15 December, 2025
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La messa a dimora di alberi e piante nell’area metropolitana di Cagliari per sensibilizzare i giovani e le pubbliche amministrazioni.

A.R.K.A. Eventi Culturali, in collaborazione con latestata.info ed altre associazioni, partecipa alla chiamata di “No Planet B” con un progetto intitolato “Amico Albero”.

Una dozzina di progetti da tutta Italia si sfidano e concorrono al budget di 100.000 euro.

Ormai tutto il mondo si è reso conto dell’emergenza climatica che vive il pianeta. Testimonial eccezionali come Greta Thunberg e papa Francesco continuano a fare la loro parte, nonostante si registri la miopia di alcuni governi come quelli brasiliano, statunitense e cinese, tra i maggiori inquinatori mondiali.

L’Italia partecipa al Climate Action Summit dell’ONU indetto dal presidente Antonio Guterrez.

L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni entro il 2030: meno carbone e centrali di vecchio tipo.

Ma esiste anche una emergenza plastica, una emergenza effetto serra, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare.

Le specie animali e vegetali a rischio.

Un problema alimentare e di acqua che scarseggia.

La bomba demografica e la migrazione di massa di popolazioni da un continente all’altro.

NoPlanetB lancia un concorso di idee e una gara di video per moltiplicare nelle città metropolitane italiane le zone di verde pubblico.

A.R.K.A.

Eventi Culturali, da sempre sensibile alle tematiche ambientali portate all’attenzione del pubblico attraverso il Festival Letterario San Bartolomeo (due titoli su tutti, “Il Sud puzza” di Pino Aprile e “Goodmorning diossina” di Angelo Bonelli), partecipa col progetto “Amico Albero”.

Il progetto, nel caso fosse selezionato dalla giuria, verrà sviluppato in un comune dell’area metropolitana di Cagliari che metterà a disposizione della cittadinanza uno spazio pubblico dove verranno messe a dimora delle piantine o degli alberi.

Inoltre sarà possibile sensibilizzare i giovani delle scuole elementari e delle scuole medie attraverso un concorso di disegni riguardanti il tema degli spazi verdi urbani.

La prima fase si concluderà il 3 ottobre, da qui l’appello a votare e far votare il progetto “Amico Albero”.

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Fine settimana fitto di appuntamenti, a Carloforte, per “L’Isola dei libri”, la rassegna letteraria organizzata dall’associazione Saphyrina.

Domani, sabato 20 luglio, alle 20,30, nello spazio Exme di via XX settembre è atteso il giornalista e scrittore Raffaele Mangano che parlerà di “La colpa” (Lupetti, 2018), il suo ottavo romanzo. E’ la storia di Matteo Di Girolamo, affermato architetto milanese che sparisce senza lasciare traccia. Sinché, 30 anni dopo, il figlio riceverà una telefonata che lo porterà a fare i conti con il passato.

Domenica 21 luglio la manifestazione si sposta sulla terrazza dell’hotel Villa Pimpina, dove è in programma l’incontro con il giornalista e fotografo Enrico de Martino (ha seguito la guerra del Kippur e la prima Guerra del Golfo) che presenterà il volume “Tierras alta”, edito da Notes nel 2018. Una carrellata di foto ispirate all’autore dai grandi narratori dell’America latina. Foto che andranno a formare- sempre negli dell’hotel- “Strade di carta”, la mostra che sarà inaugurata subito dopo l’incontro, e resterà visitabile sino al 28 luglio. Un concentrato di mmagini, colori e sensazioni che vanno dalla fine del mondo di Papa Francesco alle tonalità sgargianti delle ritualità messicane.

