27 April, 2024
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I Riformatori sardi hanno presentato una mozione trasversale, condivisa da gran parte del Consiglio regionale (primo firmatario il coordinatore regionale, Michele Cossa) che sarà discussa in Consiglio regionale, che impegna la Giunta regionale ad attivarsi concretamente «presso gli organizzatori (principalmente la Gazzetta dello Sport) e le altre competenti sedi per riportare l’importante manifestazione sportiva internazionale in Sardegna, isola che ha dimostrato grande interesse per il ciclismo tifando compatta per Fabio Aru, ultimo vincitore della Vuelta spagnola, essendo il passaggio della manifestazione non solo un’importante possibilità di promozione sportiva e turistico-culturale internazionale, ma anche una concreta opportunità di crescita economica, con ricadute di enorme portata».

È dal 2007 che il Giro d’Italia salta la Sardegna. Dal 2008 in poi il tracciato della competizione ciclistica che tutta Italia ama ha (legittimamente) attraversato i confini nazionali andando in Danimarca, Olanda, Austria, ma non ha toccato la nostra isola.

«La Sardegna – sostengono i Riformatori sardi – deve uscire dall’angolo e dimostrare di saper promuovere un’iniziativa ad alto impatto economico attraverso una solida e concreta collaborazione tra istituzioni, visto che il Giro d’Italia rappresenta una straordinaria occasione di promozione turistico-culturale internazionale, un’opportunità di crescita economica con ricadute positive anche sull’ infrastruttura stradale della nostra Isola.»

I Riformatori sardi avevano già sollevato il problema l’anno scorso, proponendo varie ipotesi di percorso. Ad illustrare con Michele Cossa la mozione è stato Gino Mameli, organizzatore in passato di importanti manifestazioni ciclistiche di livello nazionale ed internazionale.

«Una manifestazione della portata del Giro d’Italia si presta ad eventi ciclistici paralleli che posporranno essere organizzate nei diversi centri della Sardegna, come bike night in grado di coinvolgere ciclisti e cicloamatori sardi in vere e proprie pedalate notturne che riaccenderanno le città con la formula della “notte bianca”. Saranno valorizzati e potenziati i percorsi cicloturistici presenti nell’isola – concludono i Riformatori sardi – e saranno promossi eventi per la sensibilizzazione dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto per una mobilità ecosostenibile.»

Fabio Aru 1

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Logo expo

Forse non esiste al mondo un tappeto tessuto da oltre duemila persone. Anche questa caratteristica fa del Social carpet, allestito davanti allo spazio Sardegna a Expo 2015, un oggetto straordinario, creato perfino dalle mani dei monaci tibetani. Il manufatto ha raggiunto ad ora la considerevole lunghezza di 22 metri, superando abbondantemente l’obiettivo prefissato.

