24 April, 2024
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Tre comunità distanti (Assemini, Cuglieri, Oschiri) ma unite dal rispettivo piatto tipico, si incontrano per la terza volta, in occasione del convegno scientifico antropologico “Panada di Sardegna”, evento preceduto da “La via della panada” a Cuglieri e “Cent’annus papendi panadas” l’anno scorso ad Assemini. Organizzati da Veronica Matta, presidente dell’associazione culturale Sa Mata, l’albero delle idee, in collaborazione con Maria Carmela Deidda, titolare dell’agriturismo Is Scalas e Roberto Pili, presidente della Comunità mondiale della longevità, il convegno svoltosi a Oschiri, sabato 8 aprile, presso il museo etnografico e archeologico della cittadina gallurese è stato sostanzioso e ricco di contenuti. Dopo l’apertura dei lavori del vicesindaco di Oschiri Andrea De Candia, i relatori si sono confrontati sul futuro del gioiello della dieta sardo mediterranea.

Un percorso burocratico lungo, non privo di ostacoli è ciò che attende le tre comunità a tutela del nome e della preparazione della Panada in Sardegna. L’iter per l’ottenimento del marchio iniziato con l’agenzia regionale Laore, sarà solo il punto di partenza, non di arrivo. Glispunti dei diversi lavori presentati durante il convegno, puntano alla valorizzazione della panada.

Sa panada – prodotto di grande qualità che può avere maggiori margini di crescita

«Sa panada è un’attività importantissima per questo territorio, ma lo è per tutta la  Sardegna – dichiara l’assessore regionale dell’agricoltura Pierluigi Caria – la cui presenza suggella la “santa alleanza” tra i diversi partner coinvolti nel progetto. “Sa panada rappresenta la produzione di un prodotto di grande qualità che può avere maggiori margini di crescita,  per cui la Regione, che io rappresento oggi – conclude l’assessore Pierluigi Caria – sosterrà con tutti i suoi strumenti a disposizione, le attività che sono improntate per la produzione della panada.»

Sa panada, piatto unico, sostenibile, moderno

«Se è vero che la panada rappresenta un piatto unico della dieta sardo mediterranea, che permette di vivere bene, essa la si può considerare un modo modernissimo di alimentarsi – dichiara convinto Roberto Pili, attento allo stile di vita alimentare dei sardi e dei più longevi -. Centinaia di milioni di persone ci guardano con molta attenzione. A loro piacerebbe andare a vedere, imparare, conoscere non solo questi  territori, ma come si alimentano le persone che riescono a vivere così a lungo e in salute.»

Cita quindi il turismo vocazionale «che riesce a prendere dal territorio naturalmente quello di cui ha bisogno. È un turismo intelligente, sostenibile, consapevole.»

Sa panada verso una certificazione di tutela migliore

«La valorizzazione del nostro prodotto – dichiara Maria Carmela Deidda ci ha portati a domandarci: se abbiamo dei punti in comune con Oschiri e Cuglieri, perché non stiamo insieme? Questi punti ci servono come strategia per valorizzare e tutelare questo piatto tipico tradizionale. Una base che stiamo lanciando e che vorremo condividere con amministrazioni, operatori del settore, associazioni culturali. Punti che potranno essere integrati attorno ad un tavolo di lavoro verso una certificazione migliore di questo prodotto che accomuna e unisce le tre comunità.»

Sa panada, un produzione da vocazione domestica a commerciale che racconta chi siamo e chi siamo stati

«Non è semplice organizzare in un anno 3 appuntamenti del genere superando anche i campanilismi, perché quando dei paesi condividono in Sardegna qualcosa, difficilmente la condividono sul serio, poco ci si ascolta, poco ci si sente – sostiene Roberto Carta, coordinatore del museo etnografico ed archeologico di Oschiri -. Ricordando la partenza degli incontri da Assemini, rimarca la presenza forte delle comunità, fatta dalle amministrazioni, dai produttori ma, soprattutto, dai bambini.»

I lavori grafici dei bambini hanno accompagnato tutti gli appuntamenti. Ad Oschiri la dirigente scolastica, prof.ssa Giuseppina Pinna, e la prof.ssa Pes, hanno portato i risultati di un laboratorio creativo davvero notevole sviluppato con i ragazzi di Oschiri.

