11 May, 2024
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Domenica 29 gennaio 2017, presso la Sala Conferenze della Fondazione di Ricerca Giuseppe Siotto, Via dei Genovesi 114, a Cagliari, La Fondazione di Sardegna, il Club Modellismo Storico Cagliari e il Comitato Sardo Grande Guerra presenteranno il libro La Guerra a fuoco. Dal Carso all’Altopiano di Asiago, dalla Bainsizza a Trieste. La Grande Guerra dei Sardi nelle fotografie dell’Archivio del Generale Carlo Sanna e delle raccolte Bellieni, Cocco Ortu, Deidda, Figari, Niccolai e Tola. I National Archives di Washington e Londra.

Saranno presenti il Prof. Aldo Accardo, professore ordinario di Storia Contemporanea dell’Università degli Studi di Cagliari, presidente Comitato Sardo Grande Guerra; il dott. Carlo Salis, Consigliere della Fondazione di Sardegna; il dott. Alberto Monteverde, Storico dell’Età Contemporanea, responsabile scientifico Progetto “La Guerra a Fuoco”.

L’evento si tiene nel 99° anniversario della Battaglia dei Tre Monti, combattuta dalla Brigata “Sassari” sull’Altopiano di Asiago tra il 28 e il 31 gennaio 1918, primo successo delle armi italiane dai giorni di Caporetto, 

Il volume, curato da Alberto Monteverde, è stato realizzato con il sostegno della Fondazione di Sardegna. L’occasione è stata offerta dal ritrovamento di alcuni significativi archivi fotografici privati che documentano la Grande Guerra dei Sardi con un occhio non istituzionale. Le immagini, infatti, sono state scattate in prevalenza da improvvisati fotografi in grigioverde che armati di maneggevoli apparecchi fotografici hanno lasciato una documentazione visiva di grande valore. Alle immagini private si aggiunge la documentazione rinvenuta presso importanti archivi nazionali ed internazionali. Tra i documenti si segnala l’unico filmato conosciuto che mostri la Brigata “Sassari” negli anni della Prima Guerra Mondiale. Una sezione è dedicata alla fotografia come fonte per la storia. Il volume si chiude con un saggio dedicato alla Memoria ed ai Monumenti ai Caduti della Grande Guerra presenti in Sardegna curato dalla Storica dell’Arte Adriana Monteverde. Oltre 300 fotografie perlopiù inedite, 260 pagine. Paolo Gaspari Editore.

Nel corso della serata saranno presentati al pubblico alcuni filmati inediti del primo conflitto mondiale ritrovati presso importanti archivi cinematografici di  di Londra e Roma tra i quali l’unico conosciuto che mostri la Brigata “Sassari” negli anni della guerra. Il filmato, girato a Vicenza nel 1918 dopo la Battaglia dei Tre Monti, fu realizzato da un combat cameraman francese presente sul fronte italiano. Regia di Corrado Monteverde.

Al termine del film la Compagnia Teatrale “I Menestrelli” presenterà una selezione di brani tratti dallo spettacolo Echi dal fronte. La voce dei combattenti sardi nelle loro lettere e nelle loro testimonianze. Gli attori daranno voce ai protagonisti della guerra dei Sardi tra i quali Emilio Lussu, Camillo Bellieni, Filippo e Renato Figari, Ignazio Deidda, Francesco Tola, Alberto Cocco Ortu.

