25 April, 2024
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«Il nuovo anno inizia male per la ricerca in Sardegna. A Carbonia esiste un’eccellenza nazionale che si chiama Sotacarbo e di cui la Regione è azionista, ma nulla di fatto per salvaguardarla. Da troppo tempo l’organismo è senza un presidente, la situazione rischia il collasso. Non solo, nulla è dato sapere del futuro dato che la delibera annunciata e pubblicata sul sito non è ancora cliccabile. Non solo, le numerose richieste di sostegno e intervento sono sempre cadute nel vuoto.»
La nuova denuncia arriva dalle segreterie Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil.
«Non riusciamo proprio a capire quale sia la strategia della Regioneaggiungono Emanuele Madeddu, Gianrico Cuboni e Pierluigi Loi -. A questo punto, davanti al silenzio istituzionale non possiamo che ribadire il concetto: è necessario che la Regione, azionista principale della Sotacarbo, realtà che oltre a ricoprire un ruolo importante nello scenario nazionale della ricerca scientifica, assicura 36 posti di lavoro di elevato profilo cui si deve comunque aggiungere l’indotto. Non vorremmo che davanti a tanta “disattenzione” si possa celare una delle tante “guerre per le poltrone” di cui tanto si parla ma che poco appassionano le lavoratrici, i lavoratori e tutti noi.»
«Dalla settimana prossima riprenderà la mobilitazione con un inasprimento delle iniziative sia davanti alla presidenza della Regione che ha disatteso gli impegni assunti dall’assessore Giuseppe Fasolino, sia davanti al Consiglio regionale che sarà investito pienamente del problema. E cogliamo anche l’occasioneconcludono Emanuele Madeddu, Gianrico Cuboni e Pierluigi Loiper chiedere un impegno concreto dei consiglieri regionali del territorio perché possano trovare un briciolo di tempo e occuparsi della vertenza.»

«Ancora una volta, e con estremo rammarico, prendiamo atto del comportamento irresponsabile della Regione davanti al problema che riguarda il futuro del centro ricerche Sotacarbo. Dopo gli impegni assunti e non rispettati dall’assessore Giuseppe Fasolino ci aspettavamo oggi un sussulto d’orgoglio del presidente Christian Solinas, invece dalla presidenza non c’è stata alcuna convocazione per i lavoratori e sindacati riuniti in sit in davanti a Villa Devoto. E’ questo l’interesse verso i lavoratori sardi? L’impegno preso lo scorso 3 dicembre è stato disatteso, confermando ancora una volta il disinteresse verso un settore fondamentale e cruciale per lo sviluppo della ricerca.»

Lo scrivono, in una nota, Emanuele Madeddu, Gianrico Cuboni e Pierluigi Loi, segretari di Filctem-Cgil Sardegna Sud Occidentale, Flaei-Cisl Sardegna e Uiltec-Uil Sardegna.

«Proprio in questi giorni in cui si parla di Recovery fund constatiamo la distanza di chi deve occuparsi di programmare il futuro dei cittadini. La mobilitazione che da tempo ci vede sostenere la vertenza de lavoratori Sotacarbo non si fermerà oggi ma proseguirà con un inasprimento dei toni. Chi ha ruolo di governo si assuma tutte le responsabilità del caso.»

Lunedì 22 dicembre, i lavoratori Sotacarbo terranno un sit-in davanti a Villa Devoto, sede della presidenza della Regione.
«Nonostante le rassicurazioni e gli impegni assunti lo scorso 3 dicembre dall’assessore regionale della Programmazione Giuseppe Fasolino si legge in una nota dei segretari Filctem CGIL Sulcis Emanuele Madeddu, Flaei CISL Sardegna Gianrico Cuboni e Uiltec UIL Sardegna Pierluigi Loi -, ancora non ci sono atti concreti che possano delineare il futuro della Sotacarbo. La delibera con cui si nomina il presidente non è ancora cliccabile. Della volontà della Regione in merito al futuro del centro ricerche, ci risulta non abbia notizie neppure l’Enea.»
«Per questo motivo, e davanti a promesse che rimangono tali, davanti ad una situazione sempre più preoccupanteconcludono -, come organizzazioni sindacali e rappresentanza Rsu abbiamo convocato il sit-in davanti alla presidenza della Regione per martedì 22 dicembre, alle ore 10,00.»

