26 April, 2024
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«La nascita delle ZEA, le zone economiche ambientali, previste nel Decreto Clima che ieri ha ottenuto il via libera definitivo alla Camera, rappresenta una concreta possibilità di sviluppo per l’isola di La Maddalena.»

Nardo Marino, deputato del MoVimento 5 Stelle, commenta positivamente il passaggio dell’articolo che prevede agevolazioni e vantaggi fiscali per i Comuni che ricadono nelle aree parco e per le attività imprenditoriali ecosostenibili. Il decreto, nel prevedere le misure di contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria nelle aree protette nazionali,  istituisce forme di sostegno alle imprese, nuove o già esistenti, che avviano un programma di attività economiche o imprenditoriali ecosostenibili.

«Il comune di La Maddalena, ricadendo interamente nell’area parco dell’omonimo arcipelago, godrà dei benefici previsti dal Decreto Clima che disciplina – spiega Nardo Marino – forme di sostegno alle nuove imprese ed a quelle già esistenti. Il programma di attività economiche imprenditoriali dovrà essere orientato al contrasto ai cambiamenti climatici, all’efficientamento energetico, all’economia circolare, alla protezione della biodiversità.»
Le  imprese beneficiare dovranno mantenere la loro attività nell’area ZEA per almeno sette anni, pena la revoca dei benefici concessi.

«Si tratta – conclude il deputato del M5S – di un’ottima opportunità che potrà contribuire al tanto atteso rilancio dell’Isola di La Maddalena. Questo gioiello ambientale, uno tra i più importanti in Italia, dopo gli anni di militarizzazione e la beffa legata al G8, merita di avere una corsia preferenziale per poter sviluppare la propria economia nella direzione più naturale, quella turistica con servizi e imprese attente all’ambiente.»

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«Gli interventi anti alluvione finanziati dallo Stato per oltre 125 milioni di euro sono a rischio. A sei anni dalla tragica alluvione del 18 novembre 2013 la città di Olbia non è ancora stata messa in sicurezza, il piano di mitigazione ambientale è fermo, e oggi, come ci ha ricordato la Corte dei Conti, la Regione Sardegna rischia seriamente di perdere i fondi già stanziati. Se le opere non verranno appaltate entro un anno, Olbia perderà il finanziamento. Alla luce di questa grave situazione stride l’immobilismo della Regione Sardegna, in particolare dell’assessore all’Ambiente Gianni Lampis e del Presidente della Regione Christian Solinas. Il primo in qualità di assessore competente e il secondo come Commissario di governo contro il dissesto idrogeologico sulla base decreto legge 133 del 2014, anziché sollecitare il completamento di questo progetto, stanno inspiegabilmente tergiversando per quanto riguarda il rilascio della Valutazione di impatto ambientale. Sul punto anche l’interrogazione presentata in merito dal consigliere regionale Roberto Li Gioi il 13 settembre scorso è tutt’ora senza risposta. Sembrerebbe a questo punto che il governo regionale tacciato sino al 24 febbraio scorso dal sindaco Settimo Nizzi di essere “nemico”, con la nuova legislatura sia diventato fin troppo “amico”. Quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti è gravissimo: la Regione fa orecchie da mercante di fronte alle interrogazioni, prende tempo, avvantaggiando di fatto il piano ostruzionistico del primo cittadino di Olbia. Le opere anti alluvione tanto contestate dal sindaco Settimo Nizzi sono infatti state congelate. Ci troviamo di fronte a una situazione gravissima, da denunciare pubblicamente. L’inerzia della Regione sta mettendo gravemente a repentaglio la sicurezza dei cittadini olbiesi. Nello specifico Olbia potrebbe perdere 125 milioni e 300mila euro stanziati il 29 gennaio scorso.»

E’ la denuncia del deputato Nardo Marino, del consigliere regionale Roberto Li Gioi e dei consiglieri comunali di Olbia Roberto Ferinaio e Maria Teresa Piccinnu (M5S).