 

Duecento bambini sardi incontreranno sabato 8 giugno in Vaticano Papa Francesco, protagonisti dell’iniziativa “Il Treno (e la Nave) dei Bambini”, promossa e realizzata dal “Cortile dei Gentili”, il dipartimento del Pontificio Consiglio della Cultura per il dialogo tra credenti e non credenti, con il sostegno del Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale. Grazie al supporto di Ferrovie dello Stato, e da quest’anno anche di Tirrenia, dal 2013 il Treno dei Bambini porta da Papa Francesco centinaia di piccoli che vivono in condizioni svantaggiate e in contesti di fragilità sociale, per un gioioso momento di dialogo e incontro. Quest’anno i piccoli viaggiatori arriveranno in Vaticano da Genova e dalla Sardegna: il crollo del Ponte Morandi e lalluvione nell’isola del 2013 hanno impattato infatti su tanti bambini e le loro famiglie. Sardegna Solidale accompagnerà a Roma i piccoli, che frequentano gli istituti comprensivi 1 e 2 di Arzachena, le direzione didattiche 1, 4 e 5 del Circolo di Olbia, l’Istituto comprensivo statale di Olbia, e gli Istituti comprensivi di Torpè, Terralba e di Bitti-Onanì-Lula. “Un Ponte d’Oro in un Mare di Luce” è il tema generale dell’iniziativa di quest’anno che si svolgerà in Vaticano, nel Cortile di San Damaso. I bambini partiranno da Olbia venerdì sera e, una volta sbarcati a Civitavecchia, raggiungeranno direttamente il Vaticano con un treno messo a disposizione da Trenitalia. All’arrivo alla stazione di San Pietro, i bambini verranno accolti dai cardinali Gianfranco Ravasi (presidente del Pontificio Consiglio della Cultura) e Giuseppe Bertello (presidente del Governatorato della Città del Vaticano). Dalla stazione i piccoli raggiungeranno il Cortile di San Damaso, dove dalle 10.30 inizierà l’incontro con Papa Francesco. A presentare la delegazione isolana al Papa sarà il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru. Il Santo Padre sarà accolto dal canto “Deus ti salvet Maria”, e mentre alcuni bambini (in abito tradizionale sardo) offriranno a Francesco diversi doni simboleggianti l’isola, come una bisaccia da pastore, un ricamo e dei lavori realizzati dai piccoli per ricordare l’alluvione del 2013, i loro compagni intoneranno “Non potho reposare”. Quattro bambini dalla Sardegna e altrettanti da Genova rivolgeranno le loro domande a Papa Francesco, che chiuderà l’incontro con un breve messaggio. Dopo il pranzo, che verrà servito nei Giardini Vaticani, i bambini visiteranno la Basilica di San Pietro per poi ripartire sempre in treno alla volta di Civitavecchia, dove si imbarcheranno nel traghetto Tirrenia che li riporterà in Sardegna.

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«Collaborazione sempre più intensa tra Istituzioni regionali e Chiesa per  cercare di aiutare i più deboli, coloro che soffrono e gli emarginati. Perché il popolo sardo si è sempre distinto per la fede e per lo spirito cristiano.»

Si sono lasciati con queste parole il presidente del Consiglio regionale Michele Pais e il Cardinale Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e collaboratore di Papa Francesco. L’alto prelato ed il presidente Pais, ieri ad Ardara, hanno partecipato alle celebrazioni della festa di “Nostra Signora del Regno”, patrona del Comune e della diocesi di Ozieri.

«Sono orgoglioso, e con me l’intera Sardegna, che il nostro territorio possa contare, tra gli stretti collaboratori del Santo Padre, il Cardinale Becciu, servitore della Chiesa ed espressione della grande fede isolana – ha detto il presidente Michele Pais -. La Festa di Nostra Signora del Regno è un intenso momento di spiritualità: ancora una volta il territorio si è stretto in un grande abbraccio di fede.»

La Messa, come tradizione, è stata celebrata nella Basilica dal Cardinale Becciu e concelebrata dal vescovo della diocesi di Ozieri, Corrado Melis.

Dopo la celebrazione, il colloquio informale tra il presidente Pais ed il cardinale Becciu e la promessa di incontrarsi al più presto per parlare di fede e di una futura e sempre più intensa collaborazione.

 

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L’Arciconfraternita della Vergine della Pietà del Santo Monte, titolare esclusiva dei secolari riti della Settimana Santa di Iglesias, comunica alle SS.VV. il programma particolareggiato delle imminenti manifestazioni religiose.

