28 March, 2024
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Un appuntamento imperdibile per gli appassionati di musica: sabato 27 gennaio, alle ore 19.00, al Teatro Centrale di piazza Roma in Carbonia si
svolgerà il “Concerto d’inverno”, organizzato dalla Banda Musicale “Vincenzo Bellini” con il patrocinio del comune di Carbonia.
Un ricco programma musicale eseguito dalla storica banda cittadina, diretta da Caterina Casula.
La prima parte della serata sarà a cura della Ramblers Street Music composta da:
• Francesco Atzori, voce e chitarra;
• Antonio Firinu, fisarmonica;
• Sergio Tifu, violino;
• Riccardo Sanna, basso;
• Matteo Leone, percussioni.
La seconda parte della serata sarà a cura della Banda Musicale “Vincenzo Bellini” di Carbonia con un repertorio versatile:
• Mary Poppins, Overture from Walt Disney’s, Richard M./Robert B. Sherman;
• Little Mermaid Medley – Ashman/Menken arr. Takashi Hoshide;
• Beaty and the Beast – Ashman/Menken arr. Toshio Mashima;
• The Lord of the Rings – Howard Shore arr. Jan Valta.
La serata sarà con ingresso libero ad offerta.

Sinistra Futura, la formazione politica nata in Sardegna, allarga i propri orizzonti e punta a diventare un soggetto politico nazionale. Giovedì 14 dicembre si è tenuto a Bacu Abis un incontro alla presenza di Gianni Battaglia, Antonio Gandolfo e Pippo Zappulla dell’Area Costituente per il partito del lavoro in Sicilia.
Sinistra Futura, associazione nata in Sardegna dopo la fine di Articolo Uno, raccoglie anche molti esponenti di Sinistra Italiana, e si presenterà con una lista alle elezioni regionali 2024 a sostegno della candidata Alessandra Todde. Il movimento potrebbe così diventare riferimento per la costruzione di un soggetto federato a livello nazionale. I promotori hanno registrato l’interesse da parte degli ospiti giunti a Bacu Abis per l’occasione dalla Sicilia per valutare l’esperienza costruita in Sardegna.

«Per la prima volta in Italia, nella storia repubblicanaha detto il presidente Luca Pizzutopotrebbe nascere un soggetto nazionale dalle esperienze delle comunità locali, lontano dalle logiche romane di costruzione dei soggetti politici che abbiamo osservato negli ultimi anni: liste che nascono per le elezioni e muoiono il giorno dopo. Abbiamo l’ambizione di esistere e crescere anche dopo le elezioni regionali sarde, e di essere una comunità politica in grado di realizzare cambiamento.»

Al termine del dibattito, coordinato dal giornalista Marco Corrias, al quale hanno partecipato il segretario regionale della Fiom Cgil Roberto Forresu e i sindaci di Guasila e Ossi, Paola Casula e Pasquale Lubinu, è stato ricordato Basilio Sulis, padre del Festival Ai confini tra Sardegna e Jazz di Sant’anna Anna Arresi ed è intervenuto il musicista Matteo Leone.

                

 

