20 April, 2024
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La squadra delle vecchie glorie dell’Iglesias ha vinto il 1° Memorial di Calcio intitolato all’ex calciatore del Carbonia Claudio Sulas, scomparso 13 mesi fa all’età di 61 anni. La squadra rossoblu s’è imposta sulle vecchie glorie della squadra del Carbonia ai calci di rigore (i due tempi di 15 minuti ciascuno erano terminati sul 2 a 2) e sulle vecchie glorie della squadra di San Giovanni Suergiu per 3 a 1. Nella terza partita, le vecchie glorie del Carbonia hanno superato quelle di San Giovanni Suergiu per 2 a 0. Le partite sono state dirette dalla terna formata da Maurizio Tocco, Paolo Pinna e Peppino Fiorito che si sono alternati nelle tre partite. Il Memorial è stato organizzato dalla famiglia, dagli amici di Claudio e dalla società Fermassenti, con il patrocinio del comune di San Giovanni Suergiu.

Prima della prima mini partita, sono stati consegnati diversi ricordi degli ex compagni di squadra e amici che hanno organizzato il Memorial, del sindaco di San Giovanni Suergiu Elvira Usai, del presidente del Carbonia Calcio di quando giocava Elvio Verniani (Claudio Sulas fu grande protagonista del Carbonia promosso in serie D nella stagione 1977/78), del presidente della Fermassenti Antonio Massenti, alla moglie Donatella e alla figlia Giulia. Subito dopo è stato osservato un minuto di silenzio.

La carriera calcistica di Claudio Sulas ha avuto il suo periodo più brillante con la maglia del Carbonia, con la quale, proveniente dal settore giovanile, fece il suo esordio nel campionato di Promozione regionale nella stagione 1973/74, a soli 17 anni, sotto la guida di Toto Cesaracciu. Nonostante la giovanissima età, collezionò 9 presenze nel ruolo di ala destra, realizzando un goal nella vittoriosa partita interna con l’Oristanese, 4 a 0, il 13 gennaio 1974. La stagione successiva fu per lui meno fortunata, giocò una sola partita e venne ceduto in prestito al San Giovanni Suergiu, la squadra del suo paese.

Rientrò a Carbonia nell’estate del 1977, diventando titolare inamovibile fino al pareggio interno per 2 a 2 con il Villacidro disputato il 12 marzo 1978 per la 7ª giornata del girone di ritorno, perché venne poi bloccato da un grave infortunio ad un ginocchio fino al termine della stagione, nella squadra che con l’indimenticabile Toto Cesaracciu in panchina, conquistò la promozione in serie D, nello spareggio del Quadrivio di Nuoro con il Porto Torres, deciso dal lancio della monetina dopo che sia i tempi regolamentari sia quelli supplementari, si conclusero sul risultato di parità, 1 a 1 (reti di Floriano Congiu per il Carbonia e dello stopper Pantera per il Porto Torres). Chiuse quella stagione con 21 presenze e 2 reti, realizzate in due vittoriose trasferte, a Quartucciu, il primo goal del 3 a 1 finale sulla Ferrini, e a Cagliari con la Torpedo, 1 a 0.

Lasciato il Carbonia, continuò a giocare per alcune stagioni nelle categorie minori ma abbandonò definitivamente il calcio ancora in giovane età e si dedicò presto al lavoro di agente di commercio, che ha portato avanti fino a che le condizioni di salute glielo hanno consentito.

Nonostante la carriera relativamente breve, ha conservato tantissimi amici nel mondo del calcio e non solo, che ne hanno pianto la prematura scomparsa e ieri lo hanno ricordato con il 1° Memorial a lui intitolato.

 

 

                                                 

 

                       

   

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215187239702259/

 

Nino Falchi, 79 anni, è una delle bandiere del calcio iglesiente, protagonista di decine di stagioni indimenticabili sia da calciatore sia da allenatore. Nel calcio avrebbe potuto avere miglior fortuna («se fossi nato 30 anni dopo – ci ha detto oggi in un’intervista realizzata durante il 1° Memorial Angelino Salis, allo stadio Monteponi – nel calcio di questi anni sarei diventato molto ricco…») ma non ha mai temuto di dire ciò che pensava, andando spesso fuori dagli schemi dell’ovvio che domina tra gli addetti ai lavori, calciatori e allenatori che, per non “disturbare” chi tira le fila del “grande circo del calcio”, nelle loro interviste dicono tanto con la massima attenzione a «non dire niente». Oggi, conoscendo bene Nino Falchi, lo abbiamo “stuzzicato” sul tema del confronto tra il calcio di oggi e il calcio di ieri, e lui ci ha regalato una delle sue considerazioni-valutazioni che faranno sicuramente discutere, che documentiamo con un breve filmato-intervista, nel quale sostiene che «se Barella viene convocato in Nazionale, uno come Floriano Congiu oggi sarebbe titolare in Nazionale!»

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Dopo aver definito alcune operazioni di mercato che hanno riportato in maglia biancoblu il difensore Nicola Boi, il centrocampista Riccardo Milia e l’attaccante Gabriele Concas, gli arrivi dell’attaccante Momo Konatè (ex Atletico Narcao), l’esterno d’attacco è Lorenzo Loi (ex Arzachena) e il portiere Omar Galizia (ex Grosseto) e le conferme del portiere-capitano Daniele Bove, e dei difensori Cristian Mameli e Simone Giovagnoli, il nuovo gruppo dirigente del Carbonia Calcio ha completato gli organici tecnici e dirigenziali.

