19 December, 2025
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Servizio di dialisi notturna a rischio chiusura all’ospedale Sirai di Carbonia. A lanciare l’allarme è Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.
«Spiace constatare che ciclicamente la “dialisi notturna”, ovvero uno dei più importanti e (a livello nazionale) riconosciuti e invidiati servizi sanitari di cura dell’ospedale Sirai di Carbonia, viene messa in discussione con un’evidente noncuranza delle ripercussioni che l’abolizione di questo straordinario protocollo terapeutico avrebbe nella salute e in generale qualità di vita dei pazientiscrive in una nota il consigliere regionale dei 4 Mori -. È notizia di ieri, infatti, che la cronica mancanza di personale infermieristico negli ospedali del territorio (Sirai e Santa Barbara), specificamente nei reparti di nefrologia e dialisi, ha dato origine alla decisione di rimodulare gli orari del personale impiegato in tali strutture, in modalità incompatibile con l’espletamento del servizio soprammenzionato. Una decisione dei dirigenti sanitari motivata da necessità organizzative ma che cozza profondamente con l’esigenza di garantire agli assistiti le migliori cure rese disponibili dalla scienza nelle relative strutture. Per questo motivo i pazienti, che grazie alla dialisi notturna hanno visto aumentare e migliorare sensibilmente, negli ultimi anni, la propria aspettativa e qualità di vita, manifestano enorme preoccupazione rispetto all’eventualità che questo servizio salvavita venga interrotto o nella migliore delle ipotesi depotenziato al pari di tanti altri nel territorio.»

«Un servizio, è bene ricordarlo, nella sua innovatività tra i pochi in Italia e considerato all’avanguardia in ambito scientificoaggiunge Fabio Usai -. Grazie a esso, i pazienti possono godere delle cure la notte e vivere una quotidianità pressoché normale di giorno. Inoltre, considerato il suo espletamento tramite tempistiche più lunghe rispetto  a una normale dialisi, le conseguenze fisiche per chi viene sottoposto al trattamento sono nel medio e lungo periodo estremamente meno impattanti per la salute. Nondimeno, preservare la “dialisi notturna” nel nostro territorio oltre a essere esercizio fondamentale per garantire la salute dei pazienti, significa anche proteggere uno dei pochi servizi sanitari d’eccellenza rimasti, ed evitare che lo smantellamento degli ospedali del Sulcis Iglesiente, iniziato svariati anni or sono, proceda inesorabile.»

«Sollecito fortemente il direttore ASSL Carbonia Carlo Murru, il Commissario dell’ATS Massimo Temussi, e l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, ad adoperarsi per identificare una soluzione alternativa a quella della disintegrazione del servizio di “dialisi notturna” – conclude Fabio Usai -. In caso contrario saremo pronti a dare battaglia contro questa decisione scellerata e fortemente lesiva della salute dei pazienti e in generale dei cittadini del territorio.»

 

«Ammonterà in totale a 3.500.000 euro la cifra destinata oggi (tramite l’assestamento di bilancio) dal Consiglio regionale all’attivazione di progetti di politiche attive del lavoro per le ex maestranze delle vertenze Sider Alloys, Porto Canale e Air Italy. La somma, finanziata grazie ai contributi provenienti dal “Fondo Europeo di Adeguamento alla Globalizzazione” e in parte grazie ad un cofinanziamento regionale di 1.400.000 euro, servirà ad allestire piani di allineamento delle competenze e di reinclusione nel mercato del lavoro per almeno 1.300 ex lavoratori; 600 di essi legati alla vertenza Sider Alloys; 500 a quella Air Italy e, infine, 200 al Porto Canale.»
Lo scrive, in una nota, Fabio Usai, consigliere regionale del Partito sardo d’Azione.

