24 April, 2024
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E’ un bel maschietto del peso di 3 kg e 160 grammi il primo bambino nato ieri, 28 novembre, con la metodica della parto-analgesia. Il piccolo è venuto al mondo alle 20,47, nella struttura di Ginecologia e Ostetricia dell’Aou di Sassari, con parto spontaneo e dopo un travaglio durato 12 ore.

L’avvio dell’attività di parto-analgesia è in linea con la deliberazione adottata dall’azienda il 17 febbraio 2017 e relativa al piano triennale di rientro per il miglioramento della qualità delle cure e l’adeguamento dell’offerta. Si tratta di un’importante novità per Sassari e consente alle donne la possibilità di partorire senza dolore. La parto-analgesia non immobilizza la partoriente, ma le permette di affrontare tranquillamente il parto, camminare e proseguire il travaglio nella maniera più naturale possibile.

Il parto antalgico s’inserisce all’interno di un processo di umanizzazione delle strutture ospedaliere nei riguardi dei pazienti dell’Aou di Sassari. L’obiettivo, che poi è anche la mission dell’Aou, è quello di rendere migliore l’esperienza del paziente in ospedale. Con l’avvio di questa metodica si apre la giusta strada.

La fase avviata a Sassari è sperimentale e, attraverso una serie di step – formazione personale, impiego di protocolli definiti e ammodernamento delle strutture – è destinata a diventare strutturale.

Il percorso realizzato dall’azienda è stato presentato questo pomeriggio in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il direttore sanitario aziendale Nicolò Orrù, il direttore del dipartimento Tutela salute donna e bambino Salvatore Dessole, il direttore del dipartimento Emergenza urgenza e direttore della struttura di Rianimazione e anestesia di viale San Pietro Pierpaolo Terragni, la coordinatrice ostetrica Maria Nunzia Pinna.

Si colma, innanzitutto, un vuoto assistenziale e si attiva una procedura ben codificata, con protocolli, con formazione e personale dedicato per un’assistenza h24. E ancora, dal punto di vista accademico, l’attivazione di quest’attività ha una ricaduta positiva nell’ambito della formazione degli studenti del corso di laurea triennale in Ostetricia, della magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche e degli specializzandi della Scuola di specializzazione in Anestesia rianimazione, terapia intensiva e del dolore.

La partoanalgesia, inoltre, s’inserisce nel processo di ammodernamento delle strutture dell’Aou di Sassari. Nell’edificio del Materno infantile, infatti, sono in via di completamento le nuove sale parto, adiacenti al blocco operatorio, per le quali nei primi mesi del 2019 sono attesi gli arredi e le attrezzature.

L’attività ha portato a un percorso formativo di livello che ha visto impegnati anestesisti, ginecologi e ostetriche in corsi e stage anche in strutture della penisola (di particolare rilievo il contributo dell’ospedale Sant’Anna di Torino e dell’ospedale San Giovanni Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma).

L’Azienda, inoltre, tra ottobre 2017 e febbraio 2018, ha attivato e completato le procedure concorsuali che hanno portato all’assunzione di sei medici anestesisti rianimatori che, tra le altre cose come il potenziamento delle attività di sala operatoria, ha consentito proprio l’avvio della parto-analgesia.

L’istituzione del servizio di parto analgesia quindi vede lavorare assieme un’equipe multidisciplinare, prevede un’integrazione sia all’interno del dipartimento Materno infantile che con l’unità operativa di Anestesia e rianimazione I. L’attivazione di questo percorso consentirà di ridurre il ricorso al parto cesareo, quando non motivato da esigenze cliniche e di sicurezza della madre e del bambino.

E ieri, nella struttura del Materno infantile si sono alternati le ginecologhe Paola Lullia e Maria Grazia Flore, l’anestesista, Cristina Bazzoni, Franca Secchi e Valentina Deiana quindi il neonatologo Augusto Ogana e le ostetriche Francesca Lampreu, Paola Uda e Simona Dettori.

Non tutte le donne possono, però, ricorrere al parto indolore. L’opuscolo che viene consegnato alle donne dall’anestesista è chiaro e mette in evidenza il funzionamento della tecnica, gli effetti, le complicanze e le controindicazioni; in ogni caso in sala parto è l’anestesista che valuterà, per ciascuna paziente, l’opportunità di eseguire la procedura assistita.

