28 April, 2024
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Si è conclusa nella tarda mattinata la “missione” a Cagliari di una delegazione di rappresentanti politici, sindacali e cittadini di Iglesias, “a difesa del CTO e della sanità iglesiente”. All’origine della protesta, come è noto, vi è un’aperta contestazione del progetto di riorganizzazione delle attività degli ospedali aziendali, con particolare riferimento alla decisione di prorogare, anche per il mese di agosto, l’ubicazione dell’U.O.C. di ginecologia e ostetricia presso il presidio ospedaliero Sirai, dopo che il commissario straordinario Antonio Onnis aveva annunciato al Consiglio comunale di Iglesias, il trasferimento all’ospedale Santa Barbara.

La delegazione ha consegnato due documenti, contenenti le rivendicazioni. Nel primo, indirizzato al presidente della Regione, Francesco Pigliaru; all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru; al direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sechi; al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta; e al sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo, si legge che «gli impegni presi dal commissario Onnis in Consiglio comunale a Iglesias, non sono stati rispettati. Chiediamo, ancora una volta, che non venga cancellato alcun servizio o trasferito alcun reparto, in attesa della conclusione dei lavori del CTO e della riorganizzazione sanitaria locale».

«Chiediamo inoltre il rientro immediato del reparto di Ostetricia e Ginecologia dal Sirai di Carbonia al Santa Barbara di Iglesias e il ripristino degli altri servizi drasticamente ridimensionati secondo il Piano estivo predisposto dal dott. Onnis – si legge ancora nel documento -. Qualora le suddette istanze non venissero accolte, chiediamo la proclamazione dello sciopero generale dell’intera città di Iglesias.»

Con il secondo documento, inviato al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru; all’assessore della Sanità, Luigi Arru; al direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sechi; e, infine, al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, viene chiesto un incontro.

«A seguito della riorganizzazione sanitaria che viene attuata nel territorio del Sulcis Iglesiente da parte del commissario straordinario dottor Antonio Onnis e che attualmente penalizza la città di Iglesias e gran parte del territorio di pertinenza della Asl n° 7 di Carbonia Iglesias – si legge nel documento – si richiede un incontro con il sindaco di Iglesias, i capigruppo del Consiglio comunale di Iglesias, i Sindacati confederali e le associazioni, al fine di ascoltare le problematiche che tali scelte stanno provocando alla sanità territoriale, già troppe volte depauperata di servizi e prestazioni alla popolazione.»

La richiesta di incontro è firmata dal sindaco, Emilio Gariazzo; dai capigruppo di “Il Tuo segno per Gariazzo”, Pietro Serio; di Cas@ Iglesias, Valentina Pistis; di Forza Italia, Luigi Biggio; del Partito Democratico, Francesco Melis; di Sinistra Ecologia Libertà, Franco Tocco; del PDCI, Alberto Cacciarru; e, infine, dal segretario cittadino del Partito Democratico, Ubaldo Scanu.

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CTO Iglesias copia

Ospedale Santa Barbara

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Una delegazione politico-sindacale proveniente da Iglesias stamane ha manifestato sotto il Centro direzionale di via Dalmazia, a Carbonia, ed ha poi incontrato il commissario straordinario della Asl 7 Antonio Onnis. Al centro del confronto, il progetto di riorganizzazione delle attività degli ospedali aziendali, aspramente contestato dalle forze politiche (sia di maggioranza sia di opposizione) e sindacali iglesienti, con particolare riferimento alla decisione di prorogare, anche per il mese di agosto, l’ubicazione dell’U.O.C. di ginecologia e ostetricia presso il presidio ospedaliero Sirai, dopo che il commissario Onnis aveva annunciato al Consiglio comunale di Iglesias il trasferimento all’ospedale Santa Barbara.

Il commissario Onnis ha voluto ricevere solo una parte della delegazione, così composta: Francesco Melis, capogruppo PD; Alberto Cacciarru, capogruppo PDCI; Pietro Serio, capogruppo Il Tuo Segno per Gariazzo; Valentina Pistis, capogruppo Cas@ Iglesias; Angela Scarpa, capogruppo Piazza Sella; Giovanni Zedde, sindacalista CGIL; Efisio Aresti, sindacalista UIL. La rimanenza della delegazione ha potuto assistere all’incontro ma non interloquire,

La delegazione ha chiesto il ripristino della situazione dei reparti al 1° luglio 2015 e di aspettare il termine dei lavori del CTO, sottolineando: «No a questioni campanilistiche, la sanità è territoriale e, non essendoci un ospedale baricentrico, sì ad un DEA di 1° livello detto “del Sulcis Iglesiente” con 2 strutture (CTO e Sirai) complementari e differenziate per servizi, al fine di offrire un servizio sanitario soddisfacente per tutta la popolazione del Sulcis Iglesiente». La delegazione ha ricordato al commissario Onnis che la Asl 7 dal 2000 al 2013 ha perso oltre 200 posti letto, «il territorio ha già dato e non intendiamo aspettare o ricevere un altro ben servito con promesse e col rischio che non vengano mantenute sui lavori di ristrutturazione dei nostri ospedali»«Qualora il commissario non voglia accogliere le richieste o qualora non possa farlo per motivi a lui non riconducibili, il Consiglio comunale di Iglesias, i sindacati, associazioni e cittadini si trasferiranno a Cagliari per protestare con l’assessore Arru e richiedere il ripristino dei servizi “scippati”».

