Struttura psichiatrica di Fluminimaggiore, l’importo di gara è basso e le Coop chiedono l’intervento della Regione
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Qualità dei servizi e rispetto dei contratti di lavoro, ma anche trasparenza nei contratti e rispetto delle regole. Nasce a Cagliari, costituito da Legacoop, Agci, Confcooperative e organizzazioni sindacali che sottoscrivono il contratto della cooperazione sociale. A Cagliari, questa mattina nella sala conferenze della Camera del Lavoro (Cgil) il primo appuntamento che ha visto partecipare i rappresentanti delle diverse organizzazioni. Un esperimento che, come ha rimarcato nella relazione introduttiva Andrea Pianu di Legacoop “parte dal basso”. «Avviamo un percorso che vuole mettere assieme due aspetti, qualità erogate ai cittadini e valorizzione del lavoro di chi è chiamato a operare – premette Andrea Pianu – in un contesto in cui l’incertezza sulle risorse della pubblica amministrazione rischia di non garantire il giusto equilibrio».
Il protocollo che è stato siglato, argomenta Pianu «ha valore fondamentale perché punta a superare questa contrapposizione e punta a intervenire sull’interesse generale dei cittadini. La qualità dei servizi passa per l’affidamento attraverso l’appalto». L’osservatorio avrà una sua struttura che spazia su diversi campi che vanno dall’informazione sui servizi alla formazione degli addetti. Compresa anche una struttura che possa fornire la necessaria assistenza legale. Obiettivo dell’organismo «mantenere la legalità e diritti negli appalti e trasparenza. Oltre che il rispetto delle norme contrattuali del lavoro nella loro interezza e il mantenimento di un regime costante dei pagamenti da parte delle istituzioni e l’applicazione concreta della clausola sociale». Punto di partenza i numeri. Daniela Schirru, presidente Legaccop Cagliari parla di «strumento indispensabile per salvaguardare la qualità dei servizi sociali e la qualità del lavoro. Sino a oggi si è lavorato per organizzare una struttura che avrà un’applicazione concreta in grado».
Citando i dati di Sardegna Ricerche a proposito degli appalti spiega che «circa il 55 per cento è di imprese sarde. Più cresce il valore degli appalti più si riduce la presenza delle imprese sarde che si aggiudicano gli appalti». Fatturato ed addetti ai lavori di tutto rispetto, come dice Giovanni Loi dell’Agci. «L’osservatorio ha una consistenza numerica importante in questo settore operano 600 coop sociali com 7000 soci e un fatturato complessivo di 280 milioni euro di fatturato. L’osservatorio non è la bacchetta magica ma uno strumento per lavorare al meglio e garantire un servizio adeguato». Per Guido Sarritzu della Uil «con l’osservatorio si potrà sicuramente migliorare il sistema». Antonello Pili di Federsolidarietà parla di «iniziativa importante perché è necessario un confronto costante, soprattutto alla luce dell’applicazione del nuovo codice degli appalti».
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Il Terzo Settore è un mondo vasto e variegato che conta in Italia centinaia di migliaia di organizzazioni non a scopo di lucro avvalendosi dell’apporto professionale di 1 milione di lavoratori e 5 milioni di volontari.
E’ un modello di infrastrutturazione sociale che viene da lontano, un percorso che – sul piano legislativo – si fa risalire agli anni ’90 con le leggi sulle associazioni di volontariato (266/91), sulla cooperazione sociale (381/91), sulle associazioni di promozione sociale (383/2000), passando dalle norme che hanno promosso l’istituzione delle ONLUS (460/97). Le organizzazioni che si riconoscono in questa cornice normativa sono fondate su principi di solidarietà e democrazia, orientate alla realizzazione di attività solidaristiche, di tutela dei diritti, di promozione sociale, di mutualità e gratuità. Organizzazioni entro le quali una parte rilevante delle attività si sviluppa attraverso la donazione di tempo a titolo gratuito e di volontariato.
