26 April, 2024
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Ai nastri di partenza il 30° festival Narcao Blues, in programma da mercoledì 26 a sabato 29 agosto. Sul palco di piazza Europa, con la consueta formula che prevede due set per ciascuna serata, si alterneranno nomi di spicco della scena blues nazionale, come la Treves Blues Band e la Gnola Blues Band, ed una nutrita rappresentanza di quella locale sarda: Francesco Piu, Vittorio Pitzalis, Irene Loche, il duo Don Leone, i King Howl e il Bad Blues Quartet.

In questa particolare annata, segnata dall’emergenza sanitaria, il festival si riconosce sotto il titolo “Sardinia Plays The Blues”: un titolo che allude alla volontà degli organizzatori, l’associazione culturale Progetto Evoluzione, di trasformare un momento di difficoltà come questo nell’opportunità di far conoscere fuori dalla Sardegna lo straordinario talento degli artisti locali e le bellezze del territorio che fa da cornice a Narcao Blues attraverso la realizzazione e diffusione di un dvd promozionale.

La trentesima edizione del festival è organizzata dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del comune di Narcao. Un’edizione particolare ma che saprà comunque regalare bella musica e tante emozioni al pubblico di Narcao Blues, con la fiducia «di poter tornare presto alla normalità», come si legge nel sito del festival, insieme all’invito alla prossima edizione del festival rivolto a «tutti coloro che non potranno esserci quest’anno».

Nel rispetto delle misure precauzionali per contrastare e contenere il diffondersi del Covid-19, ogni serata non potrà ospitare più di duecento spettatori. Per l’ingresso ai concerti non sono previsti biglietti ma un unico abbonamento (al costo di 20 euro), che si può acquistare solo presso la sede dell’associazione Progetto Evoluzione, a Narcao (in via Carbonia, 11) dalle 10.00 alle 13.00 dal lunedì al sabato.

Il programma – Il compito di tenere a battesimo il trentesimo Narcao Blues, nella serata di mercoledì 26 agosto, spetta a due formazioni che salirono sul palco del festival proprio nella sua prima edizione. Apre, alle 21.30, la Gnola Blues Band capitanata da Maurizio Glielmo, artista dai lunghi e prestigiosi trascorsi nella scena del blues italiano. Per anni a fianco del grande Fabio Treves, il chitarrista e cantante lombardo ha calcato i palchi dei più importanti festival italiani e internazionali, dando così vita a questo progetto che nasce ufficialmente nel 1989 con l’obbiettivo iniziale di percorrere gli itinerari più classici del blues degli standard sino a fondere gli elementi della tradizione in interessanti composizioni originali. Ad affiancare Maurizio Glielmo sul palco di piazza Europa ci saranno Paolo Legramandi (basso e voce) e Cesarone Nolli (batteria e percussioni e voce).

Alle 23.00 un’altra vecchia conoscenza del festival ricamerà blues nella notte narcarese: in scena “il puma di Lambrate” Fabio Treves con la sua Treves Blues Band, con la quale ha festeggiato nel 2014 i suoi prolifici quarant’anni di carriera (ricevendo l’Ambrogino d’oro, importante riconoscimento conferito dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fondò la formazione con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie e i suoi impareggiabili interpreti. Unico artista italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, Fabio Treves – che vanta anche collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones – ha festeggiato lo scorso novembre le sue prime settanta primavere. A Narcao sarà accompagnato da Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni). “Down The Line” è l’ultimo lavoro del gruppo, uscito nel 2015 sotto l’etichetta Appaloosa/IRD e prodotto da Cesare Nolli e Paolo Legramandi.

Un altro piacevole ritorno in apertura della serata di giovedì 27alle 21.30 riabbraccerà virtualmente il pubblico di Narcao Blues il duo Don Leone, composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti dopo un’intensa attività su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza di Don Leone, vincitore dell’edizione 2017 dell’Italian Blues Challenge che l’ha portato a competere nella finale dell’European Blues Challenge 2018 ad Hell in Norvegia e alle semifinali mondiali dell’International Blues Challenge a Memphis.

Chiusura della seconda serata con l’heavy blues dei cagliaritani King Howl, formazione attiva dal 2009 e composta da Diego Pani (voce e armonica), Marco Antagonista (chitarra) e Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria). I suoni della prima metà del Novecento, di grandi del blues come Son House, Howlin’ Wolf e Robert Johnson, vengono filtrati assumendo nuove forme, incorporando gli stili dello stoner rock, della psichedelia, in un crossover elaborato in maniera spontanea.

Il ruvido e graffiante Bad Blues Quartet approda sul palco di piazza Europa venerdì 28 per presentare il suo secondo album, “Back On My Feet, prodotto dall’etichetta Talk About Records (2019) e patrocinato dall’associazione Blues Made in Italy. Composta da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Frank Stara (batteria) e Gabriele Loddo (basso) la band isolana, attiva dal 2014, ritorna a Narcao con nuova energia e consapevolezza, traducendo in musica gli ultimi due intensi anni, ricchi di importanti esperienze in alcuni tra i palcoscenici più rappresentativi in Italia.

A farla da padrona nel secondo set (ore 23.00) sarà la regina del blues isolano, Irene Loche, sul palco con un progetto in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Dal 2015, la cantautrice e chitarrista oristanese è ufficialmente artista Magnatone USA, unica italiana nel panorama mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne, Neil Young, tra gli altri. Dal 2018 è diventata, inoltre, artista della Asher Guitars & Lap Steels, insieme ad artisti come nomi del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, David Crosby, Marc Ford, Gregg Leisz, James Valentine, Zack Brown. Al fianco di Irene Loche, venerdì 28 a Narcao, ci saranno Andrea Sanna al Feder Rhodes ed Hammond, Gian Luca Canu al basso e Alessandro Cau alla batteria.

