25 April, 2024
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Dianova sull’emergenza Coronavirus: «Le comunità non possono fermarsi»

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Dianova, Onlus che da oltre trent’anni in Italia si occupa del problema della dipendenza da sostanze, droga e alcol, ed accoglie ogni anno più di 350 persone con problemi di dipendenza da sostanze nelle sue Comunità, si è impegnata per salvaguardare non solo i ragazzi che ospita ma anche tutti i dipendenti e i componenti delle equipe di ogni struttura, adottando puntualmente le misure indicate dal ministero della Salute, dagli Enti Regionali e, in taluni casi, degli enti locali e comunali preposti, per far fronte all’emergenza Coronavirus.

«Dal 24 febbraio abbiamo scelto di sospendere tutte le attività non strettamente necessarie per salvaguardare i ragazzi ospiti delle nostre cinque strutture – si legge in una nota -: dalle visite dei familiari, alle attività che richiedono di uscire dalle Comunità e ai laboratori svolti da professionisti esterni alle nostre equipe; inoltre, una parte dei nostri collaboratori è in modalità smart working. I nostri operatori che prestano servizio nelle strutture stanno rispettando le norme di profilassi igieniche e sanitarie attraverso l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (guanti, mascherine, etc…) e, per gli ospiti, sono stati posizionati in luoghi strategici (mensa, bagni, luoghi di stazionamento) confezioni di soluzioni disinfettanti per le mani e per le superfici: tutti questi presidi sono stati acquistati direttamente dalle Comunità superando non senza fatica le enormi difficoltà per il reperimento di questo tipo di materiali.»

«Inoltre, a tutti gli operatori è stato richiesto di informare tempestivamente la Direzione della struttura qualora si verificassero possibili contagi incrociati di loro familiari – si legge ancora nella nota -. Queste attenzioni, al momento, sembrano premiare in termini di contenimento del contagio tutte le nostre strutture.

Nonostante le pressanti richieste avanzate dai servizi preposti per l’accoglienza di nuovi pazienti, per senso di responsabilità verso gli ospiti già presenti, dal 27/02 le due strutture Lombarde e successivamente dal 9 marzo per le altre tre strutture presenti nelle regioni Marche, Lazio e Sardegna, sono stati bloccati gli ingressi di nuovi utenti; i responsabili dei Centri di ascolto di Dianova, nonostante queste misure, continuano a gestire le richieste di chi ha bisogno di aiuto, che in questo momento più che mai può trovarsi in difficoltà, in via telematica organizzando colloqui telefonici e in video chiamata. Per far fronte a queste richieste continue e poter accogliere nuovi pazienti senza esporre la popolazione attualmente presente nelle strutture al rischio di contagio, riteniamo necessari  ed essenziale richiedere una certificazione medica inerente lo stato di salute del soggetto in procinto di accedere alle nostre strutture e l’effettuazione di un tampone virale specifico nei giorni immediatamente precedenti l’ingresso in Comunità.»

«Le comunità terapeutiche sono parte rilevante del sistema preposto ad intervenire nell’ambito delle dipendenze e offrono un servizio essenziale; vogliamo comunque far presente che le persone con problemi di dipendenza da sostanze non stanno a casa, non si fermano davanti ai divieti imposti, vanno comunque in cerca della sostanza e le notizie di questi giorni ce lo confermano. Le richieste che avanziamo possono tutelare sia il singolo sia il gruppo nel quale verrà inserita la persona con problemi di dipendenza e contribuirebbero ad arginare il possibile diffondersi di un’infezione che deve essere assolutamente arrestata nel più breve tempo possibile – conclude la nota -. Tutte queste misure risultano inoltre necessarie per continuare a dare risposta a chi ha un problema di dipendenza e a non far crollare tutto l’articolato sistema di intervento pubblico e privato accreditato nel quale operiamo; un sistema che da sempre ha visto l’Italia un esempio da seguire nel resto del mondo.»

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Comitato riconversio
Luigi Di Maio (minis

giampaolo.cirronis@gmail.com

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