29 April, 2024
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Il Punto Nascite resterà al CTO di Iglesias e l’eventuale struttura d’emergenza per trattare i casi di infezione Covid-19 verrà individuata a Iglesias, con ipotesi più probabile l’ospedale Santa Barbara. Lo ha annunciato questa mattina, nel corso confermato della trasmissione “Dentro il Sulcis Iglesiente”, su Radio Star, il consigliere regionale Fabio Usai (PSd’Az) e lo ha confermato poco fa in una nota, il sindaco di Iglesias, Mauro Usai.

«A seguito dell’approvazione da parte della Giunta regionale del Piano Strategico per l’emergenza Covid-19, nel quale era contemplata l’individuazione del P.O. CTO di Iglesias come struttura per l’eventuale gestione dell’emergenza sanitaria, con conseguente trasferimento del Punto Nascite da Iglesias all’Ospedale Brotzu di Cagliari – si legge nella nota del sindaco di Iglesias -, le istanze presentate dai Sindaci del Sulcis Iglesiente, che chiedevano l’individuazione del Santa Barbara di Iglesias come presidio ospedaliero di riferimento, sono state raccolte dai consiglieri regionali del territorio, ed in particolare dagli onorevoli Giorgio Oppi, Fabio Usai e Michele Ennas, che si son fatti carico della problematica, accogliendo quanto richiesto dai Sindaci.»
«Questa mattina, per il tramite dell’onorevole Giorgio Oppi, si è avuta conferma del fatto che non si procederà al trasferimento del Punto Nascite dal CTO di Iglesias e che, solo come ultima ipotesi e nel caso di emergenza, si individuerà ad Iglesias la struttura di riferimento per il trattamento dell’infezione Covid-19 . Solo in questa fase successiva si valuterà il luogo più idoneo, che, anche i consiglieri regionali concordano possa essere il Santa Barbara.
La presente comunicazione – ha spiegato il sindaco di Iglesias – vuole rassicurare i cittadini del territorio riguardo la presa in carico da parte dei consiglieri delle richieste presentate dai Sindaci e dagli Amministratori, per la tutela della salute pubblica.»
«L’Amministrazione comunale di Iglesias e tutti i Sindaci del Territorio, rimangono a disposizione per garantire la massima collaborazione a livello istituzionale, nell’ambito degli interventi in corso per la prevenzione e il contenimento dell’emergenza Covid-19.»

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«Apprendo in questo momento le nuove direttive ATS che riguarderebbero un ipotetico trasferimento del PUNTO NASCITA dal CTO di Iglesias al presidio ospedaliero Brotzu… Questa decisione presa in totale solitudine da parte di alcuni dirigenti ATS non tiene in considerazione la situazione territoriale del Sulcis iglesiente, in quanto, il trasferimento esporrebbe le pazienti ad un rischio nettamente superiore rispetto all’espletamento del parto e delle relative cure ad esso connesse che si effettuerebbero nello stesso territorio di appartenenza con minore distanza e minori rischi. L’altro aspetto da considerare, consiste nel fatto che presso il P.O. SIRAI (non centro di riferimento Covid-19) è presente lo spazio adeguato per accogliere il punto nascita. Ulteriore aspetto da considerare consiste nel fatto che il personale medico, ostetrico ed infermieristico, sarebbe costretto a spostamenti continui di oltre 100 km… (andata e ritorno)… Per coprire i turni di servizio… Dobbiamo rilevare inoltre una criticità dovuta al fatto che alcuni operatori sanitari presentano limitazioni legate ad alcune patologie ed esigenze che rappresenterebbero per essi un ostacolo ulteriore nell’espletamento della loro attività professionale.»

Lo scrive, in una nota, Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.