Confermato Andrea Marongiu per la terza stagione consecutiva alla guida della prima squadra, il suo secondo è Manuel Contu; collaboratore tecnico Fabrizio Anedda; preparatore dei portieri Simone Di Franco; fisioterapista Alessandro Massaiu; massaggiatore Stelio Pusceddu; allenatore juniores
Manuel Contu, vice allenatore Fabrizio Anedda; allenatore allievi regionali Fabio Piras, collaboratore Giovanni Sabiu; allenatore giovanissimi regionali Floriano Congiu, collaboratore Antonello Murroni.

I quadri dirigenziali sono stati così definiti:
presidente Antonio Desogus;
vice presidenti: Carlo Foti, Geppo Contu e Checco Fele;
cassiere Antonio Guiso; 
direttore area tecnica e responsabile settore giovanile e scuola calcio Giorgio Melis;
direttore sportivo Ferruccio Atzori;
responsabile organizzativo Stefano Canu.

La nuova stagione inizierà il 17 settembre, con il primo turno eliminatorio della Coppa Italia, che vedrà di fronte il Carbonia di Andrea Marongiu ed il Carloforte di Tony Poma. Il campionato scatterà il 1° ottobre.

Antonio Desogus.

Geppo Contu.

Carlo Foti.

Checco Fele.

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E’ la stagione dei grandi ritorni quella che il Carbonia calcio sta preparando dopo il passaggio di proprietà dalla famiglia Giganti ad una nuova cordata di imprenditori locali. Dopo Nicola Boi, Riccardo Milia, Gabriele Concas, Checco Fele nella veste di dirigente e del direttore tecnico Giorgio Melis, ritorna in biancoblu, nella veste di allenatore della categoria Regionale Giovanissimi, Floriano Congiu, una bandiera, un mito del calcio biancoblu.

Con 291 presenze è il terzo calciatore con più lunga militanza nel Carbonia (lo precedono solo l’indimenticato Carlo Zoboli con 380 e Aldo Scopa con 300), con 62 reti è il cannoniere più profilo della storia biancoblu, davanti a Gianni Pusceddu (56), Gianni Pisano (52) e Adriano Novellini (42).

Calciatore dalla qualità tecniche straordinarie (con il piede sinistro, palla al piede, faceva mirabilie, nei calci di punizione era un autentico incubo per i portieri avversari), avrebbe meritato sicuramente maggiore fortuna ma ha pagato anche un carattere certamente non pari al talento naturale con pochi eguali a livello assoluto. Ha avuto una chance nella stagione 1975/76, all’età di 21 anni, quando è passato all’Olbia, in serie C, ma non ha avuto neanche il tempo di ambientarsi, perché a novembre dello stesso anno la società gallurese, dimostrando di non credere il lui, lo cedette al Thiesi, in serie D. A fine stagione un altro trasferimento, alla Nuova Vibonese, nella serie D calabra, quindi il ritorno a Carbonia, dove ha contribuito alla crescita della squadra, con le due promozioni, prima in serie D (con un suo goal nello spareggio di Nuoro con il Porto Torres, poi deciso dal sorteggio) nella stagione 1977/78, poi nel campionato di C2, al termine del trionfale campionato Interregionale 1981/82.

In C2 ha disputato 21 partite con 2 goal nel campionato 1982/83, 16 partite senza goal nel campionato 1983/84, 21 partite con 1 goal nel campionato 1984/85.

E’ tornato al Carbonia da allenatore, nella stagione 1994/95, in Eccellenza regionale, senza molta fortuna, ed ha poi scelto di dedicarsi alla cura dei giovanissimi, con una bella esperienza al Cagliari. Ora ritorna ancora una volta al “suo” Carbonia da responsabile dei Giovanissimi regionali.

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La formazione delle vecchie glorie della Nuorese ha vinto il “1° Memorial Emilio Fenu”, organizzata dall’associazione Vecchie Glorie del Carbonia allo stadio Comunale “Carlo Zoboli” di Carbonia. I verdeazzurri hanno superato le vecchie glorie biancoblu del Carbonia con il punteggio di 3 a 1, reti di Giovanni Deiana, Antonello Perra e Sergio Branca per la Nuorese, Alessandro Zaccolo per il Carbonia. Sul rendimento della squadra biancoblu hanno inciso alcune assenze, tra le quali quella di Floriano Congiu, presente ma non in condizione di scendere in campo per un’indisposizione fisica.

Al di là dell’aspetto tecnico, che pure ha offerto alcuni scampoli di bel gioco e qualche giocata della classe antica dei protagonisti di tanti campionati di serie D e serie C2, è stata una giornata di festa, nel ricordo di Emilio Fenu, tecnico e uomo stimatissimo sia a Carbonia, dove ha vissuto e trascorso lunga parte della sua carriera, sia a Nuoro, dove ha avuto un’esperienza alla guida della squadra barbaricina.