«Nello specifico aggiunge Fabio Usai i beneficiari di questi progetti potranno essere impiegati in attività quali:

  • formazione e riqualificazione su misura, anche nel campo ICT e della certificazione delle competenze;
  • assistenza per la ricerca di un lavoro e il ricollocamento;
  • orientamento professionale;
  • servizi di consulenza e tutoraggio;
  • promozione dell’imprenditorialità e assistenza al lavoro autonomo;
  • creazione e rilevamento di imprese da parte dei dipendenti, nonché per attività di cooperazione;
  • misure speciali di durata limitata, come l’indennità per la ricerca di un lavoro, gli incentivi all’assunzione destinati ai datori di lavoro e le indennità per la mobilità territoriale, di soggiorno o di formazione e per l’integrazione salariale per chi partecipa ad attività di formazione ed apprendimento permanente.»
    «In particolare i lavoratori ex Alcoa/Sider Alloys (espulsi dai cicli produttivi nel dicembre 2012 ed ancora oggi sottoposti a regime di mobilità in deroga con consistente decurtazione economica della stessa), così come discusso in questi mesi nelle diverse riunioni tenutesi alla presenza del presidente della Regione Christian Solinas, dell’assessora del Lavoro Alessandra Zedda e delle rappresentanze sindacali, potranno essere introdotti, contestualmente e di pari passo all’avvio del piano di revamping e di riavvio dell’unità produttiva di Portovesme, a un percorso di riprofessionalizzazione e allineamento delle competenze, propedeutico alla loro progressiva ricollocazione all’interno della fabbricasottolinea Fabio Usai . L’auspicio è che, in conseguenza allo stanziamento odierno delle risorse da parte della Regione Sardegna, ognuno dei soggetti coinvolti nella vertenza, in primis a partire dalla multinazionale svizzera, faccia la propria parte per concretizzare il prima possibile il piano di politiche attive e, si spera in tempi rapidi, la ricollocazione di tutte le maestranze all’interno dello stabilimento.»
    «Il Sulcis Iglesiente, territorio fra i più colpiti dalla crisi economica degli anni scorsi conclude il consigliere regionale sardista – necessita di urgenti interventi occupazionali e di un’inversione di tendenza immediata che solo il riavvio di grandi realtà produttive come appunto Sider Alloys potrebbe assicurare nel brevissimo periodo.»

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In queste ore ho presentato (insieme ai miei colleghi del gruppo consiliare del Partito Sardo D’Azione) un’interrogazione all’assessore regionale della Sanità, per quanto riguarda il fondamentale tema della medicina territoriale e del rilancio delle Case della Salute.

Il mese scorso, ricorderete bene, come maggioranza regionale abbiamo varato la nuova riforma sanitaria, per mettere riparo ai danni provocati dalla precedente riforma approvata dal governo di centrosinistra. In questi anni, a causa di essa, abbiamo assistito ad un progressivo depotenziamento dei servizi sanitari e della medicina territoriale, all’allungamento delle liste d’attesa, alla chiusura di interi reparti e al depauperamento del capitale umano costituito da medici, infermieri e operatori socio-sanitari.

Tutte criticità sulle quali è giunto il momento di mettere mano in modo efficace e concreto.

Tra le varie cose, è necessario ricostruire e rilanciare l’assistenza sanitaria territoriale, potenziando gli importantissimi presidi costituiti dalle Case della Salute che, secondo quanto previsto dai legislatori nazionali quando furono introdotte, sarebbero dovute diventare «strutture polivalenti in grado di erogare in uno stesso spazio fisico l’insieme delle prestazioni socio sanitarie, favorendo, attraverso la contiguità spaziale dei servizi e degli operatori, l’unitarietà e l’integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni socio-sanitarie, fino a diventare le strutture di riferimento per l’erogazione dell’insieme delle cure primarie», ma che, purtroppo, nel nostro territorio si sono invece rivelate, soprattutto dopo la riforma sanitaria varata dalla precedente Giunta Pigliaru, in gran parte delle scatole vuote.

Perciò, è necessario rilanciarle, dotarle di organici adeguati, in termini di medici, infermieri ed operatori socio sanitari, potenziando, ad esempio fra i tanti, i servizi di diabetologia, pediatria, il centro prelievi, l’assistenza continua dei pazienti anche dopo le loro dimissioni dalle strutture ospedaliere, senza però togliere spazio alle attività di screening tra la popolazione, allo scopo di prevenire le patologie più diffuse.

All’assessore Mario Nieddu, chiedo di illustrare gli intendimenti della Giunta su questo importante argomento e, soprattutto, offro tutto il mio impegno, affinché si raggiungano gli obiettivi di ricostruire una Sanità nel territorio a dimensione dei bisogni dei suoi cittadini.

