27 April, 2024
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La commissione Salute e Politiche sociali del Consiglio regionale, lunedì 1 luglio visiterà i tre ospedali del Sulcis Iglesiente e l’ospedale di San Gavino Monreale. Il “Viaggio” all’interno della Sanità del “Sud Ovest Sardo”, inizierà alle 10.30 all’ospedale Sirai di Carbonia, proseguirà a Iglesias, al CTO e al Santa Barbara e si concluderà nel pomeriggio all’ospedale “Nostra Signora di Bonaria” di San Gavino Monreale.

Le visite della commissione Salute e Politiche sociali, composta dal presidente Domenico Gallus (Udc), il vice Daniele Secondo Cocco (Leu), i segretari Antonio Mario Mundula (Fratelli d’Italia) e Carla Cuccu (M5S) e i componenti Francesco Agus (Progressisti), Gianfranco Ganau (PD), Annalisa Mele (Lega), Antonello Peru (Forza Italia), Giorgio Oppi (Udc), Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi), Stefano Schirru (PSd’Az) e Fabio Usai (PSd’Az), arrivano 53 giorni dopo quelle effettuate dall’assessore Mario Nieddu.


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La situazione dei lavoratori ex Gruppo Secur spa, lo scorrimento delle graduatorie per l’assunzione degli operatori socio sanitari e l’avvio dell’attività del Mater Olbia saranno i temi che affronterà, martedì 2 luglio, la commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc). Alle 11.00, si riunirà in seduta congiunta con la II commissione (Lavoro), presieduta da Alfonso Marras (Riformatori sardi), per affrontare la situazione che vivono i lavoratori dell’ex Gruppo Secur spa non riassorbiti dall’appaltatore dei servizi integrati di vigilanza armata e portierato per l’Azienda Ospedaliera universitaria e la Assl di Sassari.

La commissione Sanità, poi, esaminerà la proposta di risoluzione sullo scorrimento delle graduatorie dei concorsi per Operatori socio sanitari (Oss) approvate dal 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2013.

Alle 12.00, i lavori proseguiranno, in seduta congiunta con la Terza Commissione, presieduta da Paolo Truzzu (FdI), con l’esame del disegno di legge n. 24 (prima variazione di Bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia).

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La biologa Elisabetta Caredda, responsabile del gruppo storico fb “Biologi e non medici sanitari specializzandi: legge per i contratti”, che già nel 2009 si era adoperato per l’istituzione di una legge regionale che ne disciplinasse il riconoscimento e l’assegnazione anche per queste categorie di professionisti, ha chiesto un’audizione alla commissione Sanità del Consiglio regionale della Sardegna per discutere sull’annoso problema delle borse di studio per gli specializzandi non medici di area sanitaria.

«Si parla di biologi, veterinari, farmacisti, odontoiatri, fisici, chimici, frequentanti una scuola di specializzazione di area sanitaria – rileva Elisabetta Caredda – e riconosciuti dal Ministero della Salute professioni sanitarie così come lo è lo specializzando in medicina. A tal proposito si ricorda che l’assegnazione di suddette borse di studio è disciplinato dalla normativa regionale al comma 10, dell’articolo 8, della legge regionale 7 agosto 2009, n.3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale). Questa legge era stata approvata con sensibilità bipartisan per mettere FINE alla discriminazione immorale e ingiustificabile che vedeva escludere i laureati biologi, farmacisti, veterinari, odontoiatri, chimici, fisici sanitari iscritti ad una scuola di specializzazione di area sanitaria, dalla destinazione di un contratto di formazione specialistica o anche solo di una semplice borsa di studio, contrariamente a tutti gli specializzandi medici nelle scuole di specializzazione di medicina.»

«Questi ultimi – sottolinea la biologa – hanno, infatti, assicurate per i contratti di formazione specialistica risorse ministeriale e in aggiunta risorse finanziarie regionali. Il loro posto in Scuola è legato alla stipula di un contratto di formazione specialistica di 25mila euro l’anno per i primi due anni accademici, e di 26mila euro per gli ultimi tre anni di frequenza. I significativi emolumenti dei medici specializzandi percepiti attraverso il contratto di formazione specialistica sono esenti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e non imponibili Irap.»

