25 April, 2024
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Dopo lo sbarco di ben 174 migranti algerini nell’arco di poche ore sulle coste del Sulcis, il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru ha scritto nuovamente al ministro dell’Interno Marco Minniti per cercare di porre un  fremo al drammatico fenomeno che rischia di provocare una gravissima emergenza sociale.

«Ritengo necessario moltiplicare gli sforzi affinché il passaggio di migranti dall’Algeria cessi al più presto. A questo fine chiedo quali azioni concrete ed urgenti il Governo intende mettere in campo per frenare con la necessaria urgenza gli sbarchi, garantire l’immediato rimpatrio e, al contempo, rinforzare la presenza delle forze di polizia nelle aree di approdo – ha scritto il governatore Francesco Pigliaru al ministro Marco Minniti -. Torno sul tema delle mie precedenti missive per condividere lo sviluppo della situazione nelle ultime settimane e le più recenti e preoccupanti novità di queste ultime ore. Gli sbarchi di migranti dall’Algeria sono in costante aumento, al punto che, ad oggi sono stati già raggiunti e superati i numeri dell’intero 2016, nel quale i migranti giunti nella costa sud-occidentale dell’isola sono stati 1.106.»

Il presidente della Regione, nel ribadire l’apprezzamento per la tempestiva iniziativa svolta dal Governo in Algeria ai primi di settembre, ha sottolineato che «questo impegno non ha consentito, per il momento di far cessare o di frenare l’intensità dei passaggi diretti verso la Sardegna». 

«Confermo – ha concluso il presidente della Regione – la più totale disponibilità per un supporto alle azioni dell’esecutivo, specie nell’ambito della cooperazione, per la quale la Sardegna ha delega alla cooperazione internazionale, dalla Conferenza delle Regioni ed è Autorità di gestione del programma di cooperazione transfrontaliera euro mediterranea ENI/CBC Med 2014/2020.»

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L’europarlamentare di Forza Italia Stefano Maullu interviene sugli ultimi ripetuti sbarchi di migranti sulle coste del Sulcis.

«In Sardegna continuano a sbarcare algerini, ormai il flusso è divenuto inarrestabile – attacca Stefano Maullu -. La scorsa notte ne sono arrivati più di 100 (174, n.d.r.), ed il numero totale degli arrivi potrebbe aumentare ancora. Ormai siamo di fronte a un fatto abbastanza evidente: la rotta libica non è più l’unica via scelta dai migranti per espatriare, ora i profughi partono anche da Tunisia e Algeria. Secondo la Reuters, tra luglio e settembre, i migranti partiti dalla Tunisia sono stati addirittura 3mila. La maggior parte di loro sbarca in Sicilia, mentre gli altri vanno ad aggiungersi ai numerosi algerini che arrivano ormai abitualmente sulle coste sarde. Il ministro dell’Interno Marco Minniti aveva affermato che la rotta tunisina non esiste, e che sarebbe stato in grado di dimostrarlo. Mentre attendiamo la dimostrazione del Ministro, tuttavia – conclude Stefano Maullu -, le cronache e i numeri sembrano raccontare un’altra storia.»

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migranti

Il governatore Francesco Pigliaru ha espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro sugli sbarchi di migranti tra il ministro Marco Minniti e le autorità algerine.

«Avevamo chiesto al ministro Minniti di rafforzare la collaborazione già in atto con le autorità algerine e siamo molto soddisfatti che questo sia avvenuto subito», ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru a commento del colloquio tra il ministro dell’Interno Marco Minniti e il suo omologo Noureddine Bedoui avvenuto ieri ad Algeri e nel corso del quale si è affrontato anche il problema dei flussi migratori diretti dall’Algeria alle coste sud della Sardegna. «Fin dal nostro incontro al Viminale il giugno scorso avevamo fatto presente il problema» ha spiegato il presidente Pigliaru, ricordando inoltre di aver inviato venerdì una comunicazione al Ministro dell’Interno in cui si segnalava che si tratta di un movimento che sta assumendo proporzioni sempre maggiori.