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Non ci sono più i forni crematori ma esistono ancora i soprusi. I giovani devono riconoscerli per sapere da che parte stare. Il compito delle Istituzioni è anche quello di infondere nelle nuove generazioni la cultura del rispetto e dell’identità. Questa mattina in occasione della Giornata della Memoria il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau ha presentato nel corso di una conferenza stampa il progetto “I Viaggi della Memoria” insieme all’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti il presidente e il segretario regionale dell’Arci Sardegna, Marino Canzoneri e Franco Uda, Roberto Filippini uno dei sessantadue studenti che il 2 febbraio partirà a Cracovia  insieme alla tutor Maria Chiara Devoto.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i sindaci dei comuni della Sardegna che sostengono il progetto. Dal 2012 l’associazione Arci Sardegna promuove “I Viaggi della Memoria”, un progetto educativo che parte dalla memoria storica dell’Olocausto per tentare di approdare a dei percorsi di cittadinanza attiva. In sei edizioni, oltre 400 ragazze e ragazzi sardi, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, grazie al contributo delle pubbliche amministrazioni della Sardegna, hanno partecipato al progetto che prevede un corso di formazione storica, il viaggio nella città di Cracovia con la visita al ghetto ebraico, la Fabbrica di Oskar Schindler, il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e infine il percorso di restituzione presso i propri comuni di appartenenza.
Nato nel 2005, il Treno della Memoria, ha visto in dodici anni la partecipazione di circa 20 mila giovani provenienti da tutta Italia, che sono tornati da questa esperienza più maturi, più critici e più interessati alle problematiche della realtà che li circonda.
Il progetto nel 2016 ha goduto del patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e dell’Agenzia Nazionale per i Giovani e del sostegno e/o patrocinio della Provincia Autonoma di Bolzano, della Provincia Autonoma di Trento, della Provincia di Trieste e di oltre cinquanta comuni italiani. In Sardegna da sei anni, grazie al partenariato dell’ARCI sarda, questa opportunità viene offerta anche ai giovani dell’isola. L’associazione sarda cura tutto il percorso educativo prima della partenza e dopo il rientro, avvalendosi di educatori esperti che sono i punti di riferimento costanti per le ragazze e i ragazzi sardi. Nell’isola “I Viaggi della Memoria” godono del patrocinio e del sostegno della Presidenza del Consiglio regionale, dell’assessorato della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e il contributo della Fondazione di Sardegna. Diciannove i comuni che quest’anno hanno scelto di sostenere l’iniziativa: Arbus, Banari, Capoterra, Fonni, Gavoi, Gonnesa, Guspini, Iglesias, Lodine, Masainas, Olzai, Oniferi, Orani, Pabillonis, Sarule, Sassari, Sant’Antioco, Silius e Villamassargia.

«Un progetto rivolto direttamente ai giovani – sottolinea il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau –  che sin dall’inizio di questa legislatura abbiamo scelto di sostenere. Sono convinto che si tratti di un utilissimo investimento in civiltà, grazie al percorso educativo e formativo che io stesso, qualche anno fa, ho avuto modo di seguire, quando da sindaco ho deciso di partire a Cracovia insieme ai ragazzi di Sassari. È stata un’esperienza unica, intensa e coinvolgente che tutti dovrebbero avere la possibilità di vivere. I giovani che partecipano ai viaggi diventano i nuovi testimoni dell’Olocausto e preziosi custodi della memoria, importante antidoto sociale».  
Pensato per accompagnare le giovani generazioni alla scoperta e alla comprensione della complessità del mondo che le circonda, a partire dal passato e dalle sue narrazioni, il progetto propone un percorso strutturato in grado di alimentare una relazione continua tra storia, memoria e cittadinanza.

«Oggi il nostro pensiero deve andare a tutti coloro che hanno pagato con la vita la propria identità, la propria appartenenza a una comunità – sottolinea l’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino -. Dobbiamo ricordare con rispetto i morti e il coraggio dei sopravissuti, ma abbiamo anche la responsabilità di promuovere in ogni modo la conoscenza di un dramma che ha colpito migliaia di persone, perché non si ripeta mai più. Per questo – aggiunge l’assessore Firino – abbiamo il dovere di contrastare ogni forma di violenza e odio e diffondere la cultura del rispetto, della diversità, perché a ogni popolo siano garantiti quei diritti che possano favorire una convivenza pacifica tra le persone.»

In questi sei anni sono stati coinvolti oltre 40 comuni della Sardegna e hanno collaborato più di 30 scuole e istituti scolastici. L’edizione del 2017 vedrà partire, dal 2 al 8 febbraio, 56 giovani (36 ragazze e 20 ragazzi), studenti delle scuole medie superiori e dell’Università sarde.
I giovani partecipanti sono stati formati da uno staff di 10 tutor di età compresa tra i 25 e i 32 anni che hanno preso parte al progetto nelle scorse edizioni. Hanno partecipato a tre giornate di formazione a Trento, a cura dell’associazione Deina, e a due seminari formativi in Sardegna, a cura dell’ARCI. Cinque di loro accompagneranno i giovani nel viaggio.

«Si tratta di un progetto che dalla Memoria mira a formare una generazione di giovani cittadini – chiarisce il segretario regionale dell’Arci Sardegna, Franco Uda – che abbiano interiorizzato la lezione della Storia e sappiano spenderla consapevolmente nelle pratiche della democrazia partecipata. Non possiamo prescindere dalla più grande tragedia del ‘900 se vogliamo far nascere una cittadinanza europea che guardi al futuro con le solide radici della memoria condivisa del Vecchio Continente».

