29 March, 2024
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La consigliera regionale di Idea Sardegna Carla Cuccu, segretaria della commissione Sanità, ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria, chiedendo di accelerare l’organizzazione e iniziare quanto prima l’importante campagna vaccinazione antinfluenzale per la stagione 2023-2024.
«La campagna di vaccinazione antinfluenzale per la stagione 2023-2024 è una questione di sanità pubblica molto importante per tantissimi soggetti a rischio e categorie protette – ha detto Carla Cuccu -. È già noto che la co-circolazione di virus influenzali e altri agenti patogeni respiratori, incluso il SARS-CoV-2, potrebbe caratterizzare l’andamento della stagione influenzale in corso. Pertanto, ribadisco con forza l’importanza di questa campagna di vaccinazione, in particolare per i soggetti ad alto rischio di tutte le età.»
Carla Cuccu sottolinea che «la vaccinazione antinfluenzale risulta essere una pratica riconosciuta a livello internazionale e nelle restanti regioni d’Italia si è già pianificato ed organizzato la campagna, stabilendo priorità per soggetti maggiormente a rischio, definendo tempi e modalità d’intervento. Nella nostra Regione Sardegna ancora silenzio totale».

Nuovo appello della FP CGIL al presidente della Regione Cristian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria sulle gravissime criticità della Sanità nelle Asl Sulcis e Medio Capidano, con contestuale richiesta di intervento immediato per il ripristino dei livelli minimi essenziali, in una nota indirizzata anche al direttori delle due Asl e alle conferenze socio sanitarie territoriali.

Il testo integrale.

«La scrivente Organizzazione Sindacale denuncia alle istituzioni in oggetto e a tutta la popolazione della Sardegna Sud Occidentale l’Emergenza Sanitaria che i nostri territori stanno vivendo e che da circa tre anni, in concomitanza con la pandemia da Sars Covid -2, si è talmente aggravata che sembra aver preso una china irreversibile. L’emergenza pandemica sembra non aver insegnato niente a chi ha il potere organizzativo e decisionale, certamente, non è servita a migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro a danno dei lavoratori e di tutta la popolazione.

In questi ultimi anni abbiamo assistito allo sgretolamento della nostra Sanità Territoriale, in modo lento ma costante e efficace. Si è passati da due Asl autosufficienti dotate di unità operative e servizi di eccellenza ad una assenza completa di servizi e assistenza, declassando i propri Presidi ospedalieri di categoria non definibili.

Per la Asl Sulcis le unità operative e i servizi soppressi sono in ordine cronologico: Anatomia patologica, Medicina nucleare, Neurofisiopatologia; altri servizi depotenziati sono l’Oculistica, l’Otorino e la Radiologia. L’Emodinamica è passata da h 24 a h 7, il pronto soccorso del P.O. CTO è divenuto punto di primo intervento, ufficiosamente è chiusa la Rianimazione, la Chirurgia e la Traumatologia del CTO, ciclicamente vengono chiuse le unità operative di Neurologia e di Urologia sempre causati dalla grave contrazione organica del personale. Sia per la Asl Sulcis che per il Medio Campidano il servizio commissioni mediche per l’invalidità ha avuto una battuta d’arresto rendendo ancora più lunga la lista di attesa per i pazienti che necessitano di tutte le tutele per il sostentamento durante e dopo la fase acuta della malattia. Per la Asl del Medio Campidano da mesi oramai gli interventi chirurgici in urgenza vengono garantiti da altri Presidi Ospedalieri compreso quello della Asl Sulcis la quale non riesce a gestire la propria di Urgenza Sanitaria Territoriale . Si è chiuso, ma solo sulla carta, il reparto Covid inaugurato nel 2022 presso il presidio del Sirai ma si è allestita un area all’interno della medicina del medesimo presidio destinata ai soli pazienti Covid. In teoria l’assistenza dei pazienti affetti dal virus dovevano essere quelli classificati a bassa intensità invece non si è mai smesso di ricoverare pazienti la cui assistenza non poteva di certo definirsi bassa.

Siamo venuti a conoscenza della presenza di un nuovo focolaio, al di fuori dalla piccola area destinata ai pazienti Covid, presso il presidio del Sirai che ha portato conseguenze importanti e dannose per gli operatori/e e pazienti tutti. A dispetto di ciò che si racconta riguardo il virus la verità è che lo stesso continua ad essere altamente infettivo e in assenza di un’unità operativa dedicata, il rischio del contagio permane elevato.