Lunedì Santo 15 aprile, alle ore 19.00, presso la Cattedrale di Santa Chiara, sarà presente don Marco Pozza, parroco del carcere di massima sicurezza di Padova, teologo e scrittore, conduttore della rubrica “Le ragioni della speranza” in onda su Rai Uno, nonché ideatore e conduttore del programma “Padre Nostro e Ave Maria”, con Papa Francesco, in onda su TV2000.
Don Marco Pozza proporrà ai fedeli un momento di catechesi con una riflessione teologica dal titolo: “In su e in giù – La Via Crucis di Maria”.

A seguire, per il resto della Settimana Santa, il programma resterà immutato come vuole la secolare tradizione, e più precisamente:

Martedì Santo 16 aprile, alle ore 19.00, processione dei Misteri, con le prediche della “Passione” in Cattedrale e di “Maria Addolorata” in San Francesco;
Mercoledì Santo 17 aprile, alle ore 18.30, Santa Messa in San Michele con benedizione con il “Lingum Crucis” e la successiva benedizione e distribuzione ai fedeli dell’ulivo e dei fiori;

Giovedì Santo 18 aprile, alle ore 20.00, processione dell’Addolorata;
Venerdì Santo 19 aprile, alle ore 9.00, processione del Monte;
Venerdì Santo 19 aprile, alle ore 20.00, processione del Descenso con il San Giovanni, La Maddalena e “Is Varonis”;
Sabato Santo 20 aprile, la Chiesa di San Michele rimarrà aperta tutto il giorno per l’adorazione del Cristo Morto e dalla Croce da parte dei fedeli.

Con la Pasqua di Resurrezione sono ovviamente previsti anche i consueti Riti caratteristici e più precisamente:

Domenica di Pasqua 21 aprile, alle ore 10.00; Processione de “S’incontru”, con partenza dei due cortei con i simulacri del Gesù Risorto e Maria, rispettivamente dalla Cattedrale di Santa Chiara e dal Santuario di San Giuseppe, fino all’incontro previsto nella centrale Piazza Sella;

Infine, martedì 23 aprile, alle ore 18.30, dalla Cattedrale di Santa Chiara Processione de “S’Inserru” che di fatto chiude la programmazione dei Riti Pasquali.

 

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La postulazione della Causa di Beatificazione di Edvige Carboni, in data odierna, ha portato a conoscenza di padre Mauro Maria Morfino, vescovo della diocesi di Alghero-Bosa, la concessione di Papa Francesco che la celebrazione del rito di beatificazione della venerabile serva di Dio Edvige Carboni, fedele laica, nata a Pozzomaggiore (Sassari) il 2 maggio 1880 e morta a Roma il 17 febbraio 1952, abbia luogo a Pozzomaggiore (Sassari) sabato 15 giugno 2019. Rappresentante di Sua Santità sarà il cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che presiederà la solenne cerimonia.

La comunicazione è giunta alla postulazione tramite la Segreteria di Stato Vaticana a firma del sostituto, mons. Edgar Peña.

La notizia è stata accolta con grande gioia e soddisfazione dal vescovo diocesano e dagli attori della Causa, la parrocchia di San Giorgio martire con il suo Movimento di Pozzomaggiore intitolato alla nuova beata e i rev.mi Padri Passionisti della provincia della presentazione.

