27 July, 2024
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Giro di boa a Narcao per la trentaquattresima edizione di Narcao Blues. Venerdì 26 luglio, alle 21.30, il palco di piazza Europa accoglierà per la prima volta un musicista brasiliano (ma di base a Los Angeles): il chitarrista Artur Menezes, ventisette anni compiuti pochi giorni fa (il 14 luglio), astro nascente del blues mondiale, dove si è messo in luce già nel 2010 pubblicando il primo album. Il suo stile è una miscela di blues e rock con influenze funk e jazz, cui le sue radici brasiliane aggiungono un sapore speciale rendendolo ancora più distinguibile. “Fading Away”, del 2020, il suo album più recente (con un’apparizione come ospite di Joe Bonamassa) ha segnato un altro passo avanti nella crescita artistica di Artur Menezes, consacrandolo tra i talenti di spicco della nuova generazione dei chitarristi blues. Con lui a Narcao ci saranno Loris Tils al basso e Samuel Rafalowicz alla batteria.

Alle 23, a brillare nella notte di Narcao Blues sarà la stella di Martin Barre, il chitarrista inglese che per oltre quarant’anni è stato un membro chiave dei Jethro Tull, caratterizzando gran parte del suono della band capitanata da Ian Anderson, e contribuendo quindi al suo successo e alla sua duratura popolarità. Classe 1946, nativo di Birmingham, Martin Barre ha lavorato anche con molti altri artisti, tra cui Paul McCartney, Phil Collins, Gary Moore, Joe Bonamassa e Chris Thompson, ha condiviso il palcoscenico con leggende come Jimi Hendrix, Fleetwood Mac, Pink Floyd e Led Zeppelin, e ha intrapreso una brillante carriera solista, pubblicando album che mettono in mostra la sua versatilità nel rock, nel blues e nella musica acustica. Tra i suoi dischi più noti “Away with Words” (del 2013) e “Back to Steel” (2016), in cui fonde abilità tecnica e profondità emozionale. Oggi Martin Barre continua a conquistare il pubblico nei suoi concerti, rinomati per energia e precisione, sia che si esibisca con la sua band, sia con altri artisti. Ad accompagnarlo sul palco di piazza Europa ci saranno Dan Crisp (voce e chitarra), Alan Thomson (basso) e Darby Todd (batteria).

Spenti i riflettori, la musica continuerà a infiammare la notte di Narcao Blues nel quotidiano appuntamento dopoconcert in Località Santa Croce: di scena stavolta Cek and The Stompers, la band capitanata dal chitarrista e cantante bresciano Cek Franceschetti, affiancato da Luca Manenti (chitarra elettrica e mandolino), Andrea Corvaglia (armonica e voce), Pietro “Peg” Gozzini (contrabbasso e voce) e Federica Zanotti (percussioni e voce). Il pubblico di Narcao Blues ritroverà questi stessi musicisti l’indomani, sabato 27, alle 21.30, sul palco di piazza Europa nel primo dei due set in programma per l’ultima serata del festival. Poi, gran finale, a partire dalle 23, con il chitarrista, cantante e songwriter californiano Tommy Castro, una delle stelle più brillanti della costellazione soul-blues, alla guida della sua band The Painkillers: Michael Emerson alle tastiere, Randy McDonald al basso e Bowen Brown alla batteria. Spenti gli amplificatori e le luci in piazza Europa, e accesi nello spazio dopoconcerto in Località Santa Croce, il compito di suonare le ultime note della trentaquattresima edizione di Narcao Blues spetterà alla formazione Two Empty Glasses.

 

Tutto pronto per la trentaquattresima edizione di Narcao Blues: da mercoledì (24 luglio) a sabato 27 ritorna il più longevo festival blues in Sardegna, e tra i più apprezzati nel panorama nazionale. Un appuntamento da mettere in agenda per gli appassionati del genere, che già nella sua intestazione rimarca l’inscindibile legame con il paese in cui è nato nel 1989 e dove ha sede l’associazione culturale Progetto Evoluzione che lo organizza e promuove: Narcao, nel cuore del Sulcis, a poca distanza da Carbonia e a una sessantina di chilometri da Cagliari.

A inaugurare il festival, mercoledì (24 luglio) alle 21.30, sarà il progetto Moore Plays Moore con il talentuoso Jack Moore, figlio del celebre Gary Moore e anch’egli chitarrista: un tributo all’indimenticabile genitore, scomparso nel 2011 a 58 anni, che nel corso della sua carriera ha collaborato con leggende come B.B. King, Albert King, George Harrison, Albert Collins, Bob Dylan, i Beach Boys, Ozzy Osbourne e Andrew Lloyd Webber. A Narcao il trentaseienne chitarrista britannico sarà accompagnato dai polacchi Szymon Pejski alla voce, Bogdan Topolski alla chitarra, Łukasz Gorczyca al basso e Tomek Dominik alla batteria. Il concerto si collega al progetto “Sardinia Plays the Blues”, promosso dal festival di Narcao nel 2020, durante la pandemia, quando vennero invitate sei band sarde a esibirsi in località turistiche di rilievo per promuovere le eccellenze musicali e territoriali dell’isola. Il DVD prodotto per l’occasione è stato distribuito in tutta Europa, attirando l’attenzione di numerosi festival, tra cui quello di Suwalki, in Polonia, di cui ora i Moore Plays Moore saranno “ambasciatori” a Narcao Blues.

Il secondo tempo della serata inaugurale, intorno alle 23, vedrà protagonisti i Southern Avenue, una delle migliori formazioni soul-blues della scena americana degli ultimi anni. Nata nel 2017, la band originaria di Memphis porterà sul palco di Narcao il suo set carico di energia e groove esplosivo, trainato dalla potente voce della frontwoman Tierinii Jackson e dalla chitarra di Ori Naftaly, con Jeremy Powell alle tastiere, Evan Sarver al basso e Tikyra Jackson ai cori e alla batteria. Presenza costante nei migliori festival blues internazionali, i Southern Avenue vantano tre dischi all’attivo (con il quarto previsto per la fine dell’anno) e una nomination ai Grammy nella categoria “Best Contemporary Blues Album”, a testimonianza dell’alta qualità della loro proposta artistica.

Serata tutta a stelle e strisce, quella di giovedì 25, aperta (come sempre alle 21.30) da Jason Ricci, considerato tra i più importanti armonicisti blues contemporanei, in arrivo a Narcao per l’unica data italiana del suo tour. Uno straordinario talento, quello del bluesman statunitense, nato a Portland nel 1974, come certificano gli svariati premi raccolti ai Blues Music Awards e il Grammy conquistato nel 2015 per la categoria “Best Blues Album”. Nel suo vasto bagaglio di esperienze, un lungo elenco di apparizioni in album di artisti come Johnny Winter, Ana Popovic, Joe Louis Walker, Cedric Burnside, Walter Trout, Mike Zito, JP Soars, Nick Moss, Peter Karp, Nick Curran, The Mannish Boys, Too Slim and The Tail Draggers, Walter Trout, tra i tanti; e poi tour e concerti con John Fohl, The Iguanas, Damon Fowler, Pappa Mali, JP Soars, Eric Johanson, Big Chief Monk Boudreaux, Anders Osborne, Joe Krown e altri ancora. Jason Ricci & The Bad Kind è la formazione con cui è atteso a Narcao, con Kaitlin Dibbles alla voce, Brent Johnson alla chitarra, Bill Blok al basso e Rickey Shelton alla batteria.

Ha passaporto U.S.A. anche il protagonista della seconda parte della serata, Selwyn Birchwood, pluripremiato chitarrista, suonatore di lap steel, cantante e songwriter con radici nella tradizione del blues, ma con lo sguardo rivolto verso il futuro. Classe 1985, nativo di Orlando, in Florida, Selwyn Birchwood chiama la sua musica “Electric Swamp Funkin’ Blues”: un’inebriante miscela di deep blues, rock dalle tinte psichedeliche, funk e soul con cui ha vinto l’International Blues Challenge nel 2013 e ottenuto ben quattro nomination ai Blues Music Awards 2024 nelle categorie “Best Blues Band”, “Song Of the Year”, “Contemporary Blues Album” e “Contemporary Blues Male Artist”. A Narcao si presenterà alla testa della sua band che vede Regi Oliver ai sassofoni, Ed Krout all’organo e alle tastiere, Donald “Huff” Wright al basso e Byron “Bizzy” Garner alla batteria.

Sarà il primo artista brasiliano (ma di base a Los Angeles) nella storia di Narcao Blues ad aprire la serata di venerdì (26 luglio, sempre alle 21.30): il chitarrista Artur Menezes, ventisette anni appena compiuti (il 14 luglio), astro nascente del blues mondiale dove si è messo in luce già nel 2010 pubblicando il suo album d’esordio. Il suo stile è una miscela di blues e hard rock, con la capacità di passare agilmente a groove swinganti e jazz. Le sue radici brasiliane aggiungono un sapore speciale al mix, rendendo il suo stile ancora più distintivo anche per l’uso della voce, che esprime profondamente le emozioni delle sue canzoni, così come fa con la sua chitarra. Il suo ultimo album, “Fading Away”, con un’apparizione di Joe Bonamassa come ospite, ha segnato un passo avanti sia nella scrittura che nell’esecuzione, consacrando Artur Menezes tra i primi posti della nuova generazione di chitarristi blues. A Narcao sarà accompagnato da Loris Tils al basso e Samuel Rafalowicz alla batteria.