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La vertenza Sotacarbo non si ferma. Secondo i segretari di FILCTEM CGIL, FLAEI CISL e UILTEC UIL, Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi non ci sono le condizioni per sospendere lo stato di agitazione dei dipendenti.
Nonostante le risorse arrivate all’Azienda dalla Regione pochi giorni or sono (risorse promesse da mesi e deliberate sin dallo scorso maggio dalla Giunta regionale), nell’incontro avvenuto in Prefettura di Cagliari sono emersi chiaramente tutti i problemi strutturali che mettono a rischio il futuro dell’Azienda e di oltre 35 posti di lavoro nel Sulcis Iglesiente.
Per le organizzazioni sindacali serve immediatamente una risposta da parte della Regione, ed in particolare da parte dell’assessore della Programmazione e Bilancio Fasolino. Servono subito quelle soluzioni definitive che da tempo la Regione Sarda promette ma che ancora non concretizza – concludono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -. Siamo pronti a ripresentarci alle porte dell’Assessorato a manifestare e protestare, per evitare il disastro e finalmente rilanciare una  realtà produttiva che il mondo ci invidia.»

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«Il 31 dicembre 2020 scadrà il cosiddetto regime di interrompibilità del sistema di approvvigionamento energetico delle imprese. Per evitare gravi situazioni di difficoltà nell’approvvigionamento energetico e all’equilibrio del sistema elettrico regionale è indispensabile che sia confermato questo meccanismo. Senza una prosecuzione rischia di essere messa a rischio la competitività di imprese strategiche per il sistema economico sardo, se non addirittura la loro sopravvivenza in primis la Portovesme srl.»

A lanciare l’allarme per il futuro dell’apparato industriale sardo, sono i segretari territoriali di Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi.
«È essenziale che venga confermato l’attuale sistema di assegnazione che prevede una quota di potenza interrompibile dedicata alla Sardegna e che sia confermata l’assegnazione su base geografica della potenza interrompibile con una quota riservata alla nostra Isolaaggiungono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. È necessario che siano definiti i livelli minimi di remunerazione del servizio. Assicurare tali condizioni garantirebbe la stabilità della rete regionale consentendo, nel contempo, alle aziende ad alta intensità energetica della Sardegna di fornire il servizio di interrompibilità istantanea con una remunerazione economica congrua. Le richieste a livello regionale sono allineate a quelle delle utenze industriali ad alta intensità energetica di tutto il territorio nazionale. Inoltre, c’è da definire la questione relativa alla CO2. Perché una importante voce di costo che non compare in maniera esplicita all’interno delle tariffe per l’energia elettrica ma che costituisce una percentuale rilevante della componente energia sono i costi indiretti per l’acquisto dei titoli di emissione di CO2 da parte degli impianti a fonti fossili.»
«In realtà, come si rileva dalla stessa formulazione della norma il fondo per la transizione energetica non costituisce una compensazione finanziaria dei costi indiretti ma un incentivo alla realizzazione di investimenti in fonti rinnovabili ed efficientamento energeticorimarcano Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. Questo comma non è pertanto funzionale all’abbattimento degli extracosti derivanti dal costante incremento del prezzo di acquisto delle quote di emissione. È invece in via di definizione il decreto attuativo che dovrà stabilire i criteri e le modalità di funzionamento delle compensazioni dei costi indiretti per la CO2. Si evidenzia che le relative risorse dovrebbero essere assegnate senza condizioni legate all’effettuazione di investimenti in energie rinnovabili, ma solo in funzione dei rischi di rilocalizzazione a causa dei costi indiretti connessi alle emissioni di gas a effetto serra trasferiti sui prezzi dell’energia elettrica.»
«Peraltro, le risorse previste risultano di gran lunga limitate sia rispetto alle esigenze del comparto che in raffronto ai budget stanziati dagli altri stati membri della Comunità europea e manterrebbero le società energivore in condizioni di deficit competitivo in rapporto alle altre realtà operanti nei Paesi dell’Unione europea dove tali meccanismi vengono già applicati con livelli adeguati ad un significativo abbattimento dei costi indiretti della CO2concludono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. Sarebbe utile, pertanto, che i decreti attuativi in via di definizione venissero emanati tenendo conto di queste esigenze primarie delle industrie ad alta intensità energetica.»

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Le segreterie Filctem CGIL Femca CISL Uiltec UIL hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori della Sotacarbo.
«Da troppo tempo segnaliamo una situazione di disagio e incertezza all’interno della società Sotacarbo su questioni che riguardano le difficoltà ad ottenere i finanziamenti relativi alle attività svolte in tempi congruispiegano i segretari Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi – . Un grave squilibrio finanziario ricorrente e fortissima esposizione nei confronti degli istituti di credito. Criticità nelle prospettive future riguardo le attività di ricerca affidate all’Azienda. Per questo motivo si ritiene necessario un incontro con la Regione per trovare soluzioni ma, soprattutto, salvaguardare e valorizzare un settore particolarmente importante e significativo che vede partecipare anche le istituzioni.»
«Da un lato i ricercatori ottengono riconoscimenti in tutto il mondo concludono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi – dall’altro non hanno neppure la certezza del prossimo stipendio.»