La tecnica dell’analgesia peridurale è pensata per ridurre il dolore durante il travaglio e il parto e permette alla donna di partecipare attivamente a tutte le fasi del travaglio e di viverlo come un’esperienza piacevole. L’analgesia peridurale, detta anche epidurale, è uno dei metodi più validi ed efficaci e consiste nell’introduzione di farmaci, anestetici locali e oppioidi, a livello lombare, cioè alla base della schiena, mediante un catetere posizionato nello spazio peridurale vicino alle terminazioni nervose che regolano il dolore.

La donna che desidera richiedere l’analgesia peridurale è visitata dall’anestesista in ambulatorio dopo la 34esima settimana di gestazione. In caso di patologie della gravidanza o concomitanti la visita anestesiologica potrà essere effettuata a partire dalla 30esima settimana.

L’anestesista compila la cartella clinica di parto-analgesia con la storia clinica della donna, le condizioni di salute attuali e pregresse, gli esami strumentali e gli ematochimici. Durante la visita verranno fornite dall’anestesista le informazioni adeguate e complete sulla metodica di analgesia e si procederà alla firma del consenso informato.

Al momento del parto l’anestesista eseguirà, in assenza di controindicazioni, l’analgesia peridurale in travaglio di parto.

Nel 2017 la clinica di Ostetricia dell’Aou ha registrato 1.115 parti, dei quali 31 gemellari e 2 trigemini, per un totale di 1.163 nuovi nati. I maschi sono stati 597 mentre le femmine 566.

Dei 1.115 parti 662 sono stati parti naturali, 453 tagli cesarei.

Raffrontati con i dati del 2016 si registra un lieve calo nel 2017. Infatti il numero dei parti nel 2016 era stato di 1.151 per un numero di nati pari a 1.186.

Nel 2016 il numero dei parti cesarei che si era attestato a quota 578 contro i 573 naturali. Nella sala parto della clinica di Ginecologia e ostetricia, infine, nel 2016 erano stati registrati 1 parto trigemellare e 33 gemellari.

 

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Il parto antalgico ed il primo caso a Sassari, saranno i temi della conferenza stampa in programma oggi, alle ore 15,30, nei locali della direzione generale della AOU di Sassari, al secondo piano di viale San Pietro numero 10.

All’incontro con la stampa saranno presenti il direttore sanitario Nicolò Orrù, il direttore del dipartimento Tutela salute donna e bambino e direttore della struttura di Ginecologia e Ostetrica Salvatore Dessole, il direttore del dipartimento Emergenza urgenza e direttore della struttura di Rianimazione e anestesia di viale San Pietro Pierpaolo Terragni, la coordinatrice ostetrica Maria Nunzia Pinna.

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«Siamo vicini ai lavoratori, sia personalmente che come istituzione. Il nostro impegno è quello di vigilare e controllare che sia tassativamente rispettato quanto contenuto nella clausola sociale. Lo abbiamo fatto in questi mesi e continueremo a farlo con impegno ed attenzione, anche attraverso controlli a campione che, nel caso dovessero far emergere irregolarità, potranno portare a contestazioni formali.»

Così questa mattina la direzione aziendale dell’Aou di Sassari ha rassicurato alcuni lavoratori e rappresentanti sindacali che sono stati ricevuti nei locali al secondo piano della palazzina Bompiani di viale San Pietro. Alla base della protesta dei lavoratori il mancato inserimento di alcuni ex dipendenti Secur da parte dell’Ati aggiudicatrice del nuovo appalto di guardiania e portierato realizzato dal Cat Sardegna.

I lavoratori questa mattina avevano allestito un sit-in proprio nel cortile delle cliniche di viale San Pietro, ai piedi della palazzina che ospita la sede della direzione dell’Azienda ospedaliero universitaria sassarese.

La direzione dell’Aou, nell’incontro, ha ricordato di aver effettuato le necessarie analisi sulla dimensione qualitativa e quantitativa delle risorse impiegate nel vecchio appalto e in quello nuovo. È emerso che l’impresa aggiudicataria ha assunto, compatibilmente con le condizioni che derivano dal nuovo appalto, un numero di dipendenti armonizzabile con la nuova organizzazione aziendale. Nel passaggio dal vecchio al nuovo appalto le unità coinvolte nell’attività di portierato sono passate da 55 a 44. Risulta che 11 unità che prima svolgevano l’attività di portierato sono state sostituite da guardie armate. Si aggiunga che 30 unità, prima destinate a una attività straordinaria e temporanea a titolo di ronde antincendio, non sono state occupate dalla nuova ditta perché l’attività di antincendio non rientra tra quelle previste nel nuovo appalto.

