15 December, 2025
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Cinquanta Donne del Vino da tutta Italia, guidate dalla presidente Daniela Mastroberardino, saranno in Sardegna dal 23 al 26 ottobre per un viaggio studio che intreccia cultura, ricerca scientifica e tradizioni enogastronomiche.

L’isola, terra di vitigni autoctoni e di straordinaria longevità, accoglierà le protagoniste dell’Associazione nazionale Le Donne del Vino in un percorso di approfondimento dedicato ai vitigni sardi, ai segreti della lunga vita e ai valori di una comunità che ha saputo custodire la propria identità.

Cuore del programma sarà la tavola rotonda “Vino e longevità”, in calendario sabato 25 ottobre a Lanusei, nel cuore dell’Ogliastra, una delle aree appartenenti alle Blue Zone del mondo, le cinque regioni (insieme a Okinawa in Giappone, Ikaria in Grecia, Nicoya in Costa Rica e Loma Linda in California) dove la speranza di vita è più alta della media globale.

All’incontro interverranno esperti di viticoltura, medicina e cultura del vino, tra cui Gianni Lovicu (Agris Sardegna, progetto Akìnas), Luca Deiana (già docente Università di Sassari, studioso dei centenari), Mariano Murru (presidente Assoenologi Sardegna) e Angelo Concas (enogastronomo e sommelier). A moderare sarà Rossella Pisano, socia dell’Associazione e maestro assaggiatore di vino.

A seguire, una masterclass dedicata al Cannonau, simbolo dell’isola e vino emblema di salute e convivialità, e un pranzo nella suggestiva località di Perdefroris, nel cuore della Blue Zone, dove le Donne del Vino scopriranno i piatti della tradizione.

Non mancheranno momenti di scoperta del territorio e di approfondimento enologico, come la visita alla Cantina Argiolas e la masterclass sul Carignano ospiti della Cantina di Santadi, tra le più rappresentative dell’isola. Le Donne del Vino scopriranno le diverse sfumature di questo vitigno, coltivato ancora a piede franco su terreni sabbiosi che guadano il mare. La masterclass sarà guidata dal giornalista Ivan Paone.

La sera di venerdì 24 ottobre sarà dedicata a un viaggio sensoriale tra i sapori e le tradizioni della Sardegna con una cena al Convento San Giuseppe di Cagliari, ad accogliere le ospiti la padrona di casa Maria Luisa Carcangiu Bayre e la delegata delle Donne del Vino di Sardegna Nina Puddu. La cena sarà accompagnata dai vini offerti dalle Donne del Vino sarde: un’occasione per celebrare l’incontro tra l’ospitalità isolana e la cultura vitivinicola femminile italiana.

«Questo viaggio nasce dal desiderio di unire conoscenza e relazione – spiega Daniela Mastroberardino, presidente nazionale delle Donne del Vino -. In Sardegna, terra di centenari e di vitigni antichi, cerchiamo le radici della longevità non solo nel DNA ma nello stile di vita, nella comunità, nel tempo condiviso. È lo stesso spirito che anima la nostra Associazione: crescere insieme, confrontarsi e creare legami che durano.»

«Accogliere le Donne del Vino in Sardegna è un’occasione per mostrare la nostra identità più autenticaspiega Nina Puddu, delegata sarda. In ogni calice c’è la storia di una terra antica, la forza delle donne che la coltivano e il legame profondo con la comunità. Questo viaggio è anche un modo per riscoprire, insieme, il valore del tempo e delle relazioni, che qui da noi sono la vera ricetta della longevità.»

Il viaggio formativo in Sardegna, curato dalla consigliera Cristiana Cirielli, dalla vice delegata delle Donne del Vino della Sardegna Luisa Carcangiu Bayre e da Rossella Pisano maestro assaggiatore vino rappresenta una nuova tappa del percorso di formazione e condivisione dell’associazione Le Donne del Vino, che promuove la cultura del vino, la sostenibilità e il ruolo femminile nel mondo enologico italiano.