Tenuto conto dell’urgenza, l’azienda sta provvedendo a concentrare i pazienti contagiati dal virus in un’unica area dedicata e trasferendo i restanti in altre unità operative. Questa operazione viene svolta dai pochi operatori che, considerato il periodo feriale operano in sofferenza, continuando a fare i salti mortali a causa della disorganizzazione aziendale e di tutto il Sistema Sanitario Regionale. La contrazione organica del personale persiste da tempo per cui non si accettano le solite scusanti: “Siamo in emergenza”! Altro autore di questo disastro è il Sistema regionale. La dismissione da parte della Regione delle strutture dedicate alla ricezione dei pazienti positivi preoccupa non poco tenuto conto del fatto che ad oggi permane un alta incidenza degli stessi.

Se da un lato l’Azienda tenta di aprire 4 posti letto Hospice presso il presidio del Santa Barbara, dall’altro si fanno scappare i professionisti verso terre non lontane ma ben definite dal punto di vista lavorativo. Altro tasto dolente è la contrattazione di secondo livello la quale va a rilento. Come Asl Sulcis ci si posiziona ultimi a livello regionale creando un divario fra lavoratori dipendenti dello stesso sistema. Si continuano a perdere pezzi importanti all’interno dei blocchi operatori, si continua in barba al CCNL e alle sue clausole di salvaguardia a tutela del lavoratore a fare un uso spropositato della pronta disponibilità sovraccaricando gli operatori di tutte le professionalità, dai tecnici agli operatori sanitari.

Lo stesso vale per la Asl del Medio Campidano, la contrazione organica del personale non permette il rispetto, oltre che dei CCNL anche della Sicurezza dei luoghi di lavoro, di conseguenza non garantisce la sicurezza degli stessi pazienti nonché della popolazione tutta. Già in passato la nostra organizzazione ha dovuto allertare il prefetto, la procura per la tutela della salute pubblica e gli stessi servizi di vigilanza per la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro

Come nel comunicato stampa precedente, da febbraio scorso, dove denunciavamo la nostra grande preoccupazione per la la chiusura della rianimazione, ad oggi le nostre paure si sono palesate.

Per l’ennesima volta chiediamo al presidente della Regione Cristian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria di intervenire immediatamente per il ripristino dei livelli minimi essenziali. Nella speranza di non essere costretti a trasferimenti fuori Regione non ci resta che GRIDARE AL DISASTRO informando CITTADINI E ISTITUZIONI.»

Caterina Cocco –  Segretaria regionale FP CGIL

Monica Secci – Segretaria Sardegna Sud Occidentale FP CGIL

Giornata drammatica per gli incendi in Sardegna. La situazione è gravissima nelle campagne di San Giovanni Suergiu. L’allarme è scattato nella tarda mattinata, quando le operazioni di spegnimento sono state  coordinate dal personale della Stazione del Corpo Forestale di Sant’Antioco, Carbonia, coadiuvata dal personale a bordo dell’elicottero proveniente dalla base del CFVA di Marganai e Fenosu e 2 mezzi aerei provenienti da Elmas ed un Canadair. Sono intervenute 1 squadra dell’Agenzia Forestas dei cantieri di Sant’Antioco, 1-squadra della Compagnia barracellare di Sant’Antioco, squadre dei vigili del fuoco e 4 squadre di volontari delle associazioni di Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Siliqua e Villamassargia.

Il fortissimo vento di maestrale, purtroppo, ha alimentato le fiamme che hanno investito anche abitazioni. Diversi stazzi e piccole frazioni sono stati evacuati, le fiamme hanno saltato il rio Santu Milanu, hanno investito anche Is Loccis Santus e ora minacciano Is Urigus. Anche ieri San Giovanni Suergiu aveva vissuto una giornata drammatica per gli incendi nella zona di Is Loccis Diana.

Il presidente della Regione, Christian Solinas, sta seguendo in costante contatto con la sala operativa della Protezione Civile Regionale l’evolversi delle operazioni antincendio nei vari territori interessati dal fronte dei roghi e ha già chiesto alla Protezione Civile Nazionale il potenziamento della flotta aerea antincendio. Ha inoltre inoltrato il preallarme per l’attivazione del meccanismo di protezione civile europea.