Edvige Carboni visse i suoi giorni nell’umiltà silenziosa arricchiti dalla preghiera assidua, dai suoi lavori di ricamo e la carità verso tutti: la famiglia, la parrocchia, i poveri, gli ammalati, i disoccupati, le spose senza dote e istituti religiosi. Fece parte della famiglia francescana a partire dal 1906. Entrò nell’intimità divina sino ad essere arricchita di carismi e configurata nella sua carne a Gesù crocifisso. Offrì tutta se stessa a Dio per i peccatori e per il decadimento morale di cui spesso il Signore si lamentava con lei. Amava il Papa e la Chiesa cui fu sempre obbediente; devotissima della Madonna e dei Santi Giovanni Bosco e Domenico Savio. Fu stimata dai suoi vescovi e dai suoi direttori di spirito tra cui spicca padre Ignazio Parmeggiani della famiglia passionista cui si legò durante il periodo romano. Di lei ebbero un altissimo concetto San Luigi Orione, San Pio da Pietrelcina e il servo di Dio padre Giovanni Battista Manzella. Morì a Roma la sera del 17 febbraio 1952. Dopo essere stata sepolta ad Albano Laziale (RM) per sessantatre anni, nel 2015 si fece la ricognizione canonica delle sue spoglie mortali che riposano attualmente nel Santuario di Santa Maria Goretti a Nettuno (RM) in attesa di un imminente rientro a Pozzomaggiore, dove verranno collocate nella chiesa parrocchiale in cui ricevette il battesimo. Il Servo di Dio Monsignor Ernesto Maria Piovella, che fu vescovo della sua diocesi originaria (Alghero), arcivescovo di Oristano e di Cagliari poi, di lei profetizzò che «insieme a Sant’Ignazio da Làconi e a San Salvatore da Horta, Edvige Carboni sarebbe stata onore e vanto di tutta la Sardegna». L’evento ecclesiale si terrà presso l’ippodromo comunale di Pozzomaggiore.

Giuseppe Manunta

Direttore Ufficio per le Comunicazioni Sociali

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Nessuno può, ragionevolmente, avere avere dubbi sulle straordinarie capacità comunicative di Papa Francesco, sia per la capacità di trasmettere in maniera chiara e profonda la Parola di Dio, sia per la sua efficacia nel rapportarsi con le folle di fedeli che lo seguono. Il rapporto tra Papa Francesco e la comunicazione, così come la vasta organizzazione vaticana che governa la comunicazione della Chiesa meritano certamente un approfondimento da parte di chi si dedica alla professione di giornalista o comunque è interessato all’argomento.
L’Ordine dei giornalisti della Sardegna ha deciso, pertanto, di considerare evento formativo per i giornalisti sardi la prima delle tre giornate che la Diocesi di Cagliari dedicherà a questi temi in occasione del 60° anniversario del settimanale diocesano e del 25° di Radio Kalaritana.
L’evento formativo si svolgerà mercoledì prossimo, 13 febbraio, dalle 17.00 alle 20.00, presso il Seminario Arcivescovile, in via mons. Giovanni Cogoni ed è intitolato “Papa Francesco e la comunicazione: nell’agorà dei media”. Ai giornalisti partecipanti verranno assegnati tre crediti formativi.
Dopo i saluti dell’arcivescovo Arrigo Miglio e l’introduzione del presidente dell’Ordine regionale, Francesco Birocchi, del direttore del settimanale “Il Portico”, Roberto Comparetti e di mons. Giulio Mareddu, direttore dell’Ufficio diocesano delle comunicazioni, Anna Piras, capo redattore della Sede regionale Rai per la Sardegna intervisterà Paolo Ruffini (recentemente nominato Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede).
Paolo Ruffini, che era direttore della rete televisiva della Conferenza Episcopale Italiana (Tv2000), è il primo laico sposato che diventa capo dicastero in Vaticano. Ricopre il ruolo lasciato da monsignor Dario Viganò, che ha guidato il Dicastero fin dalla sua fondazione, nel 2015. È nato a Palermo nel 1956; si è laureato in Giurisprudenza presso la Università di Roma La Sapienza; è giornalista professionista dal 1979. Ha lavorato per Il Mattino, Il Messaggero, di cui nel 1996 è diventato vicedirettore, il Giornale Radio Rai, di cui è stato direttore dal 1996. Ha diretto Rai3 e Tv2000, dove ha ricoperto il ruolo di direttore di rete e insieme direttore di Radio InBlu.
Nel Dicastero vaticano (che ha circa 650 dipendenti) sono confluiti il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, la Sala Stampa della Santa Sede, la Tipografia Vaticana, il Servizio Fotografico, L’Osservatore Romano, la Libreria Editrice Vaticana, Radio Vaticana, il Centro Televisivo Vaticano e il Servizio Internet Vaticano.