Chi sono Le Donne del Vino

Le Donne del Vino sono la più grande associazione mondiale di enologia al femminile. Fondata nel 1988, conta oggi 1.250 socie tra produttrici, enotecarie, sommelier, ristoratrici, giornaliste, architette, avvocate e professioniste del settore. È presente in tutte le regioni italiane attraverso delegazioni attive e coordinate. Associazione senza scopo di lucro, Le Donne del Vino promuovono la cultura del vino e il ruolo delle donne lungo tutta la filiera vitivinicola. Realizza studi sul gender gap in cantina, incentiva l’adozione del vetro leggero e collabora con università e enti formativi per offrire percorsi di aggiornamento e alta formazione, soprattutto nei settori del marketing e della comunicazione. Dal 2021 ha avviato il progetto D-Vino, un’iniziativa che porta l’insegnamento del vino negli istituti alberghieri e turistici italiani, con una partecipazione sempre più ampia delle regioni. Le Donne del Vino valorizzano l’identità locale attraverso progetti culturali come il primo ricettario italiano ispirato al vino e ai vitigni autoctoni, le degustazioni dedicate ai “vitigni reliquia” e ai “vigneti antichi”, e la promozione del turismo del vino. Dal 2019 Le Donne del Vino hanno avviato una storica partnership internazionale con 12 associazioni estere del vino al femminile, dando vita al Forum Mondiale delle Donne del Vino, un appuntamento annuale di confronto sui grandi temi del settore. L’ultimo incontro a Roma nel novembre 2024. Da sempre impegnata nel sociale, l’associazione contrasta la violenza sulle donne con campagne di sensibilizzazione, convegni e raccolte fondi. Scopri di più sul sito www.ledonnedelvino.com, sul blog ufficiale e su D-News, l’inserto mensile allegato al Corriere Vinicolo.

È stato presentato questa mattina, nell’aula consiliare del comune di Sant’Antioco, lo studio svolto dall’agenzia Laore in collaborazione con il dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari sulla caratterizzazione e valorizzazione della viticoltura a piede franco nell’isola di Sant’Antioco. All’incontro hanno partecipato l’assessore dell’Agricoltura, Gian Franco Satta, il vice sindaco di Sant’Antioco, Francesco Garau e l’assessora delle attività produttive Roberta Serrenti, il sindaco di Calasetta, Antonello Puggioni, l’agenzia Laore Sardegna con la partecipazione della direttrice generale Maria Ibba, Renzo Peretto referente dell’Area di supporto al comparto vitivinicolo e il direttore Servizio Sviluppo delle attività agricole, Marcello Giovanni Onorato, il dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, con i docenti Luca Mercenaro e Damiano Muru, il presidente di Assoenologi Sardegna e referente regionale del comitato italiano per la tutela piede franco, Mariano Murru, le cantine ei viticoltori del territorio.

«L’attenzione dell’Assessorato verso la viticoltura eroica è altissima sottolinea l’assessore dell’Agricoltura Gian Franco Sattalo è in funzione del patrimonio ambientale e colturale presente in Sardegna, ma lo è anche e soprattutto in un’ottica di sviluppo delle zone svantaggiate e marginali Sviluppare e mantenere settori così importanti, radicati nelle nostre tradizioni, consente di contrastare lo spopolamento, salvaguardare l’ambiente e valorizzare la nostra identità è solo il primo passo la valorizzazione della viticoltura Un programma che necessariamente richiederà un ulteriore sforzo da parte di tutti, in primis dell’assessorato dell’Agricoltura, al fine di proseguire le attività attraverso studi di dettaglio dei vitigni per approfondire e certificare le peculiarità di questo importante patrimonio sardo che ci colloca ai primi posti a livello nazionale per superfici vitate a “piede franco”.»

Secondo i parametri del Centro di ricerca per la viticoltura montana (Cervim), che annunciano altitudini maggiori di 500 metri sul livello del mare e pendenze maggiori del 30%, in Sardegna sono stati censiti oltre 2.000 ettari classificabili come “vigneti di montagna” localizzati, soprattutto, nei comprensori viticoli del Mandrolisai, del Nuorese e dell’Ogliastra a cui si devono aggiungere circa 400 ettari ubicati nelle due minori isole di Sant’Antioco e San Pietro e nei litorali di Badesi e Porto Pino, con vigneti allevati a piede franco. Si tratta di un patrimonio di estrema importanza da un punto di vista vitivinicolo e paesaggistico costituito in parte da piccoli appezzamenti, anche centenari, allevati ad alberello classico e in grado di fornire delle produzioni di eccellenza che spesso vengono poco valorizzate. Partendo proprio da questi ultimi dati e grazie all’interesse sollecitato dal coordinamento regionale dell’associazione Città del vino e dalla sensibilità di molti produttori, l’agenzia Laore, in collaborazione con il dipartimento di Agraria, a partire dal 2019 ha avviato un programma di caratterizzazione di questi vigneti al fine di valorizzare la viticoltura eroica della Sardegna.