L’Azienda regionale della Salute, Ares, nel corso di un tavolo tecnico convocato nella sede di Cagliari, in via Piero Della Francesca, ha presentato i risultati dello studio di fattibilità per la realizzazione del nuovo ospedale del Sulcis Iglesiente. Lo studio, realizzato dal gruppo di lavoro interno all’Ares, propone una bozza articolata su tre aspetti: la fotografia della situazione attuale sotto il profilo demografico e assistenziale nell’area di competenza dell’Asl 7; le caratteristiche del nuovo ospedale; il passaggio dalla fattibilità alla progettazione.

«All’interno dell’obiettivo generale dei quattro nuovi ospedali della Sardegnaha detto il presidente della Regione, Christian Solinasil nuovo ospedale del Sulcis Iglesiente rappresenta una priorità nella priorità. A fronte di una carenza di personale sanitario che oggi più che mai è un problema nazionale, l’attuale configurazione dei tre ospedali del presidio unico, Sirai, Santa Barbara e Cto, non consente una gestione ottimale delle risorse, con inevitabili ricadute sull’assistenza e sugli stessi operatori. Il nuovo ospedale rappresenta un’opportunità di rilancio per i servizi e l’assistenza nell’area. Un Dea di primo livello che dovrà trovare collocazione in una posizione baricentrica, ben collegata dal punto di vista viario e idonea all’atterraggio dell’elisoccorso, una struttura moderna e tecnologicamente in linea con gli standard più avanzati.»

Secondo lo studio presentato dall’Ares, il dimensionamento del nuovo ospedale, tarato sulla base dell’attuale rete ospedaliera e il fabbisogno sanitario (valutato anche sulla base della mobilità passiva) prevede una struttura con 329 posti letto in sei aree dove troveranno spazio la terapia intensiva, la cardiologia, l’unità coronarica, la gastroenterologia, la nefrologia, la neonatologia, la neurologia, l’oculistica, l’oncologia, l’otorinolaringoiatria, la pneumologia, la psichiatria, l’urologia, la chirurgia, la medicina generale, l’ortopedia e traumatologia, l’ostetricia e ginecologia, la pediatria, la lungodegenza, la riabilitazione oltre a 10 sale operatorie, il pronto soccorso e i servizi ad alta tecnologia della diagnostica per immagini, i laboratori, la farmacia e i servizi generali, all’interno di una superficie costruita di circa 45mila metri quadri e una superficie totale (compresi i parcheggi, le aree verdi e quelle interne) di circa 100.000 metri quadri. L’area non dovrà quindi avere una superficie inferiore ai 10 ettari.

Il costo stimato, tenuto conto dei servizi previsti e del costo a posto letto e per le tecnologie biomedicali previste, è di poco meno di 200 milioni di euro esclusi l’iva e gli oneri di urbanizzazione, progettazione e sicurezza che saranno valutati in seguito.

«Lo studio realizzato dall’Ares sarà messo a disposizione di tutti i sindaci del territorio e la scelta dell’area sarà condivisaha aggiunto l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doriama dovrà rispondere alle caratteristiche che abbiamo indicato: un’area, preferibilmente pubblica, baricentrica, connessa alle viabilità principali, idonea sotto il profilo idrogeologico e non soggetta a vincoli dei beni culturali e ambientali. Oggi abbiamo avuto modo di esaminare una prima proposta, avanzata dal sindaco di Villamassargia, presente all’incontro, che sembrerebbe rispondere a questi criteri. Valuteremo attentamente qualunque proposta proveniente dal territorio avendo ora una base tecnicamente valida rappresentata dallo studio di Ares.»

Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha sottoscritto il nuovo accordo di programma con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare relativo al progetto Aria.

«La Sardegna si avvia a diventare un polo strategico per la ricerca a livello mondiale. Con la sottoscrizione del nuovo accordo per il progetto Ariaspiega il presidente della Regioneconsolidiamo le basi per la riconversione del sito minerario della Carbosulcis, destinato a diventare un centro tecnologico d’eccellenza per la ricerca scientifica. Il progetto Aria rappresenta infatti un’opportunità straordinaria per il Sulcis Iglesiente e per tutta la Sardegna. Insieme al progetto per l’Einstein Telescope, la Sardegna diventa protagonista nel settore dell’innovazione a livello globale: oltre al turismo, alle bellezze paesaggistiche e alle altre eccellenze della nostra Isola, possiamo oggi affermare che la scienza e la tecnologia sono fattori di attrazione e investimento che pongono la Sardegna al centro del mondo.»

