19 April, 2024
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Spicca il nome di Nils Petter Molvaer nel palinsesto di martedì 13 agosto al festival Time in Jazz, ideato e diretto da Paolo Fresu tra il suo paese natale, Berchidda, e altri centri e località del nord Sardegna, in pieno svolgimento fino a venerdì 16. Il trombettista norvegese è, infatti, il protagonista del concerto in programma in serata sul “palco centrale” del festival, quello allestito in piazza del Popolo, che torna a calcare diciotto anni dopo la sua partecipazione alla memorabile edizione di Time in Jazz dedicata alle trombe, nel 2001. Insieme a lui, al centro dei riflettori a partire dalle 21.30, i tre componenti del suo gruppo: Johan Lindstrøm alla chitarra, Jo Berger Myhre al basso ed Erland Dahlen alla batteria.

Classe 1960, pioniere, profeta e ambasciatore nel mondo delle nuove tendenze del jazz nordico, Nils Petter Molvaer sa come unire generi e stili differenti – jazz, ambient, house, elettronica, hip hop, rock – e rimodellarli con naturalezza in originali paesaggi sonori di profonda intensità, con l’inconfondibile suono della sua tromba: un suono capace di evocare algidi paesaggi polari così come le sabbie roventi del deserto, la folla in movimento o la più completa solitudine; un suono personalissimo, influenzato sia dalla poesia della natura scandinava, sia dall’elettronica, e, ultimo, ma non meno importante, da illustri colleghi come Miles Davis e Jon Hassell. E, ascoltandolo suonare, è facile dimenticare che quello strumento è una tromba.

Ma la musica, domani (martedì 13) come in tutte le giornate di Time in Jazz, comincia già a mezza mattina. Alle 11.00, alla chiesetta campestre di San Bachisio in agro di Telti, ecco dunque il piano solo di Omar Sosa, reduce dal concerto della sera a Berchidda con Yilian Cañizares e Gustavo Ovalles. Poliglotta musicale, capace con la sua arte di unire i continenti, il pianista cubano, nato a Camagüey cinquantaquattro anni fa, si esprime in un linguaggio jazzistico globale, che celebra la diversità delle anime della musica delle Americhe e oltre, coltivando sempre un’intima connessione con le sue radici afrocubane.

Dalla Cuba di Omar Sosa al Brasile di Jaques Morelenbaum, in concerto alle 18.00 nel Convento dei Cappuccini a Ploaghe. Tra i più importanti rappresentanti della musica brasiliana nel mondo, il violoncellista conta una miriade di collaborazioni con artisti di fama internazionale, testimoniate dai tanti dischi in cui risulta di volta in volta arrangiatore, produttore, compositore o strumentista: collaborazioni con grandi musicisti brasiliani come Antonio Carlos Jobim, Caetano Veloso, Gal Costa, Gilberto Gil, Maria Bethania, Chico Buarque, Milton Nascimento, ma anche con altri artisti come la compianta Cesaria Evora, Ryuichi Sakamoto, Sting.

Di rientro a Berchidda, prima del concerto di Nils Petter Molvaer, intorno alle 19.45, parte la consueta parata musicale per le strade del paese della Funky Jazz Orkestra diretta dal trombettista Antonio Meloni; con loro anche i percussionisti Afro Giembe, guidati da Jacopo Cadeddu e Michèle Kramers, nell’ambito del progetto “Babel – Migrant Reloaded”, mirato all’inclusione dei cittadini stranieri attraverso laboratori di espressione artistica e performativa, e l’Armoniciclo, una delle macchine teatrali storiche del mondo visionario della compagnia sassarese Theatre en vol.

E dopo il concerto di Nils Petter Molvaer, ancora musica in piazza del Popolo con il dj set di DJ Rocca.