Alle 23.00, la notte di Narcao Blues sarà illuminata dalla stella di Martin Barre, il chitarrista che per oltre quarant’anni è stato un membro chiave dei Jethro Tull, caratterizzando gran parte del suono della storica band capitanata da Ian Anderson e contribuendo al suo successo e alla sua duratura popolarità. Nato a Birmingham nel 1946, il chitarrista inglese ha lavorato anche con molti altri artisti, tra cui Paul McCartney, Phil Collins, Gary Moore, Joe Bonamassa e Chris Thompson; ha condiviso il palco con leggende come Jimi Hendrix, Fleetwood Mac, Pink Floyd e Led Zeppelin, e ha intrapreso una brillante carriera solista, pubblicando album che mostrano la sua versatilità nel rock, nel blues e nella musica acustica. Tra i suoi dischi più noti, “Away with Words” (2013) e “Back to Steel” (2016), in cui fonde abilità tecnica e profondità emozionale. Oggi Martin Barre continua a conquistare il pubblico nei suoi concerti, rinomati per energia e precisione, sia che si esibisca con la sua band, sia con altri artisti. A Narcao sarà accompagnato da Dan Crisp (voce e chitarra), Alan Thomson (basso) e Darby Todd (batteria).

Tutta italiana la formazione che salirà per prima sul palco (alle 21.30) nell’ultima serata del festival, sabato 27 luglio: Cek and The Stompers, la band guidata dal chitarrista e cantante bresciano Cek Franceschetti, attivo dai primi anni Novanta, e con un bagaglio di esperienze e collaborazioni in cui spicca quella, fra il 2004 e il 2007, con il grande bluesman americano Louisiana Red. Nel 2002 ha formato i Cek Out con Paolo e Marco Xeres, incidendo due album che gli hanno aperto le porte di numerosi festival. Nel 2008 ha fondato i Cek Deluxe con Pietro Maria Tisi e Carlo Poddighe, registrando altri due album e suonando in Italia, Svizzera, Germania, Canada e negli Stati Uniti, dove è in tour per un mese dopo aver vinto nel 2009 il concorso italiano dell’International Blues Challenge, che lo ha portato a suonare a Memphis con altri sessanta artisti provenienti da tutto il mondo. Dopo aver pubblicato vari album solisti, “One Man Stand” (2014), “Blues Tricks” (2018) e “Sarneghera Stomp” (2021), lo scorso marzo ha firmato con l’etichetta americana Gulf Coast Records per l’album “Mr Red” sotto l’insegna Cek and The Stompers, formazione con cui scandaglia il mondo della musica roots americana con canzoni originali che accarezzano, oltre al blues, sonorità folk e atmosfere che riportano al sound di alcuni grandi come Ry Cooder e Son House. A Narcao, con Cek Franceschetti (voce, chitarra resofonica, stompbox), ci saranno Luca Manenti (chitarra elettrica e mandolino), Andrea Corvaglia (armonica e voce), Pietro “Peg” Gozzini (contrabbasso e voce) e Federica Zanotti (percussioni e voce).

Gran finale di festival, a partire dalle 23, con il chitarrista, cantante e songwriter californiano Tommy Castro, una delle stelle più brillanti della costellazione soul-blues, alla guida della sua band The Painkillers: Michael Emerson alle tastiere, Randy McDonald al basso e Bowen Brown alla batteria. Nato nel 1955 a San Jose, nel corso della sua lunga carriera, in costante evoluzione e costellata di premi e riconoscimenti (in particolare ai Blues Music Awards che ha vinto più volte in diverse categorie), Tommy Castro è sempre rimasto fedele a se stesso mentre esplorava, cresceva e creava nuova musica. Dal suo debutto da solista nel 1994, ha realizzato sedici album, ognuno dei quali è un capitolo unico nella sua personale discografia: il più recente, “A Bluesman Came To Town” (del 2021), racconta la storia di un giovane uomo che lavora nella fattoria di famiglia; rapito dalla passione per il blues, impara a suonare la chitarra e si mette in viaggio alla ricerca di fama e fortuna, solo per scoprire che ciò che si è lasciato alle spalle è il tesoro che stava cercando.

Come da tradizione, ogni notte, spente le luci in piazza Europa, la musica continuerà nello spazio dopoconcerto in Località Santa Croce: mercoledì 24 luglio è di scena De Luca Blues, mentre giovedì Narcao Blues riabbraccerà Vittorio Pitzalis con Williboy Taxi. Protagonisti venerdì 26 saranno Cek and The Stompers, sabato 27 ultime note della trentaquattresima edizione di Narcao Blues affidate a Two Empty Glasses.

 

E’ stato rinviato per motivi di salute il concerto del trio “Cats in The Kitchen”, inizialmente annunciato per domenica 7 agosto a Piscinas, nel giardino della Villa Salazar (che sarà riprogrammato in data da definirsi), sarà invece il mito di Jimi Hendrix ad illuminare giovedì 11 agosto la seconda tappa delle anteprime del trentasettesimo festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, di scena nel Sud Sardegna con gli appuntamenti della rassegna “Jazz Around”, una sorta di “festival nel festival” che anticipa il cuore della manifestazione storicamente di casa a Sant’Anna Arresi. Si va in scena alle 21.00, alla Cantina Sociale di Santadi, con l’esplosivo “A Tribute to Jimi Hendrix”, un omaggio al rivoluzionario chitarrista di Seattle, nato da un’idea di Andrea De Luca, talentuoso bluesman italiano dalle solide collaborazioni d’oltreoceano, legato artisticamente al compianto Jimi, che con questo progetto evidenzia gli affascinanti intrecci ritmici e melodici che vedono il Jazz fondersi con le distorsioni psichedeliche del Rock, creando una miscela che ha rivoluzionato la musica moderna. Ad accompagnarlo nel “trip” sonoro, una stella del jazz italiano, il batterista Roberto Gatto, e l’originale e solida struttura di basso di Pierpaolo Ranieri.

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Si va verso il sold out per il grande concerto “Woodstock legacy 1969-2019” che si svolgerà domani sera, dalle 20.00, a Paulilatino. L’attesa è praticamente terminata, tutti i musicisti sono già arrivati in Sardegna e sono ansiosi di salire sul palco del teatro Grazia Deledda. Ben 19 artisti suoneranno assieme per un unico evento imperdibile che si propone di ripercorrere 50 anni di storia della musica internazionale, dal concerto di Woodstock ai giorni nostri. L’evento è organizzato dalla Fondazione Teatro Grazia Deledda in collaborazione con il Teatro Instabile ed il patrocinio della Fondazione Sardegna. 

Il concerto inizia esattamente dove finì quello di Woodstock, 50 anni fa: da Jimi Hendrix. Uli Roth, chitarrista degli Scorpions, da oltre 40 anni è universalmente riconosciuto come uno degli strumentisti migliori al mondo ed è noto per aver raccolto l’eredità musicale di Hendrix. Sarà perciò proprio Uli Roth ad aprire l’esibizione di domani, con l’inno americano suonato con la chitarra elettrica, in distorsione, così come fece Jimi Hendrix sul palco del ’69. La serata proseguirà con esibizioni del gruppo sardo-belga Arthmony accompagnati da turnisti di livello assoluto come Amedeo Bianchi e Mauro Borsetti. Sarà poi il momento di Mario Schilirò, storico chitarrista di Zucchero, che suonerà anche lui un omaggio a Jimi Hendrix e poi si unirà ad Amedeo Bianchi e a Beppe Dettori. Il finale della serata sarà in crescendo: suoneranno Graham Oliver e Paul Quinn dei Saxon e insieme proporranno alcune delle canzoni più famose della band metal inglese. Saranno poi raggiunti sul palco da Roth e si rivisiteranno sei brani degli Scorpions: In trance; We’ll burn the sky; All night long; Sails of Charon, Fly to the rainbow e Pictured life. Per concludere, il gran finale con 19 musicisti che suoneranno tutti assieme per salutare, con questo ultimo omaggio, i 50 anni di musica che sono nati sul palco di Woodstock.

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Tutto pronto per il grande spettacolo del 13 dicembre al Teatro Grazia Deledda di Paulilatino: alcuni dei più famosi e celebrati musicisti rock e pop europei suoneranno, tutti insieme, per una singola e imperdibile serata, per il concerto “Woodstock Legacy 1969-2019” organizzato dalla Fondazione Teatro Grazia Deledda in collaborazione con il Teatro Instabile e il patrocinio della Fondazione Sardegna. Uli Jon Roth, chitarrista degli Scorpions, Graham Oliver e Paul Quinn dei Saxon, insieme a Mario Schilirò, chitarrista storico di Zucchero, saliranno sul palco del bellissimo teatro di Paulilatino per ripercorrere 50 anni di musica, dall’iconico festival di Woodstock del 1969 a oggi. Inoltre, allo show parteciperanno anche diversi grandi artisti, come Emiliano e Marco Polizzi, Archelao Micrillo, Mauro Borsetti, Piero Leporale ed Amedeo Bianchi: sono alcuni tra i più quotati session-man italiani, abituati a calcare i palchi più prestigiosi dell’Europa. L’ultima novità è l’ingresso di Beppe Dettori del roster della serata, il cantante sardo interpreterà Little Wing di Jimi Hendrix, supportato dall’eccezionale talento di Mario Schilirò: il chitarrista storico di Zucchero è chiamato a far rivivere la sei corde di Hendrix in uno show in cui il genio di Seattle sarà omaggiato anche da uno dei suoi eredi più noti e accreditati: Uli Roth, infatti, suonerà l’inno americano in distorsione, ricalcando ciò che fece Hendrix a Woodstock. Dopo questa notevolissima intro, il supergruppo formatosi per l’occasione partirà in una emozionante cavalcata che percorrerà gli incendiari anni 70, 80 e 90 per concludere la corsa con le ultime produzioni degli anni Duemila. Sarà pertanto anche una grande occasione per valutare i vari cambiamenti apportati all’arte musicale: da dove si è partiti e qual è l’attuale punto di arrivo. Special guest della serata saranno gli Arthmony, un gruppo sardo-belga con alle spalle già un tour continentale.