Tra i manifestanti, stamane, c’era Francesco Melis, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale a Iglesias, che già la scorsa settimana aveva preso le distanze dalla riorganizzazione della rete ospedaliera varata il 28 luglio dalla Giunta regionale di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru (PD) e quindi dall’operato del commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis.

Per Francesco Melis «questa riorganizzazione è un mero taglio di posti letti alla sanità sarda e del potenziamento dei servizi a questa parte del territorio. Due mesi fa il PD di Iglesias – ha sottolineato Melis – ha presentato un documento politico di riordino sulla sanità cittadina e territoriale e su questo ci saremmo aspettati un confronto con la RAS. Oggi vediamo un vecchio piano riadattato ma con una situazione sanitaria evoluta e non più corrispondente a quelle esigenze. Questa proposta per noi è il preludio alla progressiva chiusura degli ospedali minori.»

I manifestanti hanno organizzato per mercoledì mattina un viaggio in autobus a Cagliari, con partenza davanti alla sala Lepori, destinazione l’assessorato regionale della Sanità, dove chiederanno un incontro all’assessore Luigi Arru, per rivendicare il ripristino dei servizi e DEA di 1° livello con due strutture ospedaliere.

Manifestazione di protesta Iglesias alla Asl 7 1Manifestazione di protesta Iglesias alla Asl 7 2

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Dopo il segretario provinciale Daniele Reginali e il capogruppo consiliare al comune di Iglesias Francesco Melis, anche il segretario dell’Unione cittadina del Partito Democratico di Iglesias, Ubaldo Scanu, interviene sul progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera approvato dalla Giunta regionale presieduta da Francesco Pigliaru (PD), su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru (PD).

«Il Piano di riorganizzazione della Rete ospedaliera territoriale della Sardegna recentemente presentato dalla Giunta regionale fa storcere il naso – scrive Ubaldo Scanu in una nota inviata al commissario ASL 7 Antonio Onnis, al sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo, ai deputati del PD Francesco Sanna e Emanuele Cani, al consigliere regionale e capogruppo del PD Pietro Cocco -, in particolare per quanto riguarda il riordino relativo alla rete ospedaliera del Sulcis Iglesiente. La proposta ci lascia molto perplessi e scettici perché non in linea con quanto deliberato dal Consiglio comunale di Iglesias che, lungi dall’alimentare campanilismi che oramai non hanno ragion d’essere, ha assunto posizioni lucide e condivise da tutti i partiti, dai sindacati, dal personale dell’ASL 7.»

«Il PD di Iglesias ha presentato – aggiunge Scanu – qualche mese fa una proposta che prevedeva l’equa ripartizione dei servizi tra i presidi ospedalieri di Iglesias e di Carbonia, e nel contempo evitava la creazione di doppioni dei servizi sanitari. Una proposta che ha trovato ampi consensi non solo nella popolazione ma anche nei vertici dell’ASL locale. Pare di leggere, tra le righe del Piano regionale, grande incertezza sulla destinazione d’uso degli ospedali iglesienti, o addirittura il tentativo di un ulteriore declassamento del CTO di Iglesias classificato come “stabilimento di base”, mentre il Sirai di Carbonia viene classificato, peraltro correttamente, come DEA 1° livello.

Fermo restando che siamo convinti che non sia tanto importante essere indicati di primo livello o meno, quanto essere messi in condizione di garantire una tipologia di servizi sanitari di alto livello a tutela della salute dei cittadini, ma in questo caso la distinzione non può essere considerata di poco conto perché il combinato delle disposizioni contenute nelle 82 pagine che accompagnano la delibera della Giunta regionale sono lasciate aperte molte porte e tante perplessità. La delibera in questione è da intendersi come bozza provvisoria, pertanto chiediamo che urgentemente sia apportata la necessaria correzione nel senso che il presidio ospedaliero CTO di Iglesias deve essere considerato complementare al presidio ospedaliero Sirai di Carbonia accreditata come DEA 1° livello: il Sirai con finalità d’urgenza ed emergenza, il CTO sede di attività programmate così come ribadito negli scorsi mesi dal Commissario straordinario, che in tal senso ha profuso impegno con i sindaci tutti e con la popolazione.»