«Premesso che i concorsi per le scuole di specializzazione per i laureati non medici afferenti all’area sanitaria sono stati per tre anni bloccati – aggiunge Elisabetta Caredda – , nel momento in cui si è deciso di riattivarli, le borse di studio regionali sono state drasticamente tagliate, quasi annullate potremo dire, poiché gli specializzandi non medici, sino al 2014, erano tutti coperti di una borsa di studio. Questo ha comportato la chiusura di alcuni corsi di specializzazione non attivati proprio per mancanza di borse studio. Il problema era sorto per assenza di sensibilità e di interesse alla problematica da parte di Istituzioni Consiliari dell’allora maggioranza in ruolo nelle commissioni competenti, che non hanno dato seguito a risolvere nelle voci di bilancio. Vorremmo, dunque, discutere del problema – conclude Elisabetta Caredda -, per il quale avremmo pensato anche a delle proposte ragionate ed è perciò che chiediamo sensibilmente al presidente Domenico Gallus e a tutti i componenti della commissione consiliare Sanità, un’urgente audizione, fiduciosi della considerazione in un proficuo e produttivo riscontro.»

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«I vergognosi tentativi del centrosinistra in Consiglio Regionale, di voler scaricare la propria inconcludenza palesatasi negli ultimi 5 anni di Governo, Pigliaru, sulla vicenda AIAS, oltre a essere patetici, sono per quanto mi riguarda inaccettabili.»

Lo sostiene, in una nota, Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.

«La precedente Giunta regionale ha avuto 5 anni, 60 mesi, ovvero 1.825 giorni, per risolvere le problematiche dei lavoratori AIAS, che ancora oggi attendono il pagamento di almeno 9 stipendi arretrati, ma niente di ciò che realmente andava attuato per andare incontro in maniera “definitiva” alle loro esigenze, è stato fatto. Il risultato di questa mancata azione, è che ancora oggi centinaia e centinaia di famiglie sopravvivono in una condizione economica disastrata che oltre a generare gravi deprivazioni sta influendo pesantemente nei rapporti familiari e nella psiche delle persone coinvolte, ormai esasperate per questa situazione ormai incancrenita nel tempo – aggiunge Fabio Usai -. A tal proposito, appare quantomeno strumentale che l’attuale opposizione spinga per la costituzione di una “commissione d’inchiesta” quasi a volersi lavare la coscienza di ciò che non ha saputo fare quando, fino a pochi mesi fa, a parti inverse, il centrosinistra deteneva il potere.»

«Non accetterò e non accetteremo in alcun modo che continuino le strumentalizzazioni sulle spalle dei lavoratori. L’attuale maggioranza, insediatasi al governo nel solo nel mese di aprile e con le commissioni consiliari in quello di maggio, ha già dato prova di voler risolvere concretamente le problematiche dei lavoratori e contestualmente dei pazienti assicurando loro i migliori livelli di assistenza sanitaria, con le prime azioni intraprese dall’assessore, Mario Nieddu e dal presidente della “Commissione Sanità”, Domenico Gallus, i quali hanno già interloquito fattivamente con gli attori istituzionali, aziendali e sociali coinvolti nella complessa vicenda, interessando anche i dirigenti preposti materialmente ad assumersi le rispettive responsabilità in merito al riconoscimento delle somme dovute all’AIAS in virtù delle proprie prestazioni – sottolinea ancora Fabio Usai -. È necessario, dunque, che si continui sulla strada già intrapresa anche con il coinvolgimento diretto del presidente della Regione, Christian Solinas, così come avvenuto per altre importanti vertenze quali Alcoa-Sider Alloys ed Air Italy, per raggiungere l’obiettivo di ristabilire la corretta puntualità dei pagamenti per i lavoratori interessati e quello della migliore assistenza sanitaria per i pazienti – conclude il consigliere regionale sardista -, isolando ogni tentativo di strumentalizzazione e rivalsa politica da parte del centrosinistra, ovvero da coloro in tutti questi anni non hanno saputo risolvere i problemi e anzi li hanno acuiti.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la proroga del Piano casa al 31 dicembre 2019 ed il programma delle attività 2019 del Corecom.

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente ha messo in discussione il primo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge per la proroga del “Piano Casa” presentata dal capogruppo del Psd’Az Franco Mula.

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il consigliere del Pd, Piero Comandini, che ha sollecitato la presenza in aula del presidente della Regione Christian Solinas: «C’e un’emergenza occupazionale in atto che riguarda i lavoratori del Porto canale di Cagliari. 200 dipendenti della società CICT hanno ricevuto le lettere di licenziamento – ha detto Piero Comandini – su questa vicenda, lo scorso 28 maggio, il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno rimasto inevaso. Sarebbe opportuno che il presidente Solinas riferisse in aula sulle interlocuzioni avute con il Governo».

Sull’ordine dei lavori sono intervenuti anche i consiglieri Domenico Gallus e Pietro Moro che hanno comunicato la loro adesione al gruppo Udc.