Un evento collaterale degno dell’attrazione principale. La Fondazione Teatro Grazia Deledda e il Teatro Instabile hanno pensato di organizzare anche un evento collaterale al concerto. Nell’ottica di un coinvolgimento totale della comunità e del territorio che ospitano il teatro, Paulilatino ospiterà una mostra fotografica che si snoderà lungo le tre vie principali del paese, e il soggetto dell’esposizione sarà proprio il centro abitato e i suoi cittadini: le foto infatti ripercorrono la storia di Paulilatino dagli anni ’60 ad oggi. Si tratta, quindi, di un altro modo per ribadire la volontà di raccontare l’era post-Woodstock in ogni suo aspetto.

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Quattro Supernova della musica saranno protagonisti di uno spettacolo indimenticabile, intitolato “Woodstock Legacy 1969-2019”, un evento di portata internazionale organizzato dalla Fondazione Teatro Grazia Deledda in collaborazione con il Teatro Instabile e il patrocinio della Fondazione Sardegna, che si svolgerà il 13 dicembre 2019 al teatro Grazia Deledda di Paulilatino. Uli Jon Roth, chitarrista degli Scorpions, Graham Oliver e Paul Quinn dei Saxon, insieme a Mario Schilirò, chitarrista storico di Zucchero, saliranno sul palco del bellissimo teatro di Paulilatino per ripercorrere 50 anni di musica, dall’iconico festival di Woodstock del 1969 a oggi. Inoltre, allo show parteciperanno anche diversi grandi artisti, come Emiliano e Marco Polizzi, Archelao Micrillo, Mauro Borsetti, Piero Leporale ed Amedeo Bianchi: sono alcuni tra i più quotati session-man italiani, abituati a calcare i palchi più prestigiosi dell’Europa. Special guest della serata saranno gli Arthmony, un gruppo sardo-belga con alle spalle già un tour continentale.

L’attesa è già cominciata. In Sardegna, una produzione di questo livello in un periodo non estivo rappresenta un’eccezione assoluta. Gli organizzatori di “Woodstock legacy 1969-2019”, Antonio Vilardi e Aldo Sicurella, spiegano: «Siamo fieri di poter organizzare uno spettacolo simile. Suoneranno artisti che hanno fatto la storia della musica. Inventando stili, modi di esibirsi, look, poi ereditati da altri musicisti diventati ancora più famosi». L’obiettivo della serata è quello di ampliare e diversificare le attività della Fondazione Teatro Grazia Deledda con uno show divertente e coinvolgente, in grado di coinvolgere tutte le fasce di pubblico e di essere apprezzato anche dai più raffinati cultori della musica. «Noi riteniamo che l’era musicale e sociale culminata con Woodstock sia terminata – spiegano Vilardi e Sicurella – e quindi adesso siamo pronti a voltare pagina. Sono svaniti del tutto i sogni e le illusioni che hanno accompagnato la nostra generazione, cresciuta per l’appunto col mito di Woodstock. I cambiamenti sono stati radicali, in questi 50 anni, ed è quindi arrivato il momento di iniziare un nuovo percorso. Per riuscirci, però, vogliamo omaggiare quell’epoca e ciò che è avvenuto successivamente. Per questo motivo abbiamo scelto artisti come i due dei Saxon, o Roth degli Scorpions: stiamo parlando di musicisti che hanno lasciato un segno profondo della loro arte e che tuttora, a distanza di mezzo secolo dagli esordi, suonano nei maggiori festival mondiali».

Sarà proprio Uli Jon Roth ad aprire l’evento: suonerà l’inno degli Stati Uniti, “The Star-Spangled Banner”, con la chitarra elettrica, in completa distorsione. Un omaggio a ciò che fece Jimi Hendrix proprio a Woodstock. Roth, del resto, è unanimemente riconosciuto come uno dei suoi eredi. Dopo questa notevolissima intro, il supergruppo formatosi per l’occasione partirà in una emozionante cavalcata che percorrerà gli incendiari anni 70, 80 e 90 per concludere la corsa con le ultime produzioni degli anni Duemila. Sarà, pertanto, anche una grande occasione per valutare i vari cambiamenti apportati all’arte musicale: da dove si è partiti e qual è l’attuale punto di arrivo.

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Arrivano da oltreoceano i protagonisti della seconda serata di Narcao Blues, il festival organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione. Ad infuocare per primo le valvole degli amplificatori, alle 21.30 nella serata intitolata “Guitar Masters”, sarà il chitarrista, cantante e cantautore canadese Anthony Gomes, di ritorno nel Sulcis più di vent’anni dopo la sua prima esibizione. Inserito nella Billboard Blues Artist, classifica redatta dall’autorevole ed omonima rivista statunitense, Anthony Gomes si caratterizza per i suoi concerti ad alta energia, conditi dal suo indiscutibile carisma e la imponente presenza scenica, elementi che contribuiscono a posizionarlo tra i migliori artisti nel circuito rock e blues attualmente in circolazione. Sul palco di piazza Europa il musicista di Toronto presenterà la sua ultima produzione discografica, “Peace, Love & Loud Guitars” (Up 2 Zero, 2018), miglior album blues per i magazine Blues Rock Review e Sound Guardian Magazine. L’energico e magnetico leader sarà affiancato da Jacob Mreen al basso e Jeremy Howard alla batteria.

Alle 23.00, un altro ritorno tingerà di stelle e strisce la nottata narcarese: dagli Stati Uniti è in arrivo il funambolico e geniale chitarrista Scott Henderson, leader dei Tribal Tech e sideman di fiducia di autentiche leggende della musica come Joe Zawinul, Chick Corea e Jean-Luc Ponty. Il suo stile si distingue per un fraseggio nervoso, scattante e a tratti isterico, e prende forma fin dalla sua adolescenza, quando viene fortemente influenzato dalla musica di Jimi Hendrix, Jimmy Page e B.B. King, tra gli altri. La definitiva consacrazione arriva per Henderson a trent’anni, nel 1984, con i Tribal Tech, formazione fusion da lui fondata e con la quale inciderà ben dieci album. Miglior chitarrista del mondo secondo i sondaggi indetti dalle prestigiose riviste “Guitar World” nel 1991 e “Jazz Guitarist” nel 1992, nel 1994 decide di concentrare studio e scrittura sul blues registrando il disco “Dog Party” insieme alla leggendaria cantante Thelma Houston (attiva in ambiente Motown negli anni Settanta). Tre anni dopo prosegue il suo lavoro nel solco della musica del diavolo incidendo “Tore Down House”, granitica raccolta dove il meditato e sofferto sound del Delta incontra quello più brioso e ruvido del Texas. Nel 2002 arriva, invece, “Well to the Bone“, lavoro che ne testimonia ancora una volta la vicinanza al genere dalle dodici battute e la straordinaria poliedricità arricchita dall’innata capacità di muoversi sapientemente tra differenti generi musicali. A Narcao, il chitarrista di West Palm Beach sarà affiancato dal bassista Romain Labaye ed il batterista Archibald Ligonniere, per dar fuoco alle polveri e accendere il pubblico di appassionati.

Allegate quattro fotografie degli artisti che saranno protagonisti questa sera e una selezione di foto della prima serata.
 

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E’ tutto pronto, a Narcao, per la ventinovesima edizione di Narcao Blues, in programma da mercoledì 17 a domenica 21 luglio.
Quattro serate con due set per ciascuna ed il consueto assortimento di stili e di artisti internazionali e nazionali: la formula che caratterizza tradizionalmente il palinsesto di Narcao Blues registra quest’anno la novità dell’aggiunta di una quinta data (domenica 21). In arrivo sul palco allestito, come sempre, in piazza Europa, gli statunitensi Scott Henderson, The Original Blues Brothers Band e, in esclusiva nazionale, The Allman Betts Band; e, ancora, il canadese Anthony Gomes, lo spagnolo Gecko Turner, il maliano Vieux Farka Touré e gli italiani Noemi, Dany Franchi e Nannigroove Experience. E poi ancora musica sotto le stelle, tutte le notti dopo i concerti serali, con formazioni e musicisti isolani nello spazio allestito in località Santa Croce.

Non solo musica, al ventinovesimo Narcao Blues, con “30 anni in volo”, un’esposizione performativa che evoca la storia della compagnia Theatre en vol, partner dell’associazione Progetto Evoluzione in Art Explosion – Cantiere internazionale ed interdisciplinare delle arti performative.

Organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del Comune di Narcao, il festival fa parte dell’Italian Blues Union, l’associazione che riunisce l’intero mondo del blues nazionale e si riconosce sotto l’insegna dell’European Blues Union, di cui è rappresentante per l’Italia proprio il direttore artistico di Narcao Blues, Gianni Melis.