«Oggi più che mai – aggiunge Fabio Usai – bisogna essere uniti per affrontare questa grave emergenza. Questo ipotetico trasferimento del punto nascita dal sul Sulcis Iglesiente al Cagliaritano mi vedrà con tutte le forze impegnato affinché il nostro territorio non debba subire l’ ennesima perdita anche temporanea di un servizio essenziale. Ribadisco con forza il nostro NO al trasferimento del punto nascita…il Sulcis Iglesiente ha bisogno di aumentare…Incrementare…I servizi…se vogliamo rappresentare il nostro territorio senza logiche di appartenenza politica, partitica, sindacale – conclude Fabio Usai -. Possiamo farlo… NO AL TRASFERIMENTO DEL PUNTO NASCITA.»

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Il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda ha presentato oggi un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Interno sull’emergenza criminalità venutasi a determinare negli ultimi mesi a Carbonia, con 11 attentati incendiari, 27 furti all’interno di abitazioni, microcriminalità ed atti di vandalismo

«Contestualmente all’impoverimento dei suindicati territori, si registra un aumento costante dei reati e degli episodi di microcriminalità, oltre che di fenomeni legati allo spaccio di sostanze stupefacenti e che, in particolare, sono aumentati gli attentati incendiari, i furti nelle abitazioni del centro e nelle frazioni, nonché gli episodi di vandalismo – scrive nell’interrogazione Salvatore Deidda -. Le Autorità preposte, a fronte dei suindicati, allarmanti dati e, più in generale, in ragione di una sensazione di insicurezza diffusa, sia nel centro di Carbonia che nelle frazioni, hanno cercato di garantire una maggiore presenza nel territorio delle varie Forze di Polizia anche se la vastità del territorio comunale necessiterebbe di un incremento dei mezzi umani e materiali un dispendio di energie e mezzi notevoli.»

Salvatore Deidda chiede al ministro dell’Interno «se sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative intenda assumere al fine di implementare ulteriormente l’organico, nonché i mezzi a disposizione per la tutela della sicurezza nella città di Carbonia».

Il deputato di Fratelli d’Italia ha raccolto l’appello di tanti cittadini e del consigliere regionale del PSD’AZ Fabio Usai.

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La sala conferenze Casa Fenu di Villamassargia, ospita questa mattina, con inizio alle ore 10.30, un interessante incontro-dibattito sulla Sanità e, in particolare, sulla prospettiva, di cui si parla da anni, della realizzazione di un ospedale unico per il Sulcis Iglesiente. L’iniziativa è dell’Amministrazione comunale di Villamassargia, guidata dal sindaco Debora Porrà, in collaborazione con la “Scuola Civica di Politica” del comune di Villamassargia.

Sono previsti gli interventi di Debora Porrà, sindaco di Villamassargia; Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione; Ferdinando Angelantoni, direttore della ASSL di Carbonia; Francesca Ticca, segretaria generale della UIL Sardegna; Graziano Lebiu, presidente dell’OPI Carbonia-Iglesias; Antonio Onnis, commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, già commissario della ASL 7 di Carbonia; Manolo Mureddu, giornalista.

 

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«Il sito produttivo della Carbosulcis può essere riconvertito e rappresentare un polo tecnologico d’eccellenza per il territorio, in grado di garantire occupazione di qualità.»

Con questo messaggio si è concluso stamane l’incontro fra il consigliere regionale Fabio Usai e l’amministratore unico della miniera Francesco Lippi, alla presenza dei rappresentanti della RSU Gian Matteo Sabiu e Silvia Marongiu.

Nella discussione Francesco Lippi ha illustrato le potenzialità del sito industriale e l’importanza dei potenziali progetti di riconversione produttiva che, sostenuti e finanziati concretamente, come quello ARIA già avviato con successo in collaborazione con l’INFN, potrebbero realmente rappresentare una straordinaria prospettiva di sviluppo per il personale occupato nella ex miniera e in generale nel territorio. E grazie ai quali si potrebbe passare da una condizione di chiusura pianificata del sito a un suo rilancio totale. Secondo quanto dichiarato dall’Amministratore, per raggiungere questo risultato sarà necessario il pieno appoggio di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nella vertenza.
«Il vero obiettivo – ha ribadito Francesco Lippi -, dovrà essere quello di rendere la Carbosulcis una realtà strategica per la Sardegna per quanto riguarda lo sviluppo di tecnologie green e, in particolare, quelle a sostegno di innovativi progetti come quello, già in corso di ideazione in Carbosulcis, per la produzione e l’accumulo nelle gallerie di energia da riutilizzare, in caso di bisogno, in ambito regionale anche a sostegno di altre realtà produttive. Allo stesso modo di un altro potenziale progetto per la realizzazione di fertilizzanti di elevata qualità da inglobare in altre tipologie di prodotti realizzati in Sardegna e da utilizzare secondo un’ottica di economia circolare.»

