27 April, 2024
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Imperdibile anteprima, domani, giovedì 18 luglio, a Fordongianus, per la ventunesima edizione del festival Dromos: alle 22.00 (ingresso 20 euro + d.p.), sul palco allestito nel suggestivo scenario delle antiche terme romane, riflettori puntati sugli Snarky Puppy, di scena nel paese del Barigadu, a una ventina di chilometri da Oristano, per l’unica tappa sarda del tour all’insegna del nuovo disco, “Immigrance”, pubblicato lo scorso 15 marzo.

Guidato dal suo leader e fondatore Michael League (di ritorno a Fordongianus a un anno di distanza dal memorabile concerto con i suoi Bokanté, altra formazione di cui è artefice e guida, nella scorsa edizione di Dromos), il gruppo di casa a New York è considerato dalla stampa e dal pubblico tra le realtà più importanti nel mondo del jazz. Ma a ben vedere, gli Snarky Puppy non sono esattamente una jazz band, se si tiene conto delle diverse categorie per cui si è aggiudicata ben tre premi Grammy: miglior performance di rhythm & blues nel 2014, miglior album strumentale nel 2016 e nel 2017. Non è nemmeno una band di fusion, ma piuttosto un collettivo che si muove tra jazz, funk e R&b, musica scritta e improvvisazione totale, con ben venticinque membri in rotazione, tutti impegnati come sideman (con artisti come Erykah Badu, Snoop Dogg e D’Angelo), produttori (per Kirk Franklin, David Crosby e Salif Keïta) e solisti.

Gli Snarky Puppy incarnano al meglio l’attuale cultura musicale statunitense bianca e nera, con vari innesti provenienti da tutto il mondo: Giappone, Argentina, Canada, Regno Unito e Porto Rico hanno tutti una rappresentanza nel gruppo. Un melting pot musicale, dunque, caratterizzato dalla gioia di suonare insieme con il costante impulso di crescere creativamente. Otto gli strumentisti sul palco di Fordongianus accanto al basso del leader: Chris Bullock (sax e flauto), Justin Stanton (tromba e tastiere), Maz “Mike” Maher (tromba e flicorno), Bobby Sparks (tastiere), Bob Lanzetti (chitarra), Bill Laurance Martin (tastiere), Larnell Lewis (batteria) e Marcelo Woloski (percussioni).


 

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Venerdì 26 aprile, il festival Dromos promuove una riduzione eccezionale del 20 per cento su tutti i biglietti per l’imperdibile anteprima della sua ventunesima edizione: il concerto degli Snarky Puppy in programma il 18 luglio a Fordongianus. Solo venerdì si pagheranno dunque 16 euro (più i diritti di prevendita), anziché 20, per apprezzare dal vivo la formazione con base a New York nell’unica tappa sarda del tour all’insegna del nuovo disco, “Immigrance”, pubblicato il mese scorso: i biglietti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna (www.boxofficesardegna.it; tel. 070 657428).

Gli Snarky Puppy sono considerati da pubblico e critica tra le realtà più importanti del jazz, ma a ben vedere, quello fondato nel 2003 dal bassista e principale compositore Michael League non è esattamente un gruppo jazz, se si considerano le diverse categorie per cui si è aggiudicato ben tre Grammy Award, il prestigioso premio che ogni anno viene conferito come riconoscimento dei successi nell’industria musicale: per la miglior performance di rhythm & blues nel 2014 e per il miglior album strumentale nel 2016 (il disco “Sylva”) e nel 2017 (“Culcha Vulcha”). Non è nemmeno una band di fusion, ma piuttosto una sorta di collettivo che si muove tra jazz, funk e R&b, musica scritta e improvvisazione totale, con ben venticinque membri in rotazione, tutti attivi come sideman (con artisti come Erykah Badu, Snoop Dogg e D’Angelo), produttori (per Kirk Franklin, David Crosby e Salif Keïta) e solisti. Gli Snarky Puppy rappresentano sostanzialmente la convergenza della cultura musicale americana sia bianca che nera con vari accenti provenienti da tutto il mondo: Giappone, Argentina, Canada, Regno Unito e Porto Rico hanno una rappresentanza tra i componenti del gruppo. Ma più della diversità culturale dei singoli musicisti, la caratteristica distintiva della musica degli Snarky Puppy è la gioia di suonare insieme con l’impulso di crescere creativamente.

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Rettilineo finale all’insegna della musica del diavolo a Nureci per la diciottesima edizione del Festival Dromos Da oggi a lunedì 15 agosto, il suggestivo borgo dell’Alta Marmilla accoglie la tre giorni di Mamma Blues: un appuntamento di rito per Dromos, quasi un festival nel festival che quest’anno spegne nove candeline.

Le tre serate si articolano secondo una formula consolidata: si parte alle 20 alla Corte Saba dove l’artista protagonista della serata incontra il pubblico; alle 22.00 al via la musica nell’Arena Mamma Blues; poi, intorno alla mezzanotte, conclusi i concerti principali, spazio dopofestival nei Giardini del Sottomonte.