«La firma del nuovo accordoaggiunge il presidente della Regioneporta con sé, come promesso, una ricaduta occupazionale importante, stabilizzando i 19 lavoratori della Fondazione Aria, che potranno continuare a lavorare nel loro territorio per questo ambizioso progetto. La volontà di preservare i posti di lavoro è sempre stata prioritaria per questa Giunta.»

«Era inoltre fondamentale fare in modo che la Carbosulcis continuasse la sua collaborazione con la Fondazione Aria per portare a termine i lavori sul castelletto di estrazioneprosegue Christian Solinas –. Di recente, nell’impianto prototipo Seruci è stato distillato con successo il primo argon del progetto Aria di Carbosulcis nella miniera di Monte Sinni. Un grande risultato che ci vede protagonisti nelle ricerche sulla materia oscura. Ci sono tutti i presupposti perché questo progetto cresca e porti con sé prospettive occupazionali stabili e opportunità di crescita professionale di rilievo.»

Lo scopo del “Progetto di Ricerca Aria” è quello di promuovere lo sviluppo economico del territorio e al contempo attrarre e mantenere nel sistema regionale della ricerca un capitale umano altamente qualificato.

La Giunta regionale con l’ultima Legge di Stabilità ha stanziato complessivi 6,3 milioni di euro, suddivisi nelle annualità 2023, 2024 e 2025, destinati al progetto.

«La collaborazione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – conclude il presidente della Regioneporta all’isola anche la sinergia con università, imprese pubbliche e private, società, impegnate nello sviluppo delle ricerche e dei servizi ad esse correlati: relazioni importanti che la Regione Sardegna è orgogliosa di intraprendere, certa del fatto che la crescita della nostra Isola si nutra di scambi conoscitivi con il resto del mondo, in ogni settore.»

«Il tema della realizzazione dei nuovi ospedali deve essere riportato in un perimetro di verità.»

Così il presidente della Regione Chrtistian Solinas è intervenuto questa mattina in Consiglio regionale.

«Certamente la sanità è un sistema complesso, ci sono problemi e questioni molto difficili da affrontare, che non riguardano solo il livello locale ha aggiunto Christian Solinas -. Con la delibera approvata stiamo dando attuazione a una legge regionale che affronta un segmento del problema, quello delle risorse strutturali e strumentali, e per la prima volta dopo cinquant’anni – il Brotzu è stato realizzato tra il 1970 e il 1971 – c’è una maggioranza, una Giunta e un Presidente, che hanno previsto quattro grandi nuovi ospedali, non con le chiacchiere, non per campagna elettorale, ricordo che il percorso parte dal primo giorno di legislatura, ma lasciando la copertura finanziaria per la realizzazione delle opere.»

Proprio sulle risorse il presidente della Regione ha precisato il perché dell’assenza di qualsiasi riferimento nel provvedimento di Giunta: «La deliberazione riguarda esclusivamente la realizzazione dello studio di fattibilità da cui sarà possibile avere il corretto dimensionamento delle opere e in base a questo potranno essere indicate in modo puntuale le somme destinate per ciascun intervento. Ma a presidio dello stanziamento complessivo abbiamo il residuo dell’accordo da 900 milioni di euro siglato con lo Stato per il quale non è stato chiesto anticipo alla Cassa depositi e prestiti per il solo fatto che è inutile chiedere l’anticipazione di denari che verranno spesi in maniera pluriennale, con il rischio di fare lo stesso errore della passate legislatura con il muto dell’allora assessore ai Lavori pubblici che ha dimostrato di essere assolutamente inefficace oltre a rappresentare un costo elevato per la Regione. A queste risorse andremo ad aggiungere l’applicazione dell’avanzo di amministrazione nei modi e nella misura necessari fino al raggiungimento dalla copertura di 1,5 miliardi di euro».

«Le risorse ci sono, per la prima volta – ha ribadito il presidente della Regione -. Gli ospedali verranno realizzati e mi dispiace se questo potrà scontentare chi fino ad oggi ha fatto il tifo contro. I nuovi ospedali sono un investimento per il futuro e quando si parla di ritardo vorrei capire, in ritardo rispetto a cosa, agli ultimi cinquant’anni?»