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Focus sul tema complesso e attuale della terza età in “Classe di ferro” – originale e “profetica” commedia di Aldo Nicolaj in tournée nell’Isola per la stagione 2016-17 de La Grande Prosa firmata CerDAC – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna – nella mise en scène di Laros per la regia di Giovanni Anfuso. Sotto i riflettori tre interpreti straordinari – Paolo Bonacelli, noto attore di teatro e cinema, raffinato interprete pinteriano, con una lunga carriera costellata di successi, dal debutto con Vittorio Gassman ai recenti “Il malato immaginario” e “La brocca rotta” di Kleist e Giuseppe Pambieri, volto noto del piccolo schermo, dal fortunato “Sorelle Materassi” a “Incantesimo” e “Affari di famiglia”, ma soprattutto attore teatrale, dagli inizi al Piccolo Teatro di Milano alle tournées con la compagnia Pambieri-Tanzi fino al recentissimo “Re Lear”, e Valeria Ciangottini – versatile interprete fra teatro, cinema e tv, dal felice esordio ne  “La dolce vita” di Federico Fellini, alle fiction come “Giornalisti”, “E poi c’è Filippo” e “Un passo dal cielo”. Le scenografie sobrie ed essenziali sono di Alessandro Chiti, i costumi di Adele Bargilli, le musiche di Massimiliano Pace e il disegno luci di Giovanni Caccia.

La pièce ironica e dolceamara che getta uno sguardo sulla condizione degli anziani, dopo il debutto di domani, sabato 28 gennaio, alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia, sarà in cartellone domenica 29 gennaio alle 21 al Teatro Grazia Deledda di Paulilatino, lunedì 30 gennaio alle 21 nel Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer e infine martedì 31 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di Sassari.

Un intrigante e spietato affresco di varia umanità affiora dalla celebre commedia di Aldo Nicolai, (ri)scoperta in Italia dopo il fortunato debutto ad Budapest nel 1974, e rappresentata più volte con successo (memorabile la versione del 1987 con Gianni Santuccio e Ciccio Ingrassia), per una riflessione sul destino delle donne e degli uomini ormai avanti con l’età, tra l’evoluzione della famiglia e l’idea della vecchiaia in seno alla civiltà dei consumi. Esclusi ormai dal mercato del lavoro, beneficiari – nei casi migliori – di una pensione il cui valore tende progressivamente a ridursi, con molto, a volte troppo tempo libero a disposizione, gli anziani si ritrovano a fare i conti con la solitudine e con una forma sottile di emarginazione, ma anche e soprattutto con la propria immagine di sé, con il timore di trasformarsi in un peso per figli e nipoti, o peggio ancora l’incubo di finire i propri giorni in una casa di riposo.

“Classe di ferro” racconta la vita di tre personaggi – Libero Bocca, Luigi Lapaglia e l’allegra e dolce Ambra – diversissimi per temperamento, educazione e condizione sociale, ma accomunati dalla data di nascita, che s’incontrano casualmente in un parco cittadino e frequentandosi iniziano a conoscersi, a confidarsi reciprocamente inquietudini e incertezze sul futuro. Tra i due uomini nasce se non proprio un’amicizia una sorta di intesa, tanto che di fronte alla prospettiva del ricovero in un ospizio scelgono l’ipotesi surreale di una fuga dalla realtà e dalle angosce del presente, verso la dimensione poetica dell’infanzia – o almeno una ritrovata giovinezza – lontano dalla crudeltà del mondo.

La cifra umoristica privilegiata dall’autore mette in risalto i tratti più significativi e grotteschi della personalità dei protagonisti, ma soprattutto rivela tutte le incongruenze e mancanze della società contemporanea, con il disgregarsi della famiglia che rende più fragile la sfera degli affetti, il venir meno delle occasioni d’incontro nel ritmo frenetico delle giornate e  per la lontananza geografica, cosicché i genitori di figli ormai adulti, e quindi i nonni diventano figure simboliche ma remote. Il dialogo tra le generazioni si spezza, nonni e nipoti si conoscono a malapena e soprattutto il ruolo antico e fondamentale dei vecchi, portatori di saggezza ed esperienza finisce con il venir meno, mentre l’uscita dalla fase lavorativa per sopraggiunti limiti di età finisce con il sancirne la presunta “inutilità” relegandoli ad una funzione sempre più marginale.

