5 December, 2025
Home2025Giugno (Page 4)

Con la disputa di tre regate per tutte le classi e categorie, si è conclusa oggi, domenica 22 giugno, la quarta Regata Nazionale delle classi giovanili FIV OpenSkiff e RS Aero. Un evento che ha visto protagonisti oltre cento velisti provenienti da tutta Italia, ospitati dalla Società Canottieri Ichnusa per la prima volta impegnata nell’organizzazione di una manifestazione nazionale giovanile di vela, con così tanti atleti. Il vento termico è salito con puntualità già in tarda mattinata, permettendo di iniziare la prima prova alle 12:20 e garantendo condizioni regolari per tutta la giornata. Con 10 prove totali per la categoria Under 17 OpenSkiff e 9 per Under 13 e RS Aero 5 e 6, è stato applicato il secondo scarto, offrendo così a diversi atleti la possibilità di recuperare terreno in classifica dopo qualche prova meno brillante.

Nella categoria Under 17 OpenSkiff, a dominare in modo assoluto è stato Sviatoslav Yasnolobov (Club Nautico Rimini), autore di dieci vittorie su dieci regate. Alle sue spalle grande rimonta per Leonardo Vicari (Circolo Vela Arco), risalito dal sesto al secondo posto, davanti ad Alessio Antonio Fadda (Polisportiva Mare Quartu), terzo maschile e quarto assoluto. Tra le ragazze, ottima prestazione di Aurora Milanese (Circolo Vela Arco), terza assoluta e vincitrice della classifica femminile, seguita da Maria Elena Barbarino (CN Posillipo) e Daria Cappello (Circolo Velico Azimuth Taranto). Tra gli Under 13, Giuseppe Saracino (OndaAcademy Ondabuena) ha conquistato il successo con un margine di sette punti sugli inseguitori. Seconda assoluta e prima femminile Virna Di Gerlando (CV Marsala), seguita da un’altra giovane atleta, Sofia Benetti (Circolo Vela Arco), terza assoluta e seconda tra le ragazze. Secondo maschile Federico Monti (CN Rimini), terzo Gabriele Lizzulli (CNVA Argentario). Terza femminile Elettra Santoro (CNVArgentario).

Tra gli RS Aero 5, doppietta per la Lega Navale Italiana Cagliari con Enrico Loi e Leonardo Nonnis, seguiti da Mattia Monti (Club Nautico Rimini). Prima femminile in questa categoria Vittoria Cartelli (CN Rimini). Negli RS Aero 6, vittoria assoluta per Alice Sussarello (LNI Sulcis), davanti ai compagni di squadra Michele Manconi e Gianluca Barabino.

 

Giovedì 26 giugno, dalle ore 9.30, presso la sala proiezioni della Società Umanitaria, in piazza Sergio Usai – Grande Miniera di Serbariu, si svolgerà l’incontro territoriale intitolato “Ricerca, innovazione e sviluppo per la Sardegna del futuro” al fine di presentare le azioni affidate a “Sardegna Ricerche” nell’ambito del PR FESR Sardegna 2021-2027.
Il programma PR FESR SARDEGNA 2021-2027 è distribuito su sei priorità principali:
– Competitività intelligente;
– Transizione digitale;
– Transizione verde;
– Mobilità urbana e sostenibile;
– Sardegna più sociale e inclusiva;
– Sviluppo integrato urbano e territorio.
Si tratta di un’occasione importante per presentare tutte le opportunità di finanziamento inerenti il PR FESR SARDEGNA 2021-2027, stimolando la partecipazione di imprese, associazioni di categoria, aziende sanitarie, consorzi industriali e turistici, amministratori pubblici.

