29 March, 2024
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Inizieranno nei prossimi giorni i lavori di ristrutturazione del pronto soccorso del presidio ospedaliero dell’Aou di Sassari. Nei giorni scorsi, infatti, sono stati consegnati i lavori e, nei prossimi giorni, la ditta Termosanitaria Piani Srl inizierà l’apertura del cantiere all’interno dei locali al piano terra del Santissima Annunziata, su viale Italia.

I lavori avranno un costo di 175mila euro e cambieranno il volto della sala d’attesa. Con il nuovo ingresso dal piazzale di sosta delle autoambulanze, i bagni saranno spostati sulla sinistra, saranno sempre due, a norma, più spaziosi e uno di questi sarà per i disabili. La sala si svilupperà in lunghezza. Tra la sala d’attesa e l’ingresso dedicato alle barelle verrà posizionata una parete divisoria con una porta scorrevole. È prevista, poi, la sostituzione di una delle porte scorrevoli motorizzate.

Le opere comprendono, inoltre, interventi per il rifacimento della pavimentazione e dei controsoffitti quindi degli impianti di rilevamento fumo, incendio e quelli dell’illuminazione.

La sala d’attesa sarà dotata di sei video, tre per la televisione e tre per le comunicazioni all’utenza.

Nelle opere per la sicurezza il progetto comprende un impianto di videosorveglianza, per l’interno e per l’esterno.

«Ci scusiamo con l’utenza – dice il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orrù – ma i lavori non erano più rimandabili. Il nostro obiettivo è migliorare il comfort dei pazienti in attesa, anche in considerazione del fatto che ogni anno arrivano in pronto soccorso circa 50mila persone, oltre ai loro accompagnatori. Una scelta che abbiamo deciso di portare avanti, consapevoli che i tempi di realizzazione del nuovo ospedale e del nuovo pronto soccorso saranno di circa 3-5 anni. Non si può attendere tutto questo tempo per ridurre il disagio alla popolazione.»

Per agevolare i lavori, il posto di Polizia sarà spostato dagli attuali locali all’ex posto di polizia nel vecchio pronto soccorso.

Per limitare al minimo il disagio degli utenti, proprio nell’attuale zona degli uffici di polizia sarà realizzata una sala d’attesa provvisoria dotata di bagni. L’ingresso pedonale sarà spostato sulla destra.

I lavori – nella previsione dell’Ufficio tecnico – dovrebbero durare circa 90 giorni.

Questo intervento rappresenta la prima tranche di una serie di lavori che riguardano il pronto soccorso. All’attenzione della direzione aziendale, infatti, c’è un progetto di riorganizzazione dell’area urgenza che consentirà una diversa gestione degli interventi, con una risposta più celere per le patologie tempo dipendenti.

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Nuove apparecchiature per la diagnosi dei tumori al polmone che consentono all’Aou di essere un hub di riferimento per la diagnosi e la cura di queste patologie.

I nuovi macchinari saranno presentati lunedì 8 ottobre alle ore 10,30 nel reparto di Pneumologia clinica e interventistica, al terzo piano della prima stecca bianca, scala A, in viale San Pietro.

All’incontro con la stampa saranno presenti l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso, il direttore sanitario e il direttore amministrativo Aou, Nicolò Orrù e Lorenzo Pescini. Ad illustrare le nuove apparecchiature, sarà il direttore della struttura di Pneumologia Pietro Pirina.

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«Secondo il contratto collettivo per la dirigenza medica, al dirigente incaricato della sostituzione del titolare della carica non è corrisposto alcun emolumento per i primi due mesi di incarico. Se la sostituzione si protrae continuativamente oltre tale periodo, al dirigente compete una indennità mensile». Sono le precisazioni dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari che spiega così la delibera adottata nei giorni scorsi, la numero 526 del 27 giugno, con la quale si riconoscono le indennità ai direttori di dipartimento.

Tra questi è compreso anche il professore Stefano Sotgiu che “pro-tempore”, in attesa dell’effettuazione delle procedure previste dal regolamento Università-Aou di Sassari per l’individuazione dei direttori titolari delle strutture complesse a direzione universitaria, dal 23 marzo ha retto l’incarico di direttore del Dipartimento Tutela delle fragilità. Il direttore facente funzioni del Dipartimento dal terzo mese ha diritto a ricevere una indennità di sostituzione. L’Aou ha quindi applicato il contratto della dirigenza.