Ogni serata di Narcao Blues si distingue sotto un titolo che ne rispecchia le peculiarità artistiche: la prima, quest’anno, è all’insegna degli “Strange Fruits”. Ad aprire l’intensa cinque giorni, questo  mercoledì 17 luglio, alle 21.30,  sarà lo spagnolo Gecko Turner (voce, tastiere e chitarra), per la prima volta sul palcoscenico di piazza Europa con i suoi The Afrobeatnick All-Stars: Pablo Hernandez al sassofono, Frank Santiuste alla tromba, Javi Mojave alle percussioni, Patrick Umoh al basso, Miguel Zamora alla chitarra ed Akin Onasanya alla batteria.

Cresciuto a Badajoz, Fernando Gabriel Echave Pelaez (questo il vero nome di Gecko Turner) a vent’anni si trasferisce a Londra e suona nelle stazioni della metropolitana. Rientrato in patria, fonda The Animal Crackers, una band caratterizzata da un suono molto “metallico”, con cui incide due album. Inizia quindi ad approfondire e sperimentare svariati generi musicali, e nel 2003 pubblica l’album “Quapapaséa”, che raccoglie ottimi riscontri da pubblico e critica in Europa e Giappone. Successivamente pubblicato negli Stati Uniti, il disco lo porta a un tour promozionale e a numerosi concerti in radio e televisione a Los Angeles, New York e nel Texas. Nel 2006 esce “Chandalismo Illustrado”, tra i migliori venti dischi dell’anno per la rivista inglese Swell; acclamato come rivelazione dai lettori di El Pais, Gecko Turner tiene concerti in Spagna, Danimarca, Svezia e Germania, dove suona a Berlino durante la Coppa del Mondo. Nel 2007 si trasferisce negli USA dove pubblica tre album, “Manipulado“, “Gone Down South” (2010) e “That Place By The Thing With The Cool Name” (2015). Negli ultimi anni, le sue canzoni sono state inserite in oltre settanta compilation distribuite in tutto il mondo, e utilizzate in alcuni film e diversi spot televisivi.

Alle 23.00, nel secondo set della serata, ad accendere gli amplificatori e imbracciare la chitarra sarà il maliano Vieux Farka Touré, accompagnato da Marshall Henry al basso ed Adama Kone alla batteria e alle percussioni. Il musicista di Niafunké, spesso definito dalla critica il “Jimi Hendrix del Sahara”, è figlio di Ali Farka Touré, il leggendario chitarrista scomparso nel 2006. E proprio al padre ha voluto rendere omaggio nel suo primo disco, pubblicato nel 2007, in cui traduce, attraverso la sua personalissima cifra stilistica, il linguaggio e la musica dell’Africa occidentale, dove il blues affonda le sue radici. Nel 2009 Vieux Farka Touré prosegue il suo percorso di sintesi e ricerca con il secondo disco, “Fondo”, sviluppando il proprio suono arricchito da elementi attinti dal rock, dalla musica latina e africana. Dopo due intensi anni di concerti (che lo vedono esibirsi anche in apertura della Coppa del Mondo in Sudafrica) e un album dal vivo (“Live”, del 2010), pubblica il suo terzo disco in studio, “The Secret” (2011), con cui si afferma definitivamente come uno dei più fulgidi talenti della nuova generazione di musicisti africani. Collaborando nel 2012 con il musicista e compositore israeliano Idan Raichel, registra “The Tel Aviv Session”, salutato da fan e critici come uno dei migliori album di collaborazioni nella storia della musica internazionale. Nel 2013 pubblica “Mon Pays“, che lo porta a ricordare al mondo la bellezza e la cultura del Mali, sua terra d’origine, mentre è del 2017 “Samba” (questo era il soprannome attribuitogli dalla sua famiglia, che nella lingua Songhai significa “secondo nato“), registrato di fronte a un pubblico dal vivo in studio a Woodstock.

Sotto il titolo “Guitar Masters”, la serata di giovedì 18 luglio sarà illuminata da due vere e proprie stelle del firmamento blues mondiale, di ritorno a Narcao più di vent’anni dopo la loro prima esibizione nel Sulcis. Apre, alle 21.30, il blues tagliente e ruvido di Anthony Gomes, chitarrista, cantante e cantautore inserito a ragione nella Billboard Blues Artist, classifica stilata dall’autorevole rivista statunitense. I suoi concerti ad alta energia, il suo indiscutibile carisma e l’inconfondibile presenza scenica, lo rendono uno dei migliori artisti nel circuito rock e blues attualmente in circolazione. Recentemente balzato agli onori della critica con il disco “Peace, Love & Loud Guitars” (Up 2 Zero, 2018), miglior album blues secondo i magazine Blues Rock Review e Sound Guardian Magazine, il musicista canadese (classe 1970) mira a ricreare le emozioni che i bluesmen delle origini suscitavano in chi li ascoltava, ritrovando quella scintilla creativa presente agli albori del genere, ma strizzando l’occhio alla modernità e alle evoluzioni del nostro tempo. Nel corso della sua carriera, Anthony Gomes si è esibito al fianco di artisti del calibro di B.B. King, Buddy Guy, Robert Plant, Jonny Lang, Robert Cray, solo per citarne qualcuno. Fortemente convinto che la musica possa e debba ispirare lo spirito umano, il musicista originario di Toronto si è fatto fondatore nel 2010 della Music Is The Medicine Foundation, organizzazione senza scopo di lucro impegnata a migliorare la vita dei più sfortunati attraverso il potere curativo dell’arte dei suoni. Giovedì, a Narcao, Anthony Gomes (voce e chitarra), sarà affiancato da Jeremy Howard alla batteria e Jacob Mreen al basso.

Nel secondo set, intorno alle 23.00, il festival cala uno dei suoi assi: il funambolico e geniale chitarrista Scott Henderson, leader dei Tribal Tech e sideman di fiducia di autentiche leggende della musica come Joe Zawinul, Chick Corea e Jean-Luc Ponty. Caratterizzato da un fraseggio nervoso, scattante e a tratti isterico, lo stile del chitarrista statunitense prende forma fin dalla sua adolescenza, quando viene fortemente influenzato dalla musica di Jimi Hendrix, Jimmy Page e B.B. King, tra gli altri. La definitiva consacrazione arriva a trent’anni, nel 1984, con i Tribal Tech, formazione fusion da lui fondata e con la quale inciderà ben dieci album. Miglior chitarrista del mondo, secondo i sondaggi indetti dalle prestigiose riviste “Guitar World” nel 1991 e “Jazz Guitarist” nel 1992, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove contaminazioni, nel 1994 Scott Henderson decide di concentrare studio e scrittura sul blues registrando il disco “Dog Party” insieme alla leggendaria cantante Thelma Houston (attiva in ambiente Motown negli anni Settanta). Tre anni dopo, galvanizzato dai tanti consensi raccolti, prosegue nel solco della musica del diavolo incidendo “Tore Down House”, granitica raccolta dove il meditato e sofferto sound del Delta incontra quello più brioso e ruvido del Texas. Risale al 2002, invece, “Well to the Bone”, che ne testimonia ancora una volta la vicinanza al genere dalle dodici battute, la straordinaria poliedricità e l’innata capacità di muoversi sapientemente tra blues, rock e musica jazz. A Narcao il chitarrista di West Palm Beach sarà sul palco di piazza Europa con il bassista Romain Labaye ed il batterista Archibald Ligonniere, pirotecnici musicisti con cui forma un trio dall’elevata carica energetica.

“From Blues to Rock” è l’insegna della serata di venerdì 19 luglio, che alle 21.30 punterà i riflettori su Dany Franchi, uno tra i migliori nuovi talenti nel panorama blues internazionale, accompagnato da Manu Ghirlanda all’organo Hammond, Michael Tabarroni al basso e Matteo Leoncini alla batteria. Classe 1990, il chitarrista e cantante genovese ha inciso nel 2012 il suo primo disco, “Free Feeling”, autoproduzione che due anni dopo (nel 2014) l’ha portato a registrare il secondo album, “I Believe”, negli Stati Uniti, in Ohio, alla corte di Sean Carney, vincitore dell’International Blues Challenge nel 2007. Nel 2017 la leggenda texana del blues Anson Founderburgh e Don Ritter di Category 5 Amps (nota casa produttrice di amplificatori su scala mondiale) decidono di produrre il terzo album di Dany Franchi, “Problem Child“, registrato nel famoso studio di Stuart Sullivan a Austin (Texas), coinvolgendo musicisti di primissimo piano sulla scena internazionale, come Jim Pugh e Wes Starr. Il disco ha raccolto una messe di consensi e si è classificato al quarto posto nella Billboard Blues Chart. Nel corso della sua ancora breve ma intensa carriera, Dany Franchi ha condiviso il palcoscenico con artisti del calibro di Ronnie Earl, Kim Wilson & The Fabulous Thunderbirds e lo stesso Anson Founderburgh. Gli ultimi due anni l’hanno visto esibirsi in prestigiosi festival attorno al mondo (Blues From the Top in Colorado, Bayfront Blues Festival, Dallas International Guitar Festival, Greeley Blues Jam, tra gli altri), consacrandolo definitivamente come uno tra i musicisti più interessanti della sua generazione.