 

 

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Prosegue il “Cabudanne de sos poetas”, tra incontri con i poeti, musica, degustazioni, laboratori per i bambini. Dopo i numeri incontri di questa matitna, alle 17.00 in Biblioteca comunale il laboratorio di poesia dedicato ai bimbi “Che verso fa il poeta”, a cura sempre dell’associazione Allibratori. Stesso orario a Putzu Arru per l’incontro con il poeta e drammaturgo Marc Biancarelli e la sua recente opera “Massacre des innocents” (Actes Sud, 2018). Dialogherà con l’autore lo scrittore Alessandro Deroma. Alle 18.30 poesia e azione con Serge Pey e Chiara Mulas. Performance dal libro “Chants Électro-Néolitiques”. Introduce e coordina Antonella Puddu Gaviano. Alle 21.30 in Partza de sos ballos poesia, letteratura e scienza nell’incontro di sabato sera con i due caporedattori di Radio 3 Scienza: la conduttrice radiofonica e autrice Rossella Panarese e Marco Motta, voce del quotidiano scientifico della rete, incontrano nella suggestiva Partza de sos ballos, Gianmario Villalta, narratore, saggista, poeta tra i più significativi della nostra letteratura (Bestia da latte il suo recente romanzo) e direttore artistico di Pordenonelegge, Felice Colucci collaboratore del CSR4, ingegnere esperto di realtà aumentate, Barbara Mazzolai, giovane scienziata italiana tra le più famose al mondo che si occupa di plantoidi ed intelligenza artificiale, coordinatrice del Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Un evento speciale di divulgazione scientifica che si interroga sulla produzione letteraria e poetica in relazione alle nuove tecnologie, curato in collaborazione con Radio 3 Scienza ed il CRS4.

Non solo poesia e letteratura ma come sempre ci saranno gli spazi dedicati agli appuntamenti musicali e teatrali, quest’anno rivolti in particolare alla musica del mondo. Imperdibile quello con la magnifica voce della cantante-poetessa lusitana Lula Pena, voce unica e chitarra, ammirata anche da Caetano Veloso e Rodrigo Leao. Una grande artista tra le più stimate nel panorama della canzone mondiale contemporanea. Alle 23.00 in Partza de sos ballos arriva con il suo canto straordinario che emoziona, le cui ispirazioni sono molteplici e attraversano le frontiere del fado di Lisbona, la canzone francese, la bossa nova brasiliana, il tango argentino o le atmosfere afro-arabe. Per la “buonanotte”, infine, appuntamento a mezzanotte in Piazzetta Su Lare con il dj set poetico a cura di Luigi Socci.

Dal 30 agosto al 28 settembre 2018 saranno visitabili le mostre pittoriche a Casa Addis dell’artista scomparsa (di origini seneghesi) Alessandra Wahid e del pittore, incisore e scultore Giuseppe Bosich. E ancora gli incontri con i produttori sardi, i laboratori per i più piccoli con il coinvolgimento della Biblioteca comunale, lo spazio dedicato ai giochi da tavola sempre a casa Addis (a cura dell’associazione Demoelà), il laboratorio di fotografia a cura dell’Osservatorio Fotografico e l’escursione archeologica a cura dell’associazione Tocoele.

Gli scatti di questa edizione sono di Stefano Flore.