Idee e progetti, ma soprattutto un approccio costruttivo e propositivo, che hanno trovato il favore e il totale sostegno del consigliere regionale Fabio Usai, il quale, dopo aver ascoltato con attenzione l’illustrazione dei percorsi per il possibile rilancio del sito, ha assicurato pieno appoggio all’amministratore unico, nonché all’azione portata avanti quotidianamente dalla rappresentanza sindacale unitaria e dalle maestranze che, nonostante il percorso di chiusura pianificata, hanno scelto di non arrendersi e di credere ancora in un rilancio produttivo.

A tal proposito, Fabio Usai si è impegnato a proseguire nelle interlocuzioni già avviate e in corso con la commissione consiliare dell’Industria e gli assessorati di pertinenza, per assegnare ai progetti di riconversione del sito minerario la giusta attenzione e, in prospettiva, l’adeguato sostegno politico e finanziario.

Per il consigliere regionale sardista, il rilancio della Carbosulcis potrebbe rappresentare realmente una delle basi sulle quali rilanciare l’intero Sulcis Iglesiente e dimostrare, una volta per tutte, dopo anni di chiusure in serie di realtà produttive, che puntando su idee concrete e sostenibili anche in questo territorio si potrà creare vero sviluppo e di conseguenza occupazione di qualità.

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«Stamattina ho visitato alcuni reparti dell’ospedale Sirai di Carbonia…Ho parlato con molti operatori del settore…Ho incontrato tanti pazienti…Emerge un dato…Sulla sanità c’è bisogno di investire più risorse e di allocarle meglio…Questa è una battaglia a cui non mi sottrarrò mai…»

A dirlo, è Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.

«Ho raccolto anche le testimonianze sulle serie problematiche che avvolgono il Pronto Soccorso, dove la grave carenza di personale, provoca tempi spesso lunghissimi nell’assistenza dei codici gialli e verdi. Pazienti costretti ad attese di moltissime ore, talvolta giornate intere, per essere assistite. Tutto ciò non è più accettabile – ha aggiunto Fabio Usai -. Farò tutto quello che posso, in funzione delle legittime aspettative del nostro territorio. La riforma della sanità dovrà inevitabilmente contenere al suo interno alcuni principi che garantiscano più autonomia per quanto riguarda la gestione del personale e più margini decisionali per il dislocamento delle risorse finanziarie in ogni singola Asl.»

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«È inaccettabile che a 23 mesi dall’acquisizione dello stabilimento Alcoa di Portovesme, in pompa magna di fronte ai cancelli con l’allora Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, grazie allo stanziamento (tramite forma di prestito agevolato e in parte a fondo perduto) di considerevoli risorse economiche pubbliche, centinaia di lavoratori del Sulcis Iglesiente non sappiano ancora oggi quale sarà il proprio destino occupazionale e quando verranno ricollocati in quella che un tempo era la “propria” fabbrica.»

Il consigliere regionale sardista Fabio Usai interviene nel dibattito sul fututo del polo industriale, in particolare sulla vertenza Sider Alloys.

«Inoltre è un fatto grave, che desta non poca preoccupazione, la volontà della multinazionale svizzera di voler avviare la procedura di cassa integrazione per le maestranze attualmente occupate dentro lo smelter – aggiunge Fabio Usai -. Una decisione presa, ha spiegato l’azienda, in quanto i percorsi per la definizione dell’accordo prospettato dal governo nazionale con Enel sulle tariffe energetiche, non si sono ancora conclusi positivamente e definitivamente. Ma perché questo accordo ancora non si è concretizzato?
Come è stato divulgato in ambito sindacale e dalla stessa azienda in svariate interlocuzioni, perché la Sider Alloys dichiara di non avere o di non voler mettere a disposizione le ragguardevoli (oltre 90 milioni di euro) risorse finanziarie per onorare la fideiussione bancaria pretesa quale garanzia dall’ENEL per sottoscrivere qualsiasi genere di intesa sulla materia energetica.»