Il secondo concerto di venerdì (ore 23) è un’esclusiva nazionale per Narcao Blues e investirà gradinata e platea con le atmosfere del più autentico Southern rock dell’Allman Betts Band, capitanata da due figli d’arte d’eccezione: Devon Allman e Duane Betts, cantanti, chitarristi e figli rispettivamente di Gregg Allman e Dickey Betts, storici fondatori del gruppo statunitense The Allman Brothers Band, capostipite del sottogenere della musica rock sviluppatosi nella seconda metà degli anni Settanta negli stati meridionali degli Stati Uniti. Dopo un anno di successi come The Devon Allman Project, i due musicisti cresciuti a pane e Gibson Les Paul, uniscono le forze per continuare il messaggio tramandatogli dai genitori, con la decisa intenzione di incidere un nuovo album e affrontare un tour mondiale che includerà nuova musica, canzoni dei loro progetti solistici e brani classici degli Allman Brothers e Gregg Allman, in onore del cinquantesimo anniversario dalla nascita della storica band. Il nuovo album, attualmente in fase di lavorazione, sarà registrato nei leggendari Muscle Shoals Sound Studios e sarà prodotto da Matt Ross-Spang (già produttore di Jason Isbell, Margo Price, John Prine ed Elvis Presley). Sul palco di piazza Europa, con Devon Allman e Duane Betts, ci saranno Johnny Stachela alla chitarra, Berry Oakley Jr. al basso, John Lum alla batteria, John Ginty alle tastiere e R. Scott Bryan alle percussioni.

All’insegna di “Celebrating the Festival”, la penultima serata – sabato 20 luglio -, evolverà, come di consueto, in una grande festa per salutare le ventinove candeline di Narcao Blues. Apertura alle 21.30 con Nannigroove Experience, progetto del giovane batterista di Berchidda Giovanni Gaias, affiancato da Giuseppe Spanu alla chitarra e Jim Solinas all’organo hammond, pianoforte e basso. Cresciuto ai piedi del Limbara, Giovanni Gaias è entrato prestissimo nel mondo della musica iniziando a suonare la tromba nella Banda “Bernardo Demuro” del suo paese. Dopo qualche anno capisce, però, che la batteria sarebbe stato il suo strumento, e inizia a studiarla con dedizione, sacrificio e passione. L’incontro con il bluesman Francesco Piu risulta decisivo nel suo percorso di crescita e, dopo averne aperto i concerti, viene in breve tempo inserito stabilmente nella sua formazione. La musica gli scorre nelle vene, e per questo motivo decide di partire per andare a studiarla e perfezionarsi alla Lizard, rinomata accademia musicale di Firenze, dove si diploma con il massimo dei voti. Nonostante la giovanissima età (è nato nel 1996), Giovanni Gaias vanta già al suo attivo l’apertura di concerti per Doyle Bramhall II, Trombone Shorty, Matt Schofield, Lurrie Bell, Vintage Trouble e la partecipazione a importanti festival come Pistoia Blues Festival, Blues Sur Seine, Narcao Blues Festival, La Nuit Blues de Marnaz, Bitonto Blues Festival, Madame Guitar, Pignola in Blues, tra i tanti. L’anno scorso ha lavorato al suo primo progetto discografico, “Nannigroove Experience vol. I”, da lui composto, arrangiato, missato, cantato e suonato. Il suo stile è venato da molteplici influenze che si diramano tra black music, funk ed immediati dintorni.

A catalizzare l’attenzione, alle 23.00, sarà The Original Blues Brothers Band, formazione il cui nucleo fu scelto personalmente da John Belushi e Dan Aykroyd per il celeberrimo film del 1980 di John Landis, al quale hanno partecipato in veste di attori/cantanti artisti come James Brown, Aretha Franklin, Ray Charles, Cab Calloway, tra gli altri. La band ha segnato un punto di partenza importante per tutto l’universo blues, contribuendo in maniera determinante alla diffusione capillare del genere musicale, spesso colpevolmente ignorato dai media. Dalla sua formazione, si è esibita trionfalmente in contesti internazionali di spessore e su palchi prestigiosi come l’Olympia di Parigi, dove, per la prima volta nella sua storia, sono state rimosse le sedie per far ballare gli spettatori. The Original Blues Brothers Band è capitanata dal sassofonista “Blue Lou” Marini, musicista del leggendario Saturday Night Live (programma comico e di varietà in onda il sabato sera sulla NBC), dove nel 1975 John Belushi, all’epoca attore dello show, lo aveva notato e ascoltato nella sezione fiati suonare con Joe Cocker, Ray Charles ed Aretha Franklin; con lui, a Narcao, ci saranno Murphy “and The Magic Tones” Dunne al pianoforte, Leon “The Lion” Pendarvis alle tastiere, Tommy “Pipes” McDonnell ai cori, Birch “Crimson Slide” Johnson al trombone, Rob “The Honeydripper” Paparozzi ai cori, James “Hags” Haggerty al basso, Steve “Catfish” Howard alla tromba e Lee “Funkytime” Finkelstein alla batteria. Tra i membri che non facevano parte del nucleo originario, John Tropea, chitarrista che vanta collaborazioni con Van Morrison e Billy Cobham e una carriera solista di rispetto. Dall’anno in cui si è riunita, il 1988, la band ha inciso dischi con Dan Aykroyd, alias “Elwood Blues”, B.B. King, Eric Clapton, James Brown e molti altri, ma è dal vivo che sa esprimere al massimo la sua coinvolgente energia.

La quinta e ultima serata del festival, domenica 21 luglio, ha per protagonista assoluta Noemi, a Narcao per una tappa del suo Blues & Love Summer Tour 2019, in cui la cantante romana omaggia la black music, riproponendo alcuni tra i suoi brani più celebri in chiave blues, spaziando dal funky al reggae e interpretando le cover dei più grandi artisti internazionali che hanno influenzato la sua carriera. Ad affiancarla sul palco di piazza Europa, Gabriele Greco al basso, Marcello Surace alla batteria, Michele Papadia alle tastiere, Andrea Palombini alla tromba, Matteo Acclavio al sassofono, Giorgio Capovivo al trombone e Maurizio Filardo alla chitarra. Noemi, al secolo Veronica Scopelliti, ha partecipato nel 2009 alla seconda edizione di X Factor, mettendosi in luce per la sua voce grintosa e graffiante. Con il singolo Briciole scala l’airplay radiofonico e le classifiche, ottenendo il disco d’oro e firmando un contratto per l’etichetta discografica Sony Music. Al suo attivo vanta cinque partecipazioni al Festival di Sanremo e numerosi premi e riconoscimenti, inclusi cinque Wind Music Awards e un Premio TV – Premio regia televisiva oltre a varie nomination ai World Music Awards, ai TRL Awards, all’OGAE e una al Nastro d’argento. Il 21 giugno 2017, nel giorno della Festa della Musica, Noemi è entrata nei Guinness dei primati per il maggior numero di concerti eseguiti in dodici ore.

Spenti i riflettori in piazza Europa, la musica proseguirà ogni sera presso l’agriturismo in Località Santa Croce. Mercoledì 17 e venerdì 19 tingeranno la nottata di note blues Marco Farris (armonica e voce), e Femi Precious (chitarra e voce). Giovedì 18 luglio a cantare sotto le stelle sarà invece The Sharecroppers duo di Alberto Murru (voce e chitarre) e Matteo Oggianu (chitarre). Sabato 20 chiuderà la serie il Jim Solinas Project, con il leader Jim Solinas alle tastiere, Giuseppe Spanu e Vincenzo Melchiorre Ricci alle chitarre e Giovanni Gaias alla batteria.

In occasione di Narcao Blues, debutta l’ultimo capitolo del racconto dei primi trent’anni di attività del Theatre en vol, storica compagnia di casa a Sassari, attiva nell’ambito del teatro urbano, sociale e comunitario. ARMONICICLO B.A.U.U. – quadro di teatro urbano site specific e work in progress – condensa nei suoi segni e sensi il percorso che la compagnia ha fatto nell’ultimo decennio di questi trenta che va festeggiando da qualche mese a questa parte qua e là, ripercorrendo strade battute e incontrando amici vecchi e nuovi. Si risveglia così B.A.U.U, la Brigata di Armonizzazione Urbana e Umana in una rinnovata forma di esposizione performativa che, come soggetto mutevole nelle forme e nei suoni, si adatterà alla cornice di Piazza Europa, durante il festival, a partire dalle ore 20, nel pre-concerto: da scoprire sera dopo sera la suggestiva macchina Armoniciclo, costruita in un’incalzante progressione, fino ad arrivare all’ultimo appuntamento serale in cui tutti gli elementi – lo spazio, i ritmi, i movimenti, la dimensione del suono, le atmosfere e le interazioni col pubblico, testati, dimensionati e armonizzati – saranno resi come atto condiviso nella performance finale. B.A.U.U. è un viaggio di ricerca che parte dall’essere umano. Una fucina e palestra di giovani talenti che a suono di ritmi incalzanti rivendica il diritto a un futuro in un mondo che non sia una discarica, ma un luogo accogliente, umano, che risuona con un ritmo comune: il battito della vita. L’evento si inserisce all’interno del progetto Art Explosion – Cantiere internazionale e interdisciplinare delle arti performative, nato dalla volontà dell’associazione culturale Progetto Evoluzione e del Theatre en vol di valorizzare il territorio e in particolare i centri minori attraverso la diffusione di eventi e spettacoli interdisciplinari di livello internazionale.

Narcao Blues prende vita nel 1989 per iniziativa dell’associazione culturale Progetto Evoluzione, nata l’anno prima con l’obbiettivo di contribuire alla crescita e lo sviluppo socioculturale del Sulcis, con una particolare attenzione verso i giovani. Tanti i protagonisti della scena blues internazionale approdati nel paese del Sulcis in questi trent’anni: tra gli altri, Michael Coleman, Popa Chubby, Canned Heat, Mick Taylor, Eric Sardinas, Robben Ford, John Mayall, Peter Green, Larry Carlton, James Cotton, Roland Tchakounté, Lucky Peterson, Luke Winslow-King, Billy Gibbons, Otis Taylor.