Le assicurazioni americane stanno piazzando nel mercato un nuovo prodotto di successo: una copertura assicurativa per proteggersi dal “rischio di vivere a lungo” Non si era mai sentita nella Storia una frase del genere: è un’“americanata”? Purtroppo, no. In realtà i promotori di quella iniziativa mettono in guardia gli anziani che stanno troppo bene, e che hanno prospettiva di raggiungere età più avanzate, sul pericolo che la somma accantonata per la loro assicurazione sanitaria sia appena sufficiente per coprirli fini all’età di 75-80 anni. Se dovessero vivere più a lungo non ci saranno più i fondi per essere assicurati in caso di malattia o l’invalidità. L’attuale ministro delle Finanze ne ha appena accennato ma mi pare che non sia stato ben compreso. Gli Americani invece hanno preso molto sul serio la proposta di acquisto di quel pacchetto assicurativo. Quelli che possono pagarlo lo stanno comprando. è molto inquietante ma, intendiamoci, tra Italia e America il Sistema Sanitario e sociale (Welfare) è diversissimo. Noi abbiamo la garanzia che lo Stato ci salverà e ci assisterà fino all’ultimo giorno di vita. Questa sicurezza sociale fu una conquista della legge 833/78 di Tina Anselmi. Purtroppo, oggi la sicurezza che avremo l’assistenza socio-sanitaria per tutti e per sempre è meno “granitica”; si può sgretolare da un momento all’altro.

Molto dipende dalla rivoluzione che si è abbattuta sul libero interscambio del mercato internazionale a causa dei dazi, delle guerre, delle sanzioni e della necessità di spostare al “riarmo” i fondi destinati al Wellfare. Tutto questo è aggravato da un altro evento storico che accade per la prima volta : l’andamento della “curva” demografica è cambiata a causa del forte aumento degli anziani e della forte diminuzione delle nascite. In cosa consiste? È molto semplice. la “curva” statistica della popolazione era fatta come un grande “triangolo”: il lato largo in basso del triangolo rappresentava il numero di giovani (da “zero” a “18 anni”); il vertice stretto del triangolo rappresentava il numero degli anziani non più attivi (dai 60 agli 80 anni circa). La parte del triangolo compresa tra la “base” e il “vertice “rappresentava il numero delle persone di età adulta ancora in età lavorativa tra i 18 e i 60 anni. Questa parte intermedia del triangolo era la più importante fonte di finanziamento delle spese dello Stato: si tratta, infatti, della parte della popolazione che lavora e produce reddito, cioè ricchezza e tasse da versare alle casse gestite dal Ministro delle Finanze. I fondi raccolti con le tasse servono allo Stato per mandare a scuola, assistere e curare i giovani dai “zero anni” ai “18”. Servono poi a dare l’assistenza sanitaria a “tutti” e per dare la pensione, sanità ed assistenza sociale agli anziani usciti dalla catena del lavoro produttivo. In America il sistema di finanziamento della assistenza sanitaria per le classi più agiate è rappresentato da un’assicurazione “personale”. Quell’assicurazione ha il difetto che quando i soldi versati sono stati esauriti cessa l’assistenza. I poveri hanno “Medicaid”, che è un’assistenza statale piuttosto modesta. In Italia il sistema di assistenza sanitaria invece è “solidale” ed è totale: i soldi raccolti con le tasse di chi produce reddito vanno a formare un’unica cassa che finanzia la Sanità Universale. Pertanto, è fondamentale che esista un alto numero di soggetti produttori di reddito e di tasse. Questi produttori di ricchezza e di tasse sono compresi fra i 18 e i 60 anni. Nel caso in cui gli appartenenti a queste classi di età diminuissero il Fondo Sanitario diminuirebbe. In tal caso, dato il forte numero di anziani usciti dal mondo del lavoro, e che necessitano di cure, i soldi non sarebbero più sufficienti per curarli. Potrebbe accadere che perdano il diritto ad essere curati come è avvenuto fino ad oggi.

Il ministro alle Finanze pochi giorni fa ci ha comunicato che che la “curva demografica” italiana è cambiata: adesso la base del “triangolo” demografico si è molto ristretta. Ciò significa che abbiamo meno giovani da avviare al mondo del lavoro e quindi avremo meno redditi da tassare. Per di più ci si è accorti che la parte intermedia della curva demografica (gli adulti) si è ristretta perché è fortemente diminuito il numero di coloro che lavorano producendo reddito. Oggi l’apporto di danaro verso il Ministero delle Finanze è diminuito e lo Stato comincia ad arrancare per garantire tutti i servizi sociali: dalla scuola alla giustizia, alla Sanità.