«Gli uffici dei Lavori pubblici hanno completato la progettazione, comprese le integrazioni richieste dall’assessorato all’Ambiente. Manca soltanto il giudizio di compatibilità ambientale ma soprattutto manca la volontà politica di portare a compimento un iter infinito cominciato sei anni fa subito dopo l’alluvione che mise in ginocchio il territorio gallurese. Nella maggioranza di centrodestra sulla questione qualcosa inizia a scricchiolare. Secondo quanto riportato dalla stampa, infatti, l’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia avrebbe dichiarato che le misure anti alluvione da 125 milioni e 300 mila euro devono essere cantierate – aggiungono Nardo Marino, Roberto Li Gioi, Roberto Ferinaio e Maria Teresa Piccinnu -. Ricordiamo in proposito che sulla base dell’ordinanza regionale 245/1 del 2 marzo 2016 l’assessore ai Lavori pubblici è il soggetto attuatore dell’accordo di Programma stipulato il 4 novembre 2015 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell’Ambiente e la Regione Sardegna per gli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico.»

«A questo punto, la volontà espressa dell’assessore Roberto Frongia rappresenterebbe una novità rispetto alla dolosa indolenza di questo governo regionale che ha avallato sinora gli intenti procrastinatori del primo cittadino di Olbia – concludono Nardo Marino, Roberto Li Gioi, Roberto Ferinaio e Maria Teresa Piccinnu – calpestando di fatto il diritto alla sicurezza di migliaia di persone che continuano a vivere nel terrore del ripetersi di un evento che ha segnato irrimediabilmente la storia della città.»

 

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Ci sono novità importanti per gli uffici della Motorizzazione Civile della Sardegna: entro il 2019 il ministero dei Trasporti procederà all’assunzione di quattro o cinque amministrativi che si aggiungeranno agli otto ingegneri recentemente  assegnati alla Sardegna. Un’iniezione importante di professionalità che servirà, almeno in parte, a sanare la drammatica situazione degli UMC di Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano. Le figure amministrative entreranno a far parte dell’organico della Motorizzazione grazie ad un provvedimento di urgenza richiesto ed ottenuto dal deputato del Movimento 5 Stelle, Nardo Marino, componente della commissione Trasporti della Camera, a seguito del sopralluogo negli uffici dell’ente di Sassari avvenuto lo scorso 21 ottobre. Il personale amministrativo verrà attinto dalle graduatorie di concorsi pubblici, ancora in corso di validità, anche approvate da altre amministrazioni. E’ il caso dell’Università di Sassari che tramite un accordo con la Direzione del personale del ministero dei Trasporti ha ceduto le proprie graduatorie consentendo così di porre un freno al progressivo svuotamento dell’organico causato dall’assenza di concorsi pubblici e dal mancato turn-over dei dipendenti in pensione. I neo assunti si aggiungeranno agli otto ingegneri assegnati dal Ministero alla Sardegna: arriveranno entro i primi mesi del 2020.

«La situazione degli uffici della Motorizzazione Civile in Sardegna – commenta Nardo Marino – richiedeva l’applicazione di misure d’urgenza che garantissero la ripresa del lavoro negli uffici da tempo costretti a rinviare i collaudi, le revisioni e altre pratiche urgenti. I disagi causati dalla carenza dell’organico hanno prodotto effetti negativi sull’intero settore: a soffrirne sono gli autotrasportatori, le autoscuole, gli stessi dipendenti degli uffici della Motorizzazione e ogni singolo utente. Questo provvedimento è solo un primo passo, l’inizio di un percorso che deve portare alla soluzione definitiva del problema. Continueremo a chiedere altri fondi per soddisfare il reale fabbisogno di organico.»
Le criticità, note da tempo, sono state evidenziate durante il sopralluogo in via Caniga, alla presenza del dirigente dell’ente, Marco Pes, di Valentina Codonesu responsabile regionale della CNA FITA e dei rappresentanti di Agenzie pratiche auto, Unasca e Confarca.  La riunione ha consentito al deputato di raccogliere le istanze e chiedere al MIT di intervenire, grazie anche alla importante collaborazione dell’Università di Sassari, con misure di urgenza. La risposta è stata tempestiva ed efficace. «Nei prossimi giorni è in programma l’audizione, in commissione Trasporti, della Direzione generale per la motorizzazione civile sulle questioni organizzative relative agli uffici periferici. Il ripristino dei numeri minimi dell’organico – conclude il deputato M5S – è fondamentale anche per garantire alle comunità intere, non solo alle categorie direttamente coinvolte, adeguati livelli di sicurezza sulle strade”.

«Siamo orgogliosi di aver ottenuto questo risultato per i nostri autotrasportatori, ma non ci fermiamo. Continueremo a fare proposte per risolvere definitivamente la condizione inaccettabile in cui versa la Motorizzazione in Sardegna», affermano i vertici sardi della CNA Fita, Franco Pinna, presidente CNA FITA Sardegna e Valentina Codonesu, responsabile CNA FITA Sardegna.