L’Aula è quindi passata all’esame della proposta di proroga del Piano Casa. Il relatore di maggioranza, Franco Mula, ha ringraziato le opposizioni per aver consentito di portare in tempi rapidi la proposta in Consiglio. «Avrei preferito approvare una legge più organica. Ho presentato io stesso una proposta che spero venga calendarizzata al più presto. La proroga prevista è di sei mesi in attesa di un esame più approfondito delle modifiche alla legge regionale n. 8 del 2015 contenute nella mia proposta di legge n. 11. Allo stesso tempo vogliamo imprimere un’accelerazione dei lavori al fine di concluderne l’approvazione entro la fine del 2019».

Ha quindi preso la parola Maria Laura Orrù (Progressisti) per la relazione di minoranza. «Noi siamo contrari a una proroga di sei mesi – ha detto Maria Laura Orrù – preferivamo legare la scadenza all’entrata in vigore della nuova legge urbanistica per garantire certezza e continuità normativa ai professionisti e a tutti gli operatori del settore. La nostra proposta non è stata accolta. E’ assurdo prorogare il Piano Casa per un tempo così breve e pensare di approvare una legge così complessa entro Natale». Secondo l’esponente dell’opposizione è mancato il confronto con professionisti e operatori del settore: «L’iter di approvazione della nuova legge può essere lungo. Non possiamo permetterci di creare instabilità».

Orrù è poi entrata nel merito della proposta di legge presentata dal Psd’Az e depositata in Commissione Urbanistica: «La proposta di legge n.11 persegue un modello arcaico che non tiene conto della tutela dei beni ambientali e paesaggistici. La proposta aggredisce l’agro con la possibilità di costruire in superfici di un solo ettaro anche su terreni non contigui. E’ una gestione del territorio scellerata che darà il via libera a costruzioni a macchia di leopardo senza servizi. C’è il rischio di un abusivismo diffuso. Sarebbe meglio sentire gli ordini professionali e intervenire sul già costruito. I temi urbanistici vanno discussi con serietà per evitare l’assalto al territorio. Occorre seguire l’esempio delle regioni più ricche  che non svendono i loro beni ambientali. Dobbiamo essere orgogliosi del nostro PPR che ha tutelato l’ambiente costiero, il paesaggio e i centri storici. Dovremmo estenderlo anche alle zone interne».

A favore della proroga si è espressa la capogruppo del Movimento 5 Stelle Desirè Manca: «La legge 8 va modificata ma, quando si è deciso di approvare la proroga del Piano Casa in commissione, dovevamo fare una scelta: bloccare il settore dell’edilizia o consentirgli di andare avanti. Abbiamo scelto di non farlo per questo siamo favorevoli».

Il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az) ha replicato all’intervento dell’on. Orrù: «Bisogna innanzitutto chiarire che stiamo prorogando una legge esistente. E’ un atto dovuto. Maria Laura Orrù ha parlato di catastrofe. La proposta n. 11 è da discutere, non vogliamo svendere niente. Amiamo la nostra terra più di altri». Giovanni atta, interrotto dai banchi del centrosinistra, ha polemizzato con alcuni consiglieri di minoranza: «Io non interrompo mai nessuno e vorrei che si facesse lo stesso quando parlo io. Non è la prima volta che lo fanno. Dove è scritto che faremo costruire tutti con una superficie di un ettaro? Noi parliamo solo di imprenditori agricoli». Giovanni Satta ha quindi accusato la sinistra di aver alimentato inutili polemiche sui vitalizi: «E’ vergognoso aver scomodato le televisioni nazionali per parlare di questo. Nessuno vuole il vitalizio, diverso è invece applicare un regime contributivo previsto da una legge nazionale approvata in Parlamento. Dire menzogne alla stampa non è corretto».

Gianfranco Satta (Progressisti) ha smorzato i toni e ricordato l’atteggiamento collaborativo della minoranza. «Non abbiamo creato ostacoli alla proroga del Piano Casa. La disciplina urbanistica è del 1989, sono passati ormai 30 anni – ha ricordato Giovanni Satta – solo 12 comuni in Sardegna hanno adeguato i loro piani urbanistici al PPR e al Piano di assetto idrogeologico. Dal 2009 abbiamo perso 30mila lavoratori in edilizia. Questo è il vero problema da affrontare. Come dare risposte agli ordini professionali e ai lavoratori? Permettere di edificare in un ettaro non risolve il problema, è solo un palliativo. Il nostro obiettivo deve essere quello di recuperare e riqualificare. Si pensi a Sassari, uno dei pochi comuni ad aver adeguato il Puc al PPR: il loro piano è dimensionato per 600mila abitanti, quello di Trinità d’Agultu su 25mila abitanti. Nel frattempo abbiamo norme di attuazione del PPR come l’art.15 che blocca urbanizzazioni già pianificate nei PUC. Basterebbe chiarire quali sono le situazioni da mandare avanti. Ci sono questioni che meritano più attenzione. Solo così si risolvono i problemi di 156 comuni che hanno zone di espansione pronte a partire e creare economia».