In effetti – rispetto alla realtà fotografata da Aldo Nicolaj nella sua “Classe di ferro” sono intervenuti ulteriori mutamenti: nell’Italia di oggi spesso i giovani che non trovano o perdono il lavoro sono di nuovo costretti a rifugiarsi nell’alveo della famiglia d’origine, gli stipendi inadeguati hanno finito con il trasformare le piccole pensioni in una risorsa fondamentale e basilare per l’economia. Una nuova tragedia – che offrirebbe interessanti spunti alla penna arguta e alla fantasia del commediografo – tra i più noti e apprezzati del Novecento, autore di folgoranti monologhi e atti unici, oltre che di brillanti commedie, sembra aleggiare nell’aria.

Il ruolo storico degli anziani – detentori di un sapere antico, forgiato con gli anni, e tramandato nei secoli – sembra ormai superato – eppure nella frenesia della vita moderna, laddove si riesca a preservarlo, il contatto e il confronto tra le diverse generazioni costituisce una risorsa preziosa: testimoni di un’altra epoca e di quella attuale, i vecchi possono svelare ai più giovani il senso profondo dell’esistenza, offrendo il supporto del loro vissuto, dei valori e dei principi, facendosi memoria viva del passato e della storia. L’evoluzione della tecnica e in particolare delle forme di comunicazione – di cui molti anziani si sono impadroniti agevolmente – ha reso possibile superare le barriere geografiche, così come i progressi della medicina hanno migliorato la qualità della vita anche dopo la maturità. Il mondo è cambiato – ma la realtà descritta di Nicolaj risulta ancora sorprendentemente attuale.

“Classe di ferro” regala i tre ritratti indimenticabili di due uomini e una donna alla ricerca del proprio posto nel mondo, tre personaggi che rivendicano la propria dignità, l’importanza dei  ricordi, l’unicità delle loro storie a fronte dell’inesorabile scorrere dei giorni, e suggerisce interessanti spunti di riflessione sull’oggi e il domani, le derive della civiltà e il valore delle radici e dell’identità da cui prende forma e forza la personalità individuale – senza dimenticare i legami primari e gli affetti.

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I Comitati No Megacentrale Guspini, Terra che ci appartiene Gonnosfanadiga, Terrasana Decimoputzu, Basso Campidano-Aria Terra Acqua, Per la Salute e la qualità della Vita San Quirico – Tiria, l’Associazione Progetto Comune Villacidro e Italia Nostra Sardegna in data 26 gennaio 2017 hanno inviato al Governatore Francesco Pigliaru una lettera aperta per sensibilizzare la Presidenza e la Giunta regionale sui problemi connessi ad un’eventuale realizzazione di Centrali Solari Termodinamiche sul territorio sardo.

I progetti di tali Centrali sono al momento giacenti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Ambiente, e la Giunta della Regione Sardegna, in attesa di un Atto deliberativo che ne autorizzi l’esecuzione.

Nella lettera i comitati chiedono al Presidente e alla Giunta di assumere una posizione chiara di definitivo rigetto di tali impianti, che si manifesti attraverso l’adozione di atti formali diretti a impedirne la realizzazione, proprio in considerazione dei danni ambientali che ne conseguirebbero.

Le Centrali in questione – secondo i comitati che hanno scritto al governatore Pigliaru -, oltre a danneggiare i settori produttivi più importanti e caratterizzanti la nostra economia provocando la chiusura delle aziende agricole e zootecniche con l’esproprio dei terreni, non apporterebbero alcun beneficio alle Comunità locali e alla Sardegna in genere.

Al contrario, sarebbero causa irreversibile di uno sconsiderato consumo di suolo agricolo e di un rilevante spreco di risorse idriche, modificando l’equilibrio ecosistemico.

Unici a trarne degli utili – concludono i comitati – sarebbero invece multinazionali, faccendieri e i gruppi finanziari interessati, che lucrerebbero sui cospicui incentivi destinati alle FER.

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Dopo due anni e mezzo “dovrebbe” arrivare a conclusione il lunghissimo iter procedurale  per le autorizzazioni al rilancio dell’Eurallumina, con la conferenza dei servizi convocata dal servizio valutazioni ambientali dell’assessorato dell’Ambiente della Regione Sardegna e dall’Area Ambiente della Provincia Sud Sardegna (tenendo fede all’ impegno preso dall’assessore Donatella Spano) per il 30 e 31 gennaio 2017.