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«Apprendiamo con grande preoccupazione e stupore le dimissioni del Presidente del consiglio di amministrazione della Sotacarbo dott. Alessandro Lanza in un momento delicato per la società in quanto gli impegni assunti dall’Assessorato alla Programmazione sono stati disattesi.»
Lo scrivono, in una nota, Emanuele Madeddu, segretario territoriale FILCTEM-CGIL Sulcis. Mario Marras, segretario regionale FLAEI-CISL e Pierluigi Loi, segretario regionale UILTEC-UIL.

«Nell’incontro tenuto lo scorso 19 giugno con l’assessore della Programmazione Giuseppe Fasolinoaggiungono i tre segretari -, avevamo ricevuto rassicurazioni rispetto alle soluzioni, sia immediate che di prospettiva, della problematica di Sotacarbo SpA. In particolare era stato prospettato che entro il 30 giugno sarebbero state identificate le soluzioni strutturali necessarie alla stabilizzazione ed al rilancio dell’Azienda, mentre già era stato deliberato dalla Regione Sardegna un un “incremento del finanziamento CEEP 2” anticipo di alcune centinaia di migliaia di euro rispetto ai progetti di Sotacarbo per l’anno 2020. Per quanto a nostra conoscenza, tali somme non sono state ancora accreditate all’Azienda, che versa in situazioni estremamente critiche riguardo la liquidità disponibile, con le ovvie conseguenze in termini di rispetto delle scadenze (retribuzioni, pagamento fornitori, pagamenti imposte, ecc.).»
«Rispetto all’identificazione della “soluzione strutturale”, nulla ci è stato comunicato, nonostante l’impegno assunto. Il solo “annuncio” di eventuali soluzioni da adottare non è di per sé risolutivo dei problemi, come già evidenziato durante l’incontro richiamato; è necessario avviare un percorso per “costruire” le azioni identificate per raggiungere gli obiettivi che Lei ha confermato essere  quelli della Regione Sardegnaaggiungono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -. La società di ricerca continua ad ottenere importanti risultati e riconoscimenti internazionali ma poi di fatto non è nelle condizioni di operare al meglio e avere un futuro certo.
Lo scorso 23 luglio abbiamo sollecitato un incontro per richiedere degli interventi immediati volti a:
– far pervenire alla Sotacarbo le risorse relative alla delibera sopra richiamata;
– mettere a conoscenza delle nostre organizzazioni sindacali delle determinazioni della Regione rispetto alle soluzioni strutturali identificate.
Conseguentemente coinvolgere le nostre organizzazioni sindacali nella costruzione fattiva e condivisa delle soluzioni strutturali, nel rispetto delle sfere di competenza e responsabilità delle parti.»
«Purtroppo, degli impegni assunti lo scorso 19 giugno ad oggi non abbiamo nessun riscontro, anzi le dimissioni del dott. Alessandro Lanza rappresentano un segnale assolutamente negativo così pure la situazione economica della Società stessa – concludono i tre segretari sindacali -. Per questo motivo ribadiamo la necessità di avere un incontro in tempi brevissimi per affrontare i temi noti, in attesa di un riscontro immediato la mobilitazione sarà l’unica risposta possibile.»

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«Esprimiamo solidarietà e vicinanza alle Lavoratrici e ai Lavoratori, dirigenti della Ceramica Mediterranea per quanto accaduto e, allo stesso tempo, ringraziamento a chi si è adoperato per lo spegnimento delle fiamme, contenendo un danno che sarebbe potuto essere ben più grave. Naturalmente chiediamo e attendiamo che venga fatta chiarezza su quanto accaduto. Dopo lo stop di 8 settimane legato al lockdown i lavoratori, con grande senso di responsabilità, hanno rinunciato alle ferie estive per affrontare l’emergenza Covid e garantire la produzione anche ad agosto. Auspichiamo che si riparta da subito con tutte le procedure e attività propedeutiche al riavvio della produzione, senza dover fare ricorso ad altri ammortizzatori sociali. Si tratta di un sito importante con una prospettiva di sviluppo produttivo che supera la nostra stessa regione.»