In particolare, sul nuovo ospedale di Cagliari, il presidente della Regione ha precisato: «Il Dea di secondo livello, in Sardegna, è il Brotzu con il Businco, centro di riferimento regionale per l’oncologia: se c’è una struttura, un presidio che ha bisogno di strumenti più forti e più moderni è proprio questo ed è da qui che si deve partire».

Il presidente della Regione ha risposto quindi alle polemiche sollevate sui tempi di realizzazione: «Il nuovo ospedaleha dettosi farà ci vorrà il tempo necessario. Ventiquattro-trenta mesi sono i tempi di costruzione dell’ospedale, questo secondo le normali stime tecniche e ingegneristiche. L’ipotesi di complicazioni e ostacoli però non possono bloccare tutto perché diversamente è inspiegabile come mai ci sia stata una levata di scudi a favore della Piastra tecnologica del Brotzu, che sarà anch’essa realizzata. Ricordo che l’opera non ha ancora i permessi necessari alla sua realizzazione e quindi perché i lavori i lavori sulla Piastra dovrebbero durare pochi mesi mentre per l’ospedale i detrattori gli stimano in vent’anni? Sotto il profilo delle risorse strumentali e strutturali daremo ai sardi il meglio che si possa avere oggi a livello internazionale».

«C’è un altro tema e riguarda Il terzo pilastro: il territorio – ha aggiunto Christian Solinas -. I nuovi presidi non interferiscono con la realizzazione delle Case della Comunità, non impattano sull’esigenza di una riforma della medicina del territorio che resta l’unica soluzione vincente se si vuole filtrare l’arrivo negli ospedali di un carico non più gestibile. Il tema della continuità assistenziale ospedale-territorio è una cerniera da costruire, ma se non c’è le ragioni vanno ricercate indietro nel tempo, abbondantemente prima di noi.»

«Questa maggioranza in attuazione della legge approvata dall’attuale Consiglio regionale ha portato avanti un progetto epocale di realizzazione di quattro ospedali. Vorrei ricordare, inoltre, che chi ha sbloccato i lavori dell’ospedale del Medio Campidano, che viene realizzato ora, dopo vent’anni d’attesa, è stata proprio questa maggioranza. In termini di accelerazione della spesa e di attenzione alle strutture credo non si possa eccepire nulla. Qualcuno taglierà il nastro di questi ospedali, ma noi abbiamo il dovere di mettere in cantiere opere che verranno realizzate nel tempo, avendo il senso della prospettiva», ha concluso il presidente della Regione.

 

In settimana verrà pubblicato il bando per l’avviso pubblico per la concessione di contributi in conto interessi e in conto capitale relativi alle operazioni di credito agevolato alle imprese artigiane” e le domande potranno essere presentata dalle 10.00 del 10 luglio 2023 alle 14 del 10 settembre 2023, attraverso la piattaforma applicativa resa disponibile sul sito di Artigiancassa.

«Come Giunta regionale non abbiamo mai trascurato uno dei settori più importanti del comparto produttivo isolano, l’artigianato, e lo abbiamo sempre sostenuto nella certezza che rappresenti un importante sbocco occupazionale. Dal 2019 ad oggi, la Regione ha stanziato oltre 73 milioni di euro: 48.6 milioni di euro già erogati, 10 in fase di liquidazione e 14.5 stanziati con il nuovo bando», ha evidenziato il presidente della Regione, Christian Solinas.

«In questi anni, l’Assessorato ha finanziato oltre 3.000 imprese di uno dei settori fondamentali del tessuto economico della Sardegna ha aggiunto l’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, Gianni Chessa -. Soprattutto, da quando abbiamo aumentato la quota di finanziamento a fondo perduto, che è passata dal 10% al 40%, abbiamo creato un effetto moltiplicatore in grado di innescare investimenti per oltre 100 milioni di euro, con un’immediata ricaduta economica e occupazionale sull’intero territorio regionale. L’idea di incentivare maggiormente gli investimenti delle imprese è stata una scelta coraggiosa e soprattutto vincente, considerando il numero delle domande presentate e dei contributi erogati.»