Emilio Fenu era nato a Decimoputzu il 20 dicembre 1924. Orfano di padre, nel 1939 giunse a Carbonia, dove si adattò a svolgere svariate attività lavorative. Aveva una grandissima passione per il calcio e nel 1940 l’allora allenatore del Carbonia Roberto Orani, lo tesserò per la società biancoblu. Dal ’43 al ’48, giocò in prima squadra i vari campionati regionali e uno nella serie C a girone unico. Il suo ruolo era quello di centravanti, ma nel suo destino c’era la panchina, nella veste di allenatore. Nel 1947 venne inserito come tecnico del settore giovanile del Carbonia, dove rimase sino al 59, vincendo ogni anno il campionato allievi o quello juniores.
Tra i giovani da lui “allevati” e arrivati in prima squadra, Ravot, Santoru, Putzolu, Corona, Podda. Nel 1956 acquisì il patentino da allenatore di terza categoria e di istruttore Nagc (giovani calciatori) (tra i suoi compagni di corso, c’era Manlio Scopigno). Nel 1958 venne promosso al grado superiore e poi a quello di prima categoria. Guidò la squadra mineraria nel campionato di serie C 1959/60, l’anno successivo in serie D, per molte stagioni allenò il Bosa, per passare poi al Sant’Antioco, alla Nuorese e al Guspini, fece da osservatore al Cagliari collaborando con Luisito Suarez. Si dedicò per diversi anni al settore giovanile nella veste di selezionatore e per alcune stagioni anche dei dilettanti e delle rappresentative locali dal 1947 al 1960, dispensando le sue conoscenze ai ragazzi del Gonnesa e della Sguotti. L’ultima sua apparizione su una panchina importante è stata quella con la Sguotti ai primi anni ’90, e concluse definitivamente la sua lunga carriera, tornando alle origini, al Rosmarino, con Giovanissimi ed Esordienti.

Educatore vero, Emilio Fenu metteva al primo posto il comportamento e l’educazione, prima ancora del gesto tecnico, nell’insegnamento del quale era unanimemente definito un maestro. Sino agli ultimi anni, mantenne il peso forma dei suoi 20 anni, stakanovista della preparazione atletica, percorreva chilometri nella pineta di Rosmarino e per le strade della città, era conosciuto e salutato da tutti, ormai non più di corsa ma ad un passo talmente veloce, da dare punti a parecchi giovani.

Emilio Fenu ha dato un esempio di quella che dovrebbe essere la vita di uno sportivo. Negli ultimi tempi la salute che cominciava a fare le bizze, essendo celibe e senza figli, lo convinse a ritirarsi nell’istituto per anziani di Iglesias, dove ogni tanto qualche suo ex allievo andava a trovarlo, sino alla sua scomparsa avvenuta il 5 settembre 2003.

Emilio Fenu è stato ricordato prima dell’inizio della partita, con un minuto di raccoglimento, e durante le premiazioni, svoltesi nel primo pomeriggio, al termine del pranzo, organizzato nel centro sportivo di Medadeddu.

Il presidente del Carbonia promosso in serie D nel 1978 e in C2 nel 1982, Elvio Verniani, ha premiato Pasquale Catte calciatore e presidente della Nuorese complessivamente per alcuni decenni e Gianni Mannai ha consegnato un trofeo a Paolo Demarcus, valoroso centrocampista della Nuorese e della Torres, oggi in campo nonostante la condizione fisica non lo sorregga come ai tempi in cui spesso dominava a centrocampo con un dinamismo, oltre che con qualità tecniche, fuori dal comune. Antonio Mura, infine, ha consegnato una targa e una coppa a Salvatore Picconi (fratello di Franco, mediano del Carbonia in C2), capitano delle vecchie glorie della Nuorese, per la vittoria nel “1° Memorial Emilio Fenu”.

Pubblichiamo un ricco album fotografico della giornata, con un’intervista a Pasquale Catte,

                                                                    

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Il calcio sulcitano piange Claudio Sulas, grande protagonista del Carbonia promosso in serie D nella stagione 1977/78. Lo ha stroncato un male incurabile, aveva 61 anni. Lascia la moglie Donatella e una figlia, Giulia, fresca di laurea.

La carriera calcistica di Claudio Sulas ha avuto il suo periodo più brillante con la maglia del Carbonia, con la quale, proveniente dal settore giovanile, fece il suo esordio nel campionato di Promozione regionale nella stagione 1973/74, a soli 17 anni, sotto la guida di Toto Cesaracciu. Nonostante la giovanissima età, collezionò 9 presenze nel ruolo di ala destra, realizzando un goal nella vittoriosa partita interna con l’Oristanese, 4 a 0, il 13 gennaio 1974. La stagione successiva fu per lui meno fortunata, giocò una sola partita e venne ceduto in prestito al San Giovanni Suergiu, la squadra del suo paese.