Sipario sul trentesimo Narcao Blues sabato 29 agosto: l’ultima serata, solitamente occasione per salutare in bellezza ogni edizione del festival, quest’anno non potrà ospitare la consueta festa, ma offrirà al pubblico la musica di due punte di diamante del blues in Sardegna. L’apertura, alle 21.00, è affidata a Vittorio Pitzalis, che grandi consensi ha raccolto con la sua prima pubblicazione, il disco “Jimi James, prodotto dall’etichetta MGJR Records nel 2017 (vincitore del premio Mario Cervo come migliore produzione discografica in Sardegna nel 2018). L’album, acclamato al Delta Blues di Rovigo nel giugno 2018, gli ha permesso di volare negli Stati Uniti, dove nel 2019 ha concorso alla trentacinquesima edizione dell’IBC International Blues Challenge. Nel corso della sua carriera, Vittorio Pitzalis si è esibito su alcuni tra i palcoscenici più importanti della scena nazionale. Nel 1994 ha guadagnato la prima posizione al concorso indetto dal Narcao Blues Festival e nel 1995 si è aggiudicato il primo gradino del podio nel contest organizzato dal festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz.

Chiusura in bellezza, alle 23.00, con Francesco Piu, bluesman che può essere definito uno dei figli del festival di Narcao: l’artista sassarese presenterà il suo nuovo album, “Crossing” (Appaloosa, 2019), in cui porta idealmente Robert Johnson e i suoi brani leggendari nel Mediterraneo, attraverso la sua voce e lo slide della sua chitarra elettrica, colorandoli con le percussioni africane e mediorientali, le corde arabe, greche, l’elettronica e i suoni ancestrali della Sardegna (launeddas e canto a tenore). Sul palco, insieme a Francesco Piu, ci saranno Francesco Ogana (bouzouki, oud, guitalele, chitarra elettrica), Gavino Riva (basso), DJ Cris (samples, scretches), Paolo Succu (batteria, darbuka, djembè) e Bruno Piccinnu (calebasse, djembè, bongos).

Grazie alla collaborazione con una squadra di professionisti audio/video, le sei formazioni sarde di scena al festival, tra le migliori espressioni del panorama blues isolano, si esibiranno e verranno videoregistrate nei giorni della manifestazione in altrettanti, suggestivi scenari per mostrare le unicità del territorio, spaziando dall’archeologia classica a quella industriale, dal mare alle zone interne, dall’enogastronomia agli usi e costumi tradizionali, esplorando e rivisitando le polverose strade del blues, declinate nelle ormai mitiche dodici battute. Un progetto che si muoverà dunque su un percorso musicale le cui coordinate si dirameranno da quello arcaico importato dall’Africa, a quello rurale nato nelle piantagioni di cotone, passando per quello acustico legato alla caduta dello schiavismo, fino a quello elettrico, definito Chicago Blues, senza trascurare quello delle contaminazioni presente oramai in tutti i generi musicali contemporanei.

Frutto concreto del progetto sarà la produzione di un DVD nel quale troveranno posto le sei formazioni isolane chiamate a esibirsi dal vivo nei luoghi del territorio sulcitano. Il prodotto finale permetterà il raggiungimento di un duplice obbiettivo: far conoscere a tutti i professionisti che si occupano di blues a livello internazionale le potenzialità musicali della nostra isola, e, allo stesso tempo, promuovere le bellezze naturalistiche del territorio.

Tutte le fasi legate alla realizzazione del DVD saranno a carico dell’associazione Progetto Evoluzione; una volta mixato e ottenuto il master, con la collaborazione dell’EBU (European Blues Union) e dell’IBU (Italian Blues Union), organizzazioni di cui Narcao Blues fa parte, il disco video digitale verrà stampato e consegnato a tutti gli iscritti delle due associazioni. Allegato al DVD un libretto cartaceo che conterrà la descrizione dei luoghi e le biografie delle band.

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Da mercoledì 26 a sabato 29 agosto ritorna il festival Narcao Blues, sotto il titolo “Sardinia Plays The Blues”, progetto nato con il chiaro intento di trasformare una difficoltà in opportunità, nella seppur non semplice situazione creata dal Coronavirus, per meglio far conoscere agli amanti del genere di tutta Europa, lo straordinario talento dei bluesman sardi e, allo tempo stesso, le bellezze del Sud/Ovest dell’isola.
Si esibiranno nomi di spicco della scena blues nazionale ed una nutrita rappresentanza di quella locale: attesi sul palco di piazza Europa, nella consueta formula con due set per serata, la Treves Blues Band, la Gnola Blues Band, e i sardi Francesco PiuVittorio PitzalisIrene Loche, il duo Don Leone, i King Howl ed il Bad Blues Quartet.
«Le limitazioni derivanti dall’emergenza sanitaria non ci hanno permesso di costruire il nostro consueto programma in cui artisti internazionali si alternano a quelli nazionali e isolani – spiega il direttore artistico Gianni Melis -. Queste limitazioni, tuttavia, diventano un’occasione per ripensare il progetto, mettendolo al servizio dei bluesmen della nostra isola, dando loro visibilità.»
Sarà, dunque, una quattro giorni particolare, questa trentesima edizione di Narcao Blues, che l’associazione culturale Progetto Evoluzione, organizza con il contributo dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del comune di Narcao. Un’edizione particolare ma che saprà comunque regalare bella musica e tante emozioni al pubblico di Narcao Blues, con la fiducia «di poter tornare presto alla normalità», come si legge nel sito del festival, insieme all’invito alla prossima edizione del festival rivolto a «tutti coloro che non potranno esserci quest’anno». Nel rispetto delle misure precauzionali per contrastare e contenere il diffondersi del Covid-19, ogni serata non potrà, infatti, ospitare più di duecento spettatori. Per l’ingresso ai concerti non sono previsti biglietti ma un unico abbonamento (al costo di 20 euro), che si può acquistare solo presso la sede dell’associazione Progetto Evoluzione, a Narcao (in via Carbonia, 11) dalle 10.00 alle 13.00 dal lunedì al sabato.
 