Il Sistema Pensionistico italiano si basa sul principio del sistema pensionistico “a ripartizione”. Si tratta di un modello in cui le pensioni vengono pagate a pensionati con i contributi versati all’INPS dai lavoratori attivi, creando un legame diretto tra le generazioni. Pertanto, le generazioni più giovani sostengono le generazioni più anziane sia per pagare le pensioni che vengono erogate ogni mese, sia per le spese sanitarie e assistenziali. Intendiamoci: l’anziano ha già pagato versando tasse e contributi tutto il suo periodo lavorativo; in cambio ha avuto la promessa che tutto il versato gli verrà restituito quando sarà in pensione, pertanto non è in debito con nessuno. Questo sistema “a ripartizione” è geniale ed è stato inventato quando esisteva un equilibrio numerico costante nella composizione tra le generazioni. Esiste un compenso tra i pensionati dato dal fatto che un certo numero di pensionati muoiono anticipatamente senza avere la fortuna di invecchiare. In tal caso i fondi versati e non goduti vanno a coloro che vivono più a lungo. Qui sta il punto dove il meccanismo si inceppa: mentre prima l’aspettativa di vita si fermava tra i 65 e 75 anni, oggi l’aspettativa di vita va dagli 83 agli 85 anni. Ne consegue che si sta vivendo in media 12 anni in più dei nostri predecessori vissuti nella prima metà del 1900. Pertanto, ne consegue che è possibile che coloro che oggi vivono molto più a lungo consumino precocemente i fondi lasciati a disposizione da chi ha versato tutto ma è deceduto in anticipo.

A questo si aggiungono 4 aggravanti.

Prima: è calcolato che l’85% dei fondi che ognuno di noi ha versato in tutta la sua vita lavorativa vengano consumati per spese di assistenza sanitaria nell’ultimo anno di vita.

Seconda: il numero di italiani in età lavorativa, che versano parte del loro reddito al Ministero delle Finanze, sta diminuendo velocemente.

Terza: dei 16 milioni di italiani che percepiscono la pensione, 8 milioni hanno versato in tasse una parte del loro reddito. Gli altri 8 milioni no (vedove, inabili al lavoro, redditi troppo bassi a livello di povertà).

Quarta: oggi in Italia stanno nascendo pochissimi bambini. Ne consegue che fra 18 anni ci saranno pochissimi cittadini in età di lavoro capaci di produrre reddito e tasse. In sostanza fra 18 anni non ci saranno i fondi per sostenere il pagamento delle pensioni e la spesa sanitaria e sociale.

Gli americani statunitensi, che hanno un pessimo sistema sanitario pubblico, sono già arrivati al problema della mancanza di fondi per garantire una serena vecchiaia agli anziani. La soluzione adottata per ora è l’invito ad acquistare un pacchetto assicurativo sanitario che protegga dal rischio di vivere troppo a lungo (“long life risk”). è evidente che tale soluzione vale solo per chi ha una forte disponibilità di danaro.

Anche da noi in Italia fioriranno proposte assicurative per «chi rischia di vivere troppo a lungo». Basare la nostra serenità sanitaria sulle Compagnie assicurative private non può essere considerata alla stregua di una soluzione sociale.

Guardando al dato demografico italiano emerge una conclusione inevitabile: bisogna agire subito per salvare questa e la prossima generazione dal fallimento del Sistema Sanitario e del Welfare. Il dato più vistoso fornito recentemente dall’INPS riguarda il capovolgimento del rapporto numerico fra giovani e anziani. In esso è evidente il crollo del numero di italiani in età lavorativa che producono reddito e gettito fiscale. Gettito che serve ai pensionati.