Rientrò a Carbonia nell’estate del 1977, diventando titolare inamovibile fino al pareggio interno per 2 a 2 con il Villacidro disputato il 12 marzo 1978 per la 7ª giornata del girone di ritorno, perché venne poi bloccato da un grave infortunio ad un ginocchio fino al termine della stagione, nella squadra che con l’indimenticabile Toto Cesaracciu in panchina, conquistò la promozione in serie D, nello spareggio del Quadrivio di Nuoro con il Porto Torres, deciso dal lancio della monetina dopo che sia i tempi regolamentari sia quelli supplementari, si conclusero sul risultato di parità, 1 a 1 (reti di Floriano Congiu per il Carbonia e dello stopper Pantera per il Porto Torres). Chiuse quella stagione con 21 presenze e 2 reti, realizzate in due vittoriose trasferte, a Quartucciu, il primo goal del 3 a 1 finale sulla Ferrini, e a Cagliari con la Torpedo, 1 a 0.

Lasciato il Carbonia, continuò a giocare per alcune stagioni nelle categorie minori ma abbandonò definitivamente il calcio ancora in giovane età e si dedicò presto al lavoro di agente di commercio, che ha portato avanti fino a che le condizioni di salute glielo hanno consentito.

Nonostante la carriera relativamente breve, ha conservato tantissimi amici nel mondo del calcio e non solo, che oggi ne piangono la prematura scomparsa.

«Claudio Sulas era un moto perpetuo di centrocampo – ricorda Checco Fele, suo compagno di squadra nelle prime due stagioni al Carbonia – sempre pronto a tappare i buchi che si creavano, calciatore e persona molto generosa, non molto fortunata. Con la sua scomparsa perdiamo un’altra pedina nello scacchiere biancoblu che contribuì a far rinascere il Carbonia dopo la Carbosarda.»

San Giovanni Suergiu darà l’estremo saluto a Claudio Sulas venerdì 28 aprile, alle 15.30, nella chiesa di San Giovanni Battista, a San Giovanni Suergiu.

Una formazione del Carbonia della stagione 1973/74 con Claudio Sulas (il secondo accosciato dalla sinistra).

Claudio Sulas.

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Floriano Congiu 1 copiaRenzo Cappellaro 2

Una doppietta di Floriano Congiu ha dato la vittoria al Carbonia (2 a 1 sul Sant’Elena) nel 1° Memorial Renzo Cappellaro, disputato questo pomeriggio allo stadio Carlo Zoboli di Carbonia. La rete del Sant’Elena è stata messa a segno da Elio Biondi.

Per onorare la memoria di Renzo Cappellaro si sono ritrovati in tanti, ex calciatori di Carbonia e Sant’Elena, due delle squadre allenate dal tecnico vicentino in Sardegna, scomparso il 14 ottobre 2014, all’età di 77 anni.

Nato a Vicenza il 12 maggio 1937, Renzo Cappellaro iniziò a giocare al calcio nelle giovanili del Lanerossi Vicenza, con la quale vinse il prestigioso Torneo di Viareggio per due anni consecutivi, nel 1954 e 1955, aggiudicandosi anche la classifica dei marcatori (conserva quel primato, raggiunto qualche anno fa dall’attuale centravanti della Nazionale, Ciro Immobile). Giunse alla prima squadra nel campionato di serie A 1957/58 e in cinque stagioni collezionò con la maglia biancorossa 56 presenze e 21 reti.

Lasciò il “suo” Vicenza nell’estate del 1961 per vestire la maglia grigia dell’Alessandria, con la quale vinse la classifica dei cannonieri del campionato di serie B, con 21 reti (36 presenze). L’anno successivo passò al Lecco, poi al Cagliari, nell’estate del 1963. Con la maglia rossoblù, al primo anno, conquistò una storica promozione in Serie A, al termine del campionato 1963/64, realizzando 9 reti. Dopo due stagioni in serie A (complessivamente, in tre campionati, collezionò 63 presenze e 16 reti), ritornò in serie B con il Genoa, per poi passare al Potenza. Appese le scarpette al chiodo quando era ancora giovane, a 32 anni.

Iniziò subito la carriera di allenatore, nella giovanili della Sambonifacese e dello Schio, ma è in Sardegna che riuscì a togliersi le migliori soddisfazioni. Il debutto alla Nuorese (1974/75), poi a Latina (1975/76), ancora a Nuoro (1978/79), Quartu Sant’Elena (1979/80), quindi a Carbonia, in serie D, nella stagione 1980/81, presidente Elvio Verniani. Fu quello, nella prima parte, il miglior campionato della sua carriera. Era il Carbonia di Adriano Novellini, Giampaolo Zaccheddu, Guido Accardi, Floriano e Marco Congiu, Aldo Scopa, Carlo Pusceddu, Giuseppe Mura, Marco Manconi e Mondo Mameli, Pierino Aresu, Roberto Sequi, Marco Fenu, Luciano Gambula, Rino Pianta, Pino Tocco, e ancora di Ugo Corda, Egidio Cossu, il compianto Sandro Piras, Mauro Virdis e Walter Lindiri, che nel catino di Bacu Abis, dove giocava per l’indisponibilità dello stadio comunale , per l’intero girone d’andata e la prima giornata del ritorno, incantò tutti, dominando letteralmente il campionato. Chiuse il girone d’andata in testa alla classifica con 28 punti (13 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte). L’inizio fu scoppiettante: 1 a 0 a Santa Maria degli Angeli con goal di Guido Accardi, primo ko a Viterbo per 0 a 1, riscattato con tre vittorie consecutive: 4 a 0 all’Audax Rufina con goal di Zaccheddu, Floriano Congiu, Adriano Novellini e Pierino Aresu; 2 a 1 a Terracina con doppietta di Adriano Novellini e 1 a 0 al Calangianus con goal di Floriano Congiu.