Giovedì 14 dicembre, a Bacu Abis, nei locali dell’ex scuola elementare di via Gavorrano, dalle 16.30, si terrà un grande evento organizzato da Sinistra Futura. L’iniziativa si colloca all’interno del
calendario delle manifestazioni della festa diffusa Futura!, che ha visto decine di appuntamenti negli scorsi due mesi.
L’associazione nata meno di un anno fa dal basso, con il contributo esclusivo dei territori, si affaccia per la prima volta sul panorama nazionale. Il programma prevede un dibattito dal tema ‘confederalismo dei territori, delle comunità locali e dei popoli’, nel quale si discuterà della possibilità di costruire una sinistra dal basso, che possa essere federale e federata, una sinistra slegata da logiche romane che riparta dai territori e dalle periferie, nella possibilità di un processo nuovo che vada dal basso verso l’alto e non al contrario, processo inedito nella storia
della sinistra. Interverranno, tra gli altri:
– Roberto Forresu, segretario regionale della Fiom Cgil
– Andrea Contu, presidenza Arci Sardegna
– Luca Pizzuto, presidente Sinistra Futura
– Paola Casula, Sindaca di Guasila, vicepresidente Sinistra Futura
– Pippo Zappulla, coordinatore regionale della Sicilia di Area Costituente Verso il Partito del Lavoro
– Gianni Battaglia, coordinatore regionale di Area Costituente della Sicilia e Resp. della provincia di Ragusa.
Coordina Marco Corrias, corrispondente dell’Unione Sarda.
Parteciperanno dunque due esponenti della politica regionale siciliana, appartenenti all’area politica “Area Costituente Verso il Partito del Lavoro”, nato dopo lo scioglimento di Articolo
Uno.
L’evento sarà introdotto dall’attore Gianluca Medas e si concluderà con un buffet di sostegno alla popolazione palestinese. È previsto un momento di ricordo di Basilio Sulis, scomparso recentemente, che verrà omaggiato da Matteo Leone, vincitore del premio Parodi 2021.
Infine, è stata organizzata anche un’attività di animazione per bambini e bambine, a cura di Tata Elena.

Le incerte condizioni meteomarine hanno modificato questa mattina, a Sant’Antioco, il programma della 21ª edizione dell’evento “Al mare che tutto unisce”, ideato dall’indimenticabile artista antiochense Gianni Salidu, in memoria di tutti i caduti del mare ed organizzato dall’associazione culturale “Sant’Antioco abbraccia il mare” guidata da Pinella Bullegas.

Dopo l’esecuzione di un brano al violino del giovane Giacomo Locci, la benedizione alla corona d’alloro destinata ai pedi della scultura “La Sirena che abbraccia il delfino” realizzata da Gianni Salidu e sistemata a 12 metri di profondità davanti all’isola de La Vacca, impartita da don Elio Tinti e l’intervento di Bernardetta Cabras che ha spiegato ai presenti il significato e l’importanza dell’evento, non è stato possibile accompagnare la corona d’alloro con il tradizionale corteo. A portare la corona d’alloro nella “Secca Salidu” sono stati gli uomini del Corpo sommozzatori di Cagliari e i rappresentanti della Protezione civile.

La giornata è proseguita nel “Giardino dell’Arte”, dove è stato preparato il tradizionale pranzo e si concluderà con un concerto di Matteo Leone, musicista originario di Cussorgia, località marina del comune di Calasetta, che avrà inizio alle 18.00.

Giampaolo Cirronis

Allegate alcune foto, il brano eseguito al violino dal giovane Giacomo Locci, la benedizione impartita da don Elio Tinti e l’intervista a Pinella Bullegas, moglie di Gianni Salidu

 

 

Dopo il grande successo di ieri sera, con Joanna Connor e Nikki Hill, gran finale, questa sera, in piazza Europa, per la XXXIII edizione del Festival Narcao Blues.

Si comincia alle 21.30 con la band francese Lehmanns Brothers, composta dai fondatori Julien Anglade (voce e tastiere), Alvin Amaizo (chitarra) e Clement Jourdan (basso) con Jonas Muel al sax tenore, Jordan Soivin al trombone e Dorris Biayenda alla batteria. A seguire la chitarrista e cantante americana Carolyn Wonderland, affiancata sul palco di Piazza Europa da Shelley King (chitarra acoustica e voce), Naj Conklin (basso e voce) e Giovanni Carnuccio (batteria). Poi, nell’appuntamento dopofestival, Narcao Blues saluterà il suo pubblico in località Santa Croce con Matteo Leone in solo.