Inoltre – è stato detto – non risultano assunti nuovi lavoratori con la mansione di portieri al di fuori del rispetto della clausola sociale.

«Abbiamo garantito l’impegno per far fronte alle carenze socio occupazionali del territorio – ha ribadito la direzione – ed emerge che sono aumentate le ore appaltate, le risorse coinvolte che sono passate da 60 (55 portieri e 5 vigilanti) a 65 (44 portieri e 21 vigilanti). Ribadiamo il nostro impegno a fare quanto possibile per ridurre gli effetti negativi del cambio d’appalto, ad attuare i controlli e le verifiche sull’operato della ditta aggiudicataria. Confermiamo, infine, la disponibilità a un confronto sul tema assieme a Cat, Ats e prefetto.»

All’incontro erano presenti il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso, il direttore sanitario Nicolò Orrù, il direttore amministrativo Lorenzo Pescini e il dirigente responsabile del procedimento Giuseppe Carassino. La delegazione rappresentativa era composta dai sindacalisti Mariangela Campus e Antonio Oscar Campus della Fsi-Usae quindi Federica Bandinu vicesegretario Ugl sicurezza civile e da tre lavoratori impiegati nell’appalto precedente.

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Libretti per l’accoglienza in sette lingue, una biblioteca dedicata alle mamme e ai bambini con 850 volumi e poi, ancora, un progetto con l’Istituto comprensivo “Pasquale Tola” per portare una ventata di colori ed allegria in Neonatologia e Terapia intensiva neonatale. Sono le tre iniziative che la struttura complessa di viale San Pietro, situata al primo piano del palazzo Materno infantile dell’Aou di Sassari, metterà in campo in occasione della Giornata mondiale della prematurità, in programma sabato 17 novembre. E a queste si aggiungerà, proprio sabato, l’open day, l’apertura dalle 12.00 alle 17.00 delle porte della Neonatologia a genitori e bambini, ed il libro delle firme e dei pensieri.

Per la struttura guidata da Giorgio Olzai si tratta della seconda edizione della manifestazione che, realizzata per la prima volta nel 2008 da Efnci, European foundation for care of newborn infants, quest’anno compie dieci anni.

La giornata è stata presentata questa mattina nella sede della direzione aziendale dell’Aou di Sassari alla presenza del direttore sanitario aziendale, Nicolò Orrù, del direttore della Neonatologia e Tin, Giorgio Olzai, della dirigente scolastica dell’istituto comprensivo “Pascquale Tola” Maria Grazia Falchi e della rappresentante della libreria Giunti di Sassari Maria Antonietta Carboni.

«A Sassari, l’obiettivo della giornata internazionale del neonato pretermine, in linea con la mission aziendale – ha detto Giorgio Olzai – sarà quello di migliorare le cure globali al neonato e alla famiglia, per dare ai bambini un futuro con una vita “normale”». E nella struttura al primo piano del Materno infantile, nella quale lavorano 10 medici, 1 neuropsichiatra infantile e 32 infermieri, si punta a dare la massima accoglienza ai genitori e a fare in modo che il tempo passato in reparto sia di qualità e consenta loro di riconoscere i bisogni dei loro bambini e a prendersene cura. Con questo spirito nascono le iniziative che quest’anno arricchiscono la giornata che si caratterizza per l’apertura della struttura al pubblico, visitare la terapia intensiva neonatale, la terapia sub-intensiva, la patologia neonatale, la sezione balie, in grado di ospitare 12 mamme per il soggiorno notturno e altre ancora per il soggiorno diurno, e conoscere le attività svolte.

È stato il direttore sanitario Nicolò Orrù a sottolineare l’importanza delle terapie intensive neonatali «che – ha detto – non si trovano in tutti gli ospedali ma soltanto in quelli hub e in Sardegna sono due: a Sassari e a Cagliari. Oggi noi a Sassari abbiamo in fase di accreditamento 12 posti in terapia intensiva neonatale e 12 in neonatologia».