In Sardegna le attività volontaristiche rese all’interno delle associazioni di volontariato contano l’apporto di circa 100mila persone; a queste vanno sommate le attività di volontariato prestato dentro le cooperative sociali di tipo B, quelle che si occupano di inserimento lavorativo di persone in particolari condizioni di svantaggio personale e sociale; inoltre bisogna annoverare la disponibilità dei soci delle associazioni di promozione sociale, che in migliaia di strutture di base rendono possibile la realizzazione delle attività sociali grazie al volontariato. A tutto ciò va aggiunto il tanto lavoro volontario che cittadini – anche non organizzati all’interno di associazioni e cooperative – prestano in modo estemporaneo negli ambiti più svariati (cultura, tempo libero, sport, ambiente, cittadinanza attiva).
La riforma del Terzo Settore avvia un percorso di sostegno a tutti questi enti con l’esplicita ambizione di una maggiore interconnessione tra tutte le anime che lo compongono, attraverso una notevole semplificazione normativa e un unico registro nazionale che tuttavia non cancellerà le identità storiche.
La promozione del settore si svilupperà attraverso agevolazioni fiscali, maggiore limpidezza nelle modalità di collaborazione con gli enti pubblici, maggiore chiarezza e trasparenza nei bilanci e nelle rendicontazioni, utilizzo di strumenti di sostegno finanziario innovativi (social bonus), riconoscimento delle attività di volontariato svolte in ogni Ente di Terzo Settore e quindi potenziamento dell’apporto gratuito in tutte le organizzazioni che lo compongono e valorizzazione della figura del volontario.
La riforma istituisce anche il Servizio Civile Universale, con maggiori opportunità che verranno offerte ai giovani per prestare il proprio servizio in Italia e all’estero. Favorisce l’estensione nel sostegno ai Centri di Servizio per il Volontariato (in Sardegna si tratta del CSV Sardegna Solidale – gestito dall’Associazione la Strada e attivo dal 1998 – che ha gestito da allora oltre 30 milioni di euro in attività svolte dalle associazioni di volontariato aderenti), estendendo la governance a tutto il Terzo Settore, attraverso un’organizzazione condivisa e democratica, con una propria personalità giuridica, improntata al principio della “porta aperta”.
La riforma del Terzo Settore in Sardegna riguarderà 1.725 associazioni di volontariato, oltre 800 cooperative sociali, migliaia di circoli e strutture di base delle associazioni di promozione sociale e altri enti non lucrativi. Si stima vengano interessate oltre 8 mila organizzazioni, anche raggruppate in reti associative, al cui interno operano oltre 14 mila lavoratori e centinaia di migliaia di cittadine e cittadini sardi.
Per tutto questo la riforma è certamente una grande sfida che vogliamo affrontare con fiducia, riguarda tutto il mondo della solidarietà organizzata, l’economia sociale ed il volontariato in senso lato. È un grande potenziale riconosciuto da tutti e approvato dal Forum Nazionale del Terzo Settore che raggruppa tutte le nostre sigle.
Per questo rimaniamo sorpresi nel leggere l’attacco portato da una parte delle associazioni sarde di volontariato a nome di tutto il Terzo Settore sardo. Attacco in cui non ci riconosciamo e non si riconoscono le altre sigle del Terzo Settore in Sardegna. Un attacco mistificatore che richiama un’unità che in Sardegna non esiste e che riguarda solo una frazione di questo grande mondo, quello che aderisce al CSV Sardegna Solidale. C’è tanta altra parte di volontariato nella nostra regione che non ci si riconosce e guarda con spirito positivo il percorso riformatore sui Centri di Servizio per il Volontariato basato sul principio della “porta aperta”.
La Regione Sardegna – per la competenza data dal suo Statuto Autonomo – dovrà avviare un proprio percorso attuativo che potrà essere l’occasione per iniziare una nuova stagione, in cui il mondo del Terzo Settore regionale si metterà al servizio di tutta la società sarda.
Francesco Sanna (confcoop federsol), Alfio Desogus (FISH), Tore Farina (UISP), Franco Marras (ACLI), Andrea Pianu legacoopsic, Franco Uda (ARCI)
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«È il momento di iniziare nuovamente a scrivere il welfare sardo. Quello che c’è andava bene per la situazione quando è stato predisposto. Ora va riscritta la riforma socio assistenziale, socio educativa e socio sanitaria per i prossimi dieci anni.»