 

Dopo il grande successo della serata inaugurale, che ha visto sul palco Ben Poole e Vanessa Collier, entra nel vivo questa sera, a Narcao, la trentatreesima edizione del festival Narcao Blues: riflettori e amplificatori accesi a partire dalle 21.30 in piazza Europa per la seconda serata del festival, in programma fino a sabato 22 nel paese del Sulcis. Serata tutta a stelle e strisce con due diverse proposte targate U.S.A.: apertura affidata alla band GA-20, un dinamico trio che predilige quei territori sonori in cui blues tradizionale, country e rock ‘n’ roll si intersecano. “Facciamo dischi che vorremmo ascoltare”, dice Matt Stubbs, voce e chitarra che ha accompagnato per anni il bluesman Charlie Musselwhite e condiviso il palco con artisti del calibro di James Cotton e John Hammond: “È la nostra interpretazione del blues elettrico tradizionale basato sulle canzoni che amiamo”. GA-20 nasce a Boston nel 2018 quando Stubbs incontra Pat Faherty (voce e chitarra), e il loro amore comune per il blues elettrico tradizionale, il R&B e il rock ‘n’ roll li porta a scrivere, esibirsi e infine registrare la loro visione moderna di questa musica. I GA-20 hanno presto ottenuto un ampio successo di critica e pubblico con il loro album di debutto, Lonely Soul, nel 2019, ribadito dall’Ep Live Vol. 1 con il nuovo batterista Tim Carman a bordo. Nel secondo album, Try It…You Might Like It!, del 2021, la band ha resuscitato e reinventato il blues di una leggenda di Chicago, Hound Dog Taylor; in Crackdown, dell’anno scorso, il trio ha invece sviluppato la linea delle precedenti uscite discografiche, dando vita a un blues che è allo stesso tempo tradizionale e piacevolmente moderno, trovando ispirazione ai margini del genere, dove il primo blues elettrico convergeva per la prima volta con il country e il rock ‘ n’ roll.

Dall’altra parte dell’Atlantico sbarca a Narcao anche il secondo protagonista della serata di domani (giovedì 20), Sugaray Rayford, una delle voci soul blues più rappresentative della scena musicale statunitense, come certificano anche gli allori nella sua bacheca: una nomination ai Grammy per il suo album del 2020 Somebody Save Me, con cui ha vinto due tra i più importanti riconoscimenti ai Blues Music Awards, quelli di B.B. King Entertainer e Soul Blues Artist of The Year (quest’ultimo ottenuto per due anni consecutivi), e il più recente titolo di “Soul Blues Album of the Year 2023” ai Blues Music Awards per il suo ultimo disco, In Too Deep. Nato in Texas nel 1969, Caron “Sugaray” Rayford ha iniziato la sua carriera musicale all’età di sette anni cantando e suonando la batteria in chiesa, e l’influenza del gospel si può ascoltare nella sua musica. Il suo percorso artistico è iniziato nell’area di San Diego, dove ha cantato come voce solista in un gruppo R&B/Funk, gli Urban Gypsys, e poi con la blues band Aunt Kizzy’z Boyz. Ma è col trasferimento a Los Angeles che la sua carriera da solista ha iniziato a fiorire. Nel 2011, Sugaray è uno dei cantanti principali dei Mannish Boys, nelle cui fila è voce solista in nove canzoni del cd Double Dynamite, miglior album blues tradizionale nel 2013 ai Blues Music Awards. Accolto dal plauso della critica, Blind Alley inaugura nel 2010 la serie di album da solista, cui seguiranno negli anni successivi Dangerous (2013), Southside (2015), The World That We Live In (2017) e i già ricordati Somebody Save Me (2020) e In Too Deep: un disco che combinando melodie soul classiche con groove R&B e funky, blues e sensibilità moderne, affronta questioni come i diritti civili e la giustizia sociale. Al suo fianco a Narcao ci saranno Julian Davis alla tromba, Derrick Martin al sassofono, Daniel Avila alla chitarra, Drake Shining alle tastiere, Allen Markel al basso e Ramon Michel alla batteria.