«Quello di oggi è un passo importante – ha sottolineato ancora Francesco Pigliaru – e siamo d’accordo per seguire con attenzione nei prossimi giorni lo sviluppo di questo colloquio. L’obiettivo, condiviso con il Ministro, è fermare i flussi irregolari e chiudere quel canale. Come abbiamo già evidenziato nella lettera, il fenomeno degli sbarchi diretti rende ancora più complessa la gestione dei flussi non programmati nella nostra Regione in quanto impatta pesantemente sul funzionamento di tutte le strutture deputate all’accoglienza ed è, inoltre, in grado di provocare un notevole allarme sociale tra la popolazione. Parallelamente a questa azione diplomatica e sempre in accordo con il Ministero seguiremo tutte le altre azioni necessarie per contrastare questi flussi così come quelle per l’integrazione dei migranti, con particolare attenzione ai minori non accompagnati e alle iniziative finalizzate a favorire un sistema di accoglienza diffusa nel territorio. A questo proposito – ha concluso il presidente Pigliaru -, merita evidenziare i progetti di volontariato sociale destinati ai migranti che saranno concretamente realizzati nei prossimi mesi con la fondamentale collaborazione dell’Anci.»

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«Mi auguro che le spese sanitarie per gli stranieri temporaneamente presenti sul territorio regionale, ospitati peraltro nella stragrande maggioranza dei casi senza averne alcun titolo, rimangano a carico del Ministero dell’Intero e non siano scaricate sul fondo sanitario regionale  della Sardegna che si paga il 100% del servizio Sanitario regionale». E’ l’osservazione fatta dal coordinatore regionale di “Energie per l’Italia” Tore Piana, autore sul tema, di un’interrogazione con richiesta scritta inviata direttamente al presidente delle Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore della Sanità Luigi Arru, perché si faccia chiarezza su quella che, a detta di Tore Piana, «ha il sapore dell’ennesima beffa ai danni dei contribuenti che risiedono in Sardegna».

«Partendo dall’assurto che, stando al documento predisposto dal ministro dell’Interno Marco Minniti, si attribuisce alle regioni l’impegno di rendere gratuite le cure sanitarie agli immigrati presenti nei rispettivi territori – sottolinea Tore Piana – visto e considerato che tali costi dovrebbero per la loro natura essere a carico del Governo centrale e non pesare nella nostra Regione, mi chiedo come sia possibile “pretendere” che siano i nostri cittadini a dover sostenere le spese delle cure sanitarie di oltre 6.000 immigrati che, oggi, sono presenti sul territorio della Sardegna, e per cui già spendiamo, solo per ospitarli, 210mila euro ogni giorno, senza che la maggior parte di questi ne abbiano alcun titolo.»

«Siamo alla follia!» ribadisce Tore Piana. Da qui l’invito alla presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, traendo esempio da quanto fatto dai governatori di Liguria, Lombardia e Veneto «che si sono palesemente ribellati a questo sistema – afferma Piana – a rendere noto almeno a quanto ammontano ad oggi le spese sanitarie sostenute per gli immigrati presenti in Regione e se intende chiedere il rimborso di queste spese sanitarie al Governo quale reintegro della spesa pubblica sanitaria sostenuta».

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, con l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu e Angela Quaquero, delegata dello stesso presidente alle questioni che riguardano i migranti, è intervenuto alla conferenza stampa in cui è stato presentato l’aggiornamento del Piano regionale per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale.
«Per governare i flussi migratori serve la massima certezza su numeri e regole. Noi facciamo la nostra parte, ma pretendiamo il rispetto delle quote», ha detto il presidente Pigliaru, che ha proseguito annunciando per mercoledì 14 giugno l’incontro con il ministro dell’Interno Marco Minniti richiesto alcune settimane fa. «Anche se i dati, nel calcolo della media, dicono che siamo dentro il 2,96% che ci spetta, dall’inizio dell’anno abbiamo registrato uno sforamento che non vorremmo diventasse una tendenza stabile. Affronteremo il tema e ribadiremo al Ministro la nostra ferma opposizione quando e qualora la quota stabilita venisse costantemente superata – ha spiegato Francesco Pigliaru -. Altro punto che porremo all’attenzione è il problema dell’immigrazione clandestina dall’Algeria: è un flusso diretto che sfrutta la debolezza del sistema e della posizione geografica. Vogliamo un’azione forte del Governo perché quel canale sia chiuso. L’accoglienza è un dovere, e per farla bene e in armonia con chi ospita, è fondamentale garantire ordine e sicurezza.»