Massimo Zedda (Progressisti) ha dichiarato la sua astensione. «Sono in conflitto d’interesse perché la mia famiglia possiede proprietà che potrebbero beneficiare del Piano casa. Chiedo al Presidente e al Segretario Generale come dobbiamo comportarci». Massimo Zedda ha poi proseguito il suo intervento invitando l’Aula a concentrarsi su una nuova legge urbanistica: «Non mi appassiona il dibattito sul Piano Casa. E’ solo un palliativo, va a beneficio del settore dell’edilizia, dei fornitori di materiali, professionisti etc. Ma è la dimostrazione dell’incapacità di legiferare del Consiglio. Da 15 anni la politica è concentrata sul PPR che rappresenta solo una cornice. Nessuno di noi quando si reca in un museo guarda le cornici, l’attenzione va alle opere d’arte delimitate da cornici. E’ da troppo tempo che si discute della cornice, pensiamo invece a definire un quadro normativo di riferimento».

Massimo Zedda ha quindi concluso il suo intervento con una proposta: «E’ chiaro che serve una nuova legge urbanistica ma la vera legge di sblocco sarebbe dotare i comuni di personale in grado di sbrigare le migliaia di pratiche giacenti negli uffici».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ricordato che la precedente scadenza del Piano Casa (al 30 giugno 2019) venne proposta a dicembre del 2018 nella consapevolezza che la legislatura sarebbe finita a febbraio. «Volevamo dare alla nuova maggioranza il tempo di presentare una nuova proposta di legge. Tre mesi non sono bastati nonostante gli impegni assunti in campagna elettorale. Le note vicende sulla formazione della Giunta hanno procrastinato i tempi. Fissare adesso solo sei mesi significa che si è sicuri di approvare una nuova proposta in tempi rapidi».

Meloni ha poi invitato la maggioranza a riflettere meglio sulla proposta di modifica del Piano Casa: «Mi sarei aspettato nella proposta n.11 qualcosa sulle zone F invece non si dice nulla. Lo dico perché nel 2015 ho condotto una battaglia perché pensavo fosse un errore non prevedere incrementi anche in zona F oltre la fascia dei 300 metri dal mare. Mi aspetto che ci sia un segnale in questo senso. Mi aspetterei inoltre da parte dell’assessore una risposta sui 27 milioni di euro stanziati dalla precedente Giunta per le ristrutturazioni. Quelle somme devono essere impegnate e spese».

Il consigliere del Pd, infine, ha suggerito di avviare una discussione per differenziare gli interventi nei territori: «Non bisogna generalizzare: ci sono zone agricole, particolarmente sensibili, che devono essere tutelate ancora di più rispetto a quanto previsto dall’attuale normativa. In altre invece si può anche decidere in modo diverso».

Il capogruppo dei Riformatori Michele Cossa ha invitato il Consiglio a ragionare attentamente sull’urbanistica. «L’on. Gianfranco Satta ha evidenziato alcune criticità sull’attuazione dei piani urbanistici comunali – ha detto Michele Cossa – è evidente il danno che è stato fatto all’economia sarda senza un vantaggio reale per l’ambiente». L’esponente della maggioranza ha quindi rivolto un appello all’Aula: «Affrontiamo il tema dell’urbanistica senza pregiudiziali ideologiche ma con pragmatismo. Chi ha fatto l’amministratore locale conosce i problemi. Serve una legge urbanistica chiara e organica che si presti il meno possibile a interpretazioni. Gli uffici tecnici comunali danno interpretazioni opposte alla stessa norma. La colpa però è nostra, la burocrazia applica leggi approvate dal Consiglio. Dovremmo ragionare, inoltre, su un altro aspetto: non  sarà il caso di portare a regime il Piano Casa? Noi lo stiamo prorogando di anno in anno, ragioniamo se prorogarlo sine die. In questo modo daremmo certezze ai professionisti, agli uffici tecnici ma soprattutto ai cittadini che tirano fuori i soldi per gli investimenti e consentono all’economia sarda di girare».