Al termine della serata in piazza Europa, ancora musica nel consueto appuntamento dopoconcerto in località Santa Croce che vede di scena volti noti del panorama blues in Sardegna: domani (giovedì 20) è la volta del trio di Matteo Leone con Matteo Muntoni al basso e Stefano Vacca alla batteria. Classe 1987, il chitarrista, cantante e polistrumentista di Calasetta, vincitore del Premio Parodi 2021, conta esperienze che vanno dai primi passi nella sezione percussioni del suo paese al jazz, dalla batteria (con studi al Conservatorio di Cagliari) alla chitarra, al blues, passando per un anno trascorso in Mauritania. Con Donato Cherchi è fondatore del duo Don Leone, vincitore dell’Italian Blues Challenge nel 2017, e presente in importanti festival nazionali e internazionali. Nella musica di Matteo Leone risuonano insieme il Delta del Mississippi e suggestioni mediterranee, la cultura afroamericana, sarda e quella tabarchina.

 

Conto alla rovescia per la trentatreesima edizione di Narcao Blues: da mercoledì 19 luglio a sabato 22 luglio si rinnova l’appuntamento con il più longevo festival blues in Sardegna, tappa immancabile dell’estate musicale nell’isola dei nuraghi. Una storia cominciata nel 1989 quella del festival che già dal nome rimarca il suo legame indissolubile con Narcao, e l’associazione culturale Progetto Evoluzione che lo organizza. John Mayall, Michael Coleman, Popa Chubby, Canned Heat, Mick Taylor, Eric Sardinas, Peter Green, Larry Carlton, James Cotton, Lucky Peterson, Otis Taylor, Eric Gales, Kris Barras, Robben Ford e Bill Evans: sono alcuni degli ospiti illustri che si sono affacciati nel corso degli anni sullo “storico” palco di piazza Europa. Un prestigioso elenco di artisti che si appresta ora a crescere e impreziosirsi con i protagonisti di questa edizione numero trentatré ai nastri di partenza: l’inglese Ben Poole, i francesi Lehmanns Brothers, le statunitensi Vanessa Collier, Joanna Connor, Nikki Hill e Carolyn Wonderland e i loro connazionali GA-20 e Sugaray Rayford. E ogni sera, al termine dei concerti sul palco centrale, ancora musica dal vivo nello spazio dopofestival in località Santa Croce; protagonisti alcuni nomi di primo piano della scena blues in Sardegna: Williboy Taxi e Vittorio Pitzalis, di scena mercoledì 19 e venerdì 21; Matteo Leone in trio giovedì 20 e da solo sabato 22.

A tagliare il nastro del trentatreesimo Narcao Blues, mercoledì 19 luglio alle 21.30, sarà il chitarrista e cantante inglese Ben Poole, considerato uno degli artisti rock, blues e soul più interessanti usciti dal Regno Unito negli ultimi tempi. Cresciuto immerso nella musica grazie all’influenza del padre, anch’egli musicista, da subito ha attirato l’attenzione con le sue esibizioni elettrizzanti: la rivista specializzata Total Guitar lo ha citato come uno dei chitarristi da tenere d’occhio nel 2010, e due anni dopo, come rappresentante del Regno Unito, ha ottenuto il terzo posto (su diciannove paesi partecipanti) all’European Blues Challenge a Berlino.
 
Il secondo set della serata (ore 23) tingerà di rosa il palco di Piazza Europa: al centro della scena Vanessa Collier, sassofonista e cantante statunitense capace di performance appassionate e coinvolgenti in cui fonde funk, rock e blues, grazie alla sua voce soul e all’energia del suo strumento. Dopo una doppia laurea presso il prestigioso Berklee College of Music di Boston nel 2013, questa poliedrica artista ha ottenuto presto importanti riconoscimenti, fra cui tre Blues Music Awards, due come “Miglior musicista per uno strumento a fiato dell’anno” nel 2019 e 2020, e uno nel 2022 come “Migliore artista femminile di blues contemporaneo” (titolo cui ha avuto la nomination anche per questo 2023).