In concomitanza con i due giorni della conferenza dei servizi, la RSU Eurallumina ha organizzato una giornata di mobilitazione.

Lunedì 30 gennaio i lavoratori si raduneranno al distributore di Sirai e a Villamassargia, per partire verso Cagliari, sul piazzale del Palazzo della Regione.

Alle 9.30 partirà il corteo a piedi per il breve tratto sino a raggiungere viale Trento, dove stazioneranno per tutta la durata della conferenza dei servizi che avrà inizio alle 10.30.

Stesso programma per la giornata di martedì 31 gennaio. L’iniziativa si concluderà al termine della conferenza dei servizi e solo dopo che l’assessore regionale dell’Ambiente e/0 la direttrice dello stesso e i presidenti della conferenza, i dirigenti dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente e della provincia del Sud Sardegna, incontreranno la RSU Eurallumina per comunicare l’esito della conferenza.

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Tutto in 17 giorni: il 9 gennaio la chiusura del progetto a Tempio Pausania, martedì scorso il via libera della Giunta e ieri sera la firma dell’accordo di programma da parte del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci con i presidenti delle Unioni di Comuni Alta Gallura (Toni Stangoni) e Gallura (Luca Montella). “La città di paesi della Gallura”, progetto territoriale da 56 milioni di euro decolla, forte anche dei 133 milioni destinati alle strade e a interventi per La Maddalena e ai 750mila euro per la valorizzazione degli edifici di culto con particolare valore storico e culturale. Il progetto è stato firmato anche dall’amministratore straordinario della Provincia di Sassari, Guido Sechi. «È il secondo accordo di programmazione territoriale che viene chiuso e finanziato in poco più di un mese. Si tratta di una prova evidente della grande voglia di rinascita che c’è in tutte le zone della Sardegna e che noi sosteniamo con forza», dice il presidente Pigliaru.

«Abbiamo voluto una programmazione territoriale che avesse come protagonisti assoluti i Comuni, che hanno pienamente colto il messaggio rielaborandolo in progetti validi e impostati secondo le loro esigenze e la loro visione di crescita. La Gallura rilancia il ruolo dei Paesi, che conservano e valorizzano memoria e tradizioni ma allo stesso tempo sanno guardare al futuro facendo rete e ampliando così gli orizzonti di uno sviluppo comune. Un progetto importante e ambizioso che contribuirà in modo decisivo al rilancio dell’economia e dell’occupazione.»

L’Accordo prevede l’individuazione di un soggetto attuatore unico (Unione di Comuni Alta Gallura) che sarà responsabile del coordinamento e dell’attuazione degli interventi, del monitoraggio e del controllo e che opererà come centrale unica di committenza: questo significa meno burocrazia e dunque tempi più brevi. É un progetto plurifondo (FESR – FEASR – FSE) e plurifonte: comunitaria e nazionale (FSC – PAC), che integra nuovi interventi di sviluppo con ulteriori interventi già valorizzati nell’ambito di altre politiche della Regione e prevede bandi territorializzati per 7 milioni di euro destinati alle imprese.

“La Città di Paesi della Gallura” è un percorso virtuoso nel territorio per valorizzarne tutte le potenzialità, un progetto che coinvolge 16 Comuni e 70mila abitanti e che porterà sul territorio 56 milioni di euro (32,5 di nuova finanza e 23,5 per perfezionare e valorizzare interventi regionali già programmati per esempio con Iscol@ e il mutuo infrastrutture) oltre ai finanziamenti per strade, infrastrutture e edifici di culto. «Tanti Comuni hanno sviluppato insieme un progetto importante, che vede la valorizzazione piena del territorio, dei percorsi naturalistici, delle vie dell’acqua, dei progetti culturali, del trenino verde. Un progetto di sviluppo che vuole legare la costa con l’interno, ed è questa la strategia vincente: il mare e la costa, uniti all’agroalimentare e alle tradizioni, assicurano un’offerta assolutamente unica e potenzialità enormi per la Sardegna in termini di sviluppo», sottolinea Raffaele Paci.