La sagra di Oschiri – 17ª edizione – certifica l’aumento del numero dei produttori. Curatissimo e importante la parte del museo dedicata al territorio e all’enogastronomia, in cui a farla da padrona è la panada.

Le vie della panada, percorso turistico del gusto e della tradizione (da Assemini a Cuglieri fino a Oschiri)

«Un tour della panada denominato “Le vie della Panada” è quello presentato da Veronica Matta – presidente dell’associazione Sa Mata, un percorso del gusto e della tradizione da Assemini a Cuglieri fino ad Oschiri. Perché come dicono alcuni giornalisti – dichiara la promotrice – esiste in Sardegna una via della panada in grado di unire i centri di Oschiri Cuglieri e Assemini in cui questa pietanza è segno identitario e di tradizione. simbolo culturale e alimentare di 3 comunità, la panada è il motore del progetto turistico che vede Assemini, anche città della ceramica, Cuglieri, borgo rurale affacciato sul mare e Oschiri nella splendida e ventosa Gallura. La panada vuole essere uno dei gioielli del made in Sardegna, alla stregua di bene culturale perché carico di riferimenti storici ed antropologici.»

Il tour intercetterà i flussi emergenti di un turismo di qualità, affascinato dalla longevità e dagli stili di vita dei sardi, conclude Veronica Matta, anche attraverso i tour operator e le 400 crociere che da aprile ad ottobre approdano nei porti sardi.

Cuglieri verso il riconoscimento della panada come piatto tipico tradizionale

«Certamente “sa panada “è la regina della tavola a pieno titolo e su questo non si deve più discutere – afferma la presidente Rita Fenu dell’associazione culturale Gurulis Nova -. Solo negli ultimi 10 anni a Cuglieri si è pensato che la panada potesse essere fonte di guadagno e di sviluppo e non solo una squisita pietanza. Piano piano sono stati aperti dei piccoli laboratori che soddisfano solo le necessità paesane. Dallo scorso anno è stato avviato un lavoro di studio e rivalutazione delle panadas attraverso un percorso che porterà alla certificazione della panada cuglieritana come piatto tipico tradizionale»

Sa panada, buona, pulita e giusta

Presente sin dal primo appuntamento ad Assemini, anche Slow Food Cagliari ad Oschiri con Raimondo Mandis per parlare di panada come specialità sostenibile del territorio. Quello di Oschiri rappresenta la conclusione di 3 eventi.

«Un processo di rivalorizzazione iniziato ad Assemini con il primo convegno molto interessante – dichiara Raimondo Mandis -. Buono, pulito e giusto sono i 3 attributi che lo Slow Food riconosce alla panada. Buono si riferisce ovviamente alla qualità dei prodotti; pulito al cibo che rispetta l’ambiente e le pratiche agricole; giusto, in quanto riconosce il giusto valore ovvero la remunerazione per ciascuna fase della filiera  che realizza il prodotto che poi gustiamo, dalla più grande che condividiamo durante il pranzo della domenica alla più piccola, facile da consumare come uno snake, aperitivo o piccolo pasto).»

Sa panada e il mercato

Necessaria e opportuna la presenza della Confartigianato Imprese Sardegna con il segretario regionale Stefano Mameli, che fa un’attenta e oggettiva analisi sulle produzioni agroalimentari tipiche in Sardegna ponendo anche una riflessione su quali vantaggi competitivi ci siano per le imprese che si dedicano alla preparazione della panada. Con dati alla mano ci fa  scoprire chi sono in Sardegna le imprese che potenzialmente potrebbero beneficiare della valorizzazione/tutela di questo prodotto, mettendo in evidenza la massa critica regionale, tra opportunità e rischi di un marchio di tutela per la panada.

«Occorre pensare già oggi – dichiara Stefano Mameli – ad un percorso che possa tutelare i produttori (e i consumatori) da eventuali “plagi” o tentativi di riprodurre anche nel nome il nostro prodotto. Cosa che sta capitando con altri prodotti (carasau, sebadas).»