Si tratta di agevolazioni su piani di investimento già realizzati per l’acquisto del terreno destinato alla costruzione e/o all’ampliamento di fabbricati posti al servizio dell’attività artigiana (attività di autodemolizione, sfasciacarrozze e taglio e prima lavorazione delle pietre); l’acquisto, la costruzione, la ristrutturazione, l’ampliamento e l’ammodernamento di fabbricati posti al servizio dell’attività artigiana, incluse le spese per lavori e impianti finalizzati alla tutela dell’ambiente e alla sicurezza dei luoghi di lavoro e le spese tecniche di progettazione; l’acquisto di macchine, attrezzature autoveicoli nuovi ovvero posti al servizio dell’attività artigiana dell’impresa; l’acquisto di software, diritti di brevetto e licenze e alla realizzazione di siti web a sostegno dell’immagine e per la promozione dell’impresa, alle attività di studio e progettazione necessarie all’introduzione di innovazioni nel processo produttivo; l’acquisto di scorte di materie prime e di prodotti finiti.

«Nessun ostacolo alla firma del protocollo tra Regione e Infn. Laddove vi è un investimento, specie se riguarda l’alta tecnologia, è forte la nostra volontà di preservare i posti di lavoro e lo sviluppo. Creare le condizioni affinché si investa in asset strategici come quello scientifico e della ricerca, come è nei fatti il progetto Aria nelle miniere della Carbosulcis, ha alla base la volontà di mantenere i livelli occupazionali e, anzi, offrire nuove opportunità di lavoro facendo fare quel balzo in avanti che le aree dismesse o problematiche e i territori più fragili meritano. Intendo dunque rassicurare i lavoratori e i sindacati, che lanciano un allarme di carattere occupazionale all’indomani del successo relativo alla distillazione del primo prodotto, che conferma come la nostra Isola sia il luogo ideale per investimenti in alta tecnologia e ricerca.»

Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha rassicurato così i Sindacati sullo stanziamento dei fondi per la prosecuzione dei lavori del progetto Aria, dopo le forti preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dai lavoratori.

«I fondi per tutelare la forza occupazionale esistono e sono stati stanziati, e garantiscono la possibilità di armonizzare i nostri obiettivi verso una riconversione globale che garantisca un futuro di sviluppo e piena occupazione per gli impianti ha concluso Christian Solinas -. Nessun lavoratore è quindi in pericolo, ma è anzi al centro della nostra attenzione.»

I consiglieri regionali “Progressisti” hanno presentato una nuova interrogazione. Anche questa volta il primo firmatario è l’on. Gian Franco Satta, che oltre a denunciare le criticità strutturali già evidenziate in passato, insieme ai colleghi, chiede che venga organizzato un sopralluogo presso la struttura sanitaria di Sassari.

«Al san Camillosi legge nell’interrogazione -, sono presenti numerosi ambulatori che in molti casi costituiscono l’unica offerta sanitaria per la città di Sassari e per il suo l’hinterland. Attualmente sono attivi il centro prevenzione, diagnosi e terapia dell’ipertensione arteriosa e delle complicanze cardiovascolari, l’unità operativa territoriale di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, una psichiatria, un servizio per le dipendenze (SerD), l’ufficio di assistenza protesica, la medicina dello sport, il servizio di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, l’anagrafe canina, un centro antifumo, un centro dialisi, un centro diabetologico, una ginecologia e un magazzino economale ma la struttura, oltre a necessitare di urgenti interventi di manutenzione, necessita anche di adeguamenti strutturali che consentano ai diversamente abili di accedere a tutti gli ambulatori e, soprattutto, che garantiscano adeguati livelli di sicurezza per utenti e lavoratori. Da qui la richiesta di considerare la necessità di organizzare un sopralluogo congiunto tra i consiglieri regionali del territorio, i rappresentanti della Commissione sanità, gli assessori di competenza per materia, i rappresentanti della ASL di Sassari e dell’Ufficio regionale Demanio e Patrimonio per consentire una valutazione attenta e reale dell’intera struttura ospedaliera e dei locali adiacenti, in modo da comprendere le priorità degli interventi da realizzare nel breve periodo e programmare quelli più importanti da eseguire nel medio-lungo periodo.»