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Dopo una settimana di sosta si rimette in moto il campionato di Serie D, che nel prossimo weekend vivrà la prima giornata della sua seconda fase. La Sulcispes Sant’Antioco, inserita nella Poule A assieme a Uri, Astro, Scuola Basket Cagliari, Nuoro, Coral Alghero, San Salvatore e Cus Sassari, inizierà affrontando proprio la formazione di coach Sassu sabato al PalaGiacomoCabras.

«Sarà dura – afferma coach Paolo Massidda – il Cus Sassari è una buona squadra, composta sia da senior che da giovani interessanti. Il giocatore più pericoloso dal punto di vista offensivo è sicuramente Serra, ma dovremo stare attenti anche a diversi altri elementi del loro roster. Sarà una battaglia e abbiamo il dovere di farci trovare pronti.»

Grazie alle cinque vittorie consecutive che hanno chiuso la prima fase, la Sulcispes si affaccia alla “Poule A” con grande fiducia: «Affrontare le squadre del Nord Sardegna è una sfida intrigante – aggiunge Paolo Massidda – visto che avremo la possibilità di testare il nostro livello contro formazioni nuove, ma al tempo stesso è un salto nel buio, perché la conoscenza delle avversarie è relativa. Sappiamo comunque che Uri è la squadra che si avvicina maggiormente alle nostre caratteristiche dato che può disporre di due lunghi di ruolo. Penso inoltre che il ritorno al basket giocato di Brembilla nelle fila della Coral finirà con lo spostare gli equilibri».

Nei giorni scorsi la Sulcispes ha disputato una positiva amichevole contro il Calasetta, mentre per venerdì pomeriggio è previsto l’allenamento di rifinitura. Per il match contro il Cus Sassari, coach Massidda avrà a disposizione tutti gli effettivi a eccezione del lungo degente Cavassa, che dovrà attendere ancora qualche settimana prima del rientro definitivo.

Palla a due sabato 28 gennaio, alle 18.00, al PalaGiacomoCabras di Sant’Antioco. Gli arbitri designati sono Roberto Beltramini di Capoterra e Claudio Piras di Quartu Sant’Elena.

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La commissione Bilancio, presieduta dall’on. Franco Sabatini (Pd) ha proseguito le audizioni sulla Legge di Stabilità 2017 ascoltando le relazioni del direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese e del Segretario generale della Fondazione Sardegna Carlo Mannoni.

Nel suo intervento Cuccurese ha affermato che «lo scenario economico della Sardegna registra, dopo 3 anni molto duri, un moderato andamento positivo, sostanzialmente in linea con i dati nazionali; le imprese hanno ripreso ad investire e le famiglie sono tornate verso il risparmio gestito, segnali di una ritrovata fiducia che ci spingono a guardare al futuro con un certo ottimismo».

La stessa Legge di Stabilità della Regione, ha osservato il direttore generale del Banco, «intercetta questi segnali perché prevede interventi interessanti in alcuni settori strategici per l’economia sarda come agro-alimentare, turismo, internazionalizzazione delle imprese e sostegno alle start-up innovative».

Soffermandosi poi sui problemi del settore lattiero-caseario, Cuccurese ha sottolineato l’importanza della consapevolezza comune cresciuta fra tutte le componenti della filiera, che rappresenta una buona base per rendere il mercato più stabile e competitivo.

«Un processo – ha aggiunto Cuccurese – nel quale riteniamo di aver fatto la nostra parte sia lavorando bene con Regione, Consorzi fidi ed associazioni di categoria, che mettendo a punto strumenti operativi nuovi ma adatti alla specificità della Sardegna; riteniamo in definitiva che, passata questa tempesta, potremo replicare in Sardegna (con le dovute differenze) il modello di grande successo del Parmigiano reggiano.»

Successivamente ha preso la parola il Segretario generale della Fondazione Sardegna Carlo Mannoni che, in apertura, ha ricordato che «il recente cambio del nome non è stato un passaggio formale ma la scelta autonoma di fare una buona riforma che, nel settore delle banche popolari, è partita da un intervento legislativo del Governo». La nuova veste della Fondazione, secondo Mannoni, «consente di aumentare l’impatto positivo degli interventi sul territorio, anche grazie alla solidità patrimoniale dell’istituto (circa 1 miliardo), ai buoni risultati di bilancio (più 30 milioni), ad una rete di partecipazioni strategiche a cominciare dalla Cassa Depositi e Prestiti, mentre quella nel Banco di Sardegna è pari a circa un terzo del capitale della Fondazione».