Il professore Stefano Sotgiu, in questo periodo, non ha comunque percepito alcuna indennità sostitutiva. E nella giornata di ieri, con spirito di responsabilità e al fine di evitare ulteriori e pretestuose polemiche, il docente ha presentato le dimissioni al direttore generale dell’Aou che lo ha ringraziato per il compito svolto in questi mesi per l’avvio e l’organizzazione del Dipartimento.

In attesa che l’Ateneo sassarese indichi il nuovo soggetto incaricato, le funzioni di direttore di Dipartimento Tutela delle fragilità saranno svolte ad interim dal direttore sanitario aziendale, Nicolò Orrù, che per questo incarico non percepirà alcuna indennità.

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Le associazioni di volontariato che si occupano del trasporto intraospedaliero all’Aou di Sassari, proseguiranno il loro servizio anche oltre il 30 giugno. È la risposta arrivata nella serata di ieri alla lettera formale con la quale la direzione generale dell’Aou di Sassari ha chiesto alle associazioni che si occupano del trasporto intraospedaliero dei pazienti la disponibilità a portare avanti l’attività del servizio di fatto assicurato sino a oggi, alle stesse condizioni dell’originaria convenzione stipulata con l’Asl nel 2013. Una lettera con la quale, inoltre, si è fatto presente che la paventata interruzione del servizio da parte delle associazioni, a partire dal 1° luglio, avrebbe provocato un «pregiudizio grave e irreparabile all’attività ospedaliere programmate e in regime di emergenza-urgenza».

La lettera della direzione è il risultato di un incontro voluto dai vertici dell’azienda di viale San Pietro. I rappresentanti delle associazioni, infatti, nel fine mattinata di ieri sono stati ricevuti nei locali della direzione aziendale dal direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso, dal direttore sanitario Nicolò Orrù, il coordinatore delle attività dei trasporti intraospedalieri Gianfranco Bichiri e dal dirigente incaricato della trattazione dei debiti incagliati Antonfranco Temussi.

Un incontro chiarificatore, durante il quale i direttori hanno spiegato le motivazioni delle scelte adottate dall’azienda che, per prima cosa, ha avviato le procedure amministrative per regolamentare il servizio, secondo quanto previsto dal regolamento sugli appalti. L’Aou ha indetto quindi una procedura di gara che, però, è stata giudicata deserta dalla commissione incaricata.

Il 27 giugno scorso, poi, le associazioni hanno partecipato al dibattito tecnico, previsto dal nuovo codice degli appalti, convocato dalla struttura Acquisizione Beni e Servizi dell’Aou che si sta occupando di elaborare la nuova gara d’appalto del servizio, che si prevede a procedure comunitaria.

Alle associazioni quindi è stato chiesto di proseguire l’attività sino alla conclusione della procedura di evidenza pubblica avviata dall’Aou per l’aggiudicazione del servizio di trasporto, urbano ed extraurbano, dei pazienti. Il servizio – specifica la direzione nella lettera – potrà essere reso sino a comunicazione di subentro del nuovo operatore economico.

Nella serata di ieri è arrivata quindi la risposta favorevole delle associazioni che già nella mattinata avevano espresso una valutazione positiva dell’incontro con la direzione.

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«Abbiamo destinato una parte degli investimenti per il nuovo ospedale all’acquisto di arredi adeguati per i reparti e, con le gare in fase di progettazione, contiamo di poter dare risposte alle strutture e ai nostri utenti.» Sono le parole del direttore sanitario dell’Aou di Sassari, Nicolò Orrù, che risponde alla mamma di un piccolo ricoverato in questi giorni nel reparto di Pediatria del Materno infantile, in viale San Pietro, e che ha inviato una lettera alla direzione generale e ad alcuni organi di stampa.

«Ci scusiamo per le difficoltà che deve affrontare – riprende il direttore sanitario – si tratta di una situazione per la quale ci siamo impegnati a porre rimedio. Per la costruzione del nuovo ospedale serviranno circa tre-quattro anni, alcuni reparti invece hanno necessità di nuove dotazioni subito. Ecco perché – ribadisce Nicolò Orrù – una parte dei 100 milioni, destinati alle opere di costruzione del nuovo nosocomio, saranno utilizzate proprio per gli arredi.»