Il pastificio Sa panada di Oschiri, una storia imprenditoriale alla seconda generazione

L’azienda Pastificio Sa Panada, con  moderne tecnologie, produce, surgela e commercializza il prodotto tipico sardo di origine millenaria. Ben rappresentata dalle due giovani sorelle Valentina e Martina Meloni che proseguono il lavoro nell’ azienda della madre, Laura Achenza, che da quasi 30 anni produce solo panadas, commercializzandole anche oltre l’isola. La realtà che descrivono mostra un’intraprendenza che le rende, ad oggi, le uniche in grado di rispondere – quantitativamente – alla richiesta del mercato estero.

Sa panada e la filiera corta

Notevole il contributo del vice sindaco del comune di Oschiri, Andrea Decandia sulla filiera come prospettiva di sviluppo per prodotto e territorio che ben si sposa con l’intervento successivo e conclusivo di Daniele Carbini del Molino Carbini di Tempio, di fronte all’offensiva della cultura del mono prodotto, davanti alla quale il consumatore cerca il prodotto di qualità tipica, che dia garanzie di genuinità.

«C’è un mercato – afferma Carbini – in costante espansione che cerca e richiede prodotti di personalità che si distinguono nettamente dal prodotto industriale e omologato.  Bisogna cioè ridare ai prodotti la loro massima qualità e tipicità. In questo caso la panada deve essere il prodotto artigianale migliore possibile, deve cioè essere eccellenza di sapori che la rendono caratteristica ed unica, secondo la sua storia e tradizione. Tradotto in termini pratici significa – conclude Carbini – che per la pasta devono essere usate farine ottenute dalla macinazione di grano sardo, che ha caratteristiche uniche di sapore e più in generale caratteristiche organolettiche che lo distinguono dagli altri grani del mercato mondiale.»

Dopo il convegno, tra l’arte degli esperti e il gusto di panadas, a deliziare i palati degli ospiti la panada di anguille e di agnello di Carlo Matta di Assemini; le panadine con la carne di suino delle produttrici di Oschiri e is panadas con fave e piselli di Cuglieri.

A seguire la 1ª tavola rotonda con i produttori di Oschiri e le associazioni di Assemini e Cuglieri, sicuri che solo da qua potrà davvero partire il percorso de “La Via della panada”.

«Stanchi ma felici, chiudiamo questi tre convegni – dichiara la promotrice Veronica Matta – sicuri della forza della gente sarda. La forza di chi conosce i problemi ma ha la soluzione a portata di mano. Anzi, tra le mani.»

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Si terrà l’8 aprile, con inizio alle 15.30, presso il Centro Polivalente di piazza Nuccio Floris, a Oschiri, il convegno scientifico-antropologico sui gioielli della dieta sardo-mediterranea denominato “Panada di Sardegna”, terza tappa di un viaggio incominciato con le comunità di Cuglieri e Oschiri, il 2 aprile 2016 ad Assemini  con la prima tappa “Cent’annus papendi panada”, seguita dalla seconda “La via della Panada  tenutosi nella città di Cuglieri il 10 dicembre 2016.

Il convegno è organizzato dalla dott.ssa Veronica Matta, presidente dell’associazione culturale – Sa Mata, l’albero delle idee – e fondatrice de S’Iscola de sa panada – in collaborazione con la dott.ssa Maria Carmela Deidda, titolare dell’azienda agricola “Is Scalas”, l’associazione “Città di Assemini”, il dottor Roberto Pili, presidente della Comunità mondiale della Longevità” e dal gruppo “Assemini è un’altra cosa”.

“Panada di Sardegna” nasce con lo scopo di promuovere e tutelare la conoscenza della tradizionale pietanza con un dibattito scientifico ed antropologico in cui interverranno studiosi del campo antropologico,  giornalistico/gastronomico, archeologico e medico sull’antica pietanza della comunità asseminese, cuglieritana e oschirese, inclusi gli imprenditori e i produttori.