Orbene, il numero di italiani in età di lavoro redditizio, oggi è diminuito ma ancora sopportabile; purtroppo però è destinato a diminuire ulteriormente perché nascono sempre meno bambini, che sono i futuri lavoratori e contribuenti.

Il dato che illumina sul cosa fare sta nello studio analitico della demografia femminile. La componente femminile in età feconda si rivela in assoluto la componente più preziosa di una Società che vuole continuare ad esistere.

Nota bene: la popolazione femminile deve essere valutata con parametri assolutamente diversi da quelli usati per i maschi. I demografi ne classificano le coorti su un dato: la fecondità. Vengono considerate feconde le femmine tra i 15 e 49 anni. Sono considerate “non feconde” quelle in età precedenti i 15 anni e le età successive ai 49 anni. Questa classe della fecondità viene, a sua volta, distinta in una classe di “fecondità crescente” dai 15 ai 32 anni, e in una classe di “fecondità decrescente” dai 32 ai 49 anni.

– Secondo l’ISTAT le donne feconde in Italia 25 anni fa erano 13 milioni e 700.

– Invece le donne in età feconda dal 2024 (dati ISTAT) sono 11 milioni. Significa che in 25 anni abbiamo perduto in Italia ben “2 milioni e 700mila” donne feconde, cioè circa un quinto. Fra altri 25 anni (nel 2050) il numero delle donne feconde calerà di molti milioni ancora e sarà talmente basso da non garantire più la sopravvivenza della nazione italiana.

Il calo della natalità è dovuto a due fattori:

– la diminuzione dei nati per donna fertile;

– la diminuzione crescente del numero assoluto di donne fertili.

Questi due fenomeni vanno arrestati. Solo lo Stato può farlo. Il crollo progressivo della natalità per carenza di donne feconde iniziò nel 1992. Da allora il peggioramento non si è più arrestato. Dai nuovi nati di questi anni proverrà un numero ancora inferiore di femmine feconde e un ulteriore crollo della natalità. Ciò invertirà ulteriormente il rapporto fra giovani coorti attive nel lavoro e anziani non più produttivi.

I demografi sostengono che la natalità può essere considerata in buon equilibrio quando il rapporto di nuovi nati per donna (o coppia) fertile è pari a 2,1 per donna feconda. Questo felice rapporto numerico è stato mantenuto solo dai Paesi più evoluti del Nord-Europa e la Francia. Essi hanno attuato politiche di protezione della componente femminile feconda, sia assegnando adeguati sussidi di maternità, si garantendo asili nido e soprattutto la possibilità di continuare gli studi a spese dello Stato ed ottenere i diplomi e i lavori desiderati. Tutto ciò senza gravare sulle finanze familiari. Purtroppo, a causa del crollo della coorte di donne feconde oggi, in Italia, abbiamo una natalità di 1,2 bambini nati per donna. Questo valore dice che la popolazione Italiana sta viaggiando verso la sua estinzione.

In Sardegna, e in particolare nel Sulcis Iglesiente, il rapporto è crollato da 2,1 bambini per donna a 0,8 bambini per donna fertile. Significa che stiamo scomparendo, ma soprattutto significa che siamo già in una situazione di criticità di bilancio pensionistico a causa dell’assenza di una prossima generazione di giovani che dovranno sostituire coloro che oggi sono al lavoro. Mancheranno nuovi soggetti capaci di produrre un reddito per se stessi e per il finanziamento dello Stato sociale (pensioni e Sanità). A questo punto è chiaro il perché i cittadini americani stiano stipulando le convenzioni di assicurazione per il rischio che corrono i pensionati d’essere abbandonati a se stessi nel caso vivano più a lungo.

 

Questo è il dato concreto di cui non abbiamo mai parlato finché non lo ha pubblicamente dichiarato il Governo Italiano attraverso il Ministro delle Finanze.

