19 April, 2024
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Oggi, dopo la firma sul prezzo dell’energia, arrivata in mattinata, la vertenza Sider-Alloys si è trasferita a Cagliari dove c’è stato un incontro tra i rappresentanti delle organizzazioni ed il presidente della Regione Christian Solinas, al quale hanno partecipato anche i consiglieri regionali del territorio, Fabio Usai (PSd’Az) e Michele Ennas (Lega).
«Da parte nostra – ha detto il presidente della Regione – abbiamo sempre sostenuto il percorso di riavvio del ciclo produttivo dello stabilimento di Portovesme. La Sardegna detiene l’unica filiera della metallurgia non ferrosa rimasta nel Paese e la Regione nel tempo ha messo in campo risorse perché ci sia questa ripresa con la salvaguardia dell’occupazione. La firma del contratto d’accordo sul prezzo dell’energia rappresenta quindi un tassello fondamentale.»
«Chiediamo adesso all’azienda, che convocheremo al più presto ha aggiunto Christian Solinasdi riavviare immediatamente gli impianti coerentemente con un piano industriale credibile.»
«Il costo dell’energia è sempre stato il vero nodo nella competitività delle produzioni di alluminio della Sardegna. La riunione odierna con i sindacati serve per capire, prima di un incontro con la proprietà, quale sia il cronoprogramma effettivo per la ripresa, in maniera tale da non generare false aspettative ma pretendere con fermezza che entro l’anno si riparta ha rimarcato il presidente della Regione -. Potremo dire che i posti di lavoro sono salvi solo nel momento in cui il ciclo produttivo entrerà nuovamente in funzione e ci sarà quindi una prospettiva industriale vera, per questo polo strategico delle produzioni industriali, non solo sarde ma dell’intero Paese.»

Il presidente Christian Solinas ha concluso affermando che «la Regione continuerà a sostenere, anche nelle sedi ministeriali e col Governo, le legittime richieste dei lavoratori e di un territorio che chiede di avere una prospettiva di crescita e sviluppo».

Armando Cusa

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L’emergenza Coronavirus ha stravolto la società nel suo insieme con tutte le situazioni drammatiche con le quali dobbiamo confrontarci ogni giorno. La politica si è trovata a dover fare i conti con tutta una serie di situazioni ed è stata messa a dura prova mostrando l’estrema  precarietà della nostra società. Le problematiche che la classe politica deve affrontare sono gravose e meritano una estrema attenzione perché il tempo è tiranno. Alla luce di quanto evidenziato, abbiamo posto alcune domande al coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Aldo Salaris.
Quali iniziative avete avviato?
«In primis la telemedicina. Abbiamo presentato un emendamento molto importante che si sviluppa attraverso una serie di norme che intendiamo inserire nella riforma sanitaria. Il caos derivante dalla pandemia ha fatto emergere problematiche e necessità che la telemedicina può risolvere. Abbiamo parlato anche di semplificazione normativa. Stiamo per intraprendere una serie di iniziative che coinvolgeranno altri Consigli regionali per eliminare una serie di norme inutili, per sburocratizzare, in materia soprattutto di appalti pubblici. Vogliamo semplificare ed accorciare i tempi di realizzazione delle infrastrutture prendendo esempio dal modello “ponte di Genova”. Come maggioranza stiamo poi andando incontro, con azioni specifiche, a quei settori oggi al collasso; artigiani, commercianti, attività produttive in generale. È di queste ultime ore il via libera al fondo da 200 milioni di euro per dare sostegno alle imprese colpite dalla crisi economica dovuta all’emergenza Covid-19.»
Per quanto attiene l’aspetto prettamente politico, il presidente Solinas è stato convergente rispetto alle vostre iniziative? E se è così, in che misura le ha recepite?
«Il presidente Solinas è al nostro fianco. Sin da subito ha sposato la battaglia sull’insularità, che ricordo essere la battaglia di tutti i sardi, e ha dato ampia disponibilità a recepire il progetto della telemedicina. Infine, come detto, siamo d’accordo sulla necessità di sbloccare i cantieri e di giungere ad una semplificazione normativa. Non può esistere che ci vogliano oltre 15 anni per vedere completata un’infrastruttura. Le nostre azioni sono in piena concertazione con il Presidente.»
Di cosa ha bisogno la Sardegna per uscire da questa crisi?
«Abbiamo bisogno di infrastrutture per essere competitivi con il resto del mondo. Parlo di porti, del potenziamento degli aeroporti e di un sistema di viabilità stradale efficiente. Infrastrutture che possano essere di supporto al turismo ma anche a imprenditori e aziende che vogliono investire in Sardegna. Questo si traduce in risorse, ricchezza e posti di lavoro.»
I corsi di politica da voi intrapresi, ai quali hanno dato lustro politici e non solo, che obiettivi hanno raggiunto? Il messaggio è stato accolto favorevolmente?
«La nostra missione è quella di dare un contributo per creare e formare la classe dirigente di oggi e di domani. Oggi vediamo un dilagare di fenomeni eccessivamente populisti, fenomeni che hanno come obiettivo l’urlo. Noi abbiamo un’altra idea della politica. Il nostro intento è quello di avvicinare i cittadini alla pratica dell’amministrazione pubblica facendo capire che in politica ci si deve formare. Considerata l’altissima partecipazione alla scuola di formazione dei Riformatori, pensiamo che questa sia la strada giusta.»
Un’ultima domanda: nel futuro dei Riformatori cosa dobbiamo aspettarci?
«La battaglia sull’insularità è la madre di tutte le battaglie, è una sfida epocale per il nostro futuro. Finché lo Stato non riconoscerà alla Sardegna il grave divario naturale derivante dalla condizione di insularità, non avremo un’effettiva parità e vivremo una situazione di svantaggio. Combatteremo per ottenerla e per far valere i nostri diritti. Noi siamo il partito delle idee, continueremo a proporre proposte che servano per migliorare la Sardegna e la vita di tutti i sardi.»
Armando Cusa