Lo scrivono, in una nota, i segretari territoriali Filctem CGIL Emanuele Madeddu e Femca CISL Lorenzo Mallica, dopo l’incendio verificatosi nello stabilimento Ceramica Mediterranea.

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Le Segreterie di FILCTEM CGIL, FLAEI CISL, UILTEC UIL hanno deciso le prime azioni di mobilitazione contro la Regione che «dopo oltre 6 mesi non si preoccupa di una sua Azienda partecipata», la Sotacarbo.
«Sono passati più di 6 mesiaffermano Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi, rispettivamente Segretari della FILCTEM CGIL Sulcis, FLAEI CISL Sardegna e UILTEC UIL Sardegnada quando avevamo richiesto all’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino un incontro per affrontare la complessa situazione finanziaria e operativa di Sotacarbo. Nonostante i solleciti e contatti informali, nulla è stato fatto dalla Regione, che non si può certo nascondere dietro l’emergenza Covid-19 per giustificare la propria totale assenza.»
«Le preoccupazioni di lavoratrici e lavoratori oggi sono confermate dalla stessa Azienda, che evidenzia un bilancio in rosso e gravi problemi a ricevere le risorse necessarie a portare avanti i progetti di ricerca; quel tracollo che si paventava a inizio anno si sta pericolosamente avvicinando aggiungono i tre segretari sindacali -. Il tempo è scaduto e non vogliamo permettere che ulteriori attese provochino danni irreparabili a impresa e lavoratori. Per questo non lasceremo nulla di intentato per richiamare tutti alle proprie responsabilità, a partire dalla Regione Sardegna che come proprietaria di Sotacarbo deve immediatamente intervenire e chiarire le proprie determinazioni.»
«È arrivato il momento della mobilitazione che FILCTEM, FLAEI e UILTEC hanno dichiarato, dopo una partecipata assemblea dei dipendenticoncludono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -, inizieremo con un presidio davanti all’assessorato del Bilancio della RAS a Cagliari il prossimo 24 giugno, e se sarà necessario proseguiremo con altre e più forti iniziative: qualcuno nei palazzi regionali si dovrà svegliare, ascoltare questo grido d’allarme e trovare soluzioni immediate.»

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Sono state ricordate stamane, a Gonnesa, nel corso di una breve cerimonia, le vittime della rivolta popolare del mese di maggio 1906. Alla presenza dei sindaci di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Iglesias Mauro Usai e Buggerru Laura Cappelli, e del presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, è stata deposta una corona d’alloro, benedetta dal parroco del paese, davanti alla lapide sistemata all’esterno del Municipio, il 23 maggio 1976, in occasione della celebrazione del 70°, nella quale si legge: «1906-1976, nel 70° anniversario Gonnesa operaia dedica a quanti tra i suoi figli pagarono con la vita o la perdita della libertà. La conquista di migliori e più umane condizioni di vita e di lavoro. Gonnesa, addì 23 maggio 1976». Erano presenti anche il segretario generale della CGIL della Sardegna Sud Occidentale Antonello Congiu, il segretario della Filctem CGIL Emanuele Madeddu, Franco Bardi della Fiom CGIL e l’ex segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Roberto Puddu.

«La rivolta fu la prima presa di coscienza dello sfruttamento cui era sottoposta la classe lavoratrice sarda. I primi minatori lavoravano in condizioni gravissime che rasentavano la schiavitù: il lavoro era continuo e logorante, molto pericoloso e sottopagato. Mancava qualsiasi forma di assistenza sociale e previdenziale da parte dello stato e il lavoratore con la misera paga non era in grado di sfamare la propria famiglia. L’operaio, inoltre, era legato all’azienda da un vincolo che prese il nome di “Ghignione”. Questo era un buono acquisto di cui si poteva usufruire soltanto nello spaccio dell’industria, che vendeva a prezzi più alti dei negozi le merce scadente. Queste condizioni portarono scontenti e malumori che sfociarono nella rivolta del maggio del 1906. La rivolta fu spontanea e dettata da fame e disperazione: i dimostranti chiedevano l’intervento del sindaco sul caro-viveri, dazio e tasse comunali. Dopo aver incendiato la cantina e l’ufficio del dazio, da Gonnesa, la manifestazione si diresse verso Bacu Abis e Nebida. L’epilogo fu tragico: i carabinieri arrivati da Iglesias spararono sulla folla. A Nebida ci furono due morti e quindici feriti, a Gonnesa tre morti e diciassette feriti. Oggi il 20 maggio, a Gonnesa, è festa civile.»