«C’è l’impegno di tutti – aggiunge Nicolò Orrù – a partire dagli operatori sanitari che ringraziamo per la dedizione nel garantire la miglior assistenza possibile, pur nella consapevolezza che edificio e arredi sono datati. Per questo motivo abbiamo ritenuto di non poter aspettare il completamento della nuova struttura per intervenire sul comfort alberghiero.»

Rassicurazioni, inoltre, arrivano anche dal direttore della Clinica Pediatrica, professor Roberto Antonucci, il quale ricorda che «la sicurezza dei nostri piccoli pazienti, sia sotto il profilo assistenziale che sotto quello logistico, è garantita con grande impegno e dedizione da parte di tutto il personale medico e infermieristico della nostra unità operativa, in stretta collaborazione, ove necessario, con i colleghi della Neonatologia».

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«Gli appuntamenti dei pazienti che accedono al Servizio di diabetologia sono diluiti nell’arco dell’intera giornata. In particolare, dal martedì al venerdì, le visite vanno dalle 7,30 alle 19,30. Una organizzazione che vige ormai da diverso tempo.»

Sono le precisazioni del responsabile della Diabetologia dell’Aou di Sassari Adolfo Pacifico che fuga le voci di una convocazione di pazienti tutti alla stessa ora la mattina.

«Può succedere a volte, invece, che i pazienti che vengono da fuori città arrivino al Servizio anticipatamente rispetto all’orario del loro turno. Questo rende la sala d’aspetto più affollata del previsto», prosegue.

Talvolta, poi, capita un alto afflusso di pazienti che, come avvenuto nei giorni scorsi, richiedono documentazione come piani terapeutici o certificati per il rinnovo della patente.

«Questo rallenta l’attività del Servizio e per questo motivo – spiega ancora il responsabile della Diabetologia – stiamo valutando la possibilità di studiare diverse modalità e orari di accesso a queste prestazioni, oltreché una riorganizzazione del lavoro e del personale.»

Al momento il pubblico accede al Servizio il lunedì ed il sabato dalle 7,30 alle 13,30 e dal martedì al venerdì dalle 7,30 alle 19,30.

L’Azienda si scusa per gli eventuali disguidi di questi giorni e ricorda che il Servizio, di recente, si è trasferito dal palazzo Clemente al primo piano della Clinica medica. Uno spostamento necessario a consentire alla Cardiologia, che ha preso gli spazi prima occupati dalla Diabetologia, di effettuare le consulenza ai reparti delle stecche bianche e dello stesso Clemente, senza obbligare i pazienti ricoverati a uno spostamento fuori dalla struttura ospedaliera.

«Siamo convinti – afferma il direttore sanitario Nicolò Orrù – che una volta superata la fase del trasloco e del cambiamento si possa tornare a regime, così come quando il Servizio si trovava al Clemente.»

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Il Servizio di Diabetologia cambia sede e dal piano terra del palazzo Clemente si sposta al primo piano della palazzina di Clinica Medica, sempre in viale San Pietro. Le operazioni di trasferimento inizieranno venerdì 11 maggio per concludersi domenica, così da consentire la riapertura all’utenza da lunedì 14 maggio, alle ore 9.00.

Il Servizio quindi resterà chiuso al pubblico nelle giornate di venerdì 11 e sabato 12 maggio.

Il trasferimento della Diabetologia diretta da Adolfo Pacifico si inserisce nell’ambito dell’azione di riorganizzazione dei servizi aziendali avviata dall’Aou di Sassari. Lo spostamento del servizio che ogni anno segue circa 7mila pazienti, molti dei quali del territorio, consentirà infatti il cambio di sede anche del Servizio di Cardiologia che si trasferirà, questa volta, dal palazzo della Clinica Medica al palazzo Clemente, nei locali sino a oggi occupati appunto dalla Diabetologia.