«Quindici risorse in più nell’arco di 6 mesi – tra ingegneri e amministrativi e riconferma dei funzionari in comando – sono senza dubbio un risultato positivo, anche se parziale rispetto al bisogno di organico reale degli uffici UMC», affermano Franco Pinna e Valentina Codonesu che ricordano come la CNA Fita abbia proposto tra le varie misure per superare questa condizione di emergenza l’inserimento, peraltro previsto per legge, di personale idoneo in altri concorsi pubblici ancora in corso di validità. «Ringraziamo l’impegno del deputato Marino che se n’è fatto portatore in tempi record, ottenendo l’accordo tra amministrazioni necessario per l’inserimento del personale – concludono Franco Pinna e Valentina Codonesu -. E’ un risultato corale che fa ben sperare, e che restituisce fiducia nel lavoro di rappresentanza e nella capacità di azione politico-amministrativa.»

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L’insostenibile condizione degli uffici periferici della Motorizzazione Civile della Sardegna sarà oggetto del sopralluogo che Nardo Marino, deputato del Movimento 5 Stelle e componente della commissione Trasporti della Camera, eseguirà lunedì 21 ottobre, alle 9.00, negli uffici UMC di Sassari. L’attività, organizzata di concerto con Marco Pes, referente per il Mit e responsabile della Motorizzazione civile della Sardegna, consentirà di evidenziare le carenze in termini di organico e di organizzazione che, interessando capillarmente gli UMC dell’isola, causano gravi rallentamenti nello svolgimento delle pratiche ed enormi disagi all’utenza. Il sopralluogo consentirà, inoltre, di ascoltare le istanza dei lavoratori, dei loro rappresentanti e delle associazioni di categoria che da tempo richiedono interventi di breve e medio periodo che portino gli uffici ad un livello di servizio continuo e adeguato.

Entro il 13 agosto del 2020 dovranno essere emanati i decreti per la correzione e integrazione del decreto legislativo 229, la riforma del codice della nautica da diporto. Se ne è discusso sabato 5 ottobre a Olbia durante l’incontro “Come cambia il codice della nautica” organizzato dal deputato M5S Nardo Marino, relatore del provvedimento in commissione Trasporti della Camera, e al quale hanno partecipato numerosi operatori del settore. La necessità di spiegare i cambiamenti in atto è maturata durante i lavori della IX commissione incentrati sull’Atto specifico di governo e in seguito alle audizioni dei vari portatori di interesse, tra cui l’Ucina che ha avuto un ruolo da protagonista nel varo di questa riforma. Alla platea presente a Olbia, Nardo Marino, affiancato dal docente di diritto della Navigazione, Giovanni Pruneddu, ha illustrato i cambiamenti significativi del codice della nautica da diporto che influenzeranno l’andamento del comparto, uno tra i più importanti per l’economia della Sardegna. “Il nuovo provvedimento – ha spiegato Nardo Marino – prevede la semplificazione degli atti burocratici che passa necessariamente e finalmente dalla digitalizzazione. A partire dall’istituzione dello STED, acronimo che sta per sportello telematico del diportista. Si tratta – ha precisato il deputato – di uno strumento che provvede al rilascio e alla gestione dei documenti per la navigazione e rappresenta il primo passo verso la digitalizzazione”. La semplificazione passa anche attraverso il SISTE, il sistema telematico centrale dei registri di iscrizione delle imbarcazioni e delle navi da diporto che sostituirà quelli cartacei. Vengono istituiti, inoltre, l’archivio telematico centrale e un ufficio di conservatoria centrale delle unità da diporto, l’UCON. Tra le novità discusse durante l’incontro sono emerse quelle relative all’esclusione per i natanti da diporto commerciali fino a dieci metri dall’obbligo di iscrizione all’archivio telematico. Per quanti, invece, praticano il noleggio occasionale scatta un nuovo requisito: chi comanda o conduce l’imbarcazione deve essere in possesso della patente nautica da cinque anni. Una misura che risponde ad esigenze di sicurezza. Un’altra novità importante riguarda l’obbligo della patente nautica entro le sei miglia dalla costa se a bordo è installato un motore superiore a 900 cc a iniezione a due tempi. “Il decreto prevede poi la possibilità di introdurre – ha spiegato Giovanni Pruneddu – l’uso commerciale delle unità da diporto per la somministrazione di cibo e bevande e l’attività di commercio al dettaglio nelle unità da diporto. In futuro – ha continuato il docente dell’università di Sassari – con una specifica proposta di legge del deputato Nardo Marino, si cercheranno di introdurre due nuove fattispecie: il noleggio a viaggio e quello crocieristico che consentiranno di adeguare l’impianto normativo alle esigenze di sviluppo socioeconomico”. In tema di infrastrutture, verrà imposto ai gestori delle strutture per il diporto l’obbligo di riservare spazi per l’accosto o il rifugio e ormeggi a soggetti diversamente abili. Sono state, inoltre, previste modifiche per la patente nautica con l’aggiornamento dei requisiti psicofisici indispensabili al conseguimento della medesima e l’introduzione di una disciplina per le scuole nautiche con vigilanza amministrativa affidata a Province, Città Metropolitane o Province autonome. In questo schema trovano finalmente collocamento anche le moto d’acqua. Infine, l’istruttore professionale di vela viene riconosciuto come professione regolamentata con l’obbligo di iscrizione nell’apposito elenco. Il decreto prevede che fino all’effettiva istituzione della figura professionale, le funzioni dell’istruttore professionale siano svolte dagli esperti velisti in possesso dei requisiti indicati dalla Lega navale italiana e dalla Federazione italiana vela. Il provvedimento istituisce anche il reato di danno ambientale e la giornata del mare.