Ad introdurre e moderare gli interventi dei partecipanti e le relative discussioni, saranno Veronica Matta e Daniele Carbini. Aprirà i lavori Veronica Matta, presidente “Sa Mata, l’albero delle idee” con “La via delle panade come percorso turistico”; Roberto Pili, presidente Comunità mondiale della longevità con “I dividendi della dieta sardo-mediterranea”; Roberto Carta, coordinatore del museo archeologico ed etnografico di Oschiri con “Sa panada e il suo legame con Oschiri”; Rita Fenu, presidente Gurulis Nova con “Panadas a Cuglieri”: aspettative e prospettive nel nostro futuro; Maria Carmela Deidda, titolare dell’Agriturismo Is Scalas con “Il perché di un disciplinare sulla panada”; Stefano Mameli, segretario regionale Confartigianato Imprese Sardegna con “Valorizzazione, tutela e prospettive di mercato per la panada”Andrea Decandia, vicesindaco del comune di Oschiri con “La filiera come prospettiva di sviluppo per prodotto e territorio”; Raimondo Mandis, Slow Food Cagliari con “Radici e futuro di una grande specialità gastronomica sarda”; Alessandra Guigoni, Antropologa dell’alimentazione con “Sa panada sarda, suggestioni di storia e cultura”; Martina e Valentina Meloni, Pastificio Sa Panada con “Un’azienda di Panadas alla seconda generazione”; Daniele Carbini, Azienda Il Molino con “Il grano duro sull’importanza della filiera corta per l’antica pietanza sarda de Sa Panada”.

Saranno presenti Barbara Argiolas, neo assessore del Turismo, Artigianato e Commercio e Pierluigi Caria, neo assessore dell’Agricoltura e Riforma agro-pastorale. Seguirà un dibattito. La serata si concluderà con una dimostrazione e degustazione dell’arte della panada con gli esperti e gli artigiani delle tre comunità coinvolte.

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Maraguán

Jacutia1

La bellezza travolgente dei ritmi cubani, il mistero delle danze siberiane e della Patagonia, la magia delle tradizioni boliviane, in un confronto alla pari con la ricchezza e la varietà dei balli sardi. Compie quarant’anni “Is Pariglias”, lo storico festival delle danze identitarie, il primo nel suo genere nell’isola e che dal 1975 porta ad Assemini il meglio del folk mondiale. L’edizione 2016 vedrà protagonisti gruppi provenienti da Cuba, Patagonia (Argentina), Bolivia, Jacutia (Russia) e Sardegna, e si articolerà da giovedì 28 luglio a lunedì 1° agosto nei comuni di Pula, Carloforte, Assemini e Aritzo secondo la formula “Ethnodanza in Tour” che negli ultimi anni caratterizza l’appuntamento, organizzato dall’associazione culturale “Città di Assemini” con il sostegno degli assessorati regionali al Turismo e alla Pubblica Istruzione e in collaborazione con l’associazione Cioff, la Federazione Italiana Tradizioni Popolari e i comuni di Assemini, Pula, Aritzo e Carloforte.

Alle cinque serate di spettacolo si affiancheranno incontri e laboratori sulle tradizioni culinarie nel mondo, mostre e laboratori di danze tradizionali, per un cartellone ricchissimo e all’insegna del confronto tra tradizioni popolari dei cinque continenti, a conferma l’importanza della rassegna, la più longeva nel suo genere nell’isola.

Protagonisti del festival saranno il gruppo Katalyk Folk Ensamble proveniente dalla repubblica russa della Jakutia (nella Siberia orientale), il gruppo della Universidad Catòlica “San Pablo” di La Paz (Bolivia), dalla Patagonia (Argentina) arriverà il Grupo de Danza Albricias della città di San Martin de Los Andes, da Cuba il Ballet Folklòrico Maraguan dell’Università di Camagüey e dalla Sardegna i padroni di casa dell’associazione culturale “Gruppo folk Città di Assemini”, accompagnati da Antonio Scalas all’organetto e Giuseppe Orrù alle launeddas.

La quarantesima edizione del festival “Is Pariglias – Ethnodanza in Tour” si aprirà a Pula giovedì 28 luglio. A partire dalle ore 20.30, i gruppi provenienti da Jacutia, Bolivia e Sardegna sfileranno in parata con i loro magnifici costumi tradizionali per le strade del centro per poi esibirsi a partire dalle ore 21.30, sul palco di Piazza del Popolo, in un’iniziativa inserita nel cartellone “Dimensione Estate a Pula 2016”.