A sollecitarlo, spiegando che «è necessario adeguare tutto al mondo che cambia giorno dopo giorno» è stato il presidente di Legacoop Sardegna Claudio Atzori, nel corso dell’assemblea congressuale di Legacoop Sociali che si è svolta a Cagliari, al T Hotel.
«In una regione come la nostra dove ci sono oltre 800 cooperative sociali – ha spiegato Atzori – noi come Legacoop ci siamo con circa 200 coop che rappresentano oltre il 65 per cento del fatturato e 60 per cento occupazione.»
Le 200 coop sociali che operano in Sardegna sotto l’egida della Legacoop, contano 2.228 soci, 2.270 occupati ed un fatturato di 112.339.009 euro. Dal presidente di Legacoop un passaggio sulla questione risorse. «Solleviamo da tempo il tema su come riprogrammare le risorse, per adeguarle a un mondo che cambia di mese in mese – ha proseguito Atzori -. Il fatto non è che mancano le risorse, ma che devono essere riprogrammate. Bisogna ripartire dalla esperienza delle bella cooperazione che parte dai territori e sa proporre risorse». Quindi un passaggio sulle istituzioni che «devono ascoltare». «Abbiamo detto in altre assemblee territoriali, non vogliamo essere invitati – ha rimarcato Atzori – ma siamo parte del tavolo, come prevede la norma, e siamo in grado di dare un contributo positivo». Eleonora Vanni, vice presidente nazionale di Legacoop sociali ha rimarcato l’importanza del lavoro svolto dalle coop sociali evidenziando la necessità di «un’adeguata programmazione quando si pensa ai servizi». Non solo. «L’Associazione di rappresentanza in questi anni ha lavorato su tutti i tavoli e tematiche su cui era impegnata (terzo settore e codice degli appalti e percorsi di innovazione) – ha proseguito Eleonora Vanni – perché si deve mettere al centro una riflessione su cosa potrà essere la cooperazione sociale di domani».
Nel corso dell’iniziativa (che ha subito un cambiamento nel programma a causa di un lutto che ha colpito il responsabile regionale di Legacoop sociali) la tavola rotonda con il senatore Ignazio Angioni, componente della commissione Lavoro che ha illustrato le politiche del lavoro e sociali, l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, l’assessore alla Sanità Luigi Arru e il presidente delle Acli Franco Marras.
Nel corso dell’assemblea Andrea Pianu è stato confermato coordinatore regionale e sono stati eletti 10 delegati che andranno al congresso nazionale.
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Venerdì 27 ottobre 2017, alle ore 16.00, presso l’Aula Magna “Vera Cao Pinna” della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, in Viale Fra Ignazio 74, a Cagliari, si terrà l’incontro dal titolo “La Riforma del Terzo Settore. Nuove opportunità, nuovo sviluppo” organizzato da Acli Sardegna, Arci, Confcooperative, Fish, UISP, Legacoop sociali Sardegna.
In vigore dal 3 agosto di quest’anno, il Codice del Terzo Settore riordina finalmente la legislazione riguardante l’attività delle organizzazioni del Terzo Settore. Quello della Riforma del Terzo Settore è un cammino iniziato già nel 2014, culminando nel 2016 con la legge delega al Governo che sarà completato con i decreti ministeriali che ne permetteranno una concreta attuazione. Tante le novità di questa riforma, fra le quali l’abrogazione di alcune normative e la nuova denominazione delle organizzazioni del Terzo Settore che si chiameranno ora Enti del Terzo Settore (Ets) e comprenderanno sette tipologie diverse di organizzazioni.
All’incontro di approfondimento sarà presente Luigi Bobba, sottosegretario al Welfare, che ha promosso ed accompagnato la riforma, insieme ad altri ospiti tra i quali Franco Marras (Acli Sardegna), Franco Uda (Arci Sardegna), Maria Pina Casula (UISP Sardegna), Silvio Lai (senatore della Repubblica), Francesco Sanna (Federsolidarietà Sardegna), Alfio Desogus (Fish Sardegna), Valter Piscedda (consigliere regionale RAS), Andrea Pianu (Legacoop Sociali Sardegna) e Carlo Mannoni (Fondazione di Sardegna).