Protagonisti della serata odiernasono i Songboy Blues, gruppo africano del Mali (terra di musicisti del calibro di Ali Farka Touré, Salif Keita, Rokia Traoré e band come i Tinariwen) che ha conquistato il pubblico internazionale con la sua miscela di ipnotiche voci del deserto, suoni tradizionali e spavaldo rock-blues. Il quartetto – formato da Aliou Touré (voce principale e chitarra), Oumar Touré (basso e voce), Garba Touré (chitarra e voce) e Nathaniel Dembélé (batteria) – incontra il pubblico alle 20.00, alla Corte Saba e alle 22.00 sale sul palco dell’Arena Mamma Blues. Costretti a fuggire dalle terre native nel nord del Mali nel 2012, dopo quasi due anni di guerra civile e jihad, i giovani musicisti della band si sono rifugiati nella capitale del paese, Bamako, dove hanno incontrato il manager francese Marc-Antoine Moreau che stava cercando talenti per “Africa Express”, il progetto ideato da Damon Albarn. Dall’incontro nacquero un’audizione e la registrazione di un brano, “Soubour”, con Nick Zinner degli Yeah Yeah Yeahs, che sarebbe poi entrato a far parte dell’album di Africa Express “Maison des Jeunes”. Nel novembre 2013, i Songhoy Blues approdano a Londra per esibirsi in occasione del lancio del disco, e dopo un grande successo come ospiti d’apertura del concerto di Damon Albarn alla Royal Albert Hall del 15 novembre 2014, l’anno scorso è uscito il loro primo album dal titolo emblematico, “Music In Exile”, prodotto da Nick Zinner e Marc-Antoine Moreau.

Prima dei Songboy Blues, la serata è aperta dalla giovane chitarrista e cantante oristanese Irene Loche: classe 1992, già parte del trio blues Sunsweet Blues Revenge, si presenta al Mamma Blues con il suo progetto solista in cui si incrociano sonorità folk e soul, assieme al basso di Gian Luca Canu.

Il dopo festival ai Giardini del Sottomonte è invece all’insegna del Rock’n’Roll e Rockabilly della band sarda The Wheelers Trio formata da Patrizio Atzori (voce e chitarra), Gianfranco Zucca (basso) e Pietro Staiano (batteria).

Domenica (14 agosto) atterra all’Arena Mamma Blues un pezzo da novanta della musica africana: il cantante ghanese Pat Thomas in concerto con la Kwashibu Area Band, ovvero Ben Abarbanel-Wolff al sax, Philip Sindy alla tromba, Kwame Yeboah alla chitarra e tastiere, Emmanuel Opoku Ware alle tastiere e chitarra, Emmanuel Ofori al basso, Prince Larbi alla batteria ed Eric Owusu alle percussioni. “Golden Voice Of Africa” e “prima rock star” del Ghana, Pat Thomas è una delle figure centrali di quella generazione di musicisti che negli anni Sessanta e Settanta diedero nuova linfa all’highlife, il genere musicale nato agli inizi degli anni Cinquanta, caratterizzato dal connubio tra ritmi tradizionali, influssi caraibici e strumenti occidentali. Fa da apripista alla serata il ventiseienne musicista sardo Moses Concas, vincitore quest’anno di Italia’s Got Talent, con la sua straordinaria combinazione di armonica a bocca e beatbox. Dopofestival nei Giardini del Sottomonte a base di rock e blues con i sardi Rubens Power Trio: Rubens Massidda alla voce e alla chitarra, Mauro Mulas all’organo hammond e Matteo Ledda alla batteria. 

Nella serata di Ferragosto, a suggellare Mamma Blues e l’edizione numero diciotto di Dromos sotto “Il segno di Eva”, è di scena una straordinaria interprete femminile, Sarah Jane Morris, accompagnata da Tony Remy alla chitarra, Alastair Gavin alle tastiere, Henry Thomas al basso e Liam Genockey alla batteria. Classe 1959, la cantante inglese si è affermata nel corso del tempo in generi molto diversi tra loro, dal jazz al pop, dal rock al R&B, con la sua voce sensuale e sofisticata, graffiante e raffinata, dall’ampia estensione e dalla forte carica emotiva, che sa unire intensità e energia soul. Apertura di serata e dopofestival con il blues, le sonorità funk e la black music dei Bad Blues Quartet, formazione cagliaritana che riunisce sotto la sua insegna la cantante Eleonora Usala, Federico Valenti alla chitarra, Simone “Speemo” Arca al basso e Francesco “Frank” Stara alla batteria.

Quest’anno il cartellone di Mamma Blues riserva una novità per chi si trattiene un giorno in più nel centro dell’Alta Marmilla: è un appuntamento extra, in programma martedì 16 agosto (ad ingresso gratuito), con protagonisti la band romana Fleurs du Mal, in concerto alle 19 nella piscina dell’Arena Mamma Blues.

Ulteriori iniziative collaterali coordinate dall’associazione Genadas arricchiscono il menù della tre giorni: gli “Itinerari blues” in mountain bike (il 14 agosto) e nordic walking (con pranzo e biglietto omaggio per la sera; info ai numeri 349 4007548 e 331 3650965) organizzati dall’associazione sportiva Andalas e Breccas; “Piccoli bluesman crescono” (dal 13 al 15 agosto), con i rudimenti del blues impartiti dai maestri della Music Academy di Isili; “Blues Museum”, visite guidate al museo del fossile che ospita una sezione dedicata alla Storia del Mamma Blues e il noleggio di mountain bike per escursioni nell’ambito del progetto di rete ciclabile della Marmilla “Myland” dell’agenzia di sviluppo locale Consorzio Due Giare. Ancora in tema di due ruote, da segnalare “Blues bike”, ovvero il noleggio di bici nei giorni del festival e, a cura dell’Associazione La Volantina, una mostra di biciclette d’epoca.

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