Dopo la sconfitta di Olbia, 0 a 1, il 2 novembre 1980, goal di Gianni Muresu, il Carbonia di Renzo Cappellaro infilò una splendida serie positiva, con sei vittorie e un pareggio in sette giornate, iniziata una bella vittoria per 3 a 1 nel derby interno con l’Iglesias, un’impresa per 3 a 0 a Cecina, il 5 a 1 all’Isili, l’1 a 1 sul campo del Frosinone (oggi in serie A) , l’1 a 0 al Foligno, l’impresa all’Acquedotto di Sassari contro la Torres, battuta 1 a 0 con uno splendido goal di Marco Congiu e la vittoria con la Romulea, al ritorno allo stadio Comunale, 1 a 0. Il 4 gennaio giunse la sconfitta di Velletri, 2 a 1, riscattata con le vittorie sulla Lodigiani, 3 a 1 (doppietta di Adriano Novellini) e sull’Angelana, 3 a 2 (doppietta di Pino Tocco). Fu a quel punto che la squadra cominciò a balbettare e, giornata dopo giornata, a perdere terreno rispetto alle principali concorrenti, Frosinone e Torres, che era riuscita a fermare rispettivamente con un pari ed una vittoria sui loro campi, nel corso del girone d’andata. Renzo Cappellaro non riuscì a capacitarsi dell’involuzione della sua creatura ed il girone di ritorno si tramutò in un’autentica sofferenza per i tanti tifosi che si erano esaltati per quattro mesi: 6 sole vittorie, 3 pareggi e ben 8 sconfitte, per complessivi 13 punti ed il quarto posto finale, alle spalle delle promosse Torres e Frosinone e del Terracina.

La grande amarezza lasciò il segno e la società mineraria l’anno successivo affidò la guida della squadra a Checco Fele, che con la conferma dei migliori giocatori ed alcuni inserimenti (Pietro Pillosu, Gianni Tronci, Sergio Bodano, Riccardo Erriu e Leopoldo Pardini) riuscì a scrivere una delle pagine più belle della storia calcistica del Carbonia, centrando la promozione in serie C2, nella primavera del 1982.

L’esperienza di Renzo Cappellaro alla guida del Carbonia ricominciò due anni più tardi, in C2, presidente Benigno Atzori. Con un organico completamente rivoluzionato, dopo un buon avvio (2 a 0 a Montevarchi con goal di Fabrizio Rizzola e Giovanni Leone e pari interno con la Massese, 2 a 2, con goal di Giovanni Leone e Floriano Congiu) e tre vittorie interne consecutive (alla 7ª giornata 1 a 0 all’Olbia, con goal di Sandro Zaccolo; alla 9ª 1 a 0 allo Spezia con goal di Luca Rivetta; all’11ª 1 a 0 alla Torres con goal di Giuseppe Innella) , la squadra biancoblù iniziò a balbettare e nell’ultimo scorcio di stagione, con una classifica allarmante, i dirigenti decisero di esonerare Renzo Cappellaro e di affidare la guida tecnica della squadra a Ugo Corda. Il cambio sortì l’effetto desiderato, il gruppo reagì e riuscì a centrare il traguardo della salvezza con 29 punti, grazie alla miglior classifica avulsa rispetto allo Spezia, alla Vogherese e, soprattutto, all’Olbia, alla Nuorese e all’Imperia, che finirono nel campionato Interregionale.

La carriera di Renzo Cappellaro, di fatto, si concluse lì, perché nelle stagioni successive il tecnico vicentino si dedicò alla cura dei giovani. Lascia un bellissimo ricordo tra quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, sia per le qualità tecniche sia per quelle umane e, come già sottolineato, sono stati tanti quelli che si sono ritrovati allo stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia, per ricordarne ed onorarne la figura di sportivo e, soprattutto, di uomo.

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Venerdì 11 settembre, allo stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia, alle 16.30, si svolgerà il 1° Memorial Renzo Cappellaro.

Centravanti del Cagliari dal 1963 al 1966 e tecnico di diverse squadre, tra le quali il Carbonia, che guidò per due stagioni in serie D, nel campionato 1980/81 e in serie C2, nel campionato 1984/85, Renzo Cappellaro se n’è andato il 14 ottobre 2014, all’età di 77 anni.

Nato a Vicenza il 12 maggio 1937, iniziò a giocare al calcio nelle giovanili del Lanerossi Vicenza, con la quale vinse il prestigioso Torneo di Viareggio per due anni consecutivi, nel 1954 e 1955, aggiudicandosi anche la classifica dei marcatori (conserva quel primato, raggiunto qualche anno fa dall’attuale centravanti della Nazionale, Ciro Immobile). Giunse alla prima squadra nel campionato di serie A 1957/58 e in cinque stagioni collezionò con la maglia biancorossa 56 presenze e 21 reti.