«Un punto (quello della sproporzionata cifra richiesta da ENEL) su cui si è d’accordo e sul quale si auspica si arrivi (grazie all’intervento del MISE) a una rimodulazione al ribasso della cifra – sottolinea Fabio Usai –  Ma che, contemporaneamente, preoccupa sulla reale capacità e strutturazione finanziaria dell’azienda. Ci si chiede, infatti, cosa potrebbe accadere se, una volta riavviato lo stabilimento, ci dovessero essere problemi di mercato o improvvisi, quanto aggiuntivi e improcrastinabili, interventi manutentivi da effettuare? L’azienda avrebbe la strutturazione economica per far fronte a queste situazioni? Potrebbe sostenere i costi di esercizio (come spesso accade in questo settore per via degli inevitabili cicli economici che influiscono sul prezzo e la domanda del metallo) senza la liquidità economica garantita dalla vendita del proprio prodotto in periodi più o meno lunghi? Lo potrebbe fare mantenendo inalterata la forza lavoro e senza domandare ulteriori risorse economiche pubbliche?
Domande legittime, anche perché parliamo di una fabbrica di alluminio primario e non di un’attività imprenditoriale qualunque.
Tutto ciò anche in considerazione del fatto che la fabbrica di Portovesme è stata acquisita dalla Sider Alloys a COSTO NULLO e con una considerevole dote economica lasciata dal precedente proprietario Alcoa e dalla Regione Sardegna. Oltre, ovviamente, grazie all’ottenimento di un prestito di denaro pubblico a tasso estremamente agevolato.»

«Gli impianti, va ricordato senza timori, sono stati rilevati senza che la Sider Alloys abbia pagato un solo euro per essi – rimarca Fabio Usai -.
Ci si domanda quindi, alla luce di queste evidenze, quanto questa azienda voglia realmente investire nel Sulcis Iglesiente. Rispetto, anche, alla sua scelta di voler affidare gran parte dei lavori di pre-revamping interni alla fabbrica ad aziende provenienti da altre regioni italiane e non contribuendo così a favorire importanti quanto legittime ricadute economiche nel nostro martoriato territorio. Ma in questo momento l’aspetto che maggiormente lascia di stucco è proprio quello della volontà aziendale di aprire la cassa integrazione dimostrando così di non voler credere fino in fondo nella risoluzione della vertenza e dell’investimento produttivo. Soprattutto, dimostrando di voler utilizzare (strumentalizzandoli) ancora una volta i lavoratori quale leva di convincimento verso il governo nazionale senza tenere conto di ciò che questi padri e madri di famiglia hanno passato (al pari di ciò che stanno purtroppo ancora passando le centinaia di essi che sono in mobilità in deroga in attesa di ricollocazione) in tutti questi anni di sfibranti battaglie, di deprivazioni economiche e infinite attese per la riconquista del proprio lavoro.
I lavoratori che hanno lottato e creduto nella ripartenza della fabbrica (quelli già collocati e gli altri da ricollocare) meritano un’azienda responsabile e coraggiosa che sappia esprimere un management all’altezza della situazione e delle sfide produttive che la attendono e che non retroceda di fronte alle prime difficoltà lasciando il peso dei problemi sulla parte più debole della vertenza; ossia i lavoratori, i quali meritano, al pari dei cittadini e dell’intero territorio, un’azienda che investa e metta del suo. È ancora vivido, infatti, nella memoria di tutti noi il ricordo delle tante realtà imprenditoriali che dalla zona industriale di Iglesias fino alla stessa Portovesme, negli anni sono piovute dal cielo percependo laute sovvenzioni pubbliche che una volta esaurite hanno lasciato (nella complicità e nei silenzi di troppi attori istituzionali e sociali dell’epoca) macerie e cattedrali nel deserto. Stavolta queste situazioni non si dovranno ripetere. Perciò, è auspicabile che già dall’imminente vertice del prossimo 23 gennaio al Ministero dello Sviluppo Economico si trovino soluzioni per scongiurare la collocazione dei lavoratori in cassa integrazione, per addivenire a un accordo definitivo tra azienda e ENEL e, contestualmente, per riconoscere un ammortizzatore sociale CONGRUO per i lavoratori che ancora attendono di essere ricollocati nella propria fabbrica.»