«Questo trasferimento – spiega il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orrù – ci consente di avvicinare il Servizio di Cardiologia ai reparti di degenza situati sia nel palazzo Clemente che nelle due stecche bianche. In questo modo, in caso di consulenze da parte della Cardiologia agli stessi reparti, si ridurranno gli spostamenti dei pazienti ricoverati che prima dovevano uscire dalla struttura per essere trasportati in Clinica Medica.»

Gli operatori del Servizio di Diabetologia quindi lasciano le dieci stanze del palazzo Clemente a favore dei colleghi della Cardiologia e ne guadagnano altrettante al primo e secondo piano della Clinica Medica. I pazienti potranno accedere alla struttura attraverso le scale e l’ascensore.

Il Servizio di Diabetologia garantisce l’assistenza a tutti i pazienti affetti da diabete di tipo 1 e 2 insulino trattati e complicati, da dislipidemia e obesità. Il Servizio, inoltre, garantisce consulenze specialistiche a tutte le strutture dell’Azienda – attività che la direzione aziendale intende rafforzare – per i pazienti ricoverati con problematiche diabetologiche, dislipidemiche e nutrizionali.

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Nasce con l’obiettivo di essere uno strumento di assistenza, di ricerca e divulgazione, per realizzare, da una parte, un’azione di prevenzione e trattamento delle conseguenze sulla salute mentale delle vittime di violenza, dall’altra, per sensibilizzare operatori del settore e popolazione al problema della vittimologia. Con questo spirito ha iniziato a muovere i primi passi il “Centro di vittimologia e prevenzione della violenza” della Clinica psichiatrica dell’Aou di Sassari diretta da Liliana Lorettu. Nei giorni scorsi, in occasione dell’incontro dal titolo “dal trauma alla resilienza”, lo sportello con sede a San Camillo è stato presentato nell’aula magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia, davanti a un folto pubblico di studenti, docenti dell’Ateneo turritano ed operatori della Sanità sassarese.

Il progetto del Centro-sportello punta a creare percorsi di valutazione, cura e tutela alle differenti tipologie di vittime da un unto di vista sanitario, sociale, di ordine pubblico e giudiziario. Si guarda anche ad attuare specifici programmi di identificazione, prevenzione, sensibilizzazione e trattamento, indirizzati sia alle vittime che agli autori di violenza. Al centro quindi c’è l’individuo vittima e i suoi bisogni di salute e cura. E con vittime di violenza viene inteso un ampio spettro di soggetti: bambini, donne, anziani, malati psichiatrici, vittime di bullismo e sul posto di lavoro, di stalker, di rapimento, di sette, di incidenti stradali, guerre e torture. «Soggetti nei quali – è stato spiegato da Paolo Milia della Clinica di Psichiatria dell’Aou di Sassari – l’evento traumatico provoca conseguenze psichiche».

«L’Azienda ospedaliero universitaria ha voluto dare una particolare attenzione al tema – ha ricordato il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orrù – e con il nuovo atto aziendale, nel dipartimento Tutela delle fragilità ha inserito la struttura Coordinamento codice rosa e vittime di violenza.» Una struttura che troverà spazio all’interno del pronto soccorso e che, grazie a una stretta sinergia con il Comune, i centri antiviolenza e la procura della Repubblica, si muoverà per favorire il riconoscimento precoce dei casi di violenza e assicurare efficaci percorsi dedicati.

Un lavoro simile dovrà farlo anche il Centro-sportello di San Camillo attraverso la creazione di una fitta rete a livello territoriale.

«Il Centro – ha spiegato Alessandra Nivoli della Clinica di San Camillo – si propone un intervento multidisciplinare attraverso la valutazione clinica delle vittime delle varie tipologie di violenze attraverso il lavoro integrato di professionalità differenti». Un’equipe numerosa che vede lavorare assieme psichiatri, psicologi, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori, infermieri, assistenti sociali e medici in formazione specialistica.

Il Centro-sportello quindi punta a prendere in carico la vittima nella fase immediatamente successiva all’emergenza. Saranno importanti i collegamenti diretti con il pronto soccorso, con la struttura Coordinamento codici rosa e vittime di violenza. A questi si aggiungono la rete territoriale composta da soggetti istituzionali, la rete ambulatoriale quella dei vari centri antiviolenza e di accoglienza alle vittime presenti sul territorio e le forze dell’ordine e gli organi di giustizia.