Presentazione della XIV edizione

Presentazione della XIV edizione

Presentazione della XIV edizione

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Entra nel vivo la trentesima edizione di Nuoro Jazz: mentre alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, vanno a regime le attività didattiche, il festival collegato al Seminario Jazz propone domani (mercoledì 22 agosto) due appuntamenti diversi ma accomunati da un riferimento cinematografico. Il primo, alle 18.00, al Caffè Tettamanzi (in corso Garibaldi), è dedicato a Gianni Amico e al suo appassionato rapporto col jazz; presentati dal figlio, Olmo Amico (archivista e catalogatore responsabile della collezione delle colonne sonore presso la biblioteca Renzo Renzi della Cineteca di Bologna), verranno proiettati due documentari del regista e sceneggiatore ligure scomparso (non ancora cinquantasettenne) nel 1990. Si comincia con il suo cortometraggio d’esordio, “Noi insistiamo! Suite per la libertà subito”, del 1964, un film di montaggio di immagini fotografiche: venti minuti in bianco e nero ispirati e accompagnati dalle musiche di “We Insist! Freedom Now Suite”, il disco di Max Roach che fin dal titolo dichiara il suo impegno civile per i diritti degli afroamericani. Girato un anno dopo, nel 1965, in occasione del settimo festival internazionale del jazz di Bologna, il secondo lavoro in visione, “Appunti per un film sul jazz”, propone invece rare immagini e note di alcuni grandi protagonisti di quella manifestazione e di una stagione particolarmente creativa del jazz, come Johnny Griffin, Steve Lacy, Don Cherry, Mal Waldron, Gato Barbieri ed Enrico Rava. Completa la serie di proiezioni al Caffè Tettamanzi “L’uomo Amico”, un documentario del 2014 di Germano Maccioni, da un’idea di Olmo Amico, che ricostruisce un profilo di Gianni Amico attraverso le interviste ad amici e colleghi come Bernardo Bertolucci, Tatti Sanguineti, Caetano Veloso e Gilberto Gil.

Un legame con il cinema caratterizza anche “Metafisica per le scimmie”, titolo del concerto in programma in serata nei cortili del Museo del Costume: al centro dei riflettori, a partire dalle 21, una nuova formazione intestata al chitarrista Bebo Ferra, con il trombettista Fulvio Sigurtà (anche lui docente del Seminario jazz nuorese), Salvatore Maiore al contrabbasso e Alessandro Paternesi alla batteria. Le composizioni nate in collaborazione con Paolo Fresu per il film “Il mio domani”, della regista Marina Spada, sono il punto di partenza da cui Bebo Ferra ha tratto ispirazione per comporre un repertorio di musiche che avessero caratteristiche affini, una forte componente evocativa e narrativa. “Metafisica per le scimmie” era il titolo originario della sceneggiatura del film che il chitarrista cagliaritano ha voluto riprendere per dare sfogo all’ispirazione scaturita da quelle storie e da quel titolo bizzarro. Melodie articolate su un profilo armonico denso, ricco di sfumature e profondità espressiva, fanno parte di un discorso compositivo ampio e complesso che ha come fine ultimo l’esaltazione della cantabilità.

 

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È Luca Gemma il vincitore del “Premio Giorgio Lo Cascio” 2017, che torna dopo qualche anno di pausa. Si tratta di un riconoscimento nato nel 2005 a Sant’Andrea Apostolo dello Jonio (Catanzaro) e assegnato a cantautori di valore fuori dai circuiti mainstream. Intende ricordare Giorgio Lo Cascio, storico cantautore romano scomparso nel 2001. Con lui Francesco De Gregori all’inizio della carriera aveva formato il duo “Francesco e Giorgio” e successivamente, anche con Antonello Venditti e Ernesto Bassignano, “I giovani del Folk” (i “quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulle spalle” di “Notte prima degli esami” di Venditti).

La premiazione si terrà nei prossimi mesi a Sant’Andrea Apostolo dello Jonio, in occasione di un concerto di Gemma. La data verrà annunciata prossimamente.

Luca Gemma è nato ad Ivrea. Nel 1990 ha fondato, insieme a Pacifico, i Rossomaltese, nota band folk rock della scena indipendente, con cui ha realizzato due album, “Santantonio” e “Mosche Libere”, con 350 concerti in Italia e Francia.

Dal 2004 al 2012 ha pubblicato quattro dischi: “Saluti da Venus” (2004), “Tecniche di illuminazione” (2007), “Folkadelic” (2010) e “Supernaturale” (2012). Nel 2015 è la volta di “Blue Songs”, primo album in inglese che lo ha portato in tour in Australia, Italia e Francia con alcune date in Inghilterra e Lussemburgo. Nel settembre del 2017 esce in vinile e cd il suo sesto lavoro in studio “La felicità di tutti”.