Ha preso poi la parola l’on. Angelo Cocciu (Forza Italia), secondo cui “il gruppo di Forza Italia sta lavorando a un proposta di legge in materia urbanistica. Intanto oggi cerchiamo con questa proroga di non creare un vuoto normativo e un danno alle amministrazioni della Sardegna. Noi non siamo gente che fa speculazione, anche se siamo più liberali di voi. Noi amiamo le campagne e le città quanto voi, amiamo il paesaggio e riflettiamo sempre su come devono essere concepiti gli interventi in campagna  e più in generale le costruzioni. Non vogliamo dare adito a speculazioni edilizie ma nelle zone F alcuni aggiustamenti possano essere fatti, ampliando oltre i duecento metri dal mare”. L’oratore si è rivolto alla minoranza e ha detto: “Vi riempite la bocca di ambiente ma per cosa avete fatto per il problema idrogeologico di Olbia? Avete impedito un piano idrogeologico che avrebbe eliminato ogni rischio: questa è la vostra sensibilità ambientale”.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu) “bisogna ripartire senza pregiudizio ideologico e noi siamo consapevoli di non essere riusciti nella scorsa legislatura ad approvare la legge urbanistica. Abbiamo davanti quasi cinque anni per farlo ma io spero che lo si possa fare entro il 2019, perché il provvedimento è davvero necessario e gli amministratori locali sono impossibilitati in queste condizioni a dare risposte alle imprese e ai cittadini. Non si può avere un dogma su un ettaro o tre ettari in campagna, se poi alla fine noi con questi sbarramenti impediamo la nascita di aziende agricole. Per questo voteremo a favore della proposta di proroga”.

Sull’ordine dei lavori l’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha  chiesto al presidente di promuovere un incontro con i lavoratori e i sindacati del porto canale di Cagliari, che stanno manifestando sotto il Consiglio regionale.

Il dibattito è ripreso sul piano casa con l’intervento dell’on. Francesco Mura (FDI): “E’ una proroga giusta e non troppo lunga, in sei mesi abbiamo tutto il tempo per approvare un nuovo strumento normativo”.

Per l’on. Dario Giagoni (Lega) «bisogna intanto ringraziare l’on. Franco Mula per la proposta odierna, che dà risposte immediate al piano casa, la legge 8 del 2015. E’ necessaria però la nuova legge urbanistica che metta insieme il patrimonio immobiliare e il paesaggio, posto che il Piano paesaggistico regionale ha contribuito a causare danni disastrosi. La Sardegna può vivere di ambiente con strumenti normativi certi per le aziende e per le famiglie. In questa situazione il piano casa si è rivelato l’unico provvedimenti capace di tenere in piedi il settore delle costruzioni, devastato in Sardegna dalla crisi economica degli ultimi anni. Non è un caso che anche l’attuale opposizione nella scorsa legislatura abbia approvato il piano casa. Annuncio per questo il voto a favore».

L’on. Franco Mula (capogruppo Psd’Az) ha preso la parola e ha detto rivolto all’onorevole Orrù: “Io non ho padroni, nessuno mi chiama la mattina per dirmi cosa devo fare. Ho presentato questa proposta nella piena consapevolezza del fatto che è necessario davvero ottenere questa proroga e fare tesoro di questo dibattito, dal quale stanno emergendo spunti importanti per costruire la nuova legge urbanistica. Questa materia porta dividere, non a unire: non usciremo certamente presi per mano dalla commissione ma mi auguro che nelle diversità si arrivi a un testo condiviso”.

Per il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus, “sarebbe stato anomalo non parlare di urbanistica in questa occasione, anche se questa legge consta di un solo articolo. Non potremo che trovarci d’accordo su questa proroga ma non sono positivo sulla vostra idea di una deregulation delle costruzioni in agro, che rischia soltanto di far nascere qualche casetta in campagna ma non un’agricoltura di livello. C’è il rischio che ogni deregulation in materia urbanistica possa generare rischi per la vita umana, come talvolta accade. Ecco perché raccomando davvero prudenza, perché possiamo tutti continuare a confrontarci con lo specchio e con la nostra coscienza”.

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore all’Urbanistica, on. Quirico Sanna, che ha detto: “Ci interessa il risultato di una proroga perché non potevamo permettere un vuoto legislativo e un danno ai sardi. Ma ci siamo dati un tempo certo per scrivere una buona legge urbanistica col contributo di tutti e portarla poi in Aula. Spero di avere l’apporto di tutti in questo senso”.

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli. L’on. Massimo Zedda ha riconfermato la sua mancata partecipazione al voto per ragioni di conflitto di interesse “avendo la mia famiglia proprietà interessate dal provvedimento”.