Ogni giorno un tema colora la base di lana cruda sulla quale, lentamente, si disegna il tappeto: oggi l’ispirazione è legata ai semi del mondo, domani sarà la volta del food, con le nostre specialità regionali, e giovedì si chiude con il mare, per poi riprendere la lavorazione in Sardegna, sino al 30 settembre, con il finale a sorpresa. Da un’idea di Daniela Ducato – ambasciatrice della Sardegna all’Esposizione universale, presente nella sezione ‘Potenza del saper fare’ della mostra permanente del padiglione nazionale tra le 21 ‘case history’ del made in Italy – il Social carpet si è rivelato una delle maggiori attrazioni della settimana sarda a Milano.
Dopo l’inaugurazione dello stand con la prima tessitura del presidente Francesco Pigliaru, davvero in tanti hanno contributo alla costruzione del manufatto. Tra gli altri Meo Sacchetti e i giganti della Dinamo, innumerevoli visitatori stranieri, bambini, delegazioni, curiosi e autorità. Nel puntare l’ago sul tessuto, le mani dei passanti si sono ispirate ai libri e alle favole, al pane, al riso e al grano, alle preghiere, al vino e alle sue molteplici produzioni. È stata così raccontata l’innovazione sostenibile dell’isola in modo simpatico e festoso, cercando di trasmettere il messaggio coerente con il tematismo della qualità della vita. Nel tessuto hanno trovato spazio anche i simboli legati ai beniamini del basket e al campione del ciclismo, Fabio Aru.
Il Social carpet è stato richiesto per la settimana della moda milanese da un organizzatore casualmente in visita allo spazio Sardegna, due collezionisti americani ne hanno richiesto l’acquisto, valutandolo 2.000 euro a metro quadrato, nonché la possibilità di esporlo in gallerie d’arte statunitensi. Un marchio tessile del made in italy di fama internazionale ha regalato ritagli di lavorazione per arricchirlo ancora di più. Ma La dimensione del tappeto non è artistica, è invece ludica, è basata sul lavoro collettivo, su una manualità che precede il telaio, quasi primitiva. Un ritorno all’origine della creazione, con la costante possibilità di lasciare il testimone a qualcun altro che porta avanti un’idea comune, senza alcun vincolo.
Il tappeto senza trama, ordito e telaio è anche ricco di semi del Pianeta, specie vegetali in via di estinzione che preservano il suolo raccolte nei cluster dell’Expo dedicati al sud del mondo. Come il cacao proveniente dal Ruanda, il caffè del Burundi e dall’Uganda, il riso del Laos. Ma anche tè, vaniglia, moltissimi legumi e cereali. Accarezzando il tessuto i chicchi riemergono come se fossero nascosti e protetti dalla terra.
Nella prima parte della mattina, dalle 9.30 alle 10.30, il Social carpet è fuori Expo, in mercati, giardini, biblioteche, mezzi di trasporto e varie piazze milanesi. Dalle 11.30 alle 19.00, viene riportato all’interno dell’Esposizione universale davanti allo spazio regionale. L’idea di questa architettura è un omaggio ai ‘foodscape’, straordinari paesaggi isolani di biodiversità e cibo. La base attorno a cui si sviluppa la trama è la lana di pecora, a rappresentare l’anima produttiva, storica e alimentare sarda. Si aggiungono così terra cruda, paglie vegetali, lana di mare. La lavorazione è iniziata il 3 settembre a Cagliari, Iglesias e Gonnosfanadiga, è proseguita in vari centri sardi con una tappa itinerante, a bordo di un treno Cagliari-Olbia e ritorno, per poi volare a Milano. Simboleggerà il tessuto sociale di collaborazione e di pace, il legame spesso indissolubile della Sardegna coi suoi ospiti.

 

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Fabio Aru “imperatore” di Spagna, “disintegra” Tom Dumoulin sulle ultime salite e fa sua la Vuelta. Il campione di Villacidro ha inflitto al ciclista olandese un distacco di 3’52” ed ha riconquistato quella maglia rossa che era stata sua a lungo nel corso di tre settimane di corsa e domani festeggerà il suo capolavoro sul traguardo di Madrid.

Dopo aver sfiorato la vittoria al Giro d’Italia, Fabio Aru ha confermato di essere l’uomo nuovo delle grandi corse a tappe, trionfando nell’anno in cui la Vuelta ospitava tutti i migliori, escluso Alberto Contador. Al via c’erano anche il compagno di squadra Vincenzo Nibali, escluso dalla giuria in una delle prime tappe, e il trionfatore del Tour De France, Chris Froome.

Fabio Aru ha vinto al termine di una tappa che segna la storia del ciclismo degli ultimi anni, attaccando a 50 km dal traguardo.
La tappa è stata vinta dallo spagnolo Rubèn Plazacon 1’07” di vantaggio sul portoghese Josè Goncalves e 1’29” su Alessandro De Marchi. Fabio Aru è arrivato 24° a 3’38”, Tom Dumoulin 35° a 7’30”.
Fabio Aru ora guida la classifica generale con 1’17” sullo spagnolo Joaquin “Purito” Rodriguez e 1’29” sul polacco Rafal Majka. Tom Dumoulin è scivolato al 6° posto a 3’46”. Domani il grab finale con il trionfo di Fabio Aru, 25 anni, da Villacidro sul tetto del mondo del ciclismo.
Fabio Aru 1

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Fabio Aru attacca ma non stacca Tom Dumoulin, nella 18ª tappa e la Vuelta resta ancora in bilico per 3″, a tre tappe dalla conclusione. Il campione di Villacidro le ha tentate tutte sulla salita finale, posta a una decina di chilometri dall’arrivo, ma il leader della classifica generale gli è rimasto attaccato senza mai concedergli un metro ed alla fine ha anche tentato di guadagnare qualche secondo in pianura, senza successo.