Mannoni ha poi illustrato alcune delle principali attività in corso nei settori della cultura, della ricerca, della scuola, della salute, degli investimenti sui territori e del contrasto alla povertà; quest’ultima, a livello sperimentale ma già ben strutturata, potrebbe incrociarsi positivamente con il Reis (reddito di inclusione sociale) regionale.

Il segretario generale della Fondazione Sardegna ha poi annunciato una indagine per studiare le motivazioni alla base delle differenze fra la realtà della Regione e la sua percezione da parte della società sarda.

A proposito dell’economia regionale, infine, Mannoni ha dichiarato che «non esiste tanto il problema della mancanza di risorse sia nella parte pubblica che in quella privata, servono piuttosto più rapidità e più capacità di produrre proposte ed opportunità per rendere la Sardegna attrattiva».

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La commissione Ambiente, presieduta dall’on. Giuseppino Pinna, ha proseguito il ciclo di audizioni sulla Legge di Stabilità 2017 con la relazione dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano.

Nel suo intervento l’assessore ha affermato fra l’altro che «le risorse disponibili, di provenienza regionale ed europea, sono consistenti ed in alcuni casi in aumento, dalle bonifiche delle ex miniere dismesse e del sito di La Maddalena alla rimozione dell’amianto delle condotte fuori – terra, dall’Arpas cui è stata trasferita la gestione delle stazioni meteo alle nuove funzioni assegnate sia al Corpo forestale regionale che all’Agenzia Forestas».

Rispondendo ad alcune sollecitazioni emerse dal dibattito, nel corso del quale sono intervenuti i consiglieri di Sel Eugenio Lai e Daniele Cocco, Alessandro Collu del Pd, Piermario Manca del Pds e Pierfranco Zanchetta di Cps, l’assessore Spano ha annunciato a proposito del Piano dei rifiuti che «sarà finanziata l’impiantistica per la realizzazione di nuovi eco-centri, in un quadro di misure che comprendono la conferma del sistema della premialità/penalità, lo sviluppo della raccolta differenziata e la definizione di uno strumento normativo per l’introduzione della tariffa unica di smaltimento».

Accogliendo in particolare una richiesta formulata dal capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta, l’assessore ha dato ampia disponibilità per una riunione della commissione dedicata alle problematiche della Protezione civile che, ha detto, «sarà molto utile per un chiarimento complessivo anche perchè, da una visione unitaria del settore, emerge la necessità di incrementare gli investimenti e le manutenzioni sia nelle reti di rilevamento che in quelle di comunicazione».

La commissione, infine, ha deciso di rinviare ad altra data l’audizione della Spano per illustrare il nuovo statuto dell’Agenzia Forestas.

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«Sulla vertenza latte sarebbe opportuna l’istituzione di una commissione permanente, nominata dal Consiglio regionale, con una presidenza autorevole e forte, non politica, affidata ad un magistrato o ad una figura qualificata del mondo giudiziario».

A sostenerlo è Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale.

«L’organismo avrebbe il ruolo di vigilanza e controllo dell’andamento delle produzioni e, conseguentemente, dei flussi economici, commerciali e delle esportazioni – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Si vari una legge specifica che renda obbligatoria la comunicazione sulle produzioni per qualità, quantità e metodo di trasformazione, sia per il mondo della cooperazione che per gli industriali. Un vincolo normativo che dovrebbe comportare, in caso di mancata comunicazione, la perdita di qualsiasi contributo regionale, nazionale e comunitario. Non è più pensabile, infatti, che in Sardegna ci siano dati contraddittori sulla produzione del latte. La stessa risoluzione approvata ieri dalla maggioranza in Consiglio regionale è un documento inutile privo di proposte concrete e di una risposta ad una situazione di crisi economica e di mercato. Soprattutto, non si segnala nessun intervento reale a favore dei produttori.»

«La Regione provveda immediatamente ad anticipare l’80 per cento delle spettanze relative ai premi Pac e del piano di sviluppo rurale alle aziende, dando così un segnale di forte attenzione verso la categoria più importante dell’economia sarda – conclude Gianluigi Rubiu – Un finanziamento ad hoc consentirebbe inoltre il ritiro del pecorino romano dagli scaffali delle cooperative e caseifici, riportando all’anno zero le eccedenze e facilitando una nuova ripresa del settore.»