Tutta a stelle e strisce la seconda serata sotto il cielo di Narcao: il compito di aprirla, giovedì 20 luglio (sempre alle 21.30), spetterà ai GA-20, un dinamico trio che predilige quei territori sonori in cui blues tradizionale, country e rock ‘n’ roll si intersecano. “Facciamo dischi che vorremmo ascoltare”, dice Matt Stubbs, voce e chitarra che ha accompagnato per anni il bluesman Charlie Musselwhite e condiviso il palco con artisti del calibro di James Cotton e John Hammond: “È la nostra interpretazione del blues elettrico tradizionale basato sulle canzoni che amiamo”. GA-20 nasce a Boston nel 2018 quando Stubbs incontra Pat Faherty (voce e chitarra), e il loro amore comune per il blues elettrico tradizionale, il R&B e il rock ‘n’ roll li ha portati a scrivere, esibirsi e infine registrare la loro visione moderna di questa musica
 
Dall’altra parte dell’Atlantico sbarca a Narcao anche il secondo protagonista della serata di giovedì, Sugaray Rayford, una delle voci soul blues più rappresentative della scena musicale statunitense, come certificano anche gli allori nella sua bacheca: una nomination ai Grammy per il suo album del 2020 Somebody Save Me, con cui ha vinto due tra i più importanti riconoscimenti ai Blues Music Awards, quelli di B.B. King Entertainer e Soul Blues Artist of The Year (quest’ultimo ottenuto per due anni consecutivi), e il più recente titolo di “Soul Blues Album of the Year 2023” ai Blues Music Awards per il suo ultimo disco, In Too Deep.

Serata tutta americana anche venerdì 21, ma in questo caso dalla dominante rosa: a salire per prima sul palco (come sempre alle 21.30) sarà la chitarrista e cantante Joanna Connor, classe 1962, nata a Brooklyn, cresciuta a Worcester, nel Massachusetts, ed esponente di primo piano della scena blues di Chicago, dove si è trasferita nel 1984. Nella città del vento è entrata presto a far parte della 43rd Street Blues Band di Dion Payton e ha condiviso il palco con artisti come Buddy Guy, Junior Wells, Otis Rush, Sammy Lawhorn, Pinetop Perkins, Hubert Sumlin, Magic Slim, Son Seals, Lonnie Brooks, Koko Taylor, prima di dare vita, nel 1988, al suo primo gruppo. Mettendo in mostra le sue doti chitarristiche e vocali nelle sue esibizioni settimanali al Kingston Mines di Chicago, ha catturato l’attenzione della Blind Pig Records che nel 1990 ha pubblicato il suo album di debutto, Believe It.
 
Ancora un’artista dalla verve coinvolgente al centro della scena per il secondo concerto in scaletta venerdì: intorno alle 23.00 riflettori puntati su Nikki Hill, cantante dalla voce distintiva e dalle energiche performance dal vivo. Originaria di Durham, nella Carolina del Nord, sin dall’infanzia ha cantato nel coro gospel della chiesa, ma ha coltivato anche un amore per vari generi musicali, come il R&B, il soul, il pop e l’hip-hop. Crescendo ha affinato il suo orecchio musicale per il garage rock, il rock’n’roll, il blues. 

Sarà l’esplosiva miscela sonora dei francesi Lehmanns Brothers, ad aprire alle 21.30 la quarta e ultima serata del festival, sabato 22 luglio. Il gruppo lega il suo nome all’Avenue Lehmann, la strada nella città di Angoulême dove, nel 2012, cinque studenti liceali si ritrovavano in un piccolo garage per condividere la comune passione per la musica afroamericana. Influenzati da artisti come Prince, Ghost-Note e D’Angelo, quei ragazzi rivisitano a modo loro il jazz-funk degli anni ’70, instillandoci variazioni provenienti da hip-hop, house e new soul. Niente cover, però: con tre EP all’attivo, propongono nei loro concerti solo brani originali, composti dai membri fondatori della band, il tastierista e cantante Julien Anglade, il chitarrista Alvin Amaizo e il bassista Clement Jourdan. Ad accompagnarli Dorris Biayenda alla batteria e alle percussioni, Jordan Soivin al trombone e Jonas Muel al sax tenore.
 
