28 April, 2024
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«Apprendiamo che il presidente Pigliaru finalmente vuole trovare una soluzione al progetto Siat (un sistema innovativo destinato all’addestramento simulato dei militari), che coinvolgerà il poligono di Teulada.»

Lo scrive in una nota il capogruppo regionale dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu, che ha presentato qualche mese fa una mozione sull’argomento: «Si tratta di un programma con un investimento imponente che il Ministero della Difesa intende porre in essere – spiega Gianluigi Rubiu – che riguarda l’utilizzo delle tecnologie più avanzate per la guerra simulata, quindi senza inquinamento acustico, ambientale e privo di rischi».

«Già dal mese di aprile una nostra mozione – aggiunge Gianluigi Rubiu, primo firmatario del documento – sollecitava il presidente Francesco Pigliaru a discutere il tema per trovare la soluzione. Non possiamo perdere altro tempo, abbiamo già sciupato l’investimento sui droni, accolti a braccia aperte dalla Puglia, adesso c’è il rischio che il progetto possa essere perso, visto il forte interessamento della regione Friuli, dove Debora Serracchiani, ha già dichiarato che è pronta ad accogliere il progetto Siat, dove peraltro ci risulta che stia facendo pressioni per ottenerlo.»

«La Sardegna – conclude Gianluigi Rubiu – non può permettersi di perdere un investimento così importante, che può diventare uno strumento di didattica ed addestramento sia per la protezione civile che per l’Arma dei Carabinieri e il Corpo forestale, con  possibili sinergie con università per lo studio e ricerca. Non abbiamo altro tempo per sterili discussioni di natura ideologica o politica, considerato che non possiamo lasciarci sfuggire il progetto».

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Salto di Quirra, servitù militari

«La norma sulla tutela della salute e dell’ambiente nei poligoni è un atto importante, che tutela la salute di militari e cittadini e garantisce un alto livello di trasparenza sulle attività addestrative.»

Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru a proposito dell’emendamento con cui la Commissione Bilancio del Senato ha accolto la proposta presentata da Gian Piero Scanu, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. «Fin da principio lavoriamo sulla stessa linea e verso un obiettivo condiviso – ha spiegato Francesco Pigliaru, esprimendo grande apprezzamento per l’impegno di Scanu e di tutta la Commissione, e ampia soddisfazione per il traguardo raggiunto -. L’approvazione di queste norme, ben si sposa con le nostre richieste di riequilibrio delle servitù militari, portate al tavolo della Conferenza nazionale già nel 2014 e sulle quali trattiamo senza sosta con il Governo fin da allora. La poca trasparenza, insieme alla graduale riduzione dei gravami, le regole certe sulle compensazioni e l’apertura alla ricerca duale, è uno dei punti chiave su cui abbiamo preteso risposte attese da decenni e che ora, per la prima volta, sono a portata di mano», ha aggiunto il presidente Pigliaru, che proprio questa mattina ha condiviso con la maggioranza in Consiglio regionale la bozza di intesa raggiunta dopo anni di non semplice trattativa con il ministero della Difesa e con Palazzo Chigi.
«Il risultato conseguito dalla Commissione – ha concluso Francesco Pigliaru – è di grande importanza ed è di buon auspicio per l’intesa alla quale abbiamo lavorato con tenacia e impegno in questi anni.»

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Cos’hanno in comune una scatoletta di tonno, una pomata lenitiva e un pigmento per vernici? Di cosa è fatta la capocchia di un fiammifero? Come si presentano in natura i principali componenti delle lenti dei nostri occhiali?

Per i non addetti ai lavori, non sempre è facile riconoscere gli svariati utilizzi dei minerali ed associare a ciascuno una sostanza conosciuta, un oggetto di uso comune, un gesto quotidiano.

Tesori dal Sottosuolo (Minerali e loro utilizzo) si propone di mostrare alcuni prodotti finali della trasformazione dei minerali più comuni, affiancando la loro forma in natura al prodotto che ne deriva. L’esposizione didattica comprende  eperti mineralogici della collezione del Gruppo Ricerche Speleologiche E.A. Martel di Carbonia da fondi e donazioni delle raccolte “Pispisa” e “Russello2, integrati con reperti da una collezione privata.

La mostra è visitabile nella lampisteria del Museo del Carbone dal 30 novembre al 28 gennaio 2018 con ingresso gratuito ed orari 10.00 – 17.00, dal martedì alla domenica (chiuso il lunedì). Per le scuole è prevista una visita guidata su prenotazione. Per informazioni: 0781 62727, info@museodelcarbone.it .