Lasciò il “suo” Vicenza nell’estate del 1961 per vestire la maglia grigia dell’Alessandria, con la quale vinse la classifica dei cannonieri del campionato di serie B, con 21 reti (36 presenze). L’anno successivo passò al Lecco, poi al Cagliari, nell’estate del 1963. Con la maglia rossoblù, al primo anno, conquistò una storica promozione in Serie A, al termine del campionato 1963/64, realizzando 9 reti. Dopo due stagioni in serie A (complessivamente, in tre campionati, collezionò 63 presenze e 16 reti), ritornò in serie B con il Genoa, per poi passare al Potenza. Appese le scarpette al chiodo quando era ancora giovane, a 32 anni.

Iniziò subito la carriera di allenatore, nella giovanili della Sambonifacese e dello Schio, ma è in Sardegna che riuscì a togliersi le migliori soddisfazioni. Il debutto alla Nuorese (1974/75), poi a Latina (1975/76), ancora a Nuoro (1978/79), Quartu Sant’Elena (1979/80), quindi a Carbonia, in serie D, nella stagione 1980/81, presidente Elvio Verniani. Fu quello, nella prima parte, il miglior campionato della sua carriera. Era il Carbonia di Adriano Novellini, Giampaolo Zaccheddu, Guido Accardi, Floriano e Marco Congiu, Aldo Scopa, Carlo Pusceddu, Giuseppe Mura, Marco Manconi e Mondo Mameli, Pierino Aresu, Roberto Sequi, Marco Fenu, Luciano Gambula, Rino Pianta, Pino Tocco, e ancora di Ugo Corda, Egidio Cossu, il compianto Sandro Piras, Mauro Virdis e Walter Lindiri, che nel catino di Bacu Abis, dove giocava per l’indisponibilità dello stadio comunale, per l’intero girone d’andata e la prima giornata del ritorno, incantò tutti, dominando letteralmente il campionato. Chiuse il girone d’andata in testa alla classifica con 28 punti (13 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte). L’inizio fu scoppiettante: 1 a 0 a Santa Maria degli Angeli con goal di Guido Accardi, primo ko a Viterbo per 0 a 1, riscattato con tre vittorie consecutive: 4 a 0 all’Audax Rufina con goal di Zaccheddu, Floriano Congiu, Adriano Novellini e Pierino Aresu; 2 a 1 a Terracina con doppietta di Adriano Novellini e 1 a 0 al Calangianus con goal di Floriano Congiu.

Dopo la sconfitta di Olbia, 0 a 1, il 2 novembre 1980, goal di Gianni Muresu, il Carbonia di Renzo Cappellaro infilò una splendida serie positiva, con sei vittorie e un pareggio in sette giornate, iniziata una bella vittoria per 3 a 1 nel derby interno con l’Iglesias, un’impresa per 3 a 0 a Cecina, il 5 a 1 all’Isili, l’1 a 1 sul campo del Frosinone (oggi in serie A), l’1 a 0 al Foligno, l’impresa all’Acquedotto di Sassari contro la Torres, battuta 1 a 0 con uno splendido goal di Marco Congiu e la vittoria con la Romulea, al ritorno allo stadio Comunale, 1 a 0. Il 4 gennaio giunse la sconfitta di Velletri, 2 a 1, riscattata con le vittorie sulla Lodigiani, 3 a 1 (doppietta di Adriano Novellini) e sull’Angelana, 3 a 2 (doppietta di Pino Tocco). Fu a quel punto che la squadra cominciò a balbettare e, giornata dopo giornata, a perdere terreno rispetto alle principali concorrenti, Frosinone e Torres, che era riuscita a fermare rispettivamente con un pari ed una vittoria sui loro campi, nel corso del girone d’andata. Renzo Cappellaro non riuscì a capacitarsi dell’involuzione della sua creatura ed il girone di ritorno si tramutò in un’autentica sofferenza per i tanti tifosi che si erano esaltati per quattro mesi: 6 sole vittorie, 3 pareggi e ben 8 sconfitte, per complessivi 13 punti ed il quarto posto finale, alle spalle delle promosse Torres e Frosinone e del Terracina.

La grande amarezza lasciò il segno e la società mineraria l’anno successivo affidò la guida della squadra a Checco Fele, che con la conferma dei migliori giocatori ed alcuni inserimenti (Pietro Pillosu, Gianni Tronci, Sergio Bodano, Riccardo Erriu e Leopoldo Pardini) riuscì a scrivere una delle pagine più belle della storia calcistica del Carbonia, centrando la promozione in serie C2, nella primavera del 1982.

L’esperienza di Renzo Cappellaro alla guida del Carbonia ricominciò due anni più tardi, in C2, presidente Benigno Atzori. Con un organico completamente rivoluzionato, dopo un buon avvio (2 a 0 a Montevarchi con goal di Fabrizio Rizzola e Giovanni Leone e pari interno con la Massese, 2 a 2, con goal di Giovanni Leone e Floriano Congiu) e tre vittorie interne consecutive (alla 7ª giornata 1 a 0 all’Olbia, con goal di Sandro Zaccolo; alla 9ª 1 a 0 allo Spezia con goal di Luca Rivetta; all’11ª 1 a 0 alla Torres con goal di Giuseppe Innella) , la squadra biancoblù iniziò a balbettare e nell’ultimo scorcio di stagione, con una classifica allarmante, i dirigenti decisero di esonerare Renzo Cappellaro e di affidare la guida tecnica della squadra a Ugo Corda. Il cambio sortì l’effetto desiderato, il gruppo reagì e riuscì a centrare il traguardo della salvezza con 29 punti, grazie alla miglior classifica avulsa rispetto allo Spezia, alla Vogherese e, soprattutto, all’Olbia, alla Nuorese e all’Imperia, che finirono nel campionato Interregionale.