Approvato poi l’articolo 1, poi l’articolo 2 e il testo di legge.

Il presidente Pais è passato all’esame del secondo punto all’ordine del giorno e ha dato la parola all’on. Alfonso Marras (Riformatori) per la relazione sull’attività del Corecom per l’anno 2019. L’on. Marras ha parlato a nome della Seconda commissione, che presiede.

Approvato un ordine del giorno e il documento sull’attività del Corecom.

Al termine, il presidente Pais ha sospeso i lavori per convocare la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e ha comunicato che alle 15,30 si riunirà la Terza Commissione e alle 16.00 la Seconda Commissione.

Il Consiglio è stato convocato per martedì, 25 giugno, alle 11, per l’esame della proposta di istituzione della “Commissione di inchiesta n. 1 sul perdurare dello stato di insolvenza economica dell’AIAS nei confronti dei propri dipendenti, sulla qualità dei servizi e la tutela dei diritti dei lavoratori (ai sensi dell’art. 125, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale)”.

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I consiglieri regionali Domenico Gallus e Pietro Moro hanno aderito al gruppo dell’UDC. Eletti lo scorso 24 febbraio nelle liste di Sardegna 20Venti, il sindaco di Paulilatino Domenico Gallus ed il sindaco di Laerru Pietro Moro sono entrati subito in contrasto con il fondatore della lista, Stefano Tunis, ed hanno aderito provvisoriamente al gruppo Misto. Ora l’approdo al gruppo dell’UDC di Giorgio Oppi che così cresce da tre a cinque consiglieri, diventando il terzo gruppo della coalizione, con gli stessi numeri di Forza Italia, dietro Lega e PSd’Az (8 consiglieri a testa).

 

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Delle problematiche lamentate dagli operatori socio sanitari della Sardegna si fa carico la commissione Sanità presieduta da Domenico Gallus. Un importante risultato è stato raggiunto nella seduta di ieri, durante la quale sono stati ascoltati gli operatori socio sanitari dell’Isola.

Tutti i commissari, dopo un’attenta valutazione delle problematiche illustrate dagli Oss, si sono impegnati in prima persona per portare all’attenzione dell’assessore alla Sanità Mario Nieddu le eventuali anomalie sullo scorrimento delle graduatorie lamentate dagli operatori sanitari. L’obiettivo è fare in modo che lo scorrimento delle graduatorie, a partire dalle più datate per arrivare sino alle più recenti, riprenda presto vigore.

Un risultato salutato con soddisfazione dalla segretaria della commissione Sanità Carla Cuccu (M5S): «A seguito delle audizioni continuo ad essere attenta e soddisfatta della concretezza e della compattezza della Commissione Sanità. Sta emergendo la volontà di volersi coordinare per prendere seriamente in carico le situazioni. Confido nel lavoro della Commissione e auspico l’assunzione di nuovi Oss. In ogni caso non abbasseremo la guardia, perché al di là delle parole si passi presto ai fatti.»

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Giornata di audizioni per la Commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Misto): sono stati sentiti i rappresentanti del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna, le delegazioni degli Operatori socio sanitari (OSS) e dei medici specialisti ambulatoriali veterinari, il Comitato per il censimento dei fibromialgici e i rappresentanti dei Giovani medici Sardegna (MÈIGOS). Una serie di audizioni per acquisire informazioni aggiornate sulla situazione attuale in cui si trovano le diverse categorie e capire quali siano gli interventi più urgenti da portare avanti.

La Commissione, su proposta del vice presidente Daniele Secondo Cocco (Liberi e Uguali), ha deciso di presentare una risoluzione che impegni l’assessore regionale della Sanità e i Direttori generali delle Aziende sanitarie a procedere all’assunzione dei circa 150 operatori socio sanitari, ancora presenti nelle graduatorie 2009-2013 degli idonei delle province di Sassari, Nuoro, Olbia e Oristano, per coprire il fabbisogno delle strutture ospedaliere. Soltanto dopo le Aziende potranno attingere dalle graduatorie più recenti, partendo comunque dalle più vecchie. I commissari ed il presidente si sono trovati d’accordo anche sul fatto che l’Ats debba attivare i corsi di aggiornamento necessari per l’assunzione degli operatori delle vecchie graduatorie, come previsto dalle legge regionale.