Oltre al festival, vari progetti paralleli sono nati nel corso del tempo, dal South in Blues alla Gospel Explosion (rassegna itinerante che si tiene a dicembre, quest’anno alla sua sedicesima edizione), e poi seminari e conferenze per le scuole: iniziative che dimostrano come l’attività dell’associazione culturale Progetto Evoluzione e del proprio staff sia in continua crescita ed espansione, nonostante le difficoltà e le sfide che si presentano ogni anno. Di recente il Narcao Blues si è anche messo in luce per essere uno dei festival fondatori dell’Italian Blues Union, l’unione degli organizzatori e appassionati di blues dello Stivale. L’associazione fa capo alla più estesa European Blues Union, realtà che riunisce al suo interno ben ventitré nazioni.

I biglietti interi per le serate di mercoledì 17, giovedì 18, venerdì 19 e sabato 20 luglio costano 12 euro, 10 i ridotti, 35 euro l’abbonamento per le quattro serate; 15 euro è invece il prezzo per la sola serata del 21 luglio con il concerto di Noemi. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Boxoffice Sardegna o direttamente dal sito del festival (http://www.narcaoblues.it/) .

Per informazioni, l’associazione culturale Progetto Evoluzione risponde all’indirizzo di posta elettronica infoblues@narcaoblues.it ed al numero 0781 875071.

 

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E’ stata presentata questa mattina, a Cagliari, la XXIX edizione del festival Narcao Blues, in programma a Narcao, dal 17 al 21 luglio.

Un appuntamento che nel corso di tre decenni ha ospitato alcuni tra i nomi più rilevanti della scena blues internazionale, come Michael Coleman, Popa Chubby, Canned Heat, Mick Taylor, Eric Sardinas, Robben Ford, John Mayall, Peter Green, Larry Carlton, James Cotton, Roland Tchakounté, Lucky Peterson, Luke Winslow-King, Billy Gibbons, Otis Taylor ma senza distogliere mai l’attenzione dai talenti nazionali e locali.

Quattro serate con due set per ciascuna, e il consueto assortimento di stili e di artisti internazionali e nazionali: così si articola tradizionalmente il palinsesto di Narcao Blues, cui si aggiunge quest’anno una quinta data (domenica 21). In arrivo sul palco allestito, come sempre, in piazza Europa, gli statunitensi Scott Henderson, The Original Blues Brothers Band e, in esclusiva nazionale, The Allman Betts Band; e, ancora, il canadese Anthony Gomes, lo spagnolo Gecko Turner, il maliano Vieux Farka Touré e gli italiani Noemi, Dany Franchi e Nannigroove Experience.  

Organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del Comune di Narcao, il festival fa parte dell’Italian Blues Union, l’associazione che riunisce l’intero mondo del blues nazionale e si riconosce sotto l’insegna dell’European Blues Union, di cui è rappresentante per l’Italia proprio il direttore artistico di Narcao Blues, Gianni Melis.

Anche quest’anno il festival Narcao Blues vivrà la sua anteprima a Sennori (a dieci chilometri da Sassari), sabato 22 giugno, con un concerto nell’ambito di Habitat in Blues – Arte in Strada Coast to Coast, quest’anno alla sua seconda edizione, appartenente al progetto Cavart-Extrazioni Culturali promosso dal Comune di Sennori e affidato alla cooperativa Theatre en vol. Sul palcoscenico dell’ex cava di tufo di Sennori salirà una vecchia conoscenza del festival, Andy J. Forest, poliedrico artista statunitense capace di spaziare tra diverse arti (oltre alla musica, il musicista originario di Pullman è anche un attore, scrittore e pittore).

Virtuoso dell’armonica, Andy J. Forest vanta al suo attivo ben diciannove dischi, disseminati lungo il suo cammino ultraquarantennale. In Sardegna sarà affiancato da Heggy Vezzano alle chitarre, Luca Tonani al basso e Pablo Leoni alla batteria e percussioni. L’appuntamento è per le 20.00, orario a partire dal quale il pubblico potrà immergersi negli Habitat Immaginari, nelle Installazioni e le videoproiezioni “Paesaggi in Blues” realizzate dal Theatre en vol, bevendo un aperitivo accompagnato da assaggi di prodotti locali.

La ventinovesima edizione di Narcao Blues avrà inizio ufficialmente mercoledì 17 luglio, alle 21.30, con il concerto del musicista spagnolo Gecko Turner con The Afrobeatnick All-Stars. Ogni serata del festival, come da tradizione, è battezzata da un titolo che ne rispecchia le scelte artistiche e quest’anno la prima giornata sarà all’insegna degli “Strange Fruits”. Per la prima volta sul palcoscenico di piazza Europa arriva, dunque, il musicista originario di Badajoz affiancato da Pablo Hernandez al sassofono, Frank Santiuste alla tromba, Javi Mojave alle percussioni, Patrick Umoh al basso, Miguel Zamora alla chitarra ed Akin Onasanya alla batteria. Innamoratosi giovanissimo della musica di Rolling Stones, Elmore James, Muddy Waters e Big Joe Turner, tra gli altri, Gecko Turner lascia la sua Spagna a vent’anni per approfondire il proprio percorso artistico oltremanica (a Londra, per la precisione). Archiviata la prolifica esperienza inglese, ritorna in patria per fondare la band The Animal Crackers, caratterizzata da un suono metallico e con cui incide due album. Questa esperienza lo porta ad approfondire e sperimentare svariati generi musicali e nel 2003 pubblica l’album “Quapapaséa”, distribuito dall’etichetta indipendente “Lovemonk”, con il quale ottiene ottimi riscontri da pubblico e critica in Europa e Giappone. Il disco viene successivamente pubblicato dalla Quando Records negli Stati Uniti, portandolo a un importante tour promozionale e a numerosi concerti in radio e televisione tra Los Angeles, New York e il Texas. Nel 2006 esce “Chandalismo Illustrado” (Lovemonk), definito dalla rivista inglese Swell uno dei migliori venti dischi dell’anno e che lo porta a esibirsi a Berlino in occasione della Coppa del Mondo Fifa dello stesso anno. Nel 2007 Turner si trasferisce stabilmente negli USA pubblicando ben tre album (“Manipulado”, “Gone Down South” e “That Place By The Thing With The Cool Name”). Sul palco del Narcao Blues il chitarrista, cantante e tastierista estremegno proporrà la propria musica riarrangiata, per l’occasione, in chiave blues, condita dal suo stile eclettico e versatile, al cui interno mescola e fonde sapientemente generi differenti, e che ne caratterizzano il personalissimo marchio estetico.

Alle 23.00, ad accendere gli amplificatori e imbracciare la chitarra sarà il maliano Vieuw Farka Touré, spesso definito dalla critica il “Jimi Hendrix del Sahara”. Il musicista di Niafunké è figlio del leggendario chitarrista Ali Farka Touré, scomparso nel 2006. E proprio al padre rende omaggio Vieux nel suo primo omonimo disco, pubblicato nel 2007 per la World Village, traducendo attraverso la sua personalissima cifra stilistica il linguaggio e la musica dell’Africa occidentale, nella quale affonda le sue radici il blues americano. Nel 2009 Touré prosegue il suo percorso di sintesi e ricerca con il secondo disco “Fondo” (Six Degrees Records), sviluppando il proprio suono arricchito da elementi attinti dal rock, dalla musica latina e africana. Dopo due intensi anni di concerti (che lo vedono esibirsi, inoltre, nel concerto di apertura della Coppa del Mondo Fifa in Sudafrica) e con all’attivo un album dal vivo “Live” (Six Degrees Records, 2010), pubblica il suo terzo album in studio “The Secret” (Six Degrees Records, 2011) con l’intenzione di far percepire all’ascoltatore segreti, tradizioni e consuetudini del blues tramandato di generazione in generazione e di padre in figlio. È con questo album che si afferma definitivamente come uno dei più fulgidi talenti della nuova generazione di musicisti africani, collaborando l’anno successivo (nel 2012) con il musicista e compositore israeliano Idan Raichel, con cui realizza l’album “The Tel Aviv Session” (Cumbancha), battezzato da fan e critici come un capolavoro e uno dei migliori album di collaborazioni nella storia della musica internazionale. Nel 2013 pubblica “Mon Pays”, lavoro che lo porta a ricordare al mondo la bellezza e la cultura del Mali, sua terra d’origine, mentre è del 2017 il suo ultimo disco “Samba”, registrato di fronte a un pubblico dal vivo in studio a Woodstock (NY). Al contrario di quanto si possa pensare, il titolo è lontano dal genere di origine brasiliana, ma deriva dal nomignolo attribuitogli dalla sua famiglia, che nella lingua Songhai significa “secondo nato”. Ad accompagnare Touré ci saranno Marshall Henry al basso ed Adama Kone alla batteria e percussioni.