«Il principio di fondo – sottolinea ancora il segretario dell’Unione cittadina del PD di Iglesias – è che il DEA di 1° livello dovrà essere costituito dalla fusione dei due presidi ospedalieri, ossia il Sirai e il CTO.

Perché ciò venga realizzato il PD iglesiente ribadisce che:

• è indiscutibile e inderogabile il completamento dei lavori di ristrutturazione e di adeguamento funzionale del CTO e la conseguente operatività dei reparti, prima di qualsiasi  intervento sull’organizzazione esistente, come anche da deliberato dei sindaci del distretto;

• è fondamentale il rispetto del cronoprogramma relativo alla data di consegna dell’Ospedale CTO e che si impegnerà, laddove fosse necessario, a praticare un controllo serrato delle tempistiche dei lavori;

• l’ospedale CTO dovrà essere  il Centro di riferimento territoriale per la Chirurgia generale,la Pediatria, la Ginecologia e Ostetricia, l’Endoscopia e l’Ortopedia, il Laboratorio Analisi, l’Oculistica e l’Otorinolaringoiatria;

• il Polo materno infantile dovrà, nel rispetto imprescindibile delle destinazioni d’uso già approvate, essere collocato presso l’Ospedale CTO, essendo indispensabile l’assoluta, incondizionata e concreta collaborazione di ginecologi, ostetriche, neonatologi e pediatri,per una politica determinata al cambiamento degli standard di sicurezza assistenziali del settore materno-infantile;

• il Santa Barbara dovrà essere individuato quale ospedale per la lungo degenza e l’hospice.

Chiederà, se necessario, un controllo da parte della Corte dei Conti, qualora le destinazioni d’uso dei locali già decise e deliberate a suo tempo, non venissero confermate;    

vigilerà affinché i finanziamenti già destinati al completamento del CTO di Iglesias NON siano dirottati altrove, ad esempio al completamento del Sirai di Carbonia.

Rileva una mancata chiarezza da parte della direzione aziendale nell’esprimere un deciso progetto complessivo di sanità, pertanto promuoverà il dibattito in città e nelle sedi itituzionali preposte, affinché vengano definiti e rispettati gli obiettivi e venga avviato con urgenza un confronto con la dirigenza e le parti sociali, contando su un maggior supporto e rispetto degli impegni assunti da parte degli esponenti del PD a livello locale, regionale e nazionale.»

«La nostra città – scrive Ubaldo Scanu – non può sopportare che per l’ennesima volta siano sacrificati i propri servizi sanitari a vantaggio di altre realtà e sulla base del documento politico di riordino sulla sanità cittadina e territoriale presentato a suo tempo dal PD di Iglesias, ci saremmo aspettati di poter aver un confronto con la Regione Autonoma della Sardegna sui temi proposti. Oggi, invece, viene presentato un piano vecchio di quasi dieci anni, adattato come un vecchio vestito, non più corrispondente alle attuali esigenze.

Ancora nulla è definitivo, pertanto, prima di possibili azioni di contrasto – anche eclatanti – vogliamo aprire un dialogo con l’assessore Arru basato sul riordino, ma facendo in modo che questo sia baricentrico rispetto al territorio e porti a tagli e riduzione dei costi unicamente là dove in questi ultimi 5 anni si è effettivamente sperperato denaro pubblico.

Per questo, chiediamo che finché il CTO non sarà ultimato, venga rispettato il principio per cui “non si tocca nulla fino a quando non saranno conclusi il lavoro del nuovo CTO” come richiesto dal PD di Iglesias e fatto proprio dal nostro Consiglio comunale.»

«Su questo – conclude Ubaldo Scanu – non intendiamo retrocedere e in mancanza di risposte adeguate annunciamo fin da oggi l’avvio di forme di protesta con mobilitazioni generali massicce.»

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Dopo il segretario provinciale Daniele Reginali, anche il capogruppo del Partito Democratico del Consiglio comunale di Iglesias, Francesco Melis, prende le distanze dalla riorganizzazione della rete ospedaliera varata qualche giorno fa dalla Giunta regionale di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru (PD).

«Il gruppo del Partito Democratico di Iglesias si mostra molto scettico sul piano di riordino della rete ospedaliera sarda, in particolare sul declassamento degli ospedali iglesienti – attacca Francesco Melis -. Iglesias nel corso degli ultimi anni ha già dato alla razionalizzazione del SSR e anche oggi si continua a chiedere sacrifici alla nostra città giustificando altri ospedali sardi in situazioni ben peggiori dei nostri. Su questa proposta di riorganizzazione non solo hanno di fatto quasi azzerato il Santa Barbara (rimandando su possibili decisioni di riqualificazione) ma addirittura il CTO risulta una costola di un DEA di 1° livello dove tutto si rimette in discussione.»