La carriera di Renzo Cappellaro, di fatto, si concluse lì, perché nelle stagioni successive il tecnico vicentino si dedicò alla cura dei giovani. Lascia un bellissimo ricordo tra quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, sia per le qualità tecniche sia per quelle umane e sicuramente saranno tanti quelli che l’11 settembre si ritroveranno allo stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia, per ricordarne ed onorarne la figura di sportivo e, soprattutto, di uomo.

Carbonia 1980-81 5

Campionato di serie D 1980/81, Torres e Carbonia lottano con il Frosinone (oggi in serie A) per la promozione in serie C2. Il 14 dicembre, 14ª giornata del girone d’andata, la Torres di Vanni Sanna ospita il Carbonia di Renzo Cappellaro allo stadio Acquedotto, davanti ad un pubblico trabocchevole, con alcune centinaia di tifosi arrivati da Carbonia. I rossoblù giocano una partita votata all’attacco, il Carbonia si difende e si affida al contropiede per impensierire Mario Di Pasquale. In una delle rare incursioni nell’area rossoblù, Marco Congiu trova lo spunto giusto e porta in vantaggio il Carbonia. La Torres, punta nell’orgoglio, si riversa nella metà campo del Carbonia con sempre maggiore decisione per il resto della partita ma il fortino eretto intorno alla porta di Mauro Manconi regge fino alla fine ed il Carbonia lascia l’Acquedotto con i due punti che lo portano a quota 20 a tre giornate dalla conclusione del girone d’andata e, soprattutto, della partita con la Romulea che segnò con una vittoria (1 a 0, goal di Egidio Cossu) il ritornò allo stadio Comunale, nel quale erano stato sistemato il terreno di gioco, dopo la bellissima esperienza vissuta a Bacu Abis.

Il Carbonia girò la boa di metà campionato con 24 punti ma crollò nel girone di ritorno, concludendo al quarto posto con 41 punti, alle spalle della Torres, promossa trionfalmente con 51 punti (e vittoriosa nel derby di ritorno, al Comunale di Carbonia, per 2 a 1, con doppietta di Ioris Gasbarra e goal di Luciano Gambula), del Frosinone, ugualmente promosso con 50 punti e del Terracina, fermatosi a 44.

Il tabellino del derby di Sassari del 14 dicembre 1980.

Torres: Di Pasquale, Sanna (Branca), Brundu, Rotili, Manca, Sanna F., Pamisano, Coghene (Saporito), Gasbarra, Demarcus, Canessa. All. Vanni Sanna.

Carbonia: Manconi, Pianta, Fenu, Mura, Scopa, Sequi, Novellini, Congiu Marco, Gambula (Congiu Floriano), Zaccheddu, Tocco. All. Renzo Cappellaro.

Arbitro: Guidi di Bologna.

Reti: Congiu Marco.

L’anno successivo, ritornato Checco Fele in panchina, il Carbonia raggiunse la Torres in C2, vincendo il campionato Interregionale, con Marco Congiu tra i grandi protagonisti (28 presenze e 4 reti).

Renzo Cappellaro 2Carbonia 1980-81

Se n’è andato due giorni fa, all’età di 77 anni, Renzo Cappellaro, centravanti del Cagliari dal 1963 al 1966 e tecnico di diverse squadre, tra le quali il Carbonia, che guidò per due stagioni in serie D, nel campionato 1980/81 e in serie C2, nel campionato 1984/85.

Nato a Vicenza il 12 maggio 1937, iniziò a giocare al calcio nelle giovanili del Lanerossi Vicenza, con la quale vinse il prestigioso Torneo di Viareggio per due anni consecutivi, nel 1954 e 1955, aggiudicandosi anche la classifica dei marcatori (conserva quel primato, raggiunto qualche anno fa dall’attuale centravanti della Nazionale, Ciro Immobile). Giunse alla prima squadra nel campionato di serie A 1957/58 e in cinque stagioni collezionò con la maglia biancorossa 56 presenze e 21 reti.

Lasciò il “suo” Vicenza nell’estate del 1961 per vestire la maglia grigia dell’Alessandria, con la quale vinse la classifica dei cannonieri del campionato di serie B, con 21 reti (36 presenze). L’anno successivo passò al Lecco, poi al Cagliari, nell’estate del 1963. Con la maglia rossoblù, al primo anno, conquistò una storica promozione in Serie A, al termine del campionato 1963/64, realizzando 9 reti. Dopo due stagioni in serie A (complessivamente, in tre campionati, collezionò 63 presenze e 16 reti), ritornò in serie B con il Genoa, per poi passare al Potenza. Appese le scarpette al chiodo quando era ancora giovane, a 32 anni.