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Per le celebrazioni del Giorno della Memoria, il 26 e 27 gennaio, per la FieraOFF della Fiera del Libro di Iglesias, l’associazione ArgoNautilus ospiterà l’autrice Daniela Palumbo in due appuntamenti presso il comune di Gonnesa ed il comune di Iglesias, partner della Fiera del Libro di Iglesias.

Sabato 26 gennaio ore 18.00, sala consiliare del comune di Gonnesa

Presentazione in anteprima nazionale del libro di Daniela Palumbo “A un passo da un mondo perfetto” Il battello a Vapore – Piemme Edizioni. 

Dialogherà con l’autrice Enrica Ena

Interverranno il sindaco di Gonnesa Hansel Cabiddu, e gli assessori Olla e Franceschi

Con la partecipazione della Libreria StoryTelling di Gonnesa.

Domenica 27 gennaio, ore 18.00, Sala conferenze della Biblioteca comunale di Iglesias

Presentazione del libro “Fino a quando la mia stella brillerà” (Piemme Edizioni), a cura dei bambini della ex 5ª A della Scuola Primaria di via Roma, con il contributo della coautrice Daniela Palumbo; a seguire: presentazione in anteprima nazionale del libro “A un passo da un mondo perfetto” Il Battello a Vapore – Piemme Edizioni

Dialogherà con l’autrice Enrica Ena. 

Interverrà l’assessore della Cultura del comune di Iglesias dottoressa Claudia Sanna 

Con la partecipazione del Mondadori Bookstore Iglesias.

Daniela Palumbo (Roma, 1965) è un’autrice e giornalista italiana. Come giornalista è redattrice del mensile Scarp’de tenis, storico giornale di strada nato da un progetto della Caritas Ambrosiana, nel 1996.

Il suo primo libro  Il mio migliore amico (1998, Edizioni Paoline) tratta il tema della disabilità ed è giunto finalista al premio di Letteratura per Ragazzi “Il battello a vapore”:

Nel 2010 ha vinto lo stesso premio con Le valigie di Auschwitz, le storie di quattro ragazzini che, in un’Europa dilaniata dalle leggi razziali, vivono sulla loro pelle l’orrore della deportazione.

Nella sua ricchissima produzione per editori quali: Giunti, Mondadori, Einaudi Ragazzi, Edizioni San Paolo, segnaliamo:

Dalla parte dei Bambini. La rivoluzione di Maria Montessori (2004)  

Il Volo del Falco nel mio Destino (2012), un romanzo di formazione, avventura e amore al tempo del medioevo giapponese.

Sotto il cielo di Buenos Aires (2013), un libro generazionale che racconta quando a emigrare eravamo noi.  

Dall’Argentina a Roma. La vita di Papa Francesco (2016)

Noi ragazze senza paura (2017) dedicato a donne importanti che hanno saputo dire NO.

A questi, aggiungono i titoli che consideriamo particolarmente importanti:

Fino a quando la mia stella brillerà (2015) scritto con Liliana Segre, di cui ha curato anche l’edizione del libro Scolpitelo nel vostro cuore (2018) 

L’evento è parte della FieraOFF della Fiera del Libro di Iglesias (22-23-24-25 aprile 2019) che avrà come tema: “Quid est Veritas?”, alla ricerca della verità nella comunicazione, nell’informazione e nella nostra realtà storica. 

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Viviamo tempi difficili, tra guerre, migrazioni disperate, disoccupazione diffusa e una percezione del disagio sociale addirittura superiore a quello reale.

E’ necessario avere coraggio. E’ necessaria, come dice Papa Francesco, la buona politica. Vogliamo tutti poter guardare al futuro con speranza.

Siamo già il polo delle bombe d’aereo in Italia. Non ci piacerebbe per niente vederne produrre ancora di più.