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Il deputato del M5S Nardo Marino ha presentato un’interrogazione al Governo in commissione Trasporti a Montecitorio per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori sulla strada provinciale 38 bis e – in particolare- sulla ricostruzione del ponte di Monte Pino crollato il 18 novembre del 2013 sotto la furia del ciclone Cleopatra. Si tratta di una situazione molto importante per il nostro territorio, che non può essere trascurata. Sei anni fa tre persone sono morte a seguito del crollo del ponte e, da allora, due centri importanti del nord Sardegna come Olbia e Tempio sono privi di un collegamento infrastrutturale importante.

In risposta all’interrogazione urgente dell’on. Nardo Marino, il Ministero ha confermato che molto presto si potranno riavviare i lavori. L’Anas ha confermato di aver avviato la procedura di risoluzione del contratto nei confronti dell’impresa appaltatrice IMP Costruzioni Generali di Carloforte e che prevede di ultimare le attività relative alla redazione dello stato di consistenza entro la fine del prossimo mese di ottobre. Successivamente, sarà possibile interpellare la seconda impresa in graduatoria e quindi si potrà procedere alla stipula del contratto di subentro e alla ripresa dei lavori.

«Recentemente ho effettuato un sopralluogo sul posto, in accordo con i vertici di Anas Sardegna – ha spiegato Nardo Marino -. In quell’occasione è emerso che i lavori sono conclusi solo per il 30 per cento. È dunque evidente che sia indispensabile attivare delle procedure d’urgenza, per garantire la sicurezza e il diritto alla mobilità degli abitanti della zona e dei sardi in generale. Durante l’interrogazione ho rimarcato – ha concluso Nardo Marino – che, laddove non ci fossero le condizioni per la riattivazione celere del cantiere, sarà indispensabile pensare alla possibilità di commissariare l’opera.»

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La richiesta di informazioni puntuali e aggiornate sullo stato dell’opera e l’interrogativo sulle possibili soluzioni da intraprendere nell’immediato. E’ il ponte di Monte Pino il protagonista del Question Time che il deputato Nardo Marino presenterà in settimana alla commissione Trasporti della Camera. Alla luce del disastroso epilogo dei lavori di ricostruzione del ponte sulla strada provinciale 38, dilaniato dall’alluvione del 2013, Marino chiede che il Governo si assuma una responsabilità decisionale sull’importante opera che collega Olbia e Tempio e serve gli abitanti della zona. L’interruzione dei lavori da parte dell’impresa aggiudicataria della gara, la Imp di Carloforte, e il successivo avvio della procedura di risoluzione del contratto da parte dell’Anas, gettano pesanti ombre sulla tempistica di realizzazione dell’opera.

«Durante il sopralluogo effettuato lo scorso mese di luglio – commenta il deputato M5s -, i responsabili dell’Anas Sardegna avevano evidenziato che lo stato di avanzamento dei lavori era pari solo al 30 per cento. Abbiamo cercato di verificare le reali intenzioni dell’impresa carlofortina e chiesto all’Anas di fare chiarezza.»