Giovedì 18 luglio la notte intitolata “Guitar Masters” sarà illuminata da due vere e proprie stelle del firmamento blues mondiale, di ritorno a Narcao più di vent’anni dopo la loro prima esibizione nel Sulcis. Apre, alle 21.30, il blues tagliente e ruvido di Anthony Gomes, chitarrista, cantante e cantautore inserito a ragione nella Billboard Blues Artist, classifica stilata dall’autorevole rivista statunitense. Gomes si caratterizza per i suoi concerti ad alta energia, conditi dal suo indiscutibile carisma e dall’inconfondibile presenza scenica, che lo rendono uno dei migliori artisti nel circuito rock e blues attualmente in circolazione. Recentemente balzato agli onori della critica per il disco “Peace, Love & Loud Guitars” (Up 2 Zero, 2018), nominato miglior album blues dai magazine Blues Rock Review e Sound Guardian Magazine, il bluesman canadese è un artista creativo con la missione di riportare il blues nella sua strada maestra. La sua volontà mira a ricreare le emozioni che i musicisti delle origini generavano in chi li ascoltava, ritrovando quella scintilla creativa presente agli albori del genere, nel contempo strizzando l’occhio alla modernità e alle evoluzioni del nostro tempo. Nel corso della sua carriera, il musicista originario di Toronto, si è esibito al fianco di artisti del calibro di B.B. King, Buddy Guy, Robert Plant, Jonny Lang, Robert Cray, solo per citarne qualcuno. Fortemente convinto che la musica possa e debba ispirare lo spirito umano, Anthony Gomes si è fatto fondatore nel 2010 della Music Is The Medicine Foundation, organizzazione senza scopo di lucro impegnata a migliorare la vita dei più sfortunati attraverso il potere curativo dell’arte dei suoni. Gomes (voce e chitarra), sarà affiancato da Jeremy Howard alla batteria e Jacob Mreen al basso.

Nel secondo set della serata di giovedì 18, intorno alle 23, il festival cala uno dei suoi assi: il funambolico e geniale chitarrista Scott Henderson, leader dei Tribal Tech e sideman di fiducia di autentiche leggende della musica come Joe Zawinul, Chick Corea e Jean-Luc Ponty. Caratterizzato da un fraseggio nervoso, scattante e a tratti isterico, lo stile del chitarrista statunitense prende forma fin dalla sua adolescenza, quando viene fortemente influenzato dalla musica di Jimi Hendrix, Jimmy Page e B.B. King, tra gli altri, ottenendo la definitiva consacrazione a trent’anni, nel 1984, con i Tribal Tech, formazione fusion da lui fondata e con la quale inciderà ben dieci album (tra i quali “Face First”, votato miglior disco fusion dell’anno, nel 1993, dal celebre magazine musicale Pulse!). Miglior chitarrista del mondo, secondo i sondaggi indetti dalle prestigiose riviste “Guitar World” nel 1991 e “Jazz Guitarist” nel 1992, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove contaminazioni, nel 1994 Scott Henderson decide di concentrare studio e scrittura sul blues registrando il disco “Dog Party” (Mesa/Bluemoon Recordings) insieme alla leggendaria vocalist Thelma Houston (attiva in ambiente Motown negli anni Settanta). Tre anni dopo, galvanizzato dai tanti consensi raccolti, prosegue nel solco della musica del diavolo incidendo “Tore Down House” (Mesa/Bluemoon Recordings), granitica raccolta dove il meditato e sofferto sound del Delta incontra quello più brioso e ruvido del Texas. Risale al 2002, invece, “Well to the Bone” (Shrapnel Records), disco registrato in studio con la Scott Henderson Blues Band, che ne testimonia ancora una volta la vicinanza al genere dalle dodici battute, la straordinaria poliedricità e la innata capacità di muoversi sapientemente tra blues, rock e musica jazz. A Narcao il chitarrista di West Palm Beach sarà affiancato dal bassista Romain Labaye e dal batterista Archibald Ligonniere, pirotecnici musicisti con cui forma un trio dall’elevata carica energetica.
“From Blues to Rock” è il titolo della serata di venerdì 19 luglio, che alle 21.30 accenderà i riflettori su Dany Franchi, tra i migliori talenti nel nuovo panorama blues internazionale. Classe 1990, il chitarrista e cantante genovese ha inciso nel 2012 il suo primo disco, “Free Feeling”, autoproduzione che due anni dopo (nel 2014) l’ha portato a registrare il suo secondo album, “I Believe”, negli Stati Uniti, in Ohio, alla corte di Sean Carney, vincitore dell’International Blues Challenge nel 2007. Nel 2017 la leggenda texana del blues Anson Founderburgh e Don Ritter di Category 5 Amps (nota casa produttrice di amplificatori su scala mondiale) decidono di produrre il terzo album di Dany Franchi, “Problem Child”, registrato nel famoso studio di Stuart Sullivan a Austin (Texas), coinvolgendo musicisti di primissimo piano sulla scena internazionale, come Jim Pugh e Wes Starr. Il disco ha raccolto una messe di consensi e si è classificato al quarto posto nella Billboard Blues Chart. Nel corso della sua ancora breve, ma intensa carriera, Dany Franchi ha condiviso il palcoscenico con artisti del calibro di Ronnie Earl, Kim Wilson & The Fabulous Thunderbirds e lo stesso Anson Founderburgh. Gli ultimi due anni l’hanno visto esibirsi in prestigiosi festival attorno al mondo (Blues From the Top in Colorado, Bayfront Blues Festival, Dallas International Guitar Festival, Greeley Blues Jam, tra gli altri), consacrandolo definitivamente come uno tra i musicisti più interessanti della sua generazione. Ad accompagnarlo a Narcao ci saranno Manu Ghirlanda all’organo Hammond, Michael Tabarroni al basso e Matteo Leoncini alla batteria.
Il secondo concerto della serata (ore 23) è un’esclusiva nazionale per Narcao Blues e investirà gradinata e platea con le atmosfere del più autentico Southern rock dell’Allman Betts Band, capitanata da due figli d’arte d’eccezione: Devon Allmane Duane Betts, cantanti, chitarristi e figli rispettivamente di Gregg Allman e Dickey Betts, storici fondatori del gruppo statunitense The Allman Brothers Band, capostipite del sottogenere della musica rock sviluppatosi nella seconda metà degli anni Settanta negli stati meridionali degli Stati Uniti. Dopo un anno di successi come The Devon Allman Project i due musicisti cresciuti a pane e Gibson Les Paul, uniscono le forze per continuare il messaggio tramandatogli dai genitori, con la decisa intenzione di incidere un nuovo album e affrontare un tour mondiale che includerà nuova musica, canzoni dei loro progetti solisti e brani classici degli Allman Brothers e Gregg Allman, in onore del cinquantesimo anniversario dalla nascita della storica band. Il nuovo album, attualmente in fase di lavorazione, sarà registrato nei leggendari Muscle Shoals Sound Studios e sarà prodotto da Matt Ross-Spang (già produttore di Jason Isbell, Margo Price, John Prine ed Elvis Presley). Sul palco di piazza Europa Devon Allman e Duane Betts saranno accompagnati da Johnny Stachela alla chitarra, Berry Oakley Jr. al basso, John Lum alla batteria, John Ginty alle tastiere e cori e R. Scott Bryan alle percussioni.
“Celebrating the Festival” è il titolo della penultima serata (sabato 20 luglio), che evolverà, come di consueto, in una grande festa per salutare la ventinovesima edizione della manifestazione. Apertura alle 21.30 con Nannigroove Experience, progetto del giovane batterista di Berchidda Giovanni Gaias, affiancato da Giuseppe Spanu alla chitarra e Jim Solinas all’organo hammond, pianoforte e basso. Cresciuto ai piedi del Limbara, Giovanni Gaias è entrato prestissimo nel mondo della musica iniziando a suonare la tromba nella Banda “Bernardo Demuro” del suo paese. Dopo qualche anno capisce, però, che la batteria sarebbe stato il suo strumento, e inizia a studiarla con dedizione, sacrificio e passione. L’incontro con il bluesman Francesco Piu risulta decisivo nel suo percorso di crescita e, dopo averne aperto i concerti, viene in breve tempo inserito stabilmente nella sua formazione. La musica gli scorre nelle vene, e per questo motivo decide di partire per andare a studiarla e perfezionarsi alla Lizard, rinomata accademia musicale di Firenze, dove si diploma con il massimo dei voti. Nonostante la giovanissima età (è nato nel 1996), Giovanni Gaias vanta già al suo attivo l’apertura di concerti per Doyle Bramhall II, Trombone Shorty, Matt Schofield, Lurrie Bell, Vintage Trouble e la partecipazione a importanti festival come Pistoia Blues Festival, Blues Sur Seine, Narcao Blues Festival, La Nuit Blues de Marnaz, Bitonto Blues Festival, Madame Guitar, Pignola in Blues, tra i tanti. L’anno scorso ha lavorato al suo primo progetto discografico, “Nannigroove Experience vol. I”, da lui composto, arrangiato, missato, cantato e suonato. Il suo stile è venato da molteplici influenze che si diramano tra black music, funk e i loro derivati.
Alle 23.00, a catalizzare l’attenzione sarà il famosissimo gruppo statunitense The Original Blues Brothers Band, formazione il cui nucleo fu scelto personalmente da John Belushi e Dan Aykroyd per accompagnarli nel celeberrimo film del 1980 di John Landis, considerato uno dei capolavori della storia del cinema (ha avuto il merito di rendere il blues cinematografico) e al quale hanno partecipato in veste di attori/cantanti James Brown, Aretha Franklin, Ray Charles, Cab Calloway, tra gli altri. La band ha segnato un punto di partenza importante per tutto l’universo blues, contribuendo in maniera determinante alla diffusione capillare del genere musicale, spesso colpevolmente ignorato dai media. Dalla sua formazione, si è esibita trionfalmente in contesti internazionali di spessore, partecipando alla maggior parte dei festival jazz e blues in tutta Europa, come la fiera di Nimes in Francia, il North Sea Jazz Festival nei paesi bassi, Pistoia Blues Festival, il celeberrimo Montreux Jazz Festival in Svizzera e il prestigioso Olympia di Parigi, dove, per la prima volta nella sua storia, sono state rimosse le sedie per far ballare gli spettatori. The Original Blues Brothers Band è capitanata dal sassofonista “Blue Lou” Marini, musicista del leggendario Saturday Night Live (programma comico e di varietà in onda il sabato sera sulla NBC), dove nel 1975 John Belushi, all’epoca attore dello show, lo aveva notato e ascoltato nella sezione fiati suonare con Joe Cocker, Ray Charles ed Aretha Franklin; con lui, a Narcao, Murphy “and The Magic Tones” Dunne al pianoforte, Leon “The Lion” Pendarvis alle tastiere, Tommy “Pipes” McDonnell ai cori, Birch “Crimson Slide” Johnson al trombone, Rob “The Honeydripper” Paparozzi ai cori, James “Hags” Haggerty al basso, Steve “Catfish” Howard alla tromba e Lee “Funkytime” Finkelstein alla batteria. Tra i membri che non facevano parte del nucleo originario, John Tropea, chitarrista che vanta collaborazioni con Van Morrison e Billy Cobham e una carriera solista di rispetto. Dall’anno in cui si è riunita (nel 1988), la band ha inciso dischi con Dan Aykroyd, alias “Elwood Blues”, B.B. King, Eric Clapton, James Brown e molti altri, ma è dal vivo che sa esprimere al massimo la sua coinvolgente energia.