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La qualità e le competenze per i servizi alle persone con difficoltà prima di tutto. E poi dare gambe al sistema che supera le gare d’appalto. È il futuro che Legacoop individua per il settore dei servizi sociali dove competenza, qualità degli interventi e tutela dei posti di lavoro viaggiano assieme. Un messaggio importante che i dirigenti di Legacoop hanno lanciato alla Regione nel corso del convegno seminario che si è svolto ieri a Cagliari e che ha visto partecipare anche l’assessore regionale alla sanità Luigi Arru. Obiettivo: «Emanare un regolamento sul sistema di accreditamento nel servizio di assistenza alle persone in modo che vengano garantiti qualità e servizi alla persona e posti di lavoro». Un settore delicato e molto importante, come rimarcato nel corso del seminario, che vede operare 200 coop in tutta la Sardegna, 3600 occupati e un fatturato di 110 milioni di euro.
«Il servizio di accreditamento è stato istituito nel 2000 e da allora è stato fatto poco – ha spiegato Daniela Schirru, presidente del Legacoop Cagliari – con questa azione si intende rafforzare il servizio di assistenza». Servizio di accreditamento, come è stato spiegato nel corso del seminario può diventare alternativo al sistema degli appalti e “punta a garantire sia la qualità dei servizi sia i posti di lavoro.»
A spiegare criticità dell’attuale sistema e vantaggi, offerti dal sistema di accreditamento è stato Andrea Pianu, coordinatore per Legacoop Cagliari delle coop sociali. Nel corso del convegno anche le testimonianze dell’Emilia Romagna dove, come ha rimarcato Alberto Alberani responsabile dell’area Welfare di Legacoop Emilia Romagna.
«In diverse regioni – ha argomentato Daniela Schirru – l’accreditamento dei servizi alla persona rappresenta oggi una realtà che ha contribuito a consolidare i servizi a favore delle comunità locali, a superare una dimensione di forte discrezionalità e “discutibile oggettività” negli affidamenti tramite lo strumento della gara d’appalto, nonchè ricollocare al centro del servizio il cittadino e i suoi bisogni.»
Da qui la decisione di Legacoop di rilanciare questo tema alla pubblica discussione, realizzando un percorso che unisca l’approfondimento e la conoscenza delle esperienze realizzate, con il confronto con i diversi soggetti istituzionali, la Regione Autonoma della Sardegna e gli Enti locali.
Lunedì 15 giugno si insedierà il nuovo Consiglio comunale di Giba. Il nuovo sindaco Andrea Pisanu, 40 anni, vincitore con ampio margine della sfida elettorale con il sindaco uscente Learco Fois, presenterà la squadra di tre assessori che verrà scelta tra gli 8 consiglieri eletti nella lista di maggioranza.
Ricordiamo che Andrea Pisanu, è stato eletto con 870 voti, il 58,90%. La lista civica “Continuità e progresso” s’è fermata 607 voti, il 41,09%, eleggendo 4 consiglieri. Andrea Pisanu è stato consigliere di opposizione nell’ultima consiliatura. Learco Fois ha amministrato il comune di Giba negli ultimi dieci anni.
Le elezioni hanno registrato 1.496 votanti su 2.093 aventi diritto al voto, per una percentuale del 71,47%.