Alle 23.00, il compito di calare il sipario su un’edizione di Narcao Blues caratterizzata da tante protagoniste femminili nel cast del festival, spetterà all’americana Carolyn Wonderland
. Nata a Houston nel 1972, questa cantante, cantautrice e polistrumentista ha mosso da giovanissima, a quindici anni, i primi passi della carriera nei club della sua città prima di formare The Imperial Monkeys, il gruppo con cui ha iniziato ad affermarsi tra pubblico e critica, registrando una manciata di album, tra cui Groove Milk del 1993 e Bursting with Flavor del 1997, e andando in tour con B.B. King, Johnny Winter, Buddy Guy, gli Allman Brothers, Delbert McClinton e Buddy Miles. Guidando The Imperial Monkeys in diverse incarnazioni, gira gli Stati Uniti prima di sciogliere il gruppo quando si trasferisce ad Austin, nel 1999.

Il biglietto per ciascuna serata costa 15 euro, l’abbonamento per l’intero festival 35 euro. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Boxoffice Sardegna, nel sito www.narcaoblues.it e presso la sede dell’associazione culturale Progetto Evoluzione, in via Carbonia 11, a Narcao. L’ingresso è gratuito, invece, per tutte le serate allo spazio dopofestival in località Santa Croce. Per informazioni, la segreteria del festival risponde all’indirizzo di posta elettronica infoblues@narcaoblues.it e al numero 0781 87 50 71.

La trentatreesima edizione di Narcao Blues è organizzata dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport) e della Fondazione di Sardegna, con il patrocinio del Comune di Narcao, e la collaborazione del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

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Viaggio ai confini della tabarchinità” martedì 4 luglio a Calasetta (ore 18.00, Raixe) e mercoledì 5 luglio a Carloforte (ore 18.45, Polo linguistico). 

L’accoglienza sarà curata da Marzia Varaldo, presidente della Cooperativa Millepiedi, in dialogo con i sindaci di Calasetta e Carloforte, mentre due brevi visite sono condotte rispettivamente da Remigio Scopelliti e Andrea Luxoro.

Subito dopo sono previste due traversate di andata e ritorno, di 30 minuti l’una, sui traghetti Delcomar con personaggi di spicco della cultura: martedì 4 luglio sulla tratta Calasetta-Carloforte con partenza alle 19.30 lo scrittore Massimo Carlotto (autore, tra gli altri, del noir “Il mistero di  Mangiabarche”) dialoga con l’antropologo Luca Navarra.

Per il viaggio di ritorno, sulla tratta Carloforte-Calasetta con partenza alle 20.15 il musicista e cantautore calasettano Matteo Leone, appassionato di jazz e blues ma sempre più famoso per i suoi concerti in tabarchino, si esibisce con brani dal nuovo disco “Raixe”.

Mercoledì 5 luglio sulla tratta Carloforte-Calasetta con partenza alle 20.15 il giornalista inglese James Bone, ex corrispondente del Times e del Daily Telegraph che oggi vive tra New York, Londra e Carloforte, dialoga con l’antropologo Luca Navarra.

Per il viaggio di ritorno, sulla tratta Calasetta-Carloforte con partenza alle 21.00 il musicista e cantautore carlofortino Battista Dagnino,  autore di diversi brani in tabarchino e celebre per lo spettacolo “In sce unde de Faber”, in cui reinterpreta le canzoni di Fabrizio De André, si esibisce nel concerto “A ca insciû mò” (la casa sul mare).

L’evento è stato reso possibile grazie ai contributi dei comuni di Calasetta e di Carloforte, di una campagna di crowdfunding e della collaborazione dell’associazione Botti du Shcoggiu.