A questo punto, il problema delle donne feconde che non danno alla luce nuovi bambini italiani è molto più grave persino delle guerre nel mondo. Abbiamo necessità di governanti che si mettano a studiare per trovare il modo corretto di restituire, alla parte femminile della società, la tranquillità e la sicurezza sociale per poter mettere al mondo i figli. C’è poco da fare: le assicurazioni non ci salveranno; ci salveranno le donne che sono in assoluto la parte più pregiata della società.

Mario Marroccu

«Questa settimana il Comune di Carloforte ha raccolto 3,3 milioni di finanziamenti. 1,85 milioni di euro li abbiamo ottenuti dallo Stato per mettere in sicurezza il Palazzo Municipale di Via Garibaldi. 1,45 milioni di euro sono arrivati partecipando a un bando regionale basato sui fondi europei del Fondo per la Giusta Transizione (JTF). Potremo installare quasi 250 kw di fotovoltaico e batterie per oltre 500 kw. Saranno interessati dagli interventi: il palazzo comunale “Cisternone”, la palestra polifunzionale in via di completamento “Ex Bocciodromo”, la scuola dell’Infanzia, il PalaMedie.»
Lo ha annunciato poco fa su facebook il sindaco di Carloforte, Stefano Rombi.
«I conti li faremo alla fine, ma la cifra fin qui raggiunta tra i diversi finanziamenti formalmente ottenuti (tra lavori pubblici, fondi per il risanamento del bilancio, e altro) è intorno ai 20 milioni in tre anniha concluso il primo cittadino di Carloforte -. Siamo entrati nel quarto anno di amministrazione, e ancora molto abbiamo da fare insieme.»

«Ci giunge voce dai sempre beninformati che, nell’ambito dell’assestamento di bilancio attualmente in fase di elaborazione, ci sarebbe l’intenzione di stanziare risorse in abbondanza per testare l’operatività delle Province. Secondo il Consiglio delle Autonomie Locali, questa operazione è oltremodo insana e maschera ben altre intenzioni.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, presidente del CAL.

«E’ palese, intanto, che gli enti intermedi non sono pienamente operativi e la dimostrazione sta nel fatto che si sta procedendo a fare tutti gli atti di pianificazione e da qui che lo siano ce ne passaaggiunge Ignazio Locci -. In questi anni di commissariamento, inoltre, c’è stato un fuggi, fuggi generale, tra funzionari e dirigenti: ovvero, le Province sono sguarnite di personale e non si può nemmeno immaginare quanto sia operativo un ente senza ingranaggi.»

«Non vorremmo che questa azione nascondesse la volontà di procrastinare le elezioni per l’ennesima voltasottolinea il presidente del CAL -. Sarebbe una cosa gravissima, dopo che il governo regionale aveva a suo tempo rassicurato tutti. Sembrerebbe infatti che si stia andando nella direzione opposta: i commissari non hanno alcuna legittimazione, se non quella del proprio partito e ciononostante stanno ancora governando, ben saldi nelle loro poltrone di derivazione puramente politica e di appartenenza.»

«L’agognata operatività che si vorrebbe “testare” verrebbe raggiunta se a capo ci fossero i sindaci, i veri attori istituzionali che hanno a cuore le sorti dei territori. Chiediamo a gran voce che non vengano sprecate risorse per mantenere in piedi commissariamenti e province che non sono oggettivamente operativi. Occorre dare la parola ai sindaci e agli amministratori locali, come peraltro è avvenuto in tutta Italia. Va precisato con decisione che siamo l’unica Regione italiana sotto commissariamento e, proseguendo con questo passo, rischiamo di passare per la vergogna nazionale. Si concentrino tutte le risorse sui Comuni e non in operazioni sberleffo che perpetuano vecchie e stantie logiche», conclude Ignazio Locci.