La mostra è realizzata dal Museo del Carbone con il Gruppo Ricerche Speleologiche “E.A.Martel” di Carbonia.

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«Con l’approvazione dell’emendamento alla legge di bilancio 38.0.21 si apre una nuova stagione di collaborazione tra sistema militare e civile nella gestione dei controlli ambientali dei poligoni militari, nella linea indicata dal lavoro della commissione di inchiesta sull’uranio impoverito.»

Commentano così l’approvazione notturna i senatori sardi del Partito democratico e di Campo progressista che hanno sottoscritto l’emendamento Silvio Lai, Luciano Uras, con Ignazio Angioni ed il segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca.

L’emendamento era stato presentato dal relatore al decreto fiscale, e poi rinviato alla legge di bilancio, perché più complessa del previsto la costruzione della relazione tecnica per la valutazione dei costi e l’approvazione. «Il Governo e la maggioranza hanno mantenuto l’impegno preso in sede di avvio della manovra e la nuova normativa è così giunta al termine e ora passa alla Camera dei deputati per la conferma – ha affermato Silvio Lai -. Lì il testimone passa idealmente a Gianpiero Scanu che ha scritto questa norma condivisa con tutta la commissione di inchiesta sull’utilizzo dell’uranio impoverito e ai colleghi sardi che, siamo sicuri la sosterranno.»

«La nuova normativa proposta da Silvio Lai al decreto fiscale, che interessa in particolare la Sardegna ma copre l’intero territorio nazionale, è stata condivisa da subito da Campo Progressista che ne ha fatto uno dei punti qualificanti per il sostegno all’intera manovra», ha detto Luciano Uras, capogruppo del gruppo misto in commissione bilancio che si è intestato la battaglia in sede di maggioranza parlamentare.

«La nuova normativa avvia una nuova stagione di collaborazione tra sistema militare e civile, e il merito va a Governo e Parlamento, Camera e Senato, al lavoro congiunto e testardo dei parlamentari sardi e alla convinzione ferma del ministro Pinotti – così si legge nella nota congiunta dei senatori sardi -. Per il sistema dei poligoni militari si avvia un percorso nuovo e trasparente, in cui regione, e comuni, sono dotati di nuovi strumenti e assumono nuove responsabilità.

a. Le esercitazioni militari nei poligoni saranno sottoposte a registrazioni che saranno conservate nel tempo per garantire i controlli preventivi e successivi, sui sistemi testati e sulle procedure utilizzate.

b. Diventa obbligatorio per i comandanti dei poligoni militari l’adozione di piani di monitoraggio delle matrici ambientali coinvolte nelle attività svolte e l’estensione dei controlli alle aree adiacenti il poligono.

c. Le attività svolte sono comunicate e condivise con le regioni, le agenzie regionali ambientali e i comuni dove i poligoni hanno sede. Tutti i controlli ambientali sono condivisi con il sistema nazionale ambientale SINANET, tramite un nuovo osservatorio regionale militare civile istituito in ogni regione sede di poligono.

d. Sono definiti attraverso decreto congiunto difesa, ambiente e salute i tempi di utilizzo dei poligoni e demandata ad ISPRA, insieme alle ARPA, la vigilanza sui rifiuti speciali.

e. Sono sancite, infine, le sanzioni a cui sono soggetti i responsabili dei poligoni in caso di violazione delle nuove severe norme introdotte.»

«Si tratta di una normativa che rende evidente una nuova stagione di sinergia e collaborazione, di trasparenza e condivisione tra sistema civile e militare – hanno aggiunto Silvio Lai e Luciano Uras -. Una normativa condivisa costruita in piena collaborazione con il ministro Roberta Pinotti, cui va il nostro pieno apprezzamento. Ora, anche per la Sardegna si può aprire una stagione nuova da concludersi rapidamente, entro questa legislatura con il nuovo accordo tra Regione e Difesa che dovrebbe arrivare a compimento entro pochi giorni. Un accordo che, garantito da un nuovo modello di gestione dei poligoni come approvato nella manovra di bilancio, possa chiudersi con il trasferimento al demanio regionale dei beni militari richiesti dalla regione e, infine, – concludono Silvio Lai e Luciano Uras – con l’avvio della collaborazione sulla ricerca duale che può fare dell’isola il nodo di eccellenza europeo di questo settore.»