In primo piano gli operatori della Neonatologia, medici e infermieri, hanno voluto mettere il tema della multiculturalità e il superamento delle barriere linguistiche, così da garantire una migliore accoglienza. Ecco allora, i manuali-guide per i genitori tradotti in sette lingue, italiano-sardo, inglese, francese, spagnolo, tedesco, rumeno e arabo, con il contributo di operatori e familiari dei piccoli ricoverati in reparto (dei medici Elena e Giovanni per il sardo, dei medici in formazione Laura e Will con il contributo di Maria Laura per l’inglese, della studentessa spagnola Erasmus Claudia, della tirocinante Hafsa per l’arabo, della mamma Lydia per il francese, ancora, di Ines mamma di una bimba italo-tedesca, di Felicia per il rumeno). Piccoli volumi di trenta pagine e poco più, con immagini e illustrazioni, che presentano la struttura, le attività, che contengono consigli, indicazioni sul lavaggio mani, sul corredino e sui cambi quindi sui servizi quali il Lactarium, l’alloggio per le mamme, gli ambulatori per il follow-up e i numeri di telefono utili. Una iniziativa originale e unica nel suo genere nell’azienda che mette al centro il neonato e i suoi genitori.

Sono 850 i volumi raccolti dalla libreria Giunti di Sassari, grazie alla generosità dei lettori e che costituiranno patrimonio librario della Neonatologia. Libri di favole, racconti brevi, libri sulla genitorialità, sul tempo libero e temi vari che potranno essere presi in prestito. I volumi, temporaneamente, sono disponibili nella biblioteca del reparto e a breve, una volta consegnate le nuove librerie, saranno spostati nell’area antistante l’ingresso alla terapia intensiva neonatale (Tin). La biblioteca sarà inaugurata sabato mattina alle ore 11,30.

Proprio quest’area sarà interessata dal progetto artistico che sarà realizzato dai ragazzi delle scuole medie di via Monte Grappa, che fa parte dell’istituto comprensivo Pasquale Tola, sotto la guida della professoressa Aline Spada. «Quattro pannelli che riprodurranno disegni e colori legati all’infanzia, come un caldo abbraccio – ha detto Maria Grazia Falchi – che accomuna i nostri alunni a questi piccoli bimbi».

A queste iniziative si aggiunge quella dei libri delle firme e dei pensieri. I libri serviranno a riportare pensieri, suggerimenti, esigenze dei genitori che vivono l’esperienza della prematurità dei loro figli. Non solo, saranno un registro firme sul quale anche i nonni e gli altri familiari potranno riportare le loro emozioni. Un esempio di ulteriore interazione con genitori e familiari.

I libri saranno posizionati sempre nella zona di ingresso alla Tin e arricchiranno l’iniziativa già partita lo scorso anno, quella dell’angolo dei ricordi che raccoglie fotografie e lettere, semplici e commoventi, di mamme e papà che con i loro piccoli hanno vissuto l’esperienza della Neonatologia.

Secondo i dati della Società italiana di neonatologia, in Italia nel 2017 sono nati 464mila bambini e di questi circa il 10 per cento erano prematuri. A Sassari lo scorso anno sono nati 1165 bambini e, sempre nello stesso periodo, la struttura complessa di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale ne ha ospitati 414. Una media più elevata quella sassarese rispetto a quella nazionale che, spiegano dalla struttura, è riconducibile al fatto che nella clinica di Ostetricia dell’Aou, vengono seguite anche le gravidanze a rischio del bacino di utenza della Neonatologia. Piccoli bimbi grandi tanto da stare quasi nel palmo di una mano e dal peso che, nella maggior parte delle volte, non supera il chilo.

E se ancora non sono spiegati i motivi di molte nascite pretermine, – secondo gli esperti di Epicentro, il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità – nei Paesi ad alto reddito il loro incremento risulta associato all’aumento dell’età materna al parto, al maggiore ricorso alle tecniche di procreazione assistita con conseguente maggiore frequenza di gravidanze gemellari e, in alcuni Paesi, ai tagli cesarei effettuati prima della 38ª settimana di gestazione.

Il tasso di sopravvivenza per i neonati prematuri è, per fortuna, in continuo miglioramento grazie ai progressi compiuti dalla scienza.

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La Aou di Sassari ha diffuso una nota nella quale spiega che «uno spiacevole equivoco nella comunicazione tra medico e familiari sulle condizioni cliniche della paziente ricoverata al Santissima Annunziata di Sassari, è questo quanto avvenuto in questi giorni in uno dei reparti di degenza dell’ospedale di via De Nicola prima del trasferimento della stessa nel reparto di terapia intensiva».