Grande partecipazione al corso per coadiutori al Controllo della fauna selvatica – sezione corvidi, organizzato dall’associazione Caccia, Pesca e Tradizioni in collaborazione con Italcaccia. L’aula piena conferma l’interesse crescente verso la formazione ambientale e la tutela dell’agricoltura.
Durante la giornata sono intervenuti l’amministratore straordinario della provincia del Sulcis Iglesiente, Sergio Murgia, e la dirigente della stessa Provincia, Speranza Schirru, portando il saluto istituzionale e sottolineando l’importanza di questi percorsi formativi per il territorio.
È inoltre intervenuta la consigliera comunale Monica Atzori, in doppia veste di rappresentante dell’amministrazione e dirigente dell’associazione. A portare i saluti ufficiali del sindaco di Carbonia Pietro Morittu, che ha patrocinato il corso, è stata l’assessora della Cultura, Sport, Spettacolo, Patrimonio, Decentramento, Giorgia Meli, che ha ringraziato il CPTS per aver scelto la città come sede dell’iniziativa, riconoscendo il valore del lavoro svolto a favore del territorio. Marco Efisio Pisanu, presidente dell’associazione, ha ribadito l’obiettivo di creare figure preparate in grado di intervenire in modo efficace e responsabile nei contesti critici della gestione faunistica.
Il corso ha offerto una preparazione completa grazie al contributo di professionisti qualificati:

• Fabio Secci (medico veterinario)
• Mauro Cuccu (avvocato esperto in normativa venatoria)
• Mario Atzeni (biologo faunistico)

L’associazione amplierà la propria offerta formativa su scala regionale, con l’obiettivo di raggiungere tutte le province dell’isola entro fine anno. Il prossimo corso, in programma il 28 giugno a San Vito, è patrocinato dal Comune locale. Entrambi gli appuntamenti sono sostenuti dalla Regione Sardegna.
I corsi, riconosciuti da ISPRA, abilitano al controllo di corvidi e ungulati, includendo anche formazione su sicurezza venatoria e tiro sportivo.

Un altro passo avanti verso la creazione di una Comunità Energetica Rinnovabile dedicata al settore industriale : giovedì 26 giugno 2025, alle 18.00, nella Sala Convegni del Centro Servizi CIV (Strada provinciale 61, km 4, 09039 – Villacidro), si terrà un importante incontro dal titolo “Comunità Energetiche per l’Industria”, promosso dal Consorzio Industriale Provinciale Medio Campidano di Villacidro.

L’incontro si pone l’obbiettivo di avviare un percorso condiviso per la creazione di una comunità energetica, basato sulla condivisione dell’energia elettrica prodotta da impianti a fonte rinnovabile a partire da quelli già attivi nell’area consortile. Un sistema virtuoso che permetterà vantaggi concreti sia ai soggetti produttori di energia e sia a quelli utilizzatori, incentivando lo scambio e la sostenibilità della produzione energetica, nella direzione di una sempre maggiore autosufficienza.

Durante l’incontro, dopo gli interventi introduttivi del presidente del Consorzio Industriale Enrico Caboni, del direttore Simone Rivano, del sindaco di Villacidro Federico Sollai e dei consiglieri regionali Emanuele Matta e Gianluigi Piano, saranno illustrate le linee guida del progetto, dove le aziende saranno protagoniste nella produzione e nello scambio di energia.

Verrà presentato, a cura del docente universitario Emilio Ghiani, specialista in Sistemi Elettrici per l’Energia, uno studio di fattibilità per la creazione di una comunità energetica nel CIV e successivamente si discuterà del modello giuridico più adatto per la costituzione del soggetto che dovrà dare vita e gestire la comunità energetica, grazie al contributo dell’avvocato Michele Loche, esperto di aspetti legali connessi alle Cer.

Uno spazio sarà inoltre dedicato alla raccolta delle prime adesioni da parte delle imprese interessate a partecipare attivamente all’iniziativa.

Mercoledì 25 giugno, alle ore 18.30, presso la Sala Fabio Masala della Fabbrica del Cinema, è in programma la proiezione del film Cagliari 1943. Memorie di uno sfollamento, alla presenza degli autori Stefano Sernagiotto e Giampaolo Salice. La serata è organizzata dal CSC Carbonia della Società Umanitaria, insieme al Comune di Carbonia, SBIS, Amici della Miniera e Lutec.