Nell’incontro con il ministro Minniti, al quale parteciperanno anche Spanu e Quaquero, si discuterà anche sulla proposta del Viminale sull’apertura del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) in Sardegna.
«L’obiettivo del piano – ha dichiarato l’assessore Spanu – è quello di consolidare il sistema di accoglienza di primo e secondo livello per far fronte in modo sempre più efficace ai crescenti flussi migratori, nel rispetto delle norme internazionali, assicurando azioni coordinate e massima solidarietà.»
L’esecutivo, nel 2016, si è dotato per la prima volta di un Piano di questo tipo, quale strumento di pianificazione interassessoriale per coniugare e integrare le diverse politiche, prestando attenzione alle specificità del contesto regionale. A un anno dall’approvazione del documento, si è ritenuto di dover procedere al suo aggiornamento sotto il profilo tecnico e finanziario, sulla base delle esigenze manifestate dai territori.
«Il Piano aggiornato – ha spiegato l’assessore Spanu – è in sintonia con l’intesa tra il Governo e l’Anci che, il 14 dicembre 2016, ha regolato la distribuzione equilibrata e sostenibile dei richiedenti asilo e rifugiati tra le varie realtà locali. La Giunta Pigliaru – ha aggiunto – intende migliorare e potenziare il sistema di accoglienza diffusa nei territori e, per questo, ha instaurato un rapporto di collaborazione con l’Anci nel supporto ai Comuni per la predisposizione delle proposte progettuali sui Bandi Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. La Regione non ha una competenza primaria in materia di accoglienza di flussi migratori non programmati ma vuole fare la sua parte e si confronta con il Governo e con gli enti locali per individuare le migliori strategie di intervento.»
Angela Quaquero ha fatto il punto sui progetti Sprar: «80 comuni hanno presentato la domanda per partecipare ai bandi. Con lo Sprar facciamo un salto di qualità e passiamo a un’accoglienza micro-diffusa che non provoca squilibri nei territori e assicura ai migranti migliori opportunità di inserimento nel contesto sociale».
La Regione svolge inoltre un ruolo significativo nell’accoglienza dei minori non accompagnati: «Attualmente – ha aggiunto Angela Quaquero – le strutture dell’isola ospitano 800 minori. La stessa Regione contribuisce con risorse proprie alla quota destinata ai comuni che ospitano minori, sino a un massimo di 35 euro al giorno pro capite. Sono stati poi avviati progetti integrati di inclusione attiva per ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni ospiti in comunità residenziali».
Il nuovo Piano per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati prevede in tutto 11 linee d’azione per perseguire i diversi obiettivi, divisi per settore, tramite azioni concordate con gli assessorati competenti. Si tratta di un percorso ben definito nei vari passaggi: dalla prima accoglienza alla tutela della salute dei richiedenti la protezione internazionale (comprendente le visite mediche di primo e secondo livello e l’assistenza sanitaria), fino all’integrazione e alla formazione dei migranti, anche tramite il rafforzamento della rete Sprar. Vengono individuate alcune aree di inserimento lavorativo come l’agricoltura sociale e altri ambiti in cui i migranti possano mettere a frutto competenze già acquisite. Di particolare rilievo, poi, il volontariato sociale (prestazione gratuita in settori di pubblica utilità). I primi progetti saranno attuati nelle aree urbane. A causa dell’attuale particolare situazione, risultano fondamentali soprattutto le prime due linee di intervento previste dal Piano: soccorso e prima assistenza nel punto di sbarco e seconda accoglienza a lungo termine e integrazione. Nel documento è previsto, col finanziamento di circa 2 milioni di euro, l’allestimento, nel porto canale di Cagliari, di punto di sbarco con strutture smontabili per garantire a chi arriva una migliore accoglienza e a tutti gli operatori spazi più funzionali. E’ stato portato a termine l’aggiornamento formativo dei gestori e degli operatori dei centri di accoglienza e dei mediatori culturali
Il Centro permanente per i rimpatri, la cui sede è ancora da individuare, è previsto dal decreto Minniti-Orlando. «Il Cpr, previsto in Sardegna, deve esser destinato – ha osservato l’assessore Spanu – ai migranti che arrivano in Sardegna con gli sbarchi diretti. La Giunta ha più volte sottolineato che la sede del Cpr sarà individuata sulla base di una piena condivisione degli enti locali. Sarà comunque uno dei temi al centro dell’incontro con il ministro Minniti a cui ribadiremo la necessità di garantire un maggior controllo lungo le coste algerine».
Sono previste iniziative di approfondimento sul tema delle migrazioni. Avviato un ciclo di incontri nelle scuole per un confronto e uno scambio di idee con gli studenti sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione. Al primo incontro, che si è svolto all’Istituto “Primo Levi” di Quartu Sant’Elena, hanno partecipato, oltre ai ragazzi e ai loro insegnanti, rappresentanti della Giunta, mediatori culturali e responsabili di centri di accoglienza.
È lo strumento più valido ed efficace per bloccare i flussi migratori. L’esecutivo, con l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, ha sottoscritto, nel corso di una recente missione in Senegal, un accordo con i rappresentanti istituzionali della Regione di Matam, per uno scambio di buone pratiche che sostiene la crescita di una delle aree più povere del paese sub-sahariano. E’ in corso, inoltre, un proficuo confronto con le autorità tunisine. Nell’ambito della Conferenza delle Regioni, la Sardegna svolge un ruolo di primo piano per dare impulso agli interventi a favore dei paesi da cui hanno inizio i disperati viaggi dei migranti.