La tappa è stata vinta dall’irlandese Nicholas Roche, figlio di Stephen Roche, grande campione degli anni ’80, vincitore nel 1987 di Giro d’Italia, Tour de France e Campionato mondiale su strada.

Fabio Aru ci riproverà sicuramente domani, in una 19ª tappa che presenta un tracciato insidioso, con un arrivo in salita.

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La Vuelta di Spagna 2015 si deciderà in uno straordinario testa a testa, nelle ultime quattro tappe, tra l’olandese Tom Dumoulin e il campione di Villacidro Fabio Aru. I due corridori sono divisi in classifica da soli 3″, dopo l’attesissima e temutissima tappa a cronometro odierna di Burgos, vinta dall’olandese, nuova maglia rosa. Tom Dumoulin ha letteralmente dominato sui 38,7 km a cronometro della 17ª tappa, precedendo di 1’04” il polacco Bodnar, mentre Fabio Aru è riuscito a contenere il ritardo in 1’53”, chiudendo al 10° posto. Purito Rodriguez, maglia rossa alla vigilia, ha subito un ritardo di 3’06” da Dumoulin e di 1’15” da Aru.
La cronometro, dunque, non ha deciso la vittoria finale della Vuelta che presenta altre tappe dure, con numerose salite ed offre quindi agli avversari della nuova maglia rossa la possibilità di recuperare, soprattutto a Fabio Aru, che potrebbe riprendersi la maglia a lungo vestita in questa Vuelta, anche con un abbuono su un traguardo di tappa o su un traguardo intermedio.
La 18ª tappa, in programma domani, sulla distanza di 204 km, proporrà 3 gran premi della montagna, due di terza categoria, ed uno di prima categoria, l’ultimo, il Puerto de la Quesera, posto a 13 km dal traguardo
La nuova classifica generale dopo la 17ª tappa.
1° Tom Dumoulin (Olanda); 2. Aru (Italia) a 3”; 3. Rodriguez (Spagna) a 1’15”; 4. Majka (Polonia) a 2’22”; 5. Quintana (Colombia) a 2’53”; 6. Valverde (Spagna) a 3’15”; 7. Chaves (Colombia) a 3’30”; 8. Moreno (Spagna) a 3’46”; 9. Nieve (Spagna) a 4’10”; 10. Meintjes (Sudafrica) a 6’51”.
Fabilo Aru 1Tom Mudoulin 1Classifica di tappa Classifica generale

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Fabio Aru perde la maglia rossa per 1″ ma resta in piena corsa per la vittoria finale della Vuelta di Spagna 2015. E’ questo l’esito della 16ª tappa della gara a tappe spagnola, ultimo dei grandi arrivi in salita, a Ermita de Alba, sul quale s’è imposto, al termine di una lunga fuga, il lussemburghese Frank Schleck, 35 anni, portacolori della Trek, con i grandi impegnati nella lotta per la vittoria finale, tutti insieme fino all’ultimo chilometro. E’ stato a quel punto che, dopo un duro lavoro di testa condotto da Mikel Landa, compagno di quadra di Fabio Aru, è scattato, come previsto, Purito Rodriguez, secondo on classifica a 1″ dal campione di Villacidro, che ha guadagnato qualche decina di metri, ma è stato inseguito proprio da Fabio Aru, rimasto fino ad allora in coda al gruppetto, che lo ha quasi ripreso, finendo alle sue spalle distanziato di soli 2″ e quindi scavalcato in testa alla classifica di 1″. In pratica non è cambiato niente, se non il possessore temporaneo della maglia di leader che però conta poco, considerato che mercoledì, dopo la giornata di riposo di domani, sarà la lunga e temutissima cronometro di 38,7 km, con arrivo a Burgos, quasi certamente, a decidere la vittoria finale della Vuelta.

Al terzo posto della classifica generale c’è Majka, distanziato di 1’35”, ma il terzo incomodo per la vittoria finale è l’attuale quarto della generale, l’olandese Dumoulin, in ritardo di 1’51”ma specialista delle corse contro il tempo.