«Questa riorganizzazione – aggiunge Francesco Melis – è un mero taglio di posti letti alla sanità sarda e del potenziamento dei servizi a questa parte del territorio. Due mesi fa il PD di Iglesias ha presentato un documento politico di riordino sulla sanità cittadina e territoriale e su questo ci saremmo aspettati un confronto con la RAS. Oggi vediamo un vecchio piano riadattato ma con una situazione sanitaria evoluta e non più corrispondente a quelle esigenze. Questa proposta per noi è il preludio alla progressiva chiusura degli ospedali minori.»

«Chiediamo alla Regione chiarezza prima che si passi alla strutturazione dell’organigramma degli ospedali. Su questo punto si gioca il futuro della Sanità sarda e avremmo preferito discutere sull’assetto e sulla distribuzione delle professionalità negli ospedali come operazione più logica e come da nostra proposta. Ancora nulla è definitivo, pertanto, prima di possibili gesti eclatanti vogliamo aprire un dialogo con l’assessore Luigi Arru – conclude Francesco Melis – basato sul riordino ma che sia baricentrico sul territorio e attui tagli e riduzione dei costi là dove in questi ultimi 5 anni si è sperperato denaro pubblico.»

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Ospedale Santa Barbara Ospedale Sirai Carbonia a colori

Si è parlato di tutela delle persone e di diritto alla salute prima di tutto nel Forum sanità promosso dalla segreteria provinciale del Partito Democratico, svoltosi nella sede di viale Arsia, a Carbonia. Negli interventi che hanno registrato la partecipazione del segretario provinciale Daniele Reginali, del componente della segreteria Alessandro Pilia, del consigliere comunale di Carbonia Orlando Meloni, dell’assessore delle Politiche sociali del Comune di Carbonia Maria Marongiu, del consigliere comunale di Iglesias Francesco Melis e del capogruppo del Pd inl Consiglio regionale e sindaco di Gonnesa Pietro Cocco e inoltre di altri componenti del Forum sanità, è stato posto l’accento sulla necessità di garantire i servizi per la tutela della salute dei cittadini del territorio evitando le trasferte a Cagliari.

L’iniziativa rientra in un programma di iniziative portate avanti dal Partito Democratico nel territorio, per affrontare le diverse problematiche.

Consiglio comunale Iglesias

Solidarietà del sindaco Emilio Gariazzo, del circolo di Sinistra Ecologia Libertà e del gruppo consiliare del PD al presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Mauro Usai, rimasto vittima di un attentato incendiario la scorsa notte.

«Voglio esprimere sdegno e indignazione per il grave atto contro la convivenza civile e democratica subito dal presidente del Consiglio comunale, Mauro Usai – ha detto Emilio Gariazzo -. A lui e alla sua famiglia vada la massima solidarietà, mia e di tutta l’Amministrazione comunale.»

Il circolo Sel di Iglesias “XI Maggio” esprime la sua sincera solidarietà al presidente del Consiglio comunale Mauro Usai e alla sua famiglia per il gravissimo atto intimidatorio che hanno subito questa notte. «Atti di questa natura, che non esitiamo a definire mafiosa – si legge in una nota -, non devono avvenire e non dovrebbero essere neanche concepiti. Ci auguriamo che le forze dell’ordine riescano a fare luce su quanto avvenuto e individuare al più presto i colpevoli.»

Francesco Melis, a nome del gruppo consiliare del Partito Democratico Sardegna, ha espresso solidarietà al presidente del Consiglio comunale, Mauro Usai, e «il più profondo sdegno ed indignazione per il vile atto perpetrato l’altra notte. Nulla può giustificare il ricorso a questi gravissimi gesti intimidatori che non sono espressione di una società civile. Per questo motivo ci affidiamo alle forze dell’ordine affinché individuino al più presto chi si è macchiato di un crimine cosi grave per la nostra comunità».

 

Consiglio comunale Iglesias

Si acuisce, a Iglesias, lo scontro politico tra Cas@ Iglesias e Partito Democratico. Dopo l’intervento del capogruppo di Cas@ Iglesias Valentina Pistis in Consiglio comunale, del quale oggi abbiamo pubblicato il testo integrale, e quelli del sindaco Emilio Gariazzo e del capogruppo del Partito Democratico, Francesco Melis, oggi i due consiglieri di Cas@ Iglesias replicano con una nota dai toni molto duri che hanno i sempre più marcati contorni di una vera e propria rottura.

«E’ stata una vera sfacchinata – scrivono Valentina Pistis e Giorgio Carta – decifrare il comunicato stampa del Gruppo Consiliare del partito democratico. D’altra parte come dice Fassina il Pd sta scivolando, lentamente e surrettiziamente, “verso una forma più vicina a quella di un comitato elettorale”. Come dire: sono, oramai, più avvezzi a litigare per le tessere e le poltrone piuttosto che occuparsi dei problemi delle fasce più deboli.