Lista civica “Amministrare il paese per costruire il futuro. Giba e Villarios uniti”, 8 eletti:
Emanuele Pistis 143 voti
Nicola Atzori 80
Salvatore Orrù 76
Alberto Pittoni 68
Alessandro Porcina 68
Simone Atzori 62
Francesco Uccheddu 55
Francesca Diana 49
Candidati non eletti:
Maria Cristina Serrenti 48
Francesca Murgia 43
Sara Lepuri 40
Gilda Diana 29
Lista civica “Continuità e Progresso – Giba e Villarios”, 4 eletti:
Candidato sindaco Learco Fois, eletto consigliere comunale
Giacinto Granella 113
Mario Camboni 69
Roberto Zanda 58
Candidati non eletti:
Michele Orrù 50
Giorgio Cogotti 45
Nicola Demontis 38
Andrea Diana 38
Brunello Orrù 33
Mitore Gambula 29
Nicola Diana 21
Simone Manai 18
Giovanni Falessi 18
Andrea Pisanu, 40 anni, è il nuovo sindaco di Giba. Ha battuto l’uscente Learco Fois con 870 voti, il 58,90%. La lista civica “Giba e Villarios uniti” guidata da Andrea Pisanu ha vinto le elezioni portando in Consiglio comunale 8 consiglieri. La lista civica “Continuità e progresso” s’è fermata 607 voti, il 41,09%, eleggendo 4 consiglieri. Andrea Pisanu è stato consigliere di opposizione nell’ultima consiliatura. Learco Fois ha amministrato il comune di Giba negli ultimi dieci anni.
Le elezioni hanno registrato 1.496 votanti su 2.093 aventi diritto al voto, per una percentuale del 71,47%.
Lista civica “Amministrare il paese per costruire il futuro. Giba e Villarios uniti”, 8 eletti:
Emanuele Pistis 143 voti
Nicola Atzori 80
Salvatore Orrù 76
Alberto Pittoni 68
Alessandro Porcina 68
Simone Atzori 62
Francesco Uccheddu 55
Francesca Diana 49
Candidati non eletti:
Maria Cristina Serrenti 48
Francesca Murgia 43
Sara Lepuri 40
Gilda Diana 29
Lista civica “Continuità e Progresso – Giba e Villarios”, 4 eletti:
Candidato sindaco Learco Fois, eletto consigliere comunale
Giacinto Granella 113
Mario Camboni 69
Roberto Zanda 58
Candidati non eletti:
Michele Orrù 50
Giorgio Cogotti 45
Nicola Demontis 38
Andrea Diana 38
Brunello Orrù 33
Mitore Gambula 29
Nicola Diana 21
Simone Manai 18
Giovanni Falessi 18
A Giba, 2.095 abitanti, domenica 31 maggio Learco Fois corre per il terzo mandato consecutivo, lo sfidante è Andrea Pisanu.
Il sindaco uscente guida la lista civica “Continuità e Progresso – Giba e Villarios” che presenta i seguenti candidati alla carica di consigliere comunale:
Mario Camboni, Giorgio Cogotti, Nicola Demontis, Andrea Diana, Nicola Diana, Giovanni Falessi, Mitore Gambula, Giacinto Granella, Simone Manai, Brunello Orrù noto Nello, Michele Orrù, Roberto Zanda.
Andrea Pisanu guida la lista civica “Amministrare il paese per costruire il futuro. Giba e Villarios uniti” che ha i seguenti candidati alla carica di consigliere comunale:
Nicola Atzori, Simone Atzori, Francesca Diana, Gilda Diana, Sara Lepuri, Francesca Murgia, Salvatore Orrù, Emanuele Pistis, Alberto Pittoni, Alessandro Porcina, Maria Cristina Serrenti, Francesco Uccheddu.
A Giba Learco Fois corre per il terzo mandato alle elezioni amministrative del 31 maggio, lo sfidante è Andrea Pisanu.
Il sindaco uscente guida la lista civica “Continuità e Progresso – Giba e Villarios” che presenta i seguenti candidati alla carica di consigliere comunale:
Mario Camboni, Giorgio Cogotti, Nicola Demontis, Andrea Diana, Nicola Diana, Giovanni Falessi, Mitore Gambula, Giacinto Granella, Simone Manai, Brunello Orrù noto Nello, Michele Orrù, Roberto Zanda.
Andrea Pisanu guida la lista civica “Amministrare il paese per costruire il futuro. Giba e Villarios uniti” che ha i seguenti candidati alla carica di consigliere comunale:
Nicola Atzori, Simone Atzori, Francesca Diana, Gilda Diana, Sara Lepuri, Francesca Murgia, Salvatore Orrù, Emanuele Pistis, Alberto Pittoni, Alessandro Porcina, Maria Cristina Serrenti, Francesco Uccheddu.