Prodotto ed arrangiato da Paolo Iafelice e dallo stesso Gemma, “La felicità di tutti” contiene nove inediti scritti dal cantautore più “Cajuina”, celebre brano di Caetano Veloso, rivisitato con un testo in lingua italiana di Gemma e la voce di Ricardo Fischmann, cantante brasiliano dei Selton. Fra gli ospiti del disco anche Lele Battista al pianoforte e ai sintetizzatori. L’album si caratterizza per una sonorità che rivela un naturale mix di generi fra canzone d’autore, folk, rock, soul e R&B.

Gemma è anche autore di brani per altri cantanti, sia pop che indipendenti (Fiorella Mannoia, Malika Ayane, Bobo Rondelli, Patrizia Laquidara, Cesare Malfatti, Marian Trapassi, Paola Donzella), per la tv (Fabio Volo per La7 e Mtv, Edmondo Berselli per Rai2), per la radio (Istituto Barlumen per Radio3Rai e Radio 24), per il cinema (Roberta Torre, Sud Side Stori) e per il teatro.

Il Premio Lo Cascio è organizzato dall’Associazione Primavera Andreolese con il patrocinio della Regione Calabria e dell’amministrazione comunale di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio. La direzione artistica è di Enrico Deregibus, autore fra l’altro della biografia di Francesco De Gregori “Mi puoi leggere fino a tardi”.

Negli anni precedenti il riconoscimento era andato a Max Manfredi (2005), Pino Marino (2006), Rudy Marra (2007), Sulutumana (2008), Carlo Fava (2009), Susanna Parigi (2010), Marco Ongaro (2011).

Il Premio è stato assegnato da una ampia e prestigiosa giuria coordinata da Deregibus.

 

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E’ in programma questa sera uno dei concerti più attesi del trentesimo festival Time in Jazz, a Berchidda. Alle 21.30 il palco di Piazza del Popolo ospita l’Art Ensemble of Chicago, storica formazione all’avanguardia sul fronte della “creative improvised music” dalla fine degli anni Sessanta. Attivo per quasi un quarto di secolo con l’organico “classico” – ovvero Roscoe Mitchell e Joseph Jarman ai sassofoni, il trombettista Lester Bowie, il contrabbassista Malachi Favors ed il percussionista Famoudou Don Moye – il gruppo ha registrato decine di dischi e si è esibito in tutto il mondo iscrivendo il proprio nome nella storia della musica. Dopo il ritiro di Jarman, e venuti a mancare Lester Bowie nel 1999 e Malachi Favors nel 2004, Roscoe Mitchell e Famoudou Don Moye hanno proseguito il cammino, avvalendosi di musicisti ospiti e tenendo ben vivo l’Art Ensemble of Chicago ancora nel ventunesimo secolo. Lo scorso febbraio, il gruppo si è riunito per una residenza artistica a Londra, esibendosi dal vivo in concerti da tutto esaurito, accolti con gioia dai critici musicali e dai fan di lunga data dell’AEoC, gli stessi che non mancheranno al concerto di questa sera con Roscoe Mitchell ai sassofoni, Hugh Ragin alla tromba, Junius Paul al contrabbasso e Famoudou Don Moye alla batteria.

La quinta giornata del festival ideato e diretto da Paolo Fresu, in pieno svolgimento da martedì 8 a mercoledì prossimo (16 agosto) tra Berchidda e altri centri del nord Sardegna, avrà proposto intanto altri appuntamenti. La musica comincia come sempre a metà mattina: alle 11.00, tappa a Mores per il piano solo di Dino Rubino, nei pressi della chiesa campestre di San Giovanni Battista. Siciliano di Biancavilla, classe 1980, pianista dallo spiccato senso melodico (ma apprezzato anche come trombettista) Rubino conta quattro dischi a suo nome e un quinto in arrivo prodotto dalla Tùk Music e dall’etichetta francese Bonsai Music. Il concerto è organizzato grazie all’iniziativa di un nutrito numero di amici di Time in Jazz col sostegno di alcuni sponsor locali e attraverso due azioni di autofinanziamento: una lotteria e un pranzo campestre.