«Nel frattempo – conclude il consigliere regionale del PSd’Az – la Sider Alloys cambi atteggiamento…»

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«Le attività e i dibattiti pubblici ed in plenaria per mezzo delle conferenze di servizio organizzate dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche in data 6 settembre, 7 ottobre, 4 novembre e 16 novembre scorsi nel Sulcis Iglesiente a sostegno del riconoscimento di una ASL autonoma e direttamente riferibile al territorio, ha sortito i suoi effetti, unitamente a tutte le altre iniziative  di altre istituzioni: il ddl di Riforma del SSR prevede, rispetto alla prima stesura, il riconoscimento della ASL 7 Sulcis Iglesiente, di cui all’art. 8; comma 2; lettera g).»

Lo scrive, in una nota, Graziano Lebiu, presidente dell’OPI, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche del Sulcis Iglesiente.

«E’ importante evidenziare che la Giunta regionale Christian Solinas e l’assessore della Sanità Mario Nieddu – aggiunge Graziano Lebiu – si sono messi in posizione di ascolto, e con senso di responsabilità politica hanno voluto recepire le istanze che arrivavano dai territori, disegnando una proposta di legge di riforma migliorativa con i cittadini, con le professioni, con gli enti locali.»

«Un DDL non calato dall’alto quindi pur atteso alla prova dei fatti, e che in VI Commissione Sanità si cercherà di rendere ancora più armonico e non peggiorativo del Riordino precedente. Un sentito ringraziamento per il risultato ottenuto vada ai sindaci dell’ex provincia Carbonia Iglesias, alle associazioni civiche e sindacali, ai 127mila abitanti del Sulcis Iglesiente, ai rappresentati diretti del territorio in Consiglio regionale on. Michele Ennas e on. Fabio Usai – conclude Graziano Lebiu -. Quando la politica ascolta i cittadini e non solo se stessa, è sempre un buon inizio.»

 

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La fortissima denuncia fatta dall’ex presidente della Regione, Mauro Pili, sul traffico dei fanghi fognari dalla Campania e dalla Puglia alla Planargia, nel territorio di Magomadas, sta avendo un’eco sempre più vasta che ha valicato fin da ieri i confini regionali, sui media nazionali e sui social, ed ha raggiunto anche il Palazzo del Consiglio regionale. Stamane, 6 consiglieri regionali del Partito Sardo d’Azione, Stefano Schirru, Nanni Lancioni, Franco Mula, Piero Maieli, Giovanni Satta e Fabio Usai, hanno presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta all’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, relativa «allo sversamento di fanghi fognari nella pianura di Magomadas».

«Nella pianura di Magomadas nel 2017 è stata autorizzata l’installazione di un impianto per lo smaltimento di rifiuti speciali per 80.000 tonnellate di fanghi da essiccare, ossia per un quantitativo ben superiore a quello che produce l’intera Sardegna – spiega l’on. Fabio Usai, uno dei sei sottoscrittori dell’interrogazione -. Nella piana di Magomadas, situata a pochi km da Bosa, una delle zone turistiche più rinomate della costa nord-occidentale, sono presenti aziende agricole che vedono nella pastorizia e nelle pregiate vigne la loro attività principale.»

