipato e contribuito, saranno loro stesse fonte di informazione e divulgazione tra i nostri concittadini.»
«Trattandosi di temi che condizionano fortemente il futuro di tutti noi l’invito è a non utilizzare questi temi per giochi politici di parte ma l auspicio è combattere tutti insieme affinché si adottino soluzioni che consentano una serena vivibilità e compatibilitàconclude Giorgio Alimonda -. Portoscuso non tornerà indietro!»
La manifestazione svoltasi stamane a Portovesme, è una delle 20 che Legambiente ha organizzato in altrettante città italiane (tra queste Civitavecchia, Ravenna, La Spezia, Napoli, Presenzano, Falconara, Fusina, Brindisi, Venezia, Potenza e Pescara) in collaborazione con diverse associazioni ambientaliste, comitati, realtà della società civile, per dire no alla costruzione di nuove centrali a gas fossile, e sostenere lo sviluppo delle fonti rinnovabili. E
Legambiente e le altre associazioni chiedono al Governo Draghi di esprimere una netta contrarietà all’introduzione di gas e nucleare tra le fonti verdi.
L’aumento dei costi in bolletta, secondo Legambiente, è da considerarsi come diretta conseguenza della politica di dipendenza dal gas fossile, indipendentemente dalla sua provenienza e non è imputabile alla necessaria transizione ecologica e sostiene l’importanza di procedere al più presto alla semplificazione della normativa per rendere possibile ogni anno l’installazione in Italia di oltre 8 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili; che regioni e amministrazioni comunali sviluppino politiche finalizzate a favorire la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili, a cominciare dalle aree SIN, in cui ad oggi si verificano spesso impedimenti legati ad esempio all’assenza di analisi di rischio.