 

 

Esce il 23 giugno 2023, dopo un lungo periodo di rielaborazione durato tre anni, il secondo e atteso disco di Matteo Leone, tabarchino doc, vincitore assoluto del Premio Parodi nel 2021 e protagonista applauditissimo lo scorso anno del 42° Festival Internazionale Jazz in Sardegna-European Jazz Expo al Teatro Massimo di Cagliari. Raixe, questo il titolo del disco prodotto, registrato e mixato da Michele Palmas per S’ardmusic e distribuito da Egea Music è un lavoro in cui Matteo Leone si allontana dall’inglese del blues, scegliendo la sua lingua natale, il tabarchino, emblema della contaminazione tra popoli e culture. 
Raixe è un meticciato di stili, timbri, esperienze e alchimie ritmiche che creano uno spazio sonoro unico dove il tabarchino, lingua antica e riconosciuta del Mediterraneo, interseca memoria e presente. I temi e le storie sono quelle ricorrenti nella sua poetica: quelle del cammino e del viaggio, che lo hanno condotto in giro per il mondo; quelle del ricordo e della conservazione delle cose che lo circondano; quelle del desiderio di dialogo tra culture diverse e della volontà indomabile di trovare luoghi in cui vivere. 
«Non c’è brano che non conduca, chi ascolta, lungo rotte di pura emozione», scrive Massimo Carlotto, cui è affidata la vibrante presentazione del disco. La mandòla, la chitarra e altri strumenti occidentali si uniscono a strumenti percussivi sahariani e subsahariani, creando una miscellanea di stili e ritmi di grande fascinazione.
«È stato un disco travagliato, sia dal punto di vista della stesura che dal punto di vista della pubblicazionecommenta Matteo Leone sulle note di copertina -. Un disco che ha avuto diversi cambiamenti, anche se mi piace di più la parola evoluzione. Un progetto che vede le sue prime origini embrionali nel 2018, al ritorno dagli States dove andai a suonare. Avendo realizzato un mio grande sogno, mi sono trovato totalmente privo di interesse creativo: la classica crisi dei 30 anni.»

Due giorni – venerdì 24 giugno a Calasetta e sabato 25 giugno a Carloforte – per festeggiare la particolarissima storia e cultura di cinque comunità distribuite tra Italia, Tunisia e Spagna. E’ Raixe d’@mare, il festival delle radici tabarchine, in continuità con il progetto Culture d’@amare che lo scorso anno ha celebrato questa epopea Mediterranea: nel Medio Evo i loro antenati da Pegli sono giunti sull’isola tunisina di Tabarka per poi trasferirsi, verso la metà del 1700, sulle isole di San Pietro e Sant’Antioco (in Sardegna) e di Nueva Tabarca (di fronte ad Alicante). Promotore di tutte le iniziative la Cooperativa Millepiedi, che compie 30 anni e ha creato l’archivio digitale della cultura tabarchina Raixe (radici), museo-gioiello a Calasetta, sull’isola di Sant’Antioco.

Il programma del festival Raixe d’@mare.

Calasetta 

Venerdì 24 giugno, alle 23.00, in piazza Belly la star sarà Matteo Leone (vincitore dell’Italian Blues Challenge nel 2017 e del premio Andrea Parodi nel 2021) che presenterà il suo nuovo disco Raixe, con testi in tabarchino. «Storie di viaggi, di mare, gesta di donne e uomini che cercano dal 1400 un posto da chiamare casa». Un brano vedrà l’eccezionale partecipazione delle Balentes, dopo il concerto al Teatro Massimo, quando per la prima volta hanno cantato in tabarchino.

La serata inizierà alle 18.00, con due appuntamenti: la presentazione del gioco di carte dell’immaginazione tabarchina – Tabar – e le attività di animazione per bambini.