Il compito di tenere a battesimo il trentesimo Narcao Blues, nella serata di mercoledì 26 agosto, spetta a due formazioni che salirono sul palco del festival proprio nella sua prima edizione. Apre, alle 21.30, la Gnola Blues Band capitanata da Maurizio Glielmo, artista dai lunghi e prestigiosi trascorsi nella scena del blues italiano. Per anni a fianco del grande Fabio Treves, il chitarrista e cantante lombardo ha calcato i palchi dei più importanti festival italiani e internazionali, dando così vita a questo progetto che nasce ufficialmente nel 1989 con l’obbiettivo iniziale di percorrere gli itinerari più classici del blues degli standard sino a fondere gli elementi della tradizione in interessanti composizioni originali. Ad affiancare Maurizio Glielmo sul palco di piazza Europa ci saranno Paolo Legramandi (basso e voce) e Cesarone Nolli (batteria e percussioni e voce).
 
Alle 23 un’altra vecchia conoscenza del festival ricamerà blues nella notte narcarese: in scena Fabio Treves, “il puma di Lambrate”, con la sua Treves Blues Band con la quale ha festeggiato nel 2014 i suoi prolifici quarant’anni di carriera (ricevendo l’Ambrogino d’oro, importante riconoscimento conferito dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fondò la formazione con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie ed i suoi impareggiabili interpreti. Unico artista italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, Fabio Treves – che vanta anche collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones – ha festeggiato lo scorso novembre le sue prime settanta primavere. A Narcao sarà accompagnato da Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni). “Down The Line” è l’ultimo lavoro del gruppo, uscito nel 2015 sotto l’etichetta Appaloosa/IRD e prodotto da Cesare Nolli e Paolo Legramandi.
 
Un altro piacevole ritorno in apertura della serata di giovedì 27 agosto: alle 21.30 ,riabbraccerà virtualmente il pubblico di Narcao Blues il duo Don Leone, composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti dopo un’intensa attività su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza di Don Leone, vincitore dell’edizione 2017 dell’Italian Blues Challenge che l’ha portato a competere nella finale dell’European Blues Challenge 2018 ad Hell in Norvegia e alle semifinali mondiali dell’International Blues Challenge a Memphis.
 
Chiusura della seconda serata con l’heavy blues dei cagliaritani King Howl, formazione attiva dal 2009 e composta da Diego Pani (voce ed armonica), Marco Antagonista (chitarra) e Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria). I suoni della prima metà del Novecento, di grandi del blues come Son House, Howlin’ Wolf e Robert Johnson, vengono filtrati assumendo nuove forme, incorporando gli stili dello stoner rock, della psichedelia, in un crossover elaborato in maniera spontanea.
 
Il ruvido e graffiante Bad Blues Quartet approda sul palco di piazza Europa venerdì 28 agosto per presentare il suo secondo album, “Back On My Feet“, prodotto dall’etichetta Talk About Records (2019) e patrocinato dall’associazione Blues Made in Italy. Composta da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Frank Stara (batteria) e Gabriele Loddo (basso) la band isolana, attiva dal 2014, ritorna a Narcao con nuova energia e consapevolezza, traducendo in musica gli ultimi due intensi anni, ricchi di importanti esperienze in alcuni tra i palcoscenici più rappresentativi in Italia.
 
A farla da padrona nel secondo set (ore 23.00) sarà la regina del blues isolano, Irene Loche, sul palco con un progetto in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Dal 2015, la cantautrice e chitarrista oristanese è ufficialmente artista Magnatone USA, unica italiana nel panorama mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne, Neil Young, tra gli altri. Dal 2018 è diventata, inoltre, artista della Asher Guitars & Lap Steels, insieme ad artisti come nomi del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, David Crosby, Marc Ford, Gregg Leisz, James Valentine, Zack Brown. Al fianco di Irene Loche, venerdì 28 a Narcao, ci saranno Andrea Sanna al Feder Rhodes e organo Hammond, Gian Luca Canu al basso e Alessandro Cau alla batteria.
 
Sipario sul trentesimo Narcao Blues sabato 29 agosto: l’ultima serata, solitamente occasione per salutare in bellezza ogni edizione del festival, quest’anno non potrà ospitare la consueta festa, ma offrirà al pubblico la musica di due punte di diamante del blues in Sardegna. L’apertura, alle 21.00, è affidata a Vittorio Pitzalis, che grandi consensi ha raccolto con la sua prima pubblicazione, il disco “Jimi James”, prodotto dall’etichetta MGJR Records nel 2017 (vincitore del premio Mario Cervo come migliore produzione discografica in Sardegna nel 2018). L’album, acclamato al Delta Blues di Rovigo nel giugno 2018, gli ha permesso di volare negli Stati Uniti, dove nel 2019 ha concorso alla trentacinquesima edizione dell’IBC International Blues Challenge. Nel corso della sua carriera, Vittorio Pitzalis si è esibito su alcuni tra i palcoscenici più importanti della scena nazionale. Nel 1994 ha guadagnato la prima posizione al concorso indetto dal Narcao Blues Festival e nel 1995 si è aggiudicato il primo gradino del podio nel contest organizzato dal festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”.
 
Chiusura in bellezza, alle 23.00, con Francesco Piu, bluesman che può essere definito uno dei figli del festival di Narcao: l’artista sassarese presenterà il suo nuovo album, “Crossing” (Appaloosa, 2019), in cui porta idealmente Robert Johnson ed i suoi brani leggendari nel Mediterraneo, attraverso la sua voce e lo slide della sua chitarra elettrica, colorandoli con le percussioni africane e mediorientali, le corde arabe, greche, l’elettronica e i suoni ancestrali della Sardegna (launeddas e canto a tenore). Sul palco, insieme a Francesco Piu, ci saranno Francesco Ogana (bouzouki, oud, guitalele, chitarra elettrica), Gavino Riva (basso), DJ Cris (samples, scretches), Paolo Succu (batteria, darbuka, djembè) e Bruno Piccinnu (calebasse, djembè, bongos).
 