Altra performance solistica in programma nell’appuntamento del tardo pomeriggio con cui il festival fa visita a Bortigiadas: alle 18.00, nella chiesa di San Nicola, si esibisce Francesco Bearzatti; e sarà un’occasione per apprezzare il virtuosismo, il lirismo e la freschezza del tenorsassofonista e clarinettista friulano, reduce dal concerto della sera prima alla testa del suo Tinissima Quartet. Classe 1966, Bearzatti ha compiuto studi musicali in Italia prima di trasferirsi a New York, nel 1990, per immergersi nel “vero” jazz, e poi a Parigi, nel 2000, dove Aldo Romano lo ha inserito nel suo gruppo “Sidney Bechet”. Nel corso del tempo ha dimostrato non solo di essere un sassofonista dalla tecnica impeccabile e dal sapere enciclopedico, ma un vero musicista, animato da una curiosità senza limiti e di una personalità tanto complessa quanto singolare. Nel 2006 fonda il quartetto Tinissima con cui porta avanti con rigore e coerenza diversi progetti e registra il primo album, dedicato a Tina Modotti, fotografa rivoluzionaria: un vero e proprio successo cui seguiranno con uguale entusiasmo “X (Suite for Malcolm)”, “Monk’n roll” e “This Machine Kills Fascists”, il progetto proposto anche a Time in Jazz.

Di rientro a Berchidda, alle 19.45, prima del concerto dell’Art Ensemble of Chicago, le vie e le piazze del paese saranno animate dalla miscela jazz, funk, soul, hip-hop, R&B e rock degli Huntertones, energica band statunitense a base di fiati che vede Dan White al sax tenore, Chris Ott al trombone e beat box, Jon Lampley alla tromba e al susafono, Josh Hill alla chitarra elettrica, Adam Deascentis al basso e John Hubbell alla batteria.

Al termine, invece, del concerto dell’Art Ensemble of Chicago, ci si trasferisce nello spazio jazz club allestito nella “piazzetta degli incontri”, davanti al Centro Culturale “Pietro Casu”, che domani, prima di dare di nuovo spazio alla musica dei Rent A Trio, ospiterà la presentazione di “Racconti di Jazz” (Edizioni Postcart), una sorta di diario personale dove Pino Ninfa, fotografo e viaggiatore instancabile e curioso, racconta le emozioni che hanno creato in noi la leggenda del jazz e che da sempre seducono scrittori e fotografi. Da Sonny Rollins a Michel Petrucciani, da Caetano Veloso a Giorgio Gaslini, da Enrico Pieranunzi a Paolo Fresu, i racconti intimi e appassionati del fotografo ci aiutano a comprendere l’energia che può sprigionarsi dall’incontro tra musica jazz e fotografia.

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

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La magia della musica brasiliana proposta dalla voce di Barbara Casini nel magnifico scenario del sagrato della cattedrale di San Pantaleo, il progetto Liber Liber nato per utilizzare le tecnologie informatiche a favore della cultura umanistica e il fascino intramontabile del cinema muto di Charlie Chaplin e Buster Keaton musicato dal vivo da Raoul Moretti e Gerardo Ferrara. Sabato 24 e domenica 25 il festival Street Books – Scrittori, lettori e libri a Dolianova offre tre appuntamenti di grande richiamo, tutti ad ingresso gratuito, che riassumono la filosofia della manifestazione organizzata dall’associazione Circolo dei Lettori Miele Amaro: declinare in vari modi la letteratura, avvicinando alla bellezza della scrittura la potenza della musica e del cinema e guardando al futuro dell’oggetto libro. Tre appuntamenti a cui se ne aggiungeranno altri due: sabato 24, alle 11.00, nel giardino della Biblioteca spazio a le “Letture sotto il melograno”, una iniziativa per i più piccoli che ascolteranno le storie, lette e drammatizzate da un comitato informale di genitori volontari, mentre domenica 25, alle 21.00, alla Villa De Villa verrà inaugurata l’installazione artistica di Francesco Picciau “Libri di legno”.