L’alleanza nata nel 2013 avrebbe dovuto ridare efficienza ed efficacia all’azione amministrativa e lavorare nel solo esclusivo interesse della Comunità. Così, ad oggi, non è stato. E’ indubbio, siamo diversi da loro. Distinzione che si racchiude in tre semplici concetti: conoscenza dei problemi, cultura amministrativa e cultura della responsabilità e della trasparenza.

Lo avevamo spiegato sin dall’inizio: il tema del “fare”, dell’agire con consapevolezza per un’amministrazione locale è centrale e significa rispondere con i fatti alle esigenze legittime dei cittadini, mentre sostenere una cultura della responsabilità e della trasparenza significa governare realmente e amministrare bene.

La lentezza nell’affrontare non solo le emergenze ma finanche l’ordinario, ha aumentato il livello di tensione nella maggioranza. Abbiamo cercato di fungere da stimolo. Le numerose mozioni, gli ordini del giorno, le proposte, le delibere, le interrogazioni, raccontano la capacità progettuale del Gruppo Consiliare, dunque, una storia opposta a quella disegnata nel confuso e approssimativo comunicato stampa del PD.

Tra le decine possibili, faremo due soli significativi esempi: il primo, da oltre un anno giacciono, nei cassetti dell’amministrazione, gli indirizzi generali del Piano urbanistico comunale. Il secondo, la mozione sulla Commissione d’Inchiesta per l’appalto dei rifiuti. Un appalto che sottrae ingenti risorse dalle tasche delle famiglie iglesienti. Due proposte depositate e mai discusse, nemmeno in seno alla maggioranza.

Non ultimo, abbiamo chiesto, con forza, dal primo momento, una poderosa riorganizzazione della macchina amministrativa. La maggioranza – concludono Valentina Pistis e Giorgio Carta -, ha sempre evitato con scienza e coscienza, la questione, non ha mai voluto affrontare seriamente il problema, così come è avvenuto per la Società In House del Comune (Iglesias Servizi).  La misura è ormai colma.»

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Nessuno ne parla ancora ufficialmente, ma i toni dello scontro tra i consiglieri del gruppo Cas@ Iglesias e il Partito Democratico, prima forza consiliare che esprime anche il sindaco, Emilio Gariazzo, hanno aperto di fatto la crisi nella maggioranza di centrosinistra al comune di Iglesias, a poco più di un anno e mezzo dall’elezione del sindaco (26 maggio 2013) e dall’insediamento del Consiglio comunale (28 giugno 2013).

Per capire meglio quanto oggi siano distanti le due posizioni politiche, pubblichiamo l’intervento integrale fatto da Valentina Pistis, capogruppo di Cas@ Iglesias, durante l’ultima riunione del Consiglio comunale, dedicata al dibattito sullo stato di attuazione del Piano Sulcis, in presenza del coordinatore dello stesso, Tore Cherchi, ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias.