Grazie alla collaborazione con una squadra di professionisti audio/video, le sei formazioni sarde di scena al festival, tra le migliori espressioni del panorama blues isolano, si esibiranno e verranno videoregistrate nei giorni della manifestazione in altrettanti, suggestivi scenari per mostrare le unicità del territorio, spaziando dall’archeologia classica a quella industriale, dal mare alle zone interne, dall’enogastronomia agli usi e costumi tradizionali, esplorando e rivisitando le polverose strade del blues, declinate nelle ormai mitiche dodici battute. Un progetto che si muoverà dunque su un percorso musicale le cui coordinate si dirameranno da quello arcaico importato dall’Africa, a quello rurale nato nelle piantagioni di cotone, passando per quello acustico legato alla caduta dello schiavismo, fino a quello elettrico, definito Chicago Blues, senza trascurare quello delle contaminazioni presente oramai in tutti i generi musicali contemporanei.
 
Frutto concreto del progetto sarà la produzione di un DVD nel quale troveranno posto le sei formazioni isolane chiamate a esibirsi dal vivo nei luoghi del territorio sulcitano. Il prodotto finale permetterà il raggiungimento di un duplice obbiettivo: far conoscere a tutti i professionisti che si occupano di blues a livello internazionale le potenzialità musicali della nostra isola, e, allo stesso tempo, promuovere le bellezze naturalistiche del territorio.
 
Tutte le fasi legate alla realizzazione del DVD saranno a carico dell’associazione Progetto Evoluzione; una volta mixato e ottenuto il master, con la collaborazione dell’EBU (European Blues Union) e dell’IBU (Italian Blues Union), organizzazioni di cui Narcao Blues fa parte, il disco video digitale verrà stampato e consegnato a tutti gli iscritti delle due associazioni. Allegato al DVD un libretto cartaceo che conterrà la descrizione dei luoghi e le biografie delle band.

Fabio Treves

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Domenica 2 febbraio, alle ore 18.00, presso la Sala Fabio Masala della Fabbrica del Cinema, nella Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, secondo appuntamento con la Rassegna “Inverno in Sala” con la proiezione del film THE SEARCH di Diego Pani, organizzato dal CSC Carbonia della Società Umanitaria.

Prodotto dall’Isre – Istituto Superiore Regionale Etnografico, in collaborazione con Talk About Records, il film è l’avvincente ed affascinante racconto di un viaggio compiuto nel Deep South degli Stati Uniti d’America da due musicisti sardi, il duo sulcitano Don Leone.

In viaggio tra Tennessee, Mississippi e Louisiana, racconta un mondo musicale ancora estremamente ancorato alla memoria di quei musicisti iconici che hanno abitato le città e le campagne di questo enorme pezzo di America.

Il blues è nato negli Stati Uniti, come risposta alla schiavitù delle comunità nere, e rappresenta il sentimento di dolore di una comunità, emarginata e vittima.

Il blues è un canto che nasce dalla tristezza e dal dolore, ma che porta con sé un messaggio di speranza, gioia e spensieratezza.

La band Don Leone racconta il suo stretto legame con questo genere musicale.

I Don Leone sono Donato Cherchi (29 anni, di Carbonia), cantante blues e folk con un passato da rapper, e Matteo Leone (32 anni, di Cussorgia – Calasetta), chitarrista, batterista, polistrumentista e cantante blues.

L’ingresso sarà libero e gratuito.

Interverranno il regista del film Diego Pani e i due protagonisti Matteo Leone e Donato Cherchi.

Diego Pani
Diego Pani (33 anni, di Santu Lussurgiu) è un etnomusicologo, musicista e produttore di musica indipendente. Dottorando in etnomusicologia alla Memorial University of Newfoundland (St John’s, Canada), è l’attuale etnomusicologo referente dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna (ISRE).

Ha collaborato, in veste di research assistant, con l’Università di Cagliari, la Kyoto City University of Arts (Giappone) e il Research Centre for the Study of Music, Media and Place (MMaP) della Memorial University of Newfoundland (Canada). All’attività accademica affianca quella di cantante e armonicista dei King Howl, gruppo heavy blues più volte protagonista di tournée internazionali. Dal 2008, inoltre, gestisce Talk About Records, etichetta discografica indipendente e associazione culturale impegnata nella produzione di dischi, concerti, tournée e Festival.

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Don Leone from Sulcis, Sardinia on stage at Blues Hall for the International Blues Challenge.
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Domani, venerdì 3 gennaio, alle ore 19.30, il pubblico del Teatro Centrale di piazza Roma potrà assistere allo spettacolo di tribal fusion bellydance, prosa e musica, intitolato “Lunatiche”, con coreografie e direzione artistica di Alice Cardia e Benedetta Deriu, musiche di Matteo Leone e Fabrizio Lai e le letture a cura di Monica Porcedda.

L’evento è patrocinato dal comune di Carbonia e realizzato in collaborazione con “La Cernita Teatro”.
Il prezzo del biglietto di ingresso è di e 5 euro, ridotto a 4 euro in caso di acquisto nella fase di prevendita.

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Dopo la riuscita tre giorni dello scorso fine settimana a Ortueri (NU), Viva Mandrolisai fa tappa questo sabato (14 dicembre) ad Atzara per completare il programma della sua prima edizione. La rassegna concepita sull’incontro tra musica, cultura e tradizioni enogastronomiche locali, approda nel paese sulle pendici sud-occidentali del Gennargentu, tra i borghi più belli dell’isola, dove trova ospitalità alla Cantina Fradiles. In programma, alle 11, una degustazione guidata dei vini Fradiles, Antiogu e Istentu a cura della Fondazione Italiana Sommelier. Alle 13 tengono banco, invece, i piatti tipici del territorio, con il blues di Francesco Piu ad aggiungere gusto all’evento, aperto al pubblico a 30 euro a persona. I posti sono limitati, per cui è consigliata la prenotazione telefonando al 3331761683. Prevista anche una visita guidata al vigneto storico della Cantina Fradiles.
 