Fabio Usai

Consigliere regionale PSD’Az

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«È stata dura: abbiamo lavorato alacremente in queste settimane per arrivare a questo importante risultato confrontandoci con criticità di vario tipo e vincendo numerose resistenze, anche interne all’ATS, ma alla fine siamo riusciti a migliorare una situazione divenuta oramai insostenibile; soprattutto, negli ultimi tempi vista la recrudescenza dell’epidemia di Covid-19 anche nel nostro territorio.»

L’on. Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione, esprime soddisfazione per la soluzione del problema dell’accreditamento del macchinario processa-tamponi.

«Recriminazioni e polemiche a parteaggiunge Fabio Usai -, l’aspetto più importante è che da oggi anche nella ASSL Carbonia, ovvero l’azienda sanitaria del Sulcis Iglesiente, si potranno processare i tamponi per l’individuazione del Covid-19. I nostri laboratori di analisi, per la diagnosi molecolare basati sulla ricerca del genoma SARS-CoV-2, sono stati accreditati e riconosciuti dalla Regione Sardegna.»

«Alle critiche di questi giorni, rispondiamo con i fatti e con l’impegno costante a favore dei cittadini, degli operatori sanitari e dei pazienticonclude il consigliere regionale sardista -. Da oggi il nostro territorio ha un’arma in più per individuare velocemente il virus ed interrompere ogni potenziale catena di contagi.»

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La consigliera regionale Elena Fancello, ex Movimento Cinque Stelle e ora al Gruppo Misto, ha aderito al Partito Sardo d’Azione. Ad annunciare l’ingresso nel partito sono stati gli stessi Franco Mula, Nanni Lancioni, Piero Maieli, Giovanni Satta, Stefano Schirru e Fabio Usai.
«I consiglieri esprimono grande soddisfazione per il nuovo ingresso, la scelta effettuata dell’onorevole Fancello, infatti, è stata accolta con grande entusiasmo. Lo spessore politico e umano che caratterizza l’on. Fancello – aggiungono i consiglieri sardisti – apporterà un importante contributo all’azione politica della maggioranza e di tutto il Consiglio regionale.»
Antonio Caria

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«Oggi abbiamo approvato definitivamente la nuova riforma della sanità. Finalmente voltiamo pagina. Lo avevano promesso in campagna elettorale, che tra i primi obiettivi della nostra maggioranza ci sarebbe stata l’eliminazione e la sostituzione dell’iniqua quanto dannosa riforma sanitaria, approvata dal centrosinistra nella precedente legislatura.»
Lo ha detto, questa sera, Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.
«Una riforma, quella fino a oggi vigente, scellerata che dopo aver dato origine all’ATS (ASL unica), ha accentrato i poteri e allontanato gran parte dei servizi sanitari dal nostro territorio, ingenerando, come conseguenza, la chiusura ed il trasferimento di diversi reparti ospedalieri ed il peggioramento delle liste d’attesa per effettuare qualsiasi tipo di visita specialisticaha aggiunto Fabio Usai -. Con questa riforma ricostituiamo la ASL nel nostro territorio e restituiamo al territorio la possibilità di costruire e rimodulare, autonomamente, un’offerta sanitaria coerente con i bisogni di tutti i cittadini. Poniamo le basi per riconquistare i servizi ospedalieri e sanitari persi negli anni precedenti; ridiamo potere gestionale, economico ed amministrativo, nonché autonomia, in campo sanitario, al Sulcis Iglesienteha rimarcato Fabio Usai -. Ovviamente, la strada per ricostruire la sanità nel nostro territorio è ancora irta di ostacoli, visti gli scempi degli anni passati, ma certamente, oggi, abbiamo posto un tassello fondamentale per cambiare e migliorare la qualità della vita dei cittadini.»
«D’ora in pi, lavoreremo senza sosta all’applicazione della riforma e per dare gambe a tutti i progetti di rilancio della sanità nel Sulcis Iglesienteha concluso Fabio Usai -. Per questo grande risultato, voglio ringraziare, oltre i colleghi del Consiglio regionale, di maggioranza e di partito, anche i tanti amministratori locali, rappresentanti degli ordini professionali e delle associazioni, del sindacato e del mondo del lavoro (soprattutto in ambito sanitario), che l’autunno scorso hanno dato vita ad una mobilitazione continua nel territorio per arrivare a questo obiettivo.