«E per questo ci scusiamo con la famiglia della signora che ora si trova ricoverata in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione». Così interviene il direttore sanitario dell’Aou di Sassari Nicolò Orrù che precisa: «Per questo motivo nessuna richiesta di donazione è mai stata fatta alla famiglia. Mentre, considerate le gravissime condizioni della signora, l’ipotesi prospettata dal medico del reparto che ha comunicato con la famiglia è stata presa come un dato di fatto che, nell’interesse della paziente e dei familiari, ci auguriamo non avvenga». Come prevede la procedura, infatti, la richiesta di disponibilità alla donazione può essere fatta soltanto in presenza di una diagnosi di morte cerebrale. Che non si è mai verificata».

«Questa – spiega Paola Murgia, rianimatore dell’Aou e referente per i trapianti a Sassari – avviene attraverso un percorso di accertamento che vede impegnata una commissione apposita, formata da un anestesista, un neurologo e un medico di direzione medica o medico legale. Nel caso specifico al momento non sussistono i criteri clinici e strumentali per una diagnosi di questo tipo.»

Una procedura codificata quindi che non lascia spazio a nessun dubbio.

«La disponibilità della popolazione alla donazione è assolutamente importante – aggiunge il direttore del dipartimento Emergenza e Urgenza dell’Aou Pier Paolo Terragni -. C’è una tutela del malato e, la tutela viene dal fatto che l’osservazione di morte cerebrale viene fatta in una Rianimazione.»

«Siamo il primo ospedale in Sardegna per donazioni – rimarca Nicolò Orrù – proprio perché questa procedura ha sempre caratterizzato l’operato dei nostri sanitari della Rianimazione, deputati ad avviare l’osservazione di morte cerebrale e a richiedere la disponibilità alla donazione.»

«Possiamo soltanto pensare che possa essere nato uno spiacevole fraintendimento tra le parti – afferma ancora – cioè il medico del reparto di degenza e la famiglia. Abbiamo comunque un audit interno per chiarire la vicenda. A questo, aggiungeremo una intensificazione dei corsi destinati ai nostri operatori sanitari, per altro già avviati in azienda e alcuni anche già conclusi, sulle modalità di donazione e sulla comunicazione degli eventi avversi.» 

Ad oggi, a Sassari, sono state fatte 21 segnalazioni di morte cerebrale, 15 sono stati i donatori effettivi (donatori dei quali è stato prelevato almeno un organo) e solo due opposizioni. Numeri che evidenziano la grande generosità della popolazione sarda. 

 

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La giornata mondiale della prematurità 2018 e le iniziative della struttura di Neonatologia e terapia intensiva neonatale, saranno presentate in conferenza stampa giovedì 15 novembre, alle ore 10,30, nei locali della direzione generale dell’Aou di Sassari, al secondo piano di viale San Pietro numero 10.

All’incontro con la stampa saranno presenti, il direttore generale Antonio D’Urso, il direttore sanitario aziendale Nicolò Orrù, il direttore del dipartimento Tutela salute donna e bambino Salvatore Dessole e il direttore della Neonatologia e Tin Giorgio Olzai.

Saranno presenti anche rappresentanti della libreria Giunti di Sassari e dell’istituto comprensivo “Pasquale Tola” di via Monte Grappa.

 

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La giornata mondiale della prematurità 2018 e le iniziative della struttura di Neonatologia e terapia intensiva neonatale saranno presentate in conferenza stampa giovedì 15 novembre, alle ore 10,30, nei locali della direzione generale dell’Aou di Sassari, al secondo piano di viale San Pietro numero 10.

All’incontro con la stampa saranno presenti, il direttore generale Antonio D’Urso, il direttore sanitario aziendale Nicolò Orrù, il direttore del dipartimento Tutela salute donna e bambino Salvatore Dessole ed il direttore della Neonatologia e Tin Giorgio Olzai.

Saranno presenti anche Gavina Gasperini, responsabile della libreria Giunti di Sassari e la professoressa Aline Spada dell’istituto comprensivo “Pasquale Tola” di via Monte Grappa.

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Una biblioteca con oltre 800 volumi che potrà essere utilizzata da tutti gli utenti che accedono al day hospital Oncologico dell’Aou di Sassari. L’hanno chiamata “Biblioteca Janas” e sarà aperta ufficialmente venerdì 16 novembre alle ore 10,30 proprio nel nuovo DH Oncologico, situato al terzo piano dell’edificio di Malattie infettive, in viale San Pietro 35 B.