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Il momento che stiamo attraversando non è per niente positivo ed il futuro rimane incerto. La pandemia ha causato tante vittime e ha lasciato una situazione disastrosa sul versante sociale. Inevitabilmente la situazione industriale ne ha risentito e le ripercussioni sono sotto gli occhi di tutti. Per la Sardegna la situazione non è certamente rosea, in particolare nel settore industriale che ci riporta ancora una volta al Polo industriale di Portovesme con l’interminabile vertenza Sider Alloys.
Sull’emergenza industriale, abbiamo interpellato l’assessore regionale Anita Pili.
«La Regione Sardegnadice Anita Pili è l’unica ad aver erogato le risorse e, a questo punto, è opportuno che ognuno si assuma le proprie responsabilità. L’accordo con Enel era pronto alla firma già da qualche settimana, ma ancora non abbiamo avuto notizia della chiusura e, soprattutto, non abbiamo avuto da parte dell’investitore, un quadro chiaro che illustri la tempistica del piano industriale.»
«Abbiamo il diritto di conoscere esattamente tempi e dimensionamento. I lavoratori e la ripresa industrialeconclude Anita Pilisono la nostra priorità e non sono più ammesse inutili lungaggini che aumentino le attese nel nostro territorio. Pretendiamo serietà e concretezza.»
Armando Cusa

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Continua il blocco ai cancelli dell’ex stabilimento Alcoa, oggi Sider Alloys. Stamane ci sono state tensioni con alcuni tecnici che volevano entrare in stabilimento nonostante la proclamazione di sciopero. Le organizzazioni sindacali denunciano il rischio di accrescimento delle tensioni sociali e invitano a non perdere più tempo, per arrivare subito alla conclusione della vertenza, Sollecitano l’azienda ed il Mise a convocare i tavoli per conoscere urgentemente il Revamping, il piano industriale e per definire l’accordo con l’Enel. Chiedono che la Regione faccia la sua parte, non faccia più da spettatore.