Sapere che partono dai nostri porti per andare a rifornire le guerre a migliaia di chilometri di distanza.

Quelle stesse guerre che sono alla base di migrazioni senza garanzie, di dolore su dolore.

Abbiamo letto con gioia e commozione l’odierno messaggio dei Vescovi della Sardegna: ci sono dentro il coraggio dei profeti e la prudenza dei pastori.

C’è dentro il richiamo a tutte le persone di buona volontà ad agire subito per la pace, iniziando ognuno dal proprio pezzetto di mondo.

Chi è nelle istituzioni deve fare la propria parte, a tutti i livelli.

Chi ha competenze specifiche le metta a servizio della riconversione della fabbrica di bombe.

Ma ogni contributo è importante quando è un intero territorio a dover riprendere in mano il proprio destino orientandolo in maniera sostenibile, pacifica e duratura.

Non deve essere lasciato a terra un solo lavoratore ma come possiamo non pensare ai bambini yemeniti ed ai loro genitori che muoiono a causa del nostro lavoro.

C’è bisogno di coraggio per cambiare le cose. Anche a costo di rischiare, come hanno sempre fatto i grandi nonviolenti passati alla Storia.

C’è chi dice che le marce non cambiano la realtà, che non servono a niente.

Noi ripensiamo alle lotte nonviolente di Ghandi e di Martin Luther King, punteggiate da grandi marce.

E non possiamo non notare gli enormi passi avanti.

Perciò grazie agli organizzatori e a quanti parteciperanno oggi a Villacidro.

Coraggio. Insieme ce la faremo!

I portavoce del Comitato riconversione RWM: Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita

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Alla luce del Natale del Signore vogliamo accogliere con particolare attenzione il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2019: La buona politica è al servizio della Pace.

Oggi, anche nella nostra Regione, abbiamo bisogno di una buona politica che faccia crescere il lavoro, un “lavoro libero, creativo solidale e partecipativo”. Un lavoro degno, che permetta ad ogni lavoratrice e lavoratore di tornare a casa ogni sera con la soddisfazione di aver guadagnato un pane dignitoso e di aver contribuito al progresso della società. Un lavoro che possa far crescere e consolidare la Pace, rispettoso della vita umana e della salvaguardia del creato, come abbiamo richiamato nel nostro messaggio di ottobre 2018, ad un anno dalla Settimana Sociale di Cagliari.

La produzione e il commercio delle armi non contribuiscono certo alla Pace, anche se occupano molte persone e collocano in alto l’Italia nella classifica dei fabbricanti di armi. La Chiesa ha sempre sostenuto con fermezza che «la vendita e il traffico di armi costituiscono una seria minaccia per la Pace» (cfr Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 511). Nel mondo invece crescono sempre più le spese militari e si registrano ancora tanti “conflitti dimenticati”: lo scorso anno sono stati 378, sparsi in diverse parti del pianeta, di cui 20 classificati come guerre ad elevata intensità.

La gravissima situazione economico-sociale non può legittimare qualsiasi attività economica e produttiva, senza che se ne valuti responsabilmente la sostenibilità, la dignità e il rispetto dei diritti di ogni persona. In particolare non si può omologare la produzione di beni necessari per la vita con quella che sicuramente genera morte. Tale è il caso delle armi costruite nel nostro territorio regionale e usate per una guerra, che ha causato e continua a generare nello Yemen migliaia di morti, per la maggior parte civili inermi. Un business tragico che sembra non avere nessun colpevole, poiché i vari Paesi interessati si scaricano a vicenda le responsabilità. La questione diviene ancor più lacerante, sotto il profilo etico e socio-economico, poiché tale produzione avviene in un territorio, il nostro, tra i più poveri del Paese, ancora privo di prospettive per il lavoro. Così ai nostri operai si offre uno stipendio sicuro, ma essi devono subire l’inaccettabile per mancanza di alternative giuste e dignitose.