La realizzazione della biblioteca rappresenta la fase conclusiva dell’iniziativa “Un libro in dono al Day hospital Oncologico di Sassari”, che il gruppo “Donne libere in lotta per il diritto alla salute” ha portato avanti tra febbraio e marzo di quest’anno.

Tanti i libri raccolti, oltre 800 appunto, e che rappresentano una variegata scelta: si va dai romanzi ai racconti brevi, dalle raccolte di poesie ai fumetti e ai brevi saggi, in italiano e in sardo.

«Vogliamo ringraziare tutte le persone che così numerose hanno aderito all’iniziativa non solo da Sassari, ma da tutta la Sardegna – affermano le rappresentanti del gruppo – e che, generosamente, hanno donato tantissimi libri.»

In prima fila ci sono le librerie di Sassari sostenitrici ufficiali dell’iniziativa: Azuni, Dessì, Koinè, Max88, Messaggerie Sarde, Giunti Sassari e librerie Giumar e Cose di Carta di Siniscola che hanno collaborato attivamente. «Con il loro supporto – aggiungono – hanno effettuato uno sconto speciale sull’acquisto dei libri destinati all’iniziativa e hanno dato la disponibilità come punto di raccolta dei libri, non solo nuovi ma anche donati da privati e in ottimo stato».

All’appello hanno risposto anche il comune di Tissi e la biblioteca del comune di Ploaghe che hanno contribuito con proprie donazioni di libri e come centri di raccolta.

«Siamo lieti che questa iniziativa abbia ottenuto questa grande risposta da parte della cittadinanza – afferma la direzione aziendale dell’Aou di Sassari -. Abbiamo deciso di sostenerla sin da subito perché siamo convinti che dall’ascolto delle associazioni e dei volontari, spesso vicini agli utenti e in grado di percepire le loro esigenze, possano nascere sinergie in grado di raggiungere obiettivi comuni: come quello di rendere migliore l’esperienza dei pazienti in ospedale.»

L’Aou ha acquistato le librerie ed ha messo a disposizione gli operai che hanno trasportato e sistemato i libri nella sala appositamente dedicata del DH Oncologico.

Dalle organizzatrici, intanto, arriva un nuovo invito: «Chiunque desiderasse può contribuire a incrementare il fondo della “Biblioteca Janas” donando un libro direttamente al DH Oncologico». Si può spaziare tra gli argomenti più vari, come romanzi brevi, racconti, raccolta di racconti brevi, classici della letteratura sarda, storia sarda, poesie, fumetti, biografie, hobbistica, piccoli saggi di argomenti vari, in lingua italiana, sarda o altre lingue.

All’apertura della biblioteca in programma venerdì 16, con le rappresentanti del gruppo “Donne libere in lotta per il diritto alla salute”, saranno presenti il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso, il direttore sanitario aziendale Nicolò Orrù quindi il direttore dell’Oncologia dell’Aou di Sassari Antonio Pazzola.

All’incontro sono stati invitati anche i primi cittadini e gli assessori competenti dei comuni di Ploaghe e Tissi. L’invito è stato esteso anche alle librerie cittadine e di Siniscola che hanno contribuito fattivamente all’iniziativa.

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Trentatre nuovi esperti nell’emergenza intraospedaliera, con l’utilizzo delle tecniche di base e avanzate di rianimazione cardio-polmonare. Li ha formati nei giorni scorsi, tra il proprio personale, l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari che ha avviato il primo progetto di “organizzazione dell’emergenza ospedaliera”. Nove di questi esperti, inoltre, hanno acquisito il titolo di formatore nelle tecniche base (Bls) e avanzate (Acls) gli altri 24, invece, la doppia qualifica di ‘provider’, cioè di esecutore certificato in basic life support e advanced life support.

Si tratta di una vera e propria novità per l’Aou di Sassari che, in questo modo, ha formato operatori che, a loro volta, potranno formare altro personale dell’azienda. «Con questo primo nucleo di nove istruttori – afferma il direttore del dipartimento di Emergenza Pier Paolo Terragni – puntiamo a rendere autonoma l’azienda dal punto di vista della formazione in questo campo. L’obiettivo è arrivare a creare un team di intervento rapido, con il quale il personale dei reparti possa collaborare efficacemente».