L’incertezza sulle tempistiche di espletamento della procedura di assegnazione dei lavori ad una nuova impresa, anche alla luce della guerra giudiziaria che sia l’Anas che l’Imp annunciano a mezzo stampa, incrementa lo sconforto della popolazione residente riunitasi in un comitato che ormai da tempo denuncia la gravità della situazione.

«Se la seconda impresa non accettasse l’incarico, lo spettro di una nuova procedura sarà concreto e reale – aggiunge Nardo Marino -. Non possiamo aspettare che il contenzioso tra le parte causi ancora un ritardo ai lavori di ricostruzione del ponte sotto le cui macerie, in quella terrificante serata di novembre di sei anni fa, hanno perso la vita tre persone. Non esistono ponti di serie A e ponti di serie B. Il diritto alla mobilità deve essere garantito in egual misura a tutti i cittadini anche attraverso la garanzia di tempi certi e celeri per la ricostruzione delle infrastrutture viarie.»

Al Governo si chiede di mettere in campo le procedure d’urgenza, compreso il commissariamento dell’opera.  

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«La recente tracimazione del rio Siligheddu, uno dei tanti che attraversano Olbia, ci ricorda drasticamente la situazione di pericolo reale che incombe sui cittadini dalla tragica alluvione del 18 novembre del 2013. Tra poco più di due mesi saranno trascorsi sei anni da quella devastante giornata e ancora si aspetta una decisione definitiva sulla strada da percorrere per mettere in sicurezza Olbia e i suoi cittadini. Abbiamo assistito a una diatriba infinita incentrata su progetti alternativi, addirittura all’indizione di un referendum che avrebbe scaricato sui cittadini responsabilità tecniche e progettuali che dovrebbero essere in carico ai professionisti e ai politici.»

Lo scrive, in una nota, Nardo Marino, deputato del Movimento 5 Stelle.

«Sono state spese solo parole, ma neanche un euro dei fondi già disponibili – aggiunge Nardo Marino -. E’ doveroso ricordare che il primo atto integrativo tra ministero dell’Ambiente e Regione Sardegna, relativo alle “opere di mitigazione del rischio idraulico nel territorio comunale di Olbia”, è stato interamente finanziato. L’atto risale al 29 gennaio scorso. Si tratta di 125,3 milioni di euro, di cui 42,1 milioni a valere su risorse regionali. Ricordo che il progetto è suddiviso in quattro lotti. Il primo vale 25,3 milioni, disponibili già dal novembre 2015 e comprende le famose vasche di laminazione; il secondo, il terzo e il quarto lotto riguardano, invece, gli interventi sui corsi d’acqua Gadduresu (21 milioni, lotto 3), San Nicola (19,5 milioni, lotto 2) e Siligheddu (57,5 milioni, lotto 4). L’atto integrativo siglato nello scorso gennaio riguarda appunto il finanziamento dei lotti 2,3 e 4 per un ammontare complessivo di 98 milioni. I restanti 2 milioni, necessari per raggiungere l’importo finale di 125,3 milioni, sono stati stanziati con un altro provvedimento. Ricordo anche che il lotto 1, nonostante i fondi siano disponibili da ben quattro anni, risulta ancora in corso di progettazione. Ora Olbia vive un doppio rischio: vedere svanire i finanziamenti elencati a causa del tergiversare delle istituzioni, locali e regionali, e quello di subire ancora dei danni dalle piogge che arriveranno. In tutti questi anni, la città è stata costretta a fare i conti con la paura di essere nuovamente bersaglio di eventi climatici tanto improvvisi quanto frequenti sapendo di essere ancora vulnerabile – conclude Nardo Marino -. E’ arrivato il momento di prendere una decisione.»

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Olbia.

L’on. Roberto Li Gioi (M5S) ha presentato un’interrogazione per chiedere lo sblocco delle opere di mitigazione del rischio idraulico del territorio di Olbia.

«Sono trascorsi quasi sei anni dalla tragica alluvione del 18 novembre 2013 che ha messo in ginocchio la città di Olbia e ancora i cittadini attendono che vengano realizzati gli interventi strutturali di messa in sicurezza del territorio. E se da un lato ascoltiamo la preoccupazione dei residenti nelle zone a rischio, dall’altro lato, da parte delle istituzioni, quali risposte sono arrivate? Ancora nessuna. Sullo stato dei lavori a regnare è un silenzio tombale. Sappiamo però che tanti soldi sono stati spesi per la predisposizione della progettazione ma la realizzazione delle opere non è ancora iniziata. In particolare 123 milioni e 300mila euro sono stati assegnati a tutte le opere per la mitigazione del rischio idraulico del territorio di Olbia. Di questi, 98 milioni sono stati sbloccati a gennaio 2019 dal Ministro Costa per l’esecuzione di opere immediatamente cantierabili.»