«Grazie.
Grazie di cuore a tutte le donne e gli uomini che questa sera hanno deciso, con consapevolezza, di partecipare a questo Consiglio comunale.
Queste persone sono la dimostrazione che il ragionamento e l’approfondimento dei temi, anche scomodi, paga sempre.
Non lasciatevi intorpidire, non aspettate che gli altri prendano decisioni al posto vostro.
Il dialogo e il confronto sono necessari in politica come nella vita quotidiana.
Vedendovi, qui, questa sera non posso che farmi contagiare dalla vostra determinazione.
E’ arrivato il momento di dire la verità, tutta la verità in merito al Piano Sulcis e a tutto ciò che vi ruota intorno.
Non possiamo più tacere. Non vogliamo più tacere.
Occorre fare chiarezza.
Occorre dire che i fondi del Piano Sulcis, sono praticamente inesistenti, così come le opere da realizzare.
L’Alcoa è chiusa, per l’Eurallumina e per l’Ila, sinceramente, non si intravede alcuna ripartenza, arriverà il turno della Carbosulcis e della Centrale Enel. Insomma un’ecatombe di industrie.
A cui, la politica regionale e nazionale, risponde con un Piano, vuoto e inconsistente.
Il Piano Sulcis finora non ha prodotto nemmeno un posto di lavoro.
Le procedure appaiono inesistenti, all’orizzonte solo ed esclusivamente ghiotte speculazioni ministeriali e non solo.
Speculazioni approvate e certificate da una parte della politica isolana.
Il progetto speculativo del biofuel dei signori Mossi & Ghisolfi è la prova di ciò che sto affermando.
Quel progetto è inaccettabile. Più tardi spiegherò perché.
Non credo che favorendo l’insediamento dei produttori di canne si possa rilanciare il nostro territorio.
Finora niente è stato fatto per risolvere il problema del costo dell’energia, della ripresa produttiva, ancor meno, ahimé, si è fatto per le bonifiche ambientali.
Il gruppo che rappresento, Cas@ Iglesias, lo grida ad alta voce quotidianamente.
La questione ambientale non è più rinviabile.
Non possiamo continuare a traccheggiare sulla salute della popolazione. E mi dispiace contraddirla, ing. Cherchi. Lei ha appena affermato che prima di tutto viene il lavoro, io dico con assoluta determinazione che prima di tutto viene la salute. Senza la salute non può esserci lavoro.
Il report del ministero dell’Economia sul Piano Sulcis, redatto dall’Uver Unità di verifica degli investimenti pubblici, per usare un eufemismo, fa paura.
Certifica sostanzialmente che il Piano Sulcis è un imbroglio di stato.
Procedure inesistenti, progetti irrealizzabili, in molti casi non è stata indicata nessuna tempistica; opere iniziate anni fa e addirittura opere dichiarate concluse, tutte inserite nel piano fantastico del Sulcis.
Fondi stanziati da delibere di Giunta regionale del 2009, 2010, 2011, delibere Cipe del 2011, fondi Fesr 2007-2013. Insomma, fondi vecchi, già stanziati in passato, che non hanno nulla a che fare con il fantomatico Piano Sulcis.
A certificare ciò che sto affermando sono i funzionari del ministero che hanno effettuato i sopralluoghi.
Nel report si evince con chiarezza che in numerosissimi casi, non esiste alcuna procedura in essere.
Alcuni esempi.
Sulla portualità i fondi sono ridicoli, la progettazione è pressoché tutta preliminare o studi di fattibilità da eseguire.
Al progetto dell’impianto fognario di Sant’Antioco manca persino la localizzazione, la variante urbanistica e la stima dei costi. Per non parlare del collegamento all’isola di Sant’Antioco, pare non abbiamo ancora scelto se costruire un ponte o un tunnel… una cosetta da poco conto…
Il progetto che riguarda il tratto di strada Carbonia-Giba è stato definito con un laconico “bassa affidabilità”.
Per non parlare della scelta di abbandonare il progetto GALSI, ossia il progetto relativo al Gasdotto che avrebbe dovuto collegare l’Algeria alla Sardegna e all’Italia. Cancellato.
Insomma, più che un piano di rilancio, mi pare un libro dei sogni. Anzi, oserei dire, un libro che procura i incubi.
Altro esempio su tutti, miniera di Orbai, inizio lavori 2006, oggi siamo all’analisi del rischio, manca il dimensionamento economico. In sostanza, la procedura è indefinita, siamo in alto mare.
Risultano iscritti progetti iniziati del 2006, alcuni addirittura conclusi; progetti del 2007 conclusi nel 2012 inseriti nel piano.
Per quale motivo mi chiedo?
Come fanno a far parte di questo piano?
Per la maggior parte dei progetti la fine lavori indicata nel report è il 2014. Ossia, l’anno appena concluso. Nessuna traccia di inizio e fine cantiere. Senza contare tutti quelli che si sarebbero dovuti concludere nel 2013 e non sono nemmeno iniziati.
Insomma, una vergogna inaudita, l’ennesimo inganno in danno ai sulcitani.
Ma veniamo alla chimica verde e alla coltivazione della canna per la produzione di bioetanolo a Portovesme.
L’impatto ambientale è fortissimo, devastante.
Numeri da capogiro.
300 milioni di euro di investimento.
80mila tonnellate di carburante prodotto all’anno.