Nell’azienda ospedaliera esiste già una squadra per le emergenze intraospedaliere, gestita da anestesisti, in grado di intervenire in breve tempo dalla chiamata. L’obiettivo è quello di potenziare questo modello all’interno dell’intero presidio ospedaliero.

«Crediamo molto nei nostri professionisti – aggiunge il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso – ed investiamo su di loro per migliorare le loro capacità e far crescere la nostra azienda.»

A partecipare al percorso di formazione, realizzato dall’Itc di Parma, è stato un gruppo integrato formato da personale dell’Anestesia e rianimazione, della Cardiologia e da alcuni infermieri dell’area critica e della Medicina d’urgenza.

«Siamo convinti che questa attività di formazione – afferma il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orrù – garantirà capillarmente, a tutto il personale aziendale, un’adeguata preparazione nelle tecniche di rianimazione cardio-polmonare di base e avanzate.»

Il corso, durato due settimane e conclusosi nei giorni scorsi, ha coinvolto anche la Cardiologia interventistica dove, in una sala per la simulazione avanzata attrezzata con manichini, defibrillatori e tecnologie d’avanguardia, è stato possibile formare gli operatori. «C’è stata una vera e propria integrazione tra ospedale e Università – precisa Guido Parodi, direttore della struttura di Emodinamica e Cardiologia interventistica e della scuola di specializzazione in Cardiologia – perché l’ateneo di Sassari ha messo a disposizione il materiale per le simulazioni».

Il prossimo passo sarà, appunto, la formazione interna, con i neo istruttori che formeranno personale in grado di operare con le tecniche base e avanzate di rianimazione cardio-polmonare: medici e infermieri referenti delle singole postazioni di emergenza intraospedaliera di reparto, che saranno individuati attraverso il piano di emergenza ospedaliera.

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L’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari valorizza le associazioni di volontariato che operano all’interno delle sue strutture e invita quelle che volessero svolgere attività di collaborazione, per un supporto ai pazienti, a prendere contatti con l’azienda. Sono queste le finalità del regolamento per la disciplina delle attività di volontariato per la frequenza delle strutture Aou, approvato a maggio scorso con delibera del direttore generale.

L’obiettivo della direzione generale è quello di siglare nuove convenzioni, anche sulla scorta delle normative vigenti, così da rinnovare quei rapporti in fase di scadenza o già scaduti. A questo si aggiunge, l’obiettivo di censire le associazioni che operano all’interno delle strutture dell’Azienda ospedaliero universitaria.

Così in questi giorni, sulla base di un primo elenco a disposizione della struttura Affari generali, sono stati inviati una serie di questionari alle associazioni che operano all’interno dell’Aou di Sassari, per una prima ricognizione delle attività che già svolgono e che intenderebbero svolgere.

Sono stati calendarizzati, inoltre, anche i primi incontri con i rappresentanti delle associazioni di volontariato che hanno già risposto all’invito dell’azienda.

Con il nuovo regolamento si vogliono così disciplinare le modalità di accesso alle strutture e, allo stesso tempo, regolamentare l’attività, la modalità di svolgimento, gli obblighi e le tutele del volontario.

Il direttore sanitario Nicolò Orrù quindi si sofferma sul recente caso sollevato dall’associazione Sardegna Amaci. «E’ possibile che dall’elenco qualcuno sia sfuggito – afferma Nicolò Orrù – ecco perché abbiamo avviato questo censimento, che ci permetterà di individuare chi effettivamente già opera e chi, invece, vuole offrire il proprio supporto per la prima volta. Nel caso in questione, invitiamo i rappresentanti dell’associazione a prendere subito contatto con la struttura degli Affari generali che potrà fornire all’associazione i questionari e convocare i referenti per un incontro.»

«Non vogliamo escludere nessuno – aggiunge Nicolò Orrù – al contrario vogliamo avviare un’ampia forma di collaborazione con le associazioni che operano sul territorio, riconoscendo loro l’importante ruolo che svolgono, anche con finalità sociosanitaria. Non vorremo che i nostri pazienti, in particolare quelli più piccoli, si privassero di un valido supporto durante il loro ricovero.»

Un ruolo che il regolamento intende a sostegno dei cittadini come apporto complementare e non sostitutivo a quello svolto dall’azienda.

Secondo quanto previsto dal regolamento, infine, potranno fare richiesta di convenzione le associazioni in regola con le disposizioni vigenti in materia e che risultino iscritte al registro regionale del volontariato.