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«Giù le mani dalla provincia del Sud Sardegna e presto del Sulcis Iglesiente.»

A dirlo è l’on. Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.

«Il 26 agosto scorso l’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna Mario Mossa, ha decretato la proroga degli incarichi ai dirigenti dell’Area Lavori Pubblici e dell’Area Ambiente, Mario Mammarella e Gianroberto Cani ha scritto in una nota Fabio Usai -. Entrambi, in scadenza alla fine di quest’anno, hanno ottenuto la proroga del proprio incarico fino al 30 dicembre 2022. I due dirigenti avevano avuto il conferimento dell’incarico il 30 dicembre 2019 per la durata di un anno e comunque fino alla scadenza del mandato dell’Amministratore Straordinario. Salvo le proroghe previste dalla legge.»

«Ciò che è avvenuto in questi giorni è di una gravità assolutaha aggiunto Fabio Usai E ancorché nel decreto di proroga le procedure attuate siano state rappresentate come rispettose delle normative di legge, le stesse potrebbero in realtà presentare vizi di illegittimità sui quali certamente sarà mia cura ottenere celeri riscontri. Ma il dato che emerge in tutta la sua preponderanza, è la totale insensibilità politica e assenza di rispetto istituzionale dell’Amministratore Straordinario Mario Mossa, il quale, a ormai pochissime settimane dall’approvazione definitiva della nuova riforma regionale degli enti locali, che ridisegnerà la geografia delle province in Sardegna e conseguentemente la loro governance, e che darà luogo alla sua sostituzione nel ruolo di Amministratore Straordinario.»

«Si arroga il diritto di decretare le nuove proroghe senza tenere conto delle prerogative, dei piani programmatici e degli atti di indirizzo, che saranno certamente adottati dachi molto presto gli succederà.»

«E se a pensar male si fa peccato, ma spesso ci s’azzecca, come amava affermare uno storico rappresentante politico in auge nel secolo scorso, non vorrei pensare che dietro questa improvvisa quanto immotivata decisione del dottor Mossa ci siano invece ragioni di convenienza politicaha rimarcato Fabio Usai -. Perché ciò sarebbe ancor più intollerabile. Tali dubbi sussistono in quanto il dottor Mossa, fu nominato la prima volta nel suo ruolo il 27 dicembre 2017 dall’allora governo regionale di centrosinistra. Nel dicembre 2019 ottenne una piccola proroga di un anno per accompagnare la fase di traghettamento dell’ente intermedio fino all’approvazione della nuova riforma degli enti locali, oggi in dirittura d’arrivo; e comunque non oltre il dicembre 2020.»

«Dunque, perché mai un Amministratore Straordinario alla fine del suo mandato si arroga il diritto di decretare proroghe per gli anni successivi? Voglio ribadire chiaramente che ogni azione di questo tipo, ossia che travalica il buon senso e il rispetto delle prerogative di chi presto andrà a sostituirlo, non solo è istituzionalmente inopportuna, ma addirittura sortisce l’effetto di danneggiare il processo di ricostituzione delle nuove province fra cui quella del Sulcis Iglesiente. Per la rinascita delle quali nel febbraio 2019 gli elettori si sono chiaramente espressiha concluso Fabio Usai -. In ogni sede, a partire da quella del Consiglio regionale, contrasterò le decisioni odierne e qualsiasi tentativo di utilizzare l’ente provinciale come un luogo ove occupare caselle e posti di comando o inquinare i pozzi per chi presto dovrà assumere il ruolo di ricostruire ciò che altri hanno distrutto o non hanno saputo tutelare in passato.»

«Questa decisione mi pare inopportuna e irrispettosaha commentato l’assessore regionale degli Enti locali, Quirico Sanna, l’intervento di Fabio Usai -, nei prossimi giorni il Consiglio regionale voterà la riforma degli enti locali e ci saranno nuovi soggetti che dovranno decidere il futuro delle province, ora, un amministratore straordinario e/o commissario non può imporre decisioni che vadano oltre il il tempo del proprio incarico…Ovviamente sentirò il dott. Mossa e gli chiederò spiegazioni in merito a queste scelte che giudico quanto meno inopportune!!!»