Scriveva il Servo di Dio don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, nella sua “Lettera al fratello che lavora in una fabbrica di armi”:

«Certo, se io fossi coraggioso come Giovanni Paolo II, dovrei ripeterti le sue parole accorate: “Siano disertati i laboratori e le officine della morte per i laboratori della vita!”. Ma, a parte il debito di audacia, debbo riconoscere che il Papa si rivolgeva agli scienziati. I quali, di solito almeno economicamente, hanno più di una ruota di scorta. Tu invece ne sei privo. E anche le ruote necessarie, se non sono proprio forate, hanno le gomme troppo lisce perché tu possa permetterti manovre pericolose. Non ti esorto perciò, almeno per ora, a quella forte testimonianza profetica di pagare, con la perdita del posto di lavoro, il rifiuto di collaborare alla costruzione di strumenti di morte. Ma ti incoraggio a batterti perché si attui al più presto, e in termini perentori, la conversione dell’industria bellica in impianti civili, produttori di beni, atti a migliorare la qualità della vita. È un progetto che va portato avanti. Da te. Dai sindacati. Da tutti

Sentiamo il dovere di dire no a tutto il business delle armi, in Sardegna e nel Paese intero. Chiediamo un serio sforzo per la riconversione di quelle realtà economiche che non rispettano lo spirito della nostra Costituzione (art. 11), del Trattato sul commercio delle armi dell’ONU del 2 aprile 2013 (Arms Trade Treaty – ATT), ratificato dall’Italia come primo Paese UE, e della legge italiana 185/1990, che proibisce esportazione e transito di armi «verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani».

È compito di tutti studiare con serietà, impegno e profondo senso di responsabilità la possibilità di un lavoro dignitoso per gli operai attualmente impegnati in tali attività. In questa direzione vogliamo sollecitare in ogni modo le migliori risorse della nostra terra: le Autorità istituzionali Comunali, Regionale e Nazionale, l’Università e la Scuola, il Mondo imprenditoriale, economico e della cultura, le associazioni dei Lavoratori, la Società civile in ogni sua componente. L’impegno per la riconversione delle industrie della morte non può essere solo il grido appassionato e sicuramente profetico di quanti sentono con particolare passione la necessità di coltivare la Pace. Può sembrare utopia, ma sappiamo che quando tale impegno è stato assunto da persone di buona volontà si è dimostrato realizzabile e fecondo.

Come Chiesa dobbiamo e vogliamo lavorare, soprattutto, per la formazione delle coscienze e per ricordare a tutti il dovere del rispetto dei diritti di ogni uomo e di ogni donna, a qualunque Paese appartengano. C’è bisogno della preghiera e della responsabilità di tutta la comunità cristiana, c’è bisogno

dell’impegno di ogni cittadino e di tutti i rappresentanti delle istituzioni cui stia veramente a cuore il bene comune.

Il messaggio di Papa Francesco per la LII Giornata Mondiale della Pace ci ricorda che la responsabilità politica appartiene ad ogni cittadino, e in particolare a chi ha ricevuto il mandato di prendersi cura del bene comune attraverso l’impegno nelle istituzioni. Questa missione consiste nel salvaguardare i diritti, rispettando i doveri nei confronti della giustizia sociale planetaria, e incoraggiando il dialogo tra gli attori della società, tra le generazioni e tra le culture: «Celebriamo in questi giorni il settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, adottata all’indomani del secondo conflitto mondiale. Ricordiamo in proposito l’osservazione del Papa San Giovanni XXIII: «Quando negli esseri umani affiora la coscienza dei loro diritti, in quella coscienza non può non sorgere l’avvertimento dei rispettivi doveri: nei soggetti che ne sono titolari, del dovere di far valere i diritti come esigenza ed espressione della loro dignità; e in tutti gli altri esseri umani, del dovere di riconoscere gli stessi diritti e di rispettarli»» [Pacem in Terris 24].

Siamo, pertanto, chiamati tutti a portare e ad annunciare la Pace come la buona notizia di un futuro dove ogni vivente verrà considerato nella sua dignità e nei suoi diritti.

Cagliari, 28 dicembre 2018

I Vescovi della Sardegna