Alle 19.00, momento goloso con specialità locali come il cascà (cous cous vegetariano) e degustazioni delle cantine locali (La Casa di Sophia, Marchese di Tabarka, Cantina sociale di Calasetta) per celebrare i 30 anni della Cooperativa Millepiedi.

Alle 20.00 la presentazione del libro dello storico Fabio Pomata “Una lunga storia Mediterranea – Tabarca – La complessità del moderno nella nascita di Carloforte e Calasetta”.

Seguirà, sempre in piazza Belly, un trio di appuntamenti che si ripetono il giorno dopo a Carloforte: protagonista il docufilm del regista tunisino Habib Mestiri “Tabarkini, la storia del mare che unisce. Il regista considera il cinema un luogo privilegiato della memoria collettiva la cui funzione è quella di trasmettere memorie del passato ai contemporanei e alle generazioni future. In collaborazione con due case di produzione, la Tunisian Mind Shift e l’Italian 7th Art International Agency fa scoprire il passato poco conosciuto di Tabarka. 

Nel 1544 Carlo V, al termine di un trattato firmato con il Bey di Tunisi Moulay Hassan, che gli concedeva l’autorizzazione a fondare roccaforti sulle coste tunisine e a pescare il corallo, favorì l’insediamento dei genovesi di Pegli nell’isolotto di Tabarka (ora penisola), divenuta un prospero scalo commerciale, sotto la direzione della famiglia Lomellini. La popolazione, che vi risiedette per quasi 200 anni, arrivò fino a 1800 persone, si dedicò alla pesca del corallo e al commercio dei prodotti regionali, compreso il grano, esportati a Genova.

Attraverso il film-documentario di 70 minuti – prodotto da Ennio Pontis e girato in Italia, Spagna e Tunisia grazie al sostegno del Fondo per l’incoraggiamento alla creazione letteraria e artistica del Ministero della Cultura tunisino, al fondo bilaterale italo-tunisino per lo sviluppo della produzione cinematografica, con il contributo dell’Ente Nazionale del Turismo della Tunisia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi – si sostiene la richiesta di iscrizione dell’epopea tabarchina nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.

La proiezione, in prima nazionale,  è prevista alle 21.30. 

La precede, alle 21.00 e la segue, alle 22.40, una tavola rotonda: “Dialogo con le comunità tabarchine”. 

Vi partecipano Monique Longerstay, storica e archeologa belga, ex insegnante di istruzione superiore a Tabarka, dove ha fondato un’associazione per la protezione del patrimonio archeologico e tradizionale, presidente de l’associazione “Il Paese verde : la Tunisia di Nord-Ovest”, che ha creato a Parigi nel 2003; 

Felice Tiragallo, professore associato di antropologia culturale all’Università di Cagliari, specializzato nello spopolamento del Sud Europa;

Luca Navarra, antropologo consulente di Raixe;

il regista del film Habib Mestiri, che è stato nella giuria della Mostra del Cinema di Taranto, ed è tra i fondatori del Primo Canale di Cinema Arabo in Italia, “Orbit al Oula”, dopo una lunga esperienza televisiva segnata da numerosi premi in Italia, ed il produttore Ennio Pontis

Modererà Remigio Scopelliti, ex sindaco e vicesindaco di Calasetta, socio fondatore del Circolo Culturale Maccari, dal 1977 si occupa di ricerca storica, lingua e tradizioni tabarchine ed è facilitatore dei rapporti tra le comunità tabarchine.

Carloforte

Sabato 25 giugno, alle 17.00, all’EXME, in via XX Settembre, presentazione del gioco di carte dell’immaginazione tabarchina Tabar.

Alle 19,30 proiezione del film “Tabarkini, la storia del mare che unisce” di Habib Mestiri, prodotto da Ennio Pontis

Alle 19.00 ed alle 20.40, tavola rotonda con gli stessi protagonisti degli appuntamenti di venerdì a Calasetta. In questa occasione modererà Luca Navarra e siederà tra i relatori Remigio Scopelliti.