«Il paradosso – aggiunge Roberto Li Gioi – è che in realtà queste opere immediatamente cantierabili non sono: gli uffici dei Lavori pubblici infatti hanno completato la progettazione, seppure dopo vari anni. Quelli dell’assessorato all’Ambiente invece devono ancora rilasciare la definitiva autorizzazione affinché i lavori possano partire.E il presidente della Regione cosa sta facendo per sbloccare definitivamente questo infinito iter burocratico che lascia nell’ansia più totale migliaia di cittadini che vivono nell’incertezza più assoluta dopo aver subito pesantemente le conseguenze di due catastrofiche alluvioni?»

Roberto Li Gioi, attraverso un’interrogazione in Consiglio si rivolge al presidente Christian Solinas, all’assessore dei Lavori pubblici e all’assessore alla Difesa dell’Ambiente, affinché relazionino immediatamente sullo stato dell’arte degli interventi previsti in base all’Accordo di Programma siglato nel 2015.

«La stagione autunnale è alle porte – conclude Roberto Li Gioi – ed è urgente avere garanzie della messa in campo tempestiva degli interventi di cui i cittadini attendono la realizzazione come loro diritto sacrosanto.»

La preoccupazione è doppia: «Come sottolineato dal deputato del M5S Nardo Marino, Olbia rischia di perdere i finanziamenti a causa delle inaccettabili lungaggini delle istituzioni locali e regionali. E questo sarebbe un fatto gravissimo a danno dei cittadini che in queste ore vivono con il terrore del ripetersi di un evento che ha seminato distruzione e morte»”.

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Questa mattina, Nardo Marino, deputato del Movimento 5 Stelle, con Roberto Li Gioi e Roberto Ferinaio, rispettivamente consigliere regionale e comunale del Movimento, hanno svolto un sopralluogo sul cantiere ormai fermo. L’ispezione, alla quale hanno presenziato i responsabili di Anas Sardegna, il sindaco di Telti Gianfranco Pinducciu ed il comitato popolare che prende il nome del ponte, ha portato alla luce le problematiche esistenti. L’impresa di Carloforte che aveva vinto la gara d’appalto ha abbandonato i lavori e lunedì prossimo verrà rescisso il contratto. Una notizia drammatica per la popolazione residente e per la Gallura che necessita di un provvedimento straordinario.

«Nei prossimi giorni l’Anas dovrà capire se c’è la volontà delle altre imprese che parteciparono al bando di assumere l’incarico – spiega il parlamentare del M5S -. Se così non fosse, sono pronto a chiedere l’impegno del ministro Danilo Toninelli per il commissariamento del ponte di Monte Pino e della strada provinciale sulla quale insiste. L’obiettivo è ridurre i tempi relativi alla pubblicazione di una nuova gara d’appalto ed alla contestuale assegnazione delle opere.»

Durante il sopralluogo, è stato possibile verificare lo stato di avanzamento dei lavori, pari al 30%, e la tempistica per la fine dei medesimi, dieci mesi.

«Questo ponte – ha dichiarato Nardo Marino – porta tre croci. Stiamo parlando di una emergenza  e deve essere trattata come tale.»

In mattinata la delegazione del M5S ha eseguito un’ispezione anche sulle strade complanari che interessano i lotti 7 e 8 della Sassari Olbia. I lavori di posa dell’asfalto, avviati grazie alle numerose interlocuzioni tra il parlamentare del Movimento 5 Stelle e l’Anas, verranno completati a settembre. Il costo dell’opera è di un milione di euro di fondi regionali, quota parte del finanziamento complessivo da dieci milioni di euro, che consentirà di dare avvio anche alla gara d’appalto per la ricostruzione del ponte sul rio Enas.

«Sono soddisfatto – commenta Nardo Marino -. Questa mattina abbiamo potuto vedere con I nostri occhi un effettivo miglioramento delle strade complanari, sotto il profilo della praticabilità e sotto quello ancora più importante della sicurezza. Finalmente, le giuste rivendicazioni degli abitanti della zona hanno trovato soddisfazione.»