I rappresentanti degli Oss hanno, infatti, lamentato anomalie nello scorrimento delle graduatorie. Gli operatori hanno affermato che l’Ats non avrebbe i fondi (5-10mila euro) per organizzare il corso di aggiornamento professionale per gli operatori delle graduatorie 2019-2013, necessari ai fini dell’assunzione. Gli Oss hanno sottolineato che la loro graduatoria ha validità fino al 30 settembre 2019 e che nel nuovo Piano del Fabbisogno del Personale-annualità 2019, pubblicato con delibera del 7 maggio scorso, sono previste le assunzioni di 225 operatori, oltre alla previsione delle cessazioni di rapporti di 129 Oss, tra tempo determinato e tempo indeterminato. Il presidente Gallus, come i colleghi Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Giorgio Oppi (Udc), Antonello Peru (Forza Italia) e Francesco Agus (Progressisti) hanno garantito la massima celerità nella risoluzione di una situazione definita grave e ingiusta.

La Sesta commissione ha sentito anche i rappresentanti del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna (Sass). Carlo Taccori, presidente della Onlus iscritta nel registro generale del Volontariato, ha illustrato la situazione. Si tratta di una realtà che collabora attivamente con l’Areus e con le Forze armate e Capitaneria di porto per i soccorsi in ambiente montano, sotterraneo e impervio. E’ un’associazione composta da 230 operatori che, negli ultimi 10 anni, hanno soccorso 560 persone in 550 interventi e sono in attività 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. Carlo Taccori ha, inoltre, spiegato che un alpino o speleologo è sempre presente sull’elisoccorso per garantire la sicurezza degli operatori sanitari nel corso degli interventi di soccorso. La Onlus ha chiesto alla Commissione di riprendere in mano la proposta di legge presentata nella scorsa legislatura, di definire e puntualizzare i principi di collaborazione con il Sistema sanitario regionale, e quindi di inquadrare e istituzionalizzare l’attività dell’associazione, prevedendo garanzie e il sostegno economico necessario. Il presidente Domenico Gallus ha confermato che la Commissione si occuperà nel più breve tempo possibile della situazione, ma che bisognerà prevedere un nuovo testo di legge.

La situazione dei medici specialisti ambulatoriali veterinari è stata illustrata dalla dottoressa Patrizia Uras, nel corso dell’audizione in Sesta Commissione. I medici hanno spiegato che negli ultimi anni hanno subito «una pesante penalizzazione a causa di una opinabile interpretazione negativa del contratto nazionale Acn. Pur operando nella Sanità animale da 10 anni ancora non esiste una concreta definizione della nostra figura e delle nostre competenze, principalmente, a causa del fatto che non è mai stato concluso l’Accordo integrativo regionale per la nostra specifica figura».

La dottoressa Patrizia Uras ha anche sottolineato come il blocco della pubblicazione delle ore per la specialistica ambulatoriale ha portato a una situazione di lavoro precario, “essendo quasi tutti, dopo dieci anni, pagati per 18 ore settimanali”. I medici veterinari hanno chiesto lo sblocco delle ore per la medicina specialistica e l’aumento del contratto a 30 ore come hanno già fatto in alcune Aziende e la sottoscrizione dell’Accordo integrativo. La Commissione, presieduta da Domenico Gallus, si è detta assolutamente vicina alla categoria e pronta a sostenere le loro giuste rivendicazioni, visto anche l’importante contributo che hanno dato alla soluzione del problema della peste suina e alle emergenze che si verificano nel territorio. Sono interventi i commissari Gianfranco Ganau (Pd), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), il vice presidente della Commissione, Daniele Secondo Cocco (Liberi e Uguali), Carla Cuccu (M5S), Giorgio Oppi (Udc) e Giovanni Antonio Satta (Riformatori). I commissari, riconoscendo la professionalità dei medici, hanno definito il loro trattamento da parte dell’Ats non dignitoso e inaccettabile. Il Presidente Gallus ha concluso l’audizione ringraziando i commissari perché anche in questa seduta hanno collaborato, senza contrapposizioni politiche, per risolvere i problemi dei sardi.

I rappresentanti del Comitato hanno chiesto alla Commissione l’attuazione della legge approvata il 18 gennaio 2019 “Disposizioni per il riconoscimento, la diagnosi e la cura della fibromi algia”. Il presidente Domenico Gallus ha confermato la volontà di Più borse di studio regionali per le scuole di specializzazione dei giovani medici sardi e criteri di accesso ben definiti. Lo ha chiesto alla Commissione sanità Giovanni Marco Ruggiu, in rappresentanza dei colleghi di MÈIGOS (Giovani medici Sardegna), che lamentano pochi posti disponibili per la «formazione post laurea in Medicina in Sardegna, un imbuto formativo e carenze del turn over nel Sistema sanitario regionale». I rappresentati di MÈIGOS hanno, poi, evidenziato i dati dell’Anaao Assomed che parlano di un vuoto in organico in Sardegna di 1.54 specialisti entro il 2025, mentre nell’Isola, nel 2018, 339 medici abilitati sardi non ammessi alle Scuole di specializzazione in Medicina.