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«Le segnalazioni giunte alla commissione antimafia attraverso le audizioni richiedono la massima attenzione e la Giunta regionale deve farle proprie anche attraverso la definizione di un preciso dossier nei confronti del Governo. Dai temi della sicurezza degli amministratori a quello della gestione delle carceri, del sistema 41bis e delle difficoltà del personale penitenziario, sino alle azioni di prevenzione nei confronti delle infiltrazioni per traffico di droga e riciclaggio.»

Così il senatore Silvio Lai (Pd) commenta le notizie riguardanti la missione della commissione antimafia guidata dalla presidente on. Rosi Bindi, nell’isola.

«Sono rassicuranti le dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Cagliari sulla sicurezza del 41bis anche se occorre mantenere alta l’attenzione e valutare nel tempo il possibile rafforzamento della DDA in Sardegna, in ragione della popolazione carceraria – aggiunge il senatore del Partito democratico -. Va invece data risposta alle richieste segnalate dal personale della polizia penitenziaria, sottodimensionato per organico e impegnato in continue traduzioni per motivi sanitari che possono essere evitate non appena applicati i nuovi indirizzi di medicina penitenziaria ora in capo alla Regione, ma che richiedono il supporto attivo e le risorse del dipartimento carceri. Così come va tenuta alta l’attenzione sulle dichiarazioni che riguardano l’utilizzo dell’isola come base per il traffico di stupefacenti e come sede di riciclaggio di denaro grazie alle proprietà immobiliari di territori pregiati sul piano turistico residenziale.»

«Per ultimo sono davvero importanti le dichiarazioni del senatore Stefano Vaccari che ha ricordato come la Sardegna sia tra le prime nella triste graduatoria degli attentati agli amministratori. Le nuove tecnologie per la sicurezza che si vanno diffondendo nelle comunità locali sono importanti ma l’appello va al ministro Marco Minniti perché sia istitutiva in Sardegna una unità dedicata alle investigazioni contro gli attentati ai rappresentanti istituzionali. Si tratta, infatti, di un fenomeno negativo che mina profondamente le basi democratiche della convivenza – conclude Silvio Lai – e rende sempre più difficile trovare cittadini disposti a fare gli amministratori pubblici in moltissimi territori.»

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La Conferenza permanente Regione-Enti locali questa mattina si è riunita a Cagliari per discutere della proposta tecnica pervenuta dal ministero dell’Interno di ospitare un Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) nell’ex Casa mandamentale di Iglesias. Gli assessori regionali degli Affari generali e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, hanno illustrato la posizione della Giunta espressa dal presidente Francesco Pigliaru nella lettera inviata nei giorni scorsi al ministro dell’Interno Marco Minniti. Francesco Pigliaru ha chiesto all’esponente del Governo un incontro urgente sulla possibile individuazione di un CPR in Sardegna ed ha ribadito le problematiche legate ai flussi migratori non programmati.
I presidenti dell’Anci Sardegna e del CAL, Emiliano Deiana e Andrea Soddu, e il sindaco metropolitano di Cagliari Massimo Zedda hanno condiviso la necessità di un urgente confronto politico con i rappresentanti del Governo e nell’ambito della Conferenza delle Regioni.
Regione e Autonomie locali chiedono immediati interventi in materia di sicurezza; compensazioni per i Comuni maggiormente impegnati sul fronte dell’accoglienza; azioni dissuasive finalizzate al blocco dei flussi migratori dall’Algeria; garanzia di condivisione delle scelte da parte degli amministratori locali. Su quest’ultimo punto è stata rimarcata l’esigenza di un pieno coinvolgimento dei Comuni nelle decisioni che riguardino l’eventuale apertura di un CPR nell’Isola.
In merito all’individuazione dell’ex carcere di Iglesias, la Conferenza permanente ha evidenziato che – pur non essendo stata compiuta alcuna scelta – la comunità iglesiente e quella di Fluminimaggiore compiono già un notevole sforzo per l’integrazione dei migranti ospitati in diverse strutture del territorio. Inoltre, è stato rimarcato da tutti i componenti la Conferenza che molte aree della Sardegna sopportano in misura rilevante vincoli e limitazioni imposti dallo Stato.