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L’obiettivo è quello di proteggere la salute di tutti dalla disinformazione di pochi: con questo spirito nasce il sito web www.vaccinarsi.org che, già attivo da tempo, vede all’interno del comitato scientifico Paolo Castiglia dell’unità operativa di Igiene e Medicina Preventiva dell’Aou di Sassari.

VaccinarSì” – è spiegato sul sito – è un’iniziativa che vede coinvolti riconosciuti esperti della materia e che si pone l’obiettivo di poter offrire, alla popolazione e agli operatori sanitari, gli elementi utili, validi e soprattutto corredati da riscontri scientifici, per poter scegliere (in scienza e coscienza) di tutelare la salute propria e dei propri figli con tutte le vaccinazioni raccomandate.

Tra i componenti del comitato scientifico di VaccinarSi anche esperti di numerose Asl della penisola, dell’Istituto superiore di Sanità ministero della Salute, della Società italiana di medicina di prevenzione e degli stili di vita e della Società italiana di igiene.

Sul portale è possibile trovare tutte le informazioni utili sui vaccini e, in particolare, sul vaccino anti-Hiv.

Sulla scorta di questa esperienza sono già pronti per essere messi on line anche i siti web di alcune regioni, tra queste anche la Sardegna. Si tratta di portali regionali di informazione medica e scientifica sulle vaccinazioni, finalizzato alla diffusione di una corretta e certificata informazione sulla prevenzione delle malattie infettive. Nel caso della Sardegna, le sinergie messe in campo saranno quelle dell’ateneo turritano, dell’Aou di Sassari e dell’Ats Sardegna.

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Le parole d’ordine sono prevenzione e vaccinazioni, a partire dai giovani, ragazzi e ragazze, quindi un invito ad aderire alle campagne di screening che consentono di raggiungere una più ampia fascia di popolazione. Al centro ci sono alcune malattie a trasmissione sessuale che possono evolvere in tumori. A salire sul banco degli imputati il virus dell’Hpv che può provocare il cancro dell’utero ma anche implicato in altri tipi di tumori come quello della cavità orofaringea, anale, dei genitali esterni ma anche di tumori distanti dalle sedi muco-cutanee.

«Al momento la Sardegna è al primo posto per quanto riguarda l’uso dei contraccettivi orali – afferma Salvatore Dessole, direttore della clinica di Ostetricia e ginecologia dell’Aou di Sassari – ma in generale, per quanto riguarda la prevenzione del carcinoma del collo dell’utero, della mammella, del colon, per gli screening si potrebbe fare di più. Sono necessari dibattiti più ampi e campagne di informazione nelle scuole ma, sicuramente, è stata una grande conquista l’introduzione della vaccinazione contro l’Hpv nelle ragazze dodicenni».

Una pratica quella della vaccinazione che – sostengono in molti – deve essere diffusa, perché rappresenta il modo migliore per eradicare il tumore al collo dell’utero.

L’infezione da virus Hpv è molto frequente e, se di solito non causa alcuna alterazione e si risolve da sola, in una piccola parte dei casi provoca lesioni al collo dell’utero che, se non curate, possono progredire lentamente verso forme tumorali.

In Sardegna non ci sono studi che indicano l’incidenza ma la situazione tra Nord e Sud dell’isola è simile, mentre cambia la diffusione del genotipo: l’Hpv51 è più presente al settentrione mentre l’Hpv16/18 al meridione della Sardegna.

«Auspichiamo che la Regione Sardegna – afferma Salvatore Dessole – inserisca nei Lea le vaccinazioni gratuite anche per i ragazzi che iniziano la loro attività sessuale con alcuni anni di ritardo rispetto alle ragazze. Ma è necessario incoraggiare lo screening con il pap test, anche dopo la vaccinazione. E se non ci sono studi sull’incidenza, questi – conclude Salvatore Dessole – ci dicono che l’infezione è frequente nei giovani: nel 10 per cento resta nell’organismo e nell’1 per cento può dare il tumore del collo dell’utero».

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Domenica 3 dicembre partirà il primo ciclo del gruppo di conversazione di lingua russa a Cagliari, un modo per praticare la lingua russa in compagnia di madre lingua della comunità immigrata in Sardegna, docenti, mediatori per parlare degli argomenti più vari o fare giochi di società che aiutino ad imparare nuovi vocaboli. Il tutto in compagnia dell’immancabile the e dolci così da entrare ancora meglio nell’atmosfera slava dove il the è un rito molto sentito quasi quanto per gli inglesi.