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«Finalmente la Sider Alloys ha raggiunto la fondamentale intesa con ENEL. Adesso non si perda più tempo e si proceda con la presentazione di un piano industriale credibile propedeutico al revamping degli impianti e al riavvio produttivo della fabbrica. E, contestualmente, prenda il via la ricollocazione degli ex lavoratori del bacino Alcoa, ormai allo stremo, obbligati a vivere con degli ammortizzatori sociali dimezzati nella loro consistenza originaria. Per sostenere al meglio questa fase, è importante che la società Svizzera si confronti con le rappresentanze sindacali ed istituzionali dell’Isola.»

Lo ha detto stamane il consigliere regionale Fabio Usai, al termine dell’incontro tenutosi a Villa Devoto fra le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Fiom, Fsm, Uilm e Cub ed il presidente della Regione Christian Solinas.

All’incontro hanno presenziato anche i consiglieri regionali Fabio Usai e Michele Ennas e i sindaci di Villamassargia e Masainas, Debora Porrà ed Ivo Melis. Le organizzazioni sindacali hanno manifestato la loro preoccupazione per i ritardi accumulati nella vertenza e la condizione degli ex lavoratori, in attesa di ricollocazione ed attualmente sostenuti nel reddito unicamente da ciò che rimane dell’indennità di mobilità in deroga dopo anni di rinnovi.

Il presidente Christian Solinas, dopo aver ascoltato gli interventi dei sindacalisti e aver manifestato soddisfazione per la firma dell’accordo fra ENEL e Sider Alloys, ha ricordato la posizione della Regione in merito alla vertenza, ribadendo il forte sostegno ai lavoratori ed alle loro famiglie e a ogni iniziativa propedeutica alla ripartenza della fabbrica.

«Come RASha ribadito il presidente della Regione -, abbiamo contribuito all’accordo di programma per il rilancio produttivo dello smetter Sider Alloys di Portovesme con ben 8 milioni di euro a fondo perduto. È nostro obiettivo quindi continuare a essere parte in causa e protagonisti di questa vertenza, sostenendo al massimo le iniziative portate avanti dalle organizzazioni sindacali per chiedere una conclusione definitiva della vicenda. Tanto più ora dopo l’importante raggiungimento dell’intesa tra la multinazionale svizzera e l’ENEL. Sarà nostro compito nelle prossime ore convocare l’azienda in Regione per avviare un dialogo costruttivo finalizzato al sostegno di ogni iniziativa utile al rilancio produttivo della fabbrica. Vogliamo conoscere il piano industriale della multinazionale e fare tutto ciò che è in nostro potere e di nostra competenza per accompagnare l’investitore nelle fasi di revamping e reindustrializzazione del sito di Portovesme. Inoltre ha aggiunto Christian Solinassolleciteremo anche il ministero del Lavoro affinché trovi tutte le soluzioni possibili per tutti quei lavoratori in attesa di ricollocazione all’interno dello stabilimento di Portovesme, che oggi percepiscono un’indennità di mobilità in deroga dimezzata e quindi insufficiente a sopravvivere dignitosamente e a superare la fase di transizione prima che la fabbrica ripartaha concluso il presidente della Regione -. Nel contempo, lavoreremo alla costruzione di un piano formativo per gli ex lavoratori da ricollocare, che da una parte li aiuti a sostenerli nel reddito e dall’altra permetta l’allineamento delle loro competenze (dopo anni di fermo lavorativo) in vista della loro ricollocazione all’interno dello stabilimento per le fasi di revamping e successivamente per l’avvio produttivo.»