«Non sono affatto sorpreso del mancato riscontro alla precedente interrogazione – dichiara l’on. Gian Franco Satta -, purtroppo, oramai questa è la prassi consolidata di questa Giunta regionale. Si parla molto con annunci fuorvianti di costruzione di nuovi ospedali senza trovare soluzioni ai problemi reali. Dopo quasi cinque anni di amministrazione regionale il Presidente e il suo assessore della sanità non sono riusciti a spendere le risorse già stanziate per gli ampliamenti e hanno abbandonato completamente le strutture esistenti, spesso inadeguate per utenti e lavoratori. Il complesso di san Camillo consta di più edifici, alcuni dei quali assegnati alla ASL, altri in capo alla Regione. All’interno dei locali assegnati alla ASL, inoltre, vi sono degli spazi che a seguito di un recente accesso agli atti, ho potuto appurare siano stati concessi ad associazioni esterne come l’AVIS e l’Associazione Alcolisti Anonimi i quali pagano anche un canone, seppur modesto, per contribuire alle spese. Già da tempo i sindacati, i lavoratori e gli utenti lamentano grosse carenze nella struttura, soprattutto, l’inadeguatezza per i diversamente abili che non riescono ad accedere ai piani superiori per problemi legati alle barriere architettoniche, inoltre vi sono un sacco di spazi inutilizzati come i locali dell’ex cinema, chiuso da anni. Anche nelle strutture adiacenti al complesso sanitario dove risulta vi siano degli uffici regionali, sarebbe opportuno fare una ricognizione degli spazi per capire se è possibile valutare un impiego diverso da quello attuale, soprattutto, durante le fasi di sistemazione e adeguamento degli edifici

«La richiesta di un sopralluogo congiunto con tutte le parti coinvolte ed interessate serve proprio a questo – conclude Gianfranco Satta -. Avere un quadro reale delle necessità strutturali, operare una ricognizione degli spazi e successivamente valutare le azioni che possono e devono essere messe in campo per sistemare la struttura e migliorare l’erogazione dei servizi. Ci auguriamo che a questo nuovo appello venga dato seguito in breve tempo e, se necessario, non saremmo contrari ad un interessamento in tal senso da parte del presidente Michele Pais sia in qualità di garante dell’autonomia del Consiglio regionale che come rappresentante di questo territorio

Nuovi Ospedali di eccellenza ad Alghero, Cagliari, Sassari e un nuovo presidio ospedaliero territoriale unico nel Sulcis Iglesiente. E’ il piano della Regione per la riorganizzazione delle strutture sanitarie contenuto nella deliberazione del 1° giugno, proposta dall’assessore della Sanità Carlo Doria, che affida all’Ares, alla ASL n. 1  e all’AOU di Sassari la predisposizione di uno studio di fattibilità, da consegnare in 60 giorni, in cui vengano indicate le aree idone per la collocazione delle nuove strutture.
Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che sul tema dei nuovi ospedali si è sempre speso e ha sempre mostrato massima attenzione, esprime grande soddisfazione e plauso al Presidente Christian Solinas e all’assessore Carlo Doria.

«Ora è necessario imprimere la massima velocità, riducendo al minimo le procedure burocratiche per raggiungere uno dei più importanti obiettivi della legislaturadice il presidente del Consiglio regionale Michele Pais -. Sarà necessaria la massima collaborazione di tutte le istituzioni coinvolte, a partire dagli enti locali, che dovranno essere collaborativi e proattivi per giungere quanto più velocemente possibile all’avvio della progettazione e, successivamente, alla realizzazione delle nuove strutture sanitarie.»
Michele Pais evidenzia che un aspetto di particolare importanza è che i nuovi ospedali, oltre a garantire i migliori standard di assistenza sanitaria rispetto alle strutture esistenti troppo datate e soggette a continue ristrutturazioni, spesso non soddisfacenti, «consentiranno un utilizzo ottimale del personale sanitario sempre più carente e oggi dislocato in strutture distanti e disomogenee che ne aggrava la situazione».
«Con i nuovi ospedali i cittadini avranno punti di riferimento unici per accedere  alla migliore assistenza, anche grazie alla  riorganizzazione delle attività ospedaliere che sono in continuo incremento – conclude Michele Pais -. Le strutture preesistenti continueranno a svolgere un ruolo all’interno del nuovo assetto territoriale, capace di offrire tutti i servizi di natura ospedaliera e di assistenza integrativa. Ora è necessario correre.»