«Il Sindacato ha detto Angelo Diciotti, segretario CUB ha espresso il proprio disappunto sull’informazione che l’Azienda ha fornito solo dopo che i lavoratori e le organizzazioni sindacali erano ai cancelli. L’Azienda sulla questione energia ci ha comunicato che si stanno affrontando le questioni sulle garanzie che tutti i soggetti coinvolti stanno ponendo. Gli avvocati si stanno confrontando ed al momento non ci sono le condizioni per firmare.
È vero che i contratti vengono sottoscritti da entrambe le parti, ma sembra che la Sider Alloys non abbia premura di concludere – ha concluso Angelo Diciottisarebbe importante ed utile conoscere la verità su questa odissea.»
Armando Cusa

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Sit-in, questa mattina, a Portovesme, davanti ai cancelli dello stabilimento Sider Alloys, ex Alcoa. La protesta segue quella avviata venerdì scorso, che ha portato le organizzazioni sindacali ad organizzare anche uno sciopero per la giornata di domani, martedì 30 giugno, che potrebbe portare anche ad un sit-in nel capoluogo, davanti al Palazzo della Regione. Alla Giunta Solinas i lavoratori chiedono un concreto intervento per sbloccare definitivamente la vertenza per il rilancio produttivo nello stabilimento.
Ancora una volta viene stigmatizzato l’atteggiamento della direzione Sider Alloys. Il richiamo alle Istituzioni è forte e chiaro e non c’è più tempo da perdere.

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Oggi 28 giugno 2020, a Bergamo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presenziato alla commemorazione delle vittime del Coronavirus.
In onore delle vittime il Requiem di Donizetti è stato dedicato alle vittime della città orobica.
Come possiamo dimenticare tutto quello che è accaduto, le persone decedute a causa del Coronavirus, tutte quelle vittime che nel momento del trapasso non hanno potuto avere nemmeno il conforto dei propri cari,. L’aspetto più terribile e drammatico è stato il corteo di camion militari che innumerevoli trasportavano i feretri delle vittime decedute. trasferite per la cremazione.
La presenza di Sergio Mattarella è stata emblematica, ricca di significati, ma è stata soprattutto un richiamo rivolto a tutti, affinché non venga persa la memoria.
Ecco questo è un omaggio ai caduti del Covid-19. Un gesto nobilissimo che ha trovato un momento solenne con il Requiem di Donizetti, un’esecuzione composta ma commovente ed emozionante, a cui hanno presenziato tantissimi familiari delle vittime.
In questa occasione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha mancato di sottolineare che è necessario non abbassare la guardia sul Coronavirus ed ha fatto un richiamo al Governo, affinché metta in atto tutte quelle iniziative che servono a fare ripartire il Paese che non può più aspettare.
Armando Cusa

Bergamo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bargamasche del covid-19 dalle autorità locali, oggi 28 giugno 2020.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Bergamo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bargamasche del covid-19, oggi 28 giugno 2020.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Bergamo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bargamasche del covid-19, oggi 28 giugno 2020.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Bergamo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con le autorità locali, in occasione della cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bargamasche del covid-19, oggi 28 giugno 2020.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Bergamo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bargamasche del covid-19 dalle autorità locali, oggi 28 giugno 2020.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

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La vertenza Sider Alloys non compie passi avanti e tra i lavoratori cresce la sfiducia. In tutti questi anni hanno subito dovuto compiere grandi sacrifici e subire tante umiliazioni, Dietro ciascuno di loro c’è una famiglia, mogli, figli… La pandemia ha inferto un altro duro colpo, allungando ulteriormente i tempi della partita e i lavoratori addebitano alla Sider Alloys la responsabilità di essersi defilata, adducendo giustificazioni fumose.