L’iniziativa rientra nel modulo progettuale “Parliamoci per imparare e fare amicizia” dell’Associazione Cittadini del Mondo Onlus – Biblioteca Rodnoe Slovo e la collaborazione del Centro di Lingua Russa e Cultura Slava presso il Consolato onorario della Repubblica Belarus in Cagliari che coordina gli aspetti didattici.

Gli incontri saranno anche una occasione di conoscenza e scambio culturale per conoscere tradizioni, abitudini curiosità del mondo della comunità immigrata in Sardegna proveniente dallo spazio post sovietico.

Il primo ciclo prevede 7 incontri della durata di 1, 1, 5 ore con inizio alle ore 16.00 nei pressi della sede dell’associazione in via Lanusei, 29 a Cagliari, si precisa che potranno essere accettate un massimo di 12 adesioni ed è richiesta una minima conoscenza di base della lingua russa.

Chiaramente il calendario dei prossimi incontri prevede una pausa per le festività natalizie e di fine anno quando tutti saremo impegnati.

Questo il calendario:

1.     3/12/2017 ore 16.00

2.     10/12/2017 ore 16.00

3.     17/12/2017 ore 16.00

4.     14/01/2018 ore 16.00

5.     21/01/2018 ore 16.00

6.     28/01/2018 ore 16.00

7.     4/02/2018 ore 16.00

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La sostenibilità come opportunità di sviluppo della Sardegna. È questo il leitmotiv che caratterizzerà la quarta tappa del seminario intitolato “Materiali per un’urbanistica sostenibile”, che si svolgerà sabato 2 dicembre, a partire dalle ore 10.00, presso la Torre Littoria e la sala polifunzionale del comune di Carbonia. E proprio l’Amministrazione Comunale sarà parte attiva nel convegno organizzato dall’Associazione L.A.M.A.S. e SardegnaSoprattutto, attraverso le relazioni curate dal Sindaco Paola Massidda, dall’assessore all’Urbanistica Luca Caschili e dall’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu.
Il convegno, patrocinato dal Comune di Carbonia, prevede una serie di tavoli di lavoro in cui si alterneranno professionisti, studiosi e amministratori locali.
La scelta della città di Carbonia come sede del seminario non è casuale: si tratta, infatti, di una città e, più in generale, di un intero territorio, unico per bellezza e potenzialità ambientale. Un territorio, un suolo e un sottosuolo che hanno vissuto nel corso dei decenni l’esperienza delle miniere e dell’industria.
I relatori del convegno “Materiali per un’urbanistica sostenibile” si interrogheranno sulla compatibilità del disegno di legge regionale di governo del territorio con uno sviluppo sostenibile.
Il dibattito sarà moderato dal giornalista Vito Biolchini. Tra i relatori, si segnala la presenza di Pasquale Mistretta, già rettore dell’Università di Cagliari, di Giovanni Maciocco, professore emerito dell’Università di Sassari e di Maria Antonietta Mongiu, Presidente di L.A.M.A.S. e di SardegnaSoprattutto, nonché già assessore regionale alla Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport.
Alle 16.30, si aprirà un interessante tavolo tecnico, dal titolo “PPR e Legge Urbanistica nelle città storiche e di fondazione”, in cui i protagonisti saranno alcuni sindaci dei comuni della Sardegna: da Paola Massidda, sindaco di Carbonia, a Maria Itria Fancello, sindaco di Dorgali; da Emilio Gariazzo, sindaco di Iglesias, a Sean Wheeler, sindaco di Porto Torres; da Mario Puddu, sindaco di Assemini, a Ivo Melis, sindaco di Masainas, nonché presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis; e, infine, a Salvatore Puggioni, sindaco di Carloforte ed Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco.

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Il 1° ed il 2 dicembre, l’hotel Catalunya di Alghero, ospiterà il 15° congresso regionale Fadoi, la federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti, che vedrà riuniti i medici internisti sardi in un’importante occasione di incontro ed aggiornamento professionale.

Il congresso, con il patrocinio dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, si articolerà in quattro letture magistrali tenute da esperti di livello nazionale e sette sessioni dedicate ad argomenti centrali e strategici per la gestione del paziente complesso.