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Fabio Aru è ancora leader della Vuelta dopo l’arrivo in salita della 14ª tappa, vinta dall’italiano Alessandro De Marchi davanti a un altro italiano, Salvatore Puccio. Il campione di Villacidro ha attaccato nel finale, distanziando i principali rivali, subendo poi il ritorno di Quintana e da Rodriguez, ai quali ha ceduto rispettivamente 7″ e 1″, ma guadagnando 19” sul rivale più temuto in vista della lunga cronometro che potrebbe decidere la vittoria finale, Dumoulin. Ora Fabio Aru guida la classifica con 26″ di vantaggio su Rodriguez e 49″ su Dumoulin.
Domani è in programma la quindicesima tappa, con due gran premi della montagna e un arrivo durissimo sull’Alto de Sotres (montagna di 1ª categoria).
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Fabio Aru 10Alberto Co0ntador e Mikel Landa 3

Fabio Aru dà ancora spettacolo al Sestriere, il 98° Giro d’Italia va ad Alberto Contador ma il futuro è suo. Sulla montagna preferita, sulla quale si allena spesso durante la preparazione invernale, il fuoriclasse di Villacidro ha corso da grandissimo campione, confermando di aver ritrovato la forma migliore e bissando così l’impresa di ieri.
Fabio Aru è giunto sul traguardo ancora in perfetta solitudine, dopo aver staccato uno ad uno tutti i protagonisti di questo splendido finale di Giro d’Italia, precedendo Hesjedal di 18″, Uran Uran e il compagno di squadra Mikel Landa di 24″, Kruijswjk di 34″ e, soprattutto, Alberto Contador di 2’25 (ai quali vanno aggiunti i 10″ di abbuono spettanti al vincitore di tappa).
Il campione spagnolo ha vinto questo Giro che si conclude domani con una tappa priva di significato per la classifica generale, con 2’02” di vantaggio su Fabio Aru e 3’14” su Mikel Landa Meana ma esce sconfitto dalla tappa odierna al di là di ogni aspettativa, dopo aver rischiato persino di saltare rovinosamente e di compromettere la vittoria finale.
La svolta della corsa si è avuta a 32,5 km dal traguardo, sulla penultima salita, quando Landa Meana ha tentato l’allungo andando all’inseguimento del fuggitivo Zakarin, poi raggiunto, Contador ha abbozzato la replica ma ha capito di non avere le gambe dei giorni migliori e lo ha lasciato andare, restando in un gruppetto comprendente anche Aru. La maglia rosa non ha saputo rispondere neppure ai successivi attacchi di Aru, Uran Uran, Kruijswjk e Kangert ed è passato sotto lo striscione del Gran Premio della Montagna con 1’27” di ritardo da Landa e 57″ da Aru. Sull’ultima salita, la sua salita, il Sestriere, Fabio Aru ha sferrato il suo attacco, firmando il suo capolavoro. Ha distanziato i compagni di fuga, ha raggiunto e si è lasciato alle spalle anche il compagno di squadra Landa e Katarin ed è andato a vincere a braccia alzate come faceva un certo… Marco Pantani.
Terzo un anno fa, secondo quest’anno, oggi Fabio Aru si candida già come già grande favorito del Giro d’Italia 2016 che non avrà al via Alberto Contador.
Il Sestriere ha consacrato definitivamente un grande campione, una nuova stella del ciclismo mondiale.

Fabio Aru torna grande e nella 19ª tappa, vince in solitudine con 1’18” di vantaggio (oltre ai 10″ di abbuono) su Contador e Landa e riconquista il secondo posto nella classifica generale del 98° Giro d’Italia, a 4’37” dal leader spagnolo e con 38″ di vantaggio sul compagno di squadra dell’Astana Mikel Landa Meana che lo aveva scavalcato al termine della tappa vinta a l’Aprica.

La tappa odierna è stata vivacizzata da Giovanni Visconti, ma soprattutto dall’impresa di Fabio Aru, che ha dimostrato tutto il suo valore e di aver superato le difficoltà emerse sul Mortirolo. La tappa si è decisa a poco meno di 8 km dal traguardo, quando Fabio Aru ha sferrato il suo attacco ed ha staccato sia il compagno di squadra Mikel Landa sia Alberto Contador che non ha risposto ed ha deciso di controllare la situazione, forte del vantaggio di oltre 6’00” sul campione di Villacidro.