Angelo Diciotti, segretario CUB, interviene alla luce degli ultimi avvenimenti e delle ultime iniziative messe in atto dai lavoratori.
«La SiderAlloys ha disatteso tutti gli impegni assunti con il piano industriale che era parte integrante dell’accordo di programma sottoscritto con il Mise, la Regione Sarda e Invitaliadice Angelo Diciotti -. Il cronoprogramma della partenza del revamping è oramai slittato di anni. Certo il Governo ha dato la possibilità alla Sider Alloys di accampare scusanti anche in merito al contratto sull’energia, contratto che l’Enel ha pronto da dicembre 2019 ma per una serie di motivi ancora non è stato sottoscritto. I lavoratoriaggiunge Angelo Diciotti -, dentro lo stabilimento sono molto preoccupati, perché non vedono buone prospettive. Alcuni tecnici sono andati via dallo stabilimento perché hanno trovato altre opportunità. In questi anni sono state demolite molte macchine e buona parte dell’impianto, giustificando questa operazione come una scelta tecnica. Le apparecchiature nuove dovrebbero essere costruite in Cina, ma la Sider Alloys ci ha comunicato che ancora non sono stati fatti i contratti con i Cinesi.»
«Indubbiamente questi fatti ci preoccupano moltissimo in quanto al momento non si conosce il cronoprogramma della Sider-Alloys, sempre che ne abbia unorimarca Angelo Diciotti -. I lavoratori, intanto, sono ancora in mobilità in deroga a 500 euro mensili. Per questi motivi abbiamo deciso di bloccare i cancelli e denunciare questa situazione a tutte le istituzioni.»
Quello di Angelo Diciotti è un atto d’accusa a 360° nei confronti non solo della Sider Alloys ma anche del Governo che invece di seguire passo passo l’evoluzione della vertenza Alluminio in tutta la sua complessità, non ha saputo intervenire in modo deciso nei confronti della Sider Alloys, richiamandola al rispetto di quanto già sottoscritto, per evitare ulteriori ritardi e far sì che vengano rispettati i diritti dei lavoratori e, quanto prima, il polo dell’alluminio possa riprendere veramente la produzione ed il primo lingotto di alluminio uscire dalla fonderia.
Armando Cusa

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Si è concluso pochi minuti fa il rito religioso officiato dall’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi, nella chiesa di Pula, in onore di Sant’Efisio.
Durante il trasferimento del Santo da Cagliari a Pula, nel tempo del Coronavirus, un numero assai limitato di devoti ha potuto accompagnare il viaggio, una presenza che ha ancora di più il senso della devozione del popolo sardo che si è stretto anche oggi in preghiera intorno al Santo Protettore della Sardegna.
Nella sua omelia, mons. Giuseppe Baturi non ha mancato di implorare il Santo, affinché possa intervenire per scacciare il Coronavirus e per proteggere tutti, troppe morti e lutti hanno devastato la Sardegna e l’Italia intera.
«Siamo certiha proseguito mons. Giuseppe Baturi – che Sant’Efisio sia al nostro fianco e che interverrà per liberare la Sardegna intera da questo virus, perché tutti abbiamo bisogno di riprendere la nostra vita e, soprattutto, abbiamo bisogno che l’aspetto socio-economico riprenda il suo corso naturale e che la politica e le istituzioni riescano a venire incontro alle esigenze di una societàha concluso l’arcivescovo di Cagliariche chiede a gran voce un aiuto, necessario e immediato, che non può essere procrastinato nel tempo.»
Armando Cusa