Nel 1943 pesanti bombardamenti anglo-americani si abbatterono su Cagliari: i morti furono migliaia, i danni materiali incalcolabili, tragico l’impatto sulla vita dei superstiti. In poche settimane, quasi centomila cagliaritani abbandonarono la città e si riversarono disordinatamente negli entroterra isolani. Cagliari 1943. Memorie di uno sfollamento, il documentario realizzato da Stefano Sernagiotto e Giampaolo Salice per Khorakhané, ricostruisce lo spopolamento della città e la dispersione dei suoi abitanti nella campagna sarda.

Un pubblico delle grandi occasioni ha fatto da cornice alla quattordicesima edizione dello Slalom Guspini-Arbus, 3° Memorial Ignazio Pani organizzato dall’Arbus Pro Motor’s in collaborazione con l’Ogliastra Racing.

Fra i quasi sessanta piloti al via, ha vinto Roberto Idili, su Idili, dell’Abc Motors Sport, prima fra le scuderie. L’algherese, con il risultato ottenuto nella terza e ultima manche di gara, ha preceduto il compagno di Team Alberto Manca al volante di una Gloria, e Raffaele Giorico sempre su Gloria, della Magliona Motorsport.

«Nella prima manche ho utilizzato un tipo di gomme con le quali mi aspettavo di ottenere una buona prestazioneha commentato il vincitore Roberto Idili ma non sono riuscito a raggiungere il tempo sperato. Nella seconda manche, ho optato per un treno di gomme Pirelli e la prestazione è migliorata notevolmente, permettendomi di ottenere il miglior tempo assoluto. Sono molto contento!»

La gara, che ha come Ente di appartenenza l’Automobile Club Cagliari, era valida per il Trofeo d’Italia Slalom, per la Coppa Italia Zona 2 e per il Campionato Regionale ACI Sport Sardegna Slalom.

Il gruppo RS è andato ad Alberto Cannas su Renault Clio della Mistral Racing, il gruppo RS Plus è stato vinto da Carlo Caltagirone su Mini Cooper S della Sardegna Racing Team, nel gruppo N primo posto per Gianmichele Cossu su Peugeot 106 dell’Abc Motors Sport, nel gruppo A successo per Cristian Pani su Peugeot 208 della scuderia Sardegna Racing Team, il gruppo Speciale Slalom è andato a Samuele Angelo Cubeddu su Fiat Uno Turbo del Team Autoservice Sport, il gruppo E1 Italia è stato conquistato da Antonello Acquas su Renault R5 Gt dell’Abc Motors Sport, nel gruppo E2 Silhouette vittoria per Angelo Ibba su Fiat 126 dell’Abc Motors Sport, fra i Kart Cross primo posto per Franco Arru, su Calvino sport, portacolori dell’Abc Motors Sport, gruppo E2SS/TM SS per Alberto Manca su Gloria dell’Abc Motors Sport e gruppo E2SC per il vincitore Roberto Idili, su Idili, sempre dell’Abc Motors Sport.

Fra gli Under 23, Giovanni Beccu ha preceduto il cugino Gianfranco Beccu, entrambi su Calvino Sport, e l’esordiente Lorenzo Atzeni su Renault Clio.

Fra le storiche, primo posto per Domenico Manca su Renault R5 GT (182,25) e secondo classificato Matteo Seoni su Renault Clio (183,10).

«Siamo contenti del numero dei piloti presenti alla gara e, nonostante il caldo – ha commentato Amerigo Vacca, presidente dell’Arbus Pro Motor’sè stata una gara splendida. Tutto è andato per il meglio e si è conclusa in modo eccellente. Un sentito grazie a tutti i piloti, alle scuderie, alla direzione di gara, ai commissari, agli Enti e agli sponsor che ci hanno supportato.»

Il 14° Slalom Guspini-Arbus, 3° Memorial Ignazio Pani, è stato realizzato con il patrocinio del Comune di Arbus, del Comune di Guspini e con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, Coldiretti Cagliari, Arbus Turismo, ACI Sport, Automobile Club Cagliari, ACI Sport Delegazione Sardegna, e con la collaborazione dell’associazione Ogliastra Racing.