«Un altro aspetto meritevole di approfondimento è strettamente legato allo studio delle proprietà enologiche delle produzioni di questi vigneti che presentano di altissimo valore – evidenzia l’assessore Gian Franco Satta -. Per evitare, poi, che questo patrimonio si disperda, considerata la piccola estensione di queste superfici vitate, nell’ultimo bando OCM per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, finanziato con 4,5 milioni di euro, abbiamo previsto di accedere alla soglia di accesso alla misura a 0,2 ettari per i beneficiari che intendono ristrutturare vigneti situati in territori con pendenza superiore al 30% o con altitudine media di 500 metri o terrazzati o che siano localizzati nelle isole minori. Anche a valere sul CSR 2023-2027, con la misura SRD01 per gli investimenti abbiamo incrementato l’aliquota di sostegno al 60% rispetto al precedente 40%, aumentata al 70% per i giovani agricoltori migliorare l’efficientamento dell’azienda e incrementarne la competitività. Oggi più che mai, per la viticoltura a piede franco, ci sono ottime potenzialità di sviluppo, anche turistico, legato al percorso che si sta portando avanti a livello europeo per il riconoscimento come patrimonio dell’UNESCO”.»

L’Assessorato sta lavorando da diversi mesi in collaborazione con le agenzie, con l’Università e con le amministrazioni locali, e stamane è stata illustrata la prima fase del programma che ha interessato la caratterizzazione della viticoltura a piede franco dell’isola di Sant’Antioco e che si concluderà con la caratterizzazione dei vitigni presenti nelle altre località del Sulcis, in Ogliastra nella Barbagia di Nuoro, nel Mandrolisai e a Badesi, in Gallura.

«La Sardegna con le attività descritte oggiconclude Gian Franco Sattagrazie all’immenso valore tramandato negli anni attraverso la coltivazione di questi vitigni e soprattutto grazie alla caparbietà dimostrata dai viticoltori, per una volta può vantare di essere al passo o addirittura un passo avanti rispetto ad altre realtà nazionali ed europee Occorre sfruttare questo vantaggio, sostenere lo sviluppo e l’innovazione e soprattutto mantenere con orgoglio la nostra identità di produttori e custodi dell’ambiente.»

 

Nuovo appuntamento di approfondimento su una delle peculiarità, eccellenze dell’isola antiochense: la coltivazione della vite a “piede franco” nell’Isola di Sant’Antioco. Con questo tema, martedì 18 marzo 2025, alle 10.00, nell’aula consiliare di Sant’Antioco, si terrà un convegno promosso dall’Agenzia regionale Laore per lo sviluppo in agricoltura che, oltre alla partecipazione dei Comuni isolani, Sant’Antioco e Calasetta, vedrà il coinvolgimento dell’Università degli studi di Sassari, delle associazioni “Assoenologi” e “Città del vino” e di Cantine e Viticoltori del territorio.

Fitto il programma degli interventi: avvio dei lavori e saluti a cura di Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco, cui seguiranno Roberta Serrenti, assessore del Turismo e Attività produttive del comune di Sant’Antioco, Antonello Puggioni, sindaco di Calasetta e, infine, Maria Ibba, direttore generale dell’Agenzia Laore Sardegna.

A seguire, si entrerà nel tema centrale del convegno con Renzo Peretto, Agenzia Laore Sardegna, che proporrà “La viticoltura eroica in Sardegna”, e Luca Mercenaro, Università di Sassari – Dipartimento di Agraria, con “I risultati della caratterizzazione del “Vigneto” dell’isola di Sant’Antioco”. Ancora spazio all’Università di Sassari – Dipartimento di Agraria, con Damiano Muru, esperto sistemi GIS-SIT, che parlerà di “Tutela e valorizzazione dei paesaggi viticoli: strumenti ed opportunità”.

Il ruolo del Comitato italiano per la tutela del “piede franco” sarà invece il titolo della relazione proposta da Mariano Murru, referente regionale Comitato italiano per la tutela “piede franco” e presidente Assoenologi Sardegna. Seguirà il dibattito con la partecipazione delle cantine e dei viticoltori del territorio mentre le conclusioni saranno affidate a Gian Franco Satta, assessore dell’Agricoltura della Regione Sardegna.

Modererà i lavori Marcello Giovanni Onorato, Direttore Servizio sviluppo attività agricole Laore Sardegna.