«L’obiettivo fondamentale – afferma Francesco Bandiera, direttore dell’Unità operativa di Medicina dell’Aou di Sassari e presidente regionale Fadoi – è quello di fornire gli elementi basati sulle evidenze scientifiche che consentano al medico internista di assolvere, nel modo migliore, quel ruolo centrale che sta assumendo nella cura dei pazienti complessi, sia in ospedale che sul territorio. Situazione che lo vede operare sempre più in stretta sinergia con i medici di famiglia.»

L’incontro sarà anche l’occasione per un approfondimento sulla terapia antivirale per le epatiti B e C e per i biologici sulle malattie infiammatorie croniche intestinali.

Venerdì il congresso si aprirà alle ore 9.00, con i saluti delle autorità, per poi dare spazio alle cinque sessioni in programma: la prima sull’appropriatezza clinica e complessità, quindi sulla cardiologia, sulla pneumologia, sull’epato-gastroenterologia e, a chiudere la giornata, quella sulle malattie metaboliche. Durante la giornata sono previste due letture magistrali, la prima sul delirium nei reparti di Medicina interna e la seconda sulle neutropenie.

Sabato i lavori riprenderanno alle ore 9.00, con le ultime due letture magistrali incentrate sulla cardiopatia ipertensiva e sulla formazione per l’internista. Chiuderanno il congresso le sessioni su terapia anticoagulante e sul malattie infettive.

Nella giornata conclusiva, inoltre, è prevista anche una tavola rotonda sulla integrazione ospedale territorio e vedrà coinvolti i principali esperti regionali sull’argomento.

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Non solo nelle mucose e sulla pelle: il Dna del papilloma virus (Hpv) si trova anche nel sangue di donne con infezione cervicale. È il risultato dello studio “Human papillomavirus DNA detection in plasma and cervical samples of women with a recent history of low grade or precancerous cervical dysplasia, appena pubblicato sulla rivista scientifica PLOS One, condotto dai ricercatori di Microbiologia Clinica del dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca, insieme ai colleghi di Ginecologia dell’ospedale San Gerardo (ASST Monza) e della Sezione di Igiene del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Sassari e dell’Aou di Sassari.

Se è noto che il papilloma virus infetta pelle e mucose, solo pochi studi precedenti hanno mostrato la presenza del Dna virale nel sangue in donne con cancro al collo dell’utero. Lo studio condotto dai ricercatori di Milano-Bicocca compie un passo avanti: i risultati della ricerca, infatti, hanno evidenziato la presenza di Hpv Dna in campioni di sangue di donne senza tumore ma con una recente diagnosi di Pap-test positivo.

Esistono circa 200 diversi sottotipi di papilloma virus in grado di infettare l’uomo. Le infezioni da HPV sono tra le più frequenti nella popolazione sessualmente attiva. Il nostro sistema immunitario, tuttavia, può eliminare in modo spontaneo queste infezioni senza conseguenze sulla salute. Alcuni sottotipi di HPV, definiti ad “alto rischio”, possono però causare l’insorgere di tumori come quello della cervice uterina, della cavità orofaringea, anale, dei genitali esterni ma anche di tumori distanti dalle sedi muco-cutanee.

Lo studio ha coinvolto 120 donne negli ambulatori di Ginecologia dell’ospedale San Gerardo, con una recente diagnosi di Pap-test positivo nello screening per la prevenzione del carcinoma del collo dell’utero. La ricerca del Dna virale associato a 7 tipi di Hpv ad “alto rischio” è risultata positiva nel sangue di 41 di queste donne, pari al 34,2 per cento, sebbene nessuna di queste donne fosse affetta da tumore della cervice.

«Questo studio – spiega Clementina Cocuzza, docente di Microbiologia Clinica dell’Università Milano-Bicocca – ha permesso di riscontrare il genoma virale a livello ematico, attraverso metodiche molecolari, in un numero rilevante di donne con una probabile infezione recente da Hpv al livello genitale, ma senza evidenza di tumore.»

«Si tratta di risultati utili per la comunità scientifica – afferma Andrea Piana docente di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Ateneo di Sassari e dell’unità operativa complessa di Igiene ospedaliera dell’Aou sassarese – che portano ad ulteriori conoscenze nella storia naturale dell’infezione da parte di questi virus potenzialmente oncogeni. I risultati della ricerca potrebbero nel futuro aprire nuovi orizzonti sia nell’ambito dello screening cervicale, sia per interventi di immunoprofilassi.»