Cantante, chitarrista e cantautrice, da più di trent’anni Barbara Casini si dedica allo studio e alla diffusione della musica popolare brasiliana. Sabato 24 alle 21.30, nel palco allestito nel sagrato della cattedrale di San Pantaleo, porterà in scena “Sozinha”, una serata per voce e chitarra durante la quale l’artista ripercorrerà le tappe della sua carriera, sia rivisitando canzoni di autori antichi e moderni (quali Ary Barroso, Tom Jobim, Chico Buarque, Caetano Veloso, Gilberto Gil ed altri), sia proponendo brani di sua composizione sempre impregnati dell’atmosfera brasiliana che le è così profondamente congeniale.

Nella sua carriera Barbara Casini ha infatti collaborato con importanti personaggi della scena jazz (e non solo) italiana e internazionale, come Enrico Rava, Stefano Bollani, Phil Woods, Lee Konitz, Toninho Horta, Guinga, ma soprattutto si è conquistata la stima degli artisti brasiliani che la considerano una vera e propria ambasciatrice della loro musica nel mondo.

La serata di domenica 25 offre tre interessanti appuntamenti. Alle 19.30, alla Villa De Villa, per la sezione Focus, Marco Calvo presenterà il progetto Liber Liber che si propone di favorire l’utilizzazione consapevole delle tecnologie informatiche in campo umanistico e di avvicinare la cultura umanistica e quella scientifica. Tra i progetti portati avanti, spiccano E-text (con i capolavori della letteratura e le altre opere pubblicate nella mediateca dell’associazione che vengono prelevate mensilmente da centinaia di migliaia di utenti), Manuzio (una biblioteca digitale accessibile gratuitamente), e l’archivio musicale LiberMusica. Il progetto LiberScuola sta invece distribuendo e implementando una approfondita guida alle risorse Internet dedicate alla scuola, mentre con LibriLiberi si è dato vita a un divertente bookcrossing. Molto entusiasmo poi suscita il progetto Libro Parlato, ovvero la produzione di audio-libri letti da attori e volontari (come sempre, liberamente scaricabili dal sito).

“Libri di legno” è invece il titolo dell’installazione artistica di Francesco Picciau che, sempre a Villa De Villa, verrà inaugurata al termine dell’incontro con Calvo, intorno alle 21.00. Libri enormi, sovradimensionati, tomi giganti che sanno d’antico, fatti di legno che si finge carta. Accatastati alla buona, uno sopra l’altro, sino a formare un’insolita scrivania sulla quale adagiarsi comodamente a leggere un vero libro fatto di vera carta. Questo è solo l’inizio di una singolare installazione del poliedrico artista Francesco Picciau, una sorta di opera “work in progress” che negli anni avrà il suo compimento arricchendosi, di volta in volta, di nuovi elementi.

La serata di domenica 25 proseguirà, alle 21.30, sempre nello spazio di Villa De Villa con “La magia del cinema muto”. I capolavori di Buster Keaton e Charlie Chaplin verranno proiettati e musicati da vivo da due artisti d’eccezione: l’arpista elettrico italo-svizzero Raoul Moretti e il musicista Gerardo Ferrara.

Raoul Moretti è un arpista versatile e sperimentale con un approccio molto originale allo strumento che negli anni lo ha condotto a sviluppare un percorso artistico alla ricerca di uno stile personale. Oggi è uno degli artisti più innovatori con una traiettoria artistica internazionale, portando la sua arpa in differenti mondi musicali (avant-garde, pop-rock, world music, electronics, nu-dance, classic, free improvising) ed in altre forme di arte (danza, pittura, cinema, video-installazioni) e in molti diversi ambienti (teatri, clubs, discoteche, case, stazioni, strade, strutture ospedaliere e centri medici).