Classifica assoluta: 1. Roberto Idili (Idili) punti 154,91; 2. Alberto Manca (Gloria) 156,04; 3. Giorico Raffaele (Gloria) 159,16; 4. Franco Arru (Calvino Sport) 163,23; 5. Antonello Acquas  (Renault R5 GT) 164,70; 6. Giovanni Beccu (Calvino Sport) 164,95; 7. Angelo Ibba (Fiat 126) 165,89; 8. Gianfranco Pira (Renault R5 GT) 166,49; 9. Giovanni Coghe (Citroen Saxo) 167,01; 10. Gianfranco Beccu (Calvino Sport) 167,08.

Prende il via la stagione estiva più ricca e variegata di sempre per la città di Iglesias, presentata questa mattina dagli assessori Carlotta Scema (Cultura, Spettacolo e Grandi eventi) e Daniele Reginali (Bilancio e programmazione, Partecipate, Attività produttive). La programmazione è iniziata sabato 21 giugno e proseguirà fino al 7 settembre 2025. Il territorio iglesiente si animerà con appuntamenti culturali e di intrattenimento che spaziano dalla musica dal vivo ai festival tematici, dagli eventi enogastronomici alle celebrazioni storiche.

Il primo evento è stato la celebrazione dei 150 anni del Circolo Musicale Giuseppe Verdi (21 e 22 giugno). Si proseguirà con Notteggiando (dall’1 al 28 luglio), l’evento che unisce shopping e spettacolo, seguito dal Liberevento – Festival Culturale (dal 5 al 12 luglio), che porterà in città artisti e proposte culturali di qualità.

Il 12 luglio sarà la volta del grande concerto di J-AX allo Stadio Monteponi, uno degli appuntamenti musicali più attesi dell’estate sarda, che vedrà l’artista milanese esibirsi in una delle location più suggestive del territorio.

Dal 13 al 16 luglio spazio ai Buskers – Festival degli Artisti di Strada, mentre il 17 e 18 luglio spazio ad Andaras – Festival del Cinema. Il weekend del 25-26 luglio vedrà protagonista il Festival del Cabaret.

Il Discoitalia Festival animerà tre serate consecutive con artisti di primo piano: il 20 luglio Ivana Spagna, il 21 luglio Nek, e il 22 luglio Marco Masini, tre icone della musica italiana che si esibiranno per il pubblico iglesiente.

Il 3 agosto sarà la volta di Frankie Hi-NRG MC & Dado, mentre dal 6 al 9 agosto si svolgerà Enne 2 Week. Il 18 agosto è in programma il Festival Dance Revival, seguito dal Mente Futura Festival (dal 23 al 25 agosto).

Oltre agli appuntamenti principali, l’estate iglesiente sarà arricchita da numerosi altri eventi di grande interesse, focalizzandoci sulla nostra identità iglesiente unita all’innovazione. Gli eventi culturali e di spettacolo saranno estesi in tutta la città a partire dal centro storico, teatro culturale naturale fino ai vari quartieri e frazioni della città.

«Questa programmazione rappresenta il frutto di un lavoro di squadra che ha l’obiettivo di valorizzare il nostro territorio attraverso la cultura, l’intrattenimento e le tradizionidichiara l’Amministrazione comunaleIglesias si conferma una destinazione di eccellenza per l’estate sarda, capace di offrire proposte per tutti i gusti e tutte le età.»

La programmazione completa e tutti gli aggiornamenti sono disponibili sulle pagine social di Iglesias Turismo. Gli eventi si svolgeranno in diverse location della città e del territorio circostante, dal centro storico allo Stadio Monteponi, fino alle suggestive coste di Porto Flavia.

Nella foto di copertina gli assessori Carlotta Scema (Cultura, Spettacolo e Grandi eventi) e Daniele Reginali (Bilancio e programmazione, Partecipate, Attività produttive).