Già tra i protagonisti della prima parte di Viva Mandrolisai, domenica scorsa a Ortueri, in una giornata che ha visto esibirsi anche Matteo Leone, Irene Loche, Alberto Sanna, i Blues Water Elephant, Francesco Piu si è ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama del blues italiano e internazionale, partecipando a festival del calibro di IBC Memphis, Cognac Blues Passions, Blues To Bop, Blues Sur Seine, Pistoia Blues e aprendo i concerti di grandi nomi genere come John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan, Robert Cray, Charlie Musselwhite, The Derek Trucks Band, The Fabulous Thunderbirds, solo per citarne qualcuno. Classe 1981, il chitarrista e cantante sassarese ha presentato lo scorso 19 ottobre, a Milano, il suo nuovo album (il quarto in studio della sua discografia), “Crossing”, un tributo a un’icona della storia del blues come Robert Johnson.

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Prende vita da venerdì 6 a sabato 14 dicembre, snodandosi tra Ortueri e Atzara (NU), Viva Mandrolisai, una nuova rassegna autunnale che coniuga la musica blues con la cultura e le tradizioni enogastronomiche della storica regione della Sardegna centrale da cui prende il nome. Un’iniziativa che si propone di fare rete tra Comuni, attività produttive, associazioni culturali e comunità locali in un’ottica di condivisione, per porre l’accento sul tema del ripopolamento culturale attraverso la musica, l’arte e le tradizioni del Mandrolisai.

La rassegna lega il suo concepimento a una riuscita serata proposta l’estate scorsa a Ortueri dalla Cantina Bingiateris in collaborazione con il festival Dromos: l’evento Lollore & Blues, che si è tenuto a Ortueri il 12 agosto, con il concerto di un’autentica icona della scena blues nazionale, Fabio Treves, Alex “Kid” Gariazzo. Il successo di quell’appuntamento ha suggerito l’opportunità di programmare un’intera rassegna dedicata al blues, associando alla musica i prodotti enogastronomici tipici della zona, per offrire una nuova esperienza conviviale e di condivisione in un territorio della Sardegna ricco di potenzialità.

Nel cartellone di Viva Mandrolisai saranno svariati gli appuntamenti musicali con alcuni tra gli artisti più rappresentativi della scena blues isolana, come Francesco Piu, Matteo Leone e Irene Loche; tanta musica ma anche cinema e degustazioni nelle quattro giornate della rassegna che vede la luce con il contributo dell’Assessorato al Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, del Festival Festival Dromos (che ne cura anche la direzione artistica), della Cantina Bingiateris di Ortueri, della Cantina Fradiles di Atzara, con la collaborazione del Comune di Ortueri.

Viva Mandrolisai avrà inizio ufficialmente venerdì 6 dicembre a Ortueri, dove la rassegna pianta le tende fino a domenica 8 in occasione dell’evento Colores e Sabores de Atongiu, nell’ambito di Autunno in Barbagia 2019. La Sala Consiliare del Comune ospita, alle 19.00, la prima delle proiezioni in programma: al centro dello schermo “L’anima di un uomo” (2013), il documentario di Wim Wenders che esplora le carriere dei musicisti Skip James, Blind Willie Johnson e J. B. Lenoir, secondo capitolo della serie “The Blues” prodotta da Martin Scorsese. La visione sarà presentata da Carlo Mancae introdotta dalla musica dei MandroliHills.

L’indomani mattina (sabato 7 dicembre), doppio appuntamento all’insegna del piacere del palato alla Cantina Bingiateris: in programma alle 11.00 una degustazione guidata (a cura della Fondazione Italiana Sommelier) dei vini Lollóre e Thálei di varie annate; poi, alle 13.00, un assaggio di piatti tipici del territorio a cura degli chef Giovanni e Pierluigi Fais. A impreziosire l’evento, un live-set della chitarrista, cantante e compositrice Irene Loche. La partecipazione costa 30 euro a persona, ma i posti sono limitati: è perciò consigliata la prenotazione al numero 3343092937 o al 3403333691.

Alle 19.00, torna di scena il cinema con la proiezione – sempre nella Sala consiliare del Comune – del film di Darnell Martin “Cadillac Records”. La pellicola ripercorre l’ascesa e il declino della Chess Records, etichetta discografica di Chicago fondata da Leonard Chess, che tra gli anni cinquanta e sessanta portò al successo molti artisti di blues, ma anche del soul e rhythm and blues, segnando un’epoca. Anche in questa occasione la presentazione e l’introduzione musicale sono a cura di Carlo Manca.

Tiene banco la musica dal vivo nella giornata di domenica 8 dicembre a Ortueri, con cinque artisti ad avvicendarsi in angoli diversi del centro storico. Apre la serie di esibizioni, alle 11.30 in via Floris (angolo via Umberto), Irene Loche (già protagonista il giorno precedente alla Cantina Bingiateris). Dall’energia dei palchi calcati con il trio Sunsweet Blues Revenge, la donna del blues sardo si riscopre in questo progetto solista, molto più intimo, in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Replica del concerto alle 15 in via Vittorio Emanuele.

Alle 12.15, in via Dante, spazio a una delle icone del rock sardo, il cantautore e polistrumentista Alberto Sanna. La carriera dell’artista cagliaritano, che vanta al suo attivo numerosi tour in Italia e in Germania e partecipazioni a festival tra la Sardegna e il resto della penisola, è caratterizzata da un interminabile e appassionante viaggio a ritroso negli anni d’oro del blues, dell’hard rock, dello swing, fino al jive e al rock’n’roll delle origini. Anche per Alberto Sanna una replica in programma alle 16.30 in via Floris (angolo via Umberto).

Il ruvido e polveroso blues continuerà a risuonare per le strade di Ortueri con Matteo Leone, di scena in via Barone Mannu, sempre alle 12.15. Membro del rinomato duo Don Leone (vincitore dell’Italian Blues Challenge del 2017 e rappresentante dell’Italia nella finale dell’European Blues Challenge, a Hell, in Norvegia nel 2018), l’artista nativo di Carbonia, dopo un processo di ricerca volto alla scoperta e approfondimento della cultura afroamericana in tutte le sue sfaccettature, sente attualmente il bisogno di tornare alle sue origini: l’Africa (ha vissuto per un anno a Nouakchott, in Mauritania) e Calasetta, paese in cui vive e lavora.