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Questo Primo Maggio 2020 non è giorno da festeggiare, è la giornata per fare il punto della situazione e capire cosa ancora non è stato fatto e perché.
La risposta è semplice: oggi che siamo ancora alle prese con il Coronavirus e all’orizzonte non si vede la sua definitiva sconfitta, dobbiamo ahimè riflettere su quello che la Pandemia ha prodotto.
Oggi, una data importante, siamo qui a confrontarci con una realtà terrificante.
Il Lavoro che non c’è, un Paese demolito, un Governo che ancora non ha messo in cantiere iniziative concrete volte a dare una svolta sociale, anche perché il tempo è scaduto.
È vero che dal 4 maggio oltre quattro milioni di persone torneranno al lavoro con le dovute precauzioni, indossando mascherine, guanti. thermo scanner, distanziamenti. È solo una parte del mondo lavoro che riprende e ci dà nuovamente un’apparente forma di normalità.
Il quadro nazionale è veramente disarmante ed una nuova ripresa è ancora lontana ma non dobbiamo dimenticare, in questo frangente, il lavoro encomiabile di medici ed infermieri che stanno operando nella lotta al Coronavirus.
Il Primo Maggio deve essere dedicato interamente a loro, un giusto e dovuto riconoscimento.
Operatori della Sanità a tutto tondo e non dobbiamo mai dimenticare che il loro sacrificio è valso ad arginare, per quanto possibile, la pandemia.
Indubbiamente, tanto ci sarebbe da dire e, soprattutto, sottolineare quanto c’è da fare nell’immediato.
Credo sia necessario non dimenticare che cosa è diventato il panorama socio-economico, praticamente un dramma nel dramma.
Un Primo Maggio che non può e non dev’essere dimenticato, il ricordo delle bare, innumerevoli, allineate, è vivo in noi il lungo e mesto corteo delle bare trasportate dai camion militari e lo strazio dei familiari che non hanno potuto dare l’ultimo saluto ai loro cari.
Anche noi Sardi siamo testimoni della pandemia, anche noi abbiamo avuto i nostri morti, anche se fortunatamente in numero nettamente inferiore rispetto a Regioni come la Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna.
Il Primo Maggio sardo sarà ancora una volta una giornata che non verrà dimenticata per la situazione disastrosa determinata dal Coronavirus e dal lavoro che mettono in risalto impietosamente cosa siamo e cosa è successo.
Certamente, questo giorno rimarrà indelebile nei nostri cuori e nelle nostre menti, uno tsunami che nel suo attraversare ha mietuto vittime, tantissime, e che ha messo in luce i nostri limiti ma, soprattutto, le nostre fragilità, ponendoci di fronte ad una realtà che mai avremmo immaginato di conoscere.
Auguriamoci che questa Pandemia termini quanto prima possibile ma molto dipenderà dal nostro comportamento e quindi dal rispetto delle disposizioni che ci sono state impartite da Governo e Regione.
Coraggio, ce la faremo, noi Italiani abbiamo riscoperto di avere un ruolo importante nella società e l’unità che abbiamo dimostrato conferma la nostra grandezza.
A voi Lavoratori anonimi della Sanità, del Volontariato, a voi Forze dell’Ordine, a voi Volontari, a voi vada il nostro ringraziamento.
Grazie e Buon Primo Maggio!
Armando Cusa

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È indubbio che la situazione socio-economica italiana, con la diffusione al Coronavirus, abbia assunto un aspetto completamente diverso rispetto alla precedente. Abbiamo chiesto all’ing. Giuseppe Toia, vicepresidente Assomet, di esprimere il suo pensiero in merito.
«La situazione nazionale e non solo ha esordito l’ing. Giuseppe Toiaa causa del Coronavirus, ha dovuto confrontarsi con una realtà nuova, dove antecedente alla Pandemia, aveva imboccato la strada della ripresa. Indubbiamente la situazione si è completamente capovolta e adesso i presupposti per una nuova ripresa si allungano notevolmente. In generale l’aspetto socioeconomico deve essere affrontato con nuove iniziative governative che devono trovare una nuova strada orientata e finalizzata ad una ripresa che non può più attendere.»
«La Sardegna non è certamente esente – ha aggiunto Giuseppe Toiaanche se rispetto al resto dell’Italia si trova in una situazione più favorevole con la diffusione del Coronavirus, tuttavia anche da noi le problematiche sono diverse e quindi gli interventi da mettere in campo da parte della Regione Sarda sono innumerevoli. Sotto questo aspetto la situazione socio-economica ha dovuto fare i conti con il Coronavirus, con le ripercussioni negative che hanno messo in luce, come anche nel resto d’Italia, tutti i limiti che in questa situazione impongono di rivedere una nuova società completamente diversa e più razionale.»
«Una riflessione è necessariaha rimarcato Giuseppe Toiala nostra preoccupazione come Assomet è rivolta, soprattutto, a tutte quelle aziende produttive che si sono trovate a confrontarsi con una recessione devastante, nella quale il loro sistema produttivo ha subito un blocco e gli scambi commerciali, i contratti stipulati, sono stati freezzati e l’aspetto occupazionale ne ha risentito tantissimo. Si parla concretamente di una perdita finanziaria di oltre 30 miliardi di euro se la situazione dovesse perdurare ancora.»
«Pertantoha concluso l’ing. Giuseppe Toianoi come Assomet seguiamo con una certa preoccupazione l’evoluzione della situazione, nella speranza che tutte le iniziative che il Governo ha cantierizzato siano indirizzate verso una concreta ripresa produttiva.»
Armando Cusa