La sinergia tra istituzioni e strutture sanitarie diventa così basilare perché, oltre alle cure, venga avviata la presa in carico territoriale successiva, sulla base della valutazione delle esigenze di tutela e protezione delle vittime attraverso l’attivazione di percorsi che rispondano alle loro esigenze. Al Centro si farà anche formazione, in particolare degli operatori sanitari.

Per accedere al Centro è possibile telefonare, dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 18.00 ai numeri 079 25.44.06 – 079 22.83.50. Per appuntamenti è possibile anche scrivere all’indirizzo mail: centrodivittimologia@gmail.com .

All’incontro sono intervenuti anche il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli, il direttore del dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e sperimentali dell’Aou Alberto Porcu ed il direttore del dipartimento delle Fragilità Stefano Sotgiu che hanno sottolineato come la creazione del Centro-sportello rappresenti un segno di accrescimento culturale e sociale.

Durante l’incontro, dal direttore della Clinica di Psichiatria, Liliana Lorettu, è stato fatto un cenno particolare al fenomeno della violenza sulle donne. Sarà questo, infatti, uno dei temi portanti di cui si occuperà il “Centro di vittimologia e prevenzione della violenza” di San Camillo.

Dal 2000 al 2017 sono oltre tremila le vittime di femminicidio, oltre 150 all’anno, quasi una vittima ogni due giorni. E ancora, nel 70 per cento dei casi, il femminicidio è avvenuto in ambito familiare. Numeri inquietanti che danno il quadro di un fenomeno che nel tempo si è mantenuto costante e che continua a preoccupare, se si considerano anche i 20 casi registrati già nei primi mesi del 2018. Una vera e propria piaga sociale che «rappresenta un reato di prossimità, perché avviene in famiglia tra persone che hanno una forte relazione», ha detto Liliana Lorettu.

«Si tratta – ha aggiunto Liliana Lorettu – di un fenomeno che vede l’uomo cercare di riposizionare una gerarchia di genere e cercare una posizione di dominio quando sente la donna allontanarsi.» È la dinamica che sta alla base del femminicidio. E se per il direttore della Clinica in quest’ambito «non esiste il raptus di follia», nella quasi totalità «si tratta di omicidi annunciati, premeditati».

La Clinica psichiatrica di Sassari dal 1999 è sede della direzione della Società italiana di Psichiatria forense, di cui la vittimologia risulta una sezione specifica.

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Una rete regionale per l’insufficienza respiratoria severa che consente di automatizzare il percorso di cure in precedenza affidato a realtà intensive della penisola. Una rete in grado di dare le soluzioni migliori per superare la fase più acuta della malattia, oltre che mettere a disposizione un’equipe specializzata per il posizionamento dell’Ecmo “on site” e avviare la centralizzazione dei casi più gravi. Nata formalmente ieri, con le Rianimazioni dell’Aou di Sassari centro regionale di riferimento, la rete regionale punta alla creazione di un registro delle attività, alla creazione di protocolli condivisi e alla possibile estensione delle attività di assistenza extracorporea ad altre condizioni cliniche.

Ieri mattina, nella sede del Rettorato dell’Università di Sassari, si sono ritrovati gli operatori delle strutture di Anestesia e Rianimazione della Sardegna, da quelle dell’Aou di Sassari a quella di Olbia, quindi Nuoro, Oristano, Carbonia, San Gavino, Ozieri e Alghero e ancora Cagliari, con quelle della Santissima Trinità, del Brotzu, dell’Oncologico e del Marino. Con loro le strutture di Cardiochirurgia dell’Aou di Sassari e della Cardioanestesia del Brotzu di Cagliari.

«Abbiamo avviato un percorso necessario di cambiamento – ha detto l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru – perché l’insularità ci obbliga ad avere un servizio sanitario sardo più efficiente. Con l’Ecmo avete creato una rete che consente di condividere le professionalità e raggiungere risultati importanti. Siete la testimonianza concreta di rete in questo momento di cambiamento.»

Un esempio da estendere, anche ad altre specialità come quella Chirurgica, «un’esperienza interessante che dimostra una forte sinergia tra operatori e cooperazione. Dobbiamo abituarci ai lavori di squadra», ha sottolineato il direttore generale di Ats Fulvio Moirano, intervenuto all’incontro con il direttore sanitario Francesco Enrichens.