Alla stessa ora, ma in via Floris (angolo via Umberto), il pubblico potrà apprezzare anche la proposta musicale dei Blues Water Elephant, ovvero Carlo Manca (armonica e voce) e Ricardo Trois (chitarra e voce): un duo partito dalle canzoni di Sonny Terry e Brownie Mcghee, Big Bill Broonzy, Jazz Gillum, Noah Lewis e Lousiana Red, Mississippi Fred McDowell e tanti altri. Per loro, replica alle 15.45 in piazza Sa Chedda ‘e i’ Sales.

A completare in bellezza la serie di esibizioni per le strade di Ortueri, un vero asso internazionale del genere dalle dodici battute: Francesco Piu, di scena in via Floris (angolo via Umberto) a partire dalle 17.30. Reduce dal grande successo della data zero dello scorso 19 ottobre a Milano, in cui ha presentato il suo nuovo album “Crossing”, il bluesman sassarese accompagnerà la propria voce con chitarra acustica, dobro, weissenborn, banjo, lap steel e armonica, per un viaggio tra le strade della storia del blues.

l sipario sulla tre giorni di Viva Mandrolisai a Ortueri (durante i quali si potranno degustare i vini di tutte le cantine acquistando l’apposito ticket a 10 euro presso il punto vendita in piazza Marconi) è all’insegna del cinema: alle 19.00, nella Sala consiliare del Comune si proietta il documentario di Martin Scorsese “Dal Mali al Mississippi”, primo capitolo della serie “The Blues” prodotta dal regista newyorkese. Presenterà la serata Carlo Manca, live-set di Matteo Leone.

Tutto in una giornata, e nel segno del connubio tra musica e enogastronomia, l’appuntamento di Viva Mandrolisai ad Atzara, dove la rassegna troverà l’accogliente ospitalità della Cantina Fradiles sabato 14 dicembre. In programma, alle 11.00, una degustazione guidata dei vini Fradiles, Antiogu e Istentu a cura della Fondazione Italiana Sommelier. Alle 13.00, tengono banco, invece, i piatti tipici del territorio, con il blues di Francesco Piu ad aggiungere gusto all’evento, aperto al pubblico a 30 euro a persona. Anche in questo caso i posti sono limitati, per cui è consigliata la prenotazione telefonando al 3331761683.

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Si apre all’insegna del blues il trittico di concerti del Sarroch Music Expo, la rassegna con cui la cooperativa Vox Day ritorna a distanza di anni a Sarroch, per riprendere il cammino che in estati passate ha portato nel paese a una trentina di chilometri da Cagliari nomi del calibro di Deep Purple, Simple Minds, Motorhead, Gogol Bordello, Gong, Tuxedomoon, Jefferson Starship, Jethro Tull, Placebo, Subsonica, Negrita, Roy Paci ed Africa Unite.

Il compito di inaugurare la nuova serie di appuntamenti con la musica di qualità, venerdì sera (5 luglio), alle 21.30, all’Anfiteatro Parco Pubblico con ingresso gratuito, spetta ai Don Leone, ovvero Donato Cherchi (voce e armonica a bocca) e Matteo Leone (chitarra, batteria a piedi e voce) con il loro originale blues dalle influenze elettriche, aride e rauche. Il duo sulcitano si è formato tre estati fa, per registrare poco tempo dopo l’Ep “Welcome to South West” che ha raccolto subito un ottimo consenso della critica, lanciando i Don Leone sui principali palchi isolani e su quello del Monk di Roma per il Mojo Station Blues Festival, fino alla vittoria dell’Italian Blues Challenge del 2017. Dopo un road trip negli Stati Uniti, lungo il delta del Mississippi, e aver collezionato una preziosa qualificazione alle semifinali dell’International Blues Challenge a Memphis, arrivando tra le prime venti formazioni partecipanti, l’anno scorso il duo ha rappresentato l’Italia nella finale dell’European Blues Challenge, a Hell, in Norvegia, sfiorando il podio.

Prossimo appuntamento nel cartellone del Sarroch Music Expo mercoledì 24 luglio: attesi protagonisti del concerto, in programma allo Stadio Comunale, i Morcheeba, nome di punta della rassegna. Tra i pionieri del trip-hop, la band inglese fondata nel 1995 e guidata dalla cantante Skye Edwards con il chitarrista Ross Godfrey, conta più di dieci milioni di dischi venduti, oltre a una costante attività di tour in tutto il mondo. I biglietti, a 30 euro (più diritti di prevendita) si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Vivaticket, così come quelli per gli I Hate My Village, rivelazione dell’anno della scena indipendente italiana, sul palco di Villa Siotto il 6 agosto per il terzo ed ultimo concerto della rassegna.

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Il forte vento di maestrale non ha fermato, ieri mattina, per il 16° anno consecutivo, la posa in mare, presso l’isola “La Vacca”, di una corona d’alloro su un’opera realizzata dallo scultore antiochense Gianni Salidu, una “Sirena che abbraccia un delfino”, che si trova in una grotta a 12 metri di profondità.
Il corteo, guidato dalla vedova di Gianni Salidu, Pinella Bullegas, ha raggiunto su due imbarcazioni l’Isola della Vacca (la corona ha viaggiato sulla “Nuova Mariposa”), dove a causa del vento la corona è stata gettata in mare sul lato opposto a quello dove si trova la “Sirena” e, come sempre, hanno pensato i carabinieri subacquei di Cagliari a deporla ai piedi della “Sirena”.

L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione “Sant’Antioco abbraccia il mare”, guidata da Pinella Bullegas, con la collaborazione dei sommozzatori del Nucleo carabinieri di Cagliari e del Diving Corale Reef di Sant’Antioco.

Il corteo è partito dal porticciolo turistico alle ore 9.00 verso il Lido, accompagnato dal suono delle launeddas di Stefano Castello e da don Giulio Corongiu che, prima della partenza per “La Vacca”, ha benedetto la corona nel corso di una breve cerimonia.

Al rientro, dopo un bagno ristoratore nelle limpide acque azzurre di Turri, l’associazione “Sant’Antioco abbraccia il mare”, raggiunta Sant’Antioco, ha offerto un buffet a “Il giardino dell’arte“, la casa-laboratorio del maestro Gianni Salidu, in località Su Pranu, nei pressi di Cussorgia, al termine del quale si è svolto un intrattenimento musicale.