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha inviato una lettera al prefetto di Cagliari Giuliana Perrotta e al ministro dell’Interno Marco Minniti sull’emergenza migranti nel territorio del Sulcis Iglesiente.

«La situazione delle strutture sui territori è ormai oltre la saturazione e l’apertura di nuovi centri genera complessità difficilmente gestibili. La casa circondariale ospiterà inizialmente 100 profughi diventando così uno dei poli per l’accoglienza dei fuggiaschi. Il rischio è che possa essere solo l’inizio di un’ulteriore invasione senza fine – scrive Gianluigi Rubiu -. Pur comprendendo le motivazioni sull’ospitalità dei migranti è indubbio rimarcare come il fenomeno sul territorio stia diventando esplosivo ed incontrollabile, con un peso insostenibile per un’area che già peraltro è in grandissima sofferenza economica ed occupazionale. Auspichiamo un incontro urgente con i rappresentanti del consiglio comunale di Iglesias e con una delegazione del mondo associativo. La città di Iglesias, al pari degli altri centri isolani, ha sopportato con enorme equilibrio questa improvvisa ed inaspettata invasione, tant’è che i momenti di forte tensione sono stati solo occasionali. Resta però la preoccupazione per l’ennesima decisione calata dall’alto, senza nessuna concertazione con gli enti locali del distretto del Sulcis Iglesiente. Le smentite ufficiali sono sconfessate dai fatti, con l’ex carcere pronto ad essere riaperto a disposizione dei migranti.»

«Nessuna discriminazione, ma è inutile negare che questa situazione avrà dei riflessi pesantissimi sul mondo del lavoro e sulle assistenze sociali. Le risorse a disposizione dei Comuni sono sempre meno, per una economia che ristagna da anni e per una drastica diminuzione dei trasferimenti statali agli enti locali. Si continuano a subire ondate migratorie senza alcun criterio – conclude Gianluigi Rubiu -, pur sapendo che questi disperati, catapultati in Sardegna in una  delle terre più povere, non potranno certo avere una vita tranquilla e rischiano di finire nell’esercito dei soggetti delinquenziali e illusi dal guadagno facile.»

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Anche in Sardegna al via la 3ª edizione della Campagna ANAP Pensionati Confartigianato contro le truffe agli anziani. Paola Montis (Presidente ANAP Sardegna): «Presto incontri informativi e distribuzione del materiale in tutta l’Isola: siamo a disposizione di Comuni, Associazioni e Organizzazioni interessate».

In casa, per strada, su Internet. Anche per gli anziani della Sardegna il pericolo di truffe, raggiri, furti e rapine è ovunque. L’arma migliore per difendersi consiste nel conoscere i trucchi usati dai malintenzionati e le situazioni a rischio.

Anziani più informati e più sicuri, quindi. E’ proprio questo l’obiettivo della Campagna nazionale contro le truffe agli anziani, giunta quest’anno alla terza edizione, promossa da Anap, Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato, insieme con il ministero dell’Interno, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale, con il contributo della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza.

L’iniziativa è stata presentata a Roma, presso la sede di Confartigianato, alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti, del Capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Franco Gabrielli, del presidente di Confartigianato Imprese Giorgio Merletti e del segretario generale della Confederazione Cesare Fumagalli.

La Campagna punta a sensibilizzare la popolazione anziana sul tema della sicurezza, fornendo informazioni e consigli utili per difendersi dai malintenzionati e per prevenire i reati.

«’Più sicuri insieme’ è lo slogan della nostra Campagna, perché i peggiori nemici delle persone anziane sono la solitudine e il senso di isolamento che li espone ai fenomeni di criminalità”.Il problema della sicurezza è centrale – aggiunge Paola Montis – se si considera che in Sardegna la popolazione over 65 è del 22,1%, ovvero più di 366mila persone, mentre l’Italia è il Paese europeo con la maggiore quota di over 65, 13.370.000 persone, sul totale della popolazione, vale a dire il 2,8% in più rispetto alla media Ue.»