Secondo i dati forniti dai medici in audizione la Regione Sardegna investe troppo poco sulle borse di studio regionali, che si devono aggiungere a quelle nazionali. In un grafico, Giovanni Marco Ruggiu ha fatto vedere ai commissari che tra le Regioni autonome italiane la Sardegna è quella che ha investito meno sulla formazione dei propri medici e ha esortato la Commissione ha prendere spunto dalla provincia di Bolzano, dalla Valle D’Aosta e dalla Toscana. Il presidente Domenico Gallus e tutti i consiglieri hanno assicurato che il parlamentino si occuperà della situazione. In particolare Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Gianfranco Ganau (Pd) e Carla Cuccu (M5S) si sono detti d’accordo sulla necessità di trovare i fondi per aumentare il numero delle borse di studio regionali.

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«L’accreditamento di 65 posti letto del Mater Olbia è una notizia molto positiva, che dà seguito al fruttuoso esito della visita del 3 giugno scorso della Commissione Sanità nella struttura. In questo momento è necessario che l’attenzione resti alta affinché questo sia obbligatoriamente soltanto il primo passo verso l’accreditamento completo e definitivo.»

E’ il commento del consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi, appresa la notizia del via libera della Regione all’accreditamento del Mater Olbia.

«Continueremo, comunque, a vigilare attentamente non soltanto sul Mater Olbia – sottolinea Roberto Li Gioi – ma anche sull’attività della Giunta per quanto riguarda la Sanità pubblica e gli ospedali del territorio. Il presidente Domenico Gallus aveva annunciato che ai primi di luglio la Commissione avrebbe fatto ritorno in Gallura per visitare i presidi di Tempio e di La Maddalena, che presentano criticità note e per le soluzioni delle quali ci si deve immediatamente mettere in moto.»

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«La Sanità di Iglesias, che grazie ai suoi tre nosocomi (Preventorio, C.T.O. e Santa Barbara) vantava una lunga storia di eccellenza regionale e nazionale, deve essere messa in grado di poter nuovamente garantire i servizi di un tempo, e di poter soddisfare le esigenze di un territorio vasto e complesso. Il Preventorio, nonostante fosse stato concepito con criteri d’avanguardia, sia per quanto riguarda la struttura, la posizione e le professionalità in campo, oggi è purtroppo, sede della Forestale anziché eccellenza sanitaria. Nonostante i soldi pubblici spesi per la ristrutturazione del C.T.O. inoltre, questa non è stata ancora portata a termine. Ad aggravare la situazione si aggiungono le rovinose condizioni dell’Ospedale Santa Barbara, in decadenza e smantellamento. Auspico che alla Sanità dell’Iglesiente venga restituita al più presto la dovuta dignità, e porto la mia solidarietà a tutti gli operatori del settore che quotidianamente si sacrificano per lavorare al meglio nonostante le innumerevoli criticità da affrontare.»

Carla Cuccu, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Carla Cuccu, segretaria della VI Commissione Sanità, interviene così alla luce delle ultime notizie in merito.

«Oggi più che mai è necessario garantire i servizi e le prestazioni sanitarie come DEA di primo livello, già indicate dalla legge – aggiunge Carla Cuccu -. La Sanità regionale deve essere riprogrammata tenendo conto delle esigenze del territorio. I presidi sanitari di Iglesias sono indispensabili sia per gli iglesienti che per i cittadini dei paesi limitrofi, i quali riescono a raggiungere più agevolmente la cittadina rispetto al capoluogo. Non dobbiamo inoltre dimenticare la vocazione turistica della zona. Siamo alle porte della stagione estiva e occorrono soluzioni per poter garantire un livello di prestazioni soddisfacente.»

«Anche oggi – sottolinea ancora la segretaria della Commissione Sanità – la stampa ci ricorda che a Iglesias è ancora in vigore il week surgery con sospensione di ricoveri e interventi nel fine settimana, che il numero di medici e infermieri è esiguo e la strumentazione datata. Tutto ciò è inaccettabile.»

In attesa che il tour della Commissione presieduta da Domenico Gallus faccia tappa anche a Iglesias, Carla Cuccu confida nell’esito positivo dell’incontro con l’assessore Mario Nieddu in programma per la prossima settimana, «dal quale si potranno apprendere tutte le informazioni utili a fotografare il quadro attuale. Un quadro a tinte fosche da cancellare e ridisegnare a tutti gli effetti».