Fabio Aru ha guadagnato la testa della corsa, raggiungendo e distanziando anche Hesjedal, scattato 300 metri prima di lui, ed è volato via in splendida solitudine verso il traguardo, dove si è tolto una grande soddisfazione, manifestando apertamente la sua gioia davanti alla fidanzata Valentina, ai genitori e ai molti tifosi arrivati dalla Sardegna per sostenerlo nelle ultime tappe di questo Giro.

Domani c’è l’ultima tappa di montagna, penultima del Giro, con l’arrivo al Sestriere, la sua montagna preferita, dove si allena spesso durante l’anno, nella quale Fabio Aru promette di essere ancora protagonista, con l’obiettivo di fare il bis di tappa e di conservare il secondo posto in classifica che costituirebbe un grande passo avanti rispetto a un anno fa, quando concluse sul terzo gradino del podio. E dopo un terzo posto, se arrivasse anche il secondo posto, il prossimo anno potrebbe completare la crescita con la conquista del Giro d’Italia. Fabio Aru ha la classe di un grande e chi lo conosce bene è convinto che sia un predestinato, per vincere sia il Giro d’Italia sia il Tour de France.

Fabio Aru Sardegna 5Fanio Aru 3 Fabio Aru sul podio 5  Fabio Aru champagne Classifica 19ª tappa

 

Alberto Contador AAru - Ladna 1

Alberto Contador è sempre più il padrone del Giro d’Italia. Nella 18ª tappa che ha registrato la seconda vittoria di tappa di Philippe Gilbert, dopo quello sul Monte Berico, il leader della corsa ha compiuto molto probabilmente segnato in maniera definitiva la classifica, ipotecando al 99% la maglia rosa del 98° Giro d’Italia. Mentre tutti aspettavano gli attacchi dei due leader dell’Astana, Mikel Landa Meana e Fabio Aru, sulle strade dalla Svizzera (Melide) a Verbania, il fuoriclasse spagnolo ha dato l’ennesima straordinaria dimostrazione di forza, aumentando il suo vantaggio sui due principali avversari di 1’13”.

Oggi è stato Contador ad approfittare di un episodio sfortunato che ha colpito Mikel Landa Meana, vittorioso due giorni fa nella tappa del Mortirolo con arrivo a l’Aprica, coinvolto in una caduta a circa 49 chilometri dal traguardo. Ha attaccato, ha distanziato i due avversari ed ha allungato ancora in classifica, in misura, a questo punto, quasi incolmabile.

La tappa è stata caratterizzata dalla lunga fuga di un gruppetto guidato da Philippe Gilbert, Alberto Contador ha acceso la corsa a circa 45 km dall’arrivo. Ha iniziato la sua azione sulla salita di Monte Ologno, accumulando un vantaggio diventato presto incolmabile. Mikel Landa Meana è riuscito a recuperare sul gruppetto di Fabio Aru ma il campione di Villacidro, non più in forma come all’inizio del Giro, non è riuscito limitare il distacco da Contador che è riuscito anche a neutralizzare un incidente meccanico (il salto della catena), riuscendo ad evitare persino il cambio della bicicletta.

Alberto Contador ha lasciato spazio ai fuggitivi, tra i quali non c’erano uomini di classifica, e si è preoccupato solo di tenere lontani da sé Landa e Aru. Nel gruppo di testa, a 19 km dal traguardo, Philippe Gilbert ha tentato la fuga solitaria, ha fatto il vuoto ed è andato a prendersi la seconda tappa di questo Giro, il Giro di Alberto Contador.

Mikel Landa Meana e Fabio Aru negli ultimi chilometri hanno recuperato qualcosa, riuscendo a limare il ritardo da 2′ a 1’13” ma il loro ritardo da Alberto Contador è ora rispettivamente di 5’15” e 6’05”. Alla fine mancano ancora tre tappe, due durissime di altissima montagna, domani e sabato, ma con un Alberto Contador così, non c’è più spazio per i sogni rosa dei due portacolori dell’Astana. Il Giro ha già il suo Re: Alberto Contador.