«Di fatto, la Sardegna è entrata a pieno titolo, nel circuito dello smaltimento illegale di rifiuti – si legge nell’interrogazione -; in questo momento storico in cui milioni di ragazzi di tutto il mondo manifestano per la difesa dell’ambiente, i cittadini sardi devono avere la certezza che, in nessuna zona dell’Isola, avvengano illeciti di questo tipo e chiedono, oggi più che mai, di poter far crescere i propri figli senza dover temere per la loro incolumità e la loro salute; considerato che tali discariche risultano essere autentiche bombe ecologiche che violentano il nostro splendido territorio, la Regione, per quanto di competenza, si deve attivare al fine di ridare alle popolazioni che hanno subito l’inquinamento di quei terreni la sicurezza che in quei luoghi non vengano più sversati fanghi fognari o nessun altro tipo di sostanza tossica.»

«Abbiamo chiesto all’assessore della Difesa dell’Ambiente – conclude Fabio Usai – se sia a conoscenza della situazione descritta e quali azioni intenda porre in essere, al fine di trovare una soluzione a tale problematica.»

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«È con grande rammarico e notevole preoccupazione che apprendo la notizia dell’ulteriore decadimento dell’ex distretto Area di Carbonia Iglesias. Molti cittadini lamentano il fatto che da diverse settimane sia stato sospeso persino il servizio di ricezione al pubblico, con tanto di cartello affisso sul portone d’ingresso. È ancor più triste apprendere che anche l’attività ordinaria del distretto è completamente sospesa, adesso non si ottengono più risposte relativamente alle istanze (per citare le più frequenti e ordinarie) di voltura contratti o ampliamento nuclei, o alle rateizzazioni di debiti. Restano invece totalmente paralizzate le procedure di vendita del patrimonio e le locazioni dei locali commerciali e terreni.»

La denuncia arriva da Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.

«La motivazione di questa paralisi sarebbe dovuta al cambio di software fortemente voluto dall’allora direttore generale ed attuale dirigente ad interim – aggiunge Fabio Usai -. Inspiegabilmente il 27/11/2019 è stato deciso dalla dirigente pro tempore di abbandonare, per Carbonia, il vecchio sistema per installare il nuovo, determinando ciò un completo arresto delle attività dei pochi dipendenti assegnati alla sede. Infatti, non si comprende come mai Carbonia debba subire lo stacco del vecchio sistema, mentre Cagliari, con cui condivideva il medesimo software, attraverso il suo dirigente, dichiara di non poter procedere a causa di problemi strutturali dello stesso che non permettono appunto il passaggio, almeno cosi repentino, ad un software che non tiene conto delle peculiarità territoriali e gestionali. Appare ancor più inspiegabile il motivo per cui il distretto di Carbonia, considerata la sua importanza numerica per numero di alloggi e locali, nonché di utenza, debba sopportare una tale stasi che sta determinando il collasso dello stesso.»

«A ciò si aggiunge la carenza di personale (attualmente infatti sono in servizio un solo funzionario, 3 cat C e 2 cat B con un dirigente ad interim assegnato al servizio di Oristano che piuttosto che limitarsi all’ordinaria amministrazione, procede, senza essere disturbata, a cambiamenti tanto repentini quanto pericolosi per tutto il territorio) – sottolinea Fabio Usai -. Nonostante le continue interlocuzioni del sottoscritto con la parte politica competente ad oggi la situazione appare decisamente peggiorata. La soluzione a ciò, come spesso delineata, consiste nel ridare organo politico ad Area (priva di amministratore unico dal mese di settembre) e successivamente ricoprire i posti dirigenziali vacanti dei servizi territoriali con figure professionali che siano ad essi dedicati. L’interim può essere una soluzione momentanea, che ad oggi è andata oltre ogni accettabile tempistica. In particolare, il territorio dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, che mi sento di rappresentare, necessita di un dirigente a tempo pieno, con il quale gli enti locali e i cittadini possano avere confronto e soprattutto possano ricevere risposte. Non posso ulteriormente accettare l’impoverimento istituzionale di questo territorio, che ad oggi, ha visto solo ulteriori perdite. Si auspica – conclude Fabio Usai – una soluzione tempestiva, data la necessità di intervento immediato, onde evitare il collasso definitivo anche di questo ente regionale, fondamentale per il diritto all’abitazione dei cittadini.»