Matteo Leone (componente con Donato Cherchi del duo Don Leone, formazione emergente della scena musicale blues italiana) ha suonato e cantato blues, poi si sono esibiti Marco Laos alla chitarra e Anna Tea Salisburgo voce e poesia. È stato presentato un bellissimo brano dedicato a Gianni Salidu, una tesina che Francesco Pilloni ha presentato per l’esame di maturità e che Amadio Bianchi, maestro di yoga di levatura mondiale (a fine settimana sarà a Londra, Belgio, Milano e poi in India e negli Stati Uniti) ha introdotto ed Anna Tea Salisburgo ha interpretato…

Alleghiamo un album fotografico e le straordinarie immagini della posa della corona sulla scultura “Sirena che abbraccia un delfino”, realizzate dai sommozzatori del Nucleo carabinieri di Cagliari.

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Entra nel vivo l’undicesima edizione di Mamma Blues, il “festival nel festival” di Dromos, costola della più ampia rassegna itinerante organizzata dall’omonima associazione culturale che si muove tra Oristano e altri undici comuni della sua provincia. Protagonista assoluta sul palcoscenico dell’Arena Mamma Blues nel piccolo borgo di Nureci sarà la cantante norvegese Kristin Asbjørnsen (biglietto a 10 euro più prevendita). Ad aprire la serata, alle 22.00, e più tardi nuovamente in scena nello spazio dopofestival, il duo sulcitano Don Leone, reduce dal successo in terra ungherese, dove ha preso parte all’importante Sziget Festival.

Kristin Asbjørnsen è una delle espressioni di spicco della scena musicale norvegese. Nel corso degli ultimi dieci anni ha raggiunto un crescente successo internazionale tra il pubblico e la critica per la sua personale cifra stilistica, vincendo diversi premi in patria e all’estero (come il Mondomix Babel Med in Francia nel 2009). Nativa di Lillehammer, Kristin Asbjørnsen ha conseguito il diploma al Conservatorio di Musica di Trondheim e successivamente ha perfezionato il suo percorso all’Accademia Musicale Norvegese e all’Università di Oslo. Il suo personalissimo stile affonda le radici nella tradizione cantautorale norvegese, includendo elementi della musica africana, dello spiritual e del jazz. Pubblicato nel 2006, “A Spiritual Songbook” – disco di platino e una nomination per gli Spellemannprisen (Norwegian Music Awards) – è stato il suo primo album da solista, basato su spiritual afro-americani e sulle influenze ereditate dalla cantante Ruth Reese, sua ex insegnante di canto. Domani sera (martedì 14) a Nureci, la cantante e chitarrista norvegese, accompagnata da Olav Torget alle chitarre e Suntou Susso alla kora e al canto, presenta l’album “Traces Of You”, uscito tra febbraio e marzo di quest’anno. Una realizzazione dove risuonano tracce di musica dell’Africa occidentale, ninnananne e jazz contemporaneo del Nord Europa.

Ma il compito di aprire la serata, alle 22.00 sul palco dell’Arena Mamma Blues, spetta al duo Don Leone, formazione composta dai musicisti sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra, batteria), che da due anni hanno unito le forze e le proprie esperienze personali, mettendo nel calderone spiritual rivisitati e stravolti, pezzi originali, ma anche cover importate da altri generi: un progetto di musica blues, cruda, elettrica e rauca che in breve tempo ha conquistato premi e riconoscimenti internazionali (sono i vincitori dell’Italian Blues Challenge 2017 e rappresentanti dell’Italia agli scorsi European Blues Challenge in Norvegia e all’International Blues Challenge di Memphis). Leone e Cherchi vantano al loro attivo il fortunato EP d’esordio “Welcome to the south-west”: un titolo che fa chiaro riferimento al loro Sulcis, territorio assetato e per larghi tratti incontaminato, con le sue aride strade di campagna sulle quali si muove l’idea dei due musicisti, strade piene di incroci, come quelle paludose della storia del blues. Dopo il concerto di Kristin Asbjørnsen il duo sarà di nuovo protagonista (alle 24.00) nei Giardini del Sottomonte per il consueto appuntamento dopo festival.

La notte di Ferragosto riflettori puntati, infine, alle 23.00, su la formazione di Seun Kuti & Egypt 80. Il trentaquattrenne musicista e cantante nigeriano, figlio più giovane della leggenda dell’afrobeat Fela Kuti, arriva al Mamma Blues con il suo nuovo album “Black Times”, il quarto registrato in studio con la straordinaria orchestra creata dal padre (l’epica Africa 70), ribattezzata Egypt 80 per riflettere le origini dell’Africa nera dall’antica civiltà faraonica. A fare da cornice al concerto principale, ci sarà in questa occasione la formazione dei South Sardinian Scum.

Altri appuntamenti scandiscono il trittico di giornate del festival Mamma Blues. Alle 18.00 i maestri della Music Accademy di Isili impartiscono le prime lezioni di musica (batteria, chitarra, armonica, tastiere) ai più piccoli nel laboratorio “Primi passi verso il Blues” (ingresso libero). Nei locali del Museo del Fossile è invece allestito il Blues Museum, dove si può visitare una piccola raccolta di materiale che ricorda la storia del Mamma Blues e del genere di matrice afroamericana. Il biglietto per il concerti di di Kristin Asbjørnsen costa 10 euro; 15 euro il biglietto per Seun Kuti & Egypt 80 (15 agosto). Costa 25 euro, invece, l’abbonamento per le tre serate di Mamma Blues. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Ingresso libero e gratuito a tutti gli appuntamenti dopo festival.

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Doppio appuntamento nella domenica di Dromos, il festival organizzato dall’omonima associazione culturale che si muove fino al prossimo mercoledì (15 agosto) tra Oristano e altri suoi undici comuni. Domani (domenica 12 agosto) alle 21.30 a San Vero Milis (ingresso libero) andrà in scena l’ultima proiezione della rassegna cinematografica “Gli anni ‘68” a cura dell’Associazione Lampalughis. A Nureci, invece, alle 22.00, “preludio” a Mamma Blues, il “festival nel festival”, quest’anno alla decima edizione, con il progetto “Upside down Woodstock”.