 

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Fa tappa a Mogoro, domani sera (sabato primo agosto), Dromos, il festival organizzato dall’omonima associazione culturale nell’Oristanese, quest’anno alla sua diciassettesima edizione, accoglie nel paese della Marmilla uno tra gli artisti più popolari e socialmente influenti dell’attuale scena musicale brasiliana, Criolo. Il cantante e rapper di San Paolo, che lo scorso inverno ha licenziato il suo terzo album, “Convoque seu Buda”, sarà accompagnato sul palco in piazza del Carmine da Daniel Ganjaman alle tastiere, Guilherme Held alle chitarre, Marcelo Cabral al basso e Sergio Machado alla batteria. Il concerto, con inizio alle 22.00 e biglietto di ingresso a cinque euro, è ospitato dalla 54ª Fiera dell’artigianato artistico e del tappeto della Sardegna.

Figlio della periferia urbana di San Paolo, classe 1975, Kleber Cavalcante Gomes, in arte Criolo, ha fatto irruzione sulla scena musicale brasiliana nel 2011 con l’album “Nó Na Orelha” (tre MTV Awards e miglior album dell’anno per Rolling Stone), conquistando ampia credibilità e molti ammiratori anche tra i suoi colleghi, non ultimi icone come Caetano Veloso, Chico Buarque, Ney Matogrosso e Milton Nascimento. Il singolo “Duas de Cinco”, con un video futuristico ambientato in un’inquietante favela nell’anno 2044, ha anticipato il suo album più recente,”Convoque seu Buda” (“Invoca il tuo Buddha”), con cui Criolo prosegue sulla strada del mix tra rap, afrobeat, samba, brega, reggae, soul, funk fino ad abbracciare la canzone melodica con testi di critica sociale. Impegnato socialmente nella sua comunità, Criolo ha ritagliato nella sua vita anche un tempo da dedicare all’insegnamento, a supporto dei meno abbienti.

Domenica 2 agosto, Dromos chiude il weekend nella sua “casa base” a Oristano (dove ieri – giovedì 30 – sono state inaugurate le tre mostre allestite alla Pinacoteca Comunale) con la prima serata di musica in programma nella città di Eleonora per questa edizione del festival. Protagonista, in piazza Corrias a partire dalle 22.00 (e con ingresso gratuito), il quartetto del suonatore di oud Mauro Sigura, con il suo progetto “The colour identity”: una riuscita combinazione tra suoni, melodie, ritmi della tradizione ottomano-mediterranea e le atmosfere del jazz contemporaneo europeo, impreziosita per l’occasione da un ospite del calibro del trombettista francese Erik Truffaz accanto agli altri membri della formazione guidata dal musicista torinese: Gianfranco Fedele (piano, elettronica), Tancredi Emmi (contrabbasso, effetti) e Alessandro Cau (batteria, sbirofono, elettronica).

E lunedì 3 agosto, il festival resta ancora a Oristano per aprire una settimana densa di impegni con un doppio appuntamento in piazza Corrias: alle 21, una conferenza di Moni Ovadia (“Le belle utopie”), uno degli artisti più rappresentativi della cultura ebraica in Italia, coadiuvato dal musicista e conduttore radiofonico Valerio Corzani che poi, alle 22,30, imbracciati i suoi strumenti  (basso elettrico, electronics, voce) sarà al centro dei riflettori insieme a Stefano Saletti (bouzuki, chitarra elettrica, electronics, voce) per proporre dal vivo (con Erica Scherl al violino e alle tastiere, e Eugenio Saletti alla chitarra elettrica) il progetto “Caracas”, che hanno composto, arrangiato, suonato e prodotto nel recentissimo album omonimo.

Criolo 2014_Caroline Bittencourt  05 (s) Criolo 2014_Caroline Bittencourt  06 (s)