niziò subito la carriera di allenatore, nella giovanili della Sambonifacese e dello Schio, ma è in Sardegna che riuscì a togliersi le migliori soddisfazioni. Il debutto alla Nuorese (1974/75), poi a Latina (1975/76), ancora a Nuoro (1978/79), Quartu Sant’Elena (1979/80), quindi a Carbonia, in serie D, nella stagione 1980/81, presidente Elvio Verniani. Fu quello, nella prima parte, il miglior campionato della sua carriera. Era il Carbonia di Adriano Novellini, Giampaolo Zaccheddu, Guido Accardi, Floriano e Marco Congiu, Aldo Scopa, Carlo Pusceddu, Giuseppe Mura, Marco Manconi e Mondo Mameli, Pierino Aresu, Roberto Sequi, Marco Fenu, Luciano Gambula, Rino Pianta, Pino Tocco, e ancora di Ugo Corda, Egidio Cossu, il compianto Sandro Piras, Mauro Virdis e Walter Lindiri, che nel catino di Bacu Abis, dove giocava per l’indisponibilità dello stadio comunale, per l’intero girone d’andata e la prima giornata del ritorno, incantò tutti, dominando letteralmente il campionato. Chiuse il girone d’andata in testa alla classifica con 28 punti (13 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte). L’inizio fu scoppiettante: 1 a 0 a Santa Maria degli Angeli con goal di Guido Accardi, primo ko a Viterbo per 0 a 1, riscattato con tre vittorie consecutive: 4 a 0 all’Audax Rufina con goal di Zaccheddu, Floriano Congiu, Adriano Novellini e Pierino Aresu; 2 a 1 a Terracina con doppietta di Adriano Novellini e 1 a 0 al Calangianus con goal di Floriano Congiu.

Dopo la sconfitta di Olbia, 0 a 1, il 2 novembre 1980, goal di Gianni Muresu, il Carbonia di Renzo Cappellaro infilò una splendida serie positiva, con sei vittorie e un pareggio in sette giornate, iniziata una bella vittoria per 3 a 1 nel derby interno con l’Iglesias, un’impresa per 3 a 0 a Cecina, il 5 a 1 all’Isili, l’1 a 1 sul campo del Frosinone (oggi in serie A), l’1 a 0 al Foligno, l’impresa all’Acquedotto di Sassari contro la Torres, battuta 1 a 0 con uno splendido goal di Marco Congiu e la vittoria con la Romulea, al ritorno allo stadio Comunale, 1 a 0. Il 4 gennaio giunse la sconfitta di Velletri, 2 a 1, riscattata con le vittorie sulla Lodigiani, 3 a 1 (doppietta di Adriano Novellini) e sull’Angelana, 3 a 2 (doppietta di Pino Tocco). Fu a quel punto che la squadra cominciò a balbettare e, giornata dopo giornata, a perdere terreno rispetto alle principali concorrenti, Frosinone e Torres, che era riuscita a fermare rispettivamente con un pari ed una vittoria sui loro campi, nel corso del girone d’andata. Renzo Cappellaro non riuscì a capacitarsi dell’involuzione della sua creatura ed il girone di ritorno si tramutò in un’autentica sofferenza per i tanti tifosi che si erano esaltati per quattro mesi: 6 sole vittorie, 3 pareggi e ben 8 sconfitte, per complessivi 13 punti ed il quarto posto finale, alle spalle delle promosse Torres e Frosinone e del Terracina.

La grande amarezza lasciò il segno e la società mineraria l’anno successivo affidò la guida della squadra a Checco Fele, che con la conferma dei migliori giocatori ed alcuni inserimenti (Pietro Pillosu, Gianni Tronci, Sergio Bodano, Riccardo Erriu e Leopoldo Pardini) riuscì a scrivere una delle pagine più belle della storia calcistica del Carbonia, centrando la promozione in serie C2, nella primavera del 1982.

L’esperienza di Renzo Cappellaro alla guida del Carbonia ricominciò due anni più tardi, in C2, presidente Benigno Atzori. Con un organico completamente rivoluzionato, dopo un buon avvio (2 a 0 a Montevarchi con goal di Fabrizio Rizzola e Giovanni Leone e pari interno con la Massese, 2 a 2, con goal di Giovanni Leone e Floriano Congiu) e tre vittorie interne consecutive (alla 7ª giornata 1 a 0 all’Olbia, con goal di Sandro Zaccolo; alla 9ª 1 a 0 allo Spezia con goal di Luca Rivetta; all’11ª 1 a 0 alla Torres con goal di Giuseppe Innella), la squadra biancoblù iniziò a balbettare e nell’ultimo scorcio di stagione, con una classifica allarmante, i dirigenti decisero di esonerare Renzo Cappellaro e di affidare la guida tecnica della squadra a Ugo Corda. Il cambio sortì l’effetto desiderato, il gruppo reagì e riuscì a centrare il traguardo della salvezza con 29 punti, grazie alla miglior classifica avulsa rispetto allo Spezia, alla Vogherese e, soprattutto, all’Olbia, alla Nuorese e all’Imperia, che finirono nel campionato Interregionale.

La carriera di Renzo Cappellaro, di fatto, si concluse lì, perché nelle stagioni successive il tecnico vicentino si dedicò alla cura dei giovani. Lascia un bellissimo ricordo tra quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, sia per le qualità tecniche sia per quelle umane.