Il primo appuntamento della giornata, dunque, vedrà accendere i proiettori alle 21.30 nel Giardino del Museo Archeologico di San Vero Milis per l’ultimo dei tre film della rassegna cinematografica “Gli anni ’68” curata dall’associazione Lampalughis. In programma il film di Guido Chiesa “Lavorare con lentezza”, uscito nel 2004 con le scene del regista, per l’occasione affiancato dal collettivo Wu Ming, ed ambientato a Bologna nel 1976, poco dopo l’inizio delle trasmissioni di Radio Alice, libera emittente di intervento politico militante e di innovazione mediatica.

Mezzo giro d’orologio più tardi (alle 22.00) il festival pianta le tende a Nureci, il piccolo borgo della Marmilla, per affrontare l’ultima parte del suo cartellone con l’immancabile appuntamento con Mamma Blues. Tre intense serate (dal 13 al 15 agosto) all’insegna della ruvida e polverosa musica di matrice afroamericana vedranno la loro anteprima domani (domenica 12) con “Upside down Woodstock”: protagonisti i neo diplomati (del corso BTEC) della Music Academy di Isili, giovani talenti musicali alla prova del grande palco dell’arena Mamma Blues per rileggere in musica alcuni tra i momenti salienti del ‘68 (celebrato quest’anno dalla “Dromos Revolution”) con la speranza di tornare in futuro da veri artisti. La collaborazione tra il festival e la scuola di musica isilese (che è attiva dal 2012 e che fa parte di un network di scuole distribuite in Italia e vanta collaborazioni con università ed enti certificatori internazionali) è attiva dal 2016, anno in cui è stato attivato il progetto “Piccoli bluesman crescono”, mentre nella scorsa edizione è stato perfezionato un laboratorio musicale per bambini e ragazzi a cura dei docenti della Music Accademy.

MammaBlues entra nel vivo della sua decima edizione lunedì 13 agosto con il bluesman camerunense Roland Tchakounté. Con quattro album e centinaia di concerti all’attivo (in USA, Canada, Vietnam, Singapore, Africa, Indonesia, Francia, Germania, Belgio, Repubblica Ceca, Lituania, Italia e Spagna), il cantante e chitarrista di Douala, da tempo trapiantato in Francia, si caratterizza per uno stile che mescola blues e tradizione africana (scrive in Bamiléké, la sua lingua madre), ispirato in partenza da artisti come John Lee Hooker ed Ali Farka Touré. Al suo fianco saliranno sul palco di Nureci Mick Ravassat alla chitarra elettrica, Tahiry Jamiro Razanamasy al basso e Karim Bouazza alla batteria.

Martedì (14 agosto) Mamma Blues incontra una delle espressioni di spicco della scena musicale norvegese, Kristin Asbjørnsen. Accompagnata da Olav Torget alle chitarre e Suntou Susso alla kora e al canto, la cantante presenta l’album “Traces Of You”, uscito la scorsa primavera. Un disco dove risuonano tracce di musica dell’Africa occidentale, ninnananne e jazz contemporaneo del Nord Europa; canzoni come delicate percezioni di segni della vita, della presenza e dei cambiamenti dell’amore, dove la voce, le chitarre e la kora, sono creativamente intrecciati in una vibrazione calda e meditativa. La notte di Ferragosto riflettori puntati, infine, per la formazione di Seun Kuti & Egypt 80. Il trentaquattrenne musicista e cantante nigeriano, figlio più giovane della leggenda dell’afrobeat Fela Kuti, arriva al Mamma Blues con il suo nuovo album “Black Times”, il quarto registrato in studio con la straordinaria orchestra creata dal padre (l’epica Africa 70), ribattezzata Egypt 80 per riflettere le origini dell’Africa nera dall’antica civiltà faraonica. Con Seun Kuti (sassofono contralto, tastiere) altri tredici musicisti: Adebowale Osunnibu ed Ojo Samuel David ai sassofoni, Adedoyin Adefolarin ed Oladimeji Akinyele alle trombe, le coriste e danzatrici Joy Opara ed Iyabo Adeniran, David Obanyedo e Oluwagbemiga Alade alle chitarre, Kunle Justice al basso, Shina Niran Abiodun alla batteria, Kola Onasanya, Wale Toriola e Okon Iyamba alle percussioni. Come da tradizione, ogni serata di Mamma Blues è introdotta alle 22.00 e chiusa intorno alla mezzanotte nel tradizionale dopoconcerto nei Giardini del Sottomonte), da una formazione isolana: il 13 agosto saranno di scena il progetto Malignis Cauponibus del musicista Luca Marcìa, caratterizzato da un blues in lingua sarda non convenzionale, viscerale, teatrale, sporco nei toni e nelle provocazioni, ed il Bob Forte Trio, formazione di convinta matrice blues e dal solido groove, nata poco più di un anno fa per iniziativa del chitarrista e cantante cagliaritano Bob Forte (al secolo Matteo Spano), con l’esperto e poliedrico Marco Piu al basso e Pietro Frongia alla batteria. Un anno fa proprio ad agosto il trio ha anche prodotto il suo primo disco, registrato dal vivo alle antiche terme romane di Fordongianus. Martedì 14 è invece la volta del duo Don Leone, ovvero i sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra, batteria), che due anni fa hanno unito le forze e le esperienze personali, mettendo nel calderone spiritual rivisitati e stravolti, pezzi originali, ma anche cover importate da altri generi. Un progetto di musica blues, cruda, elettrica e rauca. Ad aprire e chiudere la serata di Ferragosto saranno, infine, i South Sardinian Scum, band nata nel 2013 ed attualmente composta da quattro musicisti uniti dalla passione per il rock’n roll più scuro, il rockabilly maniacale e lo psychobilly old school: Giampietro Guttuso alla voce, Angelo Scuderi alla chitarra, Luca Utzeri al basso e Andrea Murgia alla batteria.