«Una bella dimostrazione di cooperazione – ha aggiunto il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso presente assieme al direttore sanitario Nicolò Orrù – in cui le professionalità lavorano assieme per garantire la migliore risposta che, per un territorio come la Sardegna, è importantissima. Consente di non trasferire i pazienti fuori dall’isola.»

Concetto ribadito anche dal rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli che ha sottolineato il fatto che la nascita di questa rete a Sassari nell’Aou, «rappresenta l’esempio di ciò che vorremmo: realtà che fanno servizio al territorio e diventano un punto di riferimento, anche nazionale».

E i numeri illustrati dal direttore del dipartimento di Emergenza e urgenza dell’Aou di Sassari, professor Pier Paolo Terragni, sono il chiaro esempio del lavoro messo in campo da tutti i professionisti delle Rianimazioni isolane.

Da ottobre 2017 a marzo 2018 sono stati 34 i pazienti trattati per insufficienza respiratoria severa nelle due Rianimazioni dell’Aou di Sassari: in media avevano 55 anni, 23 erano uomini mentre 11 erano donne.

Nel 59 per cento dei casi si è trattato di pazienti centralizzati, cioè trasportati a Sassari da altre strutture della regione mentre nel restante 41 per cento si è trattato di pazienti del Sassarese.

Sono stati 24 i pazienti ricoverati per complicanze da influenza e di questi 10 con virus A H1N1, 11 con H1N1 e altri virus, 2 con virus dell’influenza B e 1 solo con virus A e B.

Gli altri 10 pazienti, invece, presentavano altri patogeni che avevano provocato l’insufficienza respiratoria severa.

Nel 26 per cento dei casi presentavano anche una broncopneumopatia cronica ostruttiva, nel 23 obesità e nel 20 per cento dei casi soffrivano d’ipertensione arteriosa.

I pazienti hanno trascorso in media 23 giorni in terapia intensiva. La durata media della ventilazione artificiale è stata di 19 giorni; per 7 pazienti è stato necessario il trattamento Ecmo della durata media di 15 giorni. Per 6 pazienti, poi, a causa di un’insufficienza multiorgano è stata necessaria anche la dialisi renale. Infine, ha fatto notare il professor Terragni, abbiamo riscontrato nei pazienti ricoverati una valida risposta alle cure con un tasso di sopravvivenza superiore a quella prevista.

Un pensiero quindi è andato all’ultimo paziente ricoverato in Ecmo a Sassari poco prima di Pasqua. Il giovane era arrivato alla Rianimazione del Santissima Annunziata in Ecmo direttamente da Cagliari, dove una equipe dell’Aou di viale San Pietro era andata per prelevarlo.

Il paziente è uscito dal trattamento extracorporeo il 6 aprile e – secondo il bollettino medico – «superata la fase più critica, ha ripreso conoscenza e risulta in contatto con familiari e curanti. Nelle prossime 24 ore potrà essere scollegato dalla ventilazione meccanica e riprendere la nutrizione regolarmente. È in atto un ampio programma riabilitativo motorio. Resta comunque in trattamento in area critica fino a stabilizzazione consolidata».

Durante la riunione del tavolo di lavoro in Rettorato, il cardiochirurgo Michele Portoghese ha illustrato l’evoluzione negli anni del trattamento con Ecmo mentre l’epidemiologo e presidente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Paolo Castiglia ha illustrato i dati dell’influenza 2017-2018 e presentato il sito VaccinarsinSardegna.org che sta diventando punto di riferimento per un pubblico vasto di specialisti e cittadini.

Angela Fenu e Davide Piredda, invece, hanno presentato la scheda di contatto con il centro di riferimento regionale mentre Luigi Solinas e Giangiacomo Carta, infine, hanno illustrato le modalità di intervento Ecmo mobile.

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989 donne prese in carico, e di queste 687 hanno avuto accesso alla struttura tramite il numero verde e 281, invece, attraverso accesso diretto. E ancora, oltre 3.000 prestazioni tra esami radiologici, esami istologici, visite di chirurgo plastico e visite di chirurgo senologo quindi visite fisiatriche, genetiche, oncologiche, psicologiche, radioterapista, senologia radiologica, anche per le pazienti in follow up nei cinque anni. Si tratta dei numeri realizzati della Smac, la senologia multidisciplinare aziendale coordinata, da quando questa ha iniziato a muovere i primi passi, il 5 giugno 2017. Si tratta di numeri che fanno della struttura un punto di riferimento per le donne.