Il progetto, del gruppo Mossi & Ghisolfi, (colosso da 3 miliardi di dollari di fatturato all’anno), ha bisogno di un’area industriale attrezzata, di un porto (già esistenti a Portovesme) e di 5.000 ettari di terreno da coltivare a canne, nel raggio di 70 chilometri.
Ha inoltre bisogno di un sostegno finanziario dello Stato, della Regione elevatissimo, non ultimi i 900 milioni chiesti all’Unione europea per finanziarie le bioraffinerie, a tal proposito, vi invito a prendere visione del Piano Juncher.
Insomma Mossi & Ghisolfi oltre ad essere sponsor delle campagne elettorali del premier Renzi e quindi suoi “grandi elettori” evidentemente sono pure simpatici ai governatori regionali che non battono ciglio in merito allo scellerato progetto.
Ricordo che le canne sono una specie infestante che muta il regime ecologico del territorio, rendendolo più arido e soggetto agli incendi.
E’ una specie altamente infiammabile e questo le consente, essendo una specie pirofila, di imporsi a discapito delle altre piante.
Modifica l’ecologia della zona, sottrae acqua in grandi quantità e elementi nutritivi al terreno.
Insomma, all’inquinamento devastante prodotto dall’attività mineraria e dalle industrie, viene associato il rischio di una probabile desertificazione.
E’ chiaro che in Sardegna abbiamo bisogno di tutto fuorchè di piante che favoriscano incendi e aridità dei suoli.
Non possiamo rischiare di lasciare spazio al fenomeno c.d. di “land grabbing”, tipico dei paesi poveri del terzo mondo.
Le multinazionali, come quelle di Mossi & Ghisolfi, acquistano i terreni dai coltivatori, ormai stremati dalle innumerevoli tasse statali, non ultima, l’IMU sui terreni agricoli, per trasformare i nostri terreni nell’ennesima monocoltura di canne o cardi, come sta accadendo dall’altra parte dell’isola.
Non ultimi altri due punti oscuri, ossia l’impianto a biomasse nella zona industriale di Iglesias, a pochi passi dal centro abitato e la centrale termoelettrica per realizzare carbone Sulcis “pulito” dotata di una sezione di cattura e stoccaggio nel sottosuolo di CO2.
Sulla questione energia, dobbiamo necessariamente cambiare marcia, registro. L’andazzo è chiaro, vogliono rendere la Sardegna sempre più dipendente dal resto d’Italia. Visto anche la scelta relativa al piano di dismissione della centrale Enel. Ad oggi non esiste un solo contratto bilaterale per salvare le industrie e la responsabilità è politica, non certamente dell’Enel.
Siamo qui, non per valutare le chiacchiere, siamo qui per leggere la realtà.
E la realtà è sotto gli occhi di tutti, le fabbriche sono chiuse e le bonifiche completamente assentiper chiare incapacità politiche di ieri e di oggi.
Sembra quasi che la nostra isola, la nostra agricoltura sia impossibilitata a puntare ad un futuro basato su uno sviluppo sostenibile, moderno, sui prodotti dell’agroalimentare di qualità.
Alla faccia di Milano e del tema dell’Expo 2015…
Alle condizioni ambientali e sanitarie nelle aree industriali e minerarie, già così precarie, occorre opporre un sistema produttivo innovativo sostenibile; occorre puntare sull’immediata bonifica dei siti contaminati.
Occorre opporre una politica virtuosa, di qualità, tesa alla sovranità alimentare, funzionale alle esigenze di coloro i quali abitano i territori. Una politica che favorisca la riappropriazione da parte delle comunità locali della gestione dei luoghi.
Anche per questo motivo, in questa sede, il gruppo che rappresento, vuole proporre una bozza di piano alternativo al Piano Sulcis, basato su quattro direttive.
Bonifiche ambientali e piano straordinario di recupero produttivo delle discariche.
Come già anticipato le bonifiche ambientali non possono più aspettare, ne va della salute di queste e delle future generazioni.
Le discariche minerarie abbandonate del Sulcis Iglesiente sono innumerevoli, contengono ancora quantità elevate di Piombo e Zinco. Quantitativi che consentirebbero di progettare un piano economico per rilanciare l’intero territorio. Tutto ciò coinvolgendo l’università di Cagliari e facendo ripartire i corsi di Scienze dei materiali di Monteponi. Rilanciando l’IGEA e il Parco Geo Minerario, prima che sia troppo tardi.
Pianificazione territoriale, paesaggistica e urbanistica.
Predisposizione di un Piano strategico, vero, di sviluppo territoriale che possa essere recepito immediatamente, offrendo riequilibrio territoriale e nuove opportunità per il turismo e la ricettività, tenendo sempre ben presente la tutela ambientale e paesaggistica.
Interventi infrastrutturali e collegamenti – Questione energetica/definizione di accordi bilaterali:
– strada ss. 126 a quattro corsie;
– interventi sui porti;
– intervento di connessione dei bacini idrografici del Sulcis con i sistemi del Tirso e del Flumendosa al fine di garantire l’approvvigionamento idrico e irriguo costante dell’intero territorio.