«Un numero destinato a salire rapidamente: nel 2050, infatti, in terzo dei sardi sarà anziano – sottolinea ancora Paola Montis – persone sempre più vulnerabili e insicure visto che, secondo i dati di Confartigianato, l’82,3% degli anziani diffida del prossimo e questa percentuale, dal 2011 al 2016, è aumentata dell’1,3%.»

Bisogna stare in guardia, ma anche affidarsi con fiducia a chi può difenderci. Per questo la Campagna prevede l’alleanza con le Forze di Polizia in un’azione comune per difendere i cittadini, soprattutto in vista dei mesi estivi durante i quali si moltiplicano i rischi per gli anziani che rimangono soli.

La campagna prevede la distribuzione, in tutta Italia, di  vademecum e depliant che contengono  poche semplici regole, suggerite dalle Forze di polizia, per difendersi dai rischi di truffe, raggiri, furti e rapine in casa, per strada, sui mezzi di trasporto, nei luoghi pubblici, ma anche utilizzando Internet e, soprattutto, consigliano di rivolgersi sempre con fiducia alle Forze di polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza) per segnalare atteggiamenti sospetti e per denunciare situazioni di pericolo.

«Come sempre in accordo in accordo con le Prefetture e le Questure – conclude Paola Montis – insieme a Comuni e a tutti gli altri soggetti interessati stiamo organizzando iniziative ed eventi a livello regionale e provinciale che vedranno la partecipazione di rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle autorità locali e di psicologi e durante i quali verrà distribuito anche il materiale informativo.»

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I deputati sardi del Partito Democratico Francesco Sanna, Caterina Pes, Paola Pinna, Giovanna Sanna, Gianpiero Scanu hanno preso una decisa posizione sulla situazione della Fondazione Stefania Randazzo e dell’AIAS Sardegna, chiedendo un intervento del Governo nazionale che scongiuri conseguenze negative sui pazienti e sulla qualità del servizio, con un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno Marco Minniti e del Lavoro Giuliano Poletti.

Per raggiungere questo obiettivo, ferme restando le competenze della Regione e dei comuni che pagano i servizi resi dal sistema AIAS, i parlamentari chiedono al Governo di compiere due mosse.

La prima richiesta, inoltrata al ministro Giuliano Poletti, è quella di verificare se i dipendenti, con retribuzioni erogate sistematicamente in ritardo di otto mesi siano nel loro pieno diritto di chiedere gli arretrati direttamente ai debitori pubblici di AIAS e Fondazione. Nel qual caso sarebbero evidentemente illegittime le sanzioni disciplinari poste in essere da AIAS nei confronti dei dipendenti che in questi mesi cercano di portare a casa qualcosa utilizzando l’azione prevista dall’articolo 1676 del Codice Civile.

La seconda iniziativa è invece richiesta al ministro degli Interni Marco Minniti, a cui competono poteri di indirizzo alle Prefetture, che hanno compiti di controllo e possono sostituirsi agli organi delle fondazioni in caso di violazione di leggi, illegittimità e sviamenti nel loro operato rispetto alle finalità statutarie, che i parlamentari sardi del Partito Democratico definiscono esplicitamente meritorie.

Evidenziato l’evidente intreccio di attività tra Fondazione ed AIAS Sardegna – da considerarsi un tutt’uno secondo gli interroganti – i deputati PD ricordano al ministro dell’Interno come l’autorità governativa abbia il potere-dovere di esercitare il controllo e la vigilanza sull’amministrazione delle fondazioni. Di fronte a violazioni di legge, dell’atto costitutivo che individua le finalità della fondazione, dell’ordine pubblico (qui gli interroganti fanno riferimento esplicito alla delicatezza dei servizi sociosanitari, messi in discussione dalla tensione tra enti e lavoratori) si possono annullare le delibere che abbiano posto in essere tali eventuali violazioni.

L’interrogazione evoca inoltra la possibilità della soluzione estrema, «nell’interesse degli enti ed in collaborazione con le istituzioni locali», dello scioglimento degli organi di amministrazione e la nomina di un commissario, che riporti condizioni di dialogo tra le parti, faccia chiarezza sulla situazione finanziaria accelerando i pagamenti dei salari, ripristini in tempi rapidi le normali condizioni di resa del servizi socio sanitari.