Numeri che descrivono una realtà in crescita e dimostrano la forte attività del centro e la sinergia con le altre strutture aziendali. Un risposta doverosa a chi, con una lettera indirizzata al quotidiano La Nuova Sardegna, dipinge la Smac come un «fantomatico centro mai partito».

La Smac, nella sua prima fase situata al piano terra del palazzo Clemente, da ottobre è stata trasferita nella seconda stecca bianca, trovando una adeguata sistemazione in locali dedicati. Con l’atto aziendale la direzione strategica dell’Aou ha confermato all’interno del dipartimento Onco-ematologico la struttura semplice dipartimentale di Coordinamento Breast unit. A febbraio di quest’anno, inoltre, la direzione aziendale ha conferito al professor Gian Vittorio Campus l’incarico temporaneo di direttore della struttura “Coordinamento Breast unit”.

In questo percorso di assistenza multidisciplinare e multiprofessionale alle donne con patologia mammaria, a rappresentare un supporto costante è l’infermiera ‘case manager’ che si occupa: dell’accettazione della paziente, dell’acquisizione della documentazione, dell’inserimento dei dati delle pazienti nella piattaforma informatica dedicata, della prenotazione degli esami specialistici, delle visite di controllo.

Dal momento dell’attivazione della Smac, sono state continue e continuative le riunioni multidisciplinari con tutti i professionisti coinvolti. Una partecipazione ampia per discutere e decidere il migliore percorso diagnostico terapeutico e riabilitativo. Un’attività che vede impegnati nell’elaborazione delle migliori strategie, in linea con i protocolli nazionali e internazionali chirurghi, radiologi, psicologi, fisiatri, chirurghi plastici, radioterapisti, medici di medicina nucleare, anatomopatologi e infermieri.

«Resta una debolezza – sottolinea il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orrù – quella che ci vede impegnati nell’abbattimento delle liste d’attesa per gli interventi operatori che, nonostante l’attivazione di uno specifico progetto, sono ancora elevate.»

«Sicuramente – prosegue Nicolò Orrù – l’acquisizione del personale di anestesia e di sala consentirà un’azione mirata, per riportare ai tempi indicati dal ministero della Salute le procedure di intervento da realizzare una volta fatte le diagnosi istologiche.»

Per fare questo, l’Azienda ospedaliera sta anche valutando l’utilizzo di una sala dedicata agli interventi, sino all’abbattimento delle liste d’attesa. Una strategia che consentirebbe di dare risposte adeguate alle esigenze, con una presa in carico più veloce della paziente e la riduzione di trasferte oltre mare.

L’azienda, inoltre, dal 2017 ha avviato un progetto finalizzato alla riduzione delle liste d’attesa mediante prestazioni aggiuntive.

Con il “programma organizzativo Breast unit Sassari” nel 2017 le sedute aggiuntive in anestesia generale sono state 24 (5 di Patologia Chirurgica e 19 di Clinica Chirurgica) con un numero totale d’interventi pari a 66.

Le sedute aggiuntive in anestesia locale nell’anno 2017 sono state 6 di Clinica Chirurgica con un numero totale d’interventi pari a 37.

Per il 2018, le sedute aggiuntive eseguite in anestesia generale nel mese di febbraio sono state 2 con un numero totale d’interventi realizzati sino ad oggi pari a 78.

Le sedute aggiuntive eseguite in anestesia locale nel mese di febbraio sono state 5 con un numero totale d’interventi pari a 93.

Non esistono liste d’attesa, invece, per le urgenze. La conferma arriva dalla coordinatrice infermieristica della Smac. «Questa per noi è stata una conquista – afferma Leurdina Corongiu – ed entro le 72 ore riusciamo a dare risposte per le mammografie, le ecografie e la tipizzazione istologica. Inoltre, una volta in possesso del referto istologico, prendiamo in carico la paziente e la avviamo al percorso diagnostico terapeutico più opportuno».