Poli produttivi di eccellenza agricola.
Individuazione di filiere produttive di eccellenze agricole che possano valorizzare al meglio le caratteristiche dei terreni del Sulcis Iglesiente. Ricordo che, solo nel Sulcis si possono trovare quei vitigni europei originari, derivanti da una antichissima e storica tradizione vitivinicola.
Pensiamoci,
pensiamoci bene, prima di trasformare la nostra isola in un campo sterminato di canne.
Le canne utilizziamole solo ed esclusivamente per costruire launeddas. Che è meglio.
Pensiamo al patrimonio di archeologia mineraria che ci resta. Pensiamo all’ambiente sconfinato e paradisiaco tipico della nostra isola. Proviamo seriamente a valorizzarlo, prima che cada definitivamente in rovina.»

 

Il gruppo Cas@ Iglesias conta su due consiglieri, Valentina Pistis e Giorgio Carta, in una maggioranza composta da 15 consiglieri.

PD 8 consiglieri: Mauro Usai, presidente; Franca Maria Fara, vicepresidente; Francesco Melis, capogruppo; Carla Cicilloni; Daniele Reginali, segretario provinciale; Ubaldo Scanu, segretario cittadino; Claudia Caschili; Marco Loddo.

Cas@ Iglesias 2 consiglieri: Valentina Pistis, capogruppo; Giorgio Carta.

Il Tuo segno per Gariazzo 2 consiglieri: Pietro Serio, capogruppo; Pierina Chessa.

Sinistra Ecologia Libertà 2 consiglieri: Simone Pinna, capogruppo; Franco Tocco.

Uniti per Iglesias 1 consigliere: Alberto Cacciarru, capogruppo.

La minoranza di centrodestra conta su 9 consiglieri.

Piazza Sella 7 consiglieri: Gian Marco Eltrudis, capogruppo; Gianluigi Rubiu; Pietro Carta; Vito Didaci; Angela Scarpa; Andrea Pilurzu; Giuseppe Pes.

P.D.L. dal 5/02/2014 ForzaItalia 2 consiglieri: Luigi Biggio, capogruppo; Gianfranca Mannu.

Il sindaco Emilio Gariazzo e il capogruppo PD  Francesco Melis.

Il sindaco Emilio Gariazzo e il capogruppo PD Francesco Melis.

La polemica in seno alla maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta Gariazzo cresce. Dopo il sindaco, anche il capogruppo del Partito democratico, Francesco Melis, prende posizione con una nota durissima, sull’intervento dei consiglieri del gruppo Cas@ Iglesias.

«Leggiamo con sconcerto le dichiarazioni fatte dal gruppo consiliare Cas@Iglesias – scrive in una nota Francesco Melis -. E’ l’ennesimo capriccio di chi da oltre un anno è alla costante ricerca di visibilità mediatica proponendo inutili interrogazioni e interpellanze pur stando in maggioranza ed essendo inoltre parte attiva del governo cittadino. Ognuno di noi ha fatto delle scelte politiche che oggi lo vedono con una posizione e un programma politico chiaro e trasparente nei confronti dei cittadini, non solo a livello comunale ma anche regionale e nazionale. Per questo noi vorremmo chiarezza anche dai consiglieri Pistis e Carta, pertanto chiediamo se con la lettura in aula del documento dell’on. Pili sul Piano Sulcis, intendano cambiare anche il nome al loro gruppo consiliare. Dire che si prendono le distanze da tutta la maggioranza e in particolare dal PD ma al contempo si dà l’appoggio al sindaco non significa nulla, perché il sindaco oltre ad essere espressione della maggioranza è dirigente ed espressione del PD. Per questo motivo reputiamo debolissima la tesi per cui la discussione sul Piano Sulcis abbia influito pesantemente sulla decisione di continuare ad appoggiare il sindaco prendendo però le distanze con l’intera maggioranza.»

«Il gruppo consiliare del PD, che conta 8 consiglieri – aggiunge Francesco Melis -, fa parte di una maggioranza di centro sinistra che in considerazione del difficile momento economico e sociale opera a supporto del duro lavoro che l’amministrazione Gariazzo è chiamata a svolgere. Siamo un Partito con la schiena dritta che ha sempre pensato al bene del territorio e dei suoi cittadini e rivendichiamo con forza il lavoro svolto per il piano Sulcis, una delle poche opportunità di sviluppo per il territorio. Ricordiamo alla consigliera Pistis e al consigliere Carta, che in politica non è attraverso i comunicati stampa che si prendono delle posizioni, ma attraverso altri mezzi. Per quanto riguarda il cambio di scranno in Consiglio comunale, li invitiamo a studiarsi il regolamento dello stesso Consiglio, dove documentandosi accerteranno che i posti sono assegnati dal presidente del Consiglio e non da una loro scelta. La correttezza istituzionale non è un optional – conclude il capogruppo del Partito Democratico – ma è la base di un comportamento civico che deve essere da esempio ai cittadini di Iglesias.»

Il Municipio di Iglesias copia

Il Consiglio comunale di Iglesias questa sera affronta le problematiche della gestione del carcere di Iglesias. L’assemblea civica è stata convocata per le 0re 17.00 in seduta straordinaria su richiesta dei consiglieri Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), Alberto Cacciarru (Uniti per Iglesias), Giorgio Carta (Cas@ Iglesias) e Francesco Melis (Partito Democratico), ai sensi dell’articolo 6 del regolamento del Consiglio comunale.

Successivamente, l’ordine del giorno è stato integrato con altri due punti: l’interrogazione urgente presentata dalla consigliere Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), contenente una richiesta di verifiche sull’operato della società Abbanoa; e la mozione presentata dal consigliere Alberto Cacciaru (Uniti per Iglesias), sui servizi socio assistenziali e sul polo sanitario (integrazione dei servizi).