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Oggi, dopo la firma sul prezzo dell’energia, arrivata in mattinata, la vertenza Sider-Alloys si è trasferita a Cagliari dove c’è stato un incontro tra i rappresentanti delle organizzazioni ed il presidente della Regione Christian Solinas, al quale hanno partecipato anche i consiglieri regionali del territorio, Fabio Usai (PSd’Az) e Michele Ennas (Lega).
«Da parte nostra – ha detto il presidente della Regione – abbiamo sempre sostenuto il percorso di riavvio del ciclo produttivo dello stabilimento di Portovesme. La Sardegna detiene l’unica filiera della metallurgia non ferrosa rimasta nel Paese e la Regione nel tempo ha messo in campo risorse perché ci sia questa ripresa con la salvaguardia dell’occupazione. La firma del contratto d’accordo sul prezzo dell’energia rappresenta quindi un tassello fondamentale.»
«Chiediamo adesso all’azienda, che convocheremo al più presto ha aggiunto Christian Solinasdi riavviare immediatamente gli impianti coerentemente con un piano industriale credibile.»
«Il costo dell’energia è sempre stato il vero nodo nella competitività delle produzioni di alluminio della Sardegna. La riunione odierna con i sindacati serve per capire, prima di un incontro con la proprietà, quale sia il cronoprogramma effettivo per la ripresa, in maniera tale da non generare false aspettative ma pretendere con fermezza che entro l’anno si riparta ha rimarcato il presidente della Regione -. Potremo dire che i posti di lavoro sono salvi solo nel momento in cui il ciclo produttivo entrerà nuovamente in funzione e ci sarà quindi una prospettiva industriale vera, per questo polo strategico delle produzioni industriali, non solo sarde ma dell’intero Paese.»

Il presidente Christian Solinas ha concluso affermando che «la Regione continuerà a sostenere, anche nelle sedi ministeriali e col Governo, le legittime richieste dei lavoratori e di un territorio che chiede di avere una prospettiva di crescita e sviluppo».

Armando Cusa

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«E’ giunto quindi il momento che l’AD di Sider Alloys Giuseppe Mannina, esprima chiaramente quali sono le sue intenzioni; ovverosia se gli impegni assunti il 15 febbraio 2018, quando sottoscrisse alla presenza dell’allora ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda l’accordo per l’acquisizione dello smelter, sono ancora attuali e validi. Se lo sono rompa gli indugi, firmi l’accordo e, di concerto con le parti sociali, le istituzioni provinciali, regionali e nazionali, dia il via alla reindustrializzazione del sito. Dia il via alla ricollocazione di tutti i lavoratori. Se non lo sono, ci spieghi i motivi per cui ha cambiato idea e si faccia immediatamente da parte. Ma se questa situazione di stallo dovesse perpetrarsi, è compito di tutte le istituzioni coinvolte, Regione compresa ma in particolare del MISE, quale titolare pieno della vertenza, intervenire per fare chiarezza obbligando la multinazionale svizzera ad assumersi fino in fondo, in un senso o nell’altro, le proprie responsabilità. I lavoratori e le loro famiglie meritano rispetto e risposte certe e definitive sul proprio futuro.»

Il consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione Fabio Usai, interviene stamane con fermezza sulla situazione in cui versa la vertenza per il riavvio della produzione nello stabilimento ex Alcoa di Portovesme, oggi Sider Alloys, a poche ore dal rilancio dello sciopero ad oltranza annunciato ieri dalle segreterie territoriali FIOM, FSM, UILM e CUB.

«Da tempo ormai i lavoratori ex Alcoa, in minima parte oggi riassunti dalla Sider Alloys, manifestano legittimamente la loro preoccupazione contro le incertezze inerenti il prosieguo della vertenza per la ripartenza della fabbricaaggiunge Fabio Usai -. E nello specifico sulle lungaggini sorte nella concretizzazione dell’accordo per la concessione delle tariffe energetiche riequilibrate fra ENEL e la multinazionale svizzera. Questi ritardi, ingiustificati secondo quanto dichiarato dal ministero dello Sviluppo economico che avrebbe esaurito i compiti di sua competenza sull’argomento, stanno mettendo a dura prova la condizione psicologica nonché economica dei lavoratori e delle rispettive famiglie. Perché ogni giorno che passa senza la concretizzazione di questo fondamentale passaggio per rendere competitiva la produzione di alluminio, è un giorno in più nel quale non viene presentato un piano industriale credibile per il revamping ed il riavvio della produzione e nel quale i lavoratori permangono senza un salario degno di questo nome; obbligati vivere solo grazie all’ormai risicato sostegno dell’ammortizzatore sociale in deroga – conclude Fabio Usai -. Identico discorso per coloro che, già occupati dentro la fabbrica, si sono visti ultimamente negare il rinnovo del contratto di lavoro, per la medesima ragione.»