La quinta e ultima serata del festival, domenica 21 luglio, ha per protagonista assoluta Noemi, a Narcao per una tappa del suo Blues & Love Summer Tour 2019, in cui la cantante romana omaggia la black music, riproponendo alcuni tra i suoi brani più celebri in chiave blues, spaziando dal funky al reggae e interpretando le cover dei più grandi artisti internazionali che hanno influenzato la sua carriera. Noemi, al secolo Veronica Scopelliti, ha partecipato nel 2009 alla seconda edizione di X Factor, mettendosi in luce per la sua voce grintosa e graffiante e con il singolo Briciole scala l’airplay radiofonico e le classifiche, ottenendo il disco d’oro e firmando un contratto per l’etichetta discografica Sony Music. Al suo attivo vanta cinque partecipazioni al Festival di Sanremo e numerosi premi e riconoscimenti, inclusi cinque Wind Music Awards ed, un Premio TV – Premio regia televisiva oltre a varie nomination ai World Music Awards, ai TRL Awards, all’OGAE e una al Nastro d’argento. Il 21 giugno 2017, nel giorno della Festa della musica, Noemi è entrata nei Guinness dei primati per il maggior numero di concerti eseguiti in 12 ore. Ad accompagnarla sul palco di piazza Europa ci saranno Gabriele Greco al basso, Marcello Surace alla batteria, Michele Papadia alle tastiere, Andrea Palombini alla tromba, Matteo Acclavio al sassofono, Giorgio Capovivo al trombone e Maurizio Filardo alla chitarra.
Spenti i riflettori in piazza Europa, la musica proseguirà ogni sera presso l’agriturismo in Località Santa Croce. Mercoledì 17 luglio tingerà la prima nottata di note blues il duo di Marco Farris (armonica e voce), accompagnato per l’occasione da Femi Precious (chitarra e voce). L’indomani (giovedì 18 luglio) a cantare sotto le stelle sarà la formazione The Sharecroppers duo, con Alberto Murru (voce e chitarre) e Matteo Oggianu (chitarre). Venerdì 19 luglio la nottata si farà giovane con il Femi Precious duo, con Femi Precious (chitarra e voce) e Marco Farris (armonica e voce). Sabato 20 chiuderà la serie il Jim Solinas Project, con il leader Jim Solinas alle tastiere, Giuseppe Spanu e Vincenzo Melchiorre Ricci alle chitarre e Giovanni Gais alla batteria.
Narcao Blues prende vita nel 1989 per iniziativa dell’associazione culturale Progetto Evoluzione, nata l’anno prima con l’obbiettivo di contribuire alla crescita e lo sviluppo socioculturale del Sulcis, con una particolare attenzione verso i giovani. Oltre al festival vari progetti paralleli sono nati nel corso del tempo, dal South In Blues alla Gospel Explosion (rassegna itinerante che si tiene a dicembre, quest’anno alla sua sedicesima edizione), e poi seminari e conferenze per le scuole: iniziative che dimostrano come l’attività dell’associazione culturale Progetto Evoluzione e del proprio staff sia in continua crescita ed espansione, nonostante le difficoltà e le sfide che si presentano ogni anno. Di recente il Narcao Blues si è anche messo in luce per essere uno dei festival fondatori dell’Italian Blues Union, l’unione degli organizzatori e appassionati di blues dello Stivale. L’associazione fa capo alla più estesa European Blues Union, realtà che riunisce al suo interno ben ventitré nazioni.
I biglietti interi per le serate di mercoledì 17, giovedì 18, venerdì 19 e sabato 20 luglio costano 12 euro, 10 i ridotti, 35 euro l’abbonamento per le quattro serate; 15 euro è invece il prezzo per la sola serata del 21 luglio con il concerto di Noemi. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Boxoffice Sardegna o direttamente dal sito dell’associazione..
Per informazioni, l’associazione culturale Progetto Evoluzione risponde all’indirizzo di posta elettronica infoblues@narcaoblues.it e al numero 0781875071.

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Era il 12 aprile 1970: il mitico Cagliari di Gigi Riva, battendo il Bari per 2 a 0 all’Amsicora, conquista il suo storico scudetto. E domani, venerdì 12 aprile 2019, 49 anni dopo, per la rassegna “Aprile alla Vetreria Aprile Resistente” ritorna al Teatro La Vetreria, alle 18.00, il fortunato spettacolo RIVA LUIGI ’69 – ’70 – Cagliari ai dì dello scudetto, di e con Alessandro Lay, prodotto da Cada Die Teatro (le luci sono di Giovanni Schirru, il suono di Matteo Sanna, le scene di Mario Madeddu, Marilena Pittiu, Matteo Sanna, Giovanni Schirru). Il monologo trae ispirazione da, ed è dedicato a, un’icona della storia, non solo sportiva, di Cagliari e dell’intera Sardegna: Gigi Riva, che il grande giornalista Gianni Brera – come è noto – soprannominò “Rombo di tuono”, per la sua potenza, l’ardore agonistico e le eccellenti capacità di goleador. Un modo riuscito, lo spettacolo, per raccontare soprattutto l’uomo e, attraverso le sue vicende personali e gesta calcistiche, un’epoca.

«Nel 1970, quando il Cagliari divenne campione d’Italia, io avevo 8 anni  – scrive nelle note di presentazione Alessandro Lay -. Non ricordo molto dello scudetto, ma ricordo come era la città, come ci vestivamo, come ci appendevamo ai tram per non pagare, l’album della Panini e le partite ‘a figurine’ sui gradini della scuola elementare. Ricordo il medagliere, con i profili dei giocatori del Cagliari sulle monete di finto, fintissimo oro da collezionare. E ricordo vagamente un ragazzo schivo, a volte sorridente, che guardava sempre da un’altra parte quando lo intervistavano. Un ragazzo che puntava i pugni in terra e si faceva tutto il campo correndo ogni volta che segnava un gol…»

Pier Paolo Pasolini, grande appassionato di calcio, scriveva: «Che cos’è una lingua? ‘Un sistema di segni’, risponde, nel modo oggi più esatto, un semiologo. Il gioco del football è un ‘sistema di segni’; è, cioè, una lingua, sia pure non verbale. La sintassi si esprime nella ‘partita’, che è un vero e proprio discorso drammatico. Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico. Per spiegarmi darò alcuni esempi: Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un ‘prosatore realista’; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un ‘poeta realista’».

Domenica 14 RIVA LUIGI ’69 ’70 sarà a Bauladu, al Centro Civico Culturale, alle 18.00, ospite del Festival letterario diffuso “Ananti de sa Ziminera”.

La serata di venerdì 12 si chiuderà poi nello spazio in Vetreria del Crogiuolo FUCINA TEATRO (Sala BanCri), dove alle 21.00 andrà in scena 28 MQ DI TELA GREZZA – Beat Generation, con Filippo Murgia, Monica Pisano, Aldo Sicurella, Federico Fenu alla chitarra elettrica, regia di Aldo Sicurella (produzione Teatro Instabile).
«La beat generation è un gruppo di bambini all’angolo della strada che parlano della fine del mondo -scrive Aldo Sicurella nelle note sullo spettacolo -. Con la beat generation si inaugura una nuova sensibilità americana rivolta ai tempi che stanno cambiando, vivificando temi da sempre facenti parte delle tradizioni nazionali: l’innocenza, il viaggio, il rifiuto, l’adolescenza, la fuga, la ricerca di identità. Kerouac, Jimi Hendrix, Bob Dylan, Fernanda Pivano, Patti Smith, Leroy Jones, Alda Merini, Gregory Corso. Un omaggio a una generazione di scrittori, musicisti e uomini indimenticabili”. “28 mq di tela grezza”, le dimensioni del famoso dipinto “Guernica” di Pablo Picasso, vuole essere un progetto artistico sulla pace che racconta storie di uomini e di guerra.