Sempre giovedì 28 Assemini sarà sede di uno dei tanti eventi collaterali al festival: il convegno dal tema “La danza e la musica come mezzo per divulgare la propria identità nel mondo”. Appuntamento a partire dalle ore 15.30 presso la Spazio Tenda in località Sa Serra, presso l’agriturismo Is Scalas. Interverranno relatori provenienti da Cuba, Argentina, Bolivia, Jacutia e Sardegna. A seguire, a partire dalle ore 17.00, prenderà il via il laboratorio di danza e musica popolare con la partecipazione attiva dei gruppi presenti.

Venerdì 29 il festival fa tappa a Carloforte, per la rassegna “Folklore internazionale nei borghi”. Dopo aver sfilato per le vie del centro indossando i costumi tradizionali, i cinque gruppi si esibiranno all’interno del Palapaise a partire dalle ore 21.30.

Sabato 30 luglio “Is Pariglias – Ethnodanza in Tour” torna ad Assemini, centro propulsore della manifestazione, per tre iniziative.

A partire dalle ore 11.00, nella sala che ospita il Museo delle Maschere presso l’agriturismo Is Scalas, in località Sa Serra, si terrà il convegno “La sacralità del cibo”, dedicato alle tradizioni culinarie nel mondo e ai pasti della longevità tra confronto internazionale e sapere popolare.

Coordinati da Mario Atzori (presidente della Consulta scientifica della Federazione Italiana Tradizioni Popolari), interverranno Maria Carmela Deidda dell’associazione culturale “Città di Assemini”, Roberto Pili dell’Associazione Mondiale della Longevità, Donatella Petretto e Andrea Loviselli dell’Università di Cagliari, Veronica Matta dell’associazione Sa Mata, Nora Beatriz Valverde dell’Università Cattolica La Paz (Bolivia), Julio Mariangel Toledo dell’Università della Patagonia (Argentina), Cesare Morales dell’Università di Camaguey (Cuba), Vinokurova Aleksandra (Jacutia) e Luigi Scalas (Federazione Italiana Tradizioni Popolari).

L’incontro è realizzato in collaborazione con il Centro Internazionale Ethnostudi di Assemini, l’Associazione Mondiale della Longevità, l’associazione culturale Sa Mata, la Panada Summer School di Assemini, la rete Ajò Impari, la rete degli Agriturismi del sud Sardegna e dalla mediatrice culturale Alessandra Melis.

La mattinata di sabato continuerà alle ore 12.30 con i gruppi ospiti che saranno protagonisti di un concerto di canti e musiche tradizionali popolari.

Ultimo appuntamento della giornata di sabato 30 ad Assemini sarà lo spettacolo di danze che vedrà protagonisti presso lo Spazio Tenda dell’agriturismo Is Scalas tutti i gruppi ospiti della 40a edizione del Festival.

Domenica 31 “Is Pariglias – Ethnodanza in Tour” fa tappa in Barbagia. Ad Aritzo saranno protagonisti i cinque gruppi provenienti da Cuba, Argentina, Jacutia, Bolivia e Sardegna, la cui esibizione, prevista per le ore 21.30, sarà preceduta dalla sfilata in abito tradizionale per le vie del paese.

La parte spettacolare della quarantesima edizione del festival “Is Pariglias – Ethnodanza in Tour” si chiuderà lunedì 1° agosto con un doppio appuntamento. Alle ore 11.30 ad Assemini, nella Sala Museo dell’agriturismo Is Scalas (località Sa Serra) si terrà l’iniziativa “Tra tradizione e innovazione a suon di musica”, un convegno/laboratorio che vedrà al centro anche il tema della ritualità della danza.

A Pula, invece, a partire dalle ore 21.30, in Piazza del Popolo si esibiranno i gruppi di Cuba, Argentina e Sardegna, per uno spettacolo che anche in questo caso, sarà preceduto dalla sfilata per le vie del centro dei costumi tradizionali.

La chiusura del festival sarà invece affidata mercoledì 10 agosto alla mostra fotografica “Le immagini della danza popolare internazionale”, che sarà allestita ad